Shakugan no Shana III (Final)
"Shakugan no Shana III (Final)" è il capitolo conclusivo della trilogia dedicata alla Flame Haze dagli occhi ardenti; come i precedenti anch'esso è composto da ventiquattro episodi di durata canonica, e prodotto dal J.C. STAFF.
Questa terza stagione differisce completamente dalle due precedenti, e lo si intuisce sin dal primo episodio: la coppia di protagonisti viene improvvisamente e inaspettatamente separata, in quanto Yuuji decide inspiegabilmente di unirsi ai membri del Bal Masqè, diventando addirittura il loro leader e comandante. Come si comporterà Shana di fronte a questa stravagante situazione?
"Shakugan no Shana III (Final)" non è certamente la meglio riuscita delle tre stagioni. Molti degli elementi che avevano caratterizzato la serie sino ad ora si perdono inesorabilmente lungo la strada, come il triangolo amoroso che legava i principali personaggi, e in generale tutta la parte sentimentale/slice of life, e anche altre piccolezze che donavano un po' di personalità ai protagonisti, come per esempio gli "Urusai" di Shana, o i profondi "Margery Dow" di Marcosias.
Cosa offre di nuovo invece "Shakugan no Shana III (Final)"?
Una carrettata di nuovi personaggi, troppi perché godano di una buona caratterizzazione. Una guerra che sembra non avere mai fine, piena di capovolgimenti e colpi di scena, ma fin troppo complessa e confusionaria per una serie di questo genere. Le motivazioni che spingeranno Yuuji a schierarsi dalla parte del nemico saranno spiegate solamente nell'arco finale, e si dimostreranno, almeno a mio avviso, prive di una vera ragion d'essere.
Inutile dire che vedere un'intera stagione dove Yuuji e Shana sono lontani e nemici non rientrava certo nelle aspettative di molti e, seppure sia una trovata per certi versi intelligente e tutto sommato originale, provoca più danni che altro. A risentirne maggiormente è il livello di coinvolgimento dello spettatore, che è sicuramente un dato più soggettivo che altro, ma non oltre certi limiti.
Il comparto tecnico è nuovamente perfezionato e migliorato in ogni suo aspetto, dal design dei personaggi alle fluidità delle animazioni, sino al grado di dettaglio dei fondali. Dal punto di vista sonoro rimane inalterato il doppiaggio, ottime invece sono le nuove opening ed ending, così come le OST e le musiche di sottofondo.
Il finale è probabilmente la parte migliore dell'opera, chiude perfettamente le avventure di Shana e Yuuji, regalando una conclusione degna di tale nome.
"Shakugan no Shana III (Final)" è probabilmente la meno convincente delle tre stagioni proposte, e le sue principali colpe sono quelle di voler affrettare i tempi, e di voler cambiare in qualche modo registro, proponendo più azione e meno sentimentalismo. Scelta che può essere apprezzata, ma a mio avviso non dagli appassionati della serie, o comunque non da coloro che fino ad ora avevano seguito con interesse la relazione che si era instaurata fra i personaggi.
Questa terza stagione differisce completamente dalle due precedenti, e lo si intuisce sin dal primo episodio: la coppia di protagonisti viene improvvisamente e inaspettatamente separata, in quanto Yuuji decide inspiegabilmente di unirsi ai membri del Bal Masqè, diventando addirittura il loro leader e comandante. Come si comporterà Shana di fronte a questa stravagante situazione?
"Shakugan no Shana III (Final)" non è certamente la meglio riuscita delle tre stagioni. Molti degli elementi che avevano caratterizzato la serie sino ad ora si perdono inesorabilmente lungo la strada, come il triangolo amoroso che legava i principali personaggi, e in generale tutta la parte sentimentale/slice of life, e anche altre piccolezze che donavano un po' di personalità ai protagonisti, come per esempio gli "Urusai" di Shana, o i profondi "Margery Dow" di Marcosias.
Cosa offre di nuovo invece "Shakugan no Shana III (Final)"?
Una carrettata di nuovi personaggi, troppi perché godano di una buona caratterizzazione. Una guerra che sembra non avere mai fine, piena di capovolgimenti e colpi di scena, ma fin troppo complessa e confusionaria per una serie di questo genere. Le motivazioni che spingeranno Yuuji a schierarsi dalla parte del nemico saranno spiegate solamente nell'arco finale, e si dimostreranno, almeno a mio avviso, prive di una vera ragion d'essere.
Inutile dire che vedere un'intera stagione dove Yuuji e Shana sono lontani e nemici non rientrava certo nelle aspettative di molti e, seppure sia una trovata per certi versi intelligente e tutto sommato originale, provoca più danni che altro. A risentirne maggiormente è il livello di coinvolgimento dello spettatore, che è sicuramente un dato più soggettivo che altro, ma non oltre certi limiti.
Il comparto tecnico è nuovamente perfezionato e migliorato in ogni suo aspetto, dal design dei personaggi alle fluidità delle animazioni, sino al grado di dettaglio dei fondali. Dal punto di vista sonoro rimane inalterato il doppiaggio, ottime invece sono le nuove opening ed ending, così come le OST e le musiche di sottofondo.
Il finale è probabilmente la parte migliore dell'opera, chiude perfettamente le avventure di Shana e Yuuji, regalando una conclusione degna di tale nome.
"Shakugan no Shana III (Final)" è probabilmente la meno convincente delle tre stagioni proposte, e le sue principali colpe sono quelle di voler affrettare i tempi, e di voler cambiare in qualche modo registro, proponendo più azione e meno sentimentalismo. Scelta che può essere apprezzata, ma a mio avviso non dagli appassionati della serie, o comunque non da coloro che fino ad ora avevano seguito con interesse la relazione che si era instaurata fra i personaggi.
Parto con il dire che questa serie, per me che ho visto anche le due precedenti, è stata una grande delusione. Siccome si intitola "Shakugan no Shana III (Final)" pensavo che fosse la serie più bella, avvincente ed emozionante, perché concludeva la saga di "Shakugan no Shana".
