Soukyuu no Fafner: Dead Aggressor - Heaven and Earth
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Recuperare una serie anime dopo che quest'ultima fu tramessa a distanza di anni non è cosa da poco, perché, magari, chi avrà visto tale serie potrebbe non ricordare nulla o la maggior parte di ciò che ha visto.
E’ il caso di “Soukyuu no Fafner”, che ebbe la sua trasmissione nel 2004, con un episodio prequel OAV uscito l'anno dopo: il fatto di realizzare un film sequel nel 2010, ovvero dopo un bel po’ di anni, può essere un azzardo, perché chi ha visto quella serie potrebbe aver dimenticato avvenimenti o personaggi (cosa successa nel mio caso, poiché vidi questo film un bel po’ di tempo dopo la serie).
Non si sa quale è stata la molla che ha convinto Xebec a ritornare su questa saga, fatto sta che dopo cinque anni dall'ultima opera di “Soukyuu no Fafner”, ovvero l'OAV “Right of Left”, hanno deciso di portare il seguito nientemeno che sul grande schermo. Ecco a voi il film “Heaven and Earth”.
Passati due anni dalla battaglia contro il Mir del Polo Nord, sull'isola di Tatsumiya la vita torna tranquilla per i suoi abitanti, ma per molti quella crudele battaglia ha lasciato vere e proprie cicatrici in coloro che hanno vissuto la guerra in prima persona. Ovviamente nell'aria si sentono buone notizie, come Sakura che comincia pian piano a riprendersi, o Kazuki che riesce a godersi una vita normale, nonostante qualche limitazione fisica e il fatto di sentire la mancanza dell'amico Soshi.
Sfortunatamente, fuori dall'isola, continua a infuriare la guerra fra i Festum ancora vivi e ostili agli umani e l'Alleanza dell'umanità, e, dal momento che l'isola potrebbe essere soggetta a nuovi attacchi, Alvis non ha chiuso i battenti, producendo nuovi modelli di Fafner, tenendo pronto il Mark Sein in caso di bisogno. Tale timore si concretizza una sera, quando un nuovo modello di Festum scopre l'isola e la mette ferro e fuoco, costringendo i Fafner a intervenire: il risultato è la scoperta dell'isola da parte di nuovi Festum ostili all'umanità.
Quasi in contemporanea viene scoperta in un sottomarino disabitato una capsula identica al nucleo dell'isola, contenente all'interno un ragazzo che risponde al nome di Misao Kuruso, un Festum umano che afferma di aver incontrato Soshi, e che quindi voleva incontrare Kazuki e conoscere il mondo in cui vive; per il fatto di essere stato creato da un altro Mir ostile agli umani, ha portato l'isola a diventare nuovamente bersaglio del suo plotone di Festum. Dal momento che Kazuki potrebbe subire l'assimilazione totale nel caso di un nuovo scontro, si è costretti a far scendere in campo i nuovi modelli Fafner, portando in essi dei nuovi giovani soldati allo scontro. Una nuova difficile battaglia ha inizio.
In questo capitolo debuttano nuovi personaggi, oltre al sopracitato Misao, ovvero Hiroto, Seri (la bambina che fece amicizia con il nucleo dell'isola Tsubaki) e i fratelli Rina e Akira; ragazzi che verranno selezionati come piloti dei nuovi modelli di Fafner, con caratteri molto distanti, seppur mostrino un forte affiatamento, addestrati dai piloti rimasti in vita dal precedente conflitto, ovvero Kenji, che guiderà il suo vecchio modello, Sakura e Kanon, che invece guideranno nuovi modelli, e non saranno gli unici, dal momento che entreranno in scena modelli come il Mark Zero e il Mark Nicht, quest'ultimo simile al Mark Sein di Kazuki in potenza.
Anche in questo film non mancheranno i colpi di scena, oltre a citazioni ad eventi precedenti o a personaggi martiri del precedete conflitto.
