Il Conte di Montecristo
Più importante di tutto: materiale d'animazione definibile "buono" è tale soltanto se in grado di trasmetterti le emozioni che il genere si prefissa, un anime comico deve quindi prima di tutto farti ridere, durante la visione di un tragico invece devi sentire un peso sul cuore, scaturito da vortici di emozioni contrastanti; questa è appunto un opera drammatica.
Ora... se paragoniamo il guardare un anime tragico a un allenamento in palestra, «Il conte di Montecristo» inizia con una serie blanda di generico esercizio, per poi trasformarsi, circa a metà, in una serie estrema di allenamenti a ripetizione senza sosta, tipo pompatissimo dopato! In poche parole inizia in chiave thriller-mistero-"signora-in-giallo sta per morire qualcuno", per poi finire in un lungo dramma senza pause emotive e senza freno ai colpi di scena.
Personalmente apprezzo provare il turbinio emotivo che scaturisce un drama, significa che mi sta trasmettendo quello che deve trasmettermi, ma NON voglio passare sei ore di uragano di emozioni meteoritiche, bensì sarebbe preferibile intervallare scene di emozioni forti a momenti alternativi piatti, comici o di sviluppo della trama... un po'come uno che si allena in palestra non vuole stramazzare al suolo dalla fatica, ma al massimo avere un bel culo sodo! Non so se la metafora è chiara...e 'sti cazzi datemi tregua!
Appurato che questo anime di emozioni ne trasmette eccome, definiamo anche il fatto che ci siano diversi messaggi morali molto belli trasmessi da personaggi ben strutturati, stile grafico e concept art particolari e riusciti, comparto audio ottimo e così diamo un bel voto al lavoro, che ha tutto il necessario per meritarlo.
Diciamoci però che, a parte il difetto della pesantezza costante nella seconda metà dell'opera, ci sono dei buchi di trama qua e là e qualche insensatezza sporadica, ma in fin dei conti anche trama e sceneggiatura non si possono criticare.
Più gli episodi proseguono meno ho apprezzato l'anime, molto bello nell'introduzione, molto meno nella conclusione con l'autore che ha voluto osare forse troppo, quando poteva essere molto più calzante un finale decisamente meno sonoro, più semplice, non era necessaria eccessiva laboriosità.
In conclusione: bravi! Anime abbastanza godibile capace di lasciarti molto, consigliata la visione.
Ora... se paragoniamo il guardare un anime tragico a un allenamento in palestra, «Il conte di Montecristo» inizia con una serie blanda di generico esercizio, per poi trasformarsi, circa a metà, in una serie estrema di allenamenti a ripetizione senza sosta, tipo pompatissimo dopato! In poche parole inizia in chiave thriller-mistero-"signora-in-giallo sta per morire qualcuno", per poi finire in un lungo dramma senza pause emotive e senza freno ai colpi di scena.
Personalmente apprezzo provare il turbinio emotivo che scaturisce un drama, significa che mi sta trasmettendo quello che deve trasmettermi, ma NON voglio passare sei ore di uragano di emozioni meteoritiche, bensì sarebbe preferibile intervallare scene di emozioni forti a momenti alternativi piatti, comici o di sviluppo della trama... un po'come uno che si allena in palestra non vuole stramazzare al suolo dalla fatica, ma al massimo avere un bel culo sodo! Non so se la metafora è chiara...e 'sti cazzi datemi tregua!
Appurato che questo anime di emozioni ne trasmette eccome, definiamo anche il fatto che ci siano diversi messaggi morali molto belli trasmessi da personaggi ben strutturati, stile grafico e concept art particolari e riusciti, comparto audio ottimo e così diamo un bel voto al lavoro, che ha tutto il necessario per meritarlo.
Diciamoci però che, a parte il difetto della pesantezza costante nella seconda metà dell'opera, ci sono dei buchi di trama qua e là e qualche insensatezza sporadica, ma in fin dei conti anche trama e sceneggiatura non si possono criticare.
Più gli episodi proseguono meno ho apprezzato l'anime, molto bello nell'introduzione, molto meno nella conclusione con l'autore che ha voluto osare forse troppo, quando poteva essere molto più calzante un finale decisamente meno sonoro, più semplice, non era necessaria eccessiva laboriosità.
In conclusione: bravi! Anime abbastanza godibile capace di lasciarti molto, consigliata la visione.
Il romanzo d'appendice era un tipo di romanzo ottocentesco pubblicato ad episodi brevi, i quali finivano spesso con un cliffangher. La struttura dell'anime è molto simile, quindi "Il Conte di Montecristo" si presta benissimo ad essere trasposto in anime e lo studio Gonzo non si è fatto scappare quest'opportunità. Come suo solito però, lo studio non si è mai limitato a trasporre da un altro media fedelmente le sceneggiature di cui si è occupato ("Gantz", "Bokurano"...). Anche questa volta i cambiamenti alla trama sono massicci ma i risultati fortunatamente non così disastrosi, anche se vanno a stravolgere alcuni punti salienti di quello che è un capolavoro della letteratura.
Azzeccate invece le surreali ambientazioni futuristiche mischiate a quelle della Francia del XIX secolo. Avremo quindi in questa versione un Conte dall'aspetto alieno che arriva dal remoto quadrante orientale della galassia, avremo episodi ambientati nella luna e nello spazio, e duelli fra nobili che vengono effettuati con tutti i crismi dell'800, ma combattuti a bordo di Mecha. Altra caratteristica azzeccata è la particolare colorazione delle animazioni che donano un aspetto barocco a tutte le immagini, tecnica usata ovunque tranne che per le parti in CG, e per i volti dei personaggi.
Il protagonista dell'anime qui è il visconte Albert, personaggio caratterizzato in modo infantile, ingenuo e poco intelligente. Cosa che non peserà eccessivamente, visto che "Il conte di Montecristo" è un opera corale ricchissima di personaggi, molti dei quali riusciti piuttosto bene, ma colui che regge davvero le scene è Il vendicativo Conte dalla personalità a metà strada fra Capitan Harlock e Alucard di "Hellsing ultimate". Per buona parte della serie lo vedremo nascondere sotto la maschera del nobile cortese, il suo odio verso coloro che lo hanno gettato in carcere, mentre tesse lentamente la trama della sua vendetta.
Nell'anime al contrario che nell'opera di Dumas, il Conte non incontra l'Abate Faria in prigione bensì acquista in un modo che sarà spiegato durante le vicende, dei poteri sovrannaturali ed un aspetto quasi demoniaco; cosa che tornerà utile alla Gonzo nel suo ritratto della falsa cortesia propria degli ambienti nobiliari, dato il suo rango e le sue ricchezze nessuno a parte un bambino farà mai notare agli altri il fatto che il Conte è un vampiro dalla faccia bluastra. Questi ed altri accorgimenti surreali rendono difficile staccare gli occhi dallo schermo benchè i ritmi della vicenda siano estremamente lenti.
Gli episodi del romanzo originale sono 18 mentre quelli dell'anime sono 24. Non so se sia quello il motivo, ma negli utlimi episodi dell'anime la storia comincia a divergere pesantemente allungando il brodo con elementi horror ed action. Che questo dilungamento non sia stato scritto dal francese è chiaro visto che alcuni personaggi cominceranno ad agire in maniera incoerente, primo fra tutti il visconte Morcerf; il finale scelto da Gonzo appare non ben strutturato e va ad intaccare il valore complessivo dell'opera che fino a quel punto rasentava la perfezione.
Ad ogni modo "Il Conte di Montecristo" resta sia il migliore anime realizzato dalla Gonzo, sia la trasposizione migliore che abbia fino ad ora visto del celebre romanzo.
Azzeccate invece le surreali ambientazioni futuristiche mischiate a quelle della Francia del XIX secolo. Avremo quindi in questa versione un Conte dall'aspetto alieno che arriva dal remoto quadrante orientale della galassia, avremo episodi ambientati nella luna e nello spazio, e duelli fra nobili che vengono effettuati con tutti i crismi dell'800, ma combattuti a bordo di Mecha. Altra caratteristica azzeccata è la particolare colorazione delle animazioni che donano un aspetto barocco a tutte le immagini, tecnica usata ovunque tranne che per le parti in CG, e per i volti dei personaggi.
Il protagonista dell'anime qui è il visconte Albert, personaggio caratterizzato in modo infantile, ingenuo e poco intelligente. Cosa che non peserà eccessivamente, visto che "Il conte di Montecristo" è un opera corale ricchissima di personaggi, molti dei quali riusciti piuttosto bene, ma colui che regge davvero le scene è Il vendicativo Conte dalla personalità a metà strada fra Capitan Harlock e Alucard di "Hellsing ultimate". Per buona parte della serie lo vedremo nascondere sotto la maschera del nobile cortese, il suo odio verso coloro che lo hanno gettato in carcere, mentre tesse lentamente la trama della sua vendetta.
Nell'anime al contrario che nell'opera di Dumas, il Conte non incontra l'Abate Faria in prigione bensì acquista in un modo che sarà spiegato durante le vicende, dei poteri sovrannaturali ed un aspetto quasi demoniaco; cosa che tornerà utile alla Gonzo nel suo ritratto della falsa cortesia propria degli ambienti nobiliari, dato il suo rango e le sue ricchezze nessuno a parte un bambino farà mai notare agli altri il fatto che il Conte è un vampiro dalla faccia bluastra. Questi ed altri accorgimenti surreali rendono difficile staccare gli occhi dallo schermo benchè i ritmi della vicenda siano estremamente lenti.
Gli episodi del romanzo originale sono 18 mentre quelli dell'anime sono 24. Non so se sia quello il motivo, ma negli utlimi episodi dell'anime la storia comincia a divergere pesantemente allungando il brodo con elementi horror ed action. Che questo dilungamento non sia stato scritto dal francese è chiaro visto che alcuni personaggi cominceranno ad agire in maniera incoerente, primo fra tutti il visconte Morcerf; il finale scelto da Gonzo appare non ben strutturato e va ad intaccare il valore complessivo dell'opera che fino a quel punto rasentava la perfezione.
Ad ogni modo "Il Conte di Montecristo" resta sia il migliore anime realizzato dalla Gonzo, sia la trasposizione migliore che abbia fino ad ora visto del celebre romanzo.
“Gankutsuou - Il Conte di Monte Cristo” è una serie d’animazione giapponese del 2004 diretta da Mahiro Maeda e prodotta dallo studio Gonzo. Adattamento del celebre romanzo di Alexandre Dumas padre, è costituita da ventiquattro episodi di durata canonica.
Ispirato a quella che è probabilmente la più nota storia di vendetta della letteratura internazionale, l’anime si discosta dall’ambientazione di prima metà dell’Ottocento e si concede un setting retro-futuristico, in cui alle carrozze trainate da cavalli si affiancano automobili d'epoca e astronavi, e gli esseri umani fraternizzano con forme di vita extraterrestre, proponendo così una scala narrativa più vasta e terribile, sulla quale non di rado si affacciano elementi fantastici e a tratti orrorifici.
Nonostante numerose deviazioni dal materiale originale in termini di eventi, caratterizzazioni dei personaggi e tematiche, il core della vicenda resta sostanzialmente lo stesso, così come resta invariato il fascino magnetico del Conte di Monte Cristo. Con movenze e comportamenti che ricordano l’Alucard disegnato da Kōta Hirano e un aspetto che porta alla mente Gary Oldman nella sua interpretazione del sanguinario voivoda valacco, la nuova reincarnazione di Edmond Dantès sembra aver prestato grande attenzione ai pettegolezzi che, nel romanzo di Dumas, circolavano sulla misteriosa natura del Conte, che qui sfoggia chiaramente un aspetto vampiresco. Questa estremizzazione dei suoi connotati, però, non solo non ne sminuisce l’attrattività, manifestata attraverso modi raffinati, una voce piena e suadente e una incrementata carica erotica, ma accentua la crudeltà e la mostruosità della sue azioni.
Infatti, il Conte di Monte Cristo, non più protagonista, è praticamente il villain della serie, un'entità oscura che sgretola le fondamenta dell’aristocrazia parigina e non si ferma davanti a niente e nessuno. Il punto di vista narrante è, invece (e sfortunatamente), il giovane Albert de Morcerf, i cui atteggiamenti patetici, dialoghi ripetitivi e superflui monologhi interiori servono quasi solo a rallentare il ritmo delle puntate. Inoltre, sebbene la sua ingenuità lo renda funzionale a ricoprire il ruolo di devoto ammiratore cieco ad ogni avvertimento, la sua personalità non è abbastanza forte e definita da fare da contraltare a quella del Conte, con il quale si cerca di stabilire un parallelismo.
Il cast di supporto è altrettanto variegato: se alcuni dei personaggi, a dispetto dello spazio a loro disposizione, godono di caratterizzazioni monocorde e pochi tratti essenziali (generalmente fedeli alle loro controparti cartacee), altri sorprendono per l’inaspettata profondità, la depravazione e, in alcuni casi, per le interpretazioni di grandi intensità, anche se non necessariamente sopra le righe. Per questioni di adattamento, alcuni personaggi sono stati omessi, ma a stupire è piuttosto la presenza di alcuni di essi con ruoli insignificanti e meritevoli di un taglio.
Uno degli aspetti più intriganti di “Gankutsuou” è indubbiamente la sua maestosa veste grafica, che sbalordisce lo spettatore con un mix di animazione tradizionale, computer grafica, frammenti in live action e brillanti pattern fissi, utilizzati per sfarzosi capi di vestiario e acconciature. Sebbene la CGI risulti datata (specie nella realizzazione di alcuni edifici) e alcune texture piatte e a bassa risoluzione possano infastidire, è innegabile che la serie abbia uno stile unico e avvolgente e sia una costante esperienza visiva che ubriaca e confonde il pubblico con un flusso interminabile di dettagli e colori cangianti e allo stesso tempo lo sovrasta con architetture imponenti e l’immensità del più profondo cosmo. Altrettanto bello è il character design, elegante e proporzionato. Buone anche le animazioni, generalmente fluide e arricchite da momenti di superiore qualità disseminati per tutti gli episodi.
La colonna sonora, che propone brani di musica classica contaminati da sonorità techno, alternative rock e anche iberiche, si rivela coinvolgente e perfetta per accompagnare una storia di dannazione e tormento, di cui esalta l’intensità emotiva nelle sequenze più drammatiche grazie ad un continuo crescendo musicale. Sottotono invece le sigle di apertura e chiusura: la prima è un pezzo adeguato ma di cui è in certi punti arduo riconoscere la melodia, mentre la seconda, con il suo andamento più ritmato, sembra quasi fuori posto.
Buono ed espressivo il doppiaggio italiano, su cui spicca la performance carismatica del Conte di Monte Cristo.
“Gankutsuou - Il Conte di Monte Cristo” è il risultato di scelte coraggiose, del desiderio di raccontare una storia immortale senza lasciarsi prendere dall’ossessione di un adattamento letterale, il quale sarebbe stato mortificato dalla differenza tra i media. Il cambio di prospettiva si unisce armoniosamente all’intento autoriale di dura condanna dell’odio indiscriminato, di quella furia vendicativa che si nutre di disperazione e agonia e che trasforma le vittime in carnefici e viceversa, consumando tutti coloro che sono coinvolti senza elargire nient’altro che sofferenza. Passando più tempo con i giovani rampolli della nobiltà francese è possibile assistere in prima persona alle conseguenze dei castighi inflitti ai loro genitori, con i quali comunque non condividono le colpe. Tutto ciò fa in modo che il Conte superi la soglia della mera ambiguità morale e si immerga anima e corpo in un viscoso oceano di malvagità e risoluta spietatezza.
In conclusione, si tratta di una serie dotata di un buon livello di creatività, seppur interessata da un vistoso calo narrativo in prossimità dell’epilogo, costellato di motivazioni e gesti contraddittori. Inoltre, sarebbe stato interessante esplorare quelle relazioni sentimentali che in un romanzo di metà XIX secolo sono accettabili ma possono risultare improvvise e povere di sfumature per il pubblico odierno, così come il tema delle ingiustizie sociali, menzionato brevemente in una delle prime puntate e poi prontamente dimenticato.
