Little Busters!
Ultimamente ho recuperato "Clannad" e sono rimasto piacevolmente colpito dalla visione di questo anime, quindi ho deciso di dare la possibilità ad altre opere tratte dallo stesso studio di visual novel. Quindi ho scelto di guardare l'adattamento animato di "Little Busters!", in quanto presenta molte analogie con l'anime citato poc'anzi. Anche se occorre fare delle precisazioni, l'anime recensito non è realizzato dallo stesso studio di quello di "Clannad", la Kyoto Animation, bensì dalla J.C. Staff, che in precedenza ha realizzato, per quanto mi riguarda, due ottimi prodotti del calibro di "To Aru Majutsu no Index" e "To Aru Kagaku no Railgun". Avviso anche che non ho avuto la possibilità di leggere il romanzo visivo originale, tuttavia, dai fan della Key, viene ritenuto, generalmente, un buon adattamento.
Infatti si può evincere facilmente che le menti che hanno ideato la storia sono le medesime, in particolare per quanto concerne la trama. Se in "Clannad" il protagonista, Tomoya, aiuta Nagisa a dare nuova luce al club di teatro, in "Little Busters!" abbiamo Rikki, che, invece, cerca dei membri per il club di baseball. Inoltre, in entrambe le avventure scolastiche viene aggiunto quel pizzico di soprannaturale, che rende le vicende più avvincenti e interessanti, caratteristica tipica dei prodotti targati Key. Infine, sia in "Clannad", che in "Little Busters!", abbiamo lo sviluppo di una sotto-trama, che ha a che fare con questa componente misteriosa, che contraddistingue queste serie. Nel primo il mondo illusorio, nel secondo delle strane lettere, che potrebbero svelare, addirittura, il segreto del mondo.
Primo piccolo punto dolente che, a mio avviso, rende questo anime inferiore alla prima serie di "Clannad" sono proprio gli incarichi da portare a termine, racchiusi in queste lettere, che ho trovato abbastanza banali e non affascinanti, quanto la meccanica del "mondo illusorio" o "fantasia invernale", attorno alla quale ruota la trama di "Clannad". Secondo difetto, sempre correlato in parte a ciò, è che a volte, eccezion fatta per alcune scene non da scartare, questi episodi, meno incisivi, spezzano il ritmo narrativo di determinati archi; nel concreto mi riferisco a quello dell'eroina Kud con l'episodio 20. Poi abbiamo anche dei veri e propri riempitivi, quel tipo di episodi che, se per sbaglio salti, non te ne accorgi nemmeno, e mi riferisco all'episodio 11 dedicato alla scuola infestata, che non ha minimamente senso dove è stato inserito, in quanto avviene esattamente dopo l'episodio introduttivo delle vicende di Midori. Ci potrebbe stare, come extra, ma in questo caso si rischia di rovinare il climax di tristezza delle vicende, che invece avevo trovato estremamente efficace in un'opera come "Clannad".
Da questo punto di vista l'unico che non delude risulta il filone dedicato a Komori, che infatti mi ha emozionato e commosso, quanto le "route" dedicate alle eroine di "Clannad". Però non fraintendete, mi riferisco in particolare al pathos narrativo, in quanto è impossibile non notare gli spunti originali delle storie degli altri personaggi. In particolare, mi riferisco a Midori, che tratta il tema del doppio e dell'amico immaginario, di cui altre opere come "Chaos;Child" e "Seishun Buta Yarō" di sicuro hanno preso ispirazione, che sfocia, poi, in una riflessione eccellente sul tema della solitudine.
Altro punto piuttosto innovativo, e stiamo parlando di prodotto tratto da una visual novel in realtà uscita nel 2007 - l'anime, invece, vede la luce solamente nel 2012 -, è la presenza di ben quattro personaggi maschili nel cast, che potrebbe essere un dato irrilevante, quando invece, se si conosce il medium delle visual novel, è abbastanza sorprendente. Gli anime tratti da questa categoria di prodotti sono, quasi sempre, harem, e quindi si concentrano su un protagonista, con altrettante eroine, che gli ruotano attorno. Invece, stranamente, la prima stagione di "Little Busters!" non punta mai sul lato sentimentale. Pochissimi romanzi visivi che ho letto mettono in secondo piano questo aspetto; per quanto riguarda la mia esperienza, mi vengono solamente in mente giochi come "Steins;Gate 0" e "Robotics;Notes DaSH", in cui i percorsi dei personaggi hanno ben poco di sentimentale, in confronto ai capitoli che li precedono, eccezion fatta per un capitolo di "DaSH". Tutto ciò rafforza il tema principale dell'opera, ovvero l'amicizia, che raggiunge il suo climax finale con la splendida conclusione, che non poteva chiudere meglio la prima stagione.
Tirando le somme, "Little Busters!", seppure propone un ritmo narrativo non sempre convincente, a causa di episodi riempitivi, comunque inerenti alla trama, ma a conti fatti fuori luogo nel contesto in cui sono stati inseriti, presenta molti spunti interessanti, che ho rivisto ripresi in altre opere, e tratta egregiamente il tema dell'amicizia, anche per il fatto che la componente sentimentale è messa in secondo piano, rispetto ad altri prodotti simili.
Infatti si può evincere facilmente che le menti che hanno ideato la storia sono le medesime, in particolare per quanto concerne la trama. Se in "Clannad" il protagonista, Tomoya, aiuta Nagisa a dare nuova luce al club di teatro, in "Little Busters!" abbiamo Rikki, che, invece, cerca dei membri per il club di baseball. Inoltre, in entrambe le avventure scolastiche viene aggiunto quel pizzico di soprannaturale, che rende le vicende più avvincenti e interessanti, caratteristica tipica dei prodotti targati Key. Infine, sia in "Clannad", che in "Little Busters!", abbiamo lo sviluppo di una sotto-trama, che ha a che fare con questa componente misteriosa, che contraddistingue queste serie. Nel primo il mondo illusorio, nel secondo delle strane lettere, che potrebbero svelare, addirittura, il segreto del mondo.
Primo piccolo punto dolente che, a mio avviso, rende questo anime inferiore alla prima serie di "Clannad" sono proprio gli incarichi da portare a termine, racchiusi in queste lettere, che ho trovato abbastanza banali e non affascinanti, quanto la meccanica del "mondo illusorio" o "fantasia invernale", attorno alla quale ruota la trama di "Clannad". Secondo difetto, sempre correlato in parte a ciò, è che a volte, eccezion fatta per alcune scene non da scartare, questi episodi, meno incisivi, spezzano il ritmo narrativo di determinati archi; nel concreto mi riferisco a quello dell'eroina Kud con l'episodio 20. Poi abbiamo anche dei veri e propri riempitivi, quel tipo di episodi che, se per sbaglio salti, non te ne accorgi nemmeno, e mi riferisco all'episodio 11 dedicato alla scuola infestata, che non ha minimamente senso dove è stato inserito, in quanto avviene esattamente dopo l'episodio introduttivo delle vicende di Midori. Ci potrebbe stare, come extra, ma in questo caso si rischia di rovinare il climax di tristezza delle vicende, che invece avevo trovato estremamente efficace in un'opera come "Clannad".
Da questo punto di vista l'unico che non delude risulta il filone dedicato a Komori, che infatti mi ha emozionato e commosso, quanto le "route" dedicate alle eroine di "Clannad". Però non fraintendete, mi riferisco in particolare al pathos narrativo, in quanto è impossibile non notare gli spunti originali delle storie degli altri personaggi. In particolare, mi riferisco a Midori, che tratta il tema del doppio e dell'amico immaginario, di cui altre opere come "Chaos;Child" e "Seishun Buta Yarō" di sicuro hanno preso ispirazione, che sfocia, poi, in una riflessione eccellente sul tema della solitudine.
