Aura
Aura: Maryuuinkouga Saigo no Tatakai è l'ennesimo anime basato sulla "sindrome della seconda media" ossia quella particolare inquietudine che colpisce i ragazzi di quell'età e che li spinge a preferire un mondo di fantasie fatto di regni incantati ed eroi leggendari alla realtà, e a vivere la propria vita come se fossero all'interno di questo sogno. Il capostipite di questo che, ormai, è diventato un vero proprio genere è il pluricelebrato Chuunibyou demo Koi ga Shitai! ma dopo di esso sono già stati realizzati diversi cloni che hanno avuto alterno successo; Aura è solo uno degli esempi di come questo filone narrativo abbia attecchito nel mondo dell'animazione giapponese. Scritto da Romeo Tanaka, Aura viene serializzato come manga nel 2012 e l'anno successivo viene convertito in forma animata ma non come serie ad episodi ma come un semplice film di ottanta minuti circa. E, a mio avviso, è un vero peccato perchè a differenza di altri anime, Aura va a toccare alcuni aspetti sociali trascurati dagli altri titoli del genere che il più delle volte sono molto più leggeri e scanzonati e non affrontano nella loro interezza i problemi sociali che vengono generati da questa particolare condizione.
Ichirou Satou, come tradizione, ha un passato di vittima della sindrome da cui vuole liberarsi all'ingresso del primo anno delle superiori. Un giorno, però, dimentica un libro a scuola, e no potendo aspettare la mattina per recuperarlo decide di andarlo a riprendere in serata. Nel farlo, però, si imbatte in una ragazza vestita con una tunica da maga e con uno strano bastone; come tradizione vuole gli confida di essere un'entità proveniente da un altro mondo. Anche se inizialmente prova solidarietà nei confronti della ragazza, ben presto deciderà di tenerla a distanza per non alimentare il timore di una ricaduta paventato dalla sua famiglia e non ricominciare con tutte quelle stranezze che avevano contraddistinto la sua vita passata.
Non mi soffermerò, in questa sede, a valutazioni su come la "sindrome della seconda media" sia stata rappresentata all'interno di questo anime: le modalità sono le stesse già viste negli altri anime senza grosse differenze; in più non rappresenta il punto di forza di questo film.
Il suo vero punto di forza, invece, sta nel modo in cui la società che gravita attorno a questi soggetti reagisce di fronte a ciò che considera diverso; e così come accade il 99% delle volte l'atteggiamento non è mai positivo. I due ragazzi diventeranno, infatti, il centro dell'attenzione di coloro che si considerano l'élite della classe e che non vedranno di buon occhio le stranezze della ragazza o, più semplicemente, vedranno in lei il soggetto ideale per dare sfogo alla proprio cattivo desiderio di divertimento. I due ragazzi, così, diventeranno vittime di reiterati atti di bullismo contro i quali cercheranno di combattere ma che metterà a dura prova il proprio equilibrio mentale (specie quello di lei).
L'abbandono del mondo sognato per vivere in una realtà più cupa e triste viene vista come l'unica soluzione per porre fine a tutte le vessazioni e le sopraffazioni; se poi si arriverà a questo non è dato saperlo perchè dopo il toccante finale il film finisce.
In definitiva considero questo "Aura" come uno dei migliori anime sulla "sindrome della seconda media visti finora"; mi rimane una sola domanda: dove avrà trovato la nostra maghetta tutti quei banchi per creare il suo tempio sul tetto? E per come li ha disposti, ha una laurea in architettura? Vabbè, sono dettagli.
Ichirou Satou, come tradizione, ha un passato di vittima della sindrome da cui vuole liberarsi all'ingresso del primo anno delle superiori. Un giorno, però, dimentica un libro a scuola, e no potendo aspettare la mattina per recuperarlo decide di andarlo a riprendere in serata. Nel farlo, però, si imbatte in una ragazza vestita con una tunica da maga e con uno strano bastone; come tradizione vuole gli confida di essere un'entità proveniente da un altro mondo. Anche se inizialmente prova solidarietà nei confronti della ragazza, ben presto deciderà di tenerla a distanza per non alimentare il timore di una ricaduta paventato dalla sua famiglia e non ricominciare con tutte quelle stranezze che avevano contraddistinto la sua vita passata.