Invece non è proprio così: certo, è avvincente perché ci sono un sacco di combattimenti, ma il punto è che sono troppi. Sin dal primissimo episodio troviamo una situazione pericolosa, e subito i nostri eroi, i Flame Haze, devono trovare un modo per risolvere questo nuovo pericolo. La cosa più sconcertante è il ruolo che assumerà Sakai Yuji in quest'ultima serie. Se avete visto la seconda, vi ricorderete di certo come si è conclusa: Sakai aveva scelto Shana oppure Kazumi? Il punto è che alla fine non era riuscito a scegliere nessuna delle due, perché era scomparso sotto gli occhi della povera Shana. Ed ora, in questa terza serie, lo rivediamo a capo dei Tomogara, nemici giurati dei Flame Haze. Non voglio però spoilerare, per cui non dirò nient'altro su Yuji.
Io non ho ancora capito chi fossero i cattivi e chi i buoni in questa terza serie. Non riuscivo a "tifare" né i Flame Haze né i Tomogara. E poi, con tutti quei combattimenti, non avevo nemmeno mai voglia di vedere quest'anime. Insomma, una grande delusione rispetto alle serie precedenti. Anche il finale appare poco chiaro e sinceramente quasi monotono.
Se siete degli appassionati di "Shakugan no Shana", preparatevi al peggio in quest'ultima serie!
Invece non è proprio così: certo, è avvincente perché ci sono un sacco di combattimenti, ma il punto è che sono troppi. Sin dal primissimo episodio troviamo una situazione pericolosa, e subito i nostri eroi, i Flame Haze, devono trovare un modo per risolvere questo nuovo pericolo. La cosa più sconcertante è il ruolo che assumerà Sakai Yuji in quest'ultima serie. Se avete visto la seconda, vi ricorderete di certo come si è conclusa: Sakai aveva scelto Shana oppure Kazumi? Il punto è che alla fine non era riuscito a scegliere nessuna delle due, perché era scomparso sotto gli occhi della povera Shana. Ed ora, in questa terza serie, lo rivediamo a capo dei Tomogara, nemici giurati dei Flame Haze. Non voglio però spoilerare, per cui non dirò nient'altro su Yuji.
Io non ho ancora capito chi fossero i cattivi e chi i buoni in questa terza serie. Non riuscivo a "tifare" né i Flame Haze né i Tomogara. E poi, con tutti quei combattimenti, non avevo nemmeno mai voglia di vedere quest'anime. Insomma, una grande delusione rispetto alle serie precedenti. Anche il finale appare poco chiaro e sinceramente quasi monotono.
Se siete degli appassionati di "Shakugan no Shana", preparatevi al peggio in quest'ultima serie!
"Shakugan no Shana III Final" (ovvero "Se vuoi la pace, prepara la guerra") è la terza e ultima serie (almeno finora) della saga di Shana, composta da tre stagioni, una serie OVA, un film e dei mini special in versione super-deformed ("Shakugan no Shana-tan"). Protagonista della saga è Shana, una 'Flame Haze', ossia una guerriera che lotta contro i 'Guze no Tomogara', affinché questi non sconvolgano l'equilibrio nel mondo. Il personaggio di Shana è per certi versi unico nel suo genere: nonostante l'aspetto bambinesco (l'età fisica dovrebbe essere dodici anni, ma è probabile che sia molto più vecchia, perché si tratta di un'entità immortale, almeno nel tempo), non è la classica maghetta 'pucciosa' che fa la paladina della giustizia, ma una vera e propria combattente, dotata di una potente spada e di una forza sovrumana. Un giorno, il destino la farà incontrare con Yuji Sakai, un giovane studente di sedici anni (il solito ragazzetto debole e impacciato), che per caso si ritrova coinvolto in un suo combattimento. All'inizio lo tratterà con disprezzo, poiché crede sia "solo" un semplice Torch (un rimpiazzo per un'esistenza ormai perduta), ma col passare del tempo si scoprirà innamorata del ragazzo, anche perché quest'ultimo in realtà possiede un grande potere nascosto dentro di sé. Quell'incontro sarà il preludio di tutti gli eventi e le battaglie che ci accompagneranno per ben settantadue episodi, almeno contando solo le serie principali.
Rispetto alle due serie precedenti, che mischiavano azione e slice of life, qui ci ritroviamo nel bel mezzo della guerra tra 'Guze no Tomogara' e 'Flame Haze'. E, a capo dei cattivi, abbiamo niente meno che Yuji Sakai, che ha stretto un patto col 'Dio della Creazione/Serpente del Festival' al fine di realizzare i propri desideri. Gli argomenti trattati appaiono molto diversi, e le vicende scolastico-amorose vengono quasi del tutto accantonate.
Se vi eravate affezionati alla componente shoujo, che era uno degli elementi chiave delle prime due serie (tanto da ricordare per certi versi "Toradora!", altro anime prodotto dal J.C. Staff), potreste non gradire questo terzo capitolo. Anche l'ambientazione cambia radicalmente, e, se prima la maggior parte degli eventi, scontri compresi, avevano luogo nella città di Misaki e a scuola, qui quasi tutto si svolge all'interno di dimensioni parallele o in mezzo a enormi lande deserte o innevate. Un vero e proprio scenario di guerra, insomma. Le locazioni "reali", invece, le vedremo occasionalmente.
La stessa sorte tocca ai personaggi secondari: tutti gli studenti, anche quelli che prima ricoprivano un ruolo di medio livello, soprattutto sul lato sentimentale, vengono ridotti a delle semplici comparse, per dare spazio solo ai guerrieri coinvolti nella guerra, di cui la maggior parte sono new entry. I principali invece restano invariati, e ce li ritroviamo tutti quanti, da Wilhelmina a Margery Daw, ecc.
Dal lato tecnico abbiamo un enorme miglioramento, e, per gli amanti di grafica ad alta definizione e colorazioni sfavillanti, sarà una gioia per gli occhi. Sia le locazioni e i paesaggi, sia le trasformazioni e i poteri dei vari personaggi sono un vero spettacolo. I combattimenti sono il punto forte dell'intera saga, e in questa terza stagione non c'è episodio in cui manchino scene degne di nota, grazie anche alla computer grafica, che rende il tutto ancora più incredibile.
Le musiche sono un altro elemento importante in questa saga, ben congegnate e quasi sempre adatte alle scene in cui fanno da sottofondo, oltre alle splendide opening ed ending, che vanno dallo stile dance/trance al rock.
Ma tutto questo basta a dare il massimo dei voti a "Shakugan no Shana III Final"? Purtroppo no! Il motivo sono le troppe imprecisioni nella trama di cui soffre quest'ultima serie, non presenti nelle precedenti, che erano invece perfette.
