Norageki!
"Norageki!" o "Five Numbers!", com'è conosciuto nella versione USA, è un OAV di 25 minuti, che ha alla spalle uno staff di tutto rispetto, come ad esempio Dai Sato che ne ha scritto la sceneggiatura. Una sceneggiatura che è però carente in moltissimi punti, che dà vita a un noioso episodio, che lascia davvero poco allo spettatore se non noia e la sensazione di avere buttato via ben 25 preziosi minuti.
E dire che la trama aveva degli ottimi spunti…
I protagonisti della storia sono quattro persone, dei criminali che sono stati condannati per vari reati all'ergastolo. La storia inizia quando i quattro si risvegliano e scoprono di trovarsi in una strana prigione, completamente disabitata. Mentre cercano di scoprire se c'è il modo di fuggire, scoprono che oltre a loro c'è una quinta persona e un gatto.
Purtroppo, come detto, la sceneggiatura è davvero piena di buchi narrativi. Nell'OAV non viene spiegato nulla, nemmeno sui protagonisti, a meno che non si contino delle brevissime scene della durata di cinque secondi in cui viene mostrato il reato da loro commesso. Non c'è niente che a livello di caratterizzazione faccia ricordare i vari personaggi, che praticamente non fanno nulla quasi per tutto il tempo.
Nel finale, praticamente gli ultimi tre minuti danno una spiegazione piuttosto vaga; io comunque non ci ho capito molto.
La particolarità dell'OAV è che non si tratta della buona vecchia animazione tradizionale in 2D, ma che invece è stato realizzato in una sorta di grafica 3D o cell shading. L'effetto in verità è più che buono. I movimenti per la maggior parte delle volte sono molto fluidi, e anche le espressioni dei volti sono ben realizzate.
Il doppiaggio originale giapponese è discreto, senza infamia e senza lode.
Non ho notato una colonna sonora degna di nota, esclusa la vera perla messa alla fine dell'OAV (e che quasi dà un senso all'essere arrivati alla fine); come sigla finale viene usata la canzone "Volevo un Gatto Nero", canzone che noi italiani conosciamo molto bene, in questa versione cantata da Meg, che dà anche la voce alla ragazzina occhialuta, con una pronuncia molto buona, tenendo conto che è giapponese. Ho apprezzato molto il fatto che sia stata utilizzata la versione originale italiana invece di quella rifatta in giapponese.
Tolta però la sigla finale, non vedo motivi per consigliare la visione di quest'OAV, anzi. L'ho trovato piuttosto noioso e senza senso. C'è di molto meglio in giro, anche solo per passare mezz'ora.
E dire che la trama aveva degli ottimi spunti…
I protagonisti della storia sono quattro persone, dei criminali che sono stati condannati per vari reati all'ergastolo. La storia inizia quando i quattro si risvegliano e scoprono di trovarsi in una strana prigione, completamente disabitata. Mentre cercano di scoprire se c'è il modo di fuggire, scoprono che oltre a loro c'è una quinta persona e un gatto.
Purtroppo, come detto, la sceneggiatura è davvero piena di buchi narrativi. Nell'OAV non viene spiegato nulla, nemmeno sui protagonisti, a meno che non si contino delle brevissime scene della durata di cinque secondi in cui viene mostrato il reato da loro commesso. Non c'è niente che a livello di caratterizzazione faccia ricordare i vari personaggi, che praticamente non fanno nulla quasi per tutto il tempo.
Nel finale, praticamente gli ultimi tre minuti danno una spiegazione piuttosto vaga; io comunque non ci ho capito molto.
La particolarità dell'OAV è che non si tratta della buona vecchia animazione tradizionale in 2D, ma che invece è stato realizzato in una sorta di grafica 3D o cell shading. L'effetto in verità è più che buono. I movimenti per la maggior parte delle volte sono molto fluidi, e anche le espressioni dei volti sono ben realizzate.
Il doppiaggio originale giapponese è discreto, senza infamia e senza lode.
Non ho notato una colonna sonora degna di nota, esclusa la vera perla messa alla fine dell'OAV (e che quasi dà un senso all'essere arrivati alla fine); come sigla finale viene usata la canzone "Volevo un Gatto Nero", canzone che noi italiani conosciamo molto bene, in questa versione cantata da Meg, che dà anche la voce alla ragazzina occhialuta, con una pronuncia molto buona, tenendo conto che è giapponese. Ho apprezzato molto il fatto che sia stata utilizzata la versione originale italiana invece di quella rifatta in giapponese.
Tolta però la sigla finale, non vedo motivi per consigliare la visione di quest'OAV, anzi. L'ho trovato piuttosto noioso e senza senso. C'è di molto meglio in giro, anche solo per passare mezz'ora.