Altro punto piuttosto innovativo, e stiamo parlando di prodotto tratto da una visual novel in realtà uscita nel 2007 - l'anime, invece, vede la luce solamente nel 2012 -, è la presenza di ben quattro personaggi maschili nel cast, che potrebbe essere un dato irrilevante, quando invece, se si conosce il medium delle visual novel, è abbastanza sorprendente. Gli anime tratti da questa categoria di prodotti sono, quasi sempre, harem, e quindi si concentrano su un protagonista, con altrettante eroine, che gli ruotano attorno. Invece, stranamente, la prima stagione di "Little Busters!" non punta mai sul lato sentimentale. Pochissimi romanzi visivi che ho letto mettono in secondo piano questo aspetto; per quanto riguarda la mia esperienza, mi vengono solamente in mente giochi come "Steins;Gate 0" e "Robotics;Notes DaSH", in cui i percorsi dei personaggi hanno ben poco di sentimentale, in confronto ai capitoli che li precedono, eccezion fatta per un capitolo di "DaSH". Tutto ciò rafforza il tema principale dell'opera, ovvero l'amicizia, che raggiunge il suo climax finale con la splendida conclusione, che non poteva chiudere meglio la prima stagione.
Tirando le somme, "Little Busters!", seppure propone un ritmo narrativo non sempre convincente, a causa di episodi riempitivi, comunque inerenti alla trama, ma a conti fatti fuori luogo nel contesto in cui sono stati inseriti, presenta molti spunti interessanti, che ho rivisto ripresi in altre opere, e tratta egregiamente il tema dell'amicizia, anche per il fatto che la componente sentimentale è messa in secondo piano, rispetto ad altri prodotti simili.
Premetto che per apprezzare la serie bisogna accettare le voci squillanti e bambinesche di alcune delle ragazze (adolescenti di quattordici/quindici anni), oltre che una storia altalenante che a tratti sembra essere buttata lì a caso e altre volte riesce a deluderti, nonostante sia comunque estremamente prevedibile. Ho iniziato a guardare "Little Busters!" poiché sono innamorato di altre serie del maestro Jun Maeda, come le meravigliose storie di "Kanon", "Clannad" e "Angel Beats!".
Anche per "Little Busters!" il genere di storia segue lo stesso filo dei suoi predecessori: ambiente scolastico, ragazze in difficoltà e il protagonista che trova un modo drammatico di salvarle... Se non che in questa storia qualcosa non è andato perfettamente come nei precedenti.
Alcuni personaggi peccano di "umano". Non sono personaggi fuori dal comune... sono semplicemente alieni. Certi comportamenti sono da psichiatria; mi duole, ma qui si intende della dolce Komari in primis. I suoi stessi parenti si comportano nel modo sbagliato, facendola arrivare al punto che una persona estranea alla famiglia, meno matura e ignorante della vita della ragazza, arrivi a salvarla e a portarla a una maturità che le sarebbe dovuta essere insegnata dai suoi stessi genitori.
Ammetto che stavo per abbandonare la serie, vista la banalità dei personaggi stereotipati oltre ogni possibile immaginazione e una storia che non pensavo mi avrebbe mai coinvolto, ma con la conclusione del primo arco mi sono dovuto ricredere e sono riuscito a trovare quel barlume di bellezza che Jun Maeda è riuscito a trasferirmi con la sua storia.
Questa volta non troveremo il romanticismo e il palese innamoramento di una o più ragazze nei confronti del protagonista. Qui il vero filo conduttore è l'amicizia pura. E - mamma mia! - se lo fanno sembrare meraviglioso.
Ma ecco il protagonista, Riki Naoe, il ragazzo buono e gentile, altruista e comprensivo, ben diverso da Tomoya o Otonashi, che mostrano una sicurezza che nel piccolo Riki manca. È un personaggio fragile rispetto agli altri ragazzi, è il più piccolo del gruppo dei maschi, motivo per il quale viene preso di mira dalle ragazze, che in un episodio lo trattano come una bambolina in cross-dressing. Ma tutto questo non sbiadisce il personaggio brillante che è Riki e, man mano che avanza la storia, ci si tende ad affezionare sempre di più.
Ma tutti i personaggi hanno quella qualità di cui ci si innamora: la tenera gattara Rin, che assieme a Masato e Haruka fanno le migliori gag; Kurugawa, Kyosuke e Kengo, i 'figoni' del gruppo che brillano di luce propria; Kud, che si simula cane, rimanendo comunque un personaggio tenerissimo; Mio, che nel silenzio riesce a trasmettere i migliori consigli; e Komari, che è sempre pronta a trovare un modo per far sparire la tristezza dal gruppo.
La commedia è demenziale quanto sono stereotipati i personaggi. Non sempre dona il lusso di far uscire una risata, ma quelle volte che ci riesce puoi stare certo che il sorriso ti rimarrà stampato sulle labbra fino alla fine dell'episodio.
I drammi invece non sono mai convincenti, e sono stati perlopiù banali e intuibili, con finali semplici e forzatamente positivi. Sembra assurdo che, per la semplicità con cui si sono risolti, durante la serie non si siano risolti già prima, fuori dalla visione dello spettatore.
Un ultimo punto a favore sono le side-story, che spero siano il tema principale della seconda stagione. Il mistero de "Il segreto del mondo", il passato di Kyosuke, il libro del ragazzo e la ragazza e gli otto nani... tante domande a cui non si è trovato riscontro in ventisei episodi.
"Little Busters!" si chiude con un finale bellissimo che ti lascia contento e soddisfatto, con un bellissimo messaggio di amicizia ma con moltissime domande che ti invita a scoprire nella seconda stagione.
Concludo come ho già segnalato in precedenza. Questo non è un capolavoro, ma nel suo piccolo rimane comunque un bel modo di passare il tempo. Tra una risata e un sospiro melanconico, la serie viene conclusa in un attimo.
Il tocco di Jun Maeda è ben presente ed è sempre un piacere ritrovarlo.
Anche per "Little Busters!" il genere di storia segue lo stesso filo dei suoi predecessori: ambiente scolastico, ragazze in difficoltà e il protagonista che trova un modo drammatico di salvarle... Se non che in questa storia qualcosa non è andato perfettamente come nei precedenti.
Alcuni personaggi peccano di "umano". Non sono personaggi fuori dal comune... sono semplicemente alieni. Certi comportamenti sono da psichiatria; mi duole, ma qui si intende della dolce Komari in primis. I suoi stessi parenti si comportano nel modo sbagliato, facendola arrivare al punto che una persona estranea alla famiglia, meno matura e ignorante della vita della ragazza, arrivi a salvarla e a portarla a una maturità che le sarebbe dovuta essere insegnata dai suoi stessi genitori.
Ammetto che stavo per abbandonare la serie, vista la banalità dei personaggi stereotipati oltre ogni possibile immaginazione e una storia che non pensavo mi avrebbe mai coinvolto, ma con la conclusione del primo arco mi sono dovuto ricredere e sono riuscito a trovare quel barlume di bellezza che Jun Maeda è riuscito a trasferirmi con la sua storia.
Questa volta non troveremo il romanticismo e il palese innamoramento di una o più ragazze nei confronti del protagonista. Qui il vero filo conduttore è l'amicizia pura. E - mamma mia! - se lo fanno sembrare meraviglioso.
Ma ecco il protagonista, Riki Naoe, il ragazzo buono e gentile, altruista e comprensivo, ben diverso da Tomoya o Otonashi, che mostrano una sicurezza che nel piccolo Riki manca. È un personaggio fragile rispetto agli altri ragazzi, è il più piccolo del gruppo dei maschi, motivo per il quale viene preso di mira dalle ragazze, che in un episodio lo trattano come una bambolina in cross-dressing. Ma tutto questo non sbiadisce il personaggio brillante che è Riki e, man mano che avanza la storia, ci si tende ad affezionare sempre di più.
