Towa no Quon
«Towa no Quon» è un anime a cura dello studio di animazione Bones, con una buona idea di base e sviluppi lineari con qualche sorpresa, ma che non rimane impresso nella memoria.
Alcuni esseri umani in particolari condizioni di stress perdono la loro umanità, trasformandosi in una sorta di mostro; vi sono diversi gradi di evoluzione e di conseguente pericolo per chi li incontra. Due organizzazioni si combattono fra loro, la prima vuole salvare questi individui, intervenendo prima che si trasformino completamente, la seconda vuole solo neutralizzare ogni minaccia.
Alcune scene, soprattutto iniziali, sembrano tanto forzate da infastidire, ma presto diventeranno un ricordo grazie alla buona caratterizzazione generale dei protagonisti. I personaggi interessanti sono tanti, ma non a tutti sarà dato lo spazio dovuto, anche causa la brevità della serie.
Diverse situazioni risulteranno facilmente prevedibili, ma ciò non guasterà il piacere della visione. Fra i personaggi si contraddistinguono Quon, con il suo trascorso misterioso, e Shun Kazami, i più approfonditi a livello caratteriale. Altri personaggi che sembravano all'inizio protagonisti importanti vengono messi in disparte, quasi dimenticati lungo il corso della serie.
Le animazioni a cura dello studio Bones (fra le tante serie si ricorda "Soul Eater", "Sword of the Stranger", "Fullmetal Alchemist: Brotherhood", "Mob Psycho 100") sono di buon livello, fornendo un maggiore impatto visivo nelle scene d'azione, soprattutto nella battaglia finale, la quale ricorda molto quelle viste in "Mob Psycho 100". L'ultima sfida è un qualcosa di molto bello visivamente, ma che non convince per contenuti, per l'epilogo fornito. Buoni i disegni, sufficiente il comparto musicale.
È una serie che non resta impressa. Per quanto sia ben fatta, poco rimane nella memoria dello spettatore, non vi sono scene memorabili, e quelle più interessanti riguardano personaggi secondari a cui si darà poca importanza.
In definitiva, lo si consiglia a coloro a cui piace una serie di azione sostenuta da buone animazioni.
Alcuni esseri umani in particolari condizioni di stress perdono la loro umanità, trasformandosi in una sorta di mostro; vi sono diversi gradi di evoluzione e di conseguente pericolo per chi li incontra. Due organizzazioni si combattono fra loro, la prima vuole salvare questi individui, intervenendo prima che si trasformino completamente, la seconda vuole solo neutralizzare ogni minaccia.
Alcune scene, soprattutto iniziali, sembrano tanto forzate da infastidire, ma presto diventeranno un ricordo grazie alla buona caratterizzazione generale dei protagonisti. I personaggi interessanti sono tanti, ma non a tutti sarà dato lo spazio dovuto, anche causa la brevità della serie.
Diverse situazioni risulteranno facilmente prevedibili, ma ciò non guasterà il piacere della visione. Fra i personaggi si contraddistinguono Quon, con il suo trascorso misterioso, e Shun Kazami, i più approfonditi a livello caratteriale. Altri personaggi che sembravano all'inizio protagonisti importanti vengono messi in disparte, quasi dimenticati lungo il corso della serie.
Le animazioni a cura dello studio Bones (fra le tante serie si ricorda "Soul Eater", "Sword of the Stranger", "Fullmetal Alchemist: Brotherhood", "Mob Psycho 100") sono di buon livello, fornendo un maggiore impatto visivo nelle scene d'azione, soprattutto nella battaglia finale, la quale ricorda molto quelle viste in "Mob Psycho 100". L'ultima sfida è un qualcosa di molto bello visivamente, ma che non convince per contenuti, per l'epilogo fornito. Buoni i disegni, sufficiente il comparto musicale.
È una serie che non resta impressa. Per quanto sia ben fatta, poco rimane nella memoria dello spettatore, non vi sono scene memorabili, e quelle più interessanti riguardano personaggi secondari a cui si darà poca importanza.
In definitiva, lo si consiglia a coloro a cui piace una serie di azione sostenuta da buone animazioni.
