Last Exile - Ginyoku no Fam
"Last Exile - Fam, The Silver Wing" è un insulto alla serie originale, pieno di loli che urlano di continuo e che nei momenti drammatici, più che un effettiva immedesimazione, provocano fastidio. I protagonisti sono delle caricature di quelli originali, ne seguono lo stesso percorso evolutivo ma solo in maniera più 'cringe'.
La regia, pur disponendo di una qualità generale dell'anime dieci volte superiore alla serie originale (fatta dieci anni prima), è così terribile, che riesce ad annoiarti anche se tecnicamente l'anime è "fatto meglio".
Tutti i protagonisti sono buonissimi e tutti gli antagonisti dei super-cattivi, personaggi privi di uno spessore che, se negli anni '90 era una cosa accettabile, questa scissione netta tra bene e male nel 2012 risulta banale e ripetitiva, totalmente non in linea con i tempi. (Tra l'altro, la serie originale risulta molto più moderna della seconda, pur essendo fatta dieci anni prima).
Potrei continuare ancora e ancora, ma ho già perso troppo tempo a recensire una serie che di tempo da perderci dietro non ne merita. Ergo, mi limiterò a concludere che è una serie che non aggiunge nulla, è solo piena di fanservice fatto male, un inutile spreco di fondi frutto di una commercializzazione di un brand che lo eviscera della sua anima originale.
La regia, pur disponendo di una qualità generale dell'anime dieci volte superiore alla serie originale (fatta dieci anni prima), è così terribile, che riesce ad annoiarti anche se tecnicamente l'anime è "fatto meglio".
Tutti i protagonisti sono buonissimi e tutti gli antagonisti dei super-cattivi, personaggi privi di uno spessore che, se negli anni '90 era una cosa accettabile, questa scissione netta tra bene e male nel 2012 risulta banale e ripetitiva, totalmente non in linea con i tempi. (Tra l'altro, la serie originale risulta molto più moderna della seconda, pur essendo fatta dieci anni prima).
Potrei continuare ancora e ancora, ma ho già perso troppo tempo a recensire una serie che di tempo da perderci dietro non ne merita. Ergo, mi limiterò a concludere che è una serie che non aggiunge nulla, è solo piena di fanservice fatto male, un inutile spreco di fondi frutto di una commercializzazione di un brand che lo eviscera della sua anima originale.
La recensione dovrebbe in realtà essere composta solo da tre lettere: WTF?! Ma per civiltà spiegherò brevemente l'affermazione qui sopra riportata.
Volendo riprendere un ottimo anime degli anni passati, si è deciso di crearne un seguito. In questa storia troviamo un'ambientazione completamente cambiata rispetto alla serie precedente; gli autori hanno coraggiosamente deciso di puntare su nuovi personaggi principali e di utilizzare solo in maniera molto secondaria i personaggi della precedente stagione. Una decisione che si è rivelata catastrofica: infatti nessuno mette in dubbio la possibilità di sostituire i vecchi personaggi, ma francamente tutto dipende da come lo si fa. Le due protagoniste principali, suscitano talmente tanto odio e irritazione da rendere veramente arduo seguire l'anime, se poi aggiungiamo tutto il seguito di inutili ragazzine starnazzanti che si portano dietro, il gioco è fatto.
Se mi fate rivedere un Vespa giuro che non rispondo delle mie azioni, ho fortemente creduto fino a circa due terzi dell'opera che prima o poi si accorgessero che andare in battaglia contro delle corazzate a bordo di un triciclo non fosse proprio la tattica migliore, o perlomeno che gli autori si accorgessero che tirare giù una delle suddette corazzate con un colpo (un colpo sul serio) di lanciarazzi (razzi da segnalazione se ricordo bene, sigh) era un pochino inverosimile.
Fam, che dovrebbe essere fortemente caratterizzata, non lo è minimamente, non possiede una maturazione come personaggio e l'aura di mistero che si è voluto mettere sul suo passato è ridicola, la sua navigatrice risulta almeno un pochino più sviluppata.
