L'uccello di fuoco - Hinotori 2772
Se Walt Disney fosse stato ancora vivo e avesse deciso di reinterpretare "2001: Odissea nello spazio" di Stanley Kubrick, non avrebbe confezionato un prodotto troppo distante da "L'uccello di fuoco", più che nella resa complessiva, semanticamente, sopratutto nel suo messaggio finale. Ridimensionando il tutto a parametri più umani, abbiamo a grandi linee idea di ciò che la lungimirante penna di Osamu Tezuka è riuscita a creare in termini di sceneggiatura; perché non si scappa, seppur oltremodo sottovalutato "L'uccello di fuoco 2772" è un classico dell'animazione giapponese anni '80.
In un futuro non precisato gli esseri umani vengono creati in provetta. Fin da bambini cresciuti ed addestrati dai robot, verranno poi indirizzati in base alle loro capacità ad un determinato rango sociale. Il protagonista della storia è Godo, un promettente pilota a cui verrà affidato l'incarico di catturare Cosmozone 2772: l'uccello di fuoco.
L'incipit coinvolge da subito, con la storia che procede lineare verso il picco finale, con qualche alto e basso ma senza grosse sbavature. Ciò che colpisce maggiormente peró, è come Tezuka, con una storia di 40 anni fa, sia riuscito ad essere incredibilmente divinatorio. Centrali nucleari che esplodono e uomini schiavizzati prodotti in serie, l'umanità letteralmente in balia del potere derivante dal progresso e la terra che si ribella con cataclismi e terremoti.
I personaggi, alcuni presi dalle opere più famose del “Dio dei manga”, come Black Jack, che stavolta veste i panni del direttore di un campo di concentramento, sono tutti ben contestualizzati. Anche la caratterizzazione seppur spesso minimale, risulta convincente. Un ottimo esempio è il professor Saruta, preso dall'universo narrativo de "La fenice" e a sua volta vagamente ispirato a Galileo Galilei. Gli stessi comprimari risultano perfettamente integrati nel contesto narrativo. Il rapporto tra Godo ed il suo automa Olga è a mio avviso il fiore all'occhiello dell'intera opera. Un amore platonico, estemporaneo, capace di andare oltre la morte stessa.
Il film subisce un leggero calo nella seconda metà, complice anche un ritmo non sempre incalzante, il finale tuttavia, è il tocco d’autore di un maestro, e chiude perfettamente il cerchio tracciato. Le animazioni a volte risultano un po' legnose, anche se la complessivamente più che buona resa grafica le nasconde bene. Perfetta invece la scelta della colonna sonora, con musica classica composta per l'occasione.
"L'uccello di fuoco 2772" è un film invecchiato bene, e probabilmente destinato a migliorare ancora, come un buon vino. Non per un comparto tecnico avanguardistico o sbalorditivo, ma per l’immortalità del messaggio che tramanda: “salvaguardare il dono della vita”.
In un futuro non precisato gli esseri umani vengono creati in provetta. Fin da bambini cresciuti ed addestrati dai robot, verranno poi indirizzati in base alle loro capacità ad un determinato rango sociale. Il protagonista della storia è Godo, un promettente pilota a cui verrà affidato l'incarico di catturare Cosmozone 2772: l'uccello di fuoco.
L'incipit coinvolge da subito, con la storia che procede lineare verso il picco finale, con qualche alto e basso ma senza grosse sbavature. Ciò che colpisce maggiormente peró, è come Tezuka, con una storia di 40 anni fa, sia riuscito ad essere incredibilmente divinatorio. Centrali nucleari che esplodono e uomini schiavizzati prodotti in serie, l'umanità letteralmente in balia del potere derivante dal progresso e la terra che si ribella con cataclismi e terremoti.
