She Professed Herself Pupil of the Wise Man
“Kenja no Deshi o Nanoru Kenja” è una serie composta da dodici episodi, di genere fantasy.
Iniziamo categorizzando l’anime come un isekai, quindi con un protagonista che viene catapultato in un altro mondo, per un “x motivo”; in questo caso specifico il protagonista si reincarnerà nel personaggio che aveva creato all’interno di un videogioco, in cui impersonava un grandissimo mago, famoso per le sue abilità nel campo delle evocazioni.
La peculiarità principale sarà che il protagonista non diventerà precisamente il suo avatar, immaginato inizialmente come un grande anziano, con barba bianca incolta, vestito/equipaggiato con una tunica bianca, ma si ritroverà nel corpo di una loli, quindi minuta e in età puberale.
La storia seguirà a grandi linee i principali topos narrativi di tante altre serie di questo genere, quindi il dover scoprire le differenze fra la realtà di gioco che conosceva in precedenza e quelle dell’effettiva realtà che sta attualmente vivendo, il cercare e ritrovare eventuali altri player nella sua medesima situazione, etc.
Purtroppo, tutta la struttura narrativa risulterà blanda, molto semplice e poco accattivante, passando a una mera sequenza di quest/missioni, per poter ricostruire la realtà di gioco di un tempo, perdendo fin da subito quasi totalmente il contatto con la realtà d’origine, immedesimandosi completamente con quella del gioco, senza sentimenti o particolari preoccupazioni da parte del protagonista in merito, facendo sì che tale transizione risulti poco d’impatto, sbrigativa, e facendo scivolare di dosso l’interesse e l’eventuale curiosità che lo spettatore aveva, nel capire le motivazioni o le cause di tale avvenimento. Quindi, man mano non sembrerà più nemmeno un anime isekai, ma una generica serie fantasy, con ambientazione medievale.
Ho apprezzato che almeno inizialmente abbiano delineato un minimo la realtà di gioco, concentrandosi sulla struttura con cui era stato ideato e come successivamente si sia evoluto storicamente, purtroppo tale costruzione andrà velocemente a scemare rispetto all’economia dell’opera, per concentrarsi su tante altre sotto-questioni, poco chiare e/o di poco interesse, anche perché faranno perdere il bandolo della matassa della trama principale, ingarbugliandola ulteriormente senza restituire indietro niente per poterla eventualmente sbrogliare e/o portare avanti.
I personaggi principali saranno veramente pochi, essendo per la maggior parte delle mere comparse legate alla missione/arco narrativo di competenza, e tra i principali non si denota nessuna caratterizzazione particolare che possa farli spiccare, essendo delle mere marionette senza sentimento, utilizzate solamente per poter far procedere l’azione di turno, senza riflessioni o emozioni; le uniche cose degne di nota saranno quelle briciole di personalità che si è cercato di dare alle varie evocazioni che vedremo nel corso della storia, che le renderanno vive e un minimo più concrete, non essendo dei meri fantocci per vincere lo scontro di turno, rilevanti solamente per la loro forza o la loro estetica, ma anche dei compagni e delle spalle comiche, per alleggerire la visione generale della serie.
Per l’aspetto tecnico, partendo da quello grafico, inizio subito dicendo che sarà presente della computer grafica, che, per quel che me ne intenda, non mi è sembrata particolarmente male, anzi, in generale l’ho potuta apprezzare presa a sé, specialmente rispetto ad alcune evocazioni o mostri. Il vero problema è che non risulterà minimamente amalgamata con il resto della grafica, in stile “classico”, quindi potrebbe dare abbastanza fastidio vedere tale discrasia su schermo. Per il resto, ho apprezzato l’aspetto grafico dei vari personaggi, essendo almeno esteticamente molto belli e ben definiti, ognuno con dei propri particolari caratteristici, però in generale non sarà raro vedere delle brutture e dei cali qualitativi mediamente vistosi, come personaggi abbozzati o sfondi poco curati.
Per il lato sonoro, ho riscontrato un po’ un ossimoro: nello specifico, entrambe le sigle, non rientrando nei miei gusti, non le ho particolarmente apprezzate, al contrario molte delle OST le ho trovate molto ispirate e azzeccate al clima generale dell’opera, riuscendo a risaltare e dando rilevanza ai fatti presentati, quindi facendo egregiamente il loro lavoro.
Altra nota positiva la devo imputare alla seiyuu che ha prestato la voce alla protagonista, cioè a Oomori Nichika, che è riuscita a dare spessore e caratterizzare, modulando il suo tono di voce e con delle cadenze precise, l’idea principale su cui si basa tale serie, cioè che dentro a una dolce e carina ragazzina in verità ci sia un uomo reale, che vorrebbe atteggiarsi a grande saggio, nonostante abbia una voce molto dolce, acuta e squillante.
In definitiva, la serie perde gran parte del proprio appeal rispetto ai fatti narrati, non riuscendo a dare nulla di particolare al di fuori dell’aspetto estetico del proprio protagonista, presentando una trama confusa e episodica; si salvano principalmente fattori più di contorno, quali una grafica ammiccante e un lato sonoro accattivante.
