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esseci

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7,5
"Call of the Night" (titolo originale "Yofukashi no Uta", che poi è anche il titolo della canzone di chiusura dei Creepy Nuts) è una serie anime di tredici episodi trasmessi in Giappone tra luglio e settembre 2022, prodotta da Liden Films e basata sull'omonimo manga di Kotoyama, terminato a gennaio 2024.
"La chiamata della notte", sebbene non abbia un finale conclusivo, mi è sembrata a tutti gli effetti una favoletta moderna in cui il protagonista maschile Ko Yamori è in apparenza un ragazzino di quattordici anni come tanti: carino, va bene a scuola (è ancora alle medie), è timido e riservato, ma comunque riesce anche a riscuotere un discreto successo tra le ragazze.
Eppure... non sembra essere soddisfatto della sua esistenza: la sua vita dentro e fuori la scuola non lo entusiasma, la ragazza che gli si dichiara non suscita in lui nulla, e quello che sembra entusiasmare i coetanei a lui produce solo indifferenza se non fastidio. Del suo status ne è consapevole, e capisce di aver bisogno di qualcosa che lo faccia riprendere dal "sonno della coscienza" in cui è caduto, ma non riesce a capire cosa lo possa rendere nuovamente felice.

"La notte è silenziosa e nell'abito del suo silenzio si nascondono i sogni" (K. Gibran)

Soffrendo di insonnia, decide di uscire di nascosto da casa per girovagare per la città: "Ci sono strade che di notte le distingui solo per l'odore dell'asfalto, non sei sicuro di esserci mai stato, ma sei sicuro che ci stai tornando. Ci sono strade luminose, strade senza voce e altre invece senza il tempo, non sei sicuro di esserci passato, ma sei sicuro che ci stai vivendo". Così cantava Tiromancino in una hit di una ventina di anni fa, e per me riassume bene il flusso di pensieri del protagonista, mentre pensa immerso nel turbinio delle sue preoccupazioni, quando all'improvviso incontra colei che cambierà definitivamente la sua visione di sé e del mondo che lo circonda: Nazuna Nanakusa.
Con la sua conoscenza, a Ko Yamori "svolta" l'esistenza: la magia della notte che avvolge tutto nella sua oscurità, annullando le differenze e facendo sopraggiungere alla mente i pensieri più disparati, acquista per lui maggior "fascino". Al suo silenzio e i suoi elementi, quali la Luna e le stelle, la città illuminata e addormentata, si aggiunge la creatura della notte per antonomasia: un vampiro, anzi una vampira, per mettere un po' di pepe alla serie...

I primi episodi sono quelli che ho trovato più poetici, onirici: le passeggiate notturne sotto il cielo stellato o i voli sulla città con Nazuna sono ricchi di suggestioni e sensazioni piacevoli, corroborate da una colonna sonora azzeccata. L'escamotage della vampira a me è sembrata più metaforica che concreta, introdotta per dare un tocco mistery alla storia, che in fin dei conti poteva essere una sorta di romcom scolastica. In effetti, in questi primi tredici episodi che, come nel manga coi capitoli, coincidono grossomodo con la narrazione di una notte (e nel manga appena terminato sono oltre duecento...), il vampirismo a me è sembrato necessario per giustificare Nazuna come "abitante della notte" al pari di Ko e creare l'ambientazione "fantasy" in cui due esseri (umano e non) abbiano una ragione per vivere "al contrario" rispetto agli altri, o meglio, vivere secondo quello che si vuole e non secondo i canoni imposti dal sistema e dalla società.
Ko abbandona la scuola, dormendo di giorno e girovagando la notte, sebbene consapevole che per un quattordicenne in Giappone sia vietato. Nazuna, giustificata (e condannata) dalla sua natura, non può fare altro che svolazzare nell'oscurità alla ricerca di prede. Ma una volta "assaggiato" Ko, non è più in grado di fare a meno della sua presenza, diventando sempre più chiaro che lei nutre dei sentimenti per lui che vanno ben oltre il soddisfacimento delle sue necessità "biologiche".