"Norageki!" o "Five numbers" è un OAV della durata di circa 30 minuti (in realtà è una mezz'ora assai scarsa, ma non divaghiamo) ed è stato realizzato da un cast di tutto rispetto che, però, ha miseramente fallito.
Sono stata attratta prevalentemente dalla trama; mi sono dovuta ricredere man mano che le scene proseguivano creando un grosso buco nella storia - ma di quale storia sto parlando? In quest'OAV non esiste praticamente nessuna storia, e non c'è nessuno svolgimento degno di tale nome! Mi sono ritrovata davanti un gruppo di persone diverse tra di loro: una donna di facili costumi molto egoista, una giovane hacker, un ex-militare, un vecchio (e il suo gatto) e un ragazzo non classificabile in nessun modo.
Ora, quest'allegro gruppetto di personcine poteva dare molto di più se la sceneggiatura non fosse stata così scarna, poco coinvolgente e anche poco sensata, aggiungerei. Anche perché trovare il vero significato di tutte le scene vuote di "Norageki!" è una grande impresa. Ci sono scene che si sarebbero potute eliminare senza alcun problema, oppure tagliare, o sostituire con qualcosa di più concreto e di coinvolgente. Invece la maggior parte delle scene non porta assolutamente a nulla, e lo spettatore non sa veramente che farsene di un OAV della durata complessiva di una mezz'ora scarsa, con personaggi tipici affatto approfonditi e di una storia che non è una storia.
Forse qualcuno si aspetta un racconto fantascientifico, da mozzare il fiato, attanagliante seppur breve. In "Norageki!" non vi è nulla di tutto ciò: è soltanto un'immensa accozzaglia di scene inutili, di personaggi stereotipati, con un finale che dice veramente poco a chi sta guardando e rimane con un grosso punto interrogativo a fine visione.
Parliamo della trama basilare, così almeno vi farete un'idea del perché ho deciso di dargli un'occhiata: abbiamo questo simpatico (?) gruppetto di adorabili personcine rinchiuse in una prigione isolata, e stranamente questo simpaticissimo gruppetto di persone non ha la benché minima voglia di collaborare - come invece in certi casi si dovrebbe fare, o comunque prendere in considerazione quest'ipotesi. Invece si dimostrano molto sospettosi e poco propensi alla collaborazione, ma anche poco propensi all'uso dell'intelletto che Dio ha donato loro. Difatti, in tutta sincerità, non ricordo una sola battuta intelligente pronunciata dalle loro bocche. Sembra di essere stati piazzati di fronte a degli idioti.
Tra le altre cose non si sa assolutamente nulla riguardo questi poveri sprovveduti. Abbiamo una sola nozione per personaggio, una sola immagine (flashback) per personaggio, e null'altro. Psicologicamente essi non vengono approfonditi. Non si capisce niente di loro, né di cosa sono né che cosa pensano. Si comprende soltanto che la piccola hacker è molto intelligente, che la biondina è una grossa egoista, ma sono così soltanto questi i tratti che arrivano in superficie, fino agli occhi dello spettatore. Quindi che senso ha creare dei personaggi se poi non si approfondiscono con il dovuto riguardo?
E mi dispiace anche ammetterlo, perché il character design è abbastanza attraente, devo dire. Stilisticamente i personaggi sono interessanti, ma sono vuoti, totalmente vuoti. Che cosa se ne fa uno spettatore di un guscio vuoto?
Comunque, ecco ciò che accade: vi è una serie di inutili scene che non producono né effetti sulla trama né effetti su chi guarda. Dopodiché arriva l'ambiguo finale. Questo è "Norageki!" riassunto in poche, semplici parole. Non è nient'altro e non potrebbe mai essere nient'altro. I presupposti non ci sono; è semplicemente un prodotto commerciale di bassissima qualità senza capo né coda. E chi si aspettava una storia accattivante rimarrà deluso, terribilmente deluso (mi chiamo in causa!).
Inoltre, devo ammettere che sia l'assortimento dei protagonisti sia i loro comportamenti mi hanno ricordato un film visto qualche anno fa: "The Cube". E neanche molto vagamente, s'intende. È la prima cosa a cui ho collegato "Norageki!" dopo dieci minuti di visione, pensando che avessero fin troppi tratti in comune ma che fossero molto diversi a livello qualitativo.
Tutto questo è "Norageki!", nient'altro che un gruppo di sprovveduti incarcerati a vita all'interno di una prigione di massima sicurezza, sperduta chissà dove. Sono avvolti da un sonno profondo ma, quando si verifica un improvviso calo di corrente, queste cinque persone si risvegliano. Da qui in poi non faranno assolutamente nulla. E non accadrà niente degno di nota.
