Mobile Suit Gundam 00: A Wakening of the Trailblazer
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Gundam 00", con le sue avventure da cardiopalma, riuscì a fare molto, proponendo combattimenti spettacolari, un cast di personaggi da capogiro, e un intreccio narrativo che non lascia noie allo spettatore, e molto altro che fece la fortuna di una delle più recenti serie animate dedicate al Mobile Suit bianco made in "Sunrise". Ma gli ultimi secondi della seconda stagione non promisero nulla di buono, e per sapere di cosa si trattasse si doveva aspettare per poterlo andare a vedere nel luogo in cui le epopee del Mobile Suit bianco fecero le sue vere iniziali fortune: il grande schermo.
Una serie potente come quella dei "Celestial Being" che meritasse un finale potente aveva bisogno di un mezzo potente in grado di trasmettere la potenza della saga di "Gundam 00" e il grande schermo fu il mezzo ideale per l'ultimo capitolo della saga di "00", che prende il nome di "A Wakening of the Trailblazer"; ma per poter fare un uscita di scena di classe, gli autori hanno avuto l'idea di rompere il più grande Tabù della saga di "Gundam": L'apparizione degli alieni.
Passati due anni dalla fine della guerra contro gli A-Laws e gli "Innovator" guidati dal traditore Ribbons, l'umanità è finalmente unita in un ordine mondiale di tutto rispetto, seppur con ancora piccoli momenti d'incomprensione; e in questo scenario i "Celestial Being" continuano segretamente a vigilare mentre Saji continua a vigilare sulla sua amata Louise, ancora costretta in ospedale; e in tutto questo continuano a venire testimoniati episodi di nascita di Innovator Puri, e Setsuna e Louise sono fra questi.
Ma la pace è destinata a rompersi quando inquietanti fenomeni cominciano a manifestarsi, come macchinari che partono da soli o episodi di assimilazione di cose e persone da parte di una strana sostanza simile al metallo liquido accompagnato da un suono; la causa è la comparsa di una civiltà aliena, che verrà ribattezzata "ELS", che è attratta dalle onde quantistiche degli Innovator e ben presto arriveranno sulla terra per un attacco totale; l'umanità intera li attenderà al varco con tutti i mezzi militari a loro disposizione e anche i Celestial Being parteciperanno, dotati per l'occasione di quattro nuovissimi Gundam. E nel bel mezzo di una battaglia a dir poco impari, Setsuna tenterà in tutti i modi di comunicare con i propri avversari per poter mettere fine alle ostilità mediante la comprensione reciproca.
In circa due ore assisteremo a una narrazione da cardiopalma, che mischia momenti di tensione e di calma arrivando, infine, ai combattimenti, tra quelli più intensi e spettacolari mai visti in una serie di Gundam con la sua incredibile regia; ma come avvenuto nell'ultima battaglia della serie il conflitto non è l'unica soluzione.
Ritroveremo tutti i personaggi, da Saji e Loiuse più uniti che mai, dopo tanto dolore e separazione su fronti opposti; il fortunato Patrick e la stratega Kati, il tenace Graham e un ormai pentito Sergei, una Feldt più emotiva che mai; Marina Ismail, Billy Katagiri e altri, tra cui ovviamente i piloti dei Gundam, con Tieria che sfiderebbe perfino la morte per dare una mano, con Alleluiah e Peries terribilmente affiatati, un Lockon più tenace ma che soffre ancora un po' per Anew e infine Setsuna, ormai diventato un vero uomo che vede la vita e la comprensione reciproca come ragione di vita, che in quest'ultima battaglia lotteranno per la stessa bandiera: quella dell'umanità.
E gli ELS, i primi nemici alieni della storia del Mobile Suit Bianco, avranno parecchie sorprese da mostrare.
In ambito grafico viene sfruttato alla grande il potere che può offrire il grande schermo, con animazioni perfette e dose massiccia di CGI, specialmente nella grande battaglia finale, mentre in ambito sonoro ritroviamo una grande prova d'attori per i personaggi e musiche da cardiopalma che vanno dal rock ai cori.
"A Wakening of the Trailblazer" chiude perfettamente tutta la storia di "Gundam 00", con l'ultima dolorosa e fantastica battaglia dei Celestial Being e dei personaggi che hanno incrociato il loro cammino, culminando in un epilogo epico e perfetto, raggiunto dopo tante battaglie e tanto dolore. La saga dei Celestial Being si chiude col botto.
