La grande battaglia dei dischi spaziali
Questo film costituisce la struttura narrativa di base che poi troverà pieno sviluppo in “Ufo Robot Grendizer” (“Goldrake”): i canoni dei personaggi infatti, sebbene disegnati in modo differente dalla serie successiva, evidenziano già le caratteristiche dei loro eredi più noti e affermati. La storia, pur delineandosi in modo essenziale e senza troppi dettagli, riesce a catturare l’attenzione, grazie al suo stile drammatico e romantico, e alle musiche che riascolteremo poi nella serie animata. Molto bello il design dei protagonisti, in particolare per quanto riguarda la principessa Teronna.
Per i fan dei robot nagaiani, resta un gioiellino da guardare volentieri, ma in generale credo sia difficile non apprezzarlo, pur nella sua semplicità, poiché ha comunque una sua accuratezza, e il mio voto è 8,5.
Per i fan dei robot nagaiani, resta un gioiellino da guardare volentieri, ma in generale credo sia difficile non apprezzarlo, pur nella sua semplicità, poiché ha comunque una sua accuratezza, e il mio voto è 8,5.
E' il film-prototipo di "Ufo Robot" con una serie di differenze chiave, a partire dall'aspetto del robot del nostro protagonista, ma tutto sommato molto vicino alla serie effettiva che sarebbe nata in seguito.
La pellicola ha molti punti in comune con buona parte delle serie del ciclo dei super robot di Go Nagai, dalla presenza di alieni malvagi invasori ai robot giganti trasformabili, ma mantiene dei punti piuttosto interessanti, come la presenza di un cattivo principale decisamente più complesso e meno mono-dimensionale di molte opere simili dello stesso periodo temporale e una certa dimensione drammatica non propriamente originale ma dalla forte risonanza emotiva e decisamente efficace.
In definitiva, la pellicola è decisamente un'opera interessante per i fan di Nagai e per chi è curioso di conoscere l'origine di uno dei super robot più famosi di sempre, ma non ha molto da offrire a chi non è già un fan del genere, e di certo non è il miglior prodotto legato al creatore di "Devilman".
La pellicola ha molti punti in comune con buona parte delle serie del ciclo dei super robot di Go Nagai, dalla presenza di alieni malvagi invasori ai robot giganti trasformabili, ma mantiene dei punti piuttosto interessanti, come la presenza di un cattivo principale decisamente più complesso e meno mono-dimensionale di molte opere simili dello stesso periodo temporale e una certa dimensione drammatica non propriamente originale ma dalla forte risonanza emotiva e decisamente efficace.
In definitiva, la pellicola è decisamente un'opera interessante per i fan di Nagai e per chi è curioso di conoscere l'origine di uno dei super robot più famosi di sempre, ma non ha molto da offrire a chi non è già un fan del genere, e di certo non è il miglior prodotto legato al creatore di "Devilman".
Il girellaro, per sua stessa definizione, è un essere cronicamente insoddisfatto: dopo avere visto per l'ennesima volta i beneamati eroi della sua infanzia, vorrebbe vedere qualche loro nuova avventura, ma è impossibile che apprezzi del tutto un qualunque remake. La maggior parte delle volte tuonerà contro di esso; rare volte lo tollererà, ma sempre con un distinguo "l'originale però era un'altra cosa"; forse plauderà alle innovazioni sul lato tecnico, ma si lamenterà del tradimento dello spirito dell'originale in questo o quell'altro aspetto. Vista in questo modo, la situazione del girellaro sembra senza speranza: ma non è così, almeno non del tutto. Esiste un caso rarissimo che è la gioia assoluta del girellaro: la scoperta di puntate originali dei suoi amati anime che però lui non ha visto. Per esempio le puntate di Mazinga Z mai trasmesse in Italia; oppure le famose tre puntate mancanti di Goldrake, doppiate in Francia ma non da noi. Purtroppo però queste perle mancanti sono destinate a finire, mano a mano che il girellaro le recupera nella sua ricerca infaticabile di rarità. Ma quando ne trova finalmente una è all'apice della soddisfazione.
La stessa sensazione l'ho provata io l'altro giorno, mentre stavo rivedendo il mio materiale nagaiano: subito dopo aver rivisto gli OAV di Mazinkaiser del 2001-2003 ho scovato, in giacenza sul mio hard disk da svariati mesi, la versione originale del film per il cinema "Uchū Enban Daisensō" ovvero, per chi non lo sapesse, il pilot di Goldrake, uscito nei cinema giapponesi nel luglio 1975. Ho colpevolmente ignorato questo film per anni, pensando "tanto non è un film di Goldrake"; invece avevo torto. Certo il robot che appare in "Uchū Enban Daisensō" non è Goldrake e il chara design dei vari personaggi (Actarus, Rigel, Venusia, Mizar, Procton) è molto diverso da quello cui siamo abituati, ma dove conta questo film è Goldrake. Cambia il nome (Gattiger, pronunciato Gattaiga e senza nessuna attinenza con il posteriore "Supercar Gattiger"), cambia il chara, ma la sostanza è quella di Goldrake. E qui sta la differenza con i remake moderni. "Uchū Enban Daisensō" è puro Goldrake al 100%, e non potrebbe essere diversamente visto che sia il soggetto, di Go Nagai, sia la sceneggiatura, di Shozo Uehara aiutato da Fumihiro Uchikawa, sono degli stessi autori che poi realizzeranno Atlas Ufo Robot. Va notato che nel film i combattimenti robotici sono del tutto secondari - sì e no 5 minuti su 29 minuti di pellicola - mentre il cuore della vicenda è di tipo sentimentale, narrando la tragica storia d'amore tra Duke Fleed e la sua amica d'infanzia principessa Telonna, figlia dei nemici che hanno distrutto la Stella di Fleed.
