Pokémon: Bianco - Victini e Zekrom
Subito dopo l'ormai canonica introduzione al magico mondo dei Pokémon, la scena del film "Bianco: Victini e Zekrom" (in giapponese, "Victini e l'eroe nero, Zekrom", "Bikutini to kuroki eiyū Zekuromu ビクティニと黒き英雄ゼクロム") si apre su uno squarcio di deserto. Nascosto all'ombra di un'altura giace un Blitzle ferito che tenta di rientrare nel villaggio della sua padroncina. Troppo debole per continuare a camminare, è aiutato da un uomo, Damon, giunto da lontano per convincere il capo villaggio riguardo una sua proposta. Proprio quando sta per andarsene amareggiato per l'ennesimo rifiuto, si scatena un tornado che fa fuggire una mandria di Bouffalant in direzione delle capanne. Per evitare il peggio, Damon chiama in soccorso il pokémon leggendario Reshiram, un maestoso drago dal candido manto bianco che disperde il vento e scongiura il pericolo. Approfittando della sorpresa della gente del luogo, di nuovo Damon chiede loro di accordargli fiducia.
Durante l'esplorazione della regione di Unima, Ash, Spighetto e Iris sono diretti verso la città di Eindoak per partecipare all'imminente Festival del Raccolto e al torneo pokémon indetto per sponsorizzare l'evento. Mentre salgono un versante della montagna che ospita il borgo, il trio di amici nota due esemplari di Deerling che si sono cacciati nei guai: avventuratisi su un sottile cornicione di pietra che dà su uno strapiombo per mangiare i frutti di una pianta, sono stati spaventati dal pokémon Victini, attratto anche lui lì dalla golosità. I due Deerling rischiano di precipitare e Victini, spaventato anche lui, è tornato invisibile e in preda al panico si nasconde in un'apertura rocciosa. Per trarre in salvo i pokémon cervo, Ash e Pikachu li raggiungono e cercano di non farli scivolare, ma il terreno cede e la situazione si fa brutta per tutti e quattro. Per fortuna, Victini trasferisce un po' del proprio potere ad Ash permettendogli di spiccare un balzo lunghissimo che fa atterrare tutti sani e salvi su una superficie di pietra davanti all'apertura di una caverna. Per tornare da Iris e Spighetto, Ash e i pokémon entrano nella grotta e, dopo aver attraversato un dedalo grazie ai suggerimenti telepatici di Victini, si ritrovano all'interno del castello che sovrasta la valle e la cittadina di Eindoak.
Una volta riunitisi nella costruzione, Spighetto racconta ad Ash e Iris la storia del posto. Il maniero in cui ora i tre amici si trovano si chiama la Spada della Valle e oltre viene rivelato che, mille anni prima, non si ergeva sul picco del monte, ma era stato eretto giù a valle, dove viveva appunto il cosiddetto Popolo della Valle. Il suo stile di vita era semplice e frugale, basato su un rapporto di profonda amicizia con i pokémon e con la natura che cresceva rigogliosa grazie al controllo che il re del Popolo della Valle aveva sulla Dragoenergia. Il flusso di questa forza venne però disturbato quando i figli del re, l'Eroe della Verità e l'Eroe degli Ideali ebbero un'aspra disputa, per risolvere la quale ricorsero all'aiuto di due leggendari pokémon drago, rispettivamente Reshiram e Zekrom. Lo scontro che ne nacque fu talmente violento che entrambi i pokémon si trasformarono in roccia. Inoltre, per portare al sicuro la popolazione e placare la Dragoenergia, il Re del Popolo della Valle implorò il suo pokémon leggendario, Victini, di aiutarlo a spostare il palazzo reale, la Spada della Valle, sulla cima della montagna. Il piano fu coronato da successo, ma non tutto andò bene: esausto per l'impresa, il re morì davanti agli occhi increduli di Victini e la vallata su cui aveva governato con bontà e saggezza diventò sterile e spoglia, costringendo il popolo a lasciare le proprie case e a disperdersi ai quattro angoli del globo.