Ma tutti i personaggi hanno quella qualità di cui ci si innamora: la tenera gattara Rin, che assieme a Masato e Haruka fanno le migliori gag; Kurugawa, Kyosuke e Kengo, i 'figoni' del gruppo che brillano di luce propria; Kud, che si simula cane, rimanendo comunque un personaggio tenerissimo; Mio, che nel silenzio riesce a trasmettere i migliori consigli; e Komari, che è sempre pronta a trovare un modo per far sparire la tristezza dal gruppo.
La commedia è demenziale quanto sono stereotipati i personaggi. Non sempre dona il lusso di far uscire una risata, ma quelle volte che ci riesce puoi stare certo che il sorriso ti rimarrà stampato sulle labbra fino alla fine dell'episodio.
I drammi invece non sono mai convincenti, e sono stati perlopiù banali e intuibili, con finali semplici e forzatamente positivi. Sembra assurdo che, per la semplicità con cui si sono risolti, durante la serie non si siano risolti già prima, fuori dalla visione dello spettatore.
Un ultimo punto a favore sono le side-story, che spero siano il tema principale della seconda stagione. Il mistero de "Il segreto del mondo", il passato di Kyosuke, il libro del ragazzo e la ragazza e gli otto nani... tante domande a cui non si è trovato riscontro in ventisei episodi.
"Little Busters!" si chiude con un finale bellissimo che ti lascia contento e soddisfatto, con un bellissimo messaggio di amicizia ma con moltissime domande che ti invita a scoprire nella seconda stagione.
Concludo come ho già segnalato in precedenza. Questo non è un capolavoro, ma nel suo piccolo rimane comunque un bel modo di passare il tempo. Tra una risata e un sospiro melanconico, la serie viene conclusa in un attimo.
Il tocco di Jun Maeda è ben presente ed è sempre un piacere ritrovarlo.
Scrivo questa recensione con le lacrime agli occhi per la fine di una serie veramente bella e, soprattutto, con la consapevolezza di come, oltre a "Little Busters!", la trama prenda una piega ancor più brillante in "Little Busters! Refrain". Ho preferito vedere entrambe le stagioni prima di incominciare a valutare sia la prima che la seconda, per il semplice fatto di avere così un quadro più completo ed esaustivo, un metro di giudizio maggiormente accurato e la consapevolezza di come determinati atteggiamenti si svilupperanno in futuro.
Ventisei puntate, una più bella dell'altra, ricche di emozioni, lacrime, risate e chi ne ha più ne metta. Uscito nel 2012, "Little Busters!" può entrare a pieno diritto tra gli anime drammatici di maggior spicco, senza contare poi i forti connotati da commedia scolastica. Esatto! Perché in quest'opera avviene una fusione perfetta tra il gusto per la risata e alcuni comportamenti anche abbastanza demenziali, e tutta la forza espressiva e tragica di alcuni personaggi.
Tutto incomincia una mattina, è il 13 maggio, una data che, come apprenderete in futuro, sarà densa di significati. Kyousuke è tornato dal suo viaggio in città volto alla ricerca di un lavoro. È al terzo anno di superiori e, non intenzionato a incominciare la carriera universitaria, non gli rimane altro che trovarsi un lavoro per quando uscirà dalle superiori. Eppure non vuole ancora smettere di divertirsi insieme ai suoi amici d'infanzia: Riki, la sorellina Rin, Masato e Kengo. Insieme formano i Little Busters e, sempre insieme, decidono di passare l'ultimo anno scolastico di Kyousuke in modo ancor più spensierato e divertente. Creeranno una squadra di baseball! Ma sono solo in quattro (Kengo inizialmente si rifiuta di entrare nella squadra a causa degli allenamenti con la spada) e dunque toccherà a Riki ingaggiare man mano nuove ragazze, risolvendo allo stesso tempo i problemi che attanagliano queste dolci fanciulle e impediscono loro, in un modo o nell'altro, di vivere una tranquilla vita scolastica.
Tra queste possiamo vedere la 'coccolosa' Komari, la sensuale Kurugaya, la piccola Kud, l'energica Haruka e la silenziosa Mio. Tutti insieme formeranno i Little Busters, una squadra di baseball che, effettivamente, giocherà ben poco a baseball, impegnata in altre, ma comunque divertentissime attività. Intanto Rin e Riki saranno anche impegnati a risolvere uno strano mistero: bigliettini misteriosi che indicano loro alcuni compiti con la promessa che, una volta risolti, verrà svelato il mistero di questo mondo. Che mistero sarà mai?
Nella prima stagione effettivamente questo strano mistero, così come altre cose, rimarrà in parte irrisolto, ma la vicenda si concentra in maniera determinante nella conoscenza dei vari membri del gruppo. Da quattro diventeranno cinque, e così sei, sette, otto e finalmente nove. Con il passare delle puntate, anche il nostro gruppo di eroi si completerà, ma, soprattutto, i vari personaggi impareranno a conoscersi tra loro.
Riki, che soffre di una strana malattia (narcolessia) che lo porta ad addormentarsi improvvisamente, è il fulcro di tutta la vicenda: sarà lui a incontrare le ragazze e sarà sempre lui a condurle entro i Little Busters. Una vera e propria scarpinata, anche perché ognuna di loro mostrerà subito un lato più o meno nascosto, ricco di drammi e tormenti. Simpatico, allegro e vivace, ma allo stesso tempo molto riflessivo.
Descrivere tutti gli altri è un'impresa fin troppo ostica e lunga, ma sono stato molto contento nel constatare come ognuno di loro mostrasse un carattere originale e unico. Niente tsundere (di fatto, almeno nella prima serie non si tirerà mai in ballo l'amore) e niente cliché visti e rivisti, bensì una forte caratterizzazione e comportamenti spesso giustificati a posteriori da un passato alquanto duro. Tra tutte, confesso di aver apprezzato maggiormente Mio Nishizono e Kurugaya. Quest'ultima sarà l'unica che non avrà delle puntate tutte sue, ma non preoccupatevi, in "Refrain" raggiungerà l'apice del suo splendore.
La grafica è molto interessante, ben curata e caratterizzata da colori brillanti, con effetti scenici a dir poco mozzafiato. I vari personaggi mostrano disegni anch'essi originali, così come la caratterizzazione comportamentale. Toni accesi al punto giusto da non apparire troppo vivaci... brillano e si spengono con il passare dei momenti; quando c'è bisogno di pathos, allora ecco che le stelle illuminano il manto oscuro del cielo notturno, se invece si tratta di un attimo più rilassato, ecco allora una bella giornata di sole, con i suoi caldi raggi, che filtrano attraverso le fronde degli alberi.
Il doppiaggio è ottimo e le voci risultano ben scelte. Anche la regia sembra non avere punti deboli, anzi, può essere classificata come uno dei punti di forza di "Little Busters!", in quanto riesce a rendere ancora più appassionante una serie di ventisei puntate che, se mal organizzata, poteva cadere nella monotonia.
In conclusione, oltre a consigliare vivamente quest'anime, non posso che descrivere (senza rivelare nulla) il finale della serie. "Little Busters!", come già detto, possiede già una seconda e ultima stagione e dunque non c'è bisogno di raggiungere già nella prima serie un vero e proprio finale. Questa si concluderà con la prima partita della nuova squadra di baseball, una conclusione molto aperta e commovente, in cui, finalmente, i Little Busters appaiono al completo. La felicità regna sovrana, eppure nuvole cariche di pioggia sembrano attendere i nostri eroi: il mistero di questo mondo non è ancora stato svelato, senza contare poi alcuni piccoli punti lasciati ancora in sospeso.