La trama è assolutamente tipica di quella di molte puntate di Goldrake e in particolare l'episodio 72 della serie (quello di Rubinia) deriva direttamente dal soggetto del film; storie simili si vedono anche in Mazinga Z, nel Grande Mazinga, in Jeeg Robot, nel Gaiking e in generale in tutto il filone del super robot. È l'aspetto melodrammatico e strappalacrime del genere, figlio dei suoi tempi e ormai fuori moda, ma altrettanto importante delle tanto famose mazzate robotiche. Un film come "Uchū Enban Daisensō" è per certi versi più vicino a uno shoujo storico/romantico che a un robotico come lo si concepisce adesso (mecha, combattimenti e fan service).
Da consigliare assolutamente ai giovani che pensano che Go Nagai fosse solo violenza: in soli 29 minuti capiranno quello che era il vero spirito di Goldrake e l'abisso che separa i remake moderni dall'originale. Il film si distingue per un'ottima realizzazione tecnica, ben superiore a quella di una puntata TV: le musiche sono conosciutissime al girellaro italiano, perché verranno poi riutilizzate in Goldrake. Il chara design delle principessa Telonna, è a dir poco spettacolare, uno dei personaggi femminili più belli che si siano mai visti in tutti gli anni Settanta. Rimando chi ne vuole sapere di più a questo dettagliatissimo articolo, che dice tutto quello che c'è da sapere sul film, in particolare che ottenne un successo enorme, tanto da convincere la Toei ad abbandonare il progetto per una terza serie di Mazinga e realizzare invece una serie su un alieno pacifista rifugiatosi sulla Terra: Goldrake per l'appunto.
La stessa sensazione l'ho provata io l'altro giorno, mentre stavo rivedendo il mio materiale nagaiano: subito dopo aver rivisto gli OAV di Mazinkaiser del 2001-2003 ho scovato, in giacenza sul mio hard disk da svariati mesi, la versione originale del film per il cinema "Uchū Enban Daisensō" ovvero, per chi non lo sapesse, il pilot di Goldrake, uscito nei cinema giapponesi nel luglio 1975. Ho colpevolmente ignorato questo film per anni, pensando "tanto non è un film di Goldrake"; invece avevo torto. Certo il robot che appare in "Uchū Enban Daisensō" non è Goldrake e il chara design dei vari personaggi (Actarus, Rigel, Venusia, Mizar, Procton) è molto diverso da quello cui siamo abituati, ma dove conta questo film è Goldrake. Cambia il nome (Gattiger, pronunciato Gattaiga e senza nessuna attinenza con il posteriore "Supercar Gattiger"), cambia il chara, ma la sostanza è quella di Goldrake. E qui sta la differenza con i remake moderni. "Uchū Enban Daisensō" è puro Goldrake al 100%, e non potrebbe essere diversamente visto che sia il soggetto, di Go Nagai, sia la sceneggiatura, di Shozo Uehara aiutato da Fumihiro Uchikawa, sono degli stessi autori che poi realizzeranno Atlas Ufo Robot. Va notato che nel film i combattimenti robotici sono del tutto secondari - sì e no 5 minuti su 29 minuti di pellicola - mentre il cuore della vicenda è di tipo sentimentale, narrando la tragica storia d'amore tra Duke Fleed e la sua amica d'infanzia principessa Telonna, figlia dei nemici che hanno distrutto la Stella di Fleed.
La trama è assolutamente tipica di quella di molte puntate di Goldrake e in particolare l'episodio 72 della serie (quello di Rubinia) deriva direttamente dal soggetto del film; storie simili si vedono anche in Mazinga Z, nel Grande Mazinga, in Jeeg Robot, nel Gaiking e in generale in tutto il filone del super robot. È l'aspetto melodrammatico e strappalacrime del genere, figlio dei suoi tempi e ormai fuori moda, ma altrettanto importante delle tanto famose mazzate robotiche. Un film come "Uchū Enban Daisensō" è per certi versi più vicino a uno shoujo storico/romantico che a un robotico come lo si concepisce adesso (mecha, combattimenti e fan service).
Da consigliare assolutamente ai giovani che pensano che Go Nagai fosse solo violenza: in soli 29 minuti capiranno quello che era il vero spirito di Goldrake e l'abisso che separa i remake moderni dall'originale. Il film si distingue per un'ottima realizzazione tecnica, ben superiore a quella di una puntata TV: le musiche sono conosciutissime al girellaro italiano, perché verranno poi riutilizzate in Goldrake. Il chara design delle principessa Telonna, è a dir poco spettacolare, uno dei personaggi femminili più belli che si siano mai visti in tutti gli anni Settanta. Rimando chi ne vuole sapere di più a questo dettagliatissimo articolo, che dice tutto quello che c'è da sapere sul film, in particolare che ottenne un successo enorme, tanto da convincere la Toei ad abbandonare il progetto per una terza serie di Mazinga e realizzare invece una serie su un alieno pacifista rifugiatosi sulla Terra: Goldrake per l'appunto.