Megami-ryō no Ryōbo-kun.
Sono fermamente convinto del fatto che, nella testa di ogni essere umano, dopo che quest’ultimo è riuscito a portare a termine un impegno preso con sé stesso, scatti immediatamente il bisogno assoluto di relax. Tutto questo, almeno per me, si trasporta anche nel vastissimo mondo di anime e manga in cui sono immerso. Ecco perché, dopo la visione di una serie impegnativa, cerco sempre un’opera leggera, una di quelle da guardare senza nessun’aspettativa, che odora di mediocrità. “Megami-ryou no Ryoubo-kun” rientra, perfettamente, in questa categoria di anime. Una commedia-ecchi senza pretese, ma in grado di divertire lo spettatore.
Il protagonista è Koushi Nagumi, un adolescente dodicenne che va ancora alle medie e non ha nessun luogo d’appartenenza. Questo perché la sua casa è andata a fuoco e il padre lo ha abbandonato. Senza genitori, senza casa e senza soldi, non gli resta che vagare per strada. Un giorno, però, una donna di nome Mineru lo trova a terra su un marciapiede e decide di portarlo in un dormitorio femminile, dove ottiene il consenso delle altre quattro fanciulle per diventare la “Mother of the Goddess’ Dormitory”. Inizia, così, la nuova vita di Koushi, circondato da belle e problematiche ragazze.
Ad uno sano di mente, basterebbero le premesse per ‘droppare’. Un incendio di cui non si sa nulla; un padre che abbandona il proprio figlio, roba da servizi sociali; una madre non pervenuta e a cui non si accenna mai; e un ragazzino minorenne tra le grinfie di cinque, prosperose e dannatamente sensuali ragazze. Onestamente parlando, almeno all’inizio, l’ultimo punto mi sembrava quello più problematico. Diciamo che mi veniva difficile credere che un tale siparietto potesse funzionare, soprattutto per il fatto che il protagonista era, in poche parole, un lattante. Col tempo, però, questa scelta si è rivelata giusta, in quanto capace di innescare tante simpatiche e compromettenti situazioni, che, come è facile immaginare, sanno di già visto. Difatti, non manca nessuno dei cliché messi a disposizione per questo genere di opere: la gita fuori tutti insieme appassionatamente, con tanto di terme e giornata al mare, il festival scolastico e le feste natalizie. Insomma, non manca proprio nulla. A ciò aggiungiamoci una quantità spropositata di fanservice e oppai per ogni dove, e il gioco è fatto. In poche parole, l’anime perfetto...
Come spesso accade per questo genere di opere, a fare la differenza sono i personaggi, tutti degnamente caratterizzati: Mineru, la scienziata pazza e colei che, più di tutte, tiene d’occhio Koushi, e non per portarselo a letto; Frey, la prosperosa e super-invadente amante dei cosplay; Kiriya, il “maschiaccio” della famiglia, con tanto di capelli corti; Serene, l’apatica i cui hobby preferiti sono mangiare e dormire; Athena, la ragazza gentile e sensibile, a cui riesce difficile rapportarsi con gli uomini; e, per concludere, Sutea, compagna di classe, nonché amica d’infanzia leggermente tsunderina di Koushi. Invero, un quadretto niente male. Con loro sei in gioco, Koushi non avrà vita facile e, spesso e volentieri, si ritroverà in situazioni (s)piacevoli e ambigue, in grado di strappare un sorriso allo spettatore.
Comparto grafico e musicale sono di buon livello. L’opening, “Naughty Love”, rimane nella testa per qualche giorno e non riesco a trovarla su Spotify, maledetti! Il character design è interessante e perfettamente in linea con ciò che si vede oggigiorno.
Se avete del tempo da perdere, guardatela. Altrimenti, beh, riuscirete anche vivere senza.
Il protagonista è Koushi Nagumi, un adolescente dodicenne che va ancora alle medie e non ha nessun luogo d’appartenenza. Questo perché la sua casa è andata a fuoco e il padre lo ha abbandonato. Senza genitori, senza casa e senza soldi, non gli resta che vagare per strada. Un giorno, però, una donna di nome Mineru lo trova a terra su un marciapiede e decide di portarlo in un dormitorio femminile, dove ottiene il consenso delle altre quattro fanciulle per diventare la “Mother of the Goddess’ Dormitory”. Inizia, così, la nuova vita di Koushi, circondato da belle e problematiche ragazze.
Ad uno sano di mente, basterebbero le premesse per ‘droppare’. Un incendio di cui non si sa nulla; un padre che abbandona il proprio figlio, roba da servizi sociali; una madre non pervenuta e a cui non si accenna mai; e un ragazzino minorenne tra le grinfie di cinque, prosperose e dannatamente sensuali ragazze. Onestamente parlando, almeno all’inizio, l’ultimo punto mi sembrava quello più problematico. Diciamo che mi veniva difficile credere che un tale siparietto potesse funzionare, soprattutto per il fatto che il protagonista era, in poche parole, un lattante. Col tempo, però, questa scelta si è rivelata giusta, in quanto capace di innescare tante simpatiche e compromettenti situazioni, che, come è facile immaginare, sanno di già visto. Difatti, non manca nessuno dei cliché messi a disposizione per questo genere di opere: la gita fuori tutti insieme appassionatamente, con tanto di terme e giornata al mare, il festival scolastico e le feste natalizie. Insomma, non manca proprio nulla. A ciò aggiungiamoci una quantità spropositata di fanservice e oppai per ogni dove, e il gioco è fatto. In poche parole, l’anime perfetto...
Come spesso accade per questo genere di opere, a fare la differenza sono i personaggi, tutti degnamente caratterizzati: Mineru, la scienziata pazza e colei che, più di tutte, tiene d’occhio Koushi, e non per portarselo a letto; Frey, la prosperosa e super-invadente amante dei cosplay; Kiriya, il “maschiaccio” della famiglia, con tanto di capelli corti; Serene, l’apatica i cui hobby preferiti sono mangiare e dormire; Athena, la ragazza gentile e sensibile, a cui riesce difficile rapportarsi con gli uomini; e, per concludere, Sutea, compagna di classe, nonché amica d’infanzia leggermente tsunderina di Koushi. Invero, un quadretto niente male. Con loro sei in gioco, Koushi non avrà vita facile e, spesso e volentieri, si ritroverà in situazioni (s)piacevoli e ambigue, in grado di strappare un sorriso allo spettatore.
Comparto grafico e musicale sono di buon livello. L’opening, “Naughty Love”, rimane nella testa per qualche giorno e non riesco a trovarla su Spotify, maledetti! Il character design è interessante e perfettamente in linea con ciò che si vede oggigiorno.
Se avete del tempo da perdere, guardatela. Altrimenti, beh, riuscirete anche vivere senza.