Per via di ciò sorgono numerose incongruenze, ma soprattutto la storia risulta senza significato.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Dopo l'ultimo episodio mi sono chiesto che senso abbiano avuto tutte le battaglie a cui ho assistito, se alla fine sono partiti tutti verso Xanadu, il nuovo mondo creato da Yuji. Per quale motivo i Flame Haze hanno voluto ostacolare la creazione del nuovo mondo, se anche loro poi hanno deciso di andarci, assieme ai Guze, compresi gli 'Dei della Terra', e persino Shana? C'era quindi motivo di fare quest'enorme guerra, in cui sono morti migliaia di soldati in entrambe le fazioni, tra cui anche Khamsin? E' difficile trovare una risposta a queste domande, sta di fatto che il finale è piuttosto deludente, o forse è una sorta di messaggio subliminale, che lascia sottintendere che le guerre sono inutili, e basterebbe capire le intenzioni di ognuno per evitarle, un po' come fanno alla fine Shana e Yuji.
L'unica cosa sensata (ma non troppo) è stata solo il sacrificio di Hecate, che è servito a creare il nuovo mondo. Sensata perché almeno c'era uno scopo dietro. Ma il problema più grande è che dopo il finale ci si rende conto che non c'erano né buoni né cattivi. L'esempio maggiore è Yuji, che vorrebbe atteggiarsi come il capo dei cattivi, ma è troppo buono per farlo, non ha nemmeno la faccia adatta, e quella che doveva essere la grande novità, il colpo di scena, si rivela invece un misero fallimento.
Fine parte contenente spoiler
Il 7 è il voto relativo a questa stagione, ma quello totale dell'intera saga di "Shakugan no Shana" sarebbe un bel 10. E' sicuramente un gran titolo, capace di tenerti incollato alla TV dal primo all'ultimo episodio. Consigliatissimo a tutti gli amanti degli action fantasy.
Rispetto alle due serie precedenti, che mischiavano azione e slice of life, qui ci ritroviamo nel bel mezzo della guerra tra 'Guze no Tomogara' e 'Flame Haze'. E, a capo dei cattivi, abbiamo niente meno che Yuji Sakai, che ha stretto un patto col 'Dio della Creazione/Serpente del Festival' al fine di realizzare i propri desideri. Gli argomenti trattati appaiono molto diversi, e le vicende scolastico-amorose vengono quasi del tutto accantonate.
Se vi eravate affezionati alla componente shoujo, che era uno degli elementi chiave delle prime due serie (tanto da ricordare per certi versi "Toradora!", altro anime prodotto dal J.C. Staff), potreste non gradire questo terzo capitolo. Anche l'ambientazione cambia radicalmente, e, se prima la maggior parte degli eventi, scontri compresi, avevano luogo nella città di Misaki e a scuola, qui quasi tutto si svolge all'interno di dimensioni parallele o in mezzo a enormi lande deserte o innevate. Un vero e proprio scenario di guerra, insomma. Le locazioni "reali", invece, le vedremo occasionalmente.
La stessa sorte tocca ai personaggi secondari: tutti gli studenti, anche quelli che prima ricoprivano un ruolo di medio livello, soprattutto sul lato sentimentale, vengono ridotti a delle semplici comparse, per dare spazio solo ai guerrieri coinvolti nella guerra, di cui la maggior parte sono new entry. I principali invece restano invariati, e ce li ritroviamo tutti quanti, da Wilhelmina a Margery Daw, ecc.
Dal lato tecnico abbiamo un enorme miglioramento, e, per gli amanti di grafica ad alta definizione e colorazioni sfavillanti, sarà una gioia per gli occhi. Sia le locazioni e i paesaggi, sia le trasformazioni e i poteri dei vari personaggi sono un vero spettacolo. I combattimenti sono il punto forte dell'intera saga, e in questa terza stagione non c'è episodio in cui manchino scene degne di nota, grazie anche alla computer grafica, che rende il tutto ancora più incredibile.
Le musiche sono un altro elemento importante in questa saga, ben congegnate e quasi sempre adatte alle scene in cui fanno da sottofondo, oltre alle splendide opening ed ending, che vanno dallo stile dance/trance al rock.
Ma tutto questo basta a dare il massimo dei voti a "Shakugan no Shana III Final"? Purtroppo no! Il motivo sono le troppe imprecisioni nella trama di cui soffre quest'ultima serie, non presenti nelle precedenti, che erano invece perfette.
Per via di ciò sorgono numerose incongruenze, ma soprattutto la storia risulta senza significato.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Dopo l'ultimo episodio mi sono chiesto che senso abbiano avuto tutte le battaglie a cui ho assistito, se alla fine sono partiti tutti verso Xanadu, il nuovo mondo creato da Yuji. Per quale motivo i Flame Haze hanno voluto ostacolare la creazione del nuovo mondo, se anche loro poi hanno deciso di andarci, assieme ai Guze, compresi gli 'Dei della Terra', e persino Shana? C'era quindi motivo di fare quest'enorme guerra, in cui sono morti migliaia di soldati in entrambe le fazioni, tra cui anche Khamsin? E' difficile trovare una risposta a queste domande, sta di fatto che il finale è piuttosto deludente, o forse è una sorta di messaggio subliminale, che lascia sottintendere che le guerre sono inutili, e basterebbe capire le intenzioni di ognuno per evitarle, un po' come fanno alla fine Shana e Yuji.
L'unica cosa sensata (ma non troppo) è stata solo il sacrificio di Hecate, che è servito a creare il nuovo mondo. Sensata perché almeno c'era uno scopo dietro. Ma il problema più grande è che dopo il finale ci si rende conto che non c'erano né buoni né cattivi. L'esempio maggiore è Yuji, che vorrebbe atteggiarsi come il capo dei cattivi, ma è troppo buono per farlo, non ha nemmeno la faccia adatta, e quella che doveva essere la grande novità, il colpo di scena, si rivela invece un misero fallimento.
Fine parte contenente spoiler
Il 7 è il voto relativo a questa stagione, ma quello totale dell'intera saga di "Shakugan no Shana" sarebbe un bel 10. E' sicuramente un gran titolo, capace di tenerti incollato alla TV dal primo all'ultimo episodio. Consigliatissimo a tutti gli amanti degli action fantasy.
"Shakugan no Shana the Final" dal punto di vista tecnico mi pare totalmente invariato rispetto ai due predecessori e, pertanto, non ne parlerò: non è questo a distinguere la serie finale dalle due precedenti.