"Gundam 00", con le sue avventure da cardiopalma, riuscì a fare molto, proponendo combattimenti spettacolari, un cast di personaggi da capogiro, e un intreccio narrativo che non lascia noie allo spettatore, e molto altro che fece la fortuna di una delle più recenti serie animate dedicate al Mobile Suit bianco made in "Sunrise". Ma gli ultimi secondi della seconda stagione non promisero nulla di buono, e per sapere di cosa si trattasse si doveva aspettare per poterlo andare a vedere nel luogo in cui le epopee del Mobile Suit bianco fecero le sue vere iniziali fortune: il grande schermo.
Una serie potente come quella dei "Celestial Being" che meritasse un finale potente aveva bisogno di un mezzo potente in grado di trasmettere la potenza della saga di "Gundam 00" e il grande schermo fu il mezzo ideale per l'ultimo capitolo della saga di "00", che prende il nome di "A Wakening of the Trailblazer"; ma per poter fare un uscita di scena di classe, gli autori hanno avuto l'idea di rompere il più grande Tabù della saga di "Gundam": L'apparizione degli alieni.
Passati due anni dalla fine della guerra contro gli A-Laws e gli "Innovator" guidati dal traditore Ribbons, l'umanità è finalmente unita in un ordine mondiale di tutto rispetto, seppur con ancora piccoli momenti d'incomprensione; e in questo scenario i "Celestial Being" continuano segretamente a vigilare mentre Saji continua a vigilare sulla sua amata Louise, ancora costretta in ospedale; e in tutto questo continuano a venire testimoniati episodi di nascita di Innovator Puri, e Setsuna e Louise sono fra questi.
Ma la pace è destinata a rompersi quando inquietanti fenomeni cominciano a manifestarsi, come macchinari che partono da soli o episodi di assimilazione di cose e persone da parte di una strana sostanza simile al metallo liquido accompagnato da un suono; la causa è la comparsa di una civiltà aliena, che verrà ribattezzata "ELS", che è attratta dalle onde quantistiche degli Innovator e ben presto arriveranno sulla terra per un attacco totale; l'umanità intera li attenderà al varco con tutti i mezzi militari a loro disposizione e anche i Celestial Being parteciperanno, dotati per l'occasione di quattro nuovissimi Gundam. E nel bel mezzo di una battaglia a dir poco impari, Setsuna tenterà in tutti i modi di comunicare con i propri avversari per poter mettere fine alle ostilità mediante la comprensione reciproca.
In circa due ore assisteremo a una narrazione da cardiopalma, che mischia momenti di tensione e di calma arrivando, infine, ai combattimenti, tra quelli più intensi e spettacolari mai visti in una serie di Gundam con la sua incredibile regia; ma come avvenuto nell'ultima battaglia della serie il conflitto non è l'unica soluzione.
Ritroveremo tutti i personaggi, da Saji e Loiuse più uniti che mai, dopo tanto dolore e separazione su fronti opposti; il fortunato Patrick e la stratega Kati, il tenace Graham e un ormai pentito Sergei, una Feldt più emotiva che mai; Marina Ismail, Billy Katagiri e altri, tra cui ovviamente i piloti dei Gundam, con Tieria che sfiderebbe perfino la morte per dare una mano, con Alleluiah e Peries terribilmente affiatati, un Lockon più tenace ma che soffre ancora un po' per Anew e infine Setsuna, ormai diventato un vero uomo che vede la vita e la comprensione reciproca come ragione di vita, che in quest'ultima battaglia lotteranno per la stessa bandiera: quella dell'umanità.
E gli ELS, i primi nemici alieni della storia del Mobile Suit Bianco, avranno parecchie sorprese da mostrare.
In ambito grafico viene sfruttato alla grande il potere che può offrire il grande schermo, con animazioni perfette e dose massiccia di CGI, specialmente nella grande battaglia finale, mentre in ambito sonoro ritroviamo una grande prova d'attori per i personaggi e musiche da cardiopalma che vanno dal rock ai cori.
"A Wakening of the Trailblazer" chiude perfettamente tutta la storia di "Gundam 00", con l'ultima dolorosa e fantastica battaglia dei Celestial Being e dei personaggi che hanno incrociato il loro cammino, culminando in un epilogo epico e perfetto, raggiunto dopo tante battaglie e tanto dolore. La saga dei Celestial Being si chiude col botto.
