Chibi Devi!
Tratto dal manga di Hiromu Shinozuka, "Chibi devil" racconta la storia di Honoka, una quattordicenne dolce ma piuttosto timida e con la testa tra le nuvole. Honoka non è propriamente una ragazzina felice: le compagne di classe la maltrattano e vive assieme alla zia, con la quale non riesce ad avere un rapporto aperto e comunicativo. Un giorno, come per magia, Honoka trova nel suo letto un bambino con una coda e delle piccole ali da diavolo: da quel momento la protagonista, con l'aiuto del compagno di classe Shin, s'impegnerà a prendersi cura del piccolo Mao-chan come se fosse una vera mamma.
E' immediatamente evidente dal chara che "Chibi devil" è un anime ad alto contenuto zuccheroso, rivolto principalmente alle bambine (la rivista su cui il manga è serializzato si rivolge a un target di bambine delle elementari); il design è semplice e delicato, i colori sono accesi e brillanti, i personaggi hanno occhi grandissimi ed espressivi. Insomma, il cast è ricco di personaggi dall'aspetto fortemente "kawaii" e puccioso. Carinissima la sigla iniziale, semplice e breve, entra immediatamente in testa.
Passando alla trama, essa non può che ricordare all'istante il più famoso "Ufo baby", con il quale "Chibi devil" condivide i temi della "maternità", del "prendersi cura" e della famiglia. Nonostante i temi di fondo siano uguali, le due opere trattano gli argomenti in maniera totalmente differente, difatti "Ufo baby" elabora le tematiche in modo più profondo e complesso, avvalendosi di un cast di personaggi molto più ampio e di una loro caratterizzazione più attenta. E' necessario ricordare che "Ufo baby" si rivolge a un target leggermente più alto e la serie si compone di settantotto episodi da venticinque minuti ciascuno, mentre "Chibi devil" ha a disposizione solo quindici episodi della durata di circa cinque minuti. Se dovessimo paragonare le due serie certamente "Ufo baby" vincerebbe a mani basse, ma un paragone del genere sarebbe ingiusto e inutile, proprio in virtù delle caratteristiche di cui parlavo prima.
Essere mamma non è facile nemmeno per donne adulte e mature, figuriamoci per una quattordicenne insicura come Honoka che per di più si trova a occuparsi di un bambino molto piccolo e dotato di poteri speciali (a seconda di come viene vestito, il piccolo diavolo può sputare fuoco o lanciare fulmini). Nel corso della serie però, grazie all'aiuto di Shin - che farà da papà a Mao-chan -, del direttore dell'asilo dei diavoletti e delle mamme di altri piccoli diavoli, Honoka riuscirà a prendersi cura di Mao-chan come una vera madre, migliorando se stessa, i rapporti con la zia e imparando sulla propria pelle cosa significhi essere responsabile della vita di un altro essere vivente.
Un'esplosione di dolcezza e di buoni sentimenti insomma, ma se l'intento era quello di far sorridere lo spettatore e di fargli venire i lucciconi agli occhi per tanta pucciosità… allora il bersaglio è stato centrato in pieno!
E' immediatamente evidente dal chara che "Chibi devil" è un anime ad alto contenuto zuccheroso, rivolto principalmente alle bambine (la rivista su cui il manga è serializzato si rivolge a un target di bambine delle elementari); il design è semplice e delicato, i colori sono accesi e brillanti, i personaggi hanno occhi grandissimi ed espressivi. Insomma, il cast è ricco di personaggi dall'aspetto fortemente "kawaii" e puccioso. Carinissima la sigla iniziale, semplice e breve, entra immediatamente in testa.
Passando alla trama, essa non può che ricordare all'istante il più famoso "Ufo baby", con il quale "Chibi devil" condivide i temi della "maternità", del "prendersi cura" e della famiglia. Nonostante i temi di fondo siano uguali, le due opere trattano gli argomenti in maniera totalmente differente, difatti "Ufo baby" elabora le tematiche in modo più profondo e complesso, avvalendosi di un cast di personaggi molto più ampio e di una loro caratterizzazione più attenta. E' necessario ricordare che "Ufo baby" si rivolge a un target leggermente più alto e la serie si compone di settantotto episodi da venticinque minuti ciascuno, mentre "Chibi devil" ha a disposizione solo quindici episodi della durata di circa cinque minuti. Se dovessimo paragonare le due serie certamente "Ufo baby" vincerebbe a mani basse, ma un paragone del genere sarebbe ingiusto e inutile, proprio in virtù delle caratteristiche di cui parlavo prima.
Essere mamma non è facile nemmeno per donne adulte e mature, figuriamoci per una quattordicenne insicura come Honoka che per di più si trova a occuparsi di un bambino molto piccolo e dotato di poteri speciali (a seconda di come viene vestito, il piccolo diavolo può sputare fuoco o lanciare fulmini). Nel corso della serie però, grazie all'aiuto di Shin - che farà da papà a Mao-chan -, del direttore dell'asilo dei diavoletti e delle mamme di altri piccoli diavoli, Honoka riuscirà a prendersi cura di Mao-chan come una vera madre, migliorando se stessa, i rapporti con la zia e imparando sulla propria pelle cosa significhi essere responsabile della vita di un altro essere vivente.
Un'esplosione di dolcezza e di buoni sentimenti insomma, ma se l'intento era quello di far sorridere lo spettatore e di fargli venire i lucciconi agli occhi per tanta pucciosità… allora il bersaglio è stato centrato in pieno!