I personaggi che tornano dalla prima serie vedono inalterato il loro carattere, non sono quindi stravolti, ma in compenso hanno talmente tanta importanza che ora si fanno mettere i piedi in testa da delle ragazzine di 12 anni che con tutta la tranquillità del mondo fanno un po' quello che gli pare, come giocare alla guerra anche dopo che un'intera città è appena stata spazzata via o continuare a parlare a vanvera di una corsa tra vanship mentre il mondo è sull'orlo della distruzione.
L'opera si salva solo grazie a una notevole realizzazione tecnica, buone musiche, sfondi, disegni e animazioni. Questi nuovi personaggi insulsi e la storia deboluccia meritano tutto il 4.
Volendo riprendere un ottimo anime degli anni passati, si è deciso di crearne un seguito. In questa storia troviamo un'ambientazione completamente cambiata rispetto alla serie precedente; gli autori hanno coraggiosamente deciso di puntare su nuovi personaggi principali e di utilizzare solo in maniera molto secondaria i personaggi della precedente stagione. Una decisione che si è rivelata catastrofica: infatti nessuno mette in dubbio la possibilità di sostituire i vecchi personaggi, ma francamente tutto dipende da come lo si fa. Le due protagoniste principali, suscitano talmente tanto odio e irritazione da rendere veramente arduo seguire l'anime, se poi aggiungiamo tutto il seguito di inutili ragazzine starnazzanti che si portano dietro, il gioco è fatto.
Se mi fate rivedere un Vespa giuro che non rispondo delle mie azioni, ho fortemente creduto fino a circa due terzi dell'opera che prima o poi si accorgessero che andare in battaglia contro delle corazzate a bordo di un triciclo non fosse proprio la tattica migliore, o perlomeno che gli autori si accorgessero che tirare giù una delle suddette corazzate con un colpo (un colpo sul serio) di lanciarazzi (razzi da segnalazione se ricordo bene, sigh) era un pochino inverosimile.
Fam, che dovrebbe essere fortemente caratterizzata, non lo è minimamente, non possiede una maturazione come personaggio e l'aura di mistero che si è voluto mettere sul suo passato è ridicola, la sua navigatrice risulta almeno un pochino più sviluppata.
I personaggi che tornano dalla prima serie vedono inalterato il loro carattere, non sono quindi stravolti, ma in compenso hanno talmente tanta importanza che ora si fanno mettere i piedi in testa da delle ragazzine di 12 anni che con tutta la tranquillità del mondo fanno un po' quello che gli pare, come giocare alla guerra anche dopo che un'intera città è appena stata spazzata via o continuare a parlare a vanvera di una corsa tra vanship mentre il mondo è sull'orlo della distruzione.
L'opera si salva solo grazie a una notevole realizzazione tecnica, buone musiche, sfondi, disegni e animazioni. Questi nuovi personaggi insulsi e la storia deboluccia meritano tutto il 4.
"Last Exile 2 - Fam ali d'argento", è il sequel della serie trasmessa su Mtv anni addietro e mi permetto di dire che è stata un'occasione persa per dare un seguito ad alcune vicende che erano rimaste in sospeso.
Le protagoniste della storia sono Fam, orfanella di misteriose origini, la sua amica Giselle e la principessa Millia, erede al trono di un regno decaduto e distrutto da una nazione ostile, l'Ades.
Ritroviamo nella serie alcuni personaggi della prima: Dio Eraclea, Alvis, Tatiana, Alistair e in pochi cameo anche Lavie e Claus. "Last exile 2" dovrebbe narrare le vicende di più nazioni in guerra che cercano una pace assai difficile da raggiungere, anche a costo di fare uso improprio degli Exile stessi, che altro non sono che astronavi che venivano usate per migrare su altri pianeti. La tara è nella trama, che specie nella seconda stagione è un cambio di fazioni continuo. Chi sta dalla parte del torto passa ai buoni e viceversa, non si ha una linearità nel racconto. I personaggi sono piatti, solo nelle ultimissime puntate mostrano un cervello, ma prima il vuoto. L'anime voleva essere un racconto di guerra? Bene, ma bisognava intrecciare maggiormente le vite dei personaggi e renderli più carismatici. La mia impressione è che si sia voluta realizzare una serie per celebrare una ricorrenza in casa Gonzo e per far sfoggio di grandi effetti speciali.
