Jujutsu Kaisen 0
Dallo studio MAPPA, quello per intenderci di "Sakamichi no Apollon" e de "L’attacco dei giganti", non mi aspettavo di meno, ma neanche di più.
Non mi aspettavo di meno per il comparto animazione, musiche e fotografia, ma non mi aspettavo di più per quanto riguarda la trama e la scenografia in quanto ho visto la prima serie e riconosco che in buona fine quest’opera non è fatta per pensare, ma per divertirsi a guardare i combattimenti.
Con ciò non voglio sminuire la trama, la quale esiste e fa da raccordo a tutti i combattimenti.
Certo non darei otto a questo film se non conoscessi già l’universo che gli sta dietro: infatti sebbene alcuni soggetti vengano caratterizzati bene altri sono lì giusto per fare dei cammei e dunque, per chi non conosce l’anime precedente o il manga, rimangono sullo sfondo come personaggi indistinti e indistinguibili dalla massa.
Il titolo secondo me sarebbe suonato meglio in “amore maledetto” o qualcosa del genere è stato scelto “0” perché è il prequel, la base della storia successiva ma, penso, non sia vero tutto quello che narra non serve a spiegare ciò che succede dopo anche se, credo, spiega bene l’universo di Jujutsu Kaisen, le maledizioni, le gerarchie, una parte dei personaggi. Ma queste spiegazioni non sono nuove e non aggiungono elementi nuovi.
Lo sceneggiatore è Hiroshi Seko di cui ho parlato, o avrei dovuto parlare, nella recensione delle ultime opere che ho visto recentemente: "Wind Breaker" e "Dan Da Dan". I miei voti sulle opere di questo sceneggiatore variano dalla sufficienza a un apprezzamento molto alto, ma ricordiamo che lavora principalmente su derivati di manga e dunque non ha tutta questa libertà, cosa che avrebbe se lavorasse su opere originali. Il fatto che gli diano incarichi su opere molto famose già prima del divenire animazione è probabilmente sinonimo di fiducia in lui da parte di tutti i partecipanti dei vari comitati di produzione.
Ben conosciuto è anche il regista, il sud coreano Sung Hoo Park, che noi conosciamo da anni grazie alla direzione delle animazioni di "Fairy Tail", opera che solo su pochi aspetti ho apprezzato ma sull’apporto di Sung non trovo niente da ridire.
Ultimo componente dello staff che mi sento in obbligo di citare è il veterano Jun’ichi Higashi, che non ha bisogno di presentazioni grazie alla sua carriera pluridecennale. É stato direttore artistico di “I cieli di Escaflowne” e di “Cowboy Be- Bop” fra i tantissimi titoli al suo attivo.
Se siete fra i tanti ai quali è piaciuta la serie tv di Jujutsu Kaisen sono dell’avviso che vi piacerà anche questo lungometraggio.
Non mi aspettavo di meno per il comparto animazione, musiche e fotografia, ma non mi aspettavo di più per quanto riguarda la trama e la scenografia in quanto ho visto la prima serie e riconosco che in buona fine quest’opera non è fatta per pensare, ma per divertirsi a guardare i combattimenti.
Con ciò non voglio sminuire la trama, la quale esiste e fa da raccordo a tutti i combattimenti.
Certo non darei otto a questo film se non conoscessi già l’universo che gli sta dietro: infatti sebbene alcuni soggetti vengano caratterizzati bene altri sono lì giusto per fare dei cammei e dunque, per chi non conosce l’anime precedente o il manga, rimangono sullo sfondo come personaggi indistinti e indistinguibili dalla massa.
Il titolo secondo me sarebbe suonato meglio in “amore maledetto” o qualcosa del genere è stato scelto “0” perché è il prequel, la base della storia successiva ma, penso, non sia vero tutto quello che narra non serve a spiegare ciò che succede dopo anche se, credo, spiega bene l’universo di Jujutsu Kaisen, le maledizioni, le gerarchie, una parte dei personaggi. Ma queste spiegazioni non sono nuove e non aggiungono elementi nuovi.
Lo sceneggiatore è Hiroshi Seko di cui ho parlato, o avrei dovuto parlare, nella recensione delle ultime opere che ho visto recentemente: "Wind Breaker" e "Dan Da Dan". I miei voti sulle opere di questo sceneggiatore variano dalla sufficienza a un apprezzamento molto alto, ma ricordiamo che lavora principalmente su derivati di manga e dunque non ha tutta questa libertà, cosa che avrebbe se lavorasse su opere originali. Il fatto che gli diano incarichi su opere molto famose già prima del divenire animazione è probabilmente sinonimo di fiducia in lui da parte di tutti i partecipanti dei vari comitati di produzione.
Ben conosciuto è anche il regista, il sud coreano Sung Hoo Park, che noi conosciamo da anni grazie alla direzione delle animazioni di "Fairy Tail", opera che solo su pochi aspetti ho apprezzato ma sull’apporto di Sung non trovo niente da ridire.
Ultimo componente dello staff che mi sento in obbligo di citare è il veterano Jun’ichi Higashi, che non ha bisogno di presentazioni grazie alla sua carriera pluridecennale. É stato direttore artistico di “I cieli di Escaflowne” e di “Cowboy Be- Bop” fra i tantissimi titoli al suo attivo.
