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Ceccamagic

Episodi visti: 24/24+ --- Voto 7
Recensire un’opera come "BlueLock" non è facile.
Questo perché se si vuole ben definire, anche con una certa precisione, l’intero quadro della serie, allora si deve mettere sotto esame il periodo in cui sono stati rilasciati gli episodi.

Premetto, che per quanto cerchi di rimanere il più imparziale possibile, non posso nascondere di nutrire un certo dissenso nei confronti della serie, non tanto perché non mi sia piaciuta, ma piuttosto perché la fama che ha raggiunto, a mio parere risulta ingiustificata, o meglio giustificata da variabili aleatorie che andrò a prendere in esame.

"BlueLock" viene rilasciato negli ultimi mesi del 2022 e fin da subito attrae a sé un vasto pubblico, grazie alla trama dell’anime sicuramente coinvolgente (il concept del battle royale anche se sotto chiave calcistica attacca sempre), ma soprattutto cavalcando altre onde non meno potenti: il fatto che non ci fosse nessun anime che convogliasse a sé tutti gli ascolti in quel momento, la presenza di un altro anime calcistico, "Ao Ashi", con il quale si potesse mettere a confronto da un punto di vista di qualità, ma soprattutto la presenza dei mondiali calcistici in Qatar, in corso proprio in quel periodo. Speculare sul fatto che fosse una mossa di marketing o meno, serve a poco, "BlueLock" è prevedibilmente esploso.

Isagi, è un giovane ragazzo che viene reclutato, assieme a molti altri, in un progetto di formazione e identificazione dell’attaccante definitivo, nato all’indomani della sconfitta del Giappone ai mondiali del 2018, per colmare la lacuna che sembra da anni maledire la squadra nazionale: l’eccessivo gioco di squadra. Viene quindi raccontato il travagliato percorso del protagonista intento alla scalata di un mondo che si poggia su egoismo e fame di vittoria senza precedenti.

Le domande tuttavia sorgono successivamente. Ma è veramente un anime con la A maiuscola, soprattutto facendo riferimento al suo genere?

La trama lascia molto perplessi, questo perché la regola che sembra regnare è “tutto purché faccia eccitare, o -nel gergo comune- gasare” anche venendo meno a coerenza nella storia. Basti pensare a Rin, Shidou, e molti altri: da dove spuntano fuori se Ego a un certo punto afferma che non esistono altri piani all’interno dello stabile, fuorché quello in cui Isagi e compagnia stanno performando?
Tuttavia anche mettendo da parte i buchi di trama le problematiche sono molte: il fatto che la storia si regga su un’idea che possa durare solo sul breve periodo, un comparto tecnico che alterna momenti mozzafiato con altri talmente brutti da lasciare perplessi e una certa monotonia di fondo.

Certe scene hanno del clamoroso in quanto a stimoli che rilasciano, ma nel complesso nonostante l’idea sia da un certo punto di vista innovativa non rende al meglio.
Aspetto comunque con interesse la seconda stagione in arrivo a breve, ma fino ad ora non condivido l’entusiasmo veramente eccessivo che ha alle spalle. Anzi un po’ mi scoccia, perché ha oscurato completamente l’audience verso "Ao Ashi", altra serie calcistica citata precedentemente e rilasciata nello stesso periodo, che tuttavia non disponendo di riflettori adeguati è finita nel dimenticatoio nonostante a mio avviso poggiasse su basi più solide e disponesse anch'essa di momenti eccitanti.