Il passaggio cinematografico mostra un livello grafico molto maggiore, complice il fatto che i Fafner verranno animati in una CGI molto fluida; le interpretazioni sono da brivido e le colonne sonore azzeccate al contesto.
“Heaven and Earth” si mostra un sequel molto riuscito della serie, anche se il finale dà ancora una volta un senso di aperto, capace, complice l'ultima scena, di donare ancora una volta un senso di speranza alla visione.
Se avete gradito la serie originale, cosi come l'OAV prequel, allora non fatevi sfuggire questo capitolo.
Recuperare una serie anime dopo che quest'ultima fu tramessa a distanza di anni non è cosa da poco, perché, magari, chi avrà visto tale serie potrebbe non ricordare nulla o la maggior parte di ciò che ha visto.
E’ il caso di “Soukyuu no Fafner”, che ebbe la sua trasmissione nel 2004, con un episodio prequel OAV uscito l'anno dopo: il fatto di realizzare un film sequel nel 2010, ovvero dopo un bel po’ di anni, può essere un azzardo, perché chi ha visto quella serie potrebbe aver dimenticato avvenimenti o personaggi (cosa successa nel mio caso, poiché vidi questo film un bel po’ di tempo dopo la serie).
Non si sa quale è stata la molla che ha convinto Xebec a ritornare su questa saga, fatto sta che dopo cinque anni dall'ultima opera di “Soukyuu no Fafner”, ovvero l'OAV “Right of Left”, hanno deciso di portare il seguito nientemeno che sul grande schermo. Ecco a voi il film “Heaven and Earth”.
Passati due anni dalla battaglia contro il Mir del Polo Nord, sull'isola di Tatsumiya la vita torna tranquilla per i suoi abitanti, ma per molti quella crudele battaglia ha lasciato vere e proprie cicatrici in coloro che hanno vissuto la guerra in prima persona. Ovviamente nell'aria si sentono buone notizie, come Sakura che comincia pian piano a riprendersi, o Kazuki che riesce a godersi una vita normale, nonostante qualche limitazione fisica e il fatto di sentire la mancanza dell'amico Soshi.
Sfortunatamente, fuori dall'isola, continua a infuriare la guerra fra i Festum ancora vivi e ostili agli umani e l'Alleanza dell'umanità, e, dal momento che l'isola potrebbe essere soggetta a nuovi attacchi, Alvis non ha chiuso i battenti, producendo nuovi modelli di Fafner, tenendo pronto il Mark Sein in caso di bisogno. Tale timore si concretizza una sera, quando un nuovo modello di Festum scopre l'isola e la mette ferro e fuoco, costringendo i Fafner a intervenire: il risultato è la scoperta dell'isola da parte di nuovi Festum ostili all'umanità.
Quasi in contemporanea viene scoperta in un sottomarino disabitato una capsula identica al nucleo dell'isola, contenente all'interno un ragazzo che risponde al nome di Misao Kuruso, un Festum umano che afferma di aver incontrato Soshi, e che quindi voleva incontrare Kazuki e conoscere il mondo in cui vive; per il fatto di essere stato creato da un altro Mir ostile agli umani, ha portato l'isola a diventare nuovamente bersaglio del suo plotone di Festum. Dal momento che Kazuki potrebbe subire l'assimilazione totale nel caso di un nuovo scontro, si è costretti a far scendere in campo i nuovi modelli Fafner, portando in essi dei nuovi giovani soldati allo scontro. Una nuova difficile battaglia ha inizio.
In questo capitolo debuttano nuovi personaggi, oltre al sopracitato Misao, ovvero Hiroto, Seri (la bambina che fece amicizia con il nucleo dell'isola Tsubaki) e i fratelli Rina e Akira; ragazzi che verranno selezionati come piloti dei nuovi modelli di Fafner, con caratteri molto distanti, seppur mostrino un forte affiatamento, addestrati dai piloti rimasti in vita dal precedente conflitto, ovvero Kenji, che guiderà il suo vecchio modello, Sakura e Kanon, che invece guideranno nuovi modelli, e non saranno gli unici, dal momento che entreranno in scena modelli come il Mark Zero e il Mark Nicht, quest'ultimo simile al Mark Sein di Kazuki in potenza.