“Gankutsuou” è una rielaborazione imperfetta ma memorabile, da vedere.
Ispirato a quella che è probabilmente la più nota storia di vendetta della letteratura internazionale, l’anime si discosta dall’ambientazione di prima metà dell’Ottocento e si concede un setting retro-futuristico, in cui alle carrozze trainate da cavalli si affiancano automobili d'epoca e astronavi, e gli esseri umani fraternizzano con forme di vita extraterrestre, proponendo così una scala narrativa più vasta e terribile, sulla quale non di rado si affacciano elementi fantastici e a tratti orrorifici.
Nonostante numerose deviazioni dal materiale originale in termini di eventi, caratterizzazioni dei personaggi e tematiche, il core della vicenda resta sostanzialmente lo stesso, così come resta invariato il fascino magnetico del Conte di Monte Cristo. Con movenze e comportamenti che ricordano l’Alucard disegnato da Kōta Hirano e un aspetto che porta alla mente Gary Oldman nella sua interpretazione del sanguinario voivoda valacco, la nuova reincarnazione di Edmond Dantès sembra aver prestato grande attenzione ai pettegolezzi che, nel romanzo di Dumas, circolavano sulla misteriosa natura del Conte, che qui sfoggia chiaramente un aspetto vampiresco. Questa estremizzazione dei suoi connotati, però, non solo non ne sminuisce l’attrattività, manifestata attraverso modi raffinati, una voce piena e suadente e una incrementata carica erotica, ma accentua la crudeltà e la mostruosità della sue azioni.
Infatti, il Conte di Monte Cristo, non più protagonista, è praticamente il villain della serie, un'entità oscura che sgretola le fondamenta dell’aristocrazia parigina e non si ferma davanti a niente e nessuno. Il punto di vista narrante è, invece (e sfortunatamente), il giovane Albert de Morcerf, i cui atteggiamenti patetici, dialoghi ripetitivi e superflui monologhi interiori servono quasi solo a rallentare il ritmo delle puntate. Inoltre, sebbene la sua ingenuità lo renda funzionale a ricoprire il ruolo di devoto ammiratore cieco ad ogni avvertimento, la sua personalità non è abbastanza forte e definita da fare da contraltare a quella del Conte, con il quale si cerca di stabilire un parallelismo.
Il cast di supporto è altrettanto variegato: se alcuni dei personaggi, a dispetto dello spazio a loro disposizione, godono di caratterizzazioni monocorde e pochi tratti essenziali (generalmente fedeli alle loro controparti cartacee), altri sorprendono per l’inaspettata profondità, la depravazione e, in alcuni casi, per le interpretazioni di grandi intensità, anche se non necessariamente sopra le righe. Per questioni di adattamento, alcuni personaggi sono stati omessi, ma a stupire è piuttosto la presenza di alcuni di essi con ruoli insignificanti e meritevoli di un taglio.
Uno degli aspetti più intriganti di “Gankutsuou” è indubbiamente la sua maestosa veste grafica, che sbalordisce lo spettatore con un mix di animazione tradizionale, computer grafica, frammenti in live action e brillanti pattern fissi, utilizzati per sfarzosi capi di vestiario e acconciature. Sebbene la CGI risulti datata (specie nella realizzazione di alcuni edifici) e alcune texture piatte e a bassa risoluzione possano infastidire, è innegabile che la serie abbia uno stile unico e avvolgente e sia una costante esperienza visiva che ubriaca e confonde il pubblico con un flusso interminabile di dettagli e colori cangianti e allo stesso tempo lo sovrasta con architetture imponenti e l’immensità del più profondo cosmo. Altrettanto bello è il character design, elegante e proporzionato. Buone anche le animazioni, generalmente fluide e arricchite da momenti di superiore qualità disseminati per tutti gli episodi.
La colonna sonora, che propone brani di musica classica contaminati da sonorità techno, alternative rock e anche iberiche, si rivela coinvolgente e perfetta per accompagnare una storia di dannazione e tormento, di cui esalta l’intensità emotiva nelle sequenze più drammatiche grazie ad un continuo crescendo musicale. Sottotono invece le sigle di apertura e chiusura: la prima è un pezzo adeguato ma di cui è in certi punti arduo riconoscere la melodia, mentre la seconda, con il suo andamento più ritmato, sembra quasi fuori posto.
Buono ed espressivo il doppiaggio italiano, su cui spicca la performance carismatica del Conte di Monte Cristo.
“Gankutsuou - Il Conte di Monte Cristo” è il risultato di scelte coraggiose, del desiderio di raccontare una storia immortale senza lasciarsi prendere dall’ossessione di un adattamento letterale, il quale sarebbe stato mortificato dalla differenza tra i media. Il cambio di prospettiva si unisce armoniosamente all’intento autoriale di dura condanna dell’odio indiscriminato, di quella furia vendicativa che si nutre di disperazione e agonia e che trasforma le vittime in carnefici e viceversa, consumando tutti coloro che sono coinvolti senza elargire nient’altro che sofferenza. Passando più tempo con i giovani rampolli della nobiltà francese è possibile assistere in prima persona alle conseguenze dei castighi inflitti ai loro genitori, con i quali comunque non condividono le colpe. Tutto ciò fa in modo che il Conte superi la soglia della mera ambiguità morale e si immerga anima e corpo in un viscoso oceano di malvagità e risoluta spietatezza.
In conclusione, si tratta di una serie dotata di un buon livello di creatività, seppur interessata da un vistoso calo narrativo in prossimità dell’epilogo, costellato di motivazioni e gesti contraddittori. Inoltre, sarebbe stato interessante esplorare quelle relazioni sentimentali che in un romanzo di metà XIX secolo sono accettabili ma possono risultare improvvise e povere di sfumature per il pubblico odierno, così come il tema delle ingiustizie sociali, menzionato brevemente in una delle prime puntate e poi prontamente dimenticato.
“Gankutsuou” è una rielaborazione imperfetta ma memorabile, da vedere.
"Gankutsuou - il conte di Montecristo" presenta molti elementi che spiazzano lo spettatore. Si tratta di una serie non priva di difetti, ma nel contempo magnetica, ambiziosa e unica.
Tanto per cominciare, questo anime si discosta dall'originale ed è ambientato nel futuro. Ciononostante, vi sono ville, paesaggi, e mentalità ottocenteschi.
Gli elementi futuristici, come i viaggi nello spazio, sono alquanto limitati ed esteticamente non creano problemi di contrasto.
Inoltre, la grafica è unica nel suo genere e riesce a catturare in pieno lo spettatore. Quest'opera già di per sé poetica e teatrale, viene arricchita da alcuni brani di musica classica, un'opening delicata e un riassunto all'inizio di ogni puntata in lingua francese. Nel complesso è tutto molto suggestivo.
In aggiunta alcune scene, come il duello con la spada tra Maximilien e Albert e il lancio del guanto da parte dello stesso Albert verso il Conte come gesto di sfida, sono indimenticabili.
Nelle prime due puntate, si ha la sensazione di assistare a un capolavoro, ma questa perfezione si ripresenta solamente nelle ultime due puntate. Purtroppo con il proseguo degli episodi la parte grafica è sempre più trascurata, tranne nel finale. Spero che questo non sia accaduto per problemi di budget, visto che la una riduzione degli episodi avrebbe giovato alla serie.
La tanto attesa vendetta del conte andava anticipata: non si capisce il motivo degli assidui incontri tra Albert e il conte dopo che quest'ultimo aveva già guadagnato ampiamente la sua fiducia.
Altro punto a sfavore è l'ending rock sulla quale si infrange l'atmosfera creata durante la puntata. Infine. alcuni sfondi 3D stridono e danno la sensazione di risvegliarsi da un sogno.
Dare una valutazione a "Gankustuou - il conte di Montecristo" non è affatto facile. I difetti sono fin troppo evidenti e gravano sul giudizo finale, ma ritengo sia giusto premiare l'originalità e l'unicità dell'opera. Per lo stesso motivo consiglio a tutti la visione del suddetto anime.
Tanto per cominciare, questo anime si discosta dall'originale ed è ambientato nel futuro. Ciononostante, vi sono ville, paesaggi, e mentalità ottocenteschi.
Gli elementi futuristici, come i viaggi nello spazio, sono alquanto limitati ed esteticamente non creano problemi di contrasto.
Inoltre, la grafica è unica nel suo genere e riesce a catturare in pieno lo spettatore. Quest'opera già di per sé poetica e teatrale, viene arricchita da alcuni brani di musica classica, un'opening delicata e un riassunto all'inizio di ogni puntata in lingua francese. Nel complesso è tutto molto suggestivo.
In aggiunta alcune scene, come il duello con la spada tra Maximilien e Albert e il lancio del guanto da parte dello stesso Albert verso il Conte come gesto di sfida, sono indimenticabili.
Nelle prime due puntate, si ha la sensazione di assistare a un capolavoro, ma questa perfezione si ripresenta solamente nelle ultime due puntate. Purtroppo con il proseguo degli episodi la parte grafica è sempre più trascurata, tranne nel finale. Spero che questo non sia accaduto per problemi di budget, visto che la una riduzione degli episodi avrebbe giovato alla serie.
La tanto attesa vendetta del conte andava anticipata: non si capisce il motivo degli assidui incontri tra Albert e il conte dopo che quest'ultimo aveva già guadagnato ampiamente la sua fiducia.
Altro punto a sfavore è l'ending rock sulla quale si infrange l'atmosfera creata durante la puntata. Infine. alcuni sfondi 3D stridono e danno la sensazione di risvegliarsi da un sogno.
Dare una valutazione a "Gankustuou - il conte di Montecristo" non è affatto facile. I difetti sono fin troppo evidenti e gravano sul giudizo finale, ma ritengo sia giusto premiare l'originalità e l'unicità dell'opera. Per lo stesso motivo consiglio a tutti la visione del suddetto anime.
L'anime è la rivisitazione in chiave barocco-fantascientifica del romanzo di Dumas. La storia è basata sul romanzo ma segue la trama originale solo in alcuni punti. Questo potrebbe rendere la visione dell'anime piacevole anche per chi ha letto il libro, così come potrebbe dar fastidio, il modo in cui è stata risceneggiata la storia. Oltre alle variazioni nella trama, si sposta anche il punto di vista: il protagonista non è più il Conte dei Montecristo ma bensì il giovane Albert. Devo dire che la storia è molto coinvolgente.......vediamo come il Conte di Montecristo si avvicina al giovane Albert e ne conquista la fiducia, per poi mettere in atto il suo piano una volta giunto a Parigi. Sulle prime la vita scorre tranquilla anche se smossa dalla presenza del misterioso nobile. Poi la vita delle persone vicine ad Albert viene turbata da piccoli incidenti in un crescendo di eventi, abilmente manovrati dal Conte, che sconvolgono completamente la vita del giovane visconte. Davvero indimenticabile il cambiamento del Conte che, ad un certo punto, lascia cadere la sua maschera di cortesia e finto affetto per Albert per rivelare la sua vera natura e lasciare libero sfogo alla sua sete di vendetta che travolge tutti senza distinzioni.
L'ambientazione viene cambiata radicalmente e la storia si sposta dal XIX secolo all'anno 5053 con tutti i cambiamenti che ne conseguono. Nonostante questo, vengono conservati molti degli elementi tipici della Francia di quel periodo, in particolare modo per quanto riguarda l'organizzazione sociale in classi della nobiltà. Ed ecco che il carnevale di Venezia si sposta sulla Luna ma con i costumi tradizionalmente associati all'evento italiano. Quelle che in originale erano nazioni europee in guerra fra loro, diventano pianeti in lotta con razze aliene. Nonostante ci si sposti per lo spazio con incredibili navi spaziali, nelle città si vedono ancora carrozze e auto che ricordano quelle dei primi dell'ottocento e, benché i duelli con la spada si usino ancora per regolare le controversie, si svolgono a bordo di giganteschi robot (un po' come in Escaflowne). Perfino l'abate Faria, che aiuta il Conte ad uscire di prigione, diviene una misteriosa forma di vita aliena che gli dona, oltre alla libertà, anche misteriosi poteri, ma in cambio di un terribile prezzo. Lo Studio Gonzo sfrutta nuovamente il connubio moderno/d'epoca come aveva fatto per Last Exile, accentuandolo però fino agli estremi. A sottolineare questa dicotomia passato-futuro e accrescere l'atmosfera ottocentesca, ogni episodio inizia con un breve riassunto in lingua francese.
La caratteristica unica di questo anime è la particolare tecnica di disegno utilizzata, con la quale, su ogni vestito, appaiono delle trame e dei disegni che si muovono in maniera indipendente rispetto alle movenze dei personaggi. Questi effetti, assieme al massiccio utilizzo di texture computerizzate, animazione digitale e sfondi animati in 3D, possono rendere difficoltosa la visione dell'anime e molto spesso provocano l'effetto di confondere i personaggi coi fondali. L'espressività dei volti è forse la parte più curata ed espressiva, anche perchè, i volti e le mani, sono le uniche parti a cui non viene applicato alcun tipo di effetto. I personaggi principali sono caratterizzati abbastanza bene, ma a volte risultano un po' troppo stereotipati. L'unico sopra la media è proprio il Conte con un carisma e un fascino senza eguali e quell'aria vampiresca che, in alcune scene, rende la sua figura quasi demoniaca. La serie, infine, si abbellisce di varie componenti di musica classica, tra cui diverse opere di Tchaikovsky, l'opera "Lucia di Lammermoor" di Donizetti e il "Concerto per pianoforte e orchestra n. 2" di Rachmaninoff.
L'ambientazione viene cambiata radicalmente e la storia si sposta dal XIX secolo all'anno 5053 con tutti i cambiamenti che ne conseguono. Nonostante questo, vengono conservati molti degli elementi tipici della Francia di quel periodo, in particolare modo per quanto riguarda l'organizzazione sociale in classi della nobiltà. Ed ecco che il carnevale di Venezia si sposta sulla Luna ma con i costumi tradizionalmente associati all'evento italiano. Quelle che in originale erano nazioni europee in guerra fra loro, diventano pianeti in lotta con razze aliene. Nonostante ci si sposti per lo spazio con incredibili navi spaziali, nelle città si vedono ancora carrozze e auto che ricordano quelle dei primi dell'ottocento e, benché i duelli con la spada si usino ancora per regolare le controversie, si svolgono a bordo di giganteschi robot (un po' come in Escaflowne). Perfino l'abate Faria, che aiuta il Conte ad uscire di prigione, diviene una misteriosa forma di vita aliena che gli dona, oltre alla libertà, anche misteriosi poteri, ma in cambio di un terribile prezzo. Lo Studio Gonzo sfrutta nuovamente il connubio moderno/d'epoca come aveva fatto per Last Exile, accentuandolo però fino agli estremi. A sottolineare questa dicotomia passato-futuro e accrescere l'atmosfera ottocentesca, ogni episodio inizia con un breve riassunto in lingua francese.
La caratteristica unica di questo anime è la particolare tecnica di disegno utilizzata, con la quale, su ogni vestito, appaiono delle trame e dei disegni che si muovono in maniera indipendente rispetto alle movenze dei personaggi. Questi effetti, assieme al massiccio utilizzo di texture computerizzate, animazione digitale e sfondi animati in 3D, possono rendere difficoltosa la visione dell'anime e molto spesso provocano l'effetto di confondere i personaggi coi fondali. L'espressività dei volti è forse la parte più curata ed espressiva, anche perchè, i volti e le mani, sono le uniche parti a cui non viene applicato alcun tipo di effetto. I personaggi principali sono caratterizzati abbastanza bene, ma a volte risultano un po' troppo stereotipati. L'unico sopra la media è proprio il Conte con un carisma e un fascino senza eguali e quell'aria vampiresca che, in alcune scene, rende la sua figura quasi demoniaca. La serie, infine, si abbellisce di varie componenti di musica classica, tra cui diverse opere di Tchaikovsky, l'opera "Lucia di Lammermoor" di Donizetti e il "Concerto per pianoforte e orchestra n. 2" di Rachmaninoff.
