GJ-bu
Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler
Serie anime di 12 episodi di durata canonica.
Trama: tutta la serie si svolge nella sede del GJ-bu (Good Job Club), dove i nostri protagonisti, Kirara, Shion, Mao, Megumi, Tanaka e infine Kyoya (l'unico maschio del club), passano i loro pomeriggi tra letture di manga, ore del the...e le varie "attività" del club.
Come attività del club si intende travestire da ragazza Kyoya, indurre Kyoya a diventare Ore-man e molto altro, insomma quasi tutte le attività hanno al centro il nostro protagonista maschile sia nel bene che nel male, più in quest'ultimo che nel primo.
Comunque, nelle poche volte che una vicenda si svolge fuori dalla sede del club, vengono introdotte le sorelline di Mao e Megumi, di Kyoya e di Kirara, ognuna delle quali prova affetto eccessivo per i rispettivi fratelli/sorelle.
È sicuro che per tutta la serie, e per tutta la durata dell'episodio, aleggia un'aria di tranquillità e semplicità che non infastidisce quasi per niente, in quanto lo spettatore è sempre preso dalle assurde attività del GJ club; soprattutto dalla sorte che tocca ogni volta a Kyoya. Quindi non c'è niente da recriminare a questa serie, nella sua semplicità, che può far storcere un po' il naso ad alcuni, ti fa rimanere interessato perché, nonostante l'ambientazione cambi pochissimo, la cosa non crea noia perché sono i vari personaggi a rendere il tutto allegro. Abbiamo la ragazza gentilissima, abbiamo la ragazza selvaggia, abbiamo la ragazza audace (anche se in realtà è timida) e la ragazza intelligente che manca, però, di buon senso; queste personalità hanno come punto di congiunzione Kyoya che è il tipo normale che riesce a "gestire" le varie strambe situazioni in cui si trova, ma alla fine gli va quasi sempre male.
C'è da aggiungere che tra i vari membri si sente un forte legame, che raggiunge il culmine nella cerimonia dei diplomi, dove purtroppo si assiste a degli addii e al passaggio di consegna della carica di presidente, tralasciando vedere un certo risvolto psicologico (che viene approfondito nell'OAV). Devo dire che è stato molto bello come finale, perché per la serie in questione si può parlare di un finale un po' triste in cui si assiste ad una separazione, ma il legame creato nel tempo non ne risentirà.
Quindi questa serie la consiglio, non richiede tanta attenzione da parte dello spettatore (ci pensa l'episodio da sé ad attivarla e attrarla, tranquilli) e va abbastanza veloce, sembrerà che il tempo sia passato in un lampo.
Il mio voto finale è un 8, meritato perché ha intrattenuto, la grafica per quanto semplice l'ho trovata adatta per questo tipo di serie ed è stata divertente.
Buona visione!
Serie anime di 12 episodi di durata canonica.
Trama: tutta la serie si svolge nella sede del GJ-bu (Good Job Club), dove i nostri protagonisti, Kirara, Shion, Mao, Megumi, Tanaka e infine Kyoya (l'unico maschio del club), passano i loro pomeriggi tra letture di manga, ore del the...e le varie "attività" del club.
Come attività del club si intende travestire da ragazza Kyoya, indurre Kyoya a diventare Ore-man e molto altro, insomma quasi tutte le attività hanno al centro il nostro protagonista maschile sia nel bene che nel male, più in quest'ultimo che nel primo.
Comunque, nelle poche volte che una vicenda si svolge fuori dalla sede del club, vengono introdotte le sorelline di Mao e Megumi, di Kyoya e di Kirara, ognuna delle quali prova affetto eccessivo per i rispettivi fratelli/sorelle.
È sicuro che per tutta la serie, e per tutta la durata dell'episodio, aleggia un'aria di tranquillità e semplicità che non infastidisce quasi per niente, in quanto lo spettatore è sempre preso dalle assurde attività del GJ club; soprattutto dalla sorte che tocca ogni volta a Kyoya. Quindi non c'è niente da recriminare a questa serie, nella sua semplicità, che può far storcere un po' il naso ad alcuni, ti fa rimanere interessato perché, nonostante l'ambientazione cambi pochissimo, la cosa non crea noia perché sono i vari personaggi a rendere il tutto allegro. Abbiamo la ragazza gentilissima, abbiamo la ragazza selvaggia, abbiamo la ragazza audace (anche se in realtà è timida) e la ragazza intelligente che manca, però, di buon senso; queste personalità hanno come punto di congiunzione Kyoya che è il tipo normale che riesce a "gestire" le varie strambe situazioni in cui si trova, ma alla fine gli va quasi sempre male.