La trama è ciò che può lasciar basito lo spettatore storico di "Shakugan no Shana", giacché da subito ci si ritrova dinnanzi a una novità shock: Shana e Yuuji sono nemici! Lui infatti, seguendo un ragionamento davvero contorto, per il bene di lei, decide di schierarsi con la fazione dei Tomogara, diventarne il leader e di combattere Shana pur continuando a dichiararle il suo amore - e il fatto che lo faccia mentre tenta di colpirla con il suo enorme spadone, rende il tutto davvero assurdo.
Tutta la terza serie per tutti i suoi episodi è incentrata sulla guerra finale tra Tomogara e Flame Haze, il tutto è impregnato di un'atmosfera cupa e seriosa su cui il disastro sembra incombere perennemente da dietro l'angolo. Tutto è lontano anni luce da ciò a cui le due stagioni precedenti ci avevano abituato, cose che erano diventate un po' il brand della serie: il triplice "urusai" di Shana, il melon-pan e la guerra d'amore tra Shana e Yoshida per la conquista di Pesce-Lesso-Yujii, che servivano a smorzare la tensione tra una battaglia e l'altra e anche a divertire noi spettatori sono stati spazzati via da 24 episodi di battaglie serrate, strategie e momenti di lunga introspezione per non parlare poi dell'invasione di un sacco personaggi secondari, trattati così superficialmente da non far capire quale fosse la loro utilità e per quale ragione fossero entrati in scena.
In conclusione, dati il totale annientamento della componente slice-of-life, il totale stravolgimento di situazioni e atmosfera al quale eravamo abituati, più un improvviso finale buonista che sembra vanificare 23 episodi di guerra senza pietà, per non parlare dell'ingloriosa o insensata fine di alcuni personaggi a cui gli spettatori (tra cui me) potevano essersi affezionati, dichiaro che l'ultimo capitolo di "Shakugan no Shana" a mio giudizio è alquanto deludente: sembra qualcosa fatto quasi forzatamente tanto per dare una conclusione alla storia piuttosto che qualcosa realizzato per lasciare appagati i fan della nostra piccola e fiammeggiante guerriera, che rimarrà sempre nei nostri cuori con il suo indimenticabile e dittatoriale "urusai!".
La trama è ciò che può lasciar basito lo spettatore storico di "Shakugan no Shana", giacché da subito ci si ritrova dinnanzi a una novità shock: Shana e Yuuji sono nemici! Lui infatti, seguendo un ragionamento davvero contorto, per il bene di lei, decide di schierarsi con la fazione dei Tomogara, diventarne il leader e di combattere Shana pur continuando a dichiararle il suo amore - e il fatto che lo faccia mentre tenta di colpirla con il suo enorme spadone, rende il tutto davvero assurdo.
Tutta la terza serie per tutti i suoi episodi è incentrata sulla guerra finale tra Tomogara e Flame Haze, il tutto è impregnato di un'atmosfera cupa e seriosa su cui il disastro sembra incombere perennemente da dietro l'angolo. Tutto è lontano anni luce da ciò a cui le due stagioni precedenti ci avevano abituato, cose che erano diventate un po' il brand della serie: il triplice "urusai" di Shana, il melon-pan e la guerra d'amore tra Shana e Yoshida per la conquista di Pesce-Lesso-Yujii, che servivano a smorzare la tensione tra una battaglia e l'altra e anche a divertire noi spettatori sono stati spazzati via da 24 episodi di battaglie serrate, strategie e momenti di lunga introspezione per non parlare poi dell'invasione di un sacco personaggi secondari, trattati così superficialmente da non far capire quale fosse la loro utilità e per quale ragione fossero entrati in scena.
In conclusione, dati il totale annientamento della componente slice-of-life, il totale stravolgimento di situazioni e atmosfera al quale eravamo abituati, più un improvviso finale buonista che sembra vanificare 23 episodi di guerra senza pietà, per non parlare dell'ingloriosa o insensata fine di alcuni personaggi a cui gli spettatori (tra cui me) potevano essersi affezionati, dichiaro che l'ultimo capitolo di "Shakugan no Shana" a mio giudizio è alquanto deludente: sembra qualcosa fatto quasi forzatamente tanto per dare una conclusione alla storia piuttosto che qualcosa realizzato per lasciare appagati i fan della nostra piccola e fiammeggiante guerriera, che rimarrà sempre nei nostri cuori con il suo indimenticabile e dittatoriale "urusai!".
"Shakugan no Shana III Final" è il terzo e ultimo capitolo della serie "Shakugan no Shana", prodotto dalla J.C.Staff nel 2012, dopo ben 3 anni di distanza dalla seconda serie.
La trama
Chiunque abbia visto le serie precedenti deve mettersi l'anima in pace: in questa terza serie la situazione non sarà tranquilla come prima, anzi saremo martoriati fin dall'inizio con cambiamenti su cambiamenti, e con il preludio di un'enorme battaglia che porterà via tutti e 24 gli episodi. Voglio dire una cosa: rispetto alle altre serie, questa si prospetta come forse, dal punto di vista di struttura, la più monotona delle tre, portando con sé anche momenti abbastanza anonimi e vuoti, in cui lo spettatore non saprà cosa decidere o per chi tifare tra le due enormi forze che si combatteranno nella guerra. Una nota di demerito va anche all'enorme quantità di personaggi, sia dal punto di vista dei "cattivi" sia da quello dei "buoni". Tantissimi nuovi Flame Hazes, tantissimi nuovi Tomogara, troppe cose in un solo episodio porteranno all'assimilazione di fin troppe informazioni da parte dello spettatore, che, ripeto, confuso, non saprà cosa pensare, e si limiterà all'osservazione degli eventi, lasciando andare gli eventi così come sono. Una cosa però che ho apprezzato tantissimo è stata la cura dei particolari e delle scene negli episodi finali, che mi hanno anche portato alla commozione in alcuni momenti. Insomma, questa terza serie, con le nuove migliaia di personaggi e lo stravolgimento della storia passata, si prospetta come la più complessa, la più colma di eventi e la più appassionata. I personaggi secondari umani vengono ridotti al minimo, lasciando solo coloro che davvero sono importanti, così come anche le spiegazioni "tranquille", in cui lo spettatore può raccapezzarsi e riprendere la retta via. Di fronte, insomma, a questa serie mastodontica, c'è poco da fare: la cosa migliore è seguire gli eventi e accettarli così come sono, senza cercare di ricreare un filo logico in ogni azione che apparentemente non lo è.