I personaggi, alcuni presi dalle opere più famose del “Dio dei manga”, come Black Jack, che stavolta veste i panni del direttore di un campo di concentramento, sono tutti ben contestualizzati. Anche la caratterizzazione seppur spesso minimale, risulta convincente. Un ottimo esempio è il professor Saruta, preso dall'universo narrativo de "La fenice" e a sua volta vagamente ispirato a Galileo Galilei. Gli stessi comprimari risultano perfettamente integrati nel contesto narrativo. Il rapporto tra Godo ed il suo automa Olga è a mio avviso il fiore all'occhiello dell'intera opera. Un amore platonico, estemporaneo, capace di andare oltre la morte stessa.
Il film subisce un leggero calo nella seconda metà, complice anche un ritmo non sempre incalzante, il finale tuttavia, è il tocco d’autore di un maestro, e chiude perfettamente il cerchio tracciato. Le animazioni a volte risultano un po' legnose, anche se la complessivamente più che buona resa grafica le nasconde bene. Perfetta invece la scelta della colonna sonora, con musica classica composta per l'occasione.
"L'uccello di fuoco 2772" è un film invecchiato bene, e probabilmente destinato a migliorare ancora, come un buon vino. Non per un comparto tecnico avanguardistico o sbalorditivo, ma per l’immortalità del messaggio che tramanda: “salvaguardare il dono della vita”.
Secondo film dedicato al ciclo della Fenice “Hi no tori 2772: Ai no CosmoZone” è diretto da Suguru e Taku Sugiyama ed è uscito nel 1980. La serie de "La Fenice" (manga) fu iniziata da Osamu Tezuka nel 1957, raccolta in volumi dal 1967, ed è continuata ad uscire per 20 anni presso vari editori. I volumi che la compongono sono 16 ed è stato sospeso (come anche altre opere, ad esempio, "Neo Faust") per la morte dell’autore, pur avendo la sua conclusione logica.
Dalla serie manga sono stati tratti tre film, 2 OAV e una serie animata di 13 episodi, ma di sicuro questo film è il più conosciuto essendo arrivato negli anni ‘90 ad opera di Yamato.
In un ipotetico futuro da un embrione nascono due gemelli: Goro che viene destinato a diventare un pilota spaziale e Rock destinato invece a diventare uno degli anziani che governano la terra…
Rock per diventare un giorno capo degli anziani fa due mosse: si fidanza con la figlia del capo degli anziani di quel momento e inventa un metodo per sfruttare il magma terrestre…
Gli anziani sono spietati e sfruttano il lavoro delle gente comune, sono i soli che possono godere della bellezza dei fiori o gustare le mele eppure nessuno si ribella perché controllano tutto il sistema grazie ai robot.
Goro, ragazzo dall’animo gentile, si innamora della fidanzata del fratello e viene condannato ai lavori forzati, riuscito a scappare dal pianeta si mette a cercare l’uccello di fuoco 272 un mostro di potenza inaudita che col suo potere potrebbe fornire energia e salvezza all’intero pianeta Terra.
Non continuerò a spoilerare ma riferirò di alcune domande che nascono vedendo questo anime, e che non sono nuove nelle opere di Tezuka.
Può un robot amare? Può essere ricambiato?
Il comparto grafico è gradevole alla vista e i personaggi sono ben caratterizzati, una nota va detta sulla musica in molte parti sostituisce la parola nell’andamento del film: paragonata alla colonna sonora del film Disney “Fantasia” è molto ben fatta e permette di non annoiarsi vedendo l’anime: nei primi 10 minuti del film non si sente nemmeno una parola! E ci saranno altri “stacchi”. Un film da vedere.
Dalla serie manga sono stati tratti tre film, 2 OAV e una serie animata di 13 episodi, ma di sicuro questo film è il più conosciuto essendo arrivato negli anni ‘90 ad opera di Yamato.
In un ipotetico futuro da un embrione nascono due gemelli: Goro che viene destinato a diventare un pilota spaziale e Rock destinato invece a diventare uno degli anziani che governano la terra…
Rock per diventare un giorno capo degli anziani fa due mosse: si fidanza con la figlia del capo degli anziani di quel momento e inventa un metodo per sfruttare il magma terrestre…
Gli anziani sono spietati e sfruttano il lavoro delle gente comune, sono i soli che possono godere della bellezza dei fiori o gustare le mele eppure nessuno si ribella perché controllano tutto il sistema grazie ai robot.