I superpoteri sono l'espediente narrativo più diffuso e più utilizzato nell'animazione moderna. Presente in circa il 90% delle opere moderne è apprezzato e famoso tra quasi tutti gli spettatori. Vuoi che sia legato allo shonen, che comunque è la tipologia di anime e manga che va per la maggiore, fatto sta che lo si vede ovunque. Vista questa tendenza però è molto facile peccare di originalità. E un po' è proprio questo che succede in quest'anime.
"Towa no Quon" è un'anime del 2011. Si tratta di un'opera insolita per quanto riguarda il formato. In effetti è impostato in sei episodi, che in realtà sarebbero dei lungometraggi di oltre quaranta minuti ciascuno. Quindi alla fin fine ha più o meno la durata di una serie standard di dodici episodi. Siamo in un mondo dove la presenza degli esper, esseri umani dotati di poteri, è all'ordine del giorno. Non altrettanto tollerata è la loro presenza: al risveglio infatti dei poteri dei vari individui, definiti larve, entra in gioco un'organizzazione militare con lo scopo di eliminarli. Ma a proteggere i nostri esper vi è Quon, un ragazzo, che in realtà tanto ragazzo non è, dotato di poteri eccezionali. Grazie alle sue incredibili capacità è riuscito a mettere in piedi una struttura in cui gli esper posso vivere tranquilli.
Si tratta di un anime come tanti. Il tema, gli argomenti e i personaggi sono poco originali. È questo il problema degli anime di questo tipo, alla fine un po' si assomigliano tutti, e quindi durante la visione si prova sempre quella sensazione del già visto. Ciononostante è un'opera abbastanza carina. La narrazione scorre spedita, seppur seguendo un filo abbastanza scontato, i personaggi emergono con forza e il ritmo è abbastanza buono e spedito. Probabilmente il punto forte sono il character design, tipicamente shonen e adeguato, ma soprattutto le animazioni. Gli scontri e il comparto visivo sono sicuramente di prim'ordine, offrendo uno spettacolo veramente degno di nota. Sequenze veramente ben fatte e spettacolari.
Volendo tirare le somme, "Towa no Quon" è un anime che mi sento di consigliare; non offre nulla di nuovo al genere, ma lo rappresenta a pieno. Lo spettatore appassionato non potrà fare a meno di essere intrattenuto dal ritmo serrato. Forse si poteva fare qualcosa di meglio, soprattutto nella parte finale che è piena di cliché, ma alla fine il prodotto finale è discreto.
"Towa no Quon" è un'anime del 2011. Si tratta di un'opera insolita per quanto riguarda il formato. In effetti è impostato in sei episodi, che in realtà sarebbero dei lungometraggi di oltre quaranta minuti ciascuno. Quindi alla fin fine ha più o meno la durata di una serie standard di dodici episodi. Siamo in un mondo dove la presenza degli esper, esseri umani dotati di poteri, è all'ordine del giorno. Non altrettanto tollerata è la loro presenza: al risveglio infatti dei poteri dei vari individui, definiti larve, entra in gioco un'organizzazione militare con lo scopo di eliminarli. Ma a proteggere i nostri esper vi è Quon, un ragazzo, che in realtà tanto ragazzo non è, dotato di poteri eccezionali. Grazie alle sue incredibili capacità è riuscito a mettere in piedi una struttura in cui gli esper posso vivere tranquilli.
Si tratta di un anime come tanti. Il tema, gli argomenti e i personaggi sono poco originali. È questo il problema degli anime di questo tipo, alla fine un po' si assomigliano tutti, e quindi durante la visione si prova sempre quella sensazione del già visto. Ciononostante è un'opera abbastanza carina. La narrazione scorre spedita, seppur seguendo un filo abbastanza scontato, i personaggi emergono con forza e il ritmo è abbastanza buono e spedito. Probabilmente il punto forte sono il character design, tipicamente shonen e adeguato, ma soprattutto le animazioni. Gli scontri e il comparto visivo sono sicuramente di prim'ordine, offrendo uno spettacolo veramente degno di nota. Sequenze veramente ben fatte e spettacolari.
Volendo tirare le somme, "Towa no Quon" è un anime che mi sento di consigliare; non offre nulla di nuovo al genere, ma lo rappresenta a pieno. Lo spettatore appassionato non potrà fare a meno di essere intrattenuto dal ritmo serrato. Forse si poteva fare qualcosa di meglio, soprattutto nella parte finale che è piena di cliché, ma alla fine il prodotto finale è discreto.
