Mizuiro 2003
"Mizuiro" è una classica commedia sentimentale che si basa sull'incrocio di due "canovacci" tipici degli shoujo: il ritorno dopo lunghi anni dell'amica d'infanzia e l'amore semi-incestuoso che si differenzia da quello totalmente incestuoso, in quanto i due fratelli non hanno in realtà legami di sangue.
Tra le due ragazze e il protagonista di questa mini serie, composta da solo due episodi, finirà, ovviamente, per instaurarsi un triangolo amoroso che, però, non rappresenterà il cuore della narrazione in quanto Mizuiro tende più a focalizzarsi maggiormente sulla forte amicizia esistente tra i tre personaggi e non sulla loro rivalità sentimentale che viene appena accennata.
Cosa fareste se, nel bel mezzo della notte, dal vostro armadio cominciassero a udirsi dei rumori molesti? Immagino che vi armereste di scopa e dareste la caccia per buona parte della nottata al ratto molesto. E' questo quanto accade a Kenji, il protagonista di quest'anime, il quale, però, è molto più fortunato di noi in quanto all'interno del suo armadio non trova il repellente roditore, ma addirittura una ragazza tutta curve le cui forme sono ancora più evidenziate dal suo abbigliamento, quello di una bambina delle scuole elementari. Superato lo shock iniziale, Kenji si accorgerà che non si tratta di una sconosciuta, ma di Hiyori, una sua vecchia amica d'infanzia. E non è tutto: Hiyori si rivela essere addirittura un fantasma.
Con l'aiuto di sua sorella Yuki, Kenji cercherà di risolvere il mistero mettendosi sulle tracce della ragazza, che si era inspiegabilmente trasferita diversi anni prima; allo stesso tempo Yuko e Hiyori dovranno mettere fine a un piccolo malinteso nato tra loro da bambine.
Mizuiro è un anime che potrebbe risultare apprezzabile agli amanti delle storie piene di romanticismo; per gli altri, invece, digerire una storia simile con tutte le sue incoerenze risulterà essere molto più difficile. Personalmente amo le storie sentimentali (ma non a prescindere mi piacciono quelle ben fatte), ma l'abuso dei due canovacci di cui parlavo all'inizio di questa recensione stanno cominciando un po' a irritarmi. Sembra quasi che l'intero genere si stia concentrando su queste due situazioni base senza riuscire a immaginare altro alla base di un racconto sentimentale. Chiaramente non si possono addossare tutte le colpe a quest'anime, creato nell'ormai lontano 2003, quando ancora non esisteva una letteratura così fiorente in materia. Ad ogni modo "Mizuiro" rappresenta l'esempio di una brutta tendenza che si è poi affermata negli anni.
In definitiva non posso esprimere una buona valutazione su quest'anime con il quale ho trascorso un'oretta abbastanza noiosa della mia vita. Non mi sono piaciuti i personaggi, abbastanza inespressivi, non mi è piaciuta la trama, non mi sono piaciute le troppe incoerenze, che non cito per non fare spoiler.
Non mi sento di consigliarlo anche se, come ho già detto più volte, l'anime è davvero molto breve, per cui non sarebbe poi la fine del mondo decidere di dargli un'occhiata.
Tra le due ragazze e il protagonista di questa mini serie, composta da solo due episodi, finirà, ovviamente, per instaurarsi un triangolo amoroso che, però, non rappresenterà il cuore della narrazione in quanto Mizuiro tende più a focalizzarsi maggiormente sulla forte amicizia esistente tra i tre personaggi e non sulla loro rivalità sentimentale che viene appena accennata.
Cosa fareste se, nel bel mezzo della notte, dal vostro armadio cominciassero a udirsi dei rumori molesti? Immagino che vi armereste di scopa e dareste la caccia per buona parte della nottata al ratto molesto. E' questo quanto accade a Kenji, il protagonista di quest'anime, il quale, però, è molto più fortunato di noi in quanto all'interno del suo armadio non trova il repellente roditore, ma addirittura una ragazza tutta curve le cui forme sono ancora più evidenziate dal suo abbigliamento, quello di una bambina delle scuole elementari. Superato lo shock iniziale, Kenji si accorgerà che non si tratta di una sconosciuta, ma di Hiyori, una sua vecchia amica d'infanzia. E non è tutto: Hiyori si rivela essere addirittura un fantasma.