La trama non c'è, e se c'è non si fa vedere o non va avanti, se escludiamo gli ultimi minuti dell'OAV, in cui qualcosa finalmente succede.
L'ending è adorabile, credo che sia la parte migliore dell'intero OAV.
Ne sconsiglio la visione.
Sono stata attratta prevalentemente dalla trama; mi sono dovuta ricredere man mano che le scene proseguivano creando un grosso buco nella storia - ma di quale storia sto parlando? In quest'OAV non esiste praticamente nessuna storia, e non c'è nessuno svolgimento degno di tale nome! Mi sono ritrovata davanti un gruppo di persone diverse tra di loro: una donna di facili costumi molto egoista, una giovane hacker, un ex-militare, un vecchio (e il suo gatto) e un ragazzo non classificabile in nessun modo.
Ora, quest'allegro gruppetto di personcine poteva dare molto di più se la sceneggiatura non fosse stata così scarna, poco coinvolgente e anche poco sensata, aggiungerei. Anche perché trovare il vero significato di tutte le scene vuote di "Norageki!" è una grande impresa. Ci sono scene che si sarebbero potute eliminare senza alcun problema, oppure tagliare, o sostituire con qualcosa di più concreto e di coinvolgente. Invece la maggior parte delle scene non porta assolutamente a nulla, e lo spettatore non sa veramente che farsene di un OAV della durata complessiva di una mezz'ora scarsa, con personaggi tipici affatto approfonditi e di una storia che non è una storia.
Forse qualcuno si aspetta un racconto fantascientifico, da mozzare il fiato, attanagliante seppur breve. In "Norageki!" non vi è nulla di tutto ciò: è soltanto un'immensa accozzaglia di scene inutili, di personaggi stereotipati, con un finale che dice veramente poco a chi sta guardando e rimane con un grosso punto interrogativo a fine visione.
Parliamo della trama basilare, così almeno vi farete un'idea del perché ho deciso di dargli un'occhiata: abbiamo questo simpatico (?) gruppetto di adorabili personcine rinchiuse in una prigione isolata, e stranamente questo simpaticissimo gruppetto di persone non ha la benché minima voglia di collaborare - come invece in certi casi si dovrebbe fare, o comunque prendere in considerazione quest'ipotesi. Invece si dimostrano molto sospettosi e poco propensi alla collaborazione, ma anche poco propensi all'uso dell'intelletto che Dio ha donato loro. Difatti, in tutta sincerità, non ricordo una sola battuta intelligente pronunciata dalle loro bocche. Sembra di essere stati piazzati di fronte a degli idioti.
Tra le altre cose non si sa assolutamente nulla riguardo questi poveri sprovveduti. Abbiamo una sola nozione per personaggio, una sola immagine (flashback) per personaggio, e null'altro. Psicologicamente essi non vengono approfonditi. Non si capisce niente di loro, né di cosa sono né che cosa pensano. Si comprende soltanto che la piccola hacker è molto intelligente, che la biondina è una grossa egoista, ma sono così soltanto questi i tratti che arrivano in superficie, fino agli occhi dello spettatore. Quindi che senso ha creare dei personaggi se poi non si approfondiscono con il dovuto riguardo?
E mi dispiace anche ammetterlo, perché il character design è abbastanza attraente, devo dire. Stilisticamente i personaggi sono interessanti, ma sono vuoti, totalmente vuoti. Che cosa se ne fa uno spettatore di un guscio vuoto?
Comunque, ecco ciò che accade: vi è una serie di inutili scene che non producono né effetti sulla trama né effetti su chi guarda. Dopodiché arriva l'ambiguo finale. Questo è "Norageki!" riassunto in poche, semplici parole. Non è nient'altro e non potrebbe mai essere nient'altro. I presupposti non ci sono; è semplicemente un prodotto commerciale di bassissima qualità senza capo né coda. E chi si aspettava una storia accattivante rimarrà deluso, terribilmente deluso (mi chiamo in causa!).
Inoltre, devo ammettere che sia l'assortimento dei protagonisti sia i loro comportamenti mi hanno ricordato un film visto qualche anno fa: "The Cube". E neanche molto vagamente, s'intende. È la prima cosa a cui ho collegato "Norageki!" dopo dieci minuti di visione, pensando che avessero fin troppi tratti in comune ma che fossero molto diversi a livello qualitativo.
Tutto questo è "Norageki!", nient'altro che un gruppo di sprovveduti incarcerati a vita all'interno di una prigione di massima sicurezza, sperduta chissà dove. Sono avvolti da un sonno profondo ma, quando si verifica un improvviso calo di corrente, queste cinque persone si risvegliano. Da qui in poi non faranno assolutamente nulla. E non accadrà niente degno di nota.