Lato tecnico
Se dal punto di vista della trama troviamo qualcosa di abbastanza confusionario, ma che alla fine fa, bene o male, quadrare i conti, dal punto di vista tecnico troviamo un "salto di qualità" degno di nota: la J.C.Staff ha applicato un'ottima dedizione ai particolari delle animazioni (punto debole delle produzioni precedenti), lasciando andare la qualità dei disegni, leggermente meno curati delle precedenti serie, ma comunque negli standard degli anime annata 2012. Dal punto di vista sonoro troviamo bellissime OST e buone opening ed ending, molto orecchiabili, che rimangono nella mente dello spettatore e danno un senso di nostalgia una volta che l'anime è finito.
Commento finale
Prima che inizino i linciaggi, perché ho deciso di dare un voto così alto a questa serie, che secondo gli altri supera di poco la sufficienza? Ho deciso di dare un voto alto perché tengo molto in considerazione la componente "immedesimazione". Benché molti personaggi anonimi non mi abbiano dato nessuna emozione nei loro "momenti cult", riguardo a quelli primari ho avuto modo di rimanere commosso dalle loro azioni e dalle loro parole. Il punto più bello, però, rimane il finale, che non è per nulla scontato, e che si costruisce grazie alla serie conclusiva. Quindi: cosa possiamo dire, di "Shakugan no Shana"? Lo consiglio? Per seguire Shana c'è bisogno di un'enorme (e non scherzo) dose di pazienza e di dedizione per capire ogni singolo passaggio e ogni singola frase, perché nulla è scontato. Cosa molto importante, inoltre, è il messaggio che rimane nel cuore dello spettatore una volta finito l'anime: non è ancora finita. Non ancora. C'è altro, e si può continuare. A mio parere, questa è la conclusione del "girone" che ha a che fare con i personaggi che ora conosciamo, e ben presto arriverà l'inizio di un altro, con nuovi e vecchi personaggi. Sono fiducioso di vedere una nuova serie. Shana non è finita. Non ancora.
Voto finale: 9. Sarebbe dovuto essere 8 grazie alla dedizione ai particolari a scapito dell'evoluzione poco chiara della storia, ma il voto è lievitato grazie alle emozioni che mi ha donato questa serie.
La trama
Chiunque abbia visto le serie precedenti deve mettersi l'anima in pace: in questa terza serie la situazione non sarà tranquilla come prima, anzi saremo martoriati fin dall'inizio con cambiamenti su cambiamenti, e con il preludio di un'enorme battaglia che porterà via tutti e 24 gli episodi. Voglio dire una cosa: rispetto alle altre serie, questa si prospetta come forse, dal punto di vista di struttura, la più monotona delle tre, portando con sé anche momenti abbastanza anonimi e vuoti, in cui lo spettatore non saprà cosa decidere o per chi tifare tra le due enormi forze che si combatteranno nella guerra. Una nota di demerito va anche all'enorme quantità di personaggi, sia dal punto di vista dei "cattivi" sia da quello dei "buoni". Tantissimi nuovi Flame Hazes, tantissimi nuovi Tomogara, troppe cose in un solo episodio porteranno all'assimilazione di fin troppe informazioni da parte dello spettatore, che, ripeto, confuso, non saprà cosa pensare, e si limiterà all'osservazione degli eventi, lasciando andare gli eventi così come sono. Una cosa però che ho apprezzato tantissimo è stata la cura dei particolari e delle scene negli episodi finali, che mi hanno anche portato alla commozione in alcuni momenti. Insomma, questa terza serie, con le nuove migliaia di personaggi e lo stravolgimento della storia passata, si prospetta come la più complessa, la più colma di eventi e la più appassionata. I personaggi secondari umani vengono ridotti al minimo, lasciando solo coloro che davvero sono importanti, così come anche le spiegazioni "tranquille", in cui lo spettatore può raccapezzarsi e riprendere la retta via. Di fronte, insomma, a questa serie mastodontica, c'è poco da fare: la cosa migliore è seguire gli eventi e accettarli così come sono, senza cercare di ricreare un filo logico in ogni azione che apparentemente non lo è.
Lato tecnico
Se dal punto di vista della trama troviamo qualcosa di abbastanza confusionario, ma che alla fine fa, bene o male, quadrare i conti, dal punto di vista tecnico troviamo un "salto di qualità" degno di nota: la J.C.Staff ha applicato un'ottima dedizione ai particolari delle animazioni (punto debole delle produzioni precedenti), lasciando andare la qualità dei disegni, leggermente meno curati delle precedenti serie, ma comunque negli standard degli anime annata 2012. Dal punto di vista sonoro troviamo bellissime OST e buone opening ed ending, molto orecchiabili, che rimangono nella mente dello spettatore e danno un senso di nostalgia una volta che l'anime è finito.
Commento finale
Prima che inizino i linciaggi, perché ho deciso di dare un voto così alto a questa serie, che secondo gli altri supera di poco la sufficienza? Ho deciso di dare un voto alto perché tengo molto in considerazione la componente "immedesimazione". Benché molti personaggi anonimi non mi abbiano dato nessuna emozione nei loro "momenti cult", riguardo a quelli primari ho avuto modo di rimanere commosso dalle loro azioni e dalle loro parole. Il punto più bello, però, rimane il finale, che non è per nulla scontato, e che si costruisce grazie alla serie conclusiva. Quindi: cosa possiamo dire, di "Shakugan no Shana"? Lo consiglio? Per seguire Shana c'è bisogno di un'enorme (e non scherzo) dose di pazienza e di dedizione per capire ogni singolo passaggio e ogni singola frase, perché nulla è scontato. Cosa molto importante, inoltre, è il messaggio che rimane nel cuore dello spettatore una volta finito l'anime: non è ancora finita. Non ancora. C'è altro, e si può continuare. A mio parere, questa è la conclusione del "girone" che ha a che fare con i personaggi che ora conosciamo, e ben presto arriverà l'inizio di un altro, con nuovi e vecchi personaggi. Sono fiducioso di vedere una nuova serie. Shana non è finita. Non ancora.
Voto finale: 9. Sarebbe dovuto essere 8 grazie alla dedizione ai particolari a scapito dell'evoluzione poco chiara della storia, ma il voto è lievitato grazie alle emozioni che mi ha donato questa serie.