Se Dumas fosse ancora vivo mi chiedo cosa avrebbe pensato della trasposizione di uno dei suoi romanzi più famosi, di questa onirica e visionaria follia, di un Conte di Montecristo proiettato in una visione surreale e futuristica che di tradizionale possiede esclusivamente quel gigantesco scheletro narrativo dall'attrattiva inossidabile ed eterna dei grandi capolavori letterari.
A conti fatti, a mio avviso "Gankutsuou - Il conte di Montecristo" può essere tranquillamente annoverato come uno dei migliori lavori dello studio Gonzo, se non il migliore in assoluto. Nonostante la storia di fondo sia leggermente modificata, conserva i punti chiave del drammatico e indimenticabile romanzo del noto scrittore francese, anche se l'ambientazione è totalmente stravolta: in un ipotetico futuro dai toni che ricordano lontanamente qualcosa di "steampunk", la tecnologia più moderna è fusa al classico e al barocco in un intreccio di scelte stilistiche totalmente anacronistico. Scenari come una rinnovata e visionaria Parigi o una sempre soleggiata e semplice Marsiglia fanno da palcoscenico ai ben noti personaggi della storia di Dumas, che non si limitano a tali mete, bensì frequentano anche nuove locazioni che nel romanzo non erano ovviamente citate, luoghi impensabili e fuori da ogni contesto come la luna, dove - assurdo ma vero - si svolgerà una buona parte della vicenda.
Per chi ancora non conoscesse la trama di questo drammatico e intenso capolavoro senza tempo, la stesura de "Il Conte di Montecristo" viene completata nel 1844 da Alexandre Dumas e narra le disavventure di Edmond Dantes, incastrato da persone che credeva sinceri e fedeli amici per una questione di denaro, derubato della propria donna, di tutti i suoi averi e rinchiuso in una segreta per anni. Ma Dantes riuscirà a evadere e ad architettare una lenta, crudele, spietata e inarrestabile vendetta contro tutti quei traditori che hanno trasformato la sua vita in un inferno.
Da come chiaramente s'evince siamo di fronte a un incipit decisamente drammatico che nell'anime in questione viene drasticamente ridotto per ricostruire tali eventi in 26 caleidoscopici episodi, amalgamati sapientemente da una regia eccezionale e irrorati da giochi di luci e ombre a mio parere mai visti prima in una serie animata.
Il male, il cancro della vendetta rode Dantes ogni singolo istante della vicenda, tanto che egli è identificato come un'entità sovrannaturale quanto nociva, l'essenza stessa del rancore che giace all'interno di quel suo cuore marcio e divorato dalla rabbia. Il conte viene rappresentato materialmente come una sorta di creatura proveniente dalle profondità dello spazio, chiara metafora del gelo assoluto che vige nell'arido animo di chi non desidera altro se non bramar vendetta. Tuttavia, esternamente questi tormenti non traspaiono affatto, anzi, il misterioso Conte di Montecristo appare tranquillo, misurato, gelido e calcolatore, privo d'emozioni improvvise o di sbalzi d'umore.
Tramite una sorta di cromatica sperimentale e con animazioni ampiamente sopra la media, Studio Gonzo riesce a ispirare un ventaglio ricco dei più profondi sentimenti umani che vanno dall'amore all'odio, all'amicizia alla gelosia, veri e propri orrori che rodono l'animo umano o lo elevano spiritualmente, e tramite questi filtri modifica leggermente la trama originale e la rende imprevedibile in più di qualche frangente, fino a un finale davvero memorabile.
L'intero cast di personaggi, sia protagonisti sia comprimari, è dotato di uno spessore senza pari, e i doppiatori nella versione italiana si esaltano come in pochi altri anime hanno fatto - talentuoso il doppiatore di Albert, semplicemente divino chi dona la voce al Conte di Montecristo. Ma ciò che più colpisce (e stordisce) è l'innovativa tecnica di trame cromatiche e tonalità sovrapposte a ricreare materiali e superfici, pelle dei personaggi o sfondi lontani: un gioco di luci e ombre, di texture amalgamate degno quasi di un acerbo futurismo che ben contribuisce a un pathos diffuso in tutta la vicenda, ma che colpisce, stagna e risalta negli episodi chiave.
Altrettanto originale la colonna sonora, ricca di brani emozionanti e consoni alle atmosfere drammatiche dell'anime.
La scelta di parafrasare niente poco di meno che il capolavoro di Dumas era una sfida davvero ardua, ma che, a mio parere, Studio Gonzo è riuscita a vincere sotto tutti gli aspetti, plasmando un'opera profondissima, impegnativa e incredibilmente emozionante. Un cult da non perdere assolutamente.
A conti fatti, a mio avviso "Gankutsuou - Il conte di Montecristo" può essere tranquillamente annoverato come uno dei migliori lavori dello studio Gonzo, se non il migliore in assoluto. Nonostante la storia di fondo sia leggermente modificata, conserva i punti chiave del drammatico e indimenticabile romanzo del noto scrittore francese, anche se l'ambientazione è totalmente stravolta: in un ipotetico futuro dai toni che ricordano lontanamente qualcosa di "steampunk", la tecnologia più moderna è fusa al classico e al barocco in un intreccio di scelte stilistiche totalmente anacronistico. Scenari come una rinnovata e visionaria Parigi o una sempre soleggiata e semplice Marsiglia fanno da palcoscenico ai ben noti personaggi della storia di Dumas, che non si limitano a tali mete, bensì frequentano anche nuove locazioni che nel romanzo non erano ovviamente citate, luoghi impensabili e fuori da ogni contesto come la luna, dove - assurdo ma vero - si svolgerà una buona parte della vicenda.
Per chi ancora non conoscesse la trama di questo drammatico e intenso capolavoro senza tempo, la stesura de "Il Conte di Montecristo" viene completata nel 1844 da Alexandre Dumas e narra le disavventure di Edmond Dantes, incastrato da persone che credeva sinceri e fedeli amici per una questione di denaro, derubato della propria donna, di tutti i suoi averi e rinchiuso in una segreta per anni. Ma Dantes riuscirà a evadere e ad architettare una lenta, crudele, spietata e inarrestabile vendetta contro tutti quei traditori che hanno trasformato la sua vita in un inferno.
Da come chiaramente s'evince siamo di fronte a un incipit decisamente drammatico che nell'anime in questione viene drasticamente ridotto per ricostruire tali eventi in 26 caleidoscopici episodi, amalgamati sapientemente da una regia eccezionale e irrorati da giochi di luci e ombre a mio parere mai visti prima in una serie animata.
Il male, il cancro della vendetta rode Dantes ogni singolo istante della vicenda, tanto che egli è identificato come un'entità sovrannaturale quanto nociva, l'essenza stessa del rancore che giace all'interno di quel suo cuore marcio e divorato dalla rabbia. Il conte viene rappresentato materialmente come una sorta di creatura proveniente dalle profondità dello spazio, chiara metafora del gelo assoluto che vige nell'arido animo di chi non desidera altro se non bramar vendetta. Tuttavia, esternamente questi tormenti non traspaiono affatto, anzi, il misterioso Conte di Montecristo appare tranquillo, misurato, gelido e calcolatore, privo d'emozioni improvvise o di sbalzi d'umore.
Tramite una sorta di cromatica sperimentale e con animazioni ampiamente sopra la media, Studio Gonzo riesce a ispirare un ventaglio ricco dei più profondi sentimenti umani che vanno dall'amore all'odio, all'amicizia alla gelosia, veri e propri orrori che rodono l'animo umano o lo elevano spiritualmente, e tramite questi filtri modifica leggermente la trama originale e la rende imprevedibile in più di qualche frangente, fino a un finale davvero memorabile.
L'intero cast di personaggi, sia protagonisti sia comprimari, è dotato di uno spessore senza pari, e i doppiatori nella versione italiana si esaltano come in pochi altri anime hanno fatto - talentuoso il doppiatore di Albert, semplicemente divino chi dona la voce al Conte di Montecristo. Ma ciò che più colpisce (e stordisce) è l'innovativa tecnica di trame cromatiche e tonalità sovrapposte a ricreare materiali e superfici, pelle dei personaggi o sfondi lontani: un gioco di luci e ombre, di texture amalgamate degno quasi di un acerbo futurismo che ben contribuisce a un pathos diffuso in tutta la vicenda, ma che colpisce, stagna e risalta negli episodi chiave.
Altrettanto originale la colonna sonora, ricca di brani emozionanti e consoni alle atmosfere drammatiche dell'anime.
La scelta di parafrasare niente poco di meno che il capolavoro di Dumas era una sfida davvero ardua, ma che, a mio parere, Studio Gonzo è riuscita a vincere sotto tutti gli aspetti, plasmando un'opera profondissima, impegnativa e incredibilmente emozionante. Un cult da non perdere assolutamente.
Gankutsuou è un ottimo anime, fedele all'originale sotto alcuni aspetti, sa aggiungere un tono di fantascienza in grado di renderlo "digeribile" anche ai più giovani. La figura del Conte è ben delineata, machiavellico e letale, ancora più truce rispetto alla sua controparte del romanzo. Ottimi alcuni personaggi tra i quali Danglars, Bertuccio e Villefort. Un poco meno il protagonista, che può risultare irritante sotto alcuni aspetti.
La trama segue abbastanza bene il romanzo omonimo, distaccandosi però nella sua parte finale. Secondo me è stata un'ottima trovata, in quanto ha saputo sorprendere anche me che già conoscevo l'opera di Dumas (sebbene, con questa scelta, la figura del Conte ha perso parecchio).
Ottima è l'animazione, supportata dalla singolare tecnica delle texture dinamiche. Affascinante l'ambientazione futuristica che dona come già detto un forte appeal. Gankutsuou è decisamente un buon lavoro.
La trama segue abbastanza bene il romanzo omonimo, distaccandosi però nella sua parte finale. Secondo me è stata un'ottima trovata, in quanto ha saputo sorprendere anche me che già conoscevo l'opera di Dumas (sebbene, con questa scelta, la figura del Conte ha perso parecchio).
Ottima è l'animazione, supportata dalla singolare tecnica delle texture dinamiche. Affascinante l'ambientazione futuristica che dona come già detto un forte appeal. Gankutsuou è decisamente un buon lavoro.
Alexandre Dumas nel 1844 termina il romanzo "Il Conte di MonteCristo", e senza oppositori viene considerato un grandissimo e importante romanzo ottocentesco.
L'anime della Gonzo cosa riprende del fantastico e intrigato romanzo di Dumas ?
Una volta completata la visione dei 24 episodi si può con certezza affermare che il titolo non è la sola cosa che è stata ripresa e riutilizzata, che non è stato utilizzato solo con scopi commerciali per avvicinare i fan del romanzo.
Ma a sua volta il titolo può anche ingannare il curioso spettatore che, non sapendo cosa vedere di nuovo, capita davanti a "Gankutsuou - Il conte di MonteCristo" e si domanda dubbioso se non sia una trasposizione animata con trama e contesto storico uguali al romanzo, ma se sia qualcosa che presenti spunti diversi dall'originale promettendo nuove emozioni.
La risposta alla dubbiosa domanda dello spettatore è certamente la seconda, "Gankutsuou - Il conte di MonteCristo" riprende solo parte del romanzo di Dumas, per esempio riprende la voglia di vendetta, di giustizia di compassione dei vari protagonisti, ma offre di nuovo molti spunti certamente molto interessanti, come il contesto spaziale, la mentalità dei vari personaggi, e il ruolo stesso del conte, che viene precisato da "Gankutsuou", che significa il sovrano del palazzo sotterraneo.
Questi spunti s'intravedono e si notano appena iniziata la serie, con uno sfondo inconfutabilmente fantascientifico, infatti s'inizia il primo episodio vedendo i primi personaggi sulla luna, dove conoscono l'enigmatico e affascinante Conte di MonteCristo.
La Gonzo realizza l'architettura dell'anime con un modo a mio parere alquanto bizzarro e curioso, usando invece della tinta unita dei pattern che si muovono continuamente in concomitanza con il personaggio.
A prima vista ciò ha un forte impatto sullo spettatore, mi ha quasi fatto venire mal di testa, ma poi episodio dopo episodio fa abituare l'occhio rendendolo ormai normale routine.
In definitiva "Gankutsuou - Il conte di MonteCristo" è un opera molto ben riuscita, un opera fluida, intrigante e che non annoia e riesce a reggere il confronto, anche se si sta parlando di generi diversi, con il romanzo di Dumas.
L'anime della Gonzo cosa riprende del fantastico e intrigato romanzo di Dumas ?
Una volta completata la visione dei 24 episodi si può con certezza affermare che il titolo non è la sola cosa che è stata ripresa e riutilizzata, che non è stato utilizzato solo con scopi commerciali per avvicinare i fan del romanzo.
Ma a sua volta il titolo può anche ingannare il curioso spettatore che, non sapendo cosa vedere di nuovo, capita davanti a "Gankutsuou - Il conte di MonteCristo" e si domanda dubbioso se non sia una trasposizione animata con trama e contesto storico uguali al romanzo, ma se sia qualcosa che presenti spunti diversi dall'originale promettendo nuove emozioni.
La risposta alla dubbiosa domanda dello spettatore è certamente la seconda, "Gankutsuou - Il conte di MonteCristo" riprende solo parte del romanzo di Dumas, per esempio riprende la voglia di vendetta, di giustizia di compassione dei vari protagonisti, ma offre di nuovo molti spunti certamente molto interessanti, come il contesto spaziale, la mentalità dei vari personaggi, e il ruolo stesso del conte, che viene precisato da "Gankutsuou", che significa il sovrano del palazzo sotterraneo.
Questi spunti s'intravedono e si notano appena iniziata la serie, con uno sfondo inconfutabilmente fantascientifico, infatti s'inizia il primo episodio vedendo i primi personaggi sulla luna, dove conoscono l'enigmatico e affascinante Conte di MonteCristo.
La Gonzo realizza l'architettura dell'anime con un modo a mio parere alquanto bizzarro e curioso, usando invece della tinta unita dei pattern che si muovono continuamente in concomitanza con il personaggio.
A prima vista ciò ha un forte impatto sullo spettatore, mi ha quasi fatto venire mal di testa, ma poi episodio dopo episodio fa abituare l'occhio rendendolo ormai normale routine.
In definitiva "Gankutsuou - Il conte di MonteCristo" è un opera molto ben riuscita, un opera fluida, intrigante e che non annoia e riesce a reggere il confronto, anche se si sta parlando di generi diversi, con il romanzo di Dumas.
Il Conte di Montecristo per me è una delle vette più alte a cui sia arrivato lo studio Gonzo, nonché uno dei più begli anime degli ultimi anni. Ogni aspetto di quest'anime secondo me è curato mostruosamente bene.
La prima cosa che salta all'occhio è ovviamente la grafica surreale e psichedelica, con uno stile che si adatta in maniera perfetta con la storia e l'ambientazione; l'unica riserva ce l'ho per gli scontri dei mecha, che c'entrano come i cavoli a merenda, ma per fortuna durano solo un paio di puntate. Tuttavia, a differenza di quanto avviene con altre serie, tutto questo sfarzo grafico non è puramente esteriore, ma nasconde una storia, una sceneggiatura e una caratterizzazione dei personaggi altrettanto superbe, se non di più - d'altra parte non poteva essere altrimenti, essendo tratti da un romanzo così famoso.
Impossibile restare immuni al fascino di un personaggio come il Conte, ai colpi di scena ottimamente studiati, ma anche alle profonde riflessioni morali sulla vendetta e all'analisi sociale dei meccanismi del potere, e di una realtà tanto perfetta esternamente quanto marcia al suo interno. L'unico personaggio che risulta un po' deludente, forse, è il protagonista Albert, un po' troppo ingenuo.