Se siete fra i tanti ai quali è piaciuta la serie tv di Jujutsu Kaisen sono dell’avviso che vi piacerà anche questo lungometraggio.
Recensione senza spoiler!
Ho recentemente visto il film al cinema, quindi la recensione è scritta abbastanza a caldo. Da fan della serie (e del manga) a me personalmente il film è piaciuto e l'ho trovato molto fedele alla controparte cartacea. Anzi, rispetto a quest'ultima, in cui i disegni non sono indimenticabili, il film fa dell'impatto visivo e delle animazioni le sue vere armi di battaglia.
Parlando della trama, questa non punta certo sull'originalità. Il susseguirsi degli eventi è, sì, spettacolare, ma alquanto prevedibile; riesce comunque a catturare l'attenzione dello spettatore grazie a sequenze di ottima fattura, specie nei combattimenti. L'unica cosa che è, forse, inaspettata per chi è in pari con la serie e non con il manga è la scena finale.
Comunque essendo un prologo, riesce abbastanza bene a dare le giuste informazioni a coloro che non conoscevano la serie, senza però annoiare i veterani. Il lungometraggio spiega nella prima parte, i primi 45 minuti di film, il mondo narrativo legato alla serie, con le sue logiche e le sue caratteristiche, le gerarchie degli stregoni e delle maledizioni. Anzi direi che gli aspetti legati agli stregoni neri vengono affrontati meglio rispetto alla serie, che li trascurava un po', a parer mio.
Il film è anche moto utile per approfondire alcuni dei personaggi secondari che nella serie erano stati un pochino trascurati, in particolare Maki e Toge. Ammetto però che avrei voluto vedere un po' di più gli studenti della scuola di Kyoto, a cui è dedicato giusto un cameo. Inoltre, non per deludere i fan di Satoru Gojo, ma nel film nonostante la sua presenza sia costante, combatte davvero poco, anche se la sua sequenza di combattimento è una gioia per gli occhi. Immagino comunque che questo sia voluto, per non distogliere l'attenzione dal protagonista Yuta.
In definitiva "Jujutsu kaisen 0" è un film mirato all'intrattenimento puro e, probabilmente, il luogo migliore dove gustarlo è proprio al cinema, dove possiamo goderci a pieno il lavoro dello studio MAPPA, egregio dal punto di vista del montaggio, del ritmo narrativo crescente e della fluidità delle animazioni.
Comunque la principale domanda a cui volevo una risposta mentre andavo verso il cinema era "sarà al pari della serie?" La risposta che mi sono dato è... di poco sotto. Forse perché i protagonisti della serie sono più enfatici. Come giudizio finale ve ne consiglio comunque la visione; non sarà un capolavoro ineguagliabile, ma se vi è piaciuta la serie non credo che ve ne pentirete.
Ho recentemente visto il film al cinema, quindi la recensione è scritta abbastanza a caldo. Da fan della serie (e del manga) a me personalmente il film è piaciuto e l'ho trovato molto fedele alla controparte cartacea. Anzi, rispetto a quest'ultima, in cui i disegni non sono indimenticabili, il film fa dell'impatto visivo e delle animazioni le sue vere armi di battaglia.
Parlando della trama, questa non punta certo sull'originalità. Il susseguirsi degli eventi è, sì, spettacolare, ma alquanto prevedibile; riesce comunque a catturare l'attenzione dello spettatore grazie a sequenze di ottima fattura, specie nei combattimenti. L'unica cosa che è, forse, inaspettata per chi è in pari con la serie e non con il manga è la scena finale.
Comunque essendo un prologo, riesce abbastanza bene a dare le giuste informazioni a coloro che non conoscevano la serie, senza però annoiare i veterani. Il lungometraggio spiega nella prima parte, i primi 45 minuti di film, il mondo narrativo legato alla serie, con le sue logiche e le sue caratteristiche, le gerarchie degli stregoni e delle maledizioni. Anzi direi che gli aspetti legati agli stregoni neri vengono affrontati meglio rispetto alla serie, che li trascurava un po', a parer mio.
Il film è anche moto utile per approfondire alcuni dei personaggi secondari che nella serie erano stati un pochino trascurati, in particolare Maki e Toge. Ammetto però che avrei voluto vedere un po' di più gli studenti della scuola di Kyoto, a cui è dedicato giusto un cameo. Inoltre, non per deludere i fan di Satoru Gojo, ma nel film nonostante la sua presenza sia costante, combatte davvero poco, anche se la sua sequenza di combattimento è una gioia per gli occhi. Immagino comunque che questo sia voluto, per non distogliere l'attenzione dal protagonista Yuta.
In definitiva "Jujutsu kaisen 0" è un film mirato all'intrattenimento puro e, probabilmente, il luogo migliore dove gustarlo è proprio al cinema, dove possiamo goderci a pieno il lavoro dello studio MAPPA, egregio dal punto di vista del montaggio, del ritmo narrativo crescente e della fluidità delle animazioni.
Comunque la principale domanda a cui volevo una risposta mentre andavo verso il cinema era "sarà al pari della serie?" La risposta che mi sono dato è... di poco sotto. Forse perché i protagonisti della serie sono più enfatici. Come giudizio finale ve ne consiglio comunque la visione; non sarà un capolavoro ineguagliabile, ma se vi è piaciuta la serie non credo che ve ne pentirete.