Tutto ciò che riguarda l'animazione delle vanship e delle navi da guerra è semplicemente spettacolare, superiore alla prima serie, ma la mancanza di personaggi ben definiti mi fa assegnare un voto mediocre.
Le protagoniste della storia sono Fam, orfanella di misteriose origini, la sua amica Giselle e la principessa Millia, erede al trono di un regno decaduto e distrutto da una nazione ostile, l'Ades.
Ritroviamo nella serie alcuni personaggi della prima: Dio Eraclea, Alvis, Tatiana, Alistair e in pochi cameo anche Lavie e Claus. "Last exile 2" dovrebbe narrare le vicende di più nazioni in guerra che cercano una pace assai difficile da raggiungere, anche a costo di fare uso improprio degli Exile stessi, che altro non sono che astronavi che venivano usate per migrare su altri pianeti. La tara è nella trama, che specie nella seconda stagione è un cambio di fazioni continuo. Chi sta dalla parte del torto passa ai buoni e viceversa, non si ha una linearità nel racconto. I personaggi sono piatti, solo nelle ultimissime puntate mostrano un cervello, ma prima il vuoto. L'anime voleva essere un racconto di guerra? Bene, ma bisognava intrecciare maggiormente le vite dei personaggi e renderli più carismatici. La mia impressione è che si sia voluta realizzare una serie per celebrare una ricorrenza in casa Gonzo e per far sfoggio di grandi effetti speciali.
Tutto ciò che riguarda l'animazione delle vanship e delle navi da guerra è semplicemente spettacolare, superiore alla prima serie, ma la mancanza di personaggi ben definiti mi fa assegnare un voto mediocre.
La prima parola che da associare a "Ginyoku no fam" è "deludente". Fare un paragone con la serie precedente è inutile, "Ginyoku no fam" ne esce con le ossa rotte su tutti i fronti. Del resto il primo "Last Exile" nasceva come serie di punta per festeggiare il decennale dello studio Gonzo nel suo massimo splendore. Questa serie invece nasce dalla necessità della Gonzo di restare a galla sfruttando, male, le sue vecchie glorie.
La storia ruota tutta attorno a tre ragazzine, Fam, Giselle e Millia, che a bordo di un minuscolo mezzo volante, detto Vespa, e delle stesse dimensioni dell'omonimo motorino italiano, devono salvare il loro mondo da una guerra devastante. E per fare questo non anno alcun bisogno di maturare, di affinare le proprie capacità o altro, a parte Millia, ma solo un poco. Esse sono già dotate dall'inizio di carisma e capacità strategiche e a paragone Harlock, Zero e Lupin sono dei dilettanti. In compenso hanno una visione del mondo talmente ingenua e melensa da fare vergognare anche i mini pony. Non contenti di aver caratterizzato le protagoniste in maniera tanto ridicola, sono riusciti a fare di peggio con quasi tutti i personaggi secondari.
Tanto per cominciare non esiste un ruolo di rilevanza in tutta la serie che non sia affidato a un personaggio femminile. Dall'infanta imperatrice, agli ufficiali della Silvyus, alla totalità dei piloti di caccia di Glacies, ecc., e a tutti, che in un modo o nell'altro devono cedere il passo alle straordinarie capacità di queste tre ragazzine a bordo di una lambretta volante: ridicolo. Si riesce a fare anche peggio con l'unico personaggio maschile che abbia un poco di spazio: il malvagio primo ministro Luscinia, che già con un nome così... Per tutta la serie si cerca di circondare il personaggio con un'aura da personaggio tragico-romantico a cui è stato affidato un compito ingrato ma necessario. Da povero cucciolo maltrattato alla "io non sono cattivo è che mi disegnano così". Se se lo fossero risparmiato avremmo avuto almeno un personaggio interessante in tutto l'anime. Perché la verità è che Luscinia è una carogna fatta e finita. Non ha onore, non rispetta mai alcun accordo, non si fa problemi a massacrare chiunque gli sia d'intralcio, e ad annientare intere nazioni. Quando, alla fine, si scopre per quale ragione ha compiuto ogni nefandezza possibile ti aspetteresti che almeno gli sputino in faccia ricoprendolo di improperi, ma anche questo ti viene negato.