Anche la colonna sonora è ottima e raggiunge il suo apice nella sigla iniziale, mentre il doppiaggio italiano, incredibile ma vero, a mio avviso è sublime, specialmente quello del Conte.
Non ho mai letto il romanzo, quindi non posso dire se sia stato adattato bene o male, ma una cosa posso assicurarla: l'anime in sé l'ho trovato un capolavoro; a questo punto spererei in una trasposizione animata da parte della Gonzo anche dei Promessi Sposi, ma mi sa che pretendo troppo.
La prima cosa che salta all'occhio è ovviamente la grafica surreale e psichedelica, con uno stile che si adatta in maniera perfetta con la storia e l'ambientazione; l'unica riserva ce l'ho per gli scontri dei mecha, che c'entrano come i cavoli a merenda, ma per fortuna durano solo un paio di puntate. Tuttavia, a differenza di quanto avviene con altre serie, tutto questo sfarzo grafico non è puramente esteriore, ma nasconde una storia, una sceneggiatura e una caratterizzazione dei personaggi altrettanto superbe, se non di più - d'altra parte non poteva essere altrimenti, essendo tratti da un romanzo così famoso.
Impossibile restare immuni al fascino di un personaggio come il Conte, ai colpi di scena ottimamente studiati, ma anche alle profonde riflessioni morali sulla vendetta e all'analisi sociale dei meccanismi del potere, e di una realtà tanto perfetta esternamente quanto marcia al suo interno. L'unico personaggio che risulta un po' deludente, forse, è il protagonista Albert, un po' troppo ingenuo.
Anche la colonna sonora è ottima e raggiunge il suo apice nella sigla iniziale, mentre il doppiaggio italiano, incredibile ma vero, a mio avviso è sublime, specialmente quello del Conte.
Non ho mai letto il romanzo, quindi non posso dire se sia stato adattato bene o male, ma una cosa posso assicurarla: l'anime in sé l'ho trovato un capolavoro; a questo punto spererei in una trasposizione animata da parte della Gonzo anche dei Promessi Sposi, ma mi sa che pretendo troppo.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
"Gankutsuou - Il conte di Montecristo" è un anime veramente spettacolare: lo stile di disegno è innovativo e sorprendente, come solo Mahiro Maeda sa fare. La colorazione dei vestiti con delle texture lo rende diverso da qualsiasi altro anime: gli elementi come la pelle dei personaggi, le macchine, ecc. creano un piacevole contrasto con i motivi delle giacche, dei capelli e simili. L'idea della dicotomia temporale '800-5053 è molto originale, e il futuro alternativo (un po' come in Arancia Meccanica di Stanley Kubrick) è reso molto bene, e dà quasi l'impressione che il nostro futuro potrebbe benissimo essere una cosa del genere. Secondo me, se Alexandre Dumas fosse vivo, ne sarebbe contentissimo.
I personaggi sono tutti caratterizzati molto bene, a parte Albert, che forse è un po' troppo privo di spina dorsale, ma anche questo fa parte dello svolgimento della storia. Il conte di Montecristo è dipinto in modo molto più sinistro che nel romanzo, ma devo dire che mi riesce simpatico comunque, anzi è il mio personaggio preferito (si capisce, eh...). E' diverso dai soliti eroi che "lottano per il bene e per mantenere la pace, ora e sempre contro il male eccetera": un protagonista capace di rivoltare lo spazio come un calzino e raggirare il cuore di un giovane ingenuo solo per arrivare al suo scopo: trovare e vendicarsi delle persone che hanno reso la sua vita un inferno, gli hanno rubato la donna che amava e lo hanno costretto, per liberarsi dalla misera condizione in cui era stato ridotto, a fare un patto con un demone diventando un essere senza pietà e senza scrupoli.
Tutta la vicenda ruota attorno a questo misterioso personaggio, che solo alla fine rivelerà la sua vera natura, perfino con Mercèdès du Morcerf, la donna amata un tempo. Un protagonista così mi piace assai.
Ma d'altronde anche il romanzo è così (a parte il demone, che in realtà sarebbe l'abate Faria): un dramma continuo, ma di questo non anticipo niente. Leggetevi la versione integrale e riuscirete a godervi molto di più questo stupendo anime creato dallo studio GONZO - che, per la cronaca, ha realizzato anche Hellsing e Full Metal Panic - e soprattutto dal genio di Mahiro Maeda. Esiste anche una versione in manga di Gankutsuou, solo in inglese però, edita da Del Rey Manga, composta da tre volumi e interamente disegnata e inchiostrata da Mahiro Maeda. Trovate le scans del primo volume su Internet, degli altri due non si hanno notizie, per il momento (troverò il modo di procurarmeli).
Voto 10, ma è molto riduttivo per quest'opera.
"Gankutsuou - Il conte di Montecristo" è un anime veramente spettacolare: lo stile di disegno è innovativo e sorprendente, come solo Mahiro Maeda sa fare. La colorazione dei vestiti con delle texture lo rende diverso da qualsiasi altro anime: gli elementi come la pelle dei personaggi, le macchine, ecc. creano un piacevole contrasto con i motivi delle giacche, dei capelli e simili. L'idea della dicotomia temporale '800-5053 è molto originale, e il futuro alternativo (un po' come in Arancia Meccanica di Stanley Kubrick) è reso molto bene, e dà quasi l'impressione che il nostro futuro potrebbe benissimo essere una cosa del genere. Secondo me, se Alexandre Dumas fosse vivo, ne sarebbe contentissimo.
I personaggi sono tutti caratterizzati molto bene, a parte Albert, che forse è un po' troppo privo di spina dorsale, ma anche questo fa parte dello svolgimento della storia. Il conte di Montecristo è dipinto in modo molto più sinistro che nel romanzo, ma devo dire che mi riesce simpatico comunque, anzi è il mio personaggio preferito (si capisce, eh...). E' diverso dai soliti eroi che "lottano per il bene e per mantenere la pace, ora e sempre contro il male eccetera": un protagonista capace di rivoltare lo spazio come un calzino e raggirare il cuore di un giovane ingenuo solo per arrivare al suo scopo: trovare e vendicarsi delle persone che hanno reso la sua vita un inferno, gli hanno rubato la donna che amava e lo hanno costretto, per liberarsi dalla misera condizione in cui era stato ridotto, a fare un patto con un demone diventando un essere senza pietà e senza scrupoli.
Tutta la vicenda ruota attorno a questo misterioso personaggio, che solo alla fine rivelerà la sua vera natura, perfino con Mercèdès du Morcerf, la donna amata un tempo. Un protagonista così mi piace assai.
Ma d'altronde anche il romanzo è così (a parte il demone, che in realtà sarebbe l'abate Faria): un dramma continuo, ma di questo non anticipo niente. Leggetevi la versione integrale e riuscirete a godervi molto di più questo stupendo anime creato dallo studio GONZO - che, per la cronaca, ha realizzato anche Hellsing e Full Metal Panic - e soprattutto dal genio di Mahiro Maeda. Esiste anche una versione in manga di Gankutsuou, solo in inglese però, edita da Del Rey Manga, composta da tre volumi e interamente disegnata e inchiostrata da Mahiro Maeda. Trovate le scans del primo volume su Internet, degli altri due non si hanno notizie, per il momento (troverò il modo di procurarmeli).
Voto 10, ma è molto riduttivo per quest'opera.
Un anime molto interessante, sia nella grafica e nella trama, che fanno in modo che lo spettatore subisca il fascino delle scene in modo risolutivo.
Quest'anime è stato tratto dal romanzo "Il Conte di Monte Cristo" scritto da Alexandre Dumas (padre)che consiglio di leggere.
La storia si svolge in un futuro alternativo,dove l'uomo può viaggiare nello spazio.
Una storia molto bella che avvolge lo spettatore in un sentimento profondo come la vendetta.
E che fa pensare se sia una cosa giusta vendicarsi, o no.
Voto: 1O
Quest'anime è stato tratto dal romanzo "Il Conte di Monte Cristo" scritto da Alexandre Dumas (padre)che consiglio di leggere.
La storia si svolge in un futuro alternativo,dove l'uomo può viaggiare nello spazio.
Una storia molto bella che avvolge lo spettatore in un sentimento profondo come la vendetta.
E che fa pensare se sia una cosa giusta vendicarsi, o no.
Voto: 1O
Medames, messieurs, bonsoir.
Benvenuti nell’introduzione d’obbligo a un anime esteticamente atipico, contenutisticamente ibrido, coraggioso a tratti, abborracciato in molte parti, sicuramente controverso e discutibile e se non pretenzioso, almeno irritante per alcune licenze e rimaneggiamenti eccessivi che finiscono per sfociare nell’incoerenza e per minarne il valore globale.
Partendo però dall’inizio, c’è da dire che le prime puntate sono davvero degne di nota, molto affascinanti e con un’aura unica. Inizialmente ciò che naturalmente colpisce di più è l’utilizzo delle maschere di ritaglio per la colorazione della maggior parte degli elementi e dei personaggi. E questa tecnica in principio non sembra un semplice trucco atto ad attirare l’attenzione e fine a uno stupore superficiale, ma sa molto di estetismo simbolista, eco dell’arte raffinata ed enigmatica di Moreau, ricco di un’eleganza decadente e a volte anche barocco per certi versi. Gli sfondi, il cielo notturno, gli astri, gli abiti e i piccoli particolari come quadri e tappeti diventano una “festa per gli occhi”, e ammaliati dalla voce suadente e profondissima del Conte, avvolti dal mistero della sua figura e dai segreti innumerevoli che soggiacciono alla narrazione e si intuiscono appena, la visione se non strega riesce comunque a catturare. Certo Albert è un personaggio di una debolezza disarmante, candido e ingenuo e illuso fino al vomito, ma tutto sommato fino a un certo punto è bilanciato decentemente dal suo amico Franz che invece è una figura quasi duale e combattuta – sicuramente molto matura e molto più interessante del nostro piagnone – e da Eugenie che almeno in principio sembra avere un carisma differente dai soliti stereotipi femminili romantici. Inoltre, nelle sue apparizioni il Conte si mangia letteralmente la scena magnetizzando l’attenzione dello spettatore e dei diversi personaggi che via via verranno introdotti.
Tuttavia queste prime impressioni scemano progressivamente fino quasi a languire in una storia che si trascina per inerzia come un melo’ un po’ polpettone dall’esito quasi scontato. Le animazioni si fanno altalenanti, con buoni picchi ma con cali spaventosi, la cura per il dettaglio e la scelta delle tessiture delle maschere diventano ripetitive e prive di interesse e ispirazione, il 3D dei fondali e di alcuni scenari rasenta il ridicolo per la scarsa cura e povertà (e stendiamo un velo vergognoso sugli scontri dei mecha), inoltre anche i personaggi che avevano dei caratteri interessanti finiscono per essere banalizzati e appiattiti, mentre inizia a pesare notevolmente il ruolo di protagonista sulle spalle fiacche di Albert, che finisce per occupare estenuantemente la scena di chi, la scena, la possiede per diritto di titolo e di carisma, il Conte, che viene relegato a un ruolo sì oscuro, ma che in definitiva gli va troppo stretto. Poi la psicologia del trio degli arricchiti fa a pugni da sola, contraddicendosi in più svolte e diventando macchiettistica in ognuno dei nobili (ma soprattutto nel Mondego), mentre appare come un meteorite l’unica figura, quella di Cavalcanti, veramente degna di questo nome – con Montecristo e la seconda moglie di Villefort (e forse un po’ anche Haydée) – malata e psicopatica e convincente e perfettamente coerente.
Il ritmo procede a scossoni improvvisi, e pur arrivando a dei buoni momenti di tensione e ad alcuni quasi emozionanti, non riesce a essere fluido e modulato per tutta la narrazione, addormentandosi su alcuni passaggi e schizzando fulmineamente attraverso situazioni che avrebbero meritato ben altra arsi. Lo stile del disegno è molto semplice e non molto particolareggiato, in classico design Gonzo. I colori invece sono sempre ottimi, e i cromatismi accostati anche in modo inconsueto danno vita ad alcuni fondali spaziali assolutamente suggestivi, mentre meritano decisamente una menzione l’ispiratissimo scenario dell’abitazione del Conte e delle vedute mozzafiato di galassie e nebulose. Le musiche sono molto belle (se si tralasciano le due sigle), iniziando addirittura con l’aria clou della Lucia di Lammermoor – che mi aveva fatto sperare nel proseguo in molti altri appuntamenti all’opera, ma vabbe’ –, e gli accompagnamenti del piano ispirati come quasi tutte le melodie che fanno da ottima colonna sonora.
Detto quasi tutto, resta da dover parlare dell’evolversi della trama, che nel finale che naturalmente non spoilero si discosta notevolmente dal romanzo finendo incontestabilmente per alterare il senso, non solo del libro, ma anche delle posizioni prese per buona parte dell’anime dagli stessi protagonisti, scadendo in modo indecente in un frittatone di cattivo gusto e di melassa drammatica trita, retorica e insopportabile. Un dramma di vendetta e di un patto quasi faustiano per ottenerla non può essere svilito così. Ma nonostante questo resta la buonissima idea di una trasposizione fantascientifica del romanzo di Dumas, anche se io avrei insistito molto di più sugli elementi da fantascienza che fanno invece quasi da cornice (avrei dato più un contesto alla Star Wars), e resta soprattutto tutta la potenza e la fascinazione di un Conte inedito e riuscitissimo, che in sé unisce il dandy, il vampiro, l’incantatore e l’uomo disperato e maledetto.
Dunque, alla fine, Gankutsuou è da buttare? Questo assolutamente no. Si poteva fare di meglio? Decisamente sì.
Sarà per un ennesimo soggetto più o meno ispirato a un grande capolavoro.
Attendete e sperate.
Benvenuti nell’introduzione d’obbligo a un anime esteticamente atipico, contenutisticamente ibrido, coraggioso a tratti, abborracciato in molte parti, sicuramente controverso e discutibile e se non pretenzioso, almeno irritante per alcune licenze e rimaneggiamenti eccessivi che finiscono per sfociare nell’incoerenza e per minarne il valore globale.
Partendo però dall’inizio, c’è da dire che le prime puntate sono davvero degne di nota, molto affascinanti e con un’aura unica. Inizialmente ciò che naturalmente colpisce di più è l’utilizzo delle maschere di ritaglio per la colorazione della maggior parte degli elementi e dei personaggi. E questa tecnica in principio non sembra un semplice trucco atto ad attirare l’attenzione e fine a uno stupore superficiale, ma sa molto di estetismo simbolista, eco dell’arte raffinata ed enigmatica di Moreau, ricco di un’eleganza decadente e a volte anche barocco per certi versi. Gli sfondi, il cielo notturno, gli astri, gli abiti e i piccoli particolari come quadri e tappeti diventano una “festa per gli occhi”, e ammaliati dalla voce suadente e profondissima del Conte, avvolti dal mistero della sua figura e dai segreti innumerevoli che soggiacciono alla narrazione e si intuiscono appena, la visione se non strega riesce comunque a catturare. Certo Albert è un personaggio di una debolezza disarmante, candido e ingenuo e illuso fino al vomito, ma tutto sommato fino a un certo punto è bilanciato decentemente dal suo amico Franz che invece è una figura quasi duale e combattuta – sicuramente molto matura e molto più interessante del nostro piagnone – e da Eugenie che almeno in principio sembra avere un carisma differente dai soliti stereotipi femminili romantici. Inoltre, nelle sue apparizioni il Conte si mangia letteralmente la scena magnetizzando l’attenzione dello spettatore e dei diversi personaggi che via via verranno introdotti.