Adesso, il sogno di Damon è riportare la Spada della Valle nel suo luogo originario e consentire al popolo, di cui è un lontano discendente, di riappropriarsi della propria terra natia.
"Pokémon - Bianco: Victini e Zekrom" e "Pokémon - Nero: Victini e Reshiram" sono una coproduzione gemella riunita sotto il nome "Theatrical Version - Pocket Monsters Best Wishes!: The First Movie" (Gekijōhan Poketto Monsutaa Besuto Uisshu 劇場版 ポケットモンスターベストウイッシュ The First Movie) e insieme rappresentano il quattordicesimo film di animazione Pokémon. A livello di trama non hanno differenze, limitandosi a variazioni marginali: in primis, in Bianco è Zekrom a schierarsi dalla parte di Ash ed è Reshiram a sostenere Damon, e i ruoli si invertono in Nero. In secundis, le sequenze di apertura mostrano Damon intento a convincere tribù del Popolo della Valle in due località e momenti diversi: in Bianco l'azione si svolge in una landa desertica, in Nero si è tra i ghiacci. Tuttavia in ambo i casi l'intervento di Reshiram/Zekrom convince i gruppi ad aderire al progetto di Damon. Infine, cambiano alcune comparse pokémon, come la caratteristica Shiny del Golurk di Juanita e l'Hydreigon di Carlita.
Rispetto alla serie Best Wishes, "Bianco: Victini" e Zekrom" e "Nero: Victini e Reshiram" traggono materiale dalla controparte videoludica. Mentre infatti Best Wishes, non è chiaro per quale motivo, non tiene minimamente conto della trama (una delle più innovative dell'intera serie fra l'altro) di Pokémon Versione Nera e Versione Bianca, questi film introducono per la prima volta alcuni elementi da tanto attesi dai fan. In particolare, l'anello di congiunzione sono Reshiram e Zekrom, che restano mascotte il primo di Nero e il secondo di Bianco, anche se con delle differenze: se nel gioco derivavano da un'unica entità divisasi dopo un violentissimo conflitto interiore, nei lungometraggi sono trattati come individui da sempre separati e non c'è accenno alla loro origine comune.
Per di più, gli sceneggiatori hanno tenuto conto delle divergenze di bestiario tra i videogame: per esempio, il pokémon Reuniclus appare allo stato selvaggio solo in Versione Bianca, e Gothitelle lo è in Nera, e il possesso di uno dei due da parte di Damon cambia conformemente al titolo.
In linea di massima, questo lungometraggio apparentemente non differisce dalle linee guida della filmografia Pokémon. Seguendo il successo del primo film, la storia ruota intorno all'importanza dell'amicizia che permette una convivenza pacifica e felice tra gli esseri umani, la natura e i pokémon, ma quest'equilibrio viene prima o poi spezzato dall'arroganza e dall'avidità di uno o più uomini che vogliono concentrare il potere dei pokémon nelle loro mani nell'illusione di assoggettare il resto del mondo, almeno finché i loro piani non sono mandati in fumo da un nuovo eroe fedele al rapporto con i pokémon, che di solito è Ash. Ed effettivamente in "Bianco: Victini e Zekrom" e "Nero: Victini e Reshiram" avviene proprio questo. Eppure, ci sono delle varianti. Al contrario di molti altri film Pokémon, la narrazione non è lineare ma si svolge su due piani temporali, uno presente e uno passato, che vedono due conflitti simili nelle tematiche ma comunque separati. Questo è un ottimo elemento narrativo, perché introduce maggiore pathos nello sviluppo di due storie parallele e aggiunge una dimensione di inevitabilità alla rottura dell'armonia che altrove è solo accennata, ma mai mostrata in maniera tanto vivida. Il rovescio della medaglia sono il livello di complessità che impedisce la vecchia scorrevolezza della vicenda e il fatto che, tutto all'opposto del lungometraggio precedente "Zoroark - Il Re delle Illusioni", qui la lotta psicologica è esclusiva degli umani e i pokémon sono in pratica chiamati in causa per il lavoro sporco, tant'è che Ash non richiama neanche tutti i suoi pokémon (ad esempio Oshawott lo si vedrà in apertura appena per una manciata di secondi).