In più si aggiunge il tema del voler diventare un vampiro da parte di Ko. Al di là della modalità (si dovrebbe innamorare di Nazuna, per poter diventare un vampiro), a lui non sembra interessare per nulla la vita umana e sociale secondo quelle regole che lui rifiuta. Vede in Nazuna lo "strumento" per cambiare vita, ma per tutta la serie non riesce ad innamorarsi perdutamente di lei. E il suo "tergiversare" o temporeggiare è a tratti anche irritante: tanto ingenuo e candido, che alla fine riesce a coinvolgere nelle sue avventure surreali nel mondo della notte e dei vampiri anche i suoi unici migliori amici, Akira e Mahiru, che, insospettiti dalle sue continue assenze da scuola, si mobilitano per cercarlo e capire cosa gli sia successo.

"Solo nell’oscurità puoi vedere le stelle" (Martin Luther King Jr)

La seconda parte della serie dimostra che nella notte "non è tutto oro quel che luccica". E lo sembra confermare anche Nazuna, dichiarandolo apertamente: un suo sfogo negli episodi finali è paradigmatico del suo malessere, imprigionata nel suo essere vampiro, senza poter vivere senza la sete insaziabile di sangue umano e senza potersi divertire come poi era riuscita a fare con Ko, facendole provare quell'umanità che non aveva ancora compreso in precedenza.
Ma a maggior ragione lo intuisce Ko, quando in una delle avventure notturne vede la fine di un vampiro che non aveva voluto rassegnarsi al suo status, rifiutandosi di cibarsi del sangue.

E così, sotto le mentite spoglie di un'opera banale e onirica, si fanno largo anche temi più profondi legati al "coming of age", quali le insicurezze, il non sentirsi a proprio agio con sé stessi e con gli altri, e pensare che tramite l'evasione dalla realtà si possano risolvere i problemi legati alla ricerca di un proprio posto nel mondo.
Il resto lo fa il solito ritratto dei giovani lasciati in balia di loro stessi senza punti di riferimento, che li portano poi a ritenere che modelli di vita alternativi siano praticabili indipendentemente dai rischi che possano portare. Per assurdo, anche la vampira, che rappresenterebbe il modo di vivere tanto "agognato" da chi non riesce a sentirsi a suo agio nella realtà, ha i suoi bei "problemini", tra i quali l'incapacità di riuscire a mettersi "a nudo" e in gioco per vivere appieno i suoi sentimenti.

"Call of the Night" lo si potrebbe anche considerare una sorta di "viaggio" nell'oscurità dell'animo umano in cui le luci artificiali, le atmosfere notturne silenziose e riflessive, evidenziate da una regia non banale che utilizza anche scene con molteplici punti di "ripresa", fanno risaltare non solo le splendide ambientazioni con la città dormiente e il cielo notturno, ma anche i due protagonisti e i pochi personaggi complementari che riflettono sulla loro condizione, arrivando a suscitare nello spettatore la sensazione che "per arrivare all'alba, non c'è altra via che la notte" (Khalil Gibran).


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Bussinessman

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
“Call of the Night” è un anime che mi ha colpito per la sua originalità e la sua bellezza. Mi sono immedesimato nel protagonista Kō, un ragazzo che non riesce a dormire e che scopre un mondo nuovo e affascinante grazie a Nazuna, una ragazza vampiro che lo vuole come compagno. Mi sono emozionato e divertito a seguire le loro avventure notturne, le loro sfide e i loro sentimenti. L’anime ha anche dei momenti drammatici e riflessivi, che mi hanno fatto pensare a temi importanti come la libertà, l’amicizia e l’amore. L’animazione, la musica e le voci sono di ottima qualità e rendono l’anime ancora più coinvolgente.

L’unica pecca dell’anime è che il finale è troppo aperto e lascia molti dubbi. Mi sarebbe piaciuto avere una conclusione più chiara e soddisfacente, ma forse dovrò leggere il manga per scoprire come va a finire la storia. Comunque, mi è piaciuto molto questo anime e lo consiglio a chi ama il romance e il soprannaturale. Gli do un 7/10.


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Utente6010

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7,5
Ho scoperto questa serie perché ultimamente sto approfittando del catalogo di Prime Video: non è strettamente il mio genere, ma nel complesso ne ho avuto un'impressione abbastanza positiva. La definizione che ne darei, banalizzando tantissimo, è un po' quella di un "Twilight" giapponese.
No, dai, non odiatemi, sotto analizzo meglio.