Anche in questo film non mancheranno i colpi di scena, oltre a citazioni ad eventi precedenti o a personaggi martiri del precedete conflitto.
Il passaggio cinematografico mostra un livello grafico molto maggiore, complice il fatto che i Fafner verranno animati in una CGI molto fluida; le interpretazioni sono da brivido e le colonne sonore azzeccate al contesto.
“Heaven and Earth” si mostra un sequel molto riuscito della serie, anche se il finale dà ancora una volta un senso di aperto, capace, complice l'ultima scena, di donare ancora una volta un senso di speranza alla visione.
Se avete gradito la serie originale, cosi come l'OAV prequel, allora non fatevi sfuggire questo capitolo.
Non posso che confermare quanto espresso dagli altri utenti, ma sarò meno generoso di loro. Assegno un bel 4 a questo prodotto di animazione perché cercavo un anime d'azione e fantascienza apprezzabile anche da un adulto, e mi son ritrovato a guardare qualcosa di completamente diverso, intimista e statico. Il che non sarebbe stato grave, se il prodotto fosse stato di qualità, ma invece abbiamo di fronte una narrazione che annoierebbe anche un bambino per l'inconcludenza dell'intreccio e la serie di sequenza accozzate insieme.
Cessata la visione dopo il primo episodio.
Cessata la visione dopo il primo episodio.
Vedere questo film di Fafner per me era un dovere: ero rimasta comunque positivamente colpita dalla scelta di conclusione della serie animata: la curiosità sulla promessa fatta da Soushi a Kazuki - "divergerò dal tutto e sarò in grado di tornare" - è stata sicuramente una buona base, ma... non è bastata.
Fafner ha dovuto combattere con le influenze che ha subìto, da altre serie famose, ha dovuto arrancare il suo spazio come anime robotico, ha avuto un toccante OAV prequel che ha sicuramente aiutato a rendere indipendente dai pregiudizi il tutto; su questo film sequel le aspettative sono state quindi tirate allo spasmo. Insomma, c'era aspettativa e ce n'era tanta, ma è stata delusa.
La trama non è pietosa, il suo sette se lo porta a casa, sia chiaro, semplicemente non è quello che ci si aspettava e non è nemmeno qualcosa d'intenso e coinvolgente come la serie Dead Aggressor.
Siamo a un paio d'anni dal mega scontro risoltosi grazie alla geniale mente di Soushi e alla testardaggine di Kazuki, l'isola corazzata è tornata in modalità "pacifica" e sta quindi insegnando la pace, o quanto più possibile del concetto, ai suoi membri, nuovi e vecchi. Kazuki, a causa dei danni da pilotaggio del Fafner (il suo aveva un contenuto di fenrir più elevato di quello degli altri, quindi danni doppi) è ormai non vedente e il suo corpo sta cedendo ai danni strutturali, ma la sua volontà di aspettare il ritorno di Soushi è ancora inamovibile. In questi due anni tra l'altro il caro fanciullo ha chiacchierato con Soushi, senza rendersene conto, con la stessa modalità di connessione mentale tipica dei Festum.
Un bel giorno approda sull'isola una nave abbandonata che contiene però un Core contenente un Festum in forma umana (Misao), il quale dichiara di portare un messaggio da Soushi e propone delle trattative di pace o quantomeno coesistenza tra l'isola e i Festum, per altro parecchio incazzosi di recente per via di un attacco nucleare fatto dalle forze militari umane. Così ci si ritrova di nuovo nel bel mezzo di battaglie sanguinarie dove i nuovi "bambini geneticamente creati per essere utili" - proprio amore, questo - sono stati ritoccati al meglio per subire più lentamente i danni da pilotaggio e, udite udite, anche per essere batterie usa e getta per il Core dell'isola (Tsubaki), che nella fase rigenerativa di crescita sta diventando instabile e passibile di morte.