Per quanto riguarda il comparto grafico, il lungometraggio si attesta sui buonissimi ottimi livelli qualitativi dei suoi predecessori, forse anche qualcosa di più. In effetti, rispetto a "Zoroark - Il Re delle Illusioni" che è utile come termine di paragone, in quanto è la produzione immediatamente precedente, qua si nota uno sforzo teso a conferire fluidità e dinamicità tanto alle animazioni quanto ai colori che in precedenza era indirizzato verso specifiche scene: un risultato decisamente positivo che fa rimpiangere la scelta di non proiettare più i film Pokémon nei cinema italiani.
In conclusione, "Bianco: Victini e Zekrom" è un altro bel film della serie Pokémon che superficialmente mantiene i temi consueti, ma li elabora sovrapponendoli in un modo inedito e parecchio gradevole, anche se come il videogame di quinta generazione esso prevede un target più adulto a discapito dello spettatore (nonché del giocatore) bambino, il quale comunque può sempre abbandonarsi al fascino dei suoi amici pokémon che mai come ora sono apparsi così vivi e nitidi sullo schermo.
Durante l'esplorazione della regione di Unima, Ash, Spighetto e Iris sono diretti verso la città di Eindoak per partecipare all'imminente Festival del Raccolto e al torneo pokémon indetto per sponsorizzare l'evento. Mentre salgono un versante della montagna che ospita il borgo, il trio di amici nota due esemplari di Deerling che si sono cacciati nei guai: avventuratisi su un sottile cornicione di pietra che dà su uno strapiombo per mangiare i frutti di una pianta, sono stati spaventati dal pokémon Victini, attratto anche lui lì dalla golosità. I due Deerling rischiano di precipitare e Victini, spaventato anche lui, è tornato invisibile e in preda al panico si nasconde in un'apertura rocciosa. Per trarre in salvo i pokémon cervo, Ash e Pikachu li raggiungono e cercano di non farli scivolare, ma il terreno cede e la situazione si fa brutta per tutti e quattro. Per fortuna, Victini trasferisce un po' del proprio potere ad Ash permettendogli di spiccare un balzo lunghissimo che fa atterrare tutti sani e salvi su una superficie di pietra davanti all'apertura di una caverna. Per tornare da Iris e Spighetto, Ash e i pokémon entrano nella grotta e, dopo aver attraversato un dedalo grazie ai suggerimenti telepatici di Victini, si ritrovano all'interno del castello che sovrasta la valle e la cittadina di Eindoak.
Una volta riunitisi nella costruzione, Spighetto racconta ad Ash e Iris la storia del posto. Il maniero in cui ora i tre amici si trovano si chiama la Spada della Valle e oltre viene rivelato che, mille anni prima, non si ergeva sul picco del monte, ma era stato eretto giù a valle, dove viveva appunto il cosiddetto Popolo della Valle. Il suo stile di vita era semplice e frugale, basato su un rapporto di profonda amicizia con i pokémon e con la natura che cresceva rigogliosa grazie al controllo che il re del Popolo della Valle aveva sulla Dragoenergia. Il flusso di questa forza venne però disturbato quando i figli del re, l'Eroe della Verità e l'Eroe degli Ideali ebbero un'aspra disputa, per risolvere la quale ricorsero all'aiuto di due leggendari pokémon drago, rispettivamente Reshiram e Zekrom. Lo scontro che ne nacque fu talmente violento che entrambi i pokémon si trasformarono in roccia. Inoltre, per portare al sicuro la popolazione e placare la Dragoenergia, il Re del Popolo della Valle implorò il suo pokémon leggendario, Victini, di aiutarlo a spostare il palazzo reale, la Spada della Valle, sulla cima della montagna. Il piano fu coronato da successo, ma non tutto andò bene: esausto per l'impresa, il re morì davanti agli occhi increduli di Victini e la vallata su cui aveva governato con bontà e saggezza diventò sterile e spoglia, costringendo il popolo a lasciare le proprie case e a disperdersi ai quattro angoli del globo.