C'è da aggiungere che tra i vari membri si sente un forte legame, che raggiunge il culmine nella cerimonia dei diplomi, dove purtroppo si assiste a degli addii e al passaggio di consegna della carica di presidente, tralasciando vedere un certo risvolto psicologico (che viene approfondito nell'OAV). Devo dire che è stato molto bello come finale, perché per la serie in questione si può parlare di un finale un po' triste in cui si assiste ad una separazione, ma il legame creato nel tempo non ne risentirà.
Quindi questa serie la consiglio, non richiede tanta attenzione da parte dello spettatore (ci pensa l'episodio da sé ad attivarla e attrarla, tranquilli) e va abbastanza veloce, sembrerà che il tempo sia passato in un lampo.
Il mio voto finale è un 8, meritato perché ha intrattenuto, la grafica per quanto semplice l'ho trovata adatta per questo tipo di serie ed è stata divertente.
Buona visione!
"GJ bu" rappresenta una commedia scolastica di impareggiabile semplicità; non una semplicità negativa, bensì una più emozionante e divertente. Una di quelle storie che non avrà mai picchi sconvolgenti di pathos, nemici da sconfiggere o un sentimentalismo strappalacrime, ma che riesce comunque a coinvolgere e appassionare.
Dodici puntate degne di nota, per un anime datato 2013. Un piccolo accenno di harem, ma, come già detto sopra, privo di qualsivoglia presenza di romanticismo. Fanciulle ce ne sono in abbondanza, tutte ovviamente infatuate del protagonista, ma nessuna effettivamente coinvolta in qualcosa di più.
Il GJ club, abbreviazione di Good Job, è, come dice il nome, un club scolastico privo di un effettivo scopo, se non quello di divertirsi in ogni occasione e vivere al massimo ogni momento della propria giovinezza. Almeno all'inizio, il numero di membri raggiunge quota cinque, tra cui Kyouya Shinomiya, il rappresentante maschile della serie; Mao Amatsuka, piccola presidentessa del club e dall'animo peperino; Megumi Amatsuka, sorella minore dell'appena citata Mao e dotata di un cuore tanto grande quanto lo è la sua abilità nella preparazione del tè e di dolci in generale; Shion Sumeragi, silenziosa e sensuale ragazza, fornita di un intelletto al di sopra dei canoni normali; e infine Kirara Bernstein, mezza straniera (se non tutta), con un carattere piuttosto strambo, che la fa assomigliare più a un gatto che a un normale essere vivente.
Insomma, tale combriccola squinternata è destinata a passare delle lunghe giornate scolastiche insieme. Chissà quante ne combineranno? A mio parere tante.
Come già detto sopra, la linea di tendenza della serie è quella di divertire con la quotidianità. Ogni giorno i nostri protagonisti se ne inventeranno di tutti i colori; situazioni tanto strambe quanto appassionanti, che, a poco a poco, ci porteranno alla conoscenza dei vari personaggi. Perché è questo che colpisce in "GJ bu", ovvero la capacità di non fermarsi all'apparente velo di bonarietà e genuinità, ma di andare oltre e costruire dei protagonisti a tutto tondo, in gradi di cambiare e crescere nel corso delle puntate.
Ogni fanciulla ha qualcosa di suo, sebbene riprenda a grandi linee gli stereotipi più classici dell'animazione giapponese. Anche Kyouya non si distacca molto dall'immagine classica del protagonista maschile: sempliciotto, un po' impacciato con il gentil sesso e assolutamente gentile. Ma l'anime riesce a giocare proprio su questi elementi. Ci ride sopra, ci gira attorno, e alla fine si inventa qualcosa di nuovo; il tutto senza fare troppa fatica.
La trama è pressoché assente, sebbene il tempo passi e i vari personaggi mostrino elementi ogni volta nuovi. Crescono e maturano, fino al raggiungimento dell'ultima puntata dell'opera. E poi, in fin dei conti, la nostra vita non è certo segnata da una trama di fondo, scorre quieta e cadenzata, alle volte con un certa monotonia, ma pur sempre emozionante. Ecco l'effetto finale di "GJ bu".