Premetto di aver visto tutte le serie precedenti. Ciò che mi ha sorpreso particolarmente è stato il colpo di scena che vede Yuji e Shana contrapposti. Alla fine della seconda serie mi sarei aspettato il normale prosieguo della storia, ossia il solito nemico molto forte difficile da battere, sconfitto dopo una serie di peripezie e il ricorso al lavoro di squadra. Niente di più sbagliato. Come detto, il colpo di scena mi ha lasciato stupefatto. Il contrapporre i due protagonisti principali delle serie precedenti è stata una scelta azzardata che secondo me ha dato i suoi frutti: anche il cambiamento delle tematiche, passando dai classici scolari che combattono per salvare il mondo a una questione "gnoseologica" su come il male possa essere frainteso. La stessa idea che si è data di moralità nelle serie precedenti, con i Tomogara rappresentati come esseri malvagi e senza scrupoli, nella terza stagione viene sconvolta. Finalmente si può capire come mai i Tomogara si comportino in quel modo, lasciando spazio a un'analisi delle loro motivazioni. E in effetti non credo possano certo essere definite malvagie. Il concetto di malvagio è spesso legato solamente alla natura umana, ma danneggiare gli umani non significa sempre essere malvagio. Come visto nella serie, anche i Tomogara hanno i loro perché, condivisibili o meno. Quindi il mondo che si delinea nella terza serie è un mondo meno contrapposto, volendo più vicino alla realtà: scompare la contrapposizione ideologica tra Tomogara e Flame Haze, tra nero e bianco, per dare un'impostazione meno fondamentalista, creando l'idea di un mondo in cui la giustizia si trova nel mezzo: come dice un vecchio detto "non è solo bianco e nero, ma speso grigio". E questa teoria è splendidamente dimostrata da Yuji, protagonista anche più di Shana. La sua figura è quella che più si avvicina alla figura di un vero essere umano.
Chiunque avesse avuto un piano e avesse avuto la possibilità di portarlo al termine non avrebbe esitato a usare qualsiasi mezzo per compierlo. Il fine non giustifica mai il mezzo, ma grazie alla sua scelta possiamo comprendere le vere motivazioni dei Tomogara e del Bal Masquè. Non sono spinti dalla pura fame di divorare anime umane, non è un "nichilismo" fine a se stesso, ma le loro motivazioni sono ben più profonde: vivere. La loro è una scelta tra la vita e la morte, tra il morire e combattere contro i Flame Haze. E chi siamo noi per mettere in discussione la loro scelta, nessuno avrebbe fatto altrimenti: "Chi lotta può perdere, ma chi non lotta ha già perso". Questo è quello che Yuji vuole trasmettere, lui decide di combattere in favore del suo ideale.
E' quindi una lotta tra due diverse concezioni del mondo, quella più restrittiva e ancorata alla soppressione e alla "discriminazione" dei Tomogara da parte dei Flame Haze e la lotta per la libertà dei Tomogara stessi. E la clandestinità a cui sono ridotti potrebbe essere vista alla stregua delle società segrete che hanno portato alla nascita di alcune moderne nazioni nel XIX secolo. I Tomogara, costretti alla clandestinità, dopo che il loro diritto alla libertà è stato calpestato, agognano solamente alla loro libertà, magari anche pacifica, al fianco dei Flame Haze. E ci se ne può rendere conto anche solo dal nome dato ad Alastor: "Dio dell'Espiazione": come può un essere giudicare i suoi stessi simili emettendo condanne capitali soltanto per le azioni a cui sono costretti da lui stesso.
Quindi Alastor somma su di sé sia la facoltà di emettere leggi, i codici di comportamento che i Tomogara dovrebbero seguire, sia la possibilità di condannarli. Per tutti questi motivi preferisco di gran lunga questa serie alle precedenti, e mi sento di darle il voto che le spetta: 10.
Chiunque avesse avuto un piano e avesse avuto la possibilità di portarlo al termine non avrebbe esitato a usare qualsiasi mezzo per compierlo. Il fine non giustifica mai il mezzo, ma grazie alla sua scelta possiamo comprendere le vere motivazioni dei Tomogara e del Bal Masquè. Non sono spinti dalla pura fame di divorare anime umane, non è un "nichilismo" fine a se stesso, ma le loro motivazioni sono ben più profonde: vivere. La loro è una scelta tra la vita e la morte, tra il morire e combattere contro i Flame Haze. E chi siamo noi per mettere in discussione la loro scelta, nessuno avrebbe fatto altrimenti: "Chi lotta può perdere, ma chi non lotta ha già perso". Questo è quello che Yuji vuole trasmettere, lui decide di combattere in favore del suo ideale.
E' quindi una lotta tra due diverse concezioni del mondo, quella più restrittiva e ancorata alla soppressione e alla "discriminazione" dei Tomogara da parte dei Flame Haze e la lotta per la libertà dei Tomogara stessi. E la clandestinità a cui sono ridotti potrebbe essere vista alla stregua delle società segrete che hanno portato alla nascita di alcune moderne nazioni nel XIX secolo. I Tomogara, costretti alla clandestinità, dopo che il loro diritto alla libertà è stato calpestato, agognano solamente alla loro libertà, magari anche pacifica, al fianco dei Flame Haze. E ci se ne può rendere conto anche solo dal nome dato ad Alastor: "Dio dell'Espiazione": come può un essere giudicare i suoi stessi simili emettendo condanne capitali soltanto per le azioni a cui sono costretti da lui stesso.
Quindi Alastor somma su di sé sia la facoltà di emettere leggi, i codici di comportamento che i Tomogara dovrebbero seguire, sia la possibilità di condannarli. Per tutti questi motivi preferisco di gran lunga questa serie alle precedenti, e mi sento di darle il voto che le spetta: 10.
"Shakugan no Shana" è una serie che nel bene o nel male è riuscita a tenermi davanti allo schermo in maniera abbastanza convincente. La trama è complessa, ma viene sfoltita spesso da episodi in tema scolastico/slice of life, per rilassare lo spettatore in preparazione alla prossima battaglia. Questa è stata forse la scelta che ha decretato il successo di questa serie, che riesce a unire in maniera discreta il genere commedia romantica, e un buon shounen/seinen.
Questo fino alla terza serie, "Shakugan no Shana Final", dove improvvisamente si decide di buttare via completamente il genere scolastico/romantico per dedicarsi completamente ai combattimenti e a una guerra, ormai onnipresente in ogni shounen, venuta fuori praticamente dal nulla. Le puntate tranquille, all'insegna dei triangoli amorosi, che per quanto già visti, alleviavano la visione dell'anime, qui sono sparite, lasciando che lo spettatore si sorbisca combattimenti, strategie, combattimenti, e ancora combattimenti, il tutto ripetuto per 24 puntate. E la storia d'amore dov'è finita?
