Miami Guns
"Miami Guns" è una serie anime di 13 episodi basata sul manga omonimo di Takeaki Momose.
Anime e manga sono profondamente diversi, e oltre al titolo e ai personaggi non hanno nulla in comune. Mentre il manga ha una storia più o meno seria che si sviluppa nel corso dei quattro volumi di cui è composto, l'anime presenta episodi autoconclusivi di genere comico-parodistico, slegati l'uno dall'altro, tranne per gli ultimi due episodi. Le premesse iniziali però sono le stesse:
Yao Sakurakoji, la figlia dell'uomo più ricco di Miami, per capriccio e forse perché si annoiava, decide di entrare in polizia per poter fare casino, sparatorie e inseguimenti d'auto facendosi scudo del distintivo. A lei viene affiancata Lu Amano, la taciturna figlia del capo della polizia, che dovrebbe cercare di tenerla a freno. Le due sono conosciute come le Miami Guns, e i loro casi, grazie a Yao, si risolvono con più danni di quelli creati originariamente dai criminali.
Come detto, l'anime è di genere comico, per cui tutte le varie sparatorie, gli inseguimenti, ecc. si risolvono abbastanza semplicemente, con molti danni, ma senza morti o feriti, ma l'azione non manca.
Molti anime e film famosi vengono parodiati o citati, a partire dall'eye catch, che vede Yao e Lu nella stessa posa del logo delle Charlie's Angels. Un intero episodio è una parodia di "Initial D", in un altro viene citato l'anime "Tiger Mask", e in altri "Neon Genesis Evangelion", "Golgo 13". A livello cinematografico invece vengono citati "Die Hard", "Venerdì 13", "Desperado" e altri titoli che ora mi sfuggono o che non ho riconosciuto, data la mia non eccelsa cultura cinematografica americana.
Oltre a questo, punto focale della serie sono le scene comiche tra Yao e Lu. Le due protagoniste hanno due caratteri completamente opposti e dunque si trovano in disaccordo su tutto; questo genererà molte situazioni divertenti, anche se qualche volta scontate. Anche i cattivi non sono da meno: molto improbabili e divertenti, hanno quasi un ruolo da spalla verso Yao.
Nella serie è presente anche abbastanza fanservice. Yao è convinta di essere la ragazza più bella del mondo e non si fa problemi a usare il suo fisico quando serve, anche partecipando a vari concorsi di bellezza, perciò la vediamo molte volte in bikini e in pose sexy.
I disegni e le animazioni sono buoni, pur non essendo a livelli altissimi. A parte i personaggi principali, non c'è molta cura nel character design. Ad esempio i poliziotti di Miami, quando sono in tanti sulla scena, sono disegnati tutti uguali, come se fossero cloni. La qualità dei disegni è altalenante nei vari episodi, in due o tre puntate i disegni sono nettamente superiori rispetto agli standard.
Il doppiaggio originale giapponese è di buon livello, specialmente per le voci di Yao e Lu, dove le doppiatrici hanno eseguito un'ottima interpretazione, in particolare Megumi Toyoguchi su Yao, che riesce a passare benissimo da una voce normale a una voce arrabbiata e volgare, o ad alcune risate molto sguaiate in base alle scene.
Le musiche si adattano bene a quello che è il contesto della serie e accompagnano bene le varie scene, in particolare il tema delle Miami Guns che si sente nei momenti d'azione. Belle sono anche le due sigle, "Seeds" e "Kiseki No Shiro".
Infine parliamo di Miami com'è nell'anime. I creatori della serie forse non si sono documentati o più probabilmente, visto il genere dell'anime, hanno pensato che andasse bene comunque e che fosse funzionale alla storia, comunque di Miami la città ha solo il nome. Non un solo edificio è simile a qualcosa presente nella vera Miami. Innanzitutto la città è piena di giapponesi e di segnali, cartelli stradali e insegne scritte in kanji, anche quella della centrale di polizia. Poi ha una valuta tutta sua, i Miami Dollars. Il corpo di polizia usa divise e auto dai colori diversi di quelli veri. Anche geograficamente non si capisce dove la città si trovi: da un lato c'è il mare, ovvio, ma dall'altro?
Nell'episodio 4 "Miami Mountain Pass GO GO GO!" parodia di "Initial D", le ragazze fanno una corsa in auto sui tornanti di una pericolosa strada montana, mentre nell'episodio 5 le stesse si dirigono in un deserto appena fuori Miami, con tanto di villaggio western, saloon e pistoleri. Ancora, nell'episodio 7 invece la storia è ambientata in una giungla, sempre fuori Miami. E il deserto?
Questo è l'unico difetto evidente della serie, che poi non è veramente un difetto, almeno per me.
L'anime non va preso sul serio, e si può chiudere un occhio su quest'aspetto.
"Miami Guns" è un bell'anime, divertente e piacevole da guardare. Non è troppo lungo, e i suoi tredici episodi scorrono velocemente. Ha molte scene divertenti, e ci si può divertire a trovare le varie citazioni più o meno evidenti. Non è memorabile, ma riesce bene nel suo scopo, ovvero intrattenere e divertire lo spettatore.
Chi ha letto e apprezzato il manga dovrebbe guardarlo subito, come anche chi cerca un anime divertente e non impegnativo.
Peccato che la serie sia poco conosciuta e sottovalutata. Anche per trovarla mi ci è voluto un po', ma ne è valsa la pena, mi è piaciuta molto.