Tuttavia queste prime impressioni scemano progressivamente fino quasi a languire in una storia che si trascina per inerzia come un melo’ un po’ polpettone dall’esito quasi scontato. Le animazioni si fanno altalenanti, con buoni picchi ma con cali spaventosi, la cura per il dettaglio e la scelta delle tessiture delle maschere diventano ripetitive e prive di interesse e ispirazione, il 3D dei fondali e di alcuni scenari rasenta il ridicolo per la scarsa cura e povertà (e stendiamo un velo vergognoso sugli scontri dei mecha), inoltre anche i personaggi che avevano dei caratteri interessanti finiscono per essere banalizzati e appiattiti, mentre inizia a pesare notevolmente il ruolo di protagonista sulle spalle fiacche di Albert, che finisce per occupare estenuantemente la scena di chi, la scena, la possiede per diritto di titolo e di carisma, il Conte, che viene relegato a un ruolo sì oscuro, ma che in definitiva gli va troppo stretto. Poi la psicologia del trio degli arricchiti fa a pugni da sola, contraddicendosi in più svolte e diventando macchiettistica in ognuno dei nobili (ma soprattutto nel Mondego), mentre appare come un meteorite l’unica figura, quella di Cavalcanti, veramente degna di questo nome – con Montecristo e la seconda moglie di Villefort (e forse un po’ anche Haydée) – malata e psicopatica e convincente e perfettamente coerente.
Il ritmo procede a scossoni improvvisi, e pur arrivando a dei buoni momenti di tensione e ad alcuni quasi emozionanti, non riesce a essere fluido e modulato per tutta la narrazione, addormentandosi su alcuni passaggi e schizzando fulmineamente attraverso situazioni che avrebbero meritato ben altra arsi. Lo stile del disegno è molto semplice e non molto particolareggiato, in classico design Gonzo. I colori invece sono sempre ottimi, e i cromatismi accostati anche in modo inconsueto danno vita ad alcuni fondali spaziali assolutamente suggestivi, mentre meritano decisamente una menzione l’ispiratissimo scenario dell’abitazione del Conte e delle vedute mozzafiato di galassie e nebulose. Le musiche sono molto belle (se si tralasciano le due sigle), iniziando addirittura con l’aria clou della Lucia di Lammermoor – che mi aveva fatto sperare nel proseguo in molti altri appuntamenti all’opera, ma vabbe’ –, e gli accompagnamenti del piano ispirati come quasi tutte le melodie che fanno da ottima colonna sonora.
Detto quasi tutto, resta da dover parlare dell’evolversi della trama, che nel finale che naturalmente non spoilero si discosta notevolmente dal romanzo finendo incontestabilmente per alterare il senso, non solo del libro, ma anche delle posizioni prese per buona parte dell’anime dagli stessi protagonisti, scadendo in modo indecente in un frittatone di cattivo gusto e di melassa drammatica trita, retorica e insopportabile. Un dramma di vendetta e di un patto quasi faustiano per ottenerla non può essere svilito così. Ma nonostante questo resta la buonissima idea di una trasposizione fantascientifica del romanzo di Dumas, anche se io avrei insistito molto di più sugli elementi da fantascienza che fanno invece quasi da cornice (avrei dato più un contesto alla Star Wars), e resta soprattutto tutta la potenza e la fascinazione di un Conte inedito e riuscitissimo, che in sé unisce il dandy, il vampiro, l’incantatore e l’uomo disperato e maledetto.
Dunque, alla fine, Gankutsuou è da buttare? Questo assolutamente no. Si poteva fare di meglio? Decisamente sì.
Sarà per un ennesimo soggetto più o meno ispirato a un grande capolavoro.
Attendete e sperate.
Durante un viaggio sulla Luna, i due giovani nobili Albert e Franz faranno la conoscenza del conte di Monte Cristo, carismatico nobiluomo, attorniato però da un' atmosfera inquietante. A dispetto dei dubbi che nutre nei suoi confronti Franz, Albert ne rimane subito affascinato, al punto che si offre di aiutare il conte ad entrare nella società parigina quando si trasferirà sulla Terra. Ricco e potente, il conte s' integrerà subito, entrando nella cerchia di conoscenze degli uomini più potenti di Parigi: il generale Fernand de Morcef, padre di Albert; il ricco barone Danglars, padre della promessa sposa di ALbert; e il procuratore Villefort, padre della fidanzata di Franz. Contemporaneamente all'arrivo del nobile, però, una per una la vita dei tre uomini inizieranno ad incrinarsi, lasciando intravedere tra le crepe una colpa passata, strettamente legata al conte di Montecristo...
Prima di partire, come faccio di solito, dalla trama, vorrei parlare della realizzazione tecnica, punta di diamante della serie, chiaramente molto ambiziosa. Quello che rende Gankutsuou quella che è probabilmente la serie graficamente migliore che abbia mai visto non sono solo le superbe animazioni (certe volte al livello di un lungometraggio cinematografico), o il design, davvero ottimo, ma è soprattutto la colorazione, per cui si è optato per la scelta felice di utilizzare per molti elementi quali vestiti, piante, perfino capelli, l' utilizzo di dettagliate texture fisse, raggiungendo così un effetto spettacolare, tant'è che ogni scena è una gioia per gli occhi, e durante le prime puntate ero davvero sbalordito da quella resa.
È stata utilizzata, purtroppo, anche la computer grafica. Dico purtroppo non perché sia stata usata male, anzi, rientra nella media qualitativa della CG delle serie da tripla A, ma giusto per il mio gusto. Mi ha sempre fatto storcere il naso l' utilizzo della computer grafica realistica negli anime, che per me stona notevolmente con il resto dell' immagine (ve lo immaginate Tengen Toppa Gurren-Lagann con i ganmen realizzati in CG? Brrr...). Che volete farci, sono un tradizionalista, e per quanto possa piacermi un'animazione 3D non mi sbalordirà mai come può farlo un immagine in 2D (sempre santo Miyazaki).
Per chiudere il quadro tecnico, parlo del sonoro: musiche davvero buone, forse nessuna memorabile, anche se l' opening e l'ending sono fantastiche (anche per il video). Superlativo il doppiaggio italiano, che usa tante voci che gli appassionati di animazioni riconosceranno.
E ora passiamo alla trama. L' anime è ovviamente una rivisitazione dell'omonimo romanzo di Dumas (che purtroppo non ho letto, pur conoscendone la storia), perciò immagino che chi l' abbia letto in generale non avrà troppe difficoltà ad indovinare dove andrà a parare per sommi capi la trama.
Comunque, parlando da profano della storia, in generale ho trovato che reggesse molto bene, e pur avendola trovata un pò piatta sul piano del coinvolgimento emotivo come spettatore, piuttosto appassionante nello svolgimento. Peccato solo per qualche buco narrativo, cioè punti poco approfonditi alla fine della serie (in particolare uno che mi sarebbe piaciuto molto chiarire, soprattutto per com'era stato importante nelle ultime puntate; capirete quando vedrete).
Il cast di personaggi è buono, con qualcuno che spicca particolarmente (su tutti, ovviamente, il conte), e c'è anche una discreta maturazione da parte loro.
I problemi di Gankutsuou stanno tutti nella storia, un pò liscia a mio parere emotivamente, anche per una certa scarsità di veri colpi di scena, e soprattutto per qualche buco narrativo, che non inficia la narrazione ma lascia l' amaro in bocca per delle questioni poco chiarite. In generale comunque è un' opera coinvolgente e pregevole, che merita la visione da parte di tutti.
Prima di partire, come faccio di solito, dalla trama, vorrei parlare della realizzazione tecnica, punta di diamante della serie, chiaramente molto ambiziosa. Quello che rende Gankutsuou quella che è probabilmente la serie graficamente migliore che abbia mai visto non sono solo le superbe animazioni (certe volte al livello di un lungometraggio cinematografico), o il design, davvero ottimo, ma è soprattutto la colorazione, per cui si è optato per la scelta felice di utilizzare per molti elementi quali vestiti, piante, perfino capelli, l' utilizzo di dettagliate texture fisse, raggiungendo così un effetto spettacolare, tant'è che ogni scena è una gioia per gli occhi, e durante le prime puntate ero davvero sbalordito da quella resa.
È stata utilizzata, purtroppo, anche la computer grafica. Dico purtroppo non perché sia stata usata male, anzi, rientra nella media qualitativa della CG delle serie da tripla A, ma giusto per il mio gusto. Mi ha sempre fatto storcere il naso l' utilizzo della computer grafica realistica negli anime, che per me stona notevolmente con il resto dell' immagine (ve lo immaginate Tengen Toppa Gurren-Lagann con i ganmen realizzati in CG? Brrr...). Che volete farci, sono un tradizionalista, e per quanto possa piacermi un'animazione 3D non mi sbalordirà mai come può farlo un immagine in 2D (sempre santo Miyazaki).
Per chiudere il quadro tecnico, parlo del sonoro: musiche davvero buone, forse nessuna memorabile, anche se l' opening e l'ending sono fantastiche (anche per il video). Superlativo il doppiaggio italiano, che usa tante voci che gli appassionati di animazioni riconosceranno.
E ora passiamo alla trama. L' anime è ovviamente una rivisitazione dell'omonimo romanzo di Dumas (che purtroppo non ho letto, pur conoscendone la storia), perciò immagino che chi l' abbia letto in generale non avrà troppe difficoltà ad indovinare dove andrà a parare per sommi capi la trama.
Comunque, parlando da profano della storia, in generale ho trovato che reggesse molto bene, e pur avendola trovata un pò piatta sul piano del coinvolgimento emotivo come spettatore, piuttosto appassionante nello svolgimento. Peccato solo per qualche buco narrativo, cioè punti poco approfonditi alla fine della serie (in particolare uno che mi sarebbe piaciuto molto chiarire, soprattutto per com'era stato importante nelle ultime puntate; capirete quando vedrete).
Il cast di personaggi è buono, con qualcuno che spicca particolarmente (su tutti, ovviamente, il conte), e c'è anche una discreta maturazione da parte loro.
I problemi di Gankutsuou stanno tutti nella storia, un pò liscia a mio parere emotivamente, anche per una certa scarsità di veri colpi di scena, e soprattutto per qualche buco narrativo, che non inficia la narrazione ma lascia l' amaro in bocca per delle questioni poco chiarite. In generale comunque è un' opera coinvolgente e pregevole, che merita la visione da parte di tutti.
Ho finito di vedere Gankutsuou qualche giorno fa e, che dire... stesso effetto del romanzo: ne sono rimasta totalmente stregata!
Tutto, tutto è degno di nota: la storia, la grafica, il character design, la musica, il doppiaggio, la caratterizzazione dei personaggi... Forse l'unica nota stonata è il protagonista (che NON è il Conte di Montecristo), talmente ingenuo e bambacione che ti viene voglia di affogarlo nel water. Va bene, si salva parzialmente per il cammino di crescita e maturazione che intraprende, ma ciò non toglie che per la quasi totalità della serie l'ho trovato troppo fastidioso. Per questo il mio giudizio perde un punto su 10. Bisogna però ammettere che decidere di raccontare la storia attraverso il punto di vista di quello che in origine è solo uno dei comprimari è un modo intelligente per conferire freschezza narrativa (certo potevano caratterizzarlo meglio...).
OK, ho elencato gli aspetti negativi, passo al resto.
Prima di tutto, LUI: il Conte di Montecristo, affascinante, elegante, mefistofelico essere in cerca di vendetta. Un antieroe, estremamente diverso rispetto alla sua controparte letteraria, un cattivo con la C maiuscola, crudele e spietato, ma senza mai diventare una macchietta. Diabolico, ma anche disperato nella sua solitudine e nel suo odio verso i suoi nemici. Probabilmente, nella definizione di questo personaggio, figura fittizia ma psicologicamente perfetta, avviene lo sforzo creativo maggiore degli autori, più che nell'inedito setting temporale o nel finale che stravolge il senso del capolavoro di Dumas. E qui si perde l'altro punto: per quanto mi sia piaciuto la conclusione, non ce n'è, preferisco quello originale.
Potrei fermarmi qui nella descrizione dei personaggi, tanto questo antagonista, ché di questo si tratta, rappresenta il magnetico fulcro della storia, cui tutti gli altri sono attratti, da cui dipendono, da cui sono posti in scena come marionette che egli stesso manovra; c'è da dire però che il pregio migliore del Conte, l'ottima caratterizzazione psicologica, è generalmente condivisa dagli altri personaggi. Quelli che mi lasciano meno entusiasta, come dicevo prima, sono proprio il protagonista e la sua cricca di amici (anche se Eugenie aveva iniziato così bene, una bella, forte figura femminile!), un po' troppo stereotipati. Rendo merito al buon Franz, che gioca bene le sue carte fino all'ultimo, con pazienza e tenacia.
La storia: nei primi episodi è molto fedele al romanzo, pur cominciando a narrare le vicende in medias res, mettendo così lo spettatore in una posizione di sostanziale ignoranza rispetto all'identità e alle motivazioni che muovono il Conte (purtroppo non ho potuto godere di questo espediente narrativo visto che già conoscevo "l'antefatto"). Il suo passato viene piano piano ricostruito durante la serie, inizialmente con piccolissimi dettagli disseminati nei primi episodi, poi con vari flashback, per arrivare alla confessione e scioglimento finale. Con lo scorrere della vicenda però Gankutsuou diventa una creatura del tutto autonoma, con lo sviluppo di subplot nuovi e soprattutto con colpi di scena e una conclusione che mi hanno lasciato a bocca aperta. E sì che, in qualità di sgamata consumatrice di serie, film, telefilm, romanzi e quant'altro, mi considero una abituata più o meno a tutto! Di certo il regista Mahiro Maeda sa fare il suo lavoro in fatto di creare aspettative e momenti forti. Non sono molto ferrata sugli anime moderni, ma l'uso del montaggio alternato cui ricorre quest'uomo non mi sembra di averlo mai visto nel mondo dell'animazione.
Sul piano più tecnico preferisco non pronunciarmi, visto che non è la mia materia. Due immagini però vanno citate, e consiglio davvero di recuperarle: l'etereo vestito della notte all'Opera di Haydée e il teschio-luna che osserva la Terra da terribili orbite nere.
Per quanto riguarda il character design... beh, lascio la parola alla tredicenne che c'è in me per un commento molto professionale: il Conte è un gran figo! Aspetto e pose da vampiro dandy, sempre impeccabilmente elegante, capello fluente, occhi eterocromatici. E ancora, gran affabulatore, sempre circondato da un alone di mistero, che compie ogni più piccolo gesto con grazia studiata: insomma, uno che ha classe! Ah, ho menzionato le sue leggendarie ricchezze? L'episodio in cui veniamo introdotti nella sua "umile" dimora è una vera festa per gli occhi, forse il paradigma di quello che vuole essere tutta la serie.
Di certo valore aggiunto viene conferito dalla voce del Conte, uno stupendo, profondo Raffaele Farina, che non fa rimpiangere l'originale giapponese. A proposito della versione italiana, anche i dialoghi sembrano piuttosto fedeli all'originale, ma purtroppo baso questa mia affermazione solo dal confronto con le traduzioni inglese e spagnola.
Infine, la musica. Nel corso della serie non è solo commento sonoro, ma contestualizza momenti chiave della storia: basti pensare che il primo incontro fra il protagonista e il Conte avviene all'Opera, mentre è in scena la Lucia di Lammermoor di Donizetti. L'OST tutto comunque merita: quasi a riproporre la ricchezza kitsch delle immagini, tocca e mescola più generi, dalla disco, all'opera appunto, alla classica, al rock. E qui, menzione speciale ai temi iniziale e finale degli episodi: tanto dolce e romantico il primo, quanto freneticamente rockeggiante il secondo, e il montaggio e lo stile delle immagini non manca di riproporre queste differenze di genere. Personalmente, la mia anima metal snobba l'apertura in favore della sigla finale: You won't see me coming, till I strike! Praticamente un manifesto.
Per concludere, come dicevo, conosco il romanzo, l'ho letto, l'ho amato e arrivata alla fine non volevo più leggere altro. Se è vero che il senso di ogni opera nata dalla creatività umana sta nel finale, Il Conte di Montecristo e Gankutsuou sono due entità profondamente diverse, al di là degli alieni e dei viaggi spaziali; ciononostante, non solo questa rivisitazione mi ha entusiasmato, ma posso dire che, fra gli adattamenti del romanzo di Dumas che mi è capitato di vedere, questo è il migliore. Lo consiglio? Certamente. E, già che ci siete, se non l'avete mai fatto, leggetevi anche il romanzo.