Goro, ragazzo dall’animo gentile, si innamora della fidanzata del fratello e viene condannato ai lavori forzati, riuscito a scappare dal pianeta si mette a cercare l’uccello di fuoco 272 un mostro di potenza inaudita che col suo potere potrebbe fornire energia e salvezza all’intero pianeta Terra.
Non continuerò a spoilerare ma riferirò di alcune domande che nascono vedendo questo anime, e che non sono nuove nelle opere di Tezuka.
Può un robot amare? Può essere ricambiato?
Il comparto grafico è gradevole alla vista e i personaggi sono ben caratterizzati, una nota va detta sulla musica in molte parti sostituisce la parola nell’andamento del film: paragonata alla colonna sonora del film Disney “Fantasia” è molto ben fatta e permette di non annoiarsi vedendo l’anime: nei primi 10 minuti del film non si sente nemmeno una parola! E ci saranno altri “stacchi”. Un film da vedere.
<b>Attenzione! Contiene possibili spoiler!</b>
L'uccello di fuoco, è secondo me, uno dei più bei film di Tezuka. Tratta ovviamente tematiche già viste, i robot che diventano compagni dell'uomo, la Terra che sta esaurendo le risorse naturali, terremoti e tsunami, spedizioni spaziali per cercare le risorse altrove.
Cosa colpisce di più di questo film che è stato girato nel 1982? Che è terribilmente profetico! Già 30 anni fa Tezuka aveva immaginato scenari catastrofici e sociali che nel 2011 sono all'ordine del giorno. Noi oggi stiamo andando proprio nella direzione indicata nel film, ma lì l'happy end è garantito perché in fondo è un cartone, ma nella realtà odierna chi ci salverà da noi stessi?
Non voglio rivelare i dettagli della trama, a parte la presenza del beneamato dott. Black Jack che fa il cattivone come direttore di un carcere. Ma in fondo, cattivo non è. Bello è il disegno, ottimo il doppiaggio, grande Del Giudice (già doppiatore di Lupin III), Hinotori 2772 è un film che consiglio a tutti. Il messaggio finale del film è bellissimo. Tutto ritorna all'origine della vita, che è una donna con il suo figlio neonato tra le braccia.
L'uccello di fuoco, è secondo me, uno dei più bei film di Tezuka. Tratta ovviamente tematiche già viste, i robot che diventano compagni dell'uomo, la Terra che sta esaurendo le risorse naturali, terremoti e tsunami, spedizioni spaziali per cercare le risorse altrove.
Cosa colpisce di più di questo film che è stato girato nel 1982? Che è terribilmente profetico! Già 30 anni fa Tezuka aveva immaginato scenari catastrofici e sociali che nel 2011 sono all'ordine del giorno. Noi oggi stiamo andando proprio nella direzione indicata nel film, ma lì l'happy end è garantito perché in fondo è un cartone, ma nella realtà odierna chi ci salverà da noi stessi?
Non voglio rivelare i dettagli della trama, a parte la presenza del beneamato dott. Black Jack che fa il cattivone come direttore di un carcere. Ma in fondo, cattivo non è. Bello è il disegno, ottimo il doppiaggio, grande Del Giudice (già doppiatore di Lupin III), Hinotori 2772 è un film che consiglio a tutti. Il messaggio finale del film è bellissimo. Tutto ritorna all'origine della vita, che è una donna con il suo figlio neonato tra le braccia.
In un lontano futuro i bambini nascono in provetta, vengono allevati da balie robot in completa solitudine e istruiti secondo quelle che svariati tipi di test indicano essere le loro capacità. Quando diventano adulti vengono inviati nel luogo in cui dovranno svolgere il loro lavoro e conseguentemente entrano a fare parte di una determinata casta, con tutti i privilegi e gli obblighi del caso. Tuttavia a volte capita che qualcuno si rifiuti di eseguire i propri ordini o che infranga i vincoli che gli vengono imposti dalla società e perciò venga internato in qualche campo di lavoro cosicché possa venire sfruttato come si deve.
