The Greatest Demon Lord is Reborn as a Typical Nobody
Ha uno sviluppo del personaggio lento ma con un finale degno di nota, per il resto non spicca assolutamente rispetto ad altri anime della medesima categoria.
Vale la pena vederlo? Per chi "colleziona" questi tipi di anime, va sicuramente aggiunto alla propria lista, ma senza aspettative. Se cercate qualcosa di nuovo per stuzzicarvi, allora potete tranquillamente passare oltre.
Il voto è da intendersi rivolto anche alla produzione e al montaggio, non svilisco né privilegio un prodotto solo ed esclusivamente per la trama.
Vale la pena vederlo? Per chi "colleziona" questi tipi di anime, va sicuramente aggiunto alla propria lista, ma senza aspettative. Se cercate qualcosa di nuovo per stuzzicarvi, allora potete tranquillamente passare oltre.
Il voto è da intendersi rivolto anche alla produzione e al montaggio, non svilisco né privilegio un prodotto solo ed esclusivamente per la trama.
L'anime a mio parere parte bene, la trama è poco originale, ma nulla di cui lamentarsi, personalmente però penso che dal sesto episodio circa in poi l'anime inizi a diventare noioso. Vero è che in un anime di dodici episodi non è facile trattare in modo esaustivo tutti gli aspetti importanti, come la caratterizzazione del mondo, antagonisti ecc. però in questo anime praticamente la storia dei personaggi secondari è ignota; a mio modesto parere dovevano caratterizzare di più tutti gli aspetti. Gli ultimi episodi non mi piacciono affatto.
È un anime tutto sommato sufficiente, i combattimenti sono molto interessanti e piacevoli da vedere.
È un anime tutto sommato sufficiente, i combattimenti sono molto interessanti e piacevoli da vedere.
“The Greatest Demon Lord is Reborn as a Typical Nobody” è una serie composta da dodici episodi, di genere fantasy.
In pratica, come ben riassunto dal titolo, l’anime ci presenterà tale Varvatos, che, in preda alla solitudine, data dal raggiungimento del rango “signore dei demoni”, praticamente il dominatore del mondo, decide di reincarnarsi per ricominciare una vita qualunque, con il preciso scopo di avere degli amici.
Inizialmente, l’approccio della serie sarà abbastanza simpatico, mostrandoci la goffaggine del protagonista, nel tentativo di approcciarsi agli altri, dopo essere rinato come una persona qualunque; purtroppo tale impostazione durerà ben poco, per lasciare spazio ai soliti stilemi, triti e ritriti, quali lo scopiazzare usanze giapponesi, come festival della cultura con maid cafe, concorsi di bellezza fra studentesse, etc. nonostante ci si ritrovi in un’ambientazione fantasy, totalmente distaccata da eventuali influenze orientali. Oltre a ciò, tornei di magia, di spada, etc. serviranno solo a far ammirare la forza e la magnificenza del nostro protagonista, il quale cercherà costantemente di nascondere la sua vera forza, per evitare di essere smascherato sul fatto di chi sia in verità, quando la cosa sarà totalmente lampante; sarà difficile digerire il fatto che tutti i personaggi principali non arrivino mai, neanche con un briciolo di logica, a capire chi sia in verità.
Oltre a questi elementi, ci vengono costantemente buttate addosso informazioni frammentarie, oppure formule, tecniche e trasformazioni che hanno il sentore lungo un kilometro di ‘supercazzole’ tremende, che non verranno mai spiegate totalmente oppure saranno solamente accennate, come se lo spettatore sappia già di cosa si stia parlando, un fattore che personalmente mi ha irritato particolarmente, visto che tali elementi avrebbero potuto dare spessore e profondità alla trama, con il giusto approfondimento, magari del background del mondo circostante; purtroppo nulla di tutto ciò è mai avvenuto, preferendo concentrarsi su temi inutili che sanno tremendamente di già visto.