La grafica è buona, anche se non eccezionale. Colori chiari e vividi, tipici del genere da commedia. I personaggi mostrano la stessa linea di tendenza, affascinando con i loro colori sgargianti, fin dalla punta dei capelli. Non sono proprio originalissimi, ma non veniva richiesto questo a tale tipo di anime.
Molto buono il comparto audio e il doppiaggio, che assecondano alla perfezione lo scorrimento della serie. La regia riesce a creare una storia divertente e priva di momenti particolarmente noiosi. Il rischio di opere di tal genere è quello di cadere nella monotonia, ma "GJ bu" riesce a non compiere tale errore, emozionando così puntata dopo puntata.
Arrivati al dodicesimo episodio, si rimane un po' titubanti su quale sarà l'esito dell'opera. Di fatto non c'è mai stato un vero e proprio obiettivo, dunque come affrontare questo fatale arrivederci? A voi il piacere di scoprirlo.
Concludo la mia recensione con un caldo invito alla visione. Tale anime è consigliato a tutti coloro che amano il mondo dell'animazione giapponese, non importa che genere, e come esso riesca ad adattarsi alle molteplici necessità. "GJ bu" risulta dunque un buonissimo passatempo, capace di coinvolgere, appassionare e divertire.
Voto finale: 7
Dodici puntate degne di nota, per un anime datato 2013. Un piccolo accenno di harem, ma, come già detto sopra, privo di qualsivoglia presenza di romanticismo. Fanciulle ce ne sono in abbondanza, tutte ovviamente infatuate del protagonista, ma nessuna effettivamente coinvolta in qualcosa di più.
Il GJ club, abbreviazione di Good Job, è, come dice il nome, un club scolastico privo di un effettivo scopo, se non quello di divertirsi in ogni occasione e vivere al massimo ogni momento della propria giovinezza. Almeno all'inizio, il numero di membri raggiunge quota cinque, tra cui Kyouya Shinomiya, il rappresentante maschile della serie; Mao Amatsuka, piccola presidentessa del club e dall'animo peperino; Megumi Amatsuka, sorella minore dell'appena citata Mao e dotata di un cuore tanto grande quanto lo è la sua abilità nella preparazione del tè e di dolci in generale; Shion Sumeragi, silenziosa e sensuale ragazza, fornita di un intelletto al di sopra dei canoni normali; e infine Kirara Bernstein, mezza straniera (se non tutta), con un carattere piuttosto strambo, che la fa assomigliare più a un gatto che a un normale essere vivente.
Insomma, tale combriccola squinternata è destinata a passare delle lunghe giornate scolastiche insieme. Chissà quante ne combineranno? A mio parere tante.
Come già detto sopra, la linea di tendenza della serie è quella di divertire con la quotidianità. Ogni giorno i nostri protagonisti se ne inventeranno di tutti i colori; situazioni tanto strambe quanto appassionanti, che, a poco a poco, ci porteranno alla conoscenza dei vari personaggi. Perché è questo che colpisce in "GJ bu", ovvero la capacità di non fermarsi all'apparente velo di bonarietà e genuinità, ma di andare oltre e costruire dei protagonisti a tutto tondo, in gradi di cambiare e crescere nel corso delle puntate.
Ogni fanciulla ha qualcosa di suo, sebbene riprenda a grandi linee gli stereotipi più classici dell'animazione giapponese. Anche Kyouya non si distacca molto dall'immagine classica del protagonista maschile: sempliciotto, un po' impacciato con il gentil sesso e assolutamente gentile. Ma l'anime riesce a giocare proprio su questi elementi. Ci ride sopra, ci gira attorno, e alla fine si inventa qualcosa di nuovo; il tutto senza fare troppa fatica.
La trama è pressoché assente, sebbene il tempo passi e i vari personaggi mostrino elementi ogni volta nuovi. Crescono e maturano, fino al raggiungimento dell'ultima puntata dell'opera. E poi, in fin dei conti, la nostra vita non è certo segnata da una trama di fondo, scorre quieta e cadenzata, alle volte con un certa monotonia, ma pur sempre emozionante. Ecco l'effetto finale di "GJ bu".