Di buono, in quest'anime, cosa rimane? Sicuramente l'ambientazione e il mech design, scene di battaglia davvero spettacolari ed emozionanti, anche se mancano di accuratezza e a volte sfociano in colpi di scena assurdi. Troppo poco per la sufficienza. 3 secco invece per tutti gli amanti del primo "Last Exile"; da evitare a tutti i costi.
La storia ruota tutta attorno a tre ragazzine, Fam, Giselle e Millia, che a bordo di un minuscolo mezzo volante, detto Vespa, e delle stesse dimensioni dell'omonimo motorino italiano, devono salvare il loro mondo da una guerra devastante. E per fare questo non anno alcun bisogno di maturare, di affinare le proprie capacità o altro, a parte Millia, ma solo un poco. Esse sono già dotate dall'inizio di carisma e capacità strategiche e a paragone Harlock, Zero e Lupin sono dei dilettanti. In compenso hanno una visione del mondo talmente ingenua e melensa da fare vergognare anche i mini pony. Non contenti di aver caratterizzato le protagoniste in maniera tanto ridicola, sono riusciti a fare di peggio con quasi tutti i personaggi secondari.
Tanto per cominciare non esiste un ruolo di rilevanza in tutta la serie che non sia affidato a un personaggio femminile. Dall'infanta imperatrice, agli ufficiali della Silvyus, alla totalità dei piloti di caccia di Glacies, ecc., e a tutti, che in un modo o nell'altro devono cedere il passo alle straordinarie capacità di queste tre ragazzine a bordo di una lambretta volante: ridicolo. Si riesce a fare anche peggio con l'unico personaggio maschile che abbia un poco di spazio: il malvagio primo ministro Luscinia, che già con un nome così... Per tutta la serie si cerca di circondare il personaggio con un'aura da personaggio tragico-romantico a cui è stato affidato un compito ingrato ma necessario. Da povero cucciolo maltrattato alla "io non sono cattivo è che mi disegnano così". Se se lo fossero risparmiato avremmo avuto almeno un personaggio interessante in tutto l'anime. Perché la verità è che Luscinia è una carogna fatta e finita. Non ha onore, non rispetta mai alcun accordo, non si fa problemi a massacrare chiunque gli sia d'intralcio, e ad annientare intere nazioni. Quando, alla fine, si scopre per quale ragione ha compiuto ogni nefandezza possibile ti aspetteresti che almeno gli sputino in faccia ricoprendolo di improperi, ma anche questo ti viene negato.
Di buono, in quest'anime, cosa rimane? Sicuramente l'ambientazione e il mech design, scene di battaglia davvero spettacolari ed emozionanti, anche se mancano di accuratezza e a volte sfociano in colpi di scena assurdi. Troppo poco per la sufficienza. 3 secco invece per tutti gli amanti del primo "Last Exile"; da evitare a tutti i costi.
Spesso si usa dire che il sequel non è quasi mai a livello dell'opera primigenia; nel caso di "Last Exile - Ginyoku no Fam", tuttavia, quest'espressione non rende a sufficienza l'idea dell'enorme baratro che separa le due produzioni. Se la prima serie era infatti un gioiellino, il suo successore purtroppo si palesa come un progetto che a mio avviso pecca di un po' troppa presunzione. E' risaputo che volendo a tutti i costi strafare si rischia seriamente di esporre troppa carne al fuoco e poco ci si deve sorprendere se poi si naufraga verso lidi pericolosi, "nientificando" anche il poco che si era riusciti a imbastire. Non è però mia intenzione dar luogo, in questa sede, a un mero confronto con il progenitore di tale "seriucola", sebbene intenda disattendere questo mio proposito allorquando risulti strettamente necessario un tertium comparationis.