Adesso, il sogno di Damon è riportare la Spada della Valle nel suo luogo originario e consentire al popolo, di cui è un lontano discendente, di riappropriarsi della propria terra natia.
"Pokémon - Bianco: Victini e Zekrom" e "Pokémon - Nero: Victini e Reshiram" sono una coproduzione gemella riunita sotto il nome "Theatrical Version - Pocket Monsters Best Wishes!: The First Movie" (Gekijōhan Poketto Monsutaa Besuto Uisshu 劇場版 ポケットモンスターベストウイッシュ The First Movie) e insieme rappresentano il quattordicesimo film di animazione Pokémon. A livello di trama non hanno differenze, limitandosi a variazioni marginali: in primis, in Bianco è Zekrom a schierarsi dalla parte di Ash ed è Reshiram a sostenere Damon, e i ruoli si invertono in Nero. In secundis, le sequenze di apertura mostrano Damon intento a convincere tribù del Popolo della Valle in due località e momenti diversi: in Bianco l'azione si svolge in una landa desertica, in Nero si è tra i ghiacci. Tuttavia in ambo i casi l'intervento di Reshiram/Zekrom convince i gruppi ad aderire al progetto di Damon. Infine, cambiano alcune comparse pokémon, come la caratteristica Shiny del Golurk di Juanita e l'Hydreigon di Carlita.
Rispetto alla serie Best Wishes, "Bianco: Victini" e Zekrom" e "Nero: Victini e Reshiram" traggono materiale dalla controparte videoludica. Mentre infatti Best Wishes, non è chiaro per quale motivo, non tiene minimamente conto della trama (una delle più innovative dell'intera serie fra l'altro) di Pokémon Versione Nera e Versione Bianca, questi film introducono per la prima volta alcuni elementi da tanto attesi dai fan. In particolare, l'anello di congiunzione sono Reshiram e Zekrom, che restano mascotte il primo di Nero e il secondo di Bianco, anche se con delle differenze: se nel gioco derivavano da un'unica entità divisasi dopo un violentissimo conflitto interiore, nei lungometraggi sono trattati come individui da sempre separati e non c'è accenno alla loro origine comune.
Per di più, gli sceneggiatori hanno tenuto conto delle divergenze di bestiario tra i videogame: per esempio, il pokémon Reuniclus appare allo stato selvaggio solo in Versione Bianca, e Gothitelle lo è in Nera, e il possesso di uno dei due da parte di Damon cambia conformemente al titolo.
In linea di massima, questo lungometraggio apparentemente non differisce dalle linee guida della filmografia Pokémon. Seguendo il successo del primo film, la storia ruota intorno all'importanza dell'amicizia che permette una convivenza pacifica e felice tra gli esseri umani, la natura e i pokémon, ma quest'equilibrio viene prima o poi spezzato dall'arroganza e dall'avidità di uno o più uomini che vogliono concentrare il potere dei pokémon nelle loro mani nell'illusione di assoggettare il resto del mondo, almeno finché i loro piani non sono mandati in fumo da un nuovo eroe fedele al rapporto con i pokémon, che di solito è Ash. Ed effettivamente in "Bianco: Victini e Zekrom" e "Nero: Victini e Reshiram" avviene proprio questo. Eppure, ci sono delle varianti. Al contrario di molti altri film Pokémon, la narrazione non è lineare ma si svolge su due piani temporali, uno presente e uno passato, che vedono due conflitti simili nelle tematiche ma comunque separati. Questo è un ottimo elemento narrativo, perché introduce maggiore pathos nello sviluppo di due storie parallele e aggiunge una dimensione di inevitabilità alla rottura dell'armonia che altrove è solo accennata, ma mai mostrata in maniera tanto vivida. Il rovescio della medaglia sono il livello di complessità che impedisce la vecchia scorrevolezza della vicenda e il fatto che, tutto all'opposto del lungometraggio precedente "Zoroark - Il Re delle Illusioni", qui la lotta psicologica è esclusiva degli umani e i pokémon sono in pratica chiamati in causa per il lavoro sporco, tant'è che Ash non richiama neanche tutti i suoi pokémon (ad esempio Oshawott lo si vedrà in apertura appena per una manciata di secondi).