La grafica è buona, anche se non eccezionale. Colori chiari e vividi, tipici del genere da commedia. I personaggi mostrano la stessa linea di tendenza, affascinando con i loro colori sgargianti, fin dalla punta dei capelli. Non sono proprio originalissimi, ma non veniva richiesto questo a tale tipo di anime.
Molto buono il comparto audio e il doppiaggio, che assecondano alla perfezione lo scorrimento della serie. La regia riesce a creare una storia divertente e priva di momenti particolarmente noiosi. Il rischio di opere di tal genere è quello di cadere nella monotonia, ma "GJ bu" riesce a non compiere tale errore, emozionando così puntata dopo puntata.
Arrivati al dodicesimo episodio, si rimane un po' titubanti su quale sarà l'esito dell'opera. Di fatto non c'è mai stato un vero e proprio obiettivo, dunque come affrontare questo fatale arrivederci? A voi il piacere di scoprirlo.
Concludo la mia recensione con un caldo invito alla visione. Tale anime è consigliato a tutti coloro che amano il mondo dell'animazione giapponese, non importa che genere, e come esso riesca ad adattarsi alle molteplici necessità. "GJ bu" risulta dunque un buonissimo passatempo, capace di coinvolgere, appassionare e divertire.
Voto finale: 7
Guardare anime di questo genere non è cosa che faccio di solito, onestamente preferisco delle serie con un ritmo più veloce e in cui "si faccia qualcosa", però sembra che ultimamente vadano di moda le serie in cui si raccontano le vicende quotidiane di un gruppo di personaggi privi di problemi che "vivono alla giornata".
"GJ-bu" è una serie di 12 episodi della stagione invernale 2013. "GJ-bu", come "Lucky Star" o "Seitokai no Ichizon", rientra nella categoria "anime in cui si parla del nulla e non si fa praticamente nulla". Per cui può risultare estremamente noioso per molti, mentre alcuni possono apprezzare l'atmosfera estremamente rilassata della vita quotidiana.
Trama: iper-semplificata e ridotta al minimo. Kyōya Shinomiya è un comune studente liceale che si ritrova costretto a unirsi a un club tanto bizzarro quanto non identificato, il club GJ. All'interno di questo club non si fa praticamente nulla se non mangiare dolciumi/cosciotti, bere del tè, giocare a scacchi online e leggere manga. Kyōya (detto Kyoro) sarà coinvolto in una specie di "dolce far nulla", sarà in balia delle richieste delle quattro ragazze (più una) e delle varie comprimarie che entreranno in scena. Sostanzialmente la serie segue la vita quotidiana di un club di simpatici perdigiorno. Nulla di più. Niente harem comedy o altro.
Grafica: non ci si aspetti chissà quale prodezza grafica da questa serie, anche se non è malvagia. Le ambientazioni sono ridotte al minimo (praticamente la sala del club), le animazioni sono semplici ma fluide. Il character design è carino e piacevole nonostante la sua semplicità.
Sonoro: senza infamia e senza lode. L'opening è un po' parlata e un po' cantata, l'ending è anonima. L'OST è piuttosto carina. Gli effetti sonori sono ridotti al minimo indispensabile. Il doppiaggio nel complesso è carino ("GJ-bu" ha il merito di aver battezzato nuove doppiatrici), ma non eccezionale.
Personaggi: nel complesso carini e senza pretese (come tutto l'anime). I personaggi sono piuttosto semplici, ma sufficientemente delineati per strappare qualche sorriso. La loro caratterizzazione può apparire stereotipata, ma nel complesso il gruppo non stona ed è simpatico: sono presenti un protagonista sostanzialmente incapace di imporsi, la classica tappa prepotente, il genio privo di buon senso, la straniera mangiona dalla forza erculea, la ragazza angelica tutta sorrisini e torte, ecc.
Sceneggiatura: anche il comparto scenografico sembra risentire del leitmotiv della semplificazione che impera in tutta la serie. Il ritmo è piuttosto lento, per non dire statico. Data l'ambientazione unica (non ce ne sono altre) tutto appare estremamente ripetitivo. Per almeno la prima metà degli episodi (se non oltre) non sembra proprio esserci nulla di divertente, se non qualche rara scenetta comica; per fortuna negli episodi successivi la comicità aumenta, così come una migliore caratterizzazione dei personaggi. La gestione temporale è iper-semplificata. Tutto si sussegue nel presente senza salti temporali e con linearità.