Trama e storia: Ko è un ragazzino delle medie che, in preda a una forte crisi adolescenziale, abbandona la scuola e, alla ricerca di libertà, di emozioni, inizia a girare per il quartiere di notte. Qui conosce una vampira, Nazuna, e tra i due si sviluppa un rapporto basato sul fatto che Ko cercherà di diventare un vampiro.
La trama di base è piuttosto semplice, ma nel corso degli episodi viene ben sviluppata e si fa via via più articolata e profonda. Eppure, in un certo senso, è forse la parte più debole dell'intero impianto.

Sviluppo dei personaggi: i personaggi che compaiono non sono pochi, Ko, Nazuna, Akira e Mahiru (due amici d'infanzia di Ko), uno stuolo di vampire "amiche" di Nazuna, la detective Anko Uguisu... e nel complesso per una serie di tredici episodi non è stato fatto per nulla un cattivo lavoro. Ko e Nazuna sono ovviamente al centro e il modo in cui vengono delineati e in cui si dipana il loro rapporto è il vero centro dell'intera serie. Ko pian piano inizia ad avere dubbi, si rende conto che la notte non è davvero un parco divertimenti e di conseguenza anche il suo rapporto con Nazuna si fa via via più profondo.
Per il momento non mi sento di gridare al capolavoro, anche perché soffro parecchio il "Shinji Ikari Effect" del bamboccio tormentato con migliaia di paranoie (qui è anche anaffettivo), ma certamente mi ha incuriosito abbastanza da farmi prestare il manga da un amico.

Animazione e disegni: animazioni e disegni personalmente li ho trovati davvero molto, molto ben realizzati. Non ho visto cali di qualità drastici, non ho visto disegni brutti, davvero un buonissimo lavoro. E la notte è accattivante, vivida, vibrante di colori, emozionante. #tantaroba

Comparto sonoro: al solito, sono l'ultimo a poter dare valutazioni su questo aspetto. Le tracce iniziali e finali mi parevano normali e l'utilizzo degli effetti sonori l'ho trovato assolutamente adeguato.

Adattamento: mi è parso che sia i testi sia il doppiaggio fossero tendenzialmente di buon livello. Forse meno bene alcuni personaggi secondari, tipo Hatsuka, che ho trovato davvero poco espressivo/a.

La mia valutazione complessiva è sufficientemente buona, altrimenti non mi sarei fatto prestare il manga... secondo me vale la pena vederlo, sperando che la seconda stagione (mi pare di capire arrivi verso fine anno) vada a migliorare i personaggi deboli e a rendere un po' meno fastidioso il protagonista.


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mick92

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
"Call of the Night" è una serie che sfida le convenzioni del genere dei vampiri, portando il lettore in un territorio inesplorato.
La storia segue Ko Yamori, un normale studente che si immerge in un mondo di creature della notte, quando incontra Nazuna, una giovane vampira. La trama offre un'intensa esplorazione dei temi dell'identità, dell'amicizia e dell'amore, il tutto in un'atmosfera intrigante e misteriosa.
Un elemento notevole di "Call of the Night" è il modo in cui il reparto tecnico è riuscito a catturare l'essenza della notte in modo coinvolgente. L'uso sapiente della fotografia contribuisce a creare un'atmosfera autentica e misteriosa, che è essenziale per la storia di vampiri: il tutto mi ha portato nel "Call of the Night".
La coprotagonista vampira di "Call of the Night", Nazuna, è un tratto distintivo dell'opera. Il suo design è incredibilmente accattivante, con linee eleganti, un aspetto enigmatico e un'eccellente gestione delle caratteristiche fisiche tradizionalmente associate ai vampiri. Nazuna incarna il fascino misterioso e seducente dei vampiri.

Oltre al suo design visivo, Nazuna è anche un personaggio ben caratterizzato. La sua personalità sfaccettata e il suo rapporto con Ko Yamori aggiungono una dimensione interessante alla storia. Nazuna non è solo un vampiro affascinante ma è anche un individuo complesso con i suoi segreti e desideri. Questa caratterizzazione del personaggio, combinata con il suo design mozzafiato, rende Nazuna un elemento centrale dell'attrattiva di "Call of the Night".