Si sa, l'hype è un'arma a doppio taglio. 'Gundam 00', dopo un pessimo inizio che non faceva presagire nulla di buono, si evolveva, nelle due stagioni, in una bella serie, discretamente sviluppata (pur con le sue svariate pecche, tra cui un cast enorme e mal sfruttato) e con buoni momenti, permettendosi addirittura un finale intenso come da tradizione. A questo punto, con una conclusione soddisfacente e senza particolari punti in sospeso, c'era davvero bisogno di scrivere, nell'ultimo episodio, che la storia non era ancora finita e che sarebbe continuata in un film? Che altro c'era da raccontare? Mizushima e Sunrise provano a spiegarcelo con il terzo film animato inedito di Gundam, 'A Wakening of the Trailblazer', e gli incredibili rumor, fatti trapelare dallo staff nel tempo e fonte di acquolina (nuovi Gundam! Tantissima azione! Un villain coi controcazzi! La conclusione definitiva della timeline!), si risolveranno non solo in un coito interrotto, ma sopratutto nell'infamia di avere spacciato come imprescindibile un'assurdità che non aggiunge nulla alla storyline, ma anzi la rovina pure.
A Mizushima bisogna riconoscere una parvenza di genio nell'avere preso in giro i fan con le anticipazioni di Descartes Shaman - sembrava un super-cattivo, si risolverà in un personaggiucolo di quint'ordine - e nell'avere imbastito, insieme allo sceneggiatore Kuroda, una storia incredibile e fuori da ogni canone gundamico; ma se però questa trama sconvolgente è talmente fuori posto nella saga di 00 da risultare ridicola, allora c'è qualcosa che non va.
A 'Wakening of the Trailblazer' non è Gundam, è 'Macross': la guerra dei terrestri contro uno sterminato esercito alieno, solo con mobile suit al posto di valkyrie. Un conflitto lungo due ore, di cui una effettiva a l'altra di lungaggini assortite per fan. Più che sequel, è un film celebrativo insomma, con tutti i componenti dell'intero cast delle due serie (più diverse new entries) utilizzati peggio che mai, otto di loro bambolotti in ruoli attivi e il resto adibito a tappezzeria, a riempire il girato con dialoghi e azioni ininfluenti ai sensi della storia. La conferma, come se ce ne fosse bisogno, che Saji Crossroad, Louise Halevy, Marina Ismail e la sua cricca, Feldt Grace, Billy Katagiri e Graham "Mr.Bushido" Aker non hanno mai avuto alcun senso nell'intera trama di 'Gundam 00'. In compenso c'è tanta retorica, tantissima, sbandierata da gente che ripete come galline "dobbiamo comprenderci per essere felici" (addirittura una citazione di Einestein nell'ultimo fotogramma di film), roba che Tomino ne parlava con molta più eleganza e poesia senza neanche dovere dire esplicitamente la parola.
Esclusi i dialoghi inutili - il 50% del film -, il resto, ossia la battaglia contro i viscidi ELS, è tutta azione. Combattimenti frenetici, migliaia di esplosioni e distruzioni, un numero incalcolabile di astronavi, mobile suit e alieni che sfrecciano sullo schermo... Mizushima ha promesso "la più grande quantità di azione mai vista in un Gundam" e l'impegno è quantomeno mantenuto. Non importa se tutto è fine a se stesso e se la regia è troppo concitata e caotica, l'importante è la potentissima colonna sonora di Kawai, il vedere i Gundam annientare milioni di ELS con fasci di luce giganteschi e armi distruttive di massa, la morte ogni tanto di qualche inutile componente dell'altrettanto inutile cast per dovere di continuity. Sotto questa luce 'A Wakening of the Trailblazer' ha un senso (anche se il monster design degli ELS è veramente inguardabile), presentandoci un'orgia massiccia di fanservice tecnologico che fa passare senza troppa noia la lunghissima battaglia portante del film.
Il problema sta a monte, nell'assurdità del passare dalla guerra civile delle due serie televisive all'invasione extraterrestre del film, oltretutto giustificando la cosa con una tremenda idea, leggasi: il vero obiettivo di Aeolia Schenberg, che ridicolizza l'intera saga. Ancora no comment, infine, per l'incredibilmente puerile conclusione, dove uno spento Kuroda ricicla, per l'ennesima volta, l'abusato finale di 'Macross'/'Brain Powerd'/'Eureka Seven' unendolo ai viaggi temporali di 'Gunbuster'.