Non mi soffermerò, in questa sede, a valutazioni su come la "sindrome della seconda media" sia stata rappresentata all'interno di questo anime: le modalità sono le stesse già viste negli altri anime senza grosse differenze; in più non rappresenta il punto di forza di questo film.
Il suo vero punto di forza, invece, sta nel modo in cui la società che gravita attorno a questi soggetti reagisce di fronte a ciò che considera diverso; e così come accade il 99% delle volte l'atteggiamento non è mai positivo. I due ragazzi diventeranno, infatti, il centro dell'attenzione di coloro che si considerano l'élite della classe e che non vedranno di buon occhio le stranezze della ragazza o, più semplicemente, vedranno in lei il soggetto ideale per dare sfogo alla proprio cattivo desiderio di divertimento. I due ragazzi, così, diventeranno vittime di reiterati atti di bullismo contro i quali cercheranno di combattere ma che metterà a dura prova il proprio equilibrio mentale (specie quello di lei).
L'abbandono del mondo sognato per vivere in una realtà più cupa e triste viene vista come l'unica soluzione per porre fine a tutte le vessazioni e le sopraffazioni; se poi si arriverà a questo non è dato saperlo perchè dopo il toccante finale il film finisce.
In definitiva considero questo "Aura" come uno dei migliori anime sulla "sindrome della seconda media visti finora"; mi rimane una sola domanda: dove avrà trovato la nostra maghetta tutti quei banchi per creare il suo tempio sul tetto? E per come li ha disposti, ha una laurea in architettura? Vabbè, sono dettagli.
Quando la realtà ci fa schifo, abbiamo solitamente due alternative: accettare le cose così come sono; oppure crearsi nella propria testa un mondo immaginario, di fantasia, in cui esplorare, viaggiare o rinchiudervisi. Uno dei problemi principali di quest'ultima scelta, è quello di trovare altre persone compatibili con il nostro mondo interiore, e ciò non è affatto facile, e amenochè si desideri fortemente la solitudine, è necessario trovare qualcuno con cui condividere le proprie fantasie, le proprie dolci illusioni infantili. Aura gioca fortemente su questo elemento e vede un ragazzo adolescente alle prese con una minuta coetanea - con cui condivide per coincidenza lo stesso cognome - "malata" di questa "sindrome"; sindrome di nostalgia e malinconia verso la propria infanzia, che in alcuni casi, essendo stata segnata da un trauma, la ragazza si rifiuta di crescere e disilludersi accettando la cruda realtà. Il ragazzo è combattuto, una parte di lui vorrebbe ignorarla, l'altra parte vorrebbe assecondarla. Decide di assecondarla, stando ben attento però a non farsi coinvolgere completamente, poichè lui stesso nasconde un passato più o meno felice/infelice e soprattutto imbarazzante, su cui non intende ritornare.
Non vi sono dubbi, guardando questo anime, verrebbe da dire spontaneamente che si tratti di un clone di Chuunibyou demo Koi ga Shitai!. E invece non è così, anzi potrebbe persino essere l'esatto contrario, dal momento che il manga di Chuunibyou risale al 2011, mentre la visual novel di Aura risale al 2008, perciò non è davvero possibile che questo anime abbia preso spunto dal ben più famoso ed acclamato Chuunibyou. Trattasi quindi di coincidenze, non penso che le due opere si siano copiate a vicenda, quantomeno Aura non può aver copiato da Chuunibyou.