Anime e manga sono profondamente diversi, e oltre al titolo e ai personaggi non hanno nulla in comune. Mentre il manga ha una storia più o meno seria che si sviluppa nel corso dei quattro volumi di cui è composto, l'anime presenta episodi autoconclusivi di genere comico-parodistico, slegati l'uno dall'altro, tranne per gli ultimi due episodi. Le premesse iniziali però sono le stesse:
Yao Sakurakoji, la figlia dell'uomo più ricco di Miami, per capriccio e forse perché si annoiava, decide di entrare in polizia per poter fare casino, sparatorie e inseguimenti d'auto facendosi scudo del distintivo. A lei viene affiancata Lu Amano, la taciturna figlia del capo della polizia, che dovrebbe cercare di tenerla a freno. Le due sono conosciute come le Miami Guns, e i loro casi, grazie a Yao, si risolvono con più danni di quelli creati originariamente dai criminali.
Come detto, l'anime è di genere comico, per cui tutte le varie sparatorie, gli inseguimenti, ecc. si risolvono abbastanza semplicemente, con molti danni, ma senza morti o feriti, ma l'azione non manca.
Molti anime e film famosi vengono parodiati o citati, a partire dall'eye catch, che vede Yao e Lu nella stessa posa del logo delle Charlie's Angels. Un intero episodio è una parodia di "Initial D", in un altro viene citato l'anime "Tiger Mask", e in altri "Neon Genesis Evangelion", "Golgo 13". A livello cinematografico invece vengono citati "Die Hard", "Venerdì 13", "Desperado" e altri titoli che ora mi sfuggono o che non ho riconosciuto, data la mia non eccelsa cultura cinematografica americana.
Oltre a questo, punto focale della serie sono le scene comiche tra Yao e Lu. Le due protagoniste hanno due caratteri completamente opposti e dunque si trovano in disaccordo su tutto; questo genererà molte situazioni divertenti, anche se qualche volta scontate. Anche i cattivi non sono da meno: molto improbabili e divertenti, hanno quasi un ruolo da spalla verso Yao.
Nella serie è presente anche abbastanza fanservice. Yao è convinta di essere la ragazza più bella del mondo e non si fa problemi a usare il suo fisico quando serve, anche partecipando a vari concorsi di bellezza, perciò la vediamo molte volte in bikini e in pose sexy.
I disegni e le animazioni sono buoni, pur non essendo a livelli altissimi. A parte i personaggi principali, non c'è molta cura nel character design. Ad esempio i poliziotti di Miami, quando sono in tanti sulla scena, sono disegnati tutti uguali, come se fossero cloni. La qualità dei disegni è altalenante nei vari episodi, in due o tre puntate i disegni sono nettamente superiori rispetto agli standard.
Il doppiaggio originale giapponese è di buon livello, specialmente per le voci di Yao e Lu, dove le doppiatrici hanno eseguito un'ottima interpretazione, in particolare Megumi Toyoguchi su Yao, che riesce a passare benissimo da una voce normale a una voce arrabbiata e volgare, o ad alcune risate molto sguaiate in base alle scene.
Le musiche si adattano bene a quello che è il contesto della serie e accompagnano bene le varie scene, in particolare il tema delle Miami Guns che si sente nei momenti d'azione. Belle sono anche le due sigle, "Seeds" e "Kiseki No Shiro".
Infine parliamo di Miami com'è nell'anime. I creatori della serie forse non si sono documentati o più probabilmente, visto il genere dell'anime, hanno pensato che andasse bene comunque e che fosse funzionale alla storia, comunque di Miami la città ha solo il nome. Non un solo edificio è simile a qualcosa presente nella vera Miami. Innanzitutto la città è piena di giapponesi e di segnali, cartelli stradali e insegne scritte in kanji, anche quella della centrale di polizia. Poi ha una valuta tutta sua, i Miami Dollars. Il corpo di polizia usa divise e auto dai colori diversi di quelli veri. Anche geograficamente non si capisce dove la città si trovi: da un lato c'è il mare, ovvio, ma dall'altro?
Nell'episodio 4 "Miami Mountain Pass GO GO GO!" parodia di "Initial D", le ragazze fanno una corsa in auto sui tornanti di una pericolosa strada montana, mentre nell'episodio 5 le stesse si dirigono in un deserto appena fuori Miami, con tanto di villaggio western, saloon e pistoleri. Ancora, nell'episodio 7 invece la storia è ambientata in una giungla, sempre fuori Miami. E il deserto?
Questo è l'unico difetto evidente della serie, che poi non è veramente un difetto, almeno per me.
L'anime non va preso sul serio, e si può chiudere un occhio su quest'aspetto.
"Miami Guns" è un bell'anime, divertente e piacevole da guardare. Non è troppo lungo, e i suoi tredici episodi scorrono velocemente. Ha molte scene divertenti, e ci si può divertire a trovare le varie citazioni più o meno evidenti. Non è memorabile, ma riesce bene nel suo scopo, ovvero intrattenere e divertire lo spettatore.
Chi ha letto e apprezzato il manga dovrebbe guardarlo subito, come anche chi cerca un anime divertente e non impegnativo.
Peccato che la serie sia poco conosciuta e sottovalutata. Anche per trovarla mi ci è voluto un po', ma ne è valsa la pena, mi è piaciuta molto.