Per quanto riguarda il comparto grafico, il lungometraggio si attesta sui buonissimi ottimi livelli qualitativi dei suoi predecessori, forse anche qualcosa di più. In effetti, rispetto a "Zoroark - Il Re delle Illusioni" che è utile come termine di paragone, in quanto è la produzione immediatamente precedente, qua si nota uno sforzo teso a conferire fluidità e dinamicità tanto alle animazioni quanto ai colori che in precedenza era indirizzato verso specifiche scene: un risultato decisamente positivo che fa rimpiangere la scelta di non proiettare più i film Pokémon nei cinema italiani.
In conclusione, "Bianco: Victini e Zekrom" è un altro bel film della serie Pokémon che superficialmente mantiene i temi consueti, ma li elabora sovrapponendoli in un modo inedito e parecchio gradevole, anche se come il videogame di quinta generazione esso prevede un target più adulto a discapito dello spettatore (nonché del giocatore) bambino, il quale comunque può sempre abbandonarsi al fascino dei suoi amici pokémon che mai come ora sono apparsi così vivi e nitidi sullo schermo.
E' possibile procedere sempre sulla buona strada dopo così tante generazioni e altrettanti film? Probabilmente è questo il quesito che attanaglia maggiormente i fan dei Pokémon che per fiducia si sono ritrovati ad osservare quest'ennesimo lungometraggio della serie, o che hanno intenzione di farlo. Solitamente si dice che la qualità va a scemare con il tempo, ma questa serie è stata più volte un buon esempio di come si possa ancora costruire qualcosa sulle sue solidissime basi; e allora perché sto qui a dare un voto così basso? Perché ovviamente questa non è una di quelle eccezioni in cui si è riuscito a costruire qualcosa di buono nonostante il cast tutto nuovo.
Il film parte un po' come tutti: Ash durante il suo 'lungo viaggio' con i suoi nuovi compagni Iris e Spighetto (forse i peggiori che si siano mai potuti osservare durante le numerose serie, sia per il loro carattere inesistente sia per il loro indescrivibile chara design inguardabile) arrivano a Eindoak, una misteriosa città ai piedi di un antico castello e abbracciata dal verde, nonostante i suoi abitanti inspiegabilmente vestono come se fossero al Polo Sud. I tre scoprono che si sta svolgendo un annuale gara di Pokémon e ovviamente decidono di partecipare. Da qui inizieranno a verificarsi misteriosi eventi causati dal piccolo leggendario del film (sia versione bianca sia nera), ovvero Victini, che non è di certo lì a caso, infatti ben presto si scoprirà che è una sorta di protettore di quel posto... Sì, probabilmente vi ricorderà la trama di un altro film, se mettiamo al posto di Victini un altro leggendario, ovvero Celebi, che si trovò in una situazione molto simile. Per almeno 30 minuti di visione ci sembrerà un remake, ma poi le atmosfere più 'leggere' di Victini vengono bruscamente spezzate per dar spazio agli altri due leggendari della storia, in questo caso però specialmente Reshiram.
La trama in sé che caratterizza questo drago leggendario però non è assolutamente male, solo che viene trattata male. Essa appare spesso confusionaria e scade ben presto nel banale, con personaggi che non riescono a far capire cosa provano, privi quasi d'anima non danno cenni di spessore emotivo, così come i leggendari che sembrano, come già detto, copie di altri, e pure mal riuscite!