Tuttavia, nonostante la presenza di profonde coincidenze, i due anime hanno punti dove si distinguono anche pesantemente. In Chuunibyou molto forti sono gli elementi di commedia, comicità, gag e divertimento, mentre tutti questi elementi sono assenti in Aura, che si presenta fin da subito più serio e triste, sebbene anche "Chuunibyou" abbia i suoi momenti seri e tristi, Aura è quasi completamente privo di felicità e spensieratezza, il resto è solo apparenza. Una delle altre differenze più profonde, sta nel fatto che i personaggi secondari di Chuunibyou accettano le perversioni di fantasia dei personaggi principali bizzarri, mentre in Aura ci sono personaggi che sono pesantemente contrari alle fantasie, un po' per fissazione delle regole, un po' per invidia, un po' per vera cattiveria, e questi personaggi secondari stravolgeranno la trama fino al punto di creare un elemento fondamentale non presente in Chuunibyou, ovvero quello del bullismo. E questo bullismo spinge i protagonisti a compiere gesti non dico estremi, ma quasi.
Questo anime viene classificato come shounen, tuttavia oserei dire che abbia elementi seinen, e non lo dico ripensando solo alla breve scena di mild nudity presente nell'opera, ma per i significati profondi che l'anime nasconde, sotto una maschera di superficialità e infantilismo, che può ingannare gli spettatori meno esperti. Detto questo, riconosco che la trama di questo anime-film contenga anche qualche buco di sceneggiatura, è presente qualche incoerenza, qualcosa che non si capisce, perchè è fatta purtroppo non bene, tuttavia se si capisce il messaggio che c'è sotto a tutto, allora si può riuscire ad apprezzare l'anime al massimo delle sue possibilità.
Per quanto riguarda l'apparato tecnico, grafico e sonoro sono nella media, senza tante pretese, con un buon disegno, un'animazione non sempre impeccabile e una soundtrack anonima. A chi consigliare l'anime? Di sicuro a tutti coloro che hanno apprezzato Chuunibyou, poi a coloro che non disdegnano la presenza di ragazze minute, che dimostrano un'età inferiore rispetto a quella che in realtà hanno, ce ne sono almeno un paio nell'anime. Aura trova qualche vaga somiglianza anche con La Malinconia di Haruhi Suzumiya.
Non vi sono dubbi, guardando questo anime, verrebbe da dire spontaneamente che si tratti di un clone di Chuunibyou demo Koi ga Shitai!. E invece non è così, anzi potrebbe persino essere l'esatto contrario, dal momento che il manga di Chuunibyou risale al 2011, mentre la visual novel di Aura risale al 2008, perciò non è davvero possibile che questo anime abbia preso spunto dal ben più famoso ed acclamato Chuunibyou. Trattasi quindi di coincidenze, non penso che le due opere si siano copiate a vicenda, quantomeno Aura non può aver copiato da Chuunibyou.
Tuttavia, nonostante la presenza di profonde coincidenze, i due anime hanno punti dove si distinguono anche pesantemente. In Chuunibyou molto forti sono gli elementi di commedia, comicità, gag e divertimento, mentre tutti questi elementi sono assenti in Aura, che si presenta fin da subito più serio e triste, sebbene anche "Chuunibyou" abbia i suoi momenti seri e tristi, Aura è quasi completamente privo di felicità e spensieratezza, il resto è solo apparenza. Una delle altre differenze più profonde, sta nel fatto che i personaggi secondari di Chuunibyou accettano le perversioni di fantasia dei personaggi principali bizzarri, mentre in Aura ci sono personaggi che sono pesantemente contrari alle fantasie, un po' per fissazione delle regole, un po' per invidia, un po' per vera cattiveria, e questi personaggi secondari stravolgeranno la trama fino al punto di creare un elemento fondamentale non presente in Chuunibyou, ovvero quello del bullismo. E questo bullismo spinge i protagonisti a compiere gesti non dico estremi, ma quasi.