A dispetto della sua lunghezza eccessiva non si può dire che il film non sia ben confezionato: tecnicamente e visivamente ai livelli delle serie tv, quindi spettacolo. Il suo problema è che non è una serie di Gundam. Magari in un imprecisato futuro la saga abbandonerà le guerre civili a favore di una fantascienza horror con alieni et similia, ma questo primo esperimento si risolve, per colpa non solo delle lungaggini ma anche delle due serie che lo precedono, come una costosissima trashata. L'epitaffio di una storyline che era iniziata male, si era riabilitata egregiamente e ora scade nel farsesco.
A Mizushima bisogna riconoscere una parvenza di genio nell'avere preso in giro i fan con le anticipazioni di Descartes Shaman - sembrava un super-cattivo, si risolverà in un personaggiucolo di quint'ordine - e nell'avere imbastito, insieme allo sceneggiatore Kuroda, una storia incredibile e fuori da ogni canone gundamico; ma se però questa trama sconvolgente è talmente fuori posto nella saga di 00 da risultare ridicola, allora c'è qualcosa che non va.
A 'Wakening of the Trailblazer' non è Gundam, è 'Macross': la guerra dei terrestri contro uno sterminato esercito alieno, solo con mobile suit al posto di valkyrie. Un conflitto lungo due ore, di cui una effettiva a l'altra di lungaggini assortite per fan. Più che sequel, è un film celebrativo insomma, con tutti i componenti dell'intero cast delle due serie (più diverse new entries) utilizzati peggio che mai, otto di loro bambolotti in ruoli attivi e il resto adibito a tappezzeria, a riempire il girato con dialoghi e azioni ininfluenti ai sensi della storia. La conferma, come se ce ne fosse bisogno, che Saji Crossroad, Louise Halevy, Marina Ismail e la sua cricca, Feldt Grace, Billy Katagiri e Graham "Mr.Bushido" Aker non hanno mai avuto alcun senso nell'intera trama di 'Gundam 00'. In compenso c'è tanta retorica, tantissima, sbandierata da gente che ripete come galline "dobbiamo comprenderci per essere felici" (addirittura una citazione di Einestein nell'ultimo fotogramma di film), roba che Tomino ne parlava con molta più eleganza e poesia senza neanche dovere dire esplicitamente la parola.
Esclusi i dialoghi inutili - il 50% del film -, il resto, ossia la battaglia contro i viscidi ELS, è tutta azione. Combattimenti frenetici, migliaia di esplosioni e distruzioni, un numero incalcolabile di astronavi, mobile suit e alieni che sfrecciano sullo schermo... Mizushima ha promesso "la più grande quantità di azione mai vista in un Gundam" e l'impegno è quantomeno mantenuto. Non importa se tutto è fine a se stesso e se la regia è troppo concitata e caotica, l'importante è la potentissima colonna sonora di Kawai, il vedere i Gundam annientare milioni di ELS con fasci di luce giganteschi e armi distruttive di massa, la morte ogni tanto di qualche inutile componente dell'altrettanto inutile cast per dovere di continuity. Sotto questa luce 'A Wakening of the Trailblazer' ha un senso (anche se il monster design degli ELS è veramente inguardabile), presentandoci un'orgia massiccia di fanservice tecnologico che fa passare senza troppa noia la lunghissima battaglia portante del film.
Il problema sta a monte, nell'assurdità del passare dalla guerra civile delle due serie televisive all'invasione extraterrestre del film, oltretutto giustificando la cosa con una tremenda idea, leggasi: il vero obiettivo di Aeolia Schenberg, che ridicolizza l'intera saga. Ancora no comment, infine, per l'incredibilmente puerile conclusione, dove uno spento Kuroda ricicla, per l'ennesima volta, l'abusato finale di 'Macross'/'Brain Powerd'/'Eureka Seven' unendolo ai viaggi temporali di 'Gunbuster'.
A dispetto della sua lunghezza eccessiva non si può dire che il film non sia ben confezionato: tecnicamente e visivamente ai livelli delle serie tv, quindi spettacolo. Il suo problema è che non è una serie di Gundam. Magari in un imprecisato futuro la saga abbandonerà le guerre civili a favore di una fantascienza horror con alieni et similia, ma questo primo esperimento si risolve, per colpa non solo delle lungaggini ma anche delle due serie che lo precedono, come una costosissima trashata. L'epitaffio di una storyline che era iniziata male, si era riabilitata egregiamente e ora scade nel farsesco.