Questo è ciò che è capitato a Godo, il protagonista di questo lungometraggio, imprigionato per avere osato innamorarsi di una ragazza di rango più elevato. E tuttavia, nonostante il brutale trattamento subito, quando gli si presenta l'occasione per fuggire nello spazio, decide invece di tentare di salvare un pianeta Terra ormai sull'orlo della distruzione, partendo alla ricerca dell'uccello di fuoco, il cui sangue, si dice, possegga un'energia immensa e possa rendere immortali.
Hi no tori – 2772, sceneggiato e prodotto da Osamu Tezuka nel 1980, riprende nuovamente il tema, tanto caro a quest'autore ed espresso magistralmente nella saga a fumetti della Fenice, del ciclo della vita e della bellezza e dignità di tutte le cose viventi. E Godo e Olga, l'androide che gli fa da madre durante l'infanzia, sono senza dubbio i personaggi che più si avvicinano a questo concetto di amore o vita cosmica, forse anche più della Fenice stessa, che in questo film prende il nome di cosmozoon 272 (pronunciato in maniera errata nel doppiaggio italiano, il che è ben strano vista la radice greca del nome). Evidente è infatti il contrasto tra la loro umanità - anche se probabilmente a Tezuka non sarebbe piaciuta questa parola, ma per capirci credo vada più che bene - e la società in cui si trovano a vivere: fredda, crudele e calcolatrice, tipica di molte distopie fantascientifiche.
Nondimeno anche gli altri attori recitano la loro parte magistralmente e certo non sfigurano davanti ai protagonisti, che siano comprimari, come il dottor Saruta, legato ancora una volta a un tragico destino, o antagonisti, quali il direttore del campo di lavoro Black Jack o il fratello genetico di Godo e suo principale antagonista, Rock.
Oltre a questi anche altri personaggi che fanno parte dello star system di Tezuka compariranno, per la gioia dei fan, sullo schermo. A voi scoprire di chi si tratta.
L'altro aspetto fondamentale oltre a trama e personaggi è poi la musica. Indubbiamente protagonista indiscussa di molte sequenze, nelle quali non ci sono dialoghi e che ricordano molto Fantasia della Disney (soprattutto la bellissima sigla iniziale), è composta da brani di musica sinfonica, che accompagnano lo spettatore per tutto il film, senza mai far dimenticare la loro importanza. Mi viene in mente ad esempio il nettissimo contrasto che si viene a creare quando Godo entra nell'accademia spaziale, quasi uno schiaffo, in senso positivo, dato a chi guarda per focalizzare la sua attenzione: la musica cessa all'improvviso e si sentono solo i suoi passi risuonare sul terreno in un silenzio altrimenti assoluto.
Per dirla in due parole la più bella colonna sonora che abbia ascoltato da un po' di tempo a questa parte. Con delle musiche mediocri il risultato finale sarebbe stato ben diverso.
Le animazioni d'altra parte risentono dell'età e alcune volte ci sono dei cali vistosi nella loro qualità, ma il linea di massima sono più che buone considerando l'anno di produzione. Personalmente comunque ritengo che alla fin fine si finisca per non farci troppo caso, complici dei disegni stupendi - il design di Olga è fantastico - e delle scelte registiche interessanti, degne di Tezuka.
Anche il doppiaggio italiano non mi è dispiaciuto, anche se, alcune voci, non le ho trovate molto azzeccate, ma guardarlo in originale mi è stato impossibile: sarà perché l'ho voluto vedere su un televisore HD, sarà perché sono cieco come una talpa, ma leggere quei sottotitoli della Yamato così sgranati è un'impresa superiore alle mie forze.