Questo anime viene classificato come shounen, tuttavia oserei dire che abbia elementi seinen, e non lo dico ripensando solo alla breve scena di mild nudity presente nell'opera, ma per i significati profondi che l'anime nasconde, sotto una maschera di superficialità e infantilismo, che può ingannare gli spettatori meno esperti. Detto questo, riconosco che la trama di questo anime-film contenga anche qualche buco di sceneggiatura, è presente qualche incoerenza, qualcosa che non si capisce, perchè è fatta purtroppo non bene, tuttavia se si capisce il messaggio che c'è sotto a tutto, allora si può riuscire ad apprezzare l'anime al massimo delle sue possibilità.
Per quanto riguarda l'apparato tecnico, grafico e sonoro sono nella media, senza tante pretese, con un buon disegno, un'animazione non sempre impeccabile e una soundtrack anonima. A chi consigliare l'anime? Di sicuro a tutti coloro che hanno apprezzato Chuunibyou, poi a coloro che non disdegnano la presenza di ragazze minute, che dimostrano un'età inferiore rispetto a quella che in realtà hanno, ce ne sono almeno un paio nell'anime. Aura trova qualche vaga somiglianza anche con La Malinconia di Haruhi Suzumiya.
Sicuramente da bambini si è spesso immaginato di essere un eroe venuto da chissà quale strano mondo parallelo dotato di poteri mistici o di armi dalla potenza non quantificabile. In questo lungometraggio per l'appunto, Aura: Maryuuinkouga Saigo no Tatakai si parla proprio di questa fase, dove vede coinvolti la liceale Ryouko e il suo compagno di classe Ichirou. I due protagonisti di questa storia, si incontrano una sera per caso nei corridoi della scuola, mentre Ryouko è intenta a sconfiggere uno strano essere di un mondo fantastico che ovviamente non si vede. Ichirou invece si trova lì perché è andato a prendersi gli appunti dimenticati sul banco. Ichirou ne rimane affascinato. Ryouko vive in un mondo tutto suo, o meglio pensa seriamente di essere dotata di super poteri, di far parte di chissà quale strana cospirazione, e di essere membro di una organizzazione di un altro universo. Ryouko è affetta da quella che, in un'altra serie anime e per la precisione "Chuunibyou Demo Koi ga Shitai!" viene chiamata "sindrome della seconda media" che richiama quel periodo adolescenziale in cui ci si sta definendo il proprio carattere, e per evitare l'ordinario vivere ci si finge un'altra persona, in questo caso un super eroe manga; qua mi fermo con ogni riferimento ad altre serie anime, perché se decidessi di continuare farei solo un paragone tra due anime, e la recensione per Aura: Maryuuinkouga Saigo no Tatakai perderebbe ogni significato.
Ichirou dal canto sue in passato, era anche lui convinto di appartenere a un mondo fantastico, ma è riuscito a superare questa fase, grazie ad un avvenimento che lo ha segnato e per cui ha capito che non gli avrebbe portato nulla di buono. Come già si capisce dalla trama tra i due ci sarà ben di più di una amicizia.
Ryouko pensa talmente di essere un personaggio di un altro universo, al punto che si veste, parla e vive in funzione della parte che recita ogni giorno. La sua "sindrome di seconda media" è a uno stato molto avanzato, al punto che per certi attimi mi è parso che ci sia non più una voglia, di sfuggire dalla realtà, ma invece una vera e propria forma di follia; insomma roba per psicologi, con specializzazione per i casi di adolescenti disadattati. Ryouko viene continuamente derisa dai suoi compagni, o almeno parte di essi, al punto che, viene addirittura maltrattata fisicamente. Però anziché essere uno stimolo per lei affinché evada da quel mondo e torni invece alla realtà, lei stessa usa questo suo modo di vivere per trovare giustificazione del fatto che non abbia amici. Ichirou cercherà in tutti i modi di aiutarla, forse perché prova compassione.
Graficamente non ha nulla a che vedere con le tecniche moderne, se i fondali possono passare perché ben curati, i personaggi molto spesso sono dai contorni troppo marcati e poco comunicativi con le espressioni. Il comparto sonoro invece è ben ideato. Mi è piaciuta la sigla di chiusura.