Insomma, ancora molte disavventure sembrano profilarsi davanti a "Riki & Co."; ce la faranno a superarle tutti insieme, uniti in questa nuova amicizia? A voi il piacere di scoprirlo.
Voto finale: 8 e mezzo
Ventisei puntate, una più bella dell'altra, ricche di emozioni, lacrime, risate e chi ne ha più ne metta. Uscito nel 2012, "Little Busters!" può entrare a pieno diritto tra gli anime drammatici di maggior spicco, senza contare poi i forti connotati da commedia scolastica. Esatto! Perché in quest'opera avviene una fusione perfetta tra il gusto per la risata e alcuni comportamenti anche abbastanza demenziali, e tutta la forza espressiva e tragica di alcuni personaggi.
Tutto incomincia una mattina, è il 13 maggio, una data che, come apprenderete in futuro, sarà densa di significati. Kyousuke è tornato dal suo viaggio in città volto alla ricerca di un lavoro. È al terzo anno di superiori e, non intenzionato a incominciare la carriera universitaria, non gli rimane altro che trovarsi un lavoro per quando uscirà dalle superiori. Eppure non vuole ancora smettere di divertirsi insieme ai suoi amici d'infanzia: Riki, la sorellina Rin, Masato e Kengo. Insieme formano i Little Busters e, sempre insieme, decidono di passare l'ultimo anno scolastico di Kyousuke in modo ancor più spensierato e divertente. Creeranno una squadra di baseball! Ma sono solo in quattro (Kengo inizialmente si rifiuta di entrare nella squadra a causa degli allenamenti con la spada) e dunque toccherà a Riki ingaggiare man mano nuove ragazze, risolvendo allo stesso tempo i problemi che attanagliano queste dolci fanciulle e impediscono loro, in un modo o nell'altro, di vivere una tranquilla vita scolastica.
Tra queste possiamo vedere la 'coccolosa' Komari, la sensuale Kurugaya, la piccola Kud, l'energica Haruka e la silenziosa Mio. Tutti insieme formeranno i Little Busters, una squadra di baseball che, effettivamente, giocherà ben poco a baseball, impegnata in altre, ma comunque divertentissime attività. Intanto Rin e Riki saranno anche impegnati a risolvere uno strano mistero: bigliettini misteriosi che indicano loro alcuni compiti con la promessa che, una volta risolti, verrà svelato il mistero di questo mondo. Che mistero sarà mai?
Nella prima stagione effettivamente questo strano mistero, così come altre cose, rimarrà in parte irrisolto, ma la vicenda si concentra in maniera determinante nella conoscenza dei vari membri del gruppo. Da quattro diventeranno cinque, e così sei, sette, otto e finalmente nove. Con il passare delle puntate, anche il nostro gruppo di eroi si completerà, ma, soprattutto, i vari personaggi impareranno a conoscersi tra loro.
Riki, che soffre di una strana malattia (narcolessia) che lo porta ad addormentarsi improvvisamente, è il fulcro di tutta la vicenda: sarà lui a incontrare le ragazze e sarà sempre lui a condurle entro i Little Busters. Una vera e propria scarpinata, anche perché ognuna di loro mostrerà subito un lato più o meno nascosto, ricco di drammi e tormenti. Simpatico, allegro e vivace, ma allo stesso tempo molto riflessivo.
Descrivere tutti gli altri è un'impresa fin troppo ostica e lunga, ma sono stato molto contento nel constatare come ognuno di loro mostrasse un carattere originale e unico. Niente tsundere (di fatto, almeno nella prima serie non si tirerà mai in ballo l'amore) e niente cliché visti e rivisti, bensì una forte caratterizzazione e comportamenti spesso giustificati a posteriori da un passato alquanto duro. Tra tutte, confesso di aver apprezzato maggiormente Mio Nishizono e Kurugaya. Quest'ultima sarà l'unica che non avrà delle puntate tutte sue, ma non preoccupatevi, in "Refrain" raggiungerà l'apice del suo splendore.
La grafica è molto interessante, ben curata e caratterizzata da colori brillanti, con effetti scenici a dir poco mozzafiato. I vari personaggi mostrano disegni anch'essi originali, così come la caratterizzazione comportamentale. Toni accesi al punto giusto da non apparire troppo vivaci... brillano e si spengono con il passare dei momenti; quando c'è bisogno di pathos, allora ecco che le stelle illuminano il manto oscuro del cielo notturno, se invece si tratta di un attimo più rilassato, ecco allora una bella giornata di sole, con i suoi caldi raggi, che filtrano attraverso le fronde degli alberi.
Il doppiaggio è ottimo e le voci risultano ben scelte. Anche la regia sembra non avere punti deboli, anzi, può essere classificata come uno dei punti di forza di "Little Busters!", in quanto riesce a rendere ancora più appassionante una serie di ventisei puntate che, se mal organizzata, poteva cadere nella monotonia.
In conclusione, oltre a consigliare vivamente quest'anime, non posso che descrivere (senza rivelare nulla) il finale della serie. "Little Busters!", come già detto, possiede già una seconda e ultima stagione e dunque non c'è bisogno di raggiungere già nella prima serie un vero e proprio finale. Questa si concluderà con la prima partita della nuova squadra di baseball, una conclusione molto aperta e commovente, in cui, finalmente, i Little Busters appaiono al completo. La felicità regna sovrana, eppure nuvole cariche di pioggia sembrano attendere i nostri eroi: il mistero di questo mondo non è ancora stato svelato, senza contare poi alcuni piccoli punti lasciati ancora in sospeso.
Insomma, ancora molte disavventure sembrano profilarsi davanti a "Riki & Co."; ce la faranno a superarle tutti insieme, uniti in questa nuova amicizia? A voi il piacere di scoprirlo.
Voto finale: 8 e mezzo
"Little Busters" è un fantastico tributo alla vera amicizia e a tutto ciò che ne potrebbe conseguire, un tipo di amicizia che non teme barriere, profonda e capace di aiutarti a superare qualsiasi ostacolo, un tipo di amicizia pulita, leale, follemente divertente, un tipo di amicizia contagiosa che, personalmente, mi sarebbe tanto piaciuto ritrovare anche nella vita reale ma... no! Direi che, soprattutto a questi livelli, si tratti di un tipo di relazione puramente fantastica, qualcosa di così "perfetto" e "buonista" da essere considerato a tutti gli effetti utopico e nulla più; tuttavia, a patto di non lasciarsi cogliere da invidia o tristezza, per non aver potuto contare, neanche lontanamente, su questo tipo di rapporti, risulterà particolarmente piacevole immergerci in questo sogno animato.
Inizialmente "Little Busters" potrebbe sembrare quel che (purtroppo?) non è. Ciò che mi spinse a seguire quest'opera fu la simpaticissima follia dei primi episodi che lo facevano apparire come un ottimo anime demenziale di quelli stile "Excel Saga" che di una vera e propria trama non hanno neanche poi tanto bisogno, ma nei piani dell'autore evidentemente c'era in mente qualcosa di diverso, tuttavia qualcosa di non ben definito e qui mi spiegherò meglio; "Little Busters" andrà ad affrontare diverse parentesi drammatiche legate ai suoi protagonisti, talune con risvolti di tipo paranormale che, a primo impatto, mi hanno fatto storcere il naso ritenendole discretamente fuori luogo, ciononostante non si dovrebbe negare che siano state gestite con particolare cura sia dal punto di vista estetico che narrativo risultando abbastanza profonde, talvolta "poetiche" talvolta un pelino bizzarre, quasi mai particolarmente originali e sorprendenti ma nel complesso più che discrete. La vena comica iniziale andrà via via affievolendosi ma, fortunosamente, non ci lascerà mai del tutto.