Nonostante tutto, non è questa la cosa che mi ha lasciato allibito, bensì la sorte che è toccata al protagonista maschile dell'opera, ossia (R)Yuji, che in questa serie avrà ben poco a che fare con Taig... Ops, Shana, eccetto scannarsi a vicenda in ogni occasione. Sì, avete capito bene, Yuji, di punto in bianco all'inizio di questa serie, si trasformerà in niente di meno che il boss dei cattivi; esatto, proprio il nemico finale. Ci rendiamo conto della cosa? E' come dire che Goku diventi Freezer, o Tobi in realtà sia Naruto. Cose da pazzi! Come si può stravolgere una trama in questa maniera?
Quindi cos'è rimasto di "Shakugn no Shana"? Un seinen abbastanza scadente, con buone animazioni, una trama ancora più complessa e incasinata delle serie precedenti; i generi scolastico/romantico/slice of life sono stati gettati letteralmente nel cesso, e i protagonisti, che fino alla fine della seconda serie erano compagni, improvvisamente cercano di sconfiggersi a vicenda per 24 puntate, nonostante sappiano perfettamente che si amano a vicenda. Sensato, eh?
Qual è la conclusione dunque? Questa serie non raggiunge minimamente la sufficienza, come se la sono meritata le due precedenti, ma va comunque vista per completare la trilogia. Se fino ad adesso "Shakugan no Shana" rimaneva comunque un buon anime, con questa serie, e con questo finale, nel complesso si becca un 6. Questa serie invece un 5.
Questo fino alla terza serie, "Shakugan no Shana Final", dove improvvisamente si decide di buttare via completamente il genere scolastico/romantico per dedicarsi completamente ai combattimenti e a una guerra, ormai onnipresente in ogni shounen, venuta fuori praticamente dal nulla. Le puntate tranquille, all'insegna dei triangoli amorosi, che per quanto già visti, alleviavano la visione dell'anime, qui sono sparite, lasciando che lo spettatore si sorbisca combattimenti, strategie, combattimenti, e ancora combattimenti, il tutto ripetuto per 24 puntate. E la storia d'amore dov'è finita?
Nonostante tutto, non è questa la cosa che mi ha lasciato allibito, bensì la sorte che è toccata al protagonista maschile dell'opera, ossia (R)Yuji, che in questa serie avrà ben poco a che fare con Taig... Ops, Shana, eccetto scannarsi a vicenda in ogni occasione. Sì, avete capito bene, Yuji, di punto in bianco all'inizio di questa serie, si trasformerà in niente di meno che il boss dei cattivi; esatto, proprio il nemico finale. Ci rendiamo conto della cosa? E' come dire che Goku diventi Freezer, o Tobi in realtà sia Naruto. Cose da pazzi! Come si può stravolgere una trama in questa maniera?
Quindi cos'è rimasto di "Shakugn no Shana"? Un seinen abbastanza scadente, con buone animazioni, una trama ancora più complessa e incasinata delle serie precedenti; i generi scolastico/romantico/slice of life sono stati gettati letteralmente nel cesso, e i protagonisti, che fino alla fine della seconda serie erano compagni, improvvisamente cercano di sconfiggersi a vicenda per 24 puntate, nonostante sappiano perfettamente che si amano a vicenda. Sensato, eh?
Qual è la conclusione dunque? Questa serie non raggiunge minimamente la sufficienza, come se la sono meritata le due precedenti, ma va comunque vista per completare la trilogia. Se fino ad adesso "Shakugan no Shana" rimaneva comunque un buon anime, con questa serie, e con questo finale, nel complesso si becca un 6. Questa serie invece un 5.
Un produttore americano si reca sul set di un suo film dedicato alla vita di Gesù. Dato che il suo obiettivo era quello di creare un colossal aveva deciso di non badare a spese per la sua realizzazione e creare qualcosa che il mondo avrebbe ricordato per sempre; così aveva deciso di controllare personalmente l'andamento delle riprese. Ne rimase, però, decisamente deluso e per questo motivo convocò a colloquio il regista che aveva scelto per chiedere spiegazioni. In particolar modo volle che il regista gli spiegasse chi fossero quelle dodici persone che seguivano Gesù ovunque. Il regista, ovviamente, rispose che si trattava degli apostoli; il produttore, allora, piuttosto accigliato disse: "e perché mai sono solo dodici? Questo deve essere un colossal non un filmetto da quattro soldi! Gli apostoli devono essere almeno un centinaio!".
Non ho citato questa vecchia barzelletta, che all'apparenza sembra fuori luogo qui, nella speranza di suscitare l'ilarità di qualcuno, ma semplicemente perché il mio sentimento alla conclusione della terza e ultima serie di "Shakugan no Shana" potrebbe essere facilmente accomunato a quello del regista costretto a sopportare la megalomania del suo principale. Ancora non so quali siano le reazioni degli altri estimatori di questa, serie ma personalmente mi ritengo molto deluso. In questo suo capitolo finale, infatti, "Shakugan no Shana" perde completamente la fisionomia che aveva garantito il successo delle prime due edizioni per proporre una struttura del tutto nuova incentrata completamente sulla guerra fra Flame Haze e Tomogara, sulla presenza di un numero incalcolabile di personaggi dai nomi indiani (lunghissimi e assolutamente difficili da ricordare) e su una trama tanto complessa quanto, a mio avviso, futile e insensata.
In questo modo a rimetterci è la parte in chiave "slice of life" che tanta importanza aveva avuto, anche se gli autori sembrano non accorgersene, fino a questo momento e che in questo capitolo finale è assente ingiustificata. Scompaiono così gli "Urusai" di Shana, i "Margery dow" pronunciati con grande enfasi da Marco, la battaglia amorosa per la conquista del cuore di Yuji (che arriva a conclusione, ma senza confronto), e tanto altro. Insomma, per larghi tratti, sembra tutta un'altra serie al pari della vita di Gesù e dei suoi cento apostoli.