Ritengo proficuo esordire la disamina dell'opera partendo dal fattore che precipuamente ha destato il mio scetticismo: la scelta dei personaggi principali (e non) e la susseguente caratterizzazione dei medesimi, che pone le vicende in una prospettiva a mio avviso del tutto controproducente. L'assurdità che si ha l'ardire di proporre è quella di popolare quest'anime con una moltitudine di ragazzine in età prepuberale, sebbene si voglia sviluppare una storia piuttosto seria che vede come epicentro una guerra su scala mondiale, conferendo loro un ruolo peculiare all'interno del muoversi delle vicende, benché il contesto (e le stesse) o non le riguardi minimamente ovvero le riguardi, ma in un modo tale da appiattire o rendere inverosimile lo svolgimento della narrazione, finendo per deprezzare il risultato. Inoltre si sente la mancanza di personaggi comprimari di spessore e carisma (quali erano, ad esempio nella prima, Sophia, Alex e Delphine, cui spettava un ruolo fondamentale), adeguati a sollevare la situazione e a compensare le mancanze di quelli principali. Purtroppo il cast è composto da uno scialbo teatrino di figure in cemento senza anima. Trattasi di una scelta infelice, che porterà a conseguenze che sfiorano pericolosamente il ridicolo, come ad esempio il partecipare di queste "bevitrici di latte" a consigli di guerra incredibilmente importanti, peraltro in situazioni di grave tensione politica, come se fossero al bar con la zia, o il renderle la chiave delle vicende quasi fossero delle elette dal destino, ovvero, e questo è uno dei nei più gravi, il fare sconfinare ogni possibile momento di riflessione in vuota retorica con abbondante aggiunta di zollette di zucchero e miele.
Ruolo fondamentale in tutto ciò ha il leitmotiv della Grand Race e della felicità di volare nel cielo, vessillo della protagonista, Fam, nonché incarnazione degli ingenui ideali che vengono in modo preponderante esaltati dalla medesima con grande entusiasmo e ottimismo nelle più svariate occasioni. Tale effluvio di idealismo posticcio raggiungerà vette di preoccupante ottusità tendenti a infinito, sebbene venga leggermente intaccato e smorzato da un pallido spiraglio nelle battute finali per poi tornare più pimpante che mai senza indugio alcuno. La protagonista risulta un personaggio del tutto fuori luogo e monotono, sembra alienarsi da ogni schema pulsionale tipico di una quindicenne per trasformarsi nella regina delle temerarie. Le sue peculiarità caratteriali vengono idealizzate ed esasperate al massimo grado, rendendola prevedibile e rigida. Assieme all'amica, in qualità di navigatore, quest'incarnazione dell'ingenuità, che fin troppo spesso sembra solo il pallido riflesso dello stucchevole copione affidatole dallo sceneggiatore, si cimenterà in rocambolesche e inverosimili imprese, non vedendo l'ora di buttarsi nella mischia in barba a qualunque shock emotivo o trauma possa causare la guerra, impermeabile a ciò che stremerebbe persino il più nerboruto degli uomini.
Volendo ricorrere a esempi e confronti di siffatte incongruenze o forzature a livello caratteriale, si ricordi di come Lavie, nella prima serie, una volta misuratasi con il pericolo delle battaglie e della guerra, si fosse ritirata dall'idea di volare in quel "cielo", e di come lei e Alvis risultassero perlomeno accettabili nel loro "modus agendi" in quanto giovani puellae. Inoltre, sebbene sia Lavie sia Claus fossero piloti dotati, esse palesano fin dal primo momento le loro lacune in svariate occasioni (ex.redout), mentre Fam gode della quasi infallibilità in ogni sua macchinazione e prodezza, e la sua amica possiede invece diverse lauree in cartografia e astrofisica, cosa assolutamente normale per una bambina.
Le considerazioni di cui sopra vogliono fare intendere come il tema della guerra sia fondamentalmente strapazzato e banalizzato poiché inserito in una prospettiva del tutto inaccettabile e inadeguata, esautorando in tal modo ogni possibile credibilità e serietà. La leggerezza con cui ci si approccia a tale tematica è quanto di più affine ai comuni stereotipi. Si dà adito così alla solita storiellina che vede l'antagonista da cattivo scoprirsi in realtà anche lui aspirante alla pace, ma con mezzi "moralmente" sbagliati, e da qui il contrapporsi di questa posizione con l'idealismo della fazione opposta.
Si sconfina, fin troppo spesso, nel puro infantilismo e in una trattazione del tutto lineare, per non dire quasi fatiscente, che ben poco ha da offrire, se non noia. Tralasciando questi discutibili risvolti, mi sta a cuore evidenziare anche un altro punto: il riciclaggio spietato di personaggi, peraltro tra quelli più affascinanti, della prima serie, defilati dall'intreccio principale e resi puppets di un plot evanescente e vuoto, espediente patetico volto ad attrarre l'attenzione di quella fetta di pubblico più nostalgica, in modo da aumentare le chance di successo.