Ho apprezzato parecchio la caratterizzazione di quasi tutti i personaggi principali ad esclusione del protagonista vero e proprio Naoe Riki che risulta essere decisamente piatto, poco interessante, il solito ragazzetto gentile, altruista, delicatino e quasi "effeminato", tipologia di personaggio già trita e ritrita che non riesce minimamente a risaltare né in quest'anime né col raffronto ad altre opere e personaggi similari. Per quanto riguarda gli altri invece nulla da eccepire, storie e caratterizzazioni curate e ben differenziate; pur non essendo affatto un amante del "moe" ho gradito moltissimo la simpatia, la dolcezza e la stranezza di tutti i personaggi femminili, personaggi che ti rimangono sicuramente impressi chi per un motivo chi per un altro.
Giudizio assolutamente positivo per quanto riguarda il comparto tecnico, certe ambientazioni risulteranno davvero suggestive. Le musiche fanno il loro dovere in modo non troppo invadente, riescono comunque ad enfatizzare diverse situazioni, molto bella la sigla d'inizio.
Difficile assegnare una valutazione completa ad un anime "incompleto" come questo, l'ultimo episodio della prima serie non porta le risposte che si andavano cercando, non conclude assolutamente nulla, viene tutto rimandato alla seconda stagione con delle piccole previews che lasciano pensare a qualcosa di buono sotto il punto di vista di sviluppi "maturi" e allo stesso tempo mi mettono in guardia sulla possibilità di ritrovare altre "sgradite" fasi sovrannaturali.
Staremo a vedere.
Inizialmente "Little Busters" potrebbe sembrare quel che (purtroppo?) non è. Ciò che mi spinse a seguire quest'opera fu la simpaticissima follia dei primi episodi che lo facevano apparire come un ottimo anime demenziale di quelli stile "Excel Saga" che di una vera e propria trama non hanno neanche poi tanto bisogno, ma nei piani dell'autore evidentemente c'era in mente qualcosa di diverso, tuttavia qualcosa di non ben definito e qui mi spiegherò meglio; "Little Busters" andrà ad affrontare diverse parentesi drammatiche legate ai suoi protagonisti, talune con risvolti di tipo paranormale che, a primo impatto, mi hanno fatto storcere il naso ritenendole discretamente fuori luogo, ciononostante non si dovrebbe negare che siano state gestite con particolare cura sia dal punto di vista estetico che narrativo risultando abbastanza profonde, talvolta "poetiche" talvolta un pelino bizzarre, quasi mai particolarmente originali e sorprendenti ma nel complesso più che discrete. La vena comica iniziale andrà via via affievolendosi ma, fortunosamente, non ci lascerà mai del tutto.
Ho apprezzato parecchio la caratterizzazione di quasi tutti i personaggi principali ad esclusione del protagonista vero e proprio Naoe Riki che risulta essere decisamente piatto, poco interessante, il solito ragazzetto gentile, altruista, delicatino e quasi "effeminato", tipologia di personaggio già trita e ritrita che non riesce minimamente a risaltare né in quest'anime né col raffronto ad altre opere e personaggi similari. Per quanto riguarda gli altri invece nulla da eccepire, storie e caratterizzazioni curate e ben differenziate; pur non essendo affatto un amante del "moe" ho gradito moltissimo la simpatia, la dolcezza e la stranezza di tutti i personaggi femminili, personaggi che ti rimangono sicuramente impressi chi per un motivo chi per un altro.
Giudizio assolutamente positivo per quanto riguarda il comparto tecnico, certe ambientazioni risulteranno davvero suggestive. Le musiche fanno il loro dovere in modo non troppo invadente, riescono comunque ad enfatizzare diverse situazioni, molto bella la sigla d'inizio.
Difficile assegnare una valutazione completa ad un anime "incompleto" come questo, l'ultimo episodio della prima serie non porta le risposte che si andavano cercando, non conclude assolutamente nulla, viene tutto rimandato alla seconda stagione con delle piccole previews che lasciano pensare a qualcosa di buono sotto il punto di vista di sviluppi "maturi" e allo stesso tempo mi mettono in guardia sulla possibilità di ritrovare altre "sgradite" fasi sovrannaturali.
Staremo a vedere.
Nel 2007 esce una Visual Novel chiamata Little Busters, quest'Anime del 2012 ne è il suo adattamento e a detta di una persona che ha visto tutti gli Anime targati Key quest'opera potrebbe essere la migliore dei suoi creatori, infatti l'autore stesso Jun Maeda ne parla come il suo lavoro migliore.
Riguardo i personaggi quest'opera risulta la più originale e meglio realizzata tra quelle Key, ne troviamo sia di carismatici che di semplici ma saranno proprio loro che avranno la crescita più esponenziale, sopratutto il protagonista. Un fattore positivo è che all'inizio non è chiaro chi sia perché in un certo senso ad essere introdotta è tutta la composizione originale, solo dopo verremo catapultati nel punto di vista principale. In ogni caso è proprio perché come opera sa colpire sopratutto dal punto di vista emotivo che risulta eccelso, la storia anche considerando solo la prima serie si divide in due parti, una introduttiva dove non dovremmo aspettarci un qualsivoglia lato drammatico (a parte un arco incentrato su un personaggio, realizzato comunque con meno eccellenza rispetto a quelli successivi).
Invece nel altra metà degli episodi notiamo l'evoluzione infatti questo arco è l'inizio delle ruote, esse caratterizzeranno i personaggi e sapranno dare la giusta dose di lacrime e drammaticità che sinceramente all'inizio mi aspettavo visto chi ha fatto questa serie ma non a questi livelli; nonostante sia opera di creatori che reputo maestri nel unire comicità e drammaticità qui il rapporto è più marcato, abbiamo una parte iniziale più vivace capace di farci ridere e una seconda più incentrata sul singolo personaggio, in grado di regalare tristezza e ansia.
Anche la parte tecnica è realizzata molto bene, disegni, animazione e musiche perfette, se vi piacciono le storie drammatiche dovrebbe essere un must, ovviamente come per la prima stagione di Clannad è un Anime che richiede tempo ma se gli da l'occasione sa dare moltissimo, comunque la serie non si conclude qui, vi è una seconda stagione davvero necessaria visto che anche il finale della prima parte lascia un interrogativo intrigante.
Dunque un opera con un inizio non molto intenso ma che col passare degli episodi riesce a catturare sempre di più, non posso dare altro che 10 per il modo in cui i personaggi riescono a dare allo spettatore una storia che riesca ad avvicinarsi a quest'ultimo, se quest'opera vi ha lasciato troppi interrogativi e pensiate che manchi qualcosa è normale, vi è una seconda stagione che porta avanti la storia, anche se quest'ultima è profondamente diversa.
Detto questo vi invito a dare un occhiata a tutta la serie, specialmente chi apprezza il genere.
Riguardo i personaggi quest'opera risulta la più originale e meglio realizzata tra quelle Key, ne troviamo sia di carismatici che di semplici ma saranno proprio loro che avranno la crescita più esponenziale, sopratutto il protagonista. Un fattore positivo è che all'inizio non è chiaro chi sia perché in un certo senso ad essere introdotta è tutta la composizione originale, solo dopo verremo catapultati nel punto di vista principale. In ogni caso è proprio perché come opera sa colpire sopratutto dal punto di vista emotivo che risulta eccelso, la storia anche considerando solo la prima serie si divide in due parti, una introduttiva dove non dovremmo aspettarci un qualsivoglia lato drammatico (a parte un arco incentrato su un personaggio, realizzato comunque con meno eccellenza rispetto a quelli successivi).
Invece nel altra metà degli episodi notiamo l'evoluzione infatti questo arco è l'inizio delle ruote, esse caratterizzeranno i personaggi e sapranno dare la giusta dose di lacrime e drammaticità che sinceramente all'inizio mi aspettavo visto chi ha fatto questa serie ma non a questi livelli; nonostante sia opera di creatori che reputo maestri nel unire comicità e drammaticità qui il rapporto è più marcato, abbiamo una parte iniziale più vivace capace di farci ridere e una seconda più incentrata sul singolo personaggio, in grado di regalare tristezza e ansia.