La trama non c'è, e se c'è non si fa vedere o non va avanti, se escludiamo gli ultimi minuti dell'OAV, in cui qualcosa finalmente succede.
L'ending è adorabile, credo che sia la parte migliore dell'intero OAV.
Ne sconsiglio la visione.
Terminata la visione di un titolo come "Norageki!", una domanda ben specifica scaturisce poi nella mente dello spettatore: possibile che non basti uno staff di tutto rispetto per creare un prodotto non dico di successo, ma almeno valido? Quest'OAV di mezz'ora scarsa è il frutto della sceneggiatura di un certo Dai Sato, autore di successi del calibro di "Cowboy Bebop" ed "Eureka Seven", eppure la trama non spicca né per originalità ma neanche per ritmi narrativi.
Ci si trova di fronte al solito gruppo di persone, in questo caso carcerati, che scoprono di essere stati abbandonate in una prigione del futuro senza una palese via d'uscita: solita storia vista e rivista al cinema ("The Cube") con personaggi anch'essi visti e rivisti (il bravo ragazzo, la femme fatale egoista, la piccola hacker, il militare), che si muovono senza alcun senso all'interno della struttura narrativa. Anzi, buona parte di loro praticamente non fa nulla fino al finale francamente ridicolo nella sua straordinaria banalità. "Norageki!" è mezz'ora di filmato in cui si denota un'incapacità totale a smuovere lo spettatore dall'apatia e a fornirgli una seppur minima emozione; non si chiedeva tanto con così poco tempo a disposizione, ma almeno un minimo di sforzo, questo sì, dato che l'approfondimento psicologico dei vari personaggi non viene neanche vagamente abbozzato e i dialoghi sono al livello di quelli di un videogioco di quindici anni fa.
Sul lato tecnico vi è il solito trionfo della grafica 3D degli ultimi tempi, con una parte minore di 2D per una confezione che non stona anche grazie a un'apprezzabile chara design realizzato da Musaru Gotsubo, celebre per "Samurai Champloo", e all'alta definizione capace di mascherare con la sua magica tecnologia le magagne di un'abbondante uso del cell-shading.
Da artisti del genere e da uno studio di animazione qual è la Sunrise c'era da aspettarsi sicuramente molto di più da parte di chi, come il sottoscritto, ama il genere fantascientifico. "Norageki!" non offre nessuna potenzialità inespressa, anzi! Sembra tanto un titolo sfornato puramente per fini commerciali, per andare incontro alla sempre pressante richiesta del mercato giapponese del Blu-Ray. Siamo di fronte insomma al solito pacchetto colorato con tanto di fiocco luminescente preparato ad hoc con il solo scopo di mascherare un contenuto già logoro nella sua ovvietà.
Ci si trova di fronte al solito gruppo di persone, in questo caso carcerati, che scoprono di essere stati abbandonate in una prigione del futuro senza una palese via d'uscita: solita storia vista e rivista al cinema ("The Cube") con personaggi anch'essi visti e rivisti (il bravo ragazzo, la femme fatale egoista, la piccola hacker, il militare), che si muovono senza alcun senso all'interno della struttura narrativa. Anzi, buona parte di loro praticamente non fa nulla fino al finale francamente ridicolo nella sua straordinaria banalità. "Norageki!" è mezz'ora di filmato in cui si denota un'incapacità totale a smuovere lo spettatore dall'apatia e a fornirgli una seppur minima emozione; non si chiedeva tanto con così poco tempo a disposizione, ma almeno un minimo di sforzo, questo sì, dato che l'approfondimento psicologico dei vari personaggi non viene neanche vagamente abbozzato e i dialoghi sono al livello di quelli di un videogioco di quindici anni fa.
Sul lato tecnico vi è il solito trionfo della grafica 3D degli ultimi tempi, con una parte minore di 2D per una confezione che non stona anche grazie a un'apprezzabile chara design realizzato da Musaru Gotsubo, celebre per "Samurai Champloo", e all'alta definizione capace di mascherare con la sua magica tecnologia le magagne di un'abbondante uso del cell-shading.
Da artisti del genere e da uno studio di animazione qual è la Sunrise c'era da aspettarsi sicuramente molto di più da parte di chi, come il sottoscritto, ama il genere fantascientifico. "Norageki!" non offre nessuna potenzialità inespressa, anzi! Sembra tanto un titolo sfornato puramente per fini commerciali, per andare incontro alla sempre pressante richiesta del mercato giapponese del Blu-Ray. Siamo di fronte insomma al solito pacchetto colorato con tanto di fiocco luminescente preparato ad hoc con il solo scopo di mascherare un contenuto già logoro nella sua ovvietà.