Jie Yao
Molto bello e avvincente, secondo la mia opinione. La trama è molto interessante e originale, mi sarebbero piaciuti più episodi, spero in una seconda stagione.
Uno dei pochissimi difetti potrebbe essere il fatto che ogni tanto i personaggi non ti infondono abbastanza le emozioni che provano, se non altro i disegni sono bellissimi. È uno dei primi yaoi, se si può definire così, che ho guardato, e mi è piaciuto molto più di tanti film sulle coppie gay: questi film mi sembrano troppo poco reali e raccontano una storia perfetta, ma a me non pare che il mondo sia perfetto, quindi trovo questo anime molto più bello di quei film.
Uno dei pochissimi difetti potrebbe essere il fatto che ogni tanto i personaggi non ti infondono abbastanza le emozioni che provano, se non altro i disegni sono bellissimi. È uno dei primi yaoi, se si può definire così, che ho guardato, e mi è piaciuto molto più di tanti film sulle coppie gay: questi film mi sembrano troppo poco reali e raccontano una storia perfetta, ma a me non pare che il mondo sia perfetto, quindi trovo questo anime molto più bello di quei film.
Da quando ho scoperto gli anime cinesi, i manhua, sto esplorando il mondo multiforme di quest'animazione.
"Antidote", o "Yao" (in cinese c'è questo termine che a seconda del contesto significa veleno o antidoto), ha come parola chiave appunto yao.
I due protagonisti della vicenda all'inizio sono incompatibili e il loro primo incontro, finito in una scazzottata, ne è la prova. I pregiudizi tra i due pesano parecchio e ci vuole tempo per farli avvicinare.
Da una parte c'è Cheng Ke, giovane di buona famiglia che, dopo l'ennesima discussione in casa e le difficoltà col fratello più piccolo, si è trovato a decidere di andarsene. Il suo talento è la pittura a sabbia, per il resto, avendo avuto il trattamento di una famiglia borghese, in alcune cose di tutti i giorni è decisamente impedito, e Jiang Yu se ne accorgerà bene.
Jiang Yu è un ragazzo dall'aria da duro, che si prende cura di tutti. Ha una banda di cui è il boss amato e rispettato. Il suo passato pesa su di lui come una spada di Damocle, e la presenza di "tamen", ovvero in cinese "loro", lo spinge a temere per l'incolumità di Cheng Che, tanto da fargli da guardia del corpo, accompagnandolo nelle mostre in cui capisce ogni volta di più la potenzialità gentile di Cheng Che.
Molto presto per entrambi i nodi vengono al pettine, e devono trovare la forza per affrontare il loro passato. In quest'impresa trovano supporto e sostegno l'uno nell'altro, tanto che poi davvero avranno beneficio, come un antidoto, appunto.
"Antidote" non è un boy love, è una splendida storia di un'amicizia capace di far vedere un futuro più roseo davanti a un presente immobile, frutto di un passato difficile. È una storia di rinascita, di speranza.
La brevità dell'anime e dei suoi episodi concentra molto l'azione, e questa è una delle caratteristiche degli anime cinesi: tanti colpi di scena, rapidità nel dispiegare la trama. Ma gli svantaggi di un tale sistema si sentono: i personaggi secondari sono un contorno, anche se "Antidote" ne fa risaltare qualcuno tra la piccola folla di comparse; le situazioni si sviluppano e precipitano troppo rapidamente, alle volte, tanto che la psicologia dei personaggi salta e le loro reazioni paiono un po' illogiche, un po' forzate. Sono i guai minori e poco percepibili di quest'anime.
Il finale è un capolavoro, e lo dico con cognizione di causa: raramente un anime cinese ha un finale e, se lo ha, è monco o mai concluso. Qui, invece, si può capire e vedere dove i nostri protagonisti sono giunti. E dà davvero soddisfazione.
Il chara design è un grande "mah", ma, si sa, gli anime cinesi o hanno tratti piatti e poco incisivi o hanno un 3D favoloso con trame deludenti. Ma non si può giudicare un anime dai disegni, e "Antidote" ne è la prova; merita una visione, malgrado il disegno poco memorabile e piatto: è la trama che conta.
"Antidote", o "Yao" (in cinese c'è questo termine che a seconda del contesto significa veleno o antidoto), ha come parola chiave appunto yao.
I due protagonisti della vicenda all'inizio sono incompatibili e il loro primo incontro, finito in una scazzottata, ne è la prova. I pregiudizi tra i due pesano parecchio e ci vuole tempo per farli avvicinare.
Da una parte c'è Cheng Ke, giovane di buona famiglia che, dopo l'ennesima discussione in casa e le difficoltà col fratello più piccolo, si è trovato a decidere di andarsene. Il suo talento è la pittura a sabbia, per il resto, avendo avuto il trattamento di una famiglia borghese, in alcune cose di tutti i giorni è decisamente impedito, e Jiang Yu se ne accorgerà bene.
Jiang Yu è un ragazzo dall'aria da duro, che si prende cura di tutti. Ha una banda di cui è il boss amato e rispettato. Il suo passato pesa su di lui come una spada di Damocle, e la presenza di "tamen", ovvero in cinese "loro", lo spinge a temere per l'incolumità di Cheng Che, tanto da fargli da guardia del corpo, accompagnandolo nelle mostre in cui capisce ogni volta di più la potenzialità gentile di Cheng Che.
Molto presto per entrambi i nodi vengono al pettine, e devono trovare la forza per affrontare il loro passato. In quest'impresa trovano supporto e sostegno l'uno nell'altro, tanto che poi davvero avranno beneficio, come un antidoto, appunto.
"Antidote" non è un boy love, è una splendida storia di un'amicizia capace di far vedere un futuro più roseo davanti a un presente immobile, frutto di un passato difficile. È una storia di rinascita, di speranza.
La brevità dell'anime e dei suoi episodi concentra molto l'azione, e questa è una delle caratteristiche degli anime cinesi: tanti colpi di scena, rapidità nel dispiegare la trama. Ma gli svantaggi di un tale sistema si sentono: i personaggi secondari sono un contorno, anche se "Antidote" ne fa risaltare qualcuno tra la piccola folla di comparse; le situazioni si sviluppano e precipitano troppo rapidamente, alle volte, tanto che la psicologia dei personaggi salta e le loro reazioni paiono un po' illogiche, un po' forzate. Sono i guai minori e poco percepibili di quest'anime.
Il finale è un capolavoro, e lo dico con cognizione di causa: raramente un anime cinese ha un finale e, se lo ha, è monco o mai concluso. Qui, invece, si può capire e vedere dove i nostri protagonisti sono giunti. E dà davvero soddisfazione.
Il chara design è un grande "mah", ma, si sa, gli anime cinesi o hanno tratti piatti e poco incisivi o hanno un 3D favoloso con trame deludenti. Ma non si può giudicare un anime dai disegni, e "Antidote" ne è la prova; merita una visione, malgrado il disegno poco memorabile e piatto: è la trama che conta.