Finale: dal momento che si tratta di una commedia scolastica liceale tutto si conclude con il diploma delle senpai e con il cambio di presidente. Inizialmente può apparire un po' triste, ma con il prosieguo dell'episodio l'allegria ritorna. Un finale perfettamente in linea con la serie.
In sintesi: "Gj-bu" non è un anime con poche pretese, non ne ha proprio. Lo si può guardare quando non si ha nulla di meglio da fare per ingannare il tempo. Nel complesso non è un gran prodotto, ma nemmeno una schifezza, nel complesso è un anime discreto. Lo consiglio solamente a chi ama il "relax" e qualche scena allegra di vita quotidiana scolastica.
"GJ-bu" è una serie di 12 episodi della stagione invernale 2013. "GJ-bu", come "Lucky Star" o "Seitokai no Ichizon", rientra nella categoria "anime in cui si parla del nulla e non si fa praticamente nulla". Per cui può risultare estremamente noioso per molti, mentre alcuni possono apprezzare l'atmosfera estremamente rilassata della vita quotidiana.
Trama: iper-semplificata e ridotta al minimo. Kyōya Shinomiya è un comune studente liceale che si ritrova costretto a unirsi a un club tanto bizzarro quanto non identificato, il club GJ. All'interno di questo club non si fa praticamente nulla se non mangiare dolciumi/cosciotti, bere del tè, giocare a scacchi online e leggere manga. Kyōya (detto Kyoro) sarà coinvolto in una specie di "dolce far nulla", sarà in balia delle richieste delle quattro ragazze (più una) e delle varie comprimarie che entreranno in scena. Sostanzialmente la serie segue la vita quotidiana di un club di simpatici perdigiorno. Nulla di più. Niente harem comedy o altro.
Grafica: non ci si aspetti chissà quale prodezza grafica da questa serie, anche se non è malvagia. Le ambientazioni sono ridotte al minimo (praticamente la sala del club), le animazioni sono semplici ma fluide. Il character design è carino e piacevole nonostante la sua semplicità.
Sonoro: senza infamia e senza lode. L'opening è un po' parlata e un po' cantata, l'ending è anonima. L'OST è piuttosto carina. Gli effetti sonori sono ridotti al minimo indispensabile. Il doppiaggio nel complesso è carino ("GJ-bu" ha il merito di aver battezzato nuove doppiatrici), ma non eccezionale.
Personaggi: nel complesso carini e senza pretese (come tutto l'anime). I personaggi sono piuttosto semplici, ma sufficientemente delineati per strappare qualche sorriso. La loro caratterizzazione può apparire stereotipata, ma nel complesso il gruppo non stona ed è simpatico: sono presenti un protagonista sostanzialmente incapace di imporsi, la classica tappa prepotente, il genio privo di buon senso, la straniera mangiona dalla forza erculea, la ragazza angelica tutta sorrisini e torte, ecc.
Sceneggiatura: anche il comparto scenografico sembra risentire del leitmotiv della semplificazione che impera in tutta la serie. Il ritmo è piuttosto lento, per non dire statico. Data l'ambientazione unica (non ce ne sono altre) tutto appare estremamente ripetitivo. Per almeno la prima metà degli episodi (se non oltre) non sembra proprio esserci nulla di divertente, se non qualche rara scenetta comica; per fortuna negli episodi successivi la comicità aumenta, così come una migliore caratterizzazione dei personaggi. La gestione temporale è iper-semplificata. Tutto si sussegue nel presente senza salti temporali e con linearità.
Finale: dal momento che si tratta di una commedia scolastica liceale tutto si conclude con il diploma delle senpai e con il cambio di presidente. Inizialmente può apparire un po' triste, ma con il prosieguo dell'episodio l'allegria ritorna. Un finale perfettamente in linea con la serie.
In sintesi: "Gj-bu" non è un anime con poche pretese, non ne ha proprio. Lo si può guardare quando non si ha nulla di meglio da fare per ingannare il tempo. Nel complesso non è un gran prodotto, ma nemmeno una schifezza, nel complesso è un anime discreto. Lo consiglio solamente a chi ama il "relax" e qualche scena allegra di vita quotidiana scolastica.