Non mi è piaciuto il finale, dove a parer mio è stato oltre che scontato, anche un po fuori dalla realtà, per cui accatastare un milioni di banchi sul terrazzo della scuola con precisione maniacale, era un po troppo fuori dall'ordinario possibile di un solo studente. Non ho gradito nemmeno la inutile incomprensione dei genitori di entrambi. Perché sebbene i genitori di Ryouko non si vedono mai nel lungometraggio, ciò non significa che non si sarebbe potuta inventare qualche piccola scena in cui ci sia almeno un effimero tentativo di preoccuparsi della figlia. Allo stesso modo i genitori di Ichirou benché seriamente preoccupati per il figlio che temono possa ricadere nell'oblio, non fanno nulla per parlare con lui e per capire cosa le succede.
Il mio voto in generale non supera la sufficienza, trama e scene scontate, grafica non piacevole, ma il comparto sonoro e il tentativo dell'autore a far capire la preoccupazione e le inquietudini di chi vuole un mondo in cui le persone sono fatte a stampino sono tuttavia ben riuscite.
Ichirou dal canto sue in passato, era anche lui convinto di appartenere a un mondo fantastico, ma è riuscito a superare questa fase, grazie ad un avvenimento che lo ha segnato e per cui ha capito che non gli avrebbe portato nulla di buono. Come già si capisce dalla trama tra i due ci sarà ben di più di una amicizia.
Ryouko pensa talmente di essere un personaggio di un altro universo, al punto che si veste, parla e vive in funzione della parte che recita ogni giorno. La sua "sindrome di seconda media" è a uno stato molto avanzato, al punto che per certi attimi mi è parso che ci sia non più una voglia, di sfuggire dalla realtà, ma invece una vera e propria forma di follia; insomma roba per psicologi, con specializzazione per i casi di adolescenti disadattati. Ryouko viene continuamente derisa dai suoi compagni, o almeno parte di essi, al punto che, viene addirittura maltrattata fisicamente. Però anziché essere uno stimolo per lei affinché evada da quel mondo e torni invece alla realtà, lei stessa usa questo suo modo di vivere per trovare giustificazione del fatto che non abbia amici. Ichirou cercherà in tutti i modi di aiutarla, forse perché prova compassione.
Graficamente non ha nulla a che vedere con le tecniche moderne, se i fondali possono passare perché ben curati, i personaggi molto spesso sono dai contorni troppo marcati e poco comunicativi con le espressioni. Il comparto sonoro invece è ben ideato. Mi è piaciuta la sigla di chiusura.
Non mi è piaciuto il finale, dove a parer mio è stato oltre che scontato, anche un po fuori dalla realtà, per cui accatastare un milioni di banchi sul terrazzo della scuola con precisione maniacale, era un po troppo fuori dall'ordinario possibile di un solo studente. Non ho gradito nemmeno la inutile incomprensione dei genitori di entrambi. Perché sebbene i genitori di Ryouko non si vedono mai nel lungometraggio, ciò non significa che non si sarebbe potuta inventare qualche piccola scena in cui ci sia almeno un effimero tentativo di preoccuparsi della figlia. Allo stesso modo i genitori di Ichirou benché seriamente preoccupati per il figlio che temono possa ricadere nell'oblio, non fanno nulla per parlare con lui e per capire cosa le succede.
Il mio voto in generale non supera la sufficienza, trama e scene scontate, grafica non piacevole, ma il comparto sonoro e il tentativo dell'autore a far capire la preoccupazione e le inquietudini di chi vuole un mondo in cui le persone sono fatte a stampino sono tuttavia ben riuscite.