Un aspetto affascinante della protagonista, Nazuna, è il suo essere un vampiro non convenzionale. Nonostante le aspettative tradizionali associate ai vampiri, Nazuna ha una serie di problemi e sfide che la rendono un personaggio incredibilmente complesso. Questi problemi, che emergono fin dalle prime pagine, aggiungono un'ulteriore profondità alla trama e alla caratterizzazione del personaggio. Lontana dal cliché del vampiro freddo e invincibile, Nazuna è un individuo con le sue debolezze, desideri e conflitti personali. Questa complessità contribuisce in modo significativo a portare avanti la storia, offrendo ai lettori uno sguardo unico sul mondo dei vampiri.

Un altro aspetto che rende quest'opera davvero godibile è la presenza di scene comiche ben realizzate. Mentre la storia affronta temi seri come l'amore, l'identità e il sovrannaturale, in mezzo a tutto questo si riescono a inserire con maestria momenti leggeri e divertenti che catturano l'umorismo dei personaggi. Le situazioni stravaganti in cui si trovano Ko e Nazuna, insieme ai personaggi secondari eccentrici, offrono spunti comici che fanno sorridere il lettore. Queste scene comiche contribuiscono a spezzare la tensione della trama e aggiungono un tocco di leggerezza all'opera, rendendola ancora più coinvolgente.

È importante essere onesti nelle recensioni e condividere le proprie opinioni, compresi i potenziali problemi che si possono riscontrare in un'opera. Oggettivamente, l'opera non è fantastica.

Nonostante i molti punti di forza di "Call of the Night", c'è un aspetto che non si può ignorare. Alcuni spettatori potrebbero percepire che nella trama ci siano delle incongruenze, e verso la fine della prima stagione lo show diventa forzato e semplificato. Questo può essere un punto di delusione per coloro che cercano una narrazione più complessa e approfondita. Pertanto, nella mia valutazione, non riesco a dare all'opera più di un 7 su 10 per la prima stagione.

Tuttavia, guardo con speranza alla seconda stagione e resto fiducioso che gli autori saranno in grado di ritornare alla qualità che ha reso questa serie interessante all'inizio. Le basi sono state poste, e mi aspetto che le sfide attuali saranno affrontate in modo più soddisfacente. Con un rinnovato impegno nell'approfondimento della trama e dei personaggi, c'è il potenziale per una crescita significativa. Non vedo l'ora di vedere cosa riserva il futuro per "Call of the Night".


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Reaper75

Episodi visti: 13/13 --- Voto 10
È un anime fantastico, si parte con una grafica mozzafiato (vi innamorerete dei background e del cielo), ma soprattutto vi innamorerete completamente dei personaggi, tant’è che mi sono portato in pari pure con il manga.
La storia pone il protagonista ad affrontare la notte insieme a Nazuna, una vampira esuberante ma con una paura del romanticismo che ti fa scappare più volte una bella risata, mentre Ko, beh, tra timidezza e originalità, sceglierà la via della notte per poter vivere finalmente senza noia (cosa assurda per un quattordicenne, eh!), portandolo però ad avere molti momenti introspettivi, dove nemmeno lui sa cosa prova o magari come riconoscere e provare una data emozione.
È uno degli anime più belli, soggettivamente parlando.


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Godaime Hokage

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Ho apprezzato questo anime, perché mi sono ritrovata molto nel protagonista, Yamori Kō.