I personaggi saranno pressoché inutili e totalmente stereotipati, a partire dal protagonista, che sarà ovviamente “sgravato” e overpower in ogni tipo di scontro in cui si ritroverà a combattere, sarà l’oggetto del desiderio della stragrande maggioranza del cast femminile e mancherà di quasi ogni sorta di introspezione rispetto alla sua condizione.
Purtroppo anche le “protagoniste” femminili subiranno il medesimo trattamento, però, oltre che essere stereotipate, a volte risulteranno totalmente lobotomizzate, quindi meri fantocci capaci di seguire alla lettera il ruolo a loro assegnato - nella fattispecie delle due “eroine”, fare l’ardita e voluttuosa del gruppo che prende l’iniziativa nel tentativo di conquistare il nostro protagonista, oppure la sprovveduta amica d’infanzia che vuole qualcosa di più dal rapporto con lui, ma sarà troppo timida per potersi fare concretamente avanti.
L’unica cosa che risolleva in parte tale anime è la saga conclusiva della serie, che, per grazia ricevuta, riesce a regalarci qualche spiraglio d’intrattenimento, approfondendo un minimo la caratterizzazione del protagonista; carina l’idea su cui si basa l’intero arco narrativo, purtroppo la messa in atto sarà quasi totalmente deludente, dato che uno dei due misteri che permeano tali episodi sarà praticamente quasi impossibile non capirlo subito dalla sua presentazione, cosa che fa cadere immediatamente la sorpresa per il colpo di scena eventuale che doveva crearsi, fatto che purtroppo risulta ricorrente nella serie.
Sul lato tecnico, i tre personaggi principali saranno abbastanza carini nella loro rappresentazione grafica; il resto del cast saranno delle misere comparse, al limite della fotocopia una dell’altra, se non per qualche personaggio guest della saga, che godrà di quel minimo di personalizzazione in più. Per il resto in generale è da bocciare, vista la carenza di dettagli, la sciatteria che man mano diventerà imperante per gli sfondi e la fisiognomica dei personaggi, che a volte saranno al limite dei manichini; unica nota veramente positiva saranno gli incantesimi e i cerchi magici, che saranno molto colorati e pirotecnici, molto belli a vedersi, purtroppo meno belli nella effettiva messa in atto.
Lato sonoro, le sigle mi sono piaciute, entrambe molto cariche e “rockettare” nel loro genere, e servono da contenitore per delle OST in generale di buon livello e che ben accompagnano l’intera visione.
In definitiva, “The Greatest Demon Lord is Reborn as a Typical Nobody” ha un buon inizio, che tradirà in brevissimo tempo le aspettative dello spettatore, che si ritroverà a guardare la medesima pantomima senza il minimo segnale d’innovazione o di personalità, che farà annegare lo spettatore in un mare di noia e perplessità su quanto si sta visionando, fino a una saga finale che tenta di salvare il salvabile, mettendo qualche pezza qua e là, ma, per risollevare le sorti di una serie del genere, non bastano un paio d’episodi con una buona idea di fondo, specialmente se con una narrativa debole e ben poco accattivante.
In pratica, come ben riassunto dal titolo, l’anime ci presenterà tale Varvatos, che, in preda alla solitudine, data dal raggiungimento del rango “signore dei demoni”, praticamente il dominatore del mondo, decide di reincarnarsi per ricominciare una vita qualunque, con il preciso scopo di avere degli amici.
Inizialmente, l’approccio della serie sarà abbastanza simpatico, mostrandoci la goffaggine del protagonista, nel tentativo di approcciarsi agli altri, dopo essere rinato come una persona qualunque; purtroppo tale impostazione durerà ben poco, per lasciare spazio ai soliti stilemi, triti e ritriti, quali lo scopiazzare usanze giapponesi, come festival della cultura con maid cafe, concorsi di bellezza fra studentesse, etc. nonostante ci si ritrovi in un’ambientazione fantasy, totalmente distaccata da eventuali influenze orientali. Oltre a ciò, tornei di magia, di spada, etc. serviranno solo a far ammirare la forza e la magnificenza del nostro protagonista, il quale cercherà costantemente di nascondere la sua vera forza, per evitare di essere smascherato sul fatto di chi sia in verità, quando la cosa sarà totalmente lampante; sarà difficile digerire il fatto che tutti i personaggi principali non arrivino mai, neanche con un briciolo di logica, a capire chi sia in verità.