Anche la parte tecnica è realizzata molto bene, disegni, animazione e musiche perfette, se vi piacciono le storie drammatiche dovrebbe essere un must, ovviamente come per la prima stagione di Clannad è un Anime che richiede tempo ma se gli da l'occasione sa dare moltissimo, comunque la serie non si conclude qui, vi è una seconda stagione davvero necessaria visto che anche il finale della prima parte lascia un interrogativo intrigante.
Dunque un opera con un inizio non molto intenso ma che col passare degli episodi riesce a catturare sempre di più, non posso dare altro che 10 per il modo in cui i personaggi riescono a dare allo spettatore una storia che riesca ad avvicinarsi a quest'ultimo, se quest'opera vi ha lasciato troppi interrogativi e pensiate che manchi qualcosa è normale, vi è una seconda stagione che porta avanti la storia, anche se quest'ultima è profondamente diversa.
Detto questo vi invito a dare un occhiata a tutta la serie, specialmente chi apprezza il genere.
Partiamo dalla premessa che quest'anime parte davvero solo con la seconda Refraim (e andrebbe giudicato complessivamente solo dopo aver visionato quella) a cui ho dato un voto di 10, questo 9 (sarebbe un 9- ad essere precisi) è riferito esclusivamente alla prima parte che, nonostante tutto, ho trovato davvero ottima!
Partiamo dallo stile grafico, che ho apprezzato davvero molto. I personaggi prendono già ad occhio ma vorrei soffermarmi su come parte questa storia: nella maniera più vivace possibile, un grido alla gioventù e viverla anche durante la propria crescita. Ma cos'è che rende quest'anime non una classica opera comica di vita quotidiana (e sarebbe comunque nella media anche per il genere, che non ha) ma qualcosa di più elevato? Due cose principalmente: primo, ovviamente, l'elemento drammatico (che ci mette un po a partire) infatti come anime è lento nel partire davvero. Ci propone prima una parte drammatica dopo i primi episodi per poi staccare per un po' di episodi, la cosa mi aveva inizialmente preoccupato ma dopo poco la serie ha cominciato a ingranare non poco, migliorando sostanzialmente, anche se il dramma non è da 10 (ribadisco, nella prima serie). Resta comunque toccante ma ciò che aiuta a renderlo tale è l'altro punto che va forte nell'anime: i personaggi e il coinvolgimento che sanno dare, davvero alti, sembra di stare nel miglior gruppo di amici di sempre e quest'opera tratta questa tematica esaltandola molto proprio come deve e riproponendola in maniera nuova e diversa!
Ricapitolando, rispetto al Refraim stiamo davvero indietro, è solo li che inizierà a dare il massimo ma già da questa prima stagione, quando ingrana vediamo comunque qualcosa che racchiude della qualità, il potenziale che poi verrà sfruttato a dovere e che comunque sa regalare vivacità e abbastanza drammaticità. In ogni caso anche se non rappresenta il fulcro della storia resta un Anime da 9-, davvero non poco! Lo consiglio a pieno a chiunque sopratutto a chi è sicuro di proseguirlo in tutti i casi, va davvero assolutamente visto!
Partiamo dallo stile grafico, che ho apprezzato davvero molto. I personaggi prendono già ad occhio ma vorrei soffermarmi su come parte questa storia: nella maniera più vivace possibile, un grido alla gioventù e viverla anche durante la propria crescita. Ma cos'è che rende quest'anime non una classica opera comica di vita quotidiana (e sarebbe comunque nella media anche per il genere, che non ha) ma qualcosa di più elevato? Due cose principalmente: primo, ovviamente, l'elemento drammatico (che ci mette un po a partire) infatti come anime è lento nel partire davvero. Ci propone prima una parte drammatica dopo i primi episodi per poi staccare per un po' di episodi, la cosa mi aveva inizialmente preoccupato ma dopo poco la serie ha cominciato a ingranare non poco, migliorando sostanzialmente, anche se il dramma non è da 10 (ribadisco, nella prima serie). Resta comunque toccante ma ciò che aiuta a renderlo tale è l'altro punto che va forte nell'anime: i personaggi e il coinvolgimento che sanno dare, davvero alti, sembra di stare nel miglior gruppo di amici di sempre e quest'opera tratta questa tematica esaltandola molto proprio come deve e riproponendola in maniera nuova e diversa!
Ricapitolando, rispetto al Refraim stiamo davvero indietro, è solo li che inizierà a dare il massimo ma già da questa prima stagione, quando ingrana vediamo comunque qualcosa che racchiude della qualità, il potenziale che poi verrà sfruttato a dovere e che comunque sa regalare vivacità e abbastanza drammaticità. In ogni caso anche se non rappresenta il fulcro della storia resta un Anime da 9-, davvero non poco! Lo consiglio a pieno a chiunque sopratutto a chi è sicuro di proseguirlo in tutti i casi, va davvero assolutamente visto!
Cosa vi viene in mente se uso la parola "Key"? Se avete pensato "Air, Kanon e Clannad!" avete indovinato. E credo che il numero di vincitori sia molto, molto alto.
Il grande successo della "trilogia" - tre autentici capolavori, almeno secondo il mio modestissimo parere - ha creato uno scomodo metro di paragone per tutti i lavori successivi della Key: ogni volta che questa casa produttrice rilascerà qualche nuovo titolo, questo verrà automaticamente comparato coi suoi vecchi successi e, dato che raggiungere sempre e sistematicamente quei livelli non è obiettivamente possibile, anche su titoli che normalmente sarebbero stati considerati come passabili calerà inesorabile la mannaia della critica. Ed è questo quello che è accaduto anche a Little Busters, anime sicuramente criticabile ma non così scandaloso come qualcuno vorrebbe far credere.
Partiamo dalla trama: legati da un'amicizia risalente all'infanzia, cinque amici sono ormai prossimi al momento in cui dovranno compiere le prime scelte proprie dell'età adulta: per dirne una, se continuare gli studi o cercarsi un lavoro. Prima di abbandonare definitivamente la spensieratezza della loro adolescenza però decidono di compiere un ultima follia: creare una squadra di baseball. Partirà così un intensa attività di reclutamento attraverso cui il nucleo originario verrà in contatto con nuovi personaggi, ognuno con la propria peculiare personalità e ognuno con i propri problemi da risolvere.
Non ritengo sia giusto paragonare Little Busters ai titoli della trilogia della Key; tuttavia temo sia quasi obbligatorio farlo, almeno ad un livello superficiale, in quanto chi si avvicina a questo titolo si aspetta di vedere un nuovo Air, un nuovo Kanon o un nuovo Clannad. Ed è bene far capire subito che non è così.
Dal confronto Little Busters ne esce inevitabilmente con le ossa rotte. Le ragioni del'enorme divario sono tantissime, da personaggi troppo stereotipati a storie meno coinvolgenti; su tutti però credo di aver individuato due motivi che più di tutti gli altri hanno contribuito a rendere questo titolo meno interessante.
Il primo risiede nella personalità del protagonista maschile. Nella trilogia quest'ultimo è rappresentato da un soggetto con una personalità molto originale, in cui la componente ironica e dissacrante era un vero e proprio marchio di fabbrica che li distingueva e li elevava dalla massa. In little buster troviamo, invece, un ragazzo molto più istituzionale: è il classico tipo dotato di tanta forza di volontà, legato ai valori convenzionali e caratterizzato da tratti moe che lo rendono adatto anche ad abiti femminili. Per dirlo con le parole di un'altra utente con cui ne ho discusso recentemente, è decisamente più "floscio".