Consiglio la visione di questo lungometraggio a tutti, benché capisca come ad alcuni possano non piacere le numerose scenette comiche, tipiche di Tezuka (che a me piacciono), che lo costellano, e le creature fantastiche che fanno da comprimari alleggerendo, di tanto in tanto, il tono del racconto.
Sinceramente però credo che valga la pena dare un'occhiata a questo film senza farvi troppi problemi sulle trovate farsesche che l'autore vi inserisce. Prendetele come vengono e non vi dispiaceranno, anche perché "<i>non un briciolo di prova esiste in favore dell'idea che la vita sia una cosa seria</i>" (Brendan Gill).
Questo è ciò che è capitato a Godo, il protagonista di questo lungometraggio, imprigionato per avere osato innamorarsi di una ragazza di rango più elevato. E tuttavia, nonostante il brutale trattamento subito, quando gli si presenta l'occasione per fuggire nello spazio, decide invece di tentare di salvare un pianeta Terra ormai sull'orlo della distruzione, partendo alla ricerca dell'uccello di fuoco, il cui sangue, si dice, possegga un'energia immensa e possa rendere immortali.
Hi no tori – 2772, sceneggiato e prodotto da Osamu Tezuka nel 1980, riprende nuovamente il tema, tanto caro a quest'autore ed espresso magistralmente nella saga a fumetti della Fenice, del ciclo della vita e della bellezza e dignità di tutte le cose viventi. E Godo e Olga, l'androide che gli fa da madre durante l'infanzia, sono senza dubbio i personaggi che più si avvicinano a questo concetto di amore o vita cosmica, forse anche più della Fenice stessa, che in questo film prende il nome di cosmozoon 272 (pronunciato in maniera errata nel doppiaggio italiano, il che è ben strano vista la radice greca del nome). Evidente è infatti il contrasto tra la loro umanità - anche se probabilmente a Tezuka non sarebbe piaciuta questa parola, ma per capirci credo vada più che bene - e la società in cui si trovano a vivere: fredda, crudele e calcolatrice, tipica di molte distopie fantascientifiche.
Nondimeno anche gli altri attori recitano la loro parte magistralmente e certo non sfigurano davanti ai protagonisti, che siano comprimari, come il dottor Saruta, legato ancora una volta a un tragico destino, o antagonisti, quali il direttore del campo di lavoro Black Jack o il fratello genetico di Godo e suo principale antagonista, Rock.
Oltre a questi anche altri personaggi che fanno parte dello star system di Tezuka compariranno, per la gioia dei fan, sullo schermo. A voi scoprire di chi si tratta.
L'altro aspetto fondamentale oltre a trama e personaggi è poi la musica. Indubbiamente protagonista indiscussa di molte sequenze, nelle quali non ci sono dialoghi e che ricordano molto Fantasia della Disney (soprattutto la bellissima sigla iniziale), è composta da brani di musica sinfonica, che accompagnano lo spettatore per tutto il film, senza mai far dimenticare la loro importanza. Mi viene in mente ad esempio il nettissimo contrasto che si viene a creare quando Godo entra nell'accademia spaziale, quasi uno schiaffo, in senso positivo, dato a chi guarda per focalizzare la sua attenzione: la musica cessa all'improvviso e si sentono solo i suoi passi risuonare sul terreno in un silenzio altrimenti assoluto.
Per dirla in due parole la più bella colonna sonora che abbia ascoltato da un po' di tempo a questa parte. Con delle musiche mediocri il risultato finale sarebbe stato ben diverso.
Le animazioni d'altra parte risentono dell'età e alcune volte ci sono dei cali vistosi nella loro qualità, ma il linea di massima sono più che buone considerando l'anno di produzione. Personalmente comunque ritengo che alla fin fine si finisca per non farci troppo caso, complici dei disegni stupendi - il design di Olga è fantastico - e delle scelte registiche interessanti, degne di Tezuka.
Anche il doppiaggio italiano non mi è dispiaciuto, anche se, alcune voci, non le ho trovate molto azzeccate, ma guardarlo in originale mi è stato impossibile: sarà perché l'ho voluto vedere su un televisore HD, sarà perché sono cieco come una talpa, ma leggere quei sottotitoli della Yamato così sgranati è un'impresa superiore alle mie forze.