Iniziamo categorizzando l’anime come un isekai, quindi con un protagonista che viene catapultato in un altro mondo, per un “x motivo”; in questo caso specifico il protagonista si reincarnerà nel personaggio che aveva creato all’interno di un videogioco, in cui impersonava un grandissimo mago, famoso per le sue abilità nel campo delle evocazioni.
La peculiarità principale sarà che il protagonista non diventerà precisamente il suo avatar, immaginato inizialmente come un grande anziano, con barba bianca incolta, vestito/equipaggiato con una tunica bianca, ma si ritroverà nel corpo di una loli, quindi minuta e in età puberale.
La storia seguirà a grandi linee i principali topos narrativi di tante altre serie di questo genere, quindi il dover scoprire le differenze fra la realtà di gioco che conosceva in precedenza e quelle dell’effettiva realtà che sta attualmente vivendo, il cercare e ritrovare eventuali altri player nella sua medesima situazione, etc.
Purtroppo, tutta la struttura narrativa risulterà blanda, molto semplice e poco accattivante, passando a una mera sequenza di quest/missioni, per poter ricostruire la realtà di gioco di un tempo, perdendo fin da subito quasi totalmente il contatto con la realtà d’origine, immedesimandosi completamente con quella del gioco, senza sentimenti o particolari preoccupazioni da parte del protagonista in merito, facendo sì che tale transizione risulti poco d’impatto, sbrigativa, e facendo scivolare di dosso l’interesse e l’eventuale curiosità che lo spettatore aveva, nel capire le motivazioni o le cause di tale avvenimento. Quindi, man mano non sembrerà più nemmeno un anime isekai, ma una generica serie fantasy, con ambientazione medievale.
Ho apprezzato che almeno inizialmente abbiano delineato un minimo la realtà di gioco, concentrandosi sulla struttura con cui era stato ideato e come successivamente si sia evoluto storicamente, purtroppo tale costruzione andrà velocemente a scemare rispetto all’economia dell’opera, per concentrarsi su tante altre sotto-questioni, poco chiare e/o di poco interesse, anche perché faranno perdere il bandolo della matassa della trama principale, ingarbugliandola ulteriormente senza restituire indietro niente per poterla eventualmente sbrogliare e/o portare avanti.
I personaggi principali saranno veramente pochi, essendo per la maggior parte delle mere comparse legate alla missione/arco narrativo di competenza, e tra i principali non si denota nessuna caratterizzazione particolare che possa farli spiccare, essendo delle mere marionette senza sentimento, utilizzate solamente per poter far procedere l’azione di turno, senza riflessioni o emozioni; le uniche cose degne di nota saranno quelle briciole di personalità che si è cercato di dare alle varie evocazioni che vedremo nel corso della storia, che le renderanno vive e un minimo più concrete, non essendo dei meri fantocci per vincere lo scontro di turno, rilevanti solamente per la loro forza o la loro estetica, ma anche dei compagni e delle spalle comiche, per alleggerire la visione generale della serie.
Per l’aspetto tecnico, partendo da quello grafico, inizio subito dicendo che sarà presente della computer grafica, che, per quel che me ne intenda, non mi è sembrata particolarmente male, anzi, in generale l’ho potuta apprezzare presa a sé, specialmente rispetto ad alcune evocazioni o mostri. Il vero problema è che non risulterà minimamente amalgamata con il resto della grafica, in stile “classico”, quindi potrebbe dare abbastanza fastidio vedere tale discrasia su schermo. Per il resto, ho apprezzato l’aspetto grafico dei vari personaggi, essendo almeno esteticamente molto belli e ben definiti, ognuno con dei propri particolari caratteristici, però in generale non sarà raro vedere delle brutture e dei cali qualitativi mediamente vistosi, come personaggi abbozzati o sfondi poco curati.
Per il lato sonoro, ho riscontrato un po’ un ossimoro: nello specifico, entrambe le sigle, non rientrando nei miei gusti, non le ho particolarmente apprezzate, al contrario molte delle OST le ho trovate molto ispirate e azzeccate al clima generale dell’opera, riuscendo a risaltare e dando rilevanza ai fatti presentati, quindi facendo egregiamente il loro lavoro.
Altra nota positiva la devo imputare alla seiyuu che ha prestato la voce alla protagonista, cioè a Oomori Nichika, che è riuscita a dare spessore e caratterizzare, modulando il suo tono di voce e con delle cadenze precise, l’idea principale su cui si basa tale serie, cioè che dentro a una dolce e carina ragazzina in verità ci sia un uomo reale, che vorrebbe atteggiarsi a grande saggio, nonostante abbia una voce molto dolce, acuta e squillante.
In definitiva, la serie perde gran parte del proprio appeal rispetto ai fatti narrati, non riuscendo a dare nulla di particolare al di fuori dell’aspetto estetico del proprio protagonista, presentando una trama confusa e episodica; si salvano principalmente fattori più di contorno, quali una grafica ammiccante e un lato sonoro accattivante.