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Felpato12

Episodi visti: 9/26 --- Voto 8
Lo dico io per tutti i fan della Marvel qui presenti: “Ripartire dopo la fine della terza fase non è stato per nulla facile”.

“Avengers Endgame”, film uscito nelle sale cinematografiche nel 2019, non ha fatto solo da spartiacque tra due diverse fasi dell’MCU, la terza e la quarta, ma ha, anche e soprattutto, ridotto in cenere le solide basi su cui si poggiava l’intera saga. L’addio di alcuni dei suoi supereroi più iconici ha rappresentato la fine di un’era e, al contempo, sancito l’inizio di un’altra, nuova e sperimentale. Innanzitutto, è stato adottato, per questioni legate anche alla pandemia e alla chiusura dei cinema, un nuovo modo di fruizione, come lo streaming su Disney+, che si è adoperata per la produzione di serie TV dedicate ad alcuni dei supereroi fino a quel momento rimasti eclissati dalle star degli Avengers. Ma, soprattutto, si è dato grande spazio a un concetto come il multiverso, che ha trovato largo spazio nella serie dedicata a Loki e, ancor di più, nella serie animata intitolata “What if...?”.

Nel campo della fisica, il multiverso è un'ipotesi che postula l'esistenza di universi coesistenti fuori dal nostro spaziotempo. Nel campo fumettistico, invece, il multiverso Marvel è l'insieme di tutte le dimensioni e realtà parallele co-esistenti. Questo significa che diverse versioni dell'universo coesistono parallelamente, allo stesso tempo, “una sopra l’altra” nel tempo e nello spazio, solitamente senza interagire tra loro. Ed è stata proprio questa sua peculiarità, quella degli universi allineati gli uni sopra agli altri, a permettere ad un autore come Bradley di ideare “What if...?”, una serie animata di sole nove puntate, in cui si varano possibilità diverse da quelle canoniche che nel nostro universo rappresentano la realtà.

Ecco, quindi, che in uno dei tanti universi paralleli Steve Rogers non è mai diventato Captain America, e il suo posto è stato preso dalla bella Peggy, nei panni di Captain Carter. In un altro, invece, Ultron ha vinto la guerra contro gli Avengers e, per porre fine ai suoi piani di distruzione, viene messa su una squadra di supereroi provenienti da universi differenti, che insieme formano I Guardiani del multiverso. Di fatto, le puntate sono tutte a sé stanti, raccontando possibilità diverse, di mondi diversi, eppure, nel finale, tutte le storie fino ad allora raccontate convergono nello stesso punto. Ed è stata proprio questa una delle cose che ho apprezzato di più in assoluto dell’intera serie, nonostante io creda che meravigliare uno spettatore privo di pretese sia compito facile. Perché è stato questo, purtroppo, l’atteggiamento assunto quando ho guardato “What if...?” e tutti gli altri lavori dell’MCU usciti dopo “Endgame”, ovvero l’atteggiamento di una persona sconfortata, che ha pianto la scomparsa di alcuni dei suoi supereroi preferiti, ma sa anche che il bene continuerà a vincere, finché ci saranno altri a difenderlo dal male.

A mio modesto parere, l’anime è bello, sia nelle grafiche molto simili a quelle di “Arcane” e altre serie d’animazione americane, sia nelle musiche che, sopra ogni altra cosa, ho trovato ben misurate. Dal punto di vista della trama, in alcuni casi, l’anime racconta storie e possibilità veramente interessanti, come quella riguardante la vittoria di Ultron. Non rappresentando nulla di canonico, o sarebbe meglio dire indispensabile, però, posso capire che la serie non abbia riscosso grande successo. Nonostante ciò, credo che la sua visione sia fondamentale per chi vuole approfondire il concetto del multiverso, e necessaria per i veri fan del Marvel Cinematic Universe, che avranno di che gioire e commuoversi. Dal lieto fine di Peggy e Steve, al sacrificio di Clint per Natasha, ci sono stati alcuni momenti di grande spessore. Nessuno di questi, però, paragonabile al tributo all’indimenticabile Chadwick Boseman che, in “Wakanda Forever”, si spera, riceverà l’ultimo meritato saluto.

"Dedicated to our friend, our inspiration and our hero Chadwick Boseman"