Consiglio la visione di questo lungometraggio a tutti, benché capisca come ad alcuni possano non piacere le numerose scenette comiche, tipiche di Tezuka (che a me piacciono), che lo costellano, e le creature fantastiche che fanno da comprimari alleggerendo, di tanto in tanto, il tono del racconto.
Sinceramente però credo che valga la pena dare un'occhiata a questo film senza farvi troppi problemi sulle trovate farsesche che l'autore vi inserisce. Prendetele come vengono e non vi dispiaceranno, anche perché "<i>non un briciolo di prova esiste in favore dell'idea che la vita sia una cosa seria</i>" (Brendan Gill).
"Hinotori 2772" è un pezzo del passato che presenta lo stile e delle tematiche degne del celebre Osamu Tezuka, che spesso viene considerato il "Dio dei Manga" grazie alle sue numerose opere come "La Fenice" o "Black Jack".
Questo lungometraggio ci trascina in un futuro lontano, dove l'uomo ha raggiunto ed esaltato le sue capacità nel campo della tecnologia moderna. Fin dalla nascita gli uomini vengono sottoposti a una rigorosa selezione in modo che a ognuno sia affidato il lavoro più adatto alle sue capacità che svilupperà in seguito. Godo è uno di questi uomini, il cui destino viene deciso fin dalla sua nascita, infatti per i primi 20 minuti assisteremo a delle sequenze prive di dialogo riguardanti la sua crescita, dove verrà addestrato da alcuni robot, per far sì che possa sviluppare il suo talento che gli permetterà di diventare un pilota.
Ma il protagonista è completamente diverso dall'uomo del futuro, la sua indole lo spinge a esibire i suoi sentimenti, a disubbidire agli ordini dei suoi superiori, il suo carattere lo porterà perfino a opporsi alle regole che la società del futuro stessa impone. Godo si presenta come un uomo normale di fronte ai nostri occhi, ma quella tipologia di uomo non ha posto nel mondo del futuro.
La società moderna è fredda e spietata, poiché attraverso la sua tecnologia ha raggiunto il culmine della sua arroganza, che la porta a creare dei ranghi all'interno della società, capaci di rendere impossibile l'amore tra un uomo e una donna; essa tenterà di distruggere l'affetto che si prova per il cyborg che è sempre stato al fianco del giovane Godo fin dall'infanzia, proprio come una madre o una sorella maggiore.
I personaggi che incontrerà il protagonista appartengono alle numerose opere di Osamu Tezuka, tra questi possiamo notare Black Jack, che viene messo a capo di un campo per i lavori forzati, ci sarà perfino la fenice stessa, che rappresenterà l'obiettivo che il protagonista deve raggiungere nel bene e nel male dei casi che si presenteranno nel corso della sua vita. Inoltre ci saranno delle bizzarre creature che ho trovato decisamente fuori luogo per il loro comportamento troppo allegro e fuori dagli schemi, specialmente per un anime come questo.
Le animazioni sono decisamente altalenanti, ci sono momenti in cui viene esibita una staticità vera e propria e altri dove i personaggi e l'ambiente circostante esibiscono una buona naturalezza nel compiere i loro movimenti, ma nella maggior parte dei casi ci saranno delle buone animazioni, degne dell'epoca in cui è stato prodotto questo lungometraggio.
Ad accompagnare ogni singola azione che si svolge intorno al mondo di Godo, ci sarà un'ottima soundtrack che esibisce dei pezzi d'orchestra che faranno notare la loro costante presenza per tutta la durata del lungometraggio. Anche se non sono un fan del genere che viene proposto (troppo classico) non posso fare a meno di sottolineare l'impegno che i compositori hanno messo riguardo a questa componente.