Gli scontri, in quest'OAV, sono deludenti, va detto, non hanno il pathos della serie, anche perché non c'è nemmeno mezza analisi attenta dei nuovi bambini piloti. Essi sono proprio carne da macello, e la crudezza di questo concetto passa dai senpai piloti superstiti, che nonostante i danni ingenti al corpo per via dei Fafner, pilotano per gestire questi poveracci novelli che sono anime sperdute e che, non essendo pronti, combattono come impediti o peggio da esaltati.
La scelta tattica di raccontare il problema della mancanza di tempo nell'incalzare delle battaglie, secondo me, non è criticabile. Di fatto, il senso di caos che essa dà non è affatto male. Criticabile invece è il basso livello di analisi di tutti, vecchi e nuovi personaggi, se non per piccole parentesi insignificanti. L'unica cosa su cui si calca è l'attaccamento che scade nel morboso di Kazuki per Soushi, e nella visuale di Misao, che da Festum in forma umana - ma prima ancora da Festum che era -, affascinato dalla mente divergente di Soushi, si trova in conflitto di idee nel bel mezzo della battaglia e non accetta la risoluzione prepotente e prevaricante del proprio Mir, mente guida dei Festum, Core.
La risoluzione del casino è quantomeno improbabile, secondo me, non tiene proprio come trama, e si è fatta una scelta del tipo: "Per botta di fortuna dio guarda giù e tutto va a posto", che si poteva risparmiare. Anche perché così facendo si ritorna al punto a cui si era alla fine della serie. L'unica risposta che si ha da questo sequel è quella alla domanda di Kazuki, un po' pochino direi.
Il profilo tecnico non è male, siamo ai livelli della serie, con qualche pecca in negativo, ma niente di che. Le musiche sono orecchiabili, ma meno intense, diciamo così. Le scene delle battaglie sono non curatissime e con azioni abbastanza ripetitive, ma resta il fatto che non era come fossero gli scontri il fulcro della faccenda.
Bella l'idea del concetto di divergenza dal gruppo se si ha la possibilità di vedere con un diverso punto di osservazione le cose: nella fattispecie Soushi calato nel gruppo, ma ancora unico. Il problema è che non si sono sapute gestire la trama e le interazioni psicologiche di questa, dimenticandocisi anche pezzi di analisi ottenute dai traguardi personali dei personaggi entro la fine di Dead Aggressor.
Do 7 perché l'anime è ancora Fafner, però mi rendo conto che è un voto leggermente gonfiato; di fatto, per le aspettative, quest'OAV è una delusione.
Fafner ha dovuto combattere con le influenze che ha subìto, da altre serie famose, ha dovuto arrancare il suo spazio come anime robotico, ha avuto un toccante OAV prequel che ha sicuramente aiutato a rendere indipendente dai pregiudizi il tutto; su questo film sequel le aspettative sono state quindi tirate allo spasmo. Insomma, c'era aspettativa e ce n'era tanta, ma è stata delusa.
La trama non è pietosa, il suo sette se lo porta a casa, sia chiaro, semplicemente non è quello che ci si aspettava e non è nemmeno qualcosa d'intenso e coinvolgente come la serie Dead Aggressor.
Siamo a un paio d'anni dal mega scontro risoltosi grazie alla geniale mente di Soushi e alla testardaggine di Kazuki, l'isola corazzata è tornata in modalità "pacifica" e sta quindi insegnando la pace, o quanto più possibile del concetto, ai suoi membri, nuovi e vecchi. Kazuki, a causa dei danni da pilotaggio del Fafner (il suo aveva un contenuto di fenrir più elevato di quello degli altri, quindi danni doppi) è ormai non vedente e il suo corpo sta cedendo ai danni strutturali, ma la sua volontà di aspettare il ritorno di Soushi è ancora inamovibile. In questi due anni tra l'altro il caro fanciullo ha chiacchierato con Soushi, senza rendersene conto, con la stessa modalità di connessione mentale tipica dei Festum.