La seconda ragione risiede nella struttura data a Little Busters. Pur essendo strutturato ad archi questi sono pochi, brevi e spesso intervallati da un discreto numero di episodi di intermezzo (troppi secondo me) decisamente molto meno emozionanti. Quando poi si propendeva per l'arco tradizionale composto da tre episodi, la narrazione si dimostrava terribilmente incerta, indecisa se buttarsi nel soprannaturale o se rimanere ancorati al realismo; vengono così compiute delle scelte che fanno decisamente storcere il naso.
Quanto detto finora ci dice, però, solo che Little Buster non è un capolavoro. Se, però, lo paragoniamo ad un anime medio le considerazioni cambiano e questo titolo appare decisamente migliore di come sembrava. E' una semplice storia di amicizia che risulta per lunghi tratti molto godibile, e che offre alcuni spunti molto intriganti. La qualità grafica, poi, è molto buona mentre la colonna sonora è perfettamente in linea con ciò a cui la Key ci aveva abituato in passato.
Per dare un giudizio complessivo occorrerà guardarsi la seconda serie; per il momento gli assegno la sufficienza poi chi vivrà vedrà.
Il grande successo della "trilogia" - tre autentici capolavori, almeno secondo il mio modestissimo parere - ha creato uno scomodo metro di paragone per tutti i lavori successivi della Key: ogni volta che questa casa produttrice rilascerà qualche nuovo titolo, questo verrà automaticamente comparato coi suoi vecchi successi e, dato che raggiungere sempre e sistematicamente quei livelli non è obiettivamente possibile, anche su titoli che normalmente sarebbero stati considerati come passabili calerà inesorabile la mannaia della critica. Ed è questo quello che è accaduto anche a Little Busters, anime sicuramente criticabile ma non così scandaloso come qualcuno vorrebbe far credere.
Partiamo dalla trama: legati da un'amicizia risalente all'infanzia, cinque amici sono ormai prossimi al momento in cui dovranno compiere le prime scelte proprie dell'età adulta: per dirne una, se continuare gli studi o cercarsi un lavoro. Prima di abbandonare definitivamente la spensieratezza della loro adolescenza però decidono di compiere un ultima follia: creare una squadra di baseball. Partirà così un intensa attività di reclutamento attraverso cui il nucleo originario verrà in contatto con nuovi personaggi, ognuno con la propria peculiare personalità e ognuno con i propri problemi da risolvere.
Non ritengo sia giusto paragonare Little Busters ai titoli della trilogia della Key; tuttavia temo sia quasi obbligatorio farlo, almeno ad un livello superficiale, in quanto chi si avvicina a questo titolo si aspetta di vedere un nuovo Air, un nuovo Kanon o un nuovo Clannad. Ed è bene far capire subito che non è così.
Dal confronto Little Busters ne esce inevitabilmente con le ossa rotte. Le ragioni del'enorme divario sono tantissime, da personaggi troppo stereotipati a storie meno coinvolgenti; su tutti però credo di aver individuato due motivi che più di tutti gli altri hanno contribuito a rendere questo titolo meno interessante.
Il primo risiede nella personalità del protagonista maschile. Nella trilogia quest'ultimo è rappresentato da un soggetto con una personalità molto originale, in cui la componente ironica e dissacrante era un vero e proprio marchio di fabbrica che li distingueva e li elevava dalla massa. In little buster troviamo, invece, un ragazzo molto più istituzionale: è il classico tipo dotato di tanta forza di volontà, legato ai valori convenzionali e caratterizzato da tratti moe che lo rendono adatto anche ad abiti femminili. Per dirlo con le parole di un'altra utente con cui ne ho discusso recentemente, è decisamente più "floscio".
La seconda ragione risiede nella struttura data a Little Busters. Pur essendo strutturato ad archi questi sono pochi, brevi e spesso intervallati da un discreto numero di episodi di intermezzo (troppi secondo me) decisamente molto meno emozionanti. Quando poi si propendeva per l'arco tradizionale composto da tre episodi, la narrazione si dimostrava terribilmente incerta, indecisa se buttarsi nel soprannaturale o se rimanere ancorati al realismo; vengono così compiute delle scelte che fanno decisamente storcere il naso.
Quanto detto finora ci dice, però, solo che Little Buster non è un capolavoro. Se, però, lo paragoniamo ad un anime medio le considerazioni cambiano e questo titolo appare decisamente migliore di come sembrava. E' una semplice storia di amicizia che risulta per lunghi tratti molto godibile, e che offre alcuni spunti molto intriganti. La qualità grafica, poi, è molto buona mentre la colonna sonora è perfettamente in linea con ciò a cui la Key ci aveva abituato in passato.
Per dare un giudizio complessivo occorrerà guardarsi la seconda serie; per il momento gli assegno la sufficienza poi chi vivrà vedrà.
"Little Busters!" è un anime creato nel 2012 dalla JC Staff in collaborazione con la Key.
La Trama: "Little Busters" è un'altra delle tante visual novel della Key, casa produttrice molto conosciuta in giappone per la qualità dei suoi lavori e per la forza dei climax che riesce a raggiungere nelle storie composte. Ebbene, una delle caratteristiche di quest'anime è appunto la grande forza sopita in esso, che va crescendo in tutta la produzione, fino a raggiungere il suo apice nelle battute finali. Impareremo a conoscere l'universo dell'anime partendo da Naoe Riki, un ragazzino piuttosto timido e introverso, che ha un gruppo di amici di infanzia, i "Little Busters". Mentre sono insieme, Kyosuke, il leader del gruppo, decide di creare un gruppo di Baseball. E' per questo espediente che Riki sarà costretto a trovare nuovi membri, per arrivare al numero di giocatori pari a 9. E' qui che si nota la componente "visual novel", veramente molto marcata dal fatto che sia quasi del tutto simile in composizione ai già conosciuti "Clannad" e "Kanon", già facenti parte della "sacra trinità" che compone la collaborazione di Key con Kyoto Animation. Se, però, in "Clannad", "Kanon" e "Air", i produttori si sono dedicati di più ad argomenti importanti quali l'amore o la famiglia, in "Little Busters" notiamo un nuovo e incredibile tema ricorrente: l'amicizia. Non importa se Naoe non si legherà a nessuno nel corso della storia, ciò che è importante è solo e soltanto l'amicizia. Far capire a chi ti sta accanto che ci sei e che può contare su di te è una delle morali che insegnano i Little Busters, usando, senza troppi mezzi termini, degli argomenti e situazioni forti, che riescono in modo convincente a mantenere legati allo schermo. Meno delineata è, invece, la caratterizzazione dei personaggi: alcuni di questi sono troppo poco presenti, o hanno uno sviluppo nella storia veramente minimo, poiché di parte e secondari. Questo può essere un lato negativo fortemente influenzato dal fattore "visual novel", che in puro stile Key, tende a riciclare alcune battute cambiandone gli argomenti o i contesti. Nulla che possa minare la qualità e lo stile dell'anime, dato che si nota veramente tanto che questa produzione sia della casa editrice sopracitata.
Lato tecnico: le pecche iniziano a trapelare per quanto concerne il lato grafico. Anche se non metto mai in prima linea la qualità del disegno, credo che il character design sia poco delineato rispetto alle controparti della "KyoAni", e che le animazioni siano veramente una spanna sotto lo standard qualitativo della JC Staff, se non dell'intera produzione 2012. I personaggi si muovono poco e sono scarsamente espressivi, o almeno, non quanto basta per migliorare la componente "immedesimazione", sempre importante per me e sempre una costante negli anime di questo tipo. Dal punto di vista sonoro, invece, notiamo fantastiche soundtrack, maggiormente composte al piano o con una chitarra; mentre le opening e le ending sono in puro stile anime Key, una sola per ogni serie, e in grado di scolpire uno spazio non indifferente nel cuore e nella mente dello spettatore.