Tutto, tutto è degno di nota: la storia, la grafica, il character design, la musica, il doppiaggio, la caratterizzazione dei personaggi... Forse l'unica nota stonata è il protagonista (che NON è il Conte di Montecristo), talmente ingenuo e bambacione che ti viene voglia di affogarlo nel water. Va bene, si salva parzialmente per il cammino di crescita e maturazione che intraprende, ma ciò non toglie che per la quasi totalità della serie l'ho trovato troppo fastidioso. Per questo il mio giudizio perde un punto su 10. Bisogna però ammettere che decidere di raccontare la storia attraverso il punto di vista di quello che in origine è solo uno dei comprimari è un modo intelligente per conferire freschezza narrativa (certo potevano caratterizzarlo meglio...).
OK, ho elencato gli aspetti negativi, passo al resto.
Prima di tutto, LUI: il Conte di Montecristo, affascinante, elegante, mefistofelico essere in cerca di vendetta. Un antieroe, estremamente diverso rispetto alla sua controparte letteraria, un cattivo con la C maiuscola, crudele e spietato, ma senza mai diventare una macchietta. Diabolico, ma anche disperato nella sua solitudine e nel suo odio verso i suoi nemici. Probabilmente, nella definizione di questo personaggio, figura fittizia ma psicologicamente perfetta, avviene lo sforzo creativo maggiore degli autori, più che nell'inedito setting temporale o nel finale che stravolge il senso del capolavoro di Dumas. E qui si perde l'altro punto: per quanto mi sia piaciuto la conclusione, non ce n'è, preferisco quello originale.
Potrei fermarmi qui nella descrizione dei personaggi, tanto questo antagonista, ché di questo si tratta, rappresenta il magnetico fulcro della storia, cui tutti gli altri sono attratti, da cui dipendono, da cui sono posti in scena come marionette che egli stesso manovra; c'è da dire però che il pregio migliore del Conte, l'ottima caratterizzazione psicologica, è generalmente condivisa dagli altri personaggi. Quelli che mi lasciano meno entusiasta, come dicevo prima, sono proprio il protagonista e la sua cricca di amici (anche se Eugenie aveva iniziato così bene, una bella, forte figura femminile!), un po' troppo stereotipati. Rendo merito al buon Franz, che gioca bene le sue carte fino all'ultimo, con pazienza e tenacia.
La storia: nei primi episodi è molto fedele al romanzo, pur cominciando a narrare le vicende in medias res, mettendo così lo spettatore in una posizione di sostanziale ignoranza rispetto all'identità e alle motivazioni che muovono il Conte (purtroppo non ho potuto godere di questo espediente narrativo visto che già conoscevo "l'antefatto"). Il suo passato viene piano piano ricostruito durante la serie, inizialmente con piccolissimi dettagli disseminati nei primi episodi, poi con vari flashback, per arrivare alla confessione e scioglimento finale. Con lo scorrere della vicenda però Gankutsuou diventa una creatura del tutto autonoma, con lo sviluppo di subplot nuovi e soprattutto con colpi di scena e una conclusione che mi hanno lasciato a bocca aperta. E sì che, in qualità di sgamata consumatrice di serie, film, telefilm, romanzi e quant'altro, mi considero una abituata più o meno a tutto! Di certo il regista Mahiro Maeda sa fare il suo lavoro in fatto di creare aspettative e momenti forti. Non sono molto ferrata sugli anime moderni, ma l'uso del montaggio alternato cui ricorre quest'uomo non mi sembra di averlo mai visto nel mondo dell'animazione.
Sul piano più tecnico preferisco non pronunciarmi, visto che non è la mia materia. Due immagini però vanno citate, e consiglio davvero di recuperarle: l'etereo vestito della notte all'Opera di Haydée e il teschio-luna che osserva la Terra da terribili orbite nere.
Per quanto riguarda il character design... beh, lascio la parola alla tredicenne che c'è in me per un commento molto professionale: il Conte è un gran figo! Aspetto e pose da vampiro dandy, sempre impeccabilmente elegante, capello fluente, occhi eterocromatici. E ancora, gran affabulatore, sempre circondato da un alone di mistero, che compie ogni più piccolo gesto con grazia studiata: insomma, uno che ha classe! Ah, ho menzionato le sue leggendarie ricchezze? L'episodio in cui veniamo introdotti nella sua "umile" dimora è una vera festa per gli occhi, forse il paradigma di quello che vuole essere tutta la serie.
Di certo valore aggiunto viene conferito dalla voce del Conte, uno stupendo, profondo Raffaele Farina, che non fa rimpiangere l'originale giapponese. A proposito della versione italiana, anche i dialoghi sembrano piuttosto fedeli all'originale, ma purtroppo baso questa mia affermazione solo dal confronto con le traduzioni inglese e spagnola.
Infine, la musica. Nel corso della serie non è solo commento sonoro, ma contestualizza momenti chiave della storia: basti pensare che il primo incontro fra il protagonista e il Conte avviene all'Opera, mentre è in scena la Lucia di Lammermoor di Donizetti. L'OST tutto comunque merita: quasi a riproporre la ricchezza kitsch delle immagini, tocca e mescola più generi, dalla disco, all'opera appunto, alla classica, al rock. E qui, menzione speciale ai temi iniziale e finale degli episodi: tanto dolce e romantico il primo, quanto freneticamente rockeggiante il secondo, e il montaggio e lo stile delle immagini non manca di riproporre queste differenze di genere. Personalmente, la mia anima metal snobba l'apertura in favore della sigla finale: You won't see me coming, till I strike! Praticamente un manifesto.
Per concludere, come dicevo, conosco il romanzo, l'ho letto, l'ho amato e arrivata alla fine non volevo più leggere altro. Se è vero che il senso di ogni opera nata dalla creatività umana sta nel finale, Il Conte di Montecristo e Gankutsuou sono due entità profondamente diverse, al di là degli alieni e dei viaggi spaziali; ciononostante, non solo questa rivisitazione mi ha entusiasmato, ma posso dire che, fra gli adattamenti del romanzo di Dumas che mi è capitato di vedere, questo è il migliore. Lo consiglio? Certamente. E, già che ci siete, se non l'avete mai fatto, leggetevi anche il romanzo.
Attenzione: la recensione contiene spoiler!
Originalità: forse è questo l'attributo che meglio si addice a questa serie, opera del sempre sorprendente Studio Gonzo.
Partiamo dall'aspetto grafico: sì, ammettiamolo, alcune animazioni sono carenti, il design dei personaggi, poi, non è certo il massimo e le scene delle battaglie con le armature-robot che imperversano verso la fine della serie francamente mi sono sembrate ridicole (anche perché assolutamente inutili ai fini della trama) e disegnate anche poco chiaramente, tanto che spesso si fa fatica a distinguere ciò che accade...
Ma, tralasciando questi, invero pochi, aspetti negativi, come non lasciarsi conquistare dalla delirante successione di visionarie immagini messe in campo dagli autori?
Fin dalla prima puntata si viene catapultati in una dimensione futuristica e alternativa, cupa e ricca di suggestioni barocche e decadenti; originale la rielaborazione della Parigi ottocentesca del romanzo di Dumas, di cui permangono abiti e automobili, ad esempio, che sorprendentemente riescono benissimo a convivere con computer avveniristici e astronavi spaziali.
Il famoso effetto speciale "abito ad arazzo" (io fra me e me l'ho soprannominato così, perché spesso sembra che i protagonisti indossino dei tappeti), peculiarità di questa serie, poi, non disturba più di tanto: una volta che l'occhio ci ha fatto l'abitudine, al contrario, aggiunge un certo fascino esotico, quasi onirico, alle scene più rilevanti. Tutto ciò per mettere in rilievo la solitudine esaltata del conte, nutrita dall'ossessione della vendetta che lo porterà a sprofondare inevitabilmente nella follia. Follia che lo porterà a travolgere tutti, colpevoli e innocenti, nella sua dissennata smania di autodistruzione e di morte.
Atmosfere cupe, queste, che erano comunque già presenti nel romanzo di Dumas, di cui non posso che consigliare la lettura se avete apprezzato l'anime (e anche di più se non vi è piaciuto); anche nella versione "cartacea",
infatti, il conte era avvolto da una sorta di ambiguità che a dire il vero non faceva che conferire un certo fascino perverso alla sua figura che giganteggiava malinconica e spietata.
Non ci sono giusti o "cattivi", dunque, in questa storia, né vincitori e vinti; azzeccatissima, in questo senso, la scelta di sottolineare, alla fine, il legame fortissimo che ha continuato ad esistere fra i tre personaggi principali (non quelli attuali, ma quelli del passato, terzetti che vengono messi significativamente a confronto in due scene sulla spiaggia che sono quasi identiche), ancora uniti nonostante i tradimenti e le sofferenze: la sfida finale fra i due amici-rivali di sempre (non dico di più per non eccedere con gli spoiler...) non ha soluzione, struggente anche la scena delle due tombe in riva al mare, ma ricordiamo soprattutto il flashback che dà il titolo all'ultima puntata: "Sulla spiaggia", il momento cioè in cui si sono decise le sorti di tutta la loro vita.
Appropriata anche, nell'ultima puntata, la scelta di mostrare la vita successiva dei personaggi, 5 anni dopo, idea che già si era vista nel "Mistero della pietra azzurra": un soffio di ottimismo, finalmente, dopo la disperazione delle puntate precedenti.
Gli elementi shounen ai e robotici, forse, possono sembrare inappropriati, ma tant'è... sappiamo che fanno parte integrante dell'immaginario giapponese; e nelle ultime puntate, è vero, la trama si sfilaccia non poco, con lungaggini che potevano essere evitate, ma questo, unito a quanto ho detto all'inizio, non fa che abbassare il voto complessivo, da 10 a 9, che è pur sempre invidiabile.
"Non dimenticherò mai gli avvenimenti di quell'estate" dice, alla fine, Albert.
Beh, sicuramente nemmeno io.
Serie da vedere e ri-vedere!
Originalità: forse è questo l'attributo che meglio si addice a questa serie, opera del sempre sorprendente Studio Gonzo.
Partiamo dall'aspetto grafico: sì, ammettiamolo, alcune animazioni sono carenti, il design dei personaggi, poi, non è certo il massimo e le scene delle battaglie con le armature-robot che imperversano verso la fine della serie francamente mi sono sembrate ridicole (anche perché assolutamente inutili ai fini della trama) e disegnate anche poco chiaramente, tanto che spesso si fa fatica a distinguere ciò che accade...
Ma, tralasciando questi, invero pochi, aspetti negativi, come non lasciarsi conquistare dalla delirante successione di visionarie immagini messe in campo dagli autori?
Fin dalla prima puntata si viene catapultati in una dimensione futuristica e alternativa, cupa e ricca di suggestioni barocche e decadenti; originale la rielaborazione della Parigi ottocentesca del romanzo di Dumas, di cui permangono abiti e automobili, ad esempio, che sorprendentemente riescono benissimo a convivere con computer avveniristici e astronavi spaziali.
Il famoso effetto speciale "abito ad arazzo" (io fra me e me l'ho soprannominato così, perché spesso sembra che i protagonisti indossino dei tappeti), peculiarità di questa serie, poi, non disturba più di tanto: una volta che l'occhio ci ha fatto l'abitudine, al contrario, aggiunge un certo fascino esotico, quasi onirico, alle scene più rilevanti. Tutto ciò per mettere in rilievo la solitudine esaltata del conte, nutrita dall'ossessione della vendetta che lo porterà a sprofondare inevitabilmente nella follia. Follia che lo porterà a travolgere tutti, colpevoli e innocenti, nella sua dissennata smania di autodistruzione e di morte.
Atmosfere cupe, queste, che erano comunque già presenti nel romanzo di Dumas, di cui non posso che consigliare la lettura se avete apprezzato l'anime (e anche di più se non vi è piaciuto); anche nella versione "cartacea",
infatti, il conte era avvolto da una sorta di ambiguità che a dire il vero non faceva che conferire un certo fascino perverso alla sua figura che giganteggiava malinconica e spietata.
Non ci sono giusti o "cattivi", dunque, in questa storia, né vincitori e vinti; azzeccatissima, in questo senso, la scelta di sottolineare, alla fine, il legame fortissimo che ha continuato ad esistere fra i tre personaggi principali (non quelli attuali, ma quelli del passato, terzetti che vengono messi significativamente a confronto in due scene sulla spiaggia che sono quasi identiche), ancora uniti nonostante i tradimenti e le sofferenze: la sfida finale fra i due amici-rivali di sempre (non dico di più per non eccedere con gli spoiler...) non ha soluzione, struggente anche la scena delle due tombe in riva al mare, ma ricordiamo soprattutto il flashback che dà il titolo all'ultima puntata: "Sulla spiaggia", il momento cioè in cui si sono decise le sorti di tutta la loro vita.
Appropriata anche, nell'ultima puntata, la scelta di mostrare la vita successiva dei personaggi, 5 anni dopo, idea che già si era vista nel "Mistero della pietra azzurra": un soffio di ottimismo, finalmente, dopo la disperazione delle puntate precedenti.
Gli elementi shounen ai e robotici, forse, possono sembrare inappropriati, ma tant'è... sappiamo che fanno parte integrante dell'immaginario giapponese; e nelle ultime puntate, è vero, la trama si sfilaccia non poco, con lungaggini che potevano essere evitate, ma questo, unito a quanto ho detto all'inizio, non fa che abbassare il voto complessivo, da 10 a 9, che è pur sempre invidiabile.
"Non dimenticherò mai gli avvenimenti di quell'estate" dice, alla fine, Albert.
Beh, sicuramente nemmeno io.
Serie da vedere e ri-vedere!
Artistico ed originale. Non l'ho ancora visto tutto, ma l'ho trovato davvero interessante: l'uso che viene fatto della CG è semplicemente geniale! Devo dire che mi è piaciuta anche la trasposizione in anime della trama originale del libro (che ovviamente non viene seguita in maniera fedele) e le varianti fatte recitare a Franz per sostituire gli alter-ego del conte (mancano infatti i travestimenti da abate Busoni e Lord Wilmore, che nel libro di Dumas servono al conte x attuare la sua vendetta). La colonna sonora è altrettanto impeccabile, e le videosigle sono molto gradevoli. Unica pecca: il silenzioso motivo omosessuale tra il conte ed Albert (a cui non avevo fatto caso finché non ho letto la recensione più sotto - anche perché non ho visto la fine) che, onestamente, è assai di cattivo gusto; mentre molti ricorderanno che nel libro Eugenie è oggetto di amore saffico da parte della sua amica-maestra di musica, con la quale fugge per sottrarsi ad un matrimonio combinato (sono frequenti nel libro le allusioni alla dea Diana cacciatrice e alle donne di Lesbo). Considerando che un capolavoro letterario non può essere trasposto senza che sia perso qualcosa, direi che questo "esperimento" di animazione sia riuscito proprio bene.
Questo anime de "Il Conte di Montecristo" posso affermare che è senza alcun dubbio una delle più belle serie che ho visto negli ultimi tempi. E ne ho viste davvero tante. Inizialmente, questa innovativa e particolare grafica mi aveva lasciato al quanto perplesso, ma già dall'inizio del secondo episodio ho cominciato ad apprezzarla.
Bella trovata davvero, gli abiti, i capelli, la brillantezza dei gioielli... tutto stupefacente.
Splendida anche la storia, forse non identica al romanzo, ma in effetti chi può essere capace di creare un film o un animazione identiche a qualcosa di scritto?
Anzi, il fatto di aver preso li spunti fondamentali e più importanti del racconto, e averli reinterpretati, ha donato a tutta la serie una ventata di freschezza e di novità, rendendola affascinante e accattivante.
Il conte è un personaggio fantastico, carismatico e misterioso tanto da costringerti ad amarlo, dall'inizio alla fine.