Un bel giorno approda sull'isola una nave abbandonata che contiene però un Core contenente un Festum in forma umana (Misao), il quale dichiara di portare un messaggio da Soushi e propone delle trattative di pace o quantomeno coesistenza tra l'isola e i Festum, per altro parecchio incazzosi di recente per via di un attacco nucleare fatto dalle forze militari umane. Così ci si ritrova di nuovo nel bel mezzo di battaglie sanguinarie dove i nuovi "bambini geneticamente creati per essere utili" - proprio amore, questo - sono stati ritoccati al meglio per subire più lentamente i danni da pilotaggio e, udite udite, anche per essere batterie usa e getta per il Core dell'isola (Tsubaki), che nella fase rigenerativa di crescita sta diventando instabile e passibile di morte.
Gli scontri, in quest'OAV, sono deludenti, va detto, non hanno il pathos della serie, anche perché non c'è nemmeno mezza analisi attenta dei nuovi bambini piloti. Essi sono proprio carne da macello, e la crudezza di questo concetto passa dai senpai piloti superstiti, che nonostante i danni ingenti al corpo per via dei Fafner, pilotano per gestire questi poveracci novelli che sono anime sperdute e che, non essendo pronti, combattono come impediti o peggio da esaltati.
La scelta tattica di raccontare il problema della mancanza di tempo nell'incalzare delle battaglie, secondo me, non è criticabile. Di fatto, il senso di caos che essa dà non è affatto male. Criticabile invece è il basso livello di analisi di tutti, vecchi e nuovi personaggi, se non per piccole parentesi insignificanti. L'unica cosa su cui si calca è l'attaccamento che scade nel morboso di Kazuki per Soushi, e nella visuale di Misao, che da Festum in forma umana - ma prima ancora da Festum che era -, affascinato dalla mente divergente di Soushi, si trova in conflitto di idee nel bel mezzo della battaglia e non accetta la risoluzione prepotente e prevaricante del proprio Mir, mente guida dei Festum, Core.
La risoluzione del casino è quantomeno improbabile, secondo me, non tiene proprio come trama, e si è fatta una scelta del tipo: "Per botta di fortuna dio guarda giù e tutto va a posto", che si poteva risparmiare. Anche perché così facendo si ritorna al punto a cui si era alla fine della serie. L'unica risposta che si ha da questo sequel è quella alla domanda di Kazuki, un po' pochino direi.
Il profilo tecnico non è male, siamo ai livelli della serie, con qualche pecca in negativo, ma niente di che. Le musiche sono orecchiabili, ma meno intense, diciamo così. Le scene delle battaglie sono non curatissime e con azioni abbastanza ripetitive, ma resta il fatto che non era come fossero gli scontri il fulcro della faccenda.
Bella l'idea del concetto di divergenza dal gruppo se si ha la possibilità di vedere con un diverso punto di osservazione le cose: nella fattispecie Soushi calato nel gruppo, ma ancora unico. Il problema è che non si sono sapute gestire la trama e le interazioni psicologiche di questa, dimenticandocisi anche pezzi di analisi ottenute dai traguardi personali dei personaggi entro la fine di Dead Aggressor.
Do 7 perché l'anime è ancora Fafner, però mi rendo conto che è un voto leggermente gonfiato; di fatto, per le aspettative, quest'OAV è una delusione.
Assegno un 6 perché per farmi dare l'insufficienza bisogna farmi davvero incavolare. Però questo film è, a mio modestissimo parere, insulso. Partiamo intanto dal presupposto che l'ho visto in lingua originale coi sottotitoli (non troppo eccelsi, temo) in inglese, perché credo non esista ancora la versione in italiano.
Ok, si svolge un paio d'anni dopo la fine della serie. Kazuki è ridotto male, per i postumi delle sue scorribande col Fafner è diventato quasi cieco, insomma, il compito assegnatogli dagli adulti ne hanno fatto un mezzo rottame, però è ancora lì, che tiene duro, in attesa del suo grande amo... amico Soushi.