Cavalcando lo tsunami di "Chuunibyou demo Koi ga Shitai!", questo film è spudoratamente debitore nei confronti dell'appena citata e già nota serie del 2012. Tuttavia l'ho capito solo verso la fine, mi spiego (non prediligo lo spoileraggio, ma stavolta mi serve proprio). Tutto sembra svolgersi più o meno come ci si può immaginare, col nostro protagonista (Ichirou) intento a svolgere la vita di un normale studente delle superiori che però ha sofferto la sindrome della seconda media e tenta di dimenticare. Nonostante ciò incontra una bella ragazza (Ryouko) che dovrebbe frequentare la sua stessa classe ma per varie giornate è rimane assente, presa dalle ricerche di oggetti magici che le avrebbero permesso di connettersi al suo mondo immaginario. Ichirou, da parte sua, viene da un recente passato in cui credeva di essere un cavaliere prescelto, la cui anima era stata relegata sul nostro pianeta dopo la morte dei suoi genitori per mano dei nemici. La sua amata principessa però è altrove e, nel momento in cui lui le scrive una lettera per informarla dell'accaduto, questa ritorna al mittente che aveva ovviamente spedito da un luogo reale ad uno fittizio. I genitori leggono le stramberie del figlio, si arrabbiano e lui, colpito dalla loro reazione, si fa un esame di coscienza e capisce che è arrivata l'ora di tornare alla realtà.
Scusate la prolissità ma preferisco essere chiaro. E' il dettaglio della principessa che mi ha tratto in inganno, perché mi è venuto subito naturale credere che la bella ragazza apparsa all'improvviso ad Ichirou fosse proprio la sua amata. Tra l'altro è proprio lei, in un momento di tensione fra i due, a dirgli che sta rinnegando la sua vera natura facendo pensare che il suo sia un piano per risvegliare il suo amato cavaliere e riportarlo al mondo che per loro è reale. In effetti, dopo aver intuito una trama trita e ritrita, speravo si avverassero le mie supposizioni, ma non è stato così. Senza dilungarmi oltre e rivelarvi il finale vi dico semplicemente che questo film non porta nulla di nuovo ad una vecchia storia. La trama non sembra presentare buchi evidenti, l'animazione è passabile e le musiche anche, soprattutto il tema centrale. La tensione e l'angoscia che una simile tematica porta con sé sono efficacemente riassunte nella scena in cui Ichirou viene picchiato violentemente per aver protetto Ryouko e in quella dove la ragazza rimane sconvolta di fronte al suo banco pieno di scritte oscene e offensive.
A questo punto, per chi è all'oscuro di tutto, consiglio di visionare prima questo blando filmetto, per poi passare alla serie "Chuunibyou demo Koi ga Shitai", in modo da non rimanere troppo delusi e da non crearsi false aspettative (come il sottoscritto). Grazie a chi legge, alla prossima!
Scusate la prolissità ma preferisco essere chiaro. E' il dettaglio della principessa che mi ha tratto in inganno, perché mi è venuto subito naturale credere che la bella ragazza apparsa all'improvviso ad Ichirou fosse proprio la sua amata. Tra l'altro è proprio lei, in un momento di tensione fra i due, a dirgli che sta rinnegando la sua vera natura facendo pensare che il suo sia un piano per risvegliare il suo amato cavaliere e riportarlo al mondo che per loro è reale. In effetti, dopo aver intuito una trama trita e ritrita, speravo si avverassero le mie supposizioni, ma non è stato così. Senza dilungarmi oltre e rivelarvi il finale vi dico semplicemente che questo film non porta nulla di nuovo ad una vecchia storia. La trama non sembra presentare buchi evidenti, l'animazione è passabile e le musiche anche, soprattutto il tema centrale. La tensione e l'angoscia che una simile tematica porta con sé sono efficacemente riassunte nella scena in cui Ichirou viene picchiato violentemente per aver protetto Ryouko e in quella dove la ragazza rimane sconvolta di fronte al suo banco pieno di scritte oscene e offensive.
A questo punto, per chi è all'oscuro di tutto, consiglio di visionare prima questo blando filmetto, per poi passare alla serie "Chuunibyou demo Koi ga Shitai", in modo da non rimanere troppo delusi e da non crearsi false aspettative (come il sottoscritto). Grazie a chi legge, alla prossima!