Se mi fossi ritrovata al posto di Albert, mi sarei comportata esattamente come lui.
E anche il giovane Albert, è un personaggio ricco di fascino.
Un personaggio che inizialmente è giovane e immaturo, ma che sa crescere e migliorarsi seguendo gli eventi e imparando il meglio anche dalle situazioni più negative.
Splendide anche le musiche, entrambe le sigle sono davvero bellissime ed emozionanti, per quanto diverse tra loro.
Alla fine di tutto, direi che questa è una serie che merita il massimo dei voti e peccato che il voto più alto sia solo 10.
Bella trovata davvero, gli abiti, i capelli, la brillantezza dei gioielli... tutto stupefacente.
Splendida anche la storia, forse non identica al romanzo, ma in effetti chi può essere capace di creare un film o un animazione identiche a qualcosa di scritto?
Anzi, il fatto di aver preso li spunti fondamentali e più importanti del racconto, e averli reinterpretati, ha donato a tutta la serie una ventata di freschezza e di novità, rendendola affascinante e accattivante.
Il conte è un personaggio fantastico, carismatico e misterioso tanto da costringerti ad amarlo, dall'inizio alla fine.
Se mi fossi ritrovata al posto di Albert, mi sarei comportata esattamente come lui.
E anche il giovane Albert, è un personaggio ricco di fascino.
Un personaggio che inizialmente è giovane e immaturo, ma che sa crescere e migliorarsi seguendo gli eventi e imparando il meglio anche dalle situazioni più negative.
Splendide anche le musiche, entrambe le sigle sono davvero bellissime ed emozionanti, per quanto diverse tra loro.
Alla fine di tutto, direi che questa è una serie che merita il massimo dei voti e peccato che il voto più alto sia solo 10.
Una cosa regna sovrana in tutto l'anime. Non sono i bei disegni, non sono le belle musiche, non è la curatissima regia, né tanto meno la Computer Grafica (che in questo caso va scritta con le lettere maiuscole) che fa vivere ogni piccolo dettaglio, e che porta alla memoria Klimt. Né tantomeno il coraggio di Mahiro Maeda che ha imbastardito fantascienza, un pizzico di horror e uno dei capisaldi della letteratura mondiale. Ma è il nostro doppiaggio italiano, dove domina un Raffaele Farina in stato di grazia.
E' un anime fenomenale, come ce ne sono veramente pochi. Da avere nella vostra DVDteca, pena l' oblio.
E' un anime fenomenale, come ce ne sono veramente pochi. Da avere nella vostra DVDteca, pena l' oblio.
Veramente un anime bellissimo a mio parere... era da un po' che non trovavo un anime che si discostasse un po' dalle classiche trame dell'eroe contro tutti o delle bimbette stupidine innamorate.
Parte tecnica innovativa e molto azzeccata anche se nei primi episodi, visto che non si è abituati, sembra un'oscenità, ma con l'andare e l'abitudine diventa piacevolissima e di grande effetto.
Non avendo letto il libro non posso fare paragoni tra le due opere, ma la trama prende senza soffermarsi troppo sulle sensazioni di un singolo personaggio, come di solito avviene, ma indaga anche nei pensieri dei personaggi minori e il conte ha un carisma e un magnetismo spettacolari.
Forse si dilunga un po' troppo in alcune scene, rallentando molto la narrazione.
Veramente un buon anime.
Parte tecnica innovativa e molto azzeccata anche se nei primi episodi, visto che non si è abituati, sembra un'oscenità, ma con l'andare e l'abitudine diventa piacevolissima e di grande effetto.
Non avendo letto il libro non posso fare paragoni tra le due opere, ma la trama prende senza soffermarsi troppo sulle sensazioni di un singolo personaggio, come di solito avviene, ma indaga anche nei pensieri dei personaggi minori e il conte ha un carisma e un magnetismo spettacolari.
Forse si dilunga un po' troppo in alcune scene, rallentando molto la narrazione.
Veramente un buon anime.
Difficile dare un voto e recensire un anime come questo.
Mi sono avvicinata a questa serie perché ne avevo sentito parlare benissimo da molti miei amici: il Conte, mi dicevano, è realizzato in modo superbo e la resa grafica è del tutto particolare. Incuriosita, ho iniziato a vederla e devo dire che esprimere un giudizio, nel bene o nel male, mi risulta difficile.
La grafica è davvero spettacolare, inutile dirlo: la scelta di porre gli sfondi fissi e le figure che si muovono è una trovata moderna e nuova bella e brutta insieme, perché l'occhio deve abituarsi e di primo acchito non ci riesce. Le scene migliori, secondo me, sono quelle dove c'è il movimento (alla fine della storia, per esempio), con tanto di effetti di computer grafica che non hanno nulla da invidiare ai film in 3D.
Dal punto di vista della storia, anche, non so cosa dire. Ho visto la maggior parte delle versioni filmiche dedicate a questa storia, anche se non ho avuto modo di leggere tutto il romanzo. La trama segue la storia solo nei punti salienti, ma si discosta tantissimo nei particolari e nella resa dei personaggi: questo ha reso bella la visione, perché non era detto che si svolgesse come io che conoscevo la storia mi aspettavo; tuttavia, da un certo punto di vista, mi sono trovata a storcere il naso: ok la vendetta; ma a tutto c'è un limite. Il vero conte se l'è presa con i suoi nemici non anche con chi non c'entra niente. Il conte, in questa storia, se la prende un po' con tutti e se ogni tanto aiuta qualcuno, lo fa nel suo esclusivo interesse, menefreghista. Ed è questa, una morale (se la possiamo chiamare così) che assolutamente non mi piace.
Al di là di questo giudizio molto soggettivo sul conte - che non ha pregiudicato però il voto - la parte che veramente mi ha lasciata perplessa è stata la spinta finale: non so, tutta la montatura architettata da Morcef mi ha dato di qualcosa di inutile, giusto per allungare il brodo e spendere su grafica, bellissima, non lo nego, ma inutile alla storia. L'ultimo episodio mi è piaciuto e ha riscattato un po' quei due o tre precedenti che non mi erano affatto piaciuti.
Le musiche meritano una menzione speciale: bellissima l'iniziale (va beh, parliamo anche di Chopin), ma anche la finale assolutamente vale.
Mi sono avvicinata a questa serie perché ne avevo sentito parlare benissimo da molti miei amici: il Conte, mi dicevano, è realizzato in modo superbo e la resa grafica è del tutto particolare. Incuriosita, ho iniziato a vederla e devo dire che esprimere un giudizio, nel bene o nel male, mi risulta difficile.
La grafica è davvero spettacolare, inutile dirlo: la scelta di porre gli sfondi fissi e le figure che si muovono è una trovata moderna e nuova bella e brutta insieme, perché l'occhio deve abituarsi e di primo acchito non ci riesce. Le scene migliori, secondo me, sono quelle dove c'è il movimento (alla fine della storia, per esempio), con tanto di effetti di computer grafica che non hanno nulla da invidiare ai film in 3D.
Dal punto di vista della storia, anche, non so cosa dire. Ho visto la maggior parte delle versioni filmiche dedicate a questa storia, anche se non ho avuto modo di leggere tutto il romanzo. La trama segue la storia solo nei punti salienti, ma si discosta tantissimo nei particolari e nella resa dei personaggi: questo ha reso bella la visione, perché non era detto che si svolgesse come io che conoscevo la storia mi aspettavo; tuttavia, da un certo punto di vista, mi sono trovata a storcere il naso: ok la vendetta; ma a tutto c'è un limite. Il vero conte se l'è presa con i suoi nemici non anche con chi non c'entra niente. Il conte, in questa storia, se la prende un po' con tutti e se ogni tanto aiuta qualcuno, lo fa nel suo esclusivo interesse, menefreghista. Ed è questa, una morale (se la possiamo chiamare così) che assolutamente non mi piace.
Al di là di questo giudizio molto soggettivo sul conte - che non ha pregiudicato però il voto - la parte che veramente mi ha lasciata perplessa è stata la spinta finale: non so, tutta la montatura architettata da Morcef mi ha dato di qualcosa di inutile, giusto per allungare il brodo e spendere su grafica, bellissima, non lo nego, ma inutile alla storia. L'ultimo episodio mi è piaciuto e ha riscattato un po' quei due o tre precedenti che non mi erano affatto piaciuti.
Le musiche meritano una menzione speciale: bellissima l'iniziale (va beh, parliamo anche di Chopin), ma anche la finale assolutamente vale.
Voto massimo a quest'anime. Prodotto originale, che sa amalgamare arte ad azione. Lo spunto dell'anime è tratto dall'immensa opera omonima di Dumas e pian piano se ne discosta sopratutto nella parte finale. Scelta secondo me lodevole, cosi sorprende sia i nuovi fruitori, sia chi come me, già conosce il romanzo. Inoltre ha portato numerosi mie conoscenti a leggere per la prima volta il romanzo cartaceo... quindi quest'anime ha una forza tutta sua e si merita il massimo!
Bellissimo - bruttissimo. Grafica straordinaria e all'avanguardia. Grandi spunti poetici con forti tensioni nei momenti di pathos. Anche piuttosto emozionante. Buona la regia. Personaggi ben caratterizzati ma spesso eccessivi. Magnetica e ben resa la personalità del Conte. Ritmo lento ma abbastanza equilibrato. Ottima la colonna sonora. Però, però... Con il procedere degli episodi, soprattutto nell'ultima parte, pare quasi si sia un po' perso il controllo. La sceneggiatura fa acqua, i discorsi e i monologhi sono eccessivamente lunghi e romantici. Molte volte perfino retorici. Sdolcinatezze a volte insostenibili (spesso da vomito). La presunta omosessualità tra Albert e il Conte, percepibile fin dall'inizio (quei frequenti "rossori" sulle gote non se possono guardà), è inutile, fuori luogo e di cattivo gusto. E il finale.... Mamma mia, l'ultimo episodio come explicit fa un po' schifo. Nel complesso è una piacevole visione (categoricamente NO per chi ha letto il libro), ma non mi sento di dare una sufficienza.
[MODERATORE: Niente riferimenti ad altre recensioni]
[MODERATORE: Niente riferimenti ad altre recensioni]
Stupendo! Opera capolavoro dell'animazione ispirata a un capolavoro della letteratura.
La parte visiva è innovativa e abbagliante per la sua bellezza; i personaggi sono ottimamente caratterizzati; la trama è una sublime combinazione di innovazione e richiami all'originale; le musiche evocative e di ottimo livello.
Lo stesso Dumas sarebbe fiero e orgoglioso di aver ispirato un lavoro come questo.
Ovviamente dico ispirato, dato che quest'opera è molto diversa dall'originale, ma sono entrambe due gemme di notevole lucentezza :)
Fatevi un grosso favore e guardatelo. Fatevene un altro e chiudete in una scatola pregiudizi e chiusure mentali.
Voto 10, ma meriterebbe anche di più!
La parte visiva è innovativa e abbagliante per la sua bellezza; i personaggi sono ottimamente caratterizzati; la trama è una sublime combinazione di innovazione e richiami all'originale; le musiche evocative e di ottimo livello.
Lo stesso Dumas sarebbe fiero e orgoglioso di aver ispirato un lavoro come questo.
Ovviamente dico ispirato, dato che quest'opera è molto diversa dall'originale, ma sono entrambe due gemme di notevole lucentezza :)
Fatevi un grosso favore e guardatelo. Fatevene un altro e chiudete in una scatola pregiudizi e chiusure mentali.
Voto 10, ma meriterebbe anche di più!
Finalmente qualcosa di nuovo nel mondo dell'animazione e insieme a MONONOKE (spinn-off di Ayakashi) un esempio di novità nel design dei personaggi (finalmente una rottura con i disegni smielati, rotondi e leziosi), nella CG, nella colorazione (anche se gli sfondi sono un po' troppo artificiali), ma la sceneggiatura fa veramente andare in bagno (scusate l'eufemismo).
Non si può prendere il miglior romanzo di tutti i tempi e di tutti i luoghi e trasformarlo in una cavolata (per fortuna Dumas è morto). Non mi riferisco agli alieni, alle navi volanti, ai robot, ma allo stravolgimento della trama, con tagli impressionanti e cambiamenti insensati (soprattutto nel finale).
Ho letto 9 volte il romanzo (il mio preferito) e devo dire che è perfetto e la perfezione non si cambia: la completa analisi di tutti i sentimenti umani (positivi e negativi); linguaggio raffinato e coinvolgente; colpi di scena dall'inizio alla fine (non ci si annoia mai). Ma su questo romanzo incombe una maledizione, in quanto le varie versioni televisive non riescono ad avvicinarsi minimamente al prodotto cartaceo e di conseguenza non ci resta che leggerlo.
Però l'animazione è un vero spettacolo per gli occhi, un vero orgasmo visivo.
Non si può prendere il miglior romanzo di tutti i tempi e di tutti i luoghi e trasformarlo in una cavolata (per fortuna Dumas è morto). Non mi riferisco agli alieni, alle navi volanti, ai robot, ma allo stravolgimento della trama, con tagli impressionanti e cambiamenti insensati (soprattutto nel finale).
Ho letto 9 volte il romanzo (il mio preferito) e devo dire che è perfetto e la perfezione non si cambia: la completa analisi di tutti i sentimenti umani (positivi e negativi); linguaggio raffinato e coinvolgente; colpi di scena dall'inizio alla fine (non ci si annoia mai). Ma su questo romanzo incombe una maledizione, in quanto le varie versioni televisive non riescono ad avvicinarsi minimamente al prodotto cartaceo e di conseguenza non ci resta che leggerlo.
Però l'animazione è un vero spettacolo per gli occhi, un vero orgasmo visivo.
La stupefacente e sperimentale veste grafica di questa serie e l'ottima idea di proiettare il conte di montecristo in un lontanissimo futuro hanno da subito scatenato il mio entusiasmo... che però è durato poco! Aldilà della confezione infatti questo anime è davvero scadente. Avendo letto il romanzo di Dumas è per me inevitabile confrontare questo nuovo Montecristo con l’originale e nonostante sia sacrosanto diritto, se non dovere, degli autori prendersi certe libertà e iniziative quando riarrangiano un’opera che ha ormai i suoi begli annetti ho trovato queste ultime grossolane e banali. Un vero peccato perché l’inizio e la parte centrale sono tutto sommato appassionanti… ma il finale è così terribile che costringere il proprio peggior nemico a vederlo sarebbe una vendetta degna di Edmond Dantès.
[Edit del moderatore] Cancellati riferimenti/critiche alle altre recensioni. Per favore limitatevi a recensire l'anime e basta.
Il romanzo di Dumas è stato cannibalizzato in modo avvilente tanto che io attratto dalle grafiche e disegni, e soprattutto scelte di colori e atmosfere mi sono dovuto presto ricredere. La realizzazione tecnica è ineccepibile, una delle migliori sperimentazioni viste fin ora, lo stesso si può dire per musica atmosfere ecc. ecc. Però, che cosa diavolo è successo alla storia? Che cos'hanno che non va i giapponesi per cui devono mettere astronavi e raggi laser anche nei romanzi ottocenteschi? Passi l'entità aliena che si unisce simbioticamente con Montecristo ma, in primo luogo da dove salta fuori il protagonista è già di per se una scelta molto discutibile, poi se come non bastasse la metà abbondante dei personaggi sono inventati di sana pianta, e anche questo potrebbe passare, cosa però davvero inaccettabile è la deturpazione dei personaggi effettivamente presi dal romanzo le cui doti vengono distorte e rese povere fino a rendere irriconoscibile la storia originale.
Poi del finale non ne parliamo proprio, che cosa diavolo e saltato in mente a tutti? Che cosa significa? E per altro trovo davvero inappropriato e disgustoso (e sembra che di questo nessuno se ne sia accorto) del legame e delle insinuazioni omosessuali che si fanno sul conte e il ragazzo...
Non ce altro da aggiungere, non do un voto più basso solo per le sbalorditive capacita tecniche dimostrate.