Invece, un bel giorno arriva un sottomarino con all'interno un altro ragazzo, tale Misao Kuruso, che dichiara di essere stato mandato da Soushi e che tanto umano non sembra proprio. Nel frattempo, riprendono le ostilità fra il Festum e l'armata umana e sull'isola ex felice riprendono i combattimenti.
L'azione e il racconto riprendono esattamente da dove erano rimasti nella serie, non ricordo nemmeno un singolo flash back, non una parola di spiegazione. E questo è decisamente un bene, perchè se ancora ci avessero fatto un riassunto non so se avrei finito di guardarlo. Chi l'avesse visto senza aver prima visto la serie, però, sarà uscito rovesciando le poltrone del cinema.
Il film presenta ben poco approfondimento psicologico, essendo molto incentrato su infiniti combattimenti e sull'espansione del concetto di Mir ma, e voglio credere sia a causa della mia imperfetta conoscenza dell'inglese, risulta veramente difficile tenere dietro agli sviluppi della trama, dato il continuo susseguirsi di battaglie e spiegazioni su questo benedetto Mir.
Sinceramente? In preda alla noia, ho passato l'ultimo quarto d'ora ad aspettare che finisse, per poterlo archiviare. Purtroppo è un prodotto che svolge una trama abbastanza semplice in maniera molto convoluta, dove si procede per accumulazione e dove, purtroppo, non si riesce a provare un briciolo di immedesimazione con nessuno dei personaggi. E' freddo, gelido, addirittura, nonostante i bei disegni, i bei fondali e una colonna sonora adeguata, seppure inferiore a quella della serie.
E questo, purtroppo, per un anime è un peccato mortale, specie quando si ha l'impressione che si volesse proprio commuoverlo, lo spettatore, ma l'impresa non è riuscita.
Anche in questo caso, esiste un finale che è un finale. A me non è piaciuto, però c'è.
Ok, si svolge un paio d'anni dopo la fine della serie. Kazuki è ridotto male, per i postumi delle sue scorribande col Fafner è diventato quasi cieco, insomma, il compito assegnatogli dagli adulti ne hanno fatto un mezzo rottame, però è ancora lì, che tiene duro, in attesa del suo grande amo... amico Soushi.
Invece, un bel giorno arriva un sottomarino con all'interno un altro ragazzo, tale Misao Kuruso, che dichiara di essere stato mandato da Soushi e che tanto umano non sembra proprio. Nel frattempo, riprendono le ostilità fra il Festum e l'armata umana e sull'isola ex felice riprendono i combattimenti.
L'azione e il racconto riprendono esattamente da dove erano rimasti nella serie, non ricordo nemmeno un singolo flash back, non una parola di spiegazione. E questo è decisamente un bene, perchè se ancora ci avessero fatto un riassunto non so se avrei finito di guardarlo. Chi l'avesse visto senza aver prima visto la serie, però, sarà uscito rovesciando le poltrone del cinema.
Il film presenta ben poco approfondimento psicologico, essendo molto incentrato su infiniti combattimenti e sull'espansione del concetto di Mir ma, e voglio credere sia a causa della mia imperfetta conoscenza dell'inglese, risulta veramente difficile tenere dietro agli sviluppi della trama, dato il continuo susseguirsi di battaglie e spiegazioni su questo benedetto Mir.
Sinceramente? In preda alla noia, ho passato l'ultimo quarto d'ora ad aspettare che finisse, per poterlo archiviare. Purtroppo è un prodotto che svolge una trama abbastanza semplice in maniera molto convoluta, dove si procede per accumulazione e dove, purtroppo, non si riesce a provare un briciolo di immedesimazione con nessuno dei personaggi. E' freddo, gelido, addirittura, nonostante i bei disegni, i bei fondali e una colonna sonora adeguata, seppure inferiore a quella della serie.
E questo, purtroppo, per un anime è un peccato mortale, specie quando si ha l'impressione che si volesse proprio commuoverlo, lo spettatore, ma l'impresa non è riuscita.
Anche in questo caso, esiste un finale che è un finale. A me non è piaciuto, però c'è.