Sorvolando il chara design pessimo dei leggendari (dalla testa di Victini che mi faceva subito balenare in testa "Tutor Hitman Reborn", o quelle assurde code a trivella dei draghi), anche gli stessi Pokémon non danno passione, odio o altro. Non ci sentiremo legati a loro in nessun modo. Non ci sarà quella sensazione di tristezza che ad esempio Lucario aveva dato, né la dolcezza e dolore di un sacrificio come nel caso di Celebi. Questi mostriciattoli del 2011, non perché sono nostalgica né perché fissata con le prime generazioni - come vedete ho nominato Lucario che non è poi così vecchio -, non sanno generare i sentimenti che gli altri davano, e che trasmettevano fiducia incondizionata nella visione dei film, anche in chi non segue le serie a puntate come me.
Le uniche note positive che non mi fanno inserire uno è il design generale, gli sfondi, le musiche e le animazioni sopra la media. Dal punto di vista tecnico "Victini e Zekrom" è senz'altro la realizzazione migliore; peccato che tutta questa tecnologia sia stata usata così male.
Visione sconsigliata ai nostalgici già pieni di dubbi, questo film vi farebbe persino perdere ogni briciola di speranza.
Il film parte un po' come tutti: Ash durante il suo 'lungo viaggio' con i suoi nuovi compagni Iris e Spighetto (forse i peggiori che si siano mai potuti osservare durante le numerose serie, sia per il loro carattere inesistente sia per il loro indescrivibile chara design inguardabile) arrivano a Eindoak, una misteriosa città ai piedi di un antico castello e abbracciata dal verde, nonostante i suoi abitanti inspiegabilmente vestono come se fossero al Polo Sud. I tre scoprono che si sta svolgendo un annuale gara di Pokémon e ovviamente decidono di partecipare. Da qui inizieranno a verificarsi misteriosi eventi causati dal piccolo leggendario del film (sia versione bianca sia nera), ovvero Victini, che non è di certo lì a caso, infatti ben presto si scoprirà che è una sorta di protettore di quel posto... Sì, probabilmente vi ricorderà la trama di un altro film, se mettiamo al posto di Victini un altro leggendario, ovvero Celebi, che si trovò in una situazione molto simile. Per almeno 30 minuti di visione ci sembrerà un remake, ma poi le atmosfere più 'leggere' di Victini vengono bruscamente spezzate per dar spazio agli altri due leggendari della storia, in questo caso però specialmente Reshiram.
La trama in sé che caratterizza questo drago leggendario però non è assolutamente male, solo che viene trattata male. Essa appare spesso confusionaria e scade ben presto nel banale, con personaggi che non riescono a far capire cosa provano, privi quasi d'anima non danno cenni di spessore emotivo, così come i leggendari che sembrano, come già detto, copie di altri, e pure mal riuscite!
Sorvolando il chara design pessimo dei leggendari (dalla testa di Victini che mi faceva subito balenare in testa "Tutor Hitman Reborn", o quelle assurde code a trivella dei draghi), anche gli stessi Pokémon non danno passione, odio o altro. Non ci sentiremo legati a loro in nessun modo. Non ci sarà quella sensazione di tristezza che ad esempio Lucario aveva dato, né la dolcezza e dolore di un sacrificio come nel caso di Celebi. Questi mostriciattoli del 2011, non perché sono nostalgica né perché fissata con le prime generazioni - come vedete ho nominato Lucario che non è poi così vecchio -, non sanno generare i sentimenti che gli altri davano, e che trasmettevano fiducia incondizionata nella visione dei film, anche in chi non segue le serie a puntate come me.
Le uniche note positive che non mi fanno inserire uno è il design generale, gli sfondi, le musiche e le animazioni sopra la media. Dal punto di vista tecnico "Victini e Zekrom" è senz'altro la realizzazione migliore; peccato che tutta questa tecnologia sia stata usata così male.
Visione sconsigliata ai nostalgici già pieni di dubbi, questo film vi farebbe persino perdere ogni briciola di speranza.