Con l'aiuto di sua sorella Yuki, Kenji cercherà di risolvere il mistero mettendosi sulle tracce della ragazza, che si era inspiegabilmente trasferita diversi anni prima; allo stesso tempo Yuko e Hiyori dovranno mettere fine a un piccolo malinteso nato tra loro da bambine.
Mizuiro è un anime che potrebbe risultare apprezzabile agli amanti delle storie piene di romanticismo; per gli altri, invece, digerire una storia simile con tutte le sue incoerenze risulterà essere molto più difficile. Personalmente amo le storie sentimentali (ma non a prescindere mi piacciono quelle ben fatte), ma l'abuso dei due canovacci di cui parlavo all'inizio di questa recensione stanno cominciando un po' a irritarmi. Sembra quasi che l'intero genere si stia concentrando su queste due situazioni base senza riuscire a immaginare altro alla base di un racconto sentimentale. Chiaramente non si possono addossare tutte le colpe a quest'anime, creato nell'ormai lontano 2003, quando ancora non esisteva una letteratura così fiorente in materia. Ad ogni modo "Mizuiro" rappresenta l'esempio di una brutta tendenza che si è poi affermata negli anni.
In definitiva non posso esprimere una buona valutazione su quest'anime con il quale ho trascorso un'oretta abbastanza noiosa della mia vita. Non mi sono piaciuti i personaggi, abbastanza inespressivi, non mi è piaciuta la trama, non mi sono piaciute le troppe incoerenze, che non cito per non fare spoiler.
Non mi sento di consigliarlo anche se, come ho già detto più volte, l'anime è davvero molto breve, per cui non sarebbe poi la fine del mondo decidere di dargli un'occhiata.
Mizuiro può essere identificata come la solita storia d’amore ridotta all’osso, due OAV che per quanto riguarda il versante tecnico propongono elementi di notevole spessore a cominciare dalle animazioni, passando poi per lo studio dei colori e degli scenari, studiati minuziosamente e ricchi di particolari, senza tralasciare la brillantezza della cromatica e la composizione dei fondali, veri e propri quadretti d’atmosfera, dove calare i protagonisti della vicenda. Stesso discorso va fatto per la colonna sonora, capace di sottolineare perfettamente i sentimenti dei personaggi, le situazioni ilari e quelle malinconiche, donando a ogni attimo la nota adatta, arricchendola d’un minimo di fascino, perché, a conti fatti, lo schema della trama è realmente banale e povero di contenuti.
Sono proprio l’assenza assoluta di originalità e la piattezza in ogni sua forma le pecche più grandi di questo doppio OAV: tratto da un videogioco a sfondo hentai della NekoNeko Soft, lanciato sul mercato nipponico nel 2000, Mizuiro 2003 viene trasposto tre anni dopo in chiave esplicitamente e inequivocabilmente romantica, eliminando ogni elemento vietato ai minori come spesso accade per questi prodotti di nicchia che si vogliono rendere appetibili in “formato anime” ai più.
L’idea poteva anche andare, se non fosse sfociata in un minestrone di banalità e di cliché terribili, come per esempio il rapporto fra i due protagonisti, Kenji e Yuki, fratelli (ma non di sangue), o come la terza incomoda che crea l’ennesimo, banalissimo triangolo amoroso.
Tuttavia, nonostante la totale assenza di fantasia da parte degli sceneggiatori - se avessero stravolto la trama di base tratta dal videogioco hentai, sarebbe stata, con il senno di poi, una scelta sicuramente da premiare -, c’è da sottolineare (positivamente) che nei frangenti ove hanno luogo i flashback, il passato dei protagonisti si delinea confuso, misterioso, intrigante, apparentemente legato a un anello, capace di tenere appeso a un filo l’interesse dello spettatore, che sia appassionato o meno a questo genere di storie.