Non che sia tutto da buttare: per un bel pezzo la storia si lascia seguire con grande curiosità e l'ultimo episodio mostra quello che mi sarei aspettato di vedere; ma la scelta di contrapporre Shana e Yuji per ventiquattro episodi limita troppo le loro interazioni e questo, alla lunga, pesa specie per chi, come me, considerava il loro particolare rapporto come il cardine principale della serie. In più, una volta spiegati i motivi del conflitto, non si capisce perché esso prosegua quando le due parti avrebbero benissimo potuto accordarsi - la spiegazione riferita è molto debole e poco convincente.
In definitiva assegno un sei di stima a questo titolo perché, pur non approvandone i cambiamenti, come ha già detto qualcuno, Shana resta Shana nel bene e nel male. E in ogni caso non si tratta di un prodotto troppo scandaloso, ma solo troppo diverso rispetto a come eravamo stati abituati.
Non ho citato questa vecchia barzelletta, che all'apparenza sembra fuori luogo qui, nella speranza di suscitare l'ilarità di qualcuno, ma semplicemente perché il mio sentimento alla conclusione della terza e ultima serie di "Shakugan no Shana" potrebbe essere facilmente accomunato a quello del regista costretto a sopportare la megalomania del suo principale. Ancora non so quali siano le reazioni degli altri estimatori di questa, serie ma personalmente mi ritengo molto deluso. In questo suo capitolo finale, infatti, "Shakugan no Shana" perde completamente la fisionomia che aveva garantito il successo delle prime due edizioni per proporre una struttura del tutto nuova incentrata completamente sulla guerra fra Flame Haze e Tomogara, sulla presenza di un numero incalcolabile di personaggi dai nomi indiani (lunghissimi e assolutamente difficili da ricordare) e su una trama tanto complessa quanto, a mio avviso, futile e insensata.
In questo modo a rimetterci è la parte in chiave "slice of life" che tanta importanza aveva avuto, anche se gli autori sembrano non accorgersene, fino a questo momento e che in questo capitolo finale è assente ingiustificata. Scompaiono così gli "Urusai" di Shana, i "Margery dow" pronunciati con grande enfasi da Marco, la battaglia amorosa per la conquista del cuore di Yuji (che arriva a conclusione, ma senza confronto), e tanto altro. Insomma, per larghi tratti, sembra tutta un'altra serie al pari della vita di Gesù e dei suoi cento apostoli.
Non che sia tutto da buttare: per un bel pezzo la storia si lascia seguire con grande curiosità e l'ultimo episodio mostra quello che mi sarei aspettato di vedere; ma la scelta di contrapporre Shana e Yuji per ventiquattro episodi limita troppo le loro interazioni e questo, alla lunga, pesa specie per chi, come me, considerava il loro particolare rapporto come il cardine principale della serie. In più, una volta spiegati i motivi del conflitto, non si capisce perché esso prosegua quando le due parti avrebbero benissimo potuto accordarsi - la spiegazione riferita è molto debole e poco convincente.
In definitiva assegno un sei di stima a questo titolo perché, pur non approvandone i cambiamenti, come ha già detto qualcuno, Shana resta Shana nel bene e nel male. E in ogni caso non si tratta di un prodotto troppo scandaloso, ma solo troppo diverso rispetto a come eravamo stati abituati.
Dopo aver visto le precedenti stagioni, special, OAV, movie, mi aspettavo dall'ultima serie di Shakugan no Shana un epilogo degno della splendida light novel di Takahashi.
Quando circa 3 mesi fa ho guardato il primo episodio sono rimasta letteralmente stupefatta, poiché l'anime da shounen scolastico con elementi shoujo improntato su amicizia, amore e fiducia, si è evoluto in un seinen di carattere esistenzialistico e focalizzato sul tema della guerra, ambientato in un'atmosfera più cupa e macabra.
Se da una parte riscontriamo una frattura dello stereotipo del personaggio "tsundere", in cui invece di essere protagonista di gag comiche, Shana compie un'introspezione di sé, della sua natura, delle sue debolezze e, quindi, una crescita morale e spirituale; dall'altra lo spettatore si trova dinnanzi a un cambiamento radicale dovuto, oltre che per i motivi sopra citati, anche per l'entrata in scena di nuovi personaggi che rendono la trama più ingarbugliata e infinitamente lunga e il cui ruolo è talmente dominante nella nuova serie, da rendere i "vecchi" quasi delle comparse.
Sebbene Shakugan no Shana sia sempre stato un anime tendente al seinen, la terza stagione è esageratamente diversa rispetto alle precedenti e dall'incoerenza raramente esce qualcosa di buono.
In conclusione, troppo lunga la trama (in 3 mesi non è cambiato praticamente nulla), troppi nuovi personaggi, troppi nuovi temi, troppi cambiamenti anche dal punto di vista grafico. Se la seconda stagione non ci fosse stata, forse avrebbe ricevuto critiche più positive, ma la storia non si fa con i "se" o con i "ma".
Voto comunque 7 perché sono sicura di un finale coi "controfiocchi" e perchè Shana non è un personaggio ma uno stile di vita.
Quando circa 3 mesi fa ho guardato il primo episodio sono rimasta letteralmente stupefatta, poiché l'anime da shounen scolastico con elementi shoujo improntato su amicizia, amore e fiducia, si è evoluto in un seinen di carattere esistenzialistico e focalizzato sul tema della guerra, ambientato in un'atmosfera più cupa e macabra.
Se da una parte riscontriamo una frattura dello stereotipo del personaggio "tsundere", in cui invece di essere protagonista di gag comiche, Shana compie un'introspezione di sé, della sua natura, delle sue debolezze e, quindi, una crescita morale e spirituale; dall'altra lo spettatore si trova dinnanzi a un cambiamento radicale dovuto, oltre che per i motivi sopra citati, anche per l'entrata in scena di nuovi personaggi che rendono la trama più ingarbugliata e infinitamente lunga e il cui ruolo è talmente dominante nella nuova serie, da rendere i "vecchi" quasi delle comparse.
Sebbene Shakugan no Shana sia sempre stato un anime tendente al seinen, la terza stagione è esageratamente diversa rispetto alle precedenti e dall'incoerenza raramente esce qualcosa di buono.
In conclusione, troppo lunga la trama (in 3 mesi non è cambiato praticamente nulla), troppi nuovi personaggi, troppi nuovi temi, troppi cambiamenti anche dal punto di vista grafico. Se la seconda stagione non ci fosse stata, forse avrebbe ricevuto critiche più positive, ma la storia non si fa con i "se" o con i "ma".
Voto comunque 7 perché sono sicura di un finale coi "controfiocchi" e perchè Shana non è un personaggio ma uno stile di vita.