"Last Exile - Ginyoku no Fam" si salva dalla disfatta in corner proprio verso la fine, dove si assiste a un elevarsi del tenore, salvo poi precipitare in un baratro senza fondo: le vicende si concludono nel migliore dei modi possibili e, aggiungerei, nel modo più smielato e banale possibile. Personalmente l'unico apprezzamento che mi sento di fare sta nell'elogiare l'incredibile realizzazione grafica e tecnica, principalmente per l'uso magistrale di Computer Grafica, amalgamata con maestria all'animazione. Inoltre diversi momenti di confronto bellico riescono a essere incredibilmente suggestivi ed esaltanti, per merito anche di un comparto sonoro eccellente e azzeccato. La trama, a onore del vero, risulta a tratti anche piacevole nonostante abbia più bassi che alti e si faccia piuttosto tirata nella seconda metà per poi innalzarsi nelle battute immediatamente precedenti alla conclusione, e infine confluire in modo del tutto scontato in un lieto fine praticamente telefonato. Rimane del fumo su alcuni dettagli, in particolare per il collegamento che si presenta con la prima serie e che viene in parte rivelato e in parte permane ammantato dal mistero, ma che purtroppo riapre delle questioni che si pensavano perfettamente chiuse. Personalmente non sono rimasto molto soddisfatto dalla visione di questa serie, ma le riconosco alcuni pregi e penso possa piacere a chi non si fa problemi per i punti da me su delineati. Per chi, come me, ha amato la prima serie e il suo finale aperto ma fortemente malinconico, amaro e dolce al contempo, forse sarebbe meglio dirigere le proprie mire altrove.
Ritengo proficuo esordire la disamina dell'opera partendo dal fattore che precipuamente ha destato il mio scetticismo: la scelta dei personaggi principali (e non) e la susseguente caratterizzazione dei medesimi, che pone le vicende in una prospettiva a mio avviso del tutto controproducente. L'assurdità che si ha l'ardire di proporre è quella di popolare quest'anime con una moltitudine di ragazzine in età prepuberale, sebbene si voglia sviluppare una storia piuttosto seria che vede come epicentro una guerra su scala mondiale, conferendo loro un ruolo peculiare all'interno del muoversi delle vicende, benché il contesto (e le stesse) o non le riguardi minimamente ovvero le riguardi, ma in un modo tale da appiattire o rendere inverosimile lo svolgimento della narrazione, finendo per deprezzare il risultato. Inoltre si sente la mancanza di personaggi comprimari di spessore e carisma (quali erano, ad esempio nella prima, Sophia, Alex e Delphine, cui spettava un ruolo fondamentale), adeguati a sollevare la situazione e a compensare le mancanze di quelli principali. Purtroppo il cast è composto da uno scialbo teatrino di figure in cemento senza anima. Trattasi di una scelta infelice, che porterà a conseguenze che sfiorano pericolosamente il ridicolo, come ad esempio il partecipare di queste "bevitrici di latte" a consigli di guerra incredibilmente importanti, peraltro in situazioni di grave tensione politica, come se fossero al bar con la zia, o il renderle la chiave delle vicende quasi fossero delle elette dal destino, ovvero, e questo è uno dei nei più gravi, il fare sconfinare ogni possibile momento di riflessione in vuota retorica con abbondante aggiunta di zollette di zucchero e miele.
Ruolo fondamentale in tutto ciò ha il leitmotiv della Grand Race e della felicità di volare nel cielo, vessillo della protagonista, Fam, nonché incarnazione degli ingenui ideali che vengono in modo preponderante esaltati dalla medesima con grande entusiasmo e ottimismo nelle più svariate occasioni. Tale effluvio di idealismo posticcio raggiungerà vette di preoccupante ottusità tendenti a infinito, sebbene venga leggermente intaccato e smorzato da un pallido spiraglio nelle battute finali per poi tornare più pimpante che mai senza indugio alcuno. La protagonista risulta un personaggio del tutto fuori luogo e monotono, sembra alienarsi da ogni schema pulsionale tipico di una quindicenne per trasformarsi nella regina delle temerarie. Le sue peculiarità caratteriali vengono idealizzate ed esasperate al massimo grado, rendendola prevedibile e rigida. Assieme all'amica, in qualità di navigatore, quest'incarnazione dell'ingenuità, che fin troppo spesso sembra solo il pallido riflesso dello stucchevole copione affidatole dallo sceneggiatore, si cimenterà in rocambolesche e inverosimili imprese, non vedendo l'ora di buttarsi nella mischia in barba a qualunque shock emotivo o trauma possa causare la guerra, impermeabile a ciò che stremerebbe persino il più nerboruto degli uomini.