Altro lato negativo è la poca durata. Due OAV di trenta minuti circa non permettono di approfondire le suddette sfaccettature, in certi casi appena accennate, dei protagonisti. Con tutta probabilità, con più OAV a disposizione si sarebbe potuto creare qualcosa di più interessante e intrigante, senza dovere necessariamente “allungare il brodo” come in molti anime seriali di successo accade. Ma si sa, con il senno di poi ogni ciarlatano è profeta e gli elementi approfonditi dagli autori sono preventivamente studiati per fare colpo su un determinato target di mercato; inutile quindi, a conti fatti, recriminare sull’assenza di qualcosa che con tutta probabilità non avrebbe mai spinto gli sceneggiatori a ulteriori modifiche o approfondimenti, né mai sarebbe stato contemplato nello scheletro di narrazione.
In definitiva Mizuiro 2003 non è niente di eclatante, una mera sufficienza per un prodotto che naviga fra le sponde della mediocrità per quanto riguarda originalità e ricchezza di contenuti, e lambisce a tratti un’apprezzabile, calamitante bellezza per tutto ciò che concerne il settore prettamente tecnico. Un semplice passatempo per chi ama le storie romantiche e sentimentali, ma niente di più.
Sono proprio l’assenza assoluta di originalità e la piattezza in ogni sua forma le pecche più grandi di questo doppio OAV: tratto da un videogioco a sfondo hentai della NekoNeko Soft, lanciato sul mercato nipponico nel 2000, Mizuiro 2003 viene trasposto tre anni dopo in chiave esplicitamente e inequivocabilmente romantica, eliminando ogni elemento vietato ai minori come spesso accade per questi prodotti di nicchia che si vogliono rendere appetibili in “formato anime” ai più.
L’idea poteva anche andare, se non fosse sfociata in un minestrone di banalità e di cliché terribili, come per esempio il rapporto fra i due protagonisti, Kenji e Yuki, fratelli (ma non di sangue), o come la terza incomoda che crea l’ennesimo, banalissimo triangolo amoroso.
Tuttavia, nonostante la totale assenza di fantasia da parte degli sceneggiatori - se avessero stravolto la trama di base tratta dal videogioco hentai, sarebbe stata, con il senno di poi, una scelta sicuramente da premiare -, c’è da sottolineare (positivamente) che nei frangenti ove hanno luogo i flashback, il passato dei protagonisti si delinea confuso, misterioso, intrigante, apparentemente legato a un anello, capace di tenere appeso a un filo l’interesse dello spettatore, che sia appassionato o meno a questo genere di storie.
Altro lato negativo è la poca durata. Due OAV di trenta minuti circa non permettono di approfondire le suddette sfaccettature, in certi casi appena accennate, dei protagonisti. Con tutta probabilità, con più OAV a disposizione si sarebbe potuto creare qualcosa di più interessante e intrigante, senza dovere necessariamente “allungare il brodo” come in molti anime seriali di successo accade. Ma si sa, con il senno di poi ogni ciarlatano è profeta e gli elementi approfonditi dagli autori sono preventivamente studiati per fare colpo su un determinato target di mercato; inutile quindi, a conti fatti, recriminare sull’assenza di qualcosa che con tutta probabilità non avrebbe mai spinto gli sceneggiatori a ulteriori modifiche o approfondimenti, né mai sarebbe stato contemplato nello scheletro di narrazione.
In definitiva Mizuiro 2003 non è niente di eclatante, una mera sufficienza per un prodotto che naviga fra le sponde della mediocrità per quanto riguarda originalità e ricchezza di contenuti, e lambisce a tratti un’apprezzabile, calamitante bellezza per tutto ciò che concerne il settore prettamente tecnico. Un semplice passatempo per chi ama le storie romantiche e sentimentali, ma niente di più.
Ho visto anche quello hentai, bisogna dire che, il primo episodio (che ho preferito alla seconda parte), escludendo gli ultimi 5 minuti nn si potrebbe proprio capire che è di quel genere... In più, descrive molto bene i sentimenti di Yuki ed ha una regia delicata. Quindi paradossalmente ho preferito i due OAV hentai agli altri due, che sono comunque fatti molto bene...^^;