Sinceramente conosco Osamu Tezuka soltanto di fama, ma credo che quest'anime sia un ottimo tributo riguardo all'autore, alle sue opere e ai suoi numerosi personaggi. Ammetto che ero tentato di interrompere la visione a metà della storia, a causa del fatto che si stavano esibendo dei toni troppo allegri e fuori luogo per l'anime, ma il tutto viene recuperato con un bel finale che esalta la tematica che viene proposta fin dall'inizio: la bellezza della vita e l'amore che si prova per essa. Consiglio la visione a coloro che come me stanno scrutando a distanza il mondo di Tezuka con l'intento di provarlo, oppure ai fan di quest'ultimo.
Questo lungometraggio ci trascina in un futuro lontano, dove l'uomo ha raggiunto ed esaltato le sue capacità nel campo della tecnologia moderna. Fin dalla nascita gli uomini vengono sottoposti a una rigorosa selezione in modo che a ognuno sia affidato il lavoro più adatto alle sue capacità che svilupperà in seguito. Godo è uno di questi uomini, il cui destino viene deciso fin dalla sua nascita, infatti per i primi 20 minuti assisteremo a delle sequenze prive di dialogo riguardanti la sua crescita, dove verrà addestrato da alcuni robot, per far sì che possa sviluppare il suo talento che gli permetterà di diventare un pilota.
Ma il protagonista è completamente diverso dall'uomo del futuro, la sua indole lo spinge a esibire i suoi sentimenti, a disubbidire agli ordini dei suoi superiori, il suo carattere lo porterà perfino a opporsi alle regole che la società del futuro stessa impone. Godo si presenta come un uomo normale di fronte ai nostri occhi, ma quella tipologia di uomo non ha posto nel mondo del futuro.
La società moderna è fredda e spietata, poiché attraverso la sua tecnologia ha raggiunto il culmine della sua arroganza, che la porta a creare dei ranghi all'interno della società, capaci di rendere impossibile l'amore tra un uomo e una donna; essa tenterà di distruggere l'affetto che si prova per il cyborg che è sempre stato al fianco del giovane Godo fin dall'infanzia, proprio come una madre o una sorella maggiore.
I personaggi che incontrerà il protagonista appartengono alle numerose opere di Osamu Tezuka, tra questi possiamo notare Black Jack, che viene messo a capo di un campo per i lavori forzati, ci sarà perfino la fenice stessa, che rappresenterà l'obiettivo che il protagonista deve raggiungere nel bene e nel male dei casi che si presenteranno nel corso della sua vita. Inoltre ci saranno delle bizzarre creature che ho trovato decisamente fuori luogo per il loro comportamento troppo allegro e fuori dagli schemi, specialmente per un anime come questo.
Le animazioni sono decisamente altalenanti, ci sono momenti in cui viene esibita una staticità vera e propria e altri dove i personaggi e l'ambiente circostante esibiscono una buona naturalezza nel compiere i loro movimenti, ma nella maggior parte dei casi ci saranno delle buone animazioni, degne dell'epoca in cui è stato prodotto questo lungometraggio.
Ad accompagnare ogni singola azione che si svolge intorno al mondo di Godo, ci sarà un'ottima soundtrack che esibisce dei pezzi d'orchestra che faranno notare la loro costante presenza per tutta la durata del lungometraggio. Anche se non sono un fan del genere che viene proposto (troppo classico) non posso fare a meno di sottolineare l'impegno che i compositori hanno messo riguardo a questa componente.
Sinceramente conosco Osamu Tezuka soltanto di fama, ma credo che quest'anime sia un ottimo tributo riguardo all'autore, alle sue opere e ai suoi numerosi personaggi. Ammetto che ero tentato di interrompere la visione a metà della storia, a causa del fatto che si stavano esibendo dei toni troppo allegri e fuori luogo per l'anime, ma il tutto viene recuperato con un bel finale che esalta la tematica che viene proposta fin dall'inizio: la bellezza della vita e l'amore che si prova per essa. Consiglio la visione a coloro che come me stanno scrutando a distanza il mondo di Tezuka con l'intento di provarlo, oppure ai fan di quest'ultimo.