Sono comunque pronto a ricredermi e le pesanti critiche nascono dal fatto che avrebbe le carte in regola per essere una serie coi fiocchi se venissero contemperati diversi fattori e si raggiungesse un buon equilibrio


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Felpato12

Episodi visti: 24/24+ --- Voto 8,5
Diciamocelo chiaramente, la stagione invernale che si è appena conclusa non è stata ‘sto granché. Già di suo, il palinsesto non offriva grandi titoli, fatta eccezione per quel capolavoro che è “Vinland Saga”, a ciò si sono aggiunte, poi, le numerose interruzioni causa “covid”, che hanno ritardato la conclusione di diversi anime, come “Kubo Won’t Let Me Invisible” e “NieR:Automata”. Se penso alla stagione autunnale, mi duole dirlo, il divario è stato stratosferico. Eppure, in tutto questo marasma, qualche anime è riuscito a spiccare più di altri e tra questi c’è anche “Blue Lock”. L’opera, tratta dall’omonimo manga acclamatissimo in terra nipponica, è riuscito a catturare appieno la mia attenzione e, fatto ancor più eccezionale, mi ha fatto riscoprire la bellezza di vivere uno spokon.

La storia è ambientata all’indomani dell'eliminazione del Giappone ai Mondiali di calcio del 2018. La federazione calcistica giapponese si decide, così, a creare un programma in cui scovare giovani e promettenti atleti e prepararli per i mondiali del 2022. Isagi Yōichi, un attaccante, riceve l'invito per partecipare a questo programma, subito dopo che la sua squadra ha perso la possibilità di accedere alle nazionali a causa sua, che nel momento decisivo ha preferito passare la palla a un compagno meno esperto, piuttosto che tentare di calciare egli stesso. L'allenatore del programma sarà Ego Jinpachi, il cui obiettivo è quello di "distruggere il calcio perdente giapponese" con un metodo rivoluzionario: isolare 300 giovani e promettenti attaccanti, in una struttura simile a una prigione, chiamata "Blue Lock" e sottoporli a un rigoroso allenamento volto a creare "l'attaccante più egoista e migliore del mondo".

L’obiettivo del programma “Blue Lock” è chiaro fin da subito e concettualmente credo non esista cosa più sbagliata al mondo. Nel modo di pensare di chi, come me, ha praticato sport di squadra per tanti anni, la collettività viene prima di tutto, soprattutto in uno sport come il calcio. Per questa ragione, il mio primo pensiero, al termine della puntata pilot, fu che non sarei mai stato d’accordo con il concept di questa serie. D’altronde, per quasi dieci anni ho praticato la pallanuoto e non sport individuali, come la boxe. Potete immaginare, dunque, la mia reticenza nel continuare questo anime. Eppure, in tutto ciò, c’era qualcosa che mi incuriosiva e spingeva ad andare avanti, oltre alla mia fervida passione per il calcio. Probabilmente, la grande fama di cui gode in patria ha avuto il suo peso e, alla fine, credo proprio di aver fatto la scelta giusta, perché una volta superate le remore iniziali e le palesi incongruenze tra gli intenti dichiarati del progetto e la scoperta incredibile, già alla terza puntata, che con il gioco di squadra si vince più facilmente, l’anime spicca il volo. Isagi, che all’inizio della sua esperienza al “Blue Lock” è considerato alla stregua di un calciatore mediocre, fa la conoscenza di giocatori incredibilmente dotati, il che gli dà la determinazione giusta a spingersi oltre e cercare di fare sempre meglio. Con il proseguire delle puntate, l’anime diventa un’escalation di colpi di scena imprevedibili e partite mozzafiato, che tengono lo spettatore piantato dinanzi allo schermo. Ad un certo punto, era diventato difficile anche aspettare una singola settimana per sapere cosa sarebbe successo, complice, però, il fatto che in alcune puntate si parla leggermente troppo e si gioca meno. Ad ogni personaggio viene dedicato il giusto tempo e, di ognuno di essi, o almeno quelli principali, si racconta la storia che li ha portati al “Blue Lock”. Empatizzare diventa inevitabile e, per questa ragione, la storia riesce ad imprimersi a fondo nella memoria dello spettatore. Da buon spokon che si rispetti, inoltre, io ci ho visto qualche riferimento sparso ad “Inazuma Eleven” e “Holly & Benji”, ma forse è stata solo la mia immaginazione.