"Pokémon: Bianco - Victini e Zekrom" è sicuramente il titolo che tra i tanti mi ha entusiasmata di meno. Non è riuscito a farmi provare quella solita nostalgia che ho solitamente quando guardo un lungometraggio della serie. A essere sincera, mentre lo visionavo, mi sono annoiata a tal punto da gioire sentendo iniziare la sigla con i titoli di coda. Insomma, a mio parere, questo è un lungometraggio che poteva benissimo essere evitato. Come dar torto però a coloro che sapendo del grande successo dei Poket Monsters hanno provato a ricreare l'ambiente nelle sale? In giro si trovano un sacco di cose create a scopo commerciale, ma vanno differenziate in due gruppi: l'uno contiene oggetti, film, musiche, che seppur essendo state fatte per guadagnare in sé contengono anche la passione di coloro che le hanno create, poiché quelle persone hanno fatto ciò per regalare un po' di felicità; nell'altro gruppo invece troviamo le cose contrarie, come se l'entusiasmo si fosse spento, fatte a scopo esclusivamente commerciale. Detto questo, secondo me, il film in questione appartiene al secondo gruppo. E' l'inizio del declino dei Pokémon.
Partiamo dalla trama. Essa non è nulla di originale e presenta le solite linee costruttive degli altri film: Ash se ne va da qualche parte con gli amici, stranamente si trova in situazioni poco piacevoli e le risolve da solo assieme a un pokémon leggendario che cambia in ogni lungometraggio. L'unica differenza che ho trovato nella trama è la totale assenza di un vero e proprio antagonista (umano): il ruolo infatti è sfuggente, viene forse assegnato a un personaggio che, però, è buono; riterrei antagonista la "Dragoenergia". Forse ciò era per portare alla morale "il fine non giustifica i mezzi" e, anche se fatto male, ho apprezzato lo sforzo del voler cambiare qualcosa. Purtroppo il film è pieno zeppo di scene già viste, fatte e strafatte. Insomma, oramai non esiste più nessun elemento di originalità.
I personaggi non sono ben caratterizzati, tanto che dopo averne concluso la visione mi sono domandata "che cosa voleva veramente fare; perché?". Ciò sta nel fatto che la storia non viene ben spiegata e quindi ci si può trovare spiazzati di fronte ai comportamenti di certi personaggi - ovviamente non i protagonisti, che risultano essere già ben conosciuti.
L'animazione sicuramente viaggia a tutt'altro livello rispetto alla storia. La resa del movimento e degli ambienti è fantastica. Il film vana una realizzazione ottima, anche se sarebbe potuta essere migliore. Devo quindi dire che nell'aspetto tecnico non vi sono errori vistosi. Trovo che anche la colonna sonora sia piacevole, forse l'aspetto migliore di questo film. Ho apprezzato molto le note di sottofondo delle lotte e dei momenti di suspense (se così possono essere chiamati).
Visti questi aspetti posso affermare con certezza che se la trama fosse stata sufficientemente avvincente un voto alto glielo avrei anche dato.
Come detto all'inizio, i luoghi dei pokémon dovrebbero portare la persona a provare nostalgia, mentre qua io non l'ho sentita nemmeno lontanamente. In parte questo sta nel fatto che i nuovi pokémon sono sempre più distaccati dai vecchi, ma un progresso lo accetto anche io. Quello che proprio fa imbestialire in questo film è la totale assenza di profondità: i discorsi sono piatti, non esprimono niente. I personaggi non hanno delle emozioni, si comportano perché così devono comportarsi. Niente che assomigli a una vera persona, li paragonerei piuttosto a degli attori che si mettono a recitare la loro parte alla bell'e meglio. Ricordo come nel primo film mi fossi immedesimata nel protagonista o, meglio, nei protagonisti a tal punto di versare lacrime vere. Questo film, verso la fine, è come se ti volesse obbligare a piangere, una cosa un po' patetica, poiché dubito che a qualcuno possano essere venuti gli occhi lucidi dopo aver visto una scena che tenta di rifarsi a una veramente commovente - sì, si rifà ad una scena del primo film. Imporre un sentimento non avrà mai l'effetto atteso.