Kō è un ragazzo di quattordici anni che vive un profondo senso di apatia verso la propria vita. Non trova alcuno stimolo nella sua quotidianità, al punto da decidere di smettere di andare a scuola e stravolgere le proprie abitudini, uscendo di notte a girovagare per la città, in cerca di qualcosa che riempia il vuoto che sente dentro. Durante una di queste notti fa un incontro particolare: Nanakusa Nazuna.
Nazuna è una persona completamente diversa dalle altre incontrate da Kō nella sua vita: è una vampira. Kō è incuriosito dalla cosa e così decide di diventare un vampiro: ma per farlo, oltre che fare da nutrimento per Nazuna, deve anche innamorarsene. Solo che il tempo non è dalla sua parte, perché, se non scatta la scintilla entro un anno da quando Nazuna ha iniziato a nutrirsi di lui, non potrà mai diventare un vampiro.
La cosa non si rivela affatto facile per vari motivi: innanzitutto Kō non si è mai innamorato e presenta serie difficoltà a capire qualsiasi proprio sentimento; in secondo luogo non è quella che si definisce una persona empatica. Anche Nazuna ci mette del suo: non ha alcun problema a nutrirsi di Kō, cosa che per i vampiri equivale anche a fare sesso, ma non riesce in ciò che i vampiri dovrebbero saper fare meglio, ovvero ammaliare e far innamorare di sé le persone destinate a diventare la loro progenie. In pratica, è brava nel sesso senza amore. Quindi la strada è molto in salita.
Nel frequentare Nazuna, Kō ha modo di incontrare altri vampiri e persone che vivono la notte, ma anche di riprendere i contatti con due amici delle elementari, da cui si era allontanato una volta entrato alle scuole medie: Akira e Mahiru. Sono incontri molto importanti per Kō, perché lo aiuteranno a capire cosa sono veramente i vampiri e perché vuole egli stesso diventare tale.
La storia si sviluppa in maniera molto leggera nelle prime puntate, diventa più seria e matura nelle ultime, arrivando anche a toccare dei momenti di drammaticità.

Si percepisce chiaramente il disagio di Kō, ma anche di Nazuna. O perlomeno, io l'ho percepito, perché conosco bene quel tipo di disagio. E vederlo riprodotto così bene mi ha fatto sentire meno sola.
Gli anime sono finestre su mondi infiniti, simili alla nostra realtà o totalmente lontani da essa. Ma, anche se lontani, può esserci sempre qualcosa che li riconduce a noi.
Trovo che in questa storia si riescano a raccontare determinate situazioni che ciascuno di noi può vivere, con delicatezza e tatto. Non tutti sono bravi a interagire con le persone, non tutti si sentono a proprio agio nella vita che si ritrovano a vivere, ma provare a superare questi handicap è già una vittoria secondo me; questo mi ha lasciato il finale di questa prima serie di "Call of the Night".


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polosoft77

Episodi visti: 6/13 --- Voto 8
Concordo con l'utente Kinrad, non parte velocissimo, ma poi ti prende. Anch'io non sto vivendo un gran momento, e non so perché, ma l'effetto di questa opera l'ho trovato rassicurante.
Sono poi arrivato al sesto episodio, dove abbiamo un dialogo secondo me fantastico, di una profondità eccezionale (e che nella mia situazione mi ha toccato nel profondo), perché devi fare ciò che non ti piace, o meglio, perché devi fare una cosa che ti fa piangere, dice il quattordicenne alla impiegata: sembra banale, ma la cosa non lo è affatto, è un cliché quotidiano di molte persone che forse non se ne rendono conto.
Forse è l'effetto della notte con il suo silenzio che pone domande e chiede risposte. Molto spesso non ci poniamo domande importanti, perché troppo immersi in questo mondo e sistema globalizzati e fluidi.
Non voglio dilungarmi oltremodo, ci sarebbero altre analisi da fare, a partire dai personaggi.
Ma già secondo me quanto sopra dimostra che l'opera è complessa, non banale. Le do 8 solo perché sono in attesa di vedere il resto.


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Kirad

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7,5
È un titolo particolare, iniziato per curiosità e che inizialmente si è dimostrato difficile da decifrare.