Molto buone le animazioni. Eccezionali in alcuni frangenti, soprattutto quelli che vedono Isagi protagonista assoluto della scena, leggermente sottotono in altri, quando si lascia troppo spazio alla CGI. Le prime, unite a delle musiche da paura, sono riuscite a creare delle scene meritevoli di entrare nell’olimpo del genere spokon.

A serie conclusa posso dire di essere rimasto notevolmente soddisfatto da “Blue Lock”, di cui aspetto trepidante la seconda stagione, che, tra l’altro, è stata anche già annunciata.


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Winry.R

Episodi visti: 24/24+ --- Voto 8
"BlueLock" è uno spokon sul calcio tratto dall’omonimo manga, tutt’ora in corso. La prima serie è di 24 episodi e adatta fino al capitolo 89 del manga. La seconda è già stata annunciata.

Per gli amanti del calcio probabilmente è un’opera quasi blasfema. Scordatevi il gioco di squadra o l’esaltazione della collaborazione, perché l’obiettivo dichiarato del programma “Blue lock” è quello di produrre il miglior attaccante del mondo e si sa, i migliori attaccanti sono egoisti ed opportunisti.

Il Blue lock, da cui prende il nome la serie, è un programma a cui sono stati invitati i 300 migliori giovani calciatori del Giappone e ha l’obiettivo di tirare fuori da queste “pietre grezze” un diamante. La struttura in cui si svolge il programma è isolata, non sono concessi contatti con l’esterno. In questo ambiente i calciatori vengono sottoposti ad allenamenti e sfide continue, mettendo alla prova mente e fisico spingendoli a superare i propri limiti e perfezionare le proprie capacità.

Il protagonista è Isagi, un ragazzo “normale” che si troverà a giocare con e contro dei veri “mostri”. Ogni attaccante ha i suoi punti di forza, velocità, potenza, dribbling e Isagi sarà costretto ad affilare le proprie armi per non restare indietro e soprattutto per non essere eliminato. Perché chi viene eliminato dal Blue lock può dire addio ad ogni possibilità di giocare per la nazionale.

Il punto di forza di Blue lock è il ritmo e la capacità di creare continua suspense. C’è sempre qualche imprevisto, qualche nuova assurda prova da superare, un nuovo punto di vista che ribalta la visione stessa del calcio.

I personaggi sono molto vari, alcuni spiccano per la loro caratterizzazione e le loro particolarità, soprattutto Meguru Bachira, che ruba spesso la scena al protagonista pur comparendo meno. Altri hanno personalità eccessivamente estremizzate tanto da risultare quasi fastidiose ma nel complesso si creano comunque una buona alchimia ed equilibrio.

Le animazioni sono l’elemento più altalenante della serie. Si passa da azioni animate stupendamente a fuori campo in pessima CGI che oltre a infastidire rischiano spesso di smorzare il patos creato. La fortuna è che andando avanti con gli episodi i secondi vengono usati sempre meno, lasciando spazio ad animazioni dinamiche, allo stesso tempo realistiche e spettacolari.

Ho letto molte critiche immeritate da parte dei puristi del calcio. Tuttavia l’obbiettivo del Blue lock non è creare una squadra, ma un unico attaccante e per farlo i ragazzi sono spinti a scoprire i propri limiti, affilare le proprie armi, combattendo anche tra di loro che è in fondo quello che qualsiasi attaccante deve essere pronto ad affrontare in area di rigore.

Nel complesso è un'ottima serie e tratta il calcio in modo diverso dal solito, perché non si concentra sulla squadra, ma su un unico ruolo, quello dell’attaccante. Un ruolo particolare perché la sua prestazione ha un peso importante sul risultato finale e trovandosi spesso a lottare da solo in posizione avanzata, deve essere sempre pronto a cogliere ogni opportunità.

Voto 8 e attendo trepidante la prossima serie!