Il romanzo di Dumas è stato cannibalizzato in modo avvilente tanto che io attratto dalle grafiche e disegni, e soprattutto scelte di colori e atmosfere mi sono dovuto presto ricredere. La realizzazione tecnica è ineccepibile, una delle migliori sperimentazioni viste fin ora, lo stesso si può dire per musica atmosfere ecc. ecc. Però, che cosa diavolo è successo alla storia? Che cos'hanno che non va i giapponesi per cui devono mettere astronavi e raggi laser anche nei romanzi ottocenteschi? Passi l'entità aliena che si unisce simbioticamente con Montecristo ma, in primo luogo da dove salta fuori il protagonista è già di per se una scelta molto discutibile, poi se come non bastasse la metà abbondante dei personaggi sono inventati di sana pianta, e anche questo potrebbe passare, cosa però davvero inaccettabile è la deturpazione dei personaggi effettivamente presi dal romanzo le cui doti vengono distorte e rese povere fino a rendere irriconoscibile la storia originale.
Poi del finale non ne parliamo proprio, che cosa diavolo e saltato in mente a tutti? Che cosa significa? E per altro trovo davvero inappropriato e disgustoso (e sembra che di questo nessuno se ne sia accorto) del legame e delle insinuazioni omosessuali che si fanno sul conte e il ragazzo...
Non ce altro da aggiungere, non do un voto più basso solo per le sbalorditive capacita tecniche dimostrate.
E' vero, è un capolavoro. E' necesario uno sforzo mentale collaborativo da parte dell'utente per "digerire" alcuni particolari un po' artefatti, ma sono dell'idea che obbligare se stessi a modificare ed evolvere i propri gusti estetici sia utile e ripagante. Certo, l'uso - alle volte affettato - della CG è onnipresente, ma il risultato complessivo è di rara incisività. Se devo proprio trovare un difetto, vorrei sottolineare l'irritante carattere gioviale ed ingenuo del caro ragazzotto Albert... che rispecchia un po' il canone di moccioso rimbambito che ci viene spesso propinato in alcuni anime. Al di là di questa inezia, Gankutsuou è un'opera sperimentale davvero degna di essere collezionata. Un encomio particolare va al doppiaggio italiano, che, come sempre, è all'altezza del propio nome.
Capolavoro di rara bellezza nel vasto mondo degli anime proposti in questi ultimi anni, lo studio Gonzo ha fatto sicuramente centro con la sua genialita' innata che in questo caso trova tutta la sua completezza nella grafica in cui si assiste alla totale compenetrazione dell'arte nell'arte, i riferimenti a klimt e all'arte deco' vanno a contrastare in maniera sublime con le atmosfere di una Parigi immersa in un impero intergalattico di un futuro prossimo, dove alla atmosfera classica del feuilletton alla Dumas si sovrappongono le innovazioni apportate dagli autori. [No riferimenti a altre recensioni] Imperdibile sicuramente anche la soundtrack memorabile.
La trasposizione più fedele mai stata fatta del romanzo di Dumas nonostante alcune necessarie modifiche che tuttavia lasciano inalterata la sostanza del racconto. Tutti i personaggi, anche quelli secondari, sono ben caratterizzati, e ciò permette allo spettatore di "vivere" l'immaginario, accanto ad un uso eccellente della computer graphic sia per le figure umane che per le scenografie rendono quest'opera una perla di arte e saggezza. Dopo "una tomba per le lucciole", si riconferma prepotentemente la potenza espressiva del cinema d'animazione troppo spesso irriso e designato con la locuzione dispregiativa di "roba per bambini"!
Un capolavoro che è stato proiettato a Parigi in occasione di una grande mostra su Klimt al Grand Palais. E' lì che abbiamo acquistato la serie completa. Dal primo episodio non si riesce a smettere di guardare: ogni scena, ogni sfondo, ogni gesto dei personaggi sono un piacere per la vista! Una grande ricerca tecnica e stilistica sulle architetture e sui costumi e capelli dei personaggi, che ci regala un prodotto veramente innovativo. La colonna sonora è all'altezza dell'anime, di JJ Burnel, fondatore e bassista degli storici Stranglers con Tchaikovsky (dal Manfred). Una conferma (se mai ce ne fosse bisogno) della fine del confine tra arte ed animazione
Lo considero un capolavoro innovativo. Ha alcune tra le migliori (e inevitabili) variazioni alla trama dumasiana, il libro per eccellenza sulla vendetta e il mito del superuomo. Contiene tematiche in stile shounen-ai. Graficamente eccezionale per le idee che porta, con l'ambientazione tra art-deco, Francia post-restaurazione e macchine d'epoca miste a mobil suit e astronavi; musicalmente ineccepibile, sceneggiatura ottima, doppiatori giapponesi molto efficaci (gli italiani non li ho ancora sentiti ma ho fede).
Bellissimo e commovente. Come altri hanno detto prima di me, si basa abbastanza fedelmente sul romanzo di Dumas del quale mantiene le atmosfere altamente drammatiche senza concedere mai allo spettatore, neppure una volta, i siparietti comici tanto vituperati in altri anime.
La sua forza sono comunque i particolari pattern usati per definire i personaggi e gli sfondi, veramente sconvolgenti nella loro bellezza. All'inizio possono dare il capogiro, ma l'occhio si abitua comunque velocemente.
Altro punto a favore di questo anime è l'ambientazione futuristica e allo stesso tempo retrò, che si adatta benissimo alla storia.
Unica pecca l'uso, secondo me, un po' smodato della computer graphic, con soluzioni che a volte non sono molto curate.
La sua forza sono comunque i particolari pattern usati per definire i personaggi e gli sfondi, veramente sconvolgenti nella loro bellezza. All'inizio possono dare il capogiro, ma l'occhio si abitua comunque velocemente.
Altro punto a favore di questo anime è l'ambientazione futuristica e allo stesso tempo retrò, che si adatta benissimo alla storia.
Unica pecca l'uso, secondo me, un po' smodato della computer graphic, con soluzioni che a volte non sono molto curate.
Ho visto alcuni episodi discontinui, ma conoscendo la storia di Dumas sono riuscito a orientarmi. Si merita pieni voti l'audacia non solo grafica, ma anche per l'aver utilizzato un feullieton ottocentesco per un anime! Ottima anche l'idea di rendere Albert il protagonista, il che incentiva notevolmente la drammaticità. Eccellenti le musiche (da antologia la sigla di apertura). L'unico neo è la grafica: apprezzo molto lo sperimentalismo, ma non è stata affinata abbastanza. Talvolta l'eccesso di texture disperde i personaggi nei fondali, la tridimensionalità va a farsi friggere e i campi s'intersecano. Forse sarebbe stato meglio non eccedere e utilizzare questa tecnica solo per alcuni particolari. Ma non si può avere tutto: e allora do il massimo per premiare l'intelligente originalità.
Stupefacente. Non l'ho visto, ma divorato! Non mi ero mai appasionato così tanto ad un anime sinora. Eccellente sotto ogni forma. Trama Spettacolare, grafica innovatica e colonna sonora a tono.
La trama è liberamente (molto liberamente) ispirata al romanzo di Dumas. Sinceramente non apprezzavo molto l'opera originale, ma questa sua variazione è estremamente accattivante e avvincente. Concordo nel dire che la puntata 18 è una delle migliori.
Riguardo alla grafica, l'uso di un'ottica retrofuturibile abbinata a queste "texture dinamiche" è un connubio formidabile. Lo straniamento del moderno d'epoca, che lo studio Gonzo aveva già sperimentato con Last Exile, qui viene ulteriormente affinato. Il risultato è magnifico.
Riguardo infine alla colonna sonora, beh, scaricatela, vi sono musiche di rara belezza. Anche qui concordo con le altre recensioni. Se ascoltate le parole della sigla iniziale si intuisce tutta la storia...
La trama è liberamente (molto liberamente) ispirata al romanzo di Dumas. Sinceramente non apprezzavo molto l'opera originale, ma questa sua variazione è estremamente accattivante e avvincente. Concordo nel dire che la puntata 18 è una delle migliori.
Riguardo alla grafica, l'uso di un'ottica retrofuturibile abbinata a queste "texture dinamiche" è un connubio formidabile. Lo straniamento del moderno d'epoca, che lo studio Gonzo aveva già sperimentato con Last Exile, qui viene ulteriormente affinato. Il risultato è magnifico.
Riguardo infine alla colonna sonora, beh, scaricatela, vi sono musiche di rara belezza. Anche qui concordo con le altre recensioni. Se ascoltate le parole della sigla iniziale si intuisce tutta la storia...
Ottimo anime Gankutsuou, veramente molto bello...
E dire che avevo cominciato a vederlo + che altro perchè ero curioso di vedere la particolare (e a mio avviso ottimamente impiegata) nell'uso del colore mentre dalla trama mi aspettavo il solito polpettone tratto da un romanzo famoso come è il Conte di Monte Cristo, beh fin dai primi 2 min di visione del primo episodio ho gia dovuto ricredermi visto che l'anime riprende si la storia del Conte ma trasportandola in un futuro altamente avanzato sotto il profilo tecnologico eppure ancora con influenze settecentesche.
Inoltre nn si tratta di una semplice copia del famoso romanzo: in Gankutsuou infatti la storia viene rivisitata e modificata rendendola a mio avviso molto + godibile.
Infatti in questo anime la storia è vista con gli occhi di Albert (figlio di una delle persone di cui il conte si vuole vendicare e della donna che un tempo amava) e, sebbene nei primi 10 episodi l'anime riprenda abbastanza fedelmente la storia originale se ne discosta poi per prendere una strada tutta sua fino al commovente finale. Non starò a dilungarmi troppo sull'ottima trama cmq, il mio consiglio è: vedetelo, nn ve ne pentirete
P.s.= scusate per la doppia recensione ma maldestramente o cliccato su spedisci recensione lasciando la recensione in sospeso
E dire che avevo cominciato a vederlo + che altro perchè ero curioso di vedere la particolare (e a mio avviso ottimamente impiegata) nell'uso del colore mentre dalla trama mi aspettavo il solito polpettone tratto da un romanzo famoso come è il Conte di Monte Cristo, beh fin dai primi 2 min di visione del primo episodio ho gia dovuto ricredermi visto che l'anime riprende si la storia del Conte ma trasportandola in un futuro altamente avanzato sotto il profilo tecnologico eppure ancora con influenze settecentesche.
Inoltre nn si tratta di una semplice copia del famoso romanzo: in Gankutsuou infatti la storia viene rivisitata e modificata rendendola a mio avviso molto + godibile.
Infatti in questo anime la storia è vista con gli occhi di Albert (figlio di una delle persone di cui il conte si vuole vendicare e della donna che un tempo amava) e, sebbene nei primi 10 episodi l'anime riprenda abbastanza fedelmente la storia originale se ne discosta poi per prendere una strada tutta sua fino al commovente finale. Non starò a dilungarmi troppo sull'ottima trama cmq, il mio consiglio è: vedetelo, nn ve ne pentirete
P.s.= scusate per la doppia recensione ma maldestramente o cliccato su spedisci recensione lasciando la recensione in sospeso
Premetto che il voto è solo per non inflazionare il futuro..
Questo anime è tra i migliori che mi siano capitati per le mani negli ultimi mesi; la storia ripercorre abbastanza fedelmente le vicende del Conte di Montecristo, in una versione moderna molto affascinante, che vede i protagonisti ambientati in una parigi di un futuro molto lontano, ma che a tratti rievoca ambientazioni del passato: i colori sono a mio avviso uno dei punti chiave dell'anime: un continuo traboccare di luce d'orata che si corrompe fino a scene di totale oscurità, in perfetto accordo con l'andamento della storia;L'espressività dei volti è davvero curata: molte situazioni e molti pensieri dei personaggi vengono lasciati intendere allo spettatore, ma non svelati direttamente;Se vi ha appassionato la lettura di questo classico, vi consiglio calorosamente di guardare questo anime, come lo consiglio a chi non abbia avuto la fortuna di leggere il libro.
Questo anime è tra i migliori che mi siano capitati per le mani negli ultimi mesi; la storia ripercorre abbastanza fedelmente le vicende del Conte di Montecristo, in una versione moderna molto affascinante, che vede i protagonisti ambientati in una parigi di un futuro molto lontano, ma che a tratti rievoca ambientazioni del passato: i colori sono a mio avviso uno dei punti chiave dell'anime: un continuo traboccare di luce d'orata che si corrompe fino a scene di totale oscurità, in perfetto accordo con l'andamento della storia;L'espressività dei volti è davvero curata: molte situazioni e molti pensieri dei personaggi vengono lasciati intendere allo spettatore, ma non svelati direttamente;Se vi ha appassionato la lettura di questo classico, vi consiglio calorosamente di guardare questo anime, come lo consiglio a chi non abbia avuto la fortuna di leggere il libro.
Senz'altro la nuova tecnica proposta dalla Gonzo è stupefacente ma ho avuto l'impressione di una eccessiva lentezza nello svolgersi.
In ogni caso, nonostante la storia del Conte di Montecristo sia ben nota anche a chi non ha letto il libro, trovo che l'ambientazione sia molto azzeccata e mi incuriosisce sapere come verranno conciliati i robot o demoni che si vedono nella sigla con la trama originale che, fino al decimo episodio è piuttosto fedele all'originale.
Fedele all'originale è anche la figura del Conte spietato e deciso a compiere la sua vendetta a tutti costi.
Da tenere presente che il protagonista, al contrario che nel libro non è il Conte bensì...Albert. Bhè, immagino che più avanti capirete cosa questo comporti.
In ogni caso, nonostante la storia del Conte di Montecristo sia ben nota anche a chi non ha letto il libro, trovo che l'ambientazione sia molto azzeccata e mi incuriosisce sapere come verranno conciliati i robot o demoni che si vedono nella sigla con la trama originale che, fino al decimo episodio è piuttosto fedele all'originale.
Fedele all'originale è anche la figura del Conte spietato e deciso a compiere la sua vendetta a tutti costi.
Da tenere presente che il protagonista, al contrario che nel libro non è il Conte bensì...Albert. Bhè, immagino che più avanti capirete cosa questo comporti.
L'anime che mi ha letteralmente incollato allo schermo sin dal primo episodio. Devo ancora vedere il gran finale, ma penso di poter fare qualche considerazione globale. Aspetto principale, l'innovativa tecnica cromatica: tranne le parti coperte da pelle, tutto è colorato con delle textures dinamiche, che rendono il senso della profondità in maniera assolutamente nuova. CG deliziosa che si amalgama bene con i disegni (per quanto possibile, visto che CG e disegni poco s'accordano). Musiche estremamente adatte alle situazioni ma co-protagoniste. Non rubano la scena ai personaggi. La sigla di coda è micidiale, sia canzone sia animazioni! La storia, beh, è Dumas in chiave futuristica con varie libertà, ma quindi solida e intrigante. i personaggi sono solidi, convincenti, alcuni più stereotipati altri meno, ma in generale convincono. Ci sono colpi di scena e la regia si dimostra abile, parecchio. Lo consiglio a tutti anche se penso questo titolo dello studio Gonzo (non certo fatto al risparmio) sarà degno e futuro successore di Last Exile sul palinsesto di MTV. Imperdibile.
L'anime a primo impatto spiazza... la grafica diciamo alternativa è la prima cosa che salta nell'occhio e non nascondo che, almeno inizialmente, possa sconcertare e far pensare di smettere la visione. Tuttavia bastano pochi episodi per immergersi nello splendore di questa futuristica revisione del Conte di Montecristo di Dumas. Quindi un consiglio... vedetelo, vedetelo... soprattutto per l'episodio 18; merita davvero di essere visto e vissuto in tutta la sua drammaticità ed epicità.
Il voto è "soltanto" 9 perchè devo ancora finirlo e quindi mi cautelo da eventuali brutte sorprese... ma dubito davvero che ce ne possano essere.
Il voto è "soltanto" 9 perchè devo ancora finirlo e quindi mi cautelo da eventuali brutte sorprese... ma dubito davvero che ce ne possano essere.