Volendo ricorrere a esempi e confronti di siffatte incongruenze o forzature a livello caratteriale, si ricordi di come Lavie, nella prima serie, una volta misuratasi con il pericolo delle battaglie e della guerra, si fosse ritirata dall'idea di volare in quel "cielo", e di come lei e Alvis risultassero perlomeno accettabili nel loro "modus agendi" in quanto giovani puellae. Inoltre, sebbene sia Lavie sia Claus fossero piloti dotati, esse palesano fin dal primo momento le loro lacune in svariate occasioni (ex.redout), mentre Fam gode della quasi infallibilità in ogni sua macchinazione e prodezza, e la sua amica possiede invece diverse lauree in cartografia e astrofisica, cosa assolutamente normale per una bambina.
Le considerazioni di cui sopra vogliono fare intendere come il tema della guerra sia fondamentalmente strapazzato e banalizzato poiché inserito in una prospettiva del tutto inaccettabile e inadeguata, esautorando in tal modo ogni possibile credibilità e serietà. La leggerezza con cui ci si approccia a tale tematica è quanto di più affine ai comuni stereotipi. Si dà adito così alla solita storiellina che vede l'antagonista da cattivo scoprirsi in realtà anche lui aspirante alla pace, ma con mezzi "moralmente" sbagliati, e da qui il contrapporsi di questa posizione con l'idealismo della fazione opposta.
Si sconfina, fin troppo spesso, nel puro infantilismo e in una trattazione del tutto lineare, per non dire quasi fatiscente, che ben poco ha da offrire, se non noia. Tralasciando questi discutibili risvolti, mi sta a cuore evidenziare anche un altro punto: il riciclaggio spietato di personaggi, peraltro tra quelli più affascinanti, della prima serie, defilati dall'intreccio principale e resi puppets di un plot evanescente e vuoto, espediente patetico volto ad attrarre l'attenzione di quella fetta di pubblico più nostalgica, in modo da aumentare le chance di successo.
"Last Exile - Ginyoku no Fam" si salva dalla disfatta in corner proprio verso la fine, dove si assiste a un elevarsi del tenore, salvo poi precipitare in un baratro senza fondo: le vicende si concludono nel migliore dei modi possibili e, aggiungerei, nel modo più smielato e banale possibile. Personalmente l'unico apprezzamento che mi sento di fare sta nell'elogiare l'incredibile realizzazione grafica e tecnica, principalmente per l'uso magistrale di Computer Grafica, amalgamata con maestria all'animazione. Inoltre diversi momenti di confronto bellico riescono a essere incredibilmente suggestivi ed esaltanti, per merito anche di un comparto sonoro eccellente e azzeccato. La trama, a onore del vero, risulta a tratti anche piacevole nonostante abbia più bassi che alti e si faccia piuttosto tirata nella seconda metà per poi innalzarsi nelle battute immediatamente precedenti alla conclusione, e infine confluire in modo del tutto scontato in un lieto fine praticamente telefonato. Rimane del fumo su alcuni dettagli, in particolare per il collegamento che si presenta con la prima serie e che viene in parte rivelato e in parte permane ammantato dal mistero, ma che purtroppo riapre delle questioni che si pensavano perfettamente chiuse. Personalmente non sono rimasto molto soddisfatto dalla visione di questa serie, ma le riconosco alcuni pregi e penso possa piacere a chi non si fa problemi per i punti da me su delineati. Per chi, come me, ha amato la prima serie e il suo finale aperto ma fortemente malinconico, amaro e dolce al contempo, forse sarebbe meglio dirigere le proprie mire altrove.