Oltre a questi elementi, ci vengono costantemente buttate addosso informazioni frammentarie, oppure formule, tecniche e trasformazioni che hanno il sentore lungo un kilometro di ‘supercazzole’ tremende, che non verranno mai spiegate totalmente oppure saranno solamente accennate, come se lo spettatore sappia già di cosa si stia parlando, un fattore che personalmente mi ha irritato particolarmente, visto che tali elementi avrebbero potuto dare spessore e profondità alla trama, con il giusto approfondimento, magari del background del mondo circostante; purtroppo nulla di tutto ciò è mai avvenuto, preferendo concentrarsi su temi inutili che sanno tremendamente di già visto.
I personaggi saranno pressoché inutili e totalmente stereotipati, a partire dal protagonista, che sarà ovviamente “sgravato” e overpower in ogni tipo di scontro in cui si ritroverà a combattere, sarà l’oggetto del desiderio della stragrande maggioranza del cast femminile e mancherà di quasi ogni sorta di introspezione rispetto alla sua condizione.
Purtroppo anche le “protagoniste” femminili subiranno il medesimo trattamento, però, oltre che essere stereotipate, a volte risulteranno totalmente lobotomizzate, quindi meri fantocci capaci di seguire alla lettera il ruolo a loro assegnato - nella fattispecie delle due “eroine”, fare l’ardita e voluttuosa del gruppo che prende l’iniziativa nel tentativo di conquistare il nostro protagonista, oppure la sprovveduta amica d’infanzia che vuole qualcosa di più dal rapporto con lui, ma sarà troppo timida per potersi fare concretamente avanti.
L’unica cosa che risolleva in parte tale anime è la saga conclusiva della serie, che, per grazia ricevuta, riesce a regalarci qualche spiraglio d’intrattenimento, approfondendo un minimo la caratterizzazione del protagonista; carina l’idea su cui si basa l’intero arco narrativo, purtroppo la messa in atto sarà quasi totalmente deludente, dato che uno dei due misteri che permeano tali episodi sarà praticamente quasi impossibile non capirlo subito dalla sua presentazione, cosa che fa cadere immediatamente la sorpresa per il colpo di scena eventuale che doveva crearsi, fatto che purtroppo risulta ricorrente nella serie.
Sul lato tecnico, i tre personaggi principali saranno abbastanza carini nella loro rappresentazione grafica; il resto del cast saranno delle misere comparse, al limite della fotocopia una dell’altra, se non per qualche personaggio guest della saga, che godrà di quel minimo di personalizzazione in più. Per il resto in generale è da bocciare, vista la carenza di dettagli, la sciatteria che man mano diventerà imperante per gli sfondi e la fisiognomica dei personaggi, che a volte saranno al limite dei manichini; unica nota veramente positiva saranno gli incantesimi e i cerchi magici, che saranno molto colorati e pirotecnici, molto belli a vedersi, purtroppo meno belli nella effettiva messa in atto.
Lato sonoro, le sigle mi sono piaciute, entrambe molto cariche e “rockettare” nel loro genere, e servono da contenitore per delle OST in generale di buon livello e che ben accompagnano l’intera visione.
In definitiva, “The Greatest Demon Lord is Reborn as a Typical Nobody” ha un buon inizio, che tradirà in brevissimo tempo le aspettative dello spettatore, che si ritroverà a guardare la medesima pantomima senza il minimo segnale d’innovazione o di personalità, che farà annegare lo spettatore in un mare di noia e perplessità su quanto si sta visionando, fino a una saga finale che tenta di salvare il salvabile, mettendo qualche pezza qua e là, ma, per risollevare le sorti di una serie del genere, non bastano un paio d’episodi con una buona idea di fondo, specialmente se con una narrativa debole e ben poco accattivante.