Il mio voto, in conclusione, come vedete è un 4. Una media un po' alta tra il voto soggettivo e quello oggettivo. Una storia così banale non può ottenere un punteggio migliore, non può essere comparata con tutte le storie che sono già state proposte negli altri film, non può! Un'occhiatina nei momenti di noia può anche starci, ma non aspettatevi un granché, io da pokéfan ne sono rimasta molto delusa... e un poco me lo aspettavo.
Partiamo dalla trama. Essa non è nulla di originale e presenta le solite linee costruttive degli altri film: Ash se ne va da qualche parte con gli amici, stranamente si trova in situazioni poco piacevoli e le risolve da solo assieme a un pokémon leggendario che cambia in ogni lungometraggio. L'unica differenza che ho trovato nella trama è la totale assenza di un vero e proprio antagonista (umano): il ruolo infatti è sfuggente, viene forse assegnato a un personaggio che, però, è buono; riterrei antagonista la "Dragoenergia". Forse ciò era per portare alla morale "il fine non giustifica i mezzi" e, anche se fatto male, ho apprezzato lo sforzo del voler cambiare qualcosa. Purtroppo il film è pieno zeppo di scene già viste, fatte e strafatte. Insomma, oramai non esiste più nessun elemento di originalità.
I personaggi non sono ben caratterizzati, tanto che dopo averne concluso la visione mi sono domandata "che cosa voleva veramente fare; perché?". Ciò sta nel fatto che la storia non viene ben spiegata e quindi ci si può trovare spiazzati di fronte ai comportamenti di certi personaggi - ovviamente non i protagonisti, che risultano essere già ben conosciuti.
L'animazione sicuramente viaggia a tutt'altro livello rispetto alla storia. La resa del movimento e degli ambienti è fantastica. Il film vana una realizzazione ottima, anche se sarebbe potuta essere migliore. Devo quindi dire che nell'aspetto tecnico non vi sono errori vistosi. Trovo che anche la colonna sonora sia piacevole, forse l'aspetto migliore di questo film. Ho apprezzato molto le note di sottofondo delle lotte e dei momenti di suspense (se così possono essere chiamati).
Visti questi aspetti posso affermare con certezza che se la trama fosse stata sufficientemente avvincente un voto alto glielo avrei anche dato.
Come detto all'inizio, i luoghi dei pokémon dovrebbero portare la persona a provare nostalgia, mentre qua io non l'ho sentita nemmeno lontanamente. In parte questo sta nel fatto che i nuovi pokémon sono sempre più distaccati dai vecchi, ma un progresso lo accetto anche io. Quello che proprio fa imbestialire in questo film è la totale assenza di profondità: i discorsi sono piatti, non esprimono niente. I personaggi non hanno delle emozioni, si comportano perché così devono comportarsi. Niente che assomigli a una vera persona, li paragonerei piuttosto a degli attori che si mettono a recitare la loro parte alla bell'e meglio. Ricordo come nel primo film mi fossi immedesimata nel protagonista o, meglio, nei protagonisti a tal punto di versare lacrime vere. Questo film, verso la fine, è come se ti volesse obbligare a piangere, una cosa un po' patetica, poiché dubito che a qualcuno possano essere venuti gli occhi lucidi dopo aver visto una scena che tenta di rifarsi a una veramente commovente - sì, si rifà ad una scena del primo film. Imporre un sentimento non avrà mai l'effetto atteso.
Il mio voto, in conclusione, come vedete è un 4. Una media un po' alta tra il voto soggettivo e quello oggettivo. Una storia così banale non può ottenere un punteggio migliore, non può essere comparata con tutte le storie che sono già state proposte negli altri film, non può! Un'occhiatina nei momenti di noia può anche starci, ma non aspettatevi un granché, io da pokéfan ne sono rimasta molto delusa... e un poco me lo aspettavo.