Direi che lo si può considerare come un'opera a strati: il primo strato, più superficiale, vede questo ragazzo, Ko, aggirarsi per una Tokyo notturna (realizzata con ottime animazioni) che incontra la misteriosa Nazuna, una vampira. Da qui comincia la frequentazione tra i due, costruita in maniera abbastanza surreale (Ko sembra più preoccupato di conoscere lei che del suo essere una vampira), da essere coinvolgente. Peccato che oltre a questo i primi episodi non offrono altro, quindi la parte iniziale rischia fortemente di essere noiosa, con un ritmo a volte lento.
Col secondo strato le cose migliorano molto: senza dimenticare l'interazione tra i due protagonisti, vengono introdotti nuovi personaggi, vampiri e umani, che riempiono bene le zone vuote della parte precedente. Qui si va oltre la patina di vuoto della notte e ci viene mostrato quanto possa essere variegata e ricca, anche più autentica, la vita che si muove quando il cielo è buio. Questa parte sa regalarci sia dei gustosi momenti umoristici sia degli interessanti momenti introspettivi.
Nelle ultime puntate si arriva al terzo strato, e qui assistiamo ad un cambio di toni che può cogliere di sorpresa, come se, andando sempre più avanti con la trama, ci addentrassimo anche nella complessità del reale: infatti, mentre nelle prime due parti regna un'atmosfera in generale leggera (diciamo il lato luminoso), qui invece abbiamo momenti di tensione, ci addentriamo nel lato oscuro della realtà, sia vampiresca che umana, viene introdotto un nuovo personaggio intrigante e difficile da definire, e davanti alla complessità anche traumatica del mondo emergono dubbi e domande, come accade al protagonista, che dovrà affrontare la questione anche per dimostrare la propria maturità.
In fondo, il viaggio di Ko nella notte può anche essere visto come una sorta di viaggio iniziatico verso l’età adulta: si comincia quasi per caso, mossi più dalla curiosità; si fanno scoperte e, quando arrivano anche quelle spiacevoli, bisogna decidere se andare avanti oppure restare indietro (magari per diventare eterni bambini).

In generale, "Call of the Night" è quindi un'opera incentrata tantissimo sull'analisi dei personaggi (e per me i più simpatici sono i vampiri) e ha il grande pregio di saper trattare questi aspetti evitando la noia (ma non la consiglio a chi cerca storie soprattutto action), dandoci tanti momenti riusciti (però nessuno memorabile). Per il resto non c'è molto da dire: ottimo il comparto tecnico (alcuni paesaggi notturni sono fantastici) con tanto di momenti quasi psichedelici, i design dei personaggi sono molto curati (anche se alcuni volti non mi piacciono tanto) e le musiche orecchiabili, anche se non mi hanno preso molto.

Come voto metto 7,5. Avrebbe potuto essere più alto, ma il giudizio si abbassa un po’ per via della prima parte a rischio noia.


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menelito

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Sedermi in poltrona la sera con tutte le luci spente e godermi questa serie è stato il mio "guilty pleasure" negli ultimi due giorni; breve, ma assolutamente indimenticabile. In questo momento duro un po' per tutti, farsi attrarre dalle luci e sprofondare nell'oscurità delle scene mostrate è stata un'esperienza quasi mistica.
Ho particolarmente apprezzato i fondali e la passione evidente per il viola che lo studio di produzione ha mostrato. Colore perfetto per rappresentare qualcosa di cupo ma inebriante, come l'eterna notte che il protagonista vive insieme agli altri personaggi.

Parlando di personaggi, ho adorato praticamente tutto il cast, doppiaggio compreso (in particolare il protagonista, voce simpatica, spero abbia sempre più successo).
E che dire delle musiche? Semplicemente azzeccatissime, orecchiabili, energiche e soprattutto intonate con la storia, soprattutto l' "ending", che pare aver ispirato l'autore per la scelta del titolo di questa serie.

Ma bando al lato "tecnico": la storia è intrigante e sin dalle prime battute ti trascina nella strana quotidianità che la strana coppia va man mano a creare, fino a creare l'illusione che ben poco di sorprendente possa accadere. Solo un'illusione.

Serie davvero interessante, consigliata.


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Nikola

Episodi visti: 3/13 --- Voto 10
È un anime stupendo, già al terzo episodio lo si può dire con convinzione, un anime che mette l'accento sui colori della notte. E si vede benissimo la mano del regista Tomoyuki Itamura, 'patriarca' delle "Monogatari Series" (e anche regista di "Un marzo da leoni"), il design character della Haruka Sagawa ("Yamada-kun e le sette streghe", "Il mese degli dei", "Beelzebub-jou No Okinimesu Mama") e lo stile dell'autore del manga, Kotoyama, che, come si vede bene dal riconoscibilissimo tratto dei personaggi, è anche l'autore di "Dagashi Kashi". È un mix di esperienze che si combinano al meglio in questo anime sognante, e che appunto, come un sogno, vive tra le pieghe della notte, ma di una notte appunto vivida e pulsante di luci e colori del cielo e dell'onnipresente paesaggio urbano.