Commento Finale: "Little Busters!" è un esperimento ben riuscito della Key per creare qualcosa di nuovo e innovativo in formato anime. Non è sicuramente una delle migliori trasposizioni anime della casa produttrice, ma sa il fatto suo, e non è da disprezzare. I personaggi sono delineati quanto bastano, così come le vicende e la varietà di queste. A mettere la ciliegina sulla torta è proprio il finale, che ci lascia intravedere (un po' come accadde con Clannad) una sorta di After Story, che non può che lasciarmi un grande sorriso stampato in faccia. Lo consiglio? Si, ma solo a chi sia "di casa" per quanto riguarda questi anime, e solo a chi abbia già un minimo di esperienza in questo vasto campo.
Voto Finale: 7.5. Consideratelo 8 quando uscirà la seconda serie.
Qualità Fansub: IMattiDel93 sono un gruppo fansub uscito veramente dal cilindro del mago. Bravini, ma sono presenti alcuni errori ortografici. Qualità media.
Pro: Storia coinvolgente; Tanti personaggi diversi; Climax ben pensato; è Key.
Contro: Chara design e animazioni scontate; alcuni personaggi non hanno il giusto spessore.
La Trama: "Little Busters" è un'altra delle tante visual novel della Key, casa produttrice molto conosciuta in giappone per la qualità dei suoi lavori e per la forza dei climax che riesce a raggiungere nelle storie composte. Ebbene, una delle caratteristiche di quest'anime è appunto la grande forza sopita in esso, che va crescendo in tutta la produzione, fino a raggiungere il suo apice nelle battute finali. Impareremo a conoscere l'universo dell'anime partendo da Naoe Riki, un ragazzino piuttosto timido e introverso, che ha un gruppo di amici di infanzia, i "Little Busters". Mentre sono insieme, Kyosuke, il leader del gruppo, decide di creare un gruppo di Baseball. E' per questo espediente che Riki sarà costretto a trovare nuovi membri, per arrivare al numero di giocatori pari a 9. E' qui che si nota la componente "visual novel", veramente molto marcata dal fatto che sia quasi del tutto simile in composizione ai già conosciuti "Clannad" e "Kanon", già facenti parte della "sacra trinità" che compone la collaborazione di Key con Kyoto Animation. Se, però, in "Clannad", "Kanon" e "Air", i produttori si sono dedicati di più ad argomenti importanti quali l'amore o la famiglia, in "Little Busters" notiamo un nuovo e incredibile tema ricorrente: l'amicizia. Non importa se Naoe non si legherà a nessuno nel corso della storia, ciò che è importante è solo e soltanto l'amicizia. Far capire a chi ti sta accanto che ci sei e che può contare su di te è una delle morali che insegnano i Little Busters, usando, senza troppi mezzi termini, degli argomenti e situazioni forti, che riescono in modo convincente a mantenere legati allo schermo. Meno delineata è, invece, la caratterizzazione dei personaggi: alcuni di questi sono troppo poco presenti, o hanno uno sviluppo nella storia veramente minimo, poiché di parte e secondari. Questo può essere un lato negativo fortemente influenzato dal fattore "visual novel", che in puro stile Key, tende a riciclare alcune battute cambiandone gli argomenti o i contesti. Nulla che possa minare la qualità e lo stile dell'anime, dato che si nota veramente tanto che questa produzione sia della casa editrice sopracitata.
Lato tecnico: le pecche iniziano a trapelare per quanto concerne il lato grafico. Anche se non metto mai in prima linea la qualità del disegno, credo che il character design sia poco delineato rispetto alle controparti della "KyoAni", e che le animazioni siano veramente una spanna sotto lo standard qualitativo della JC Staff, se non dell'intera produzione 2012. I personaggi si muovono poco e sono scarsamente espressivi, o almeno, non quanto basta per migliorare la componente "immedesimazione", sempre importante per me e sempre una costante negli anime di questo tipo. Dal punto di vista sonoro, invece, notiamo fantastiche soundtrack, maggiormente composte al piano o con una chitarra; mentre le opening e le ending sono in puro stile anime Key, una sola per ogni serie, e in grado di scolpire uno spazio non indifferente nel cuore e nella mente dello spettatore.
Commento Finale: "Little Busters!" è un esperimento ben riuscito della Key per creare qualcosa di nuovo e innovativo in formato anime. Non è sicuramente una delle migliori trasposizioni anime della casa produttrice, ma sa il fatto suo, e non è da disprezzare. I personaggi sono delineati quanto bastano, così come le vicende e la varietà di queste. A mettere la ciliegina sulla torta è proprio il finale, che ci lascia intravedere (un po' come accadde con Clannad) una sorta di After Story, che non può che lasciarmi un grande sorriso stampato in faccia. Lo consiglio? Si, ma solo a chi sia "di casa" per quanto riguarda questi anime, e solo a chi abbia già un minimo di esperienza in questo vasto campo.
Voto Finale: 7.5. Consideratelo 8 quando uscirà la seconda serie.
Qualità Fansub: IMattiDel93 sono un gruppo fansub uscito veramente dal cilindro del mago. Bravini, ma sono presenti alcuni errori ortografici. Qualità media.
Pro: Storia coinvolgente; Tanti personaggi diversi; Climax ben pensato; è Key.
Contro: Chara design e animazioni scontate; alcuni personaggi non hanno il giusto spessore.
Anche se mi mancano ancora due episodi per completare la visione, credo di poter tirare le somme sull'intera opera.
Inizio col dire che "Little Busters!" è il peggior anime che abbia mai visionato e probabilmente, leggendo altri pareri online, uno dei peggiori anche in termini oggettivi.
Poiché non sono un millantatore, trovo giusto elencare le motivazioni di questo mio severo giudizio suddividendo la recensione in parti ed esprimendo il mio parere su ognuna di esse.
Personaggi: voto 1. I personaggi che popolano l'opera sono a dir poco ridicoli, per non dire stupidi. Si presentano come studenti liceali, ma si comportano come bambini di 8 anni! Non esprimono mai un ragionamento serio, pensano sempre a giocare, hanno alcune battute standard. Il protagonista, che pure si ritrova con l'essere circondato da ragazze graziose, non prova ad allacciare una relazione sentimentale con esse, diversamente da quanto accade nella novel, assumendo addirittura atteggiamenti equivoci con i pochi amici di sesso maschile. Tra queste ragazze, ve ne sono due delle quali nessuno sospetta la reciproca parentela pur essendo coglibile anche da un cieco l'impressionante somiglianza fisica.
A questo punto qualcuno potrebbe pensare che "Little Busters!" potrebbe essere un anime adatto ai bambini visto la presunta innocenza dei suoi protagonisti. Sbagliato! Perché gli autori di questo disastro hanno pensato di caratterizzare ciascuno dei personaggi con un passato strappalacrime dai forti contenuti adulti. Tuttavia, anche tale aspetto viene sviluppato malissimo dato che tali vicende contengono elementi a dir poco assurdi in un contesto maturo (basti pensare che in un episodio viene trattata la poligamia, quando questa è illegale in Giappone).
Trama: voto 1. La trama non esiste, o meglio vi sono tanti piccoli episodi che trattano il passato dei protagonisti, ma non si assiste a significative evoluzioni nei rapporti. La noia imperversa sovrana per gran parte della visione di ciascun episodio e non vi sono colpi di scena di particolare effetto. Trovo inoltre a dir poco assurdo che dopo la formazione della squadra di baseball, appunto i Little Busters, non si assista per i 20 e passa episodi successivi a uno straccio di partita né allo sviluppo di una qualsivoglia morale legata allo sport. Dal canto mio, sono riuscito ad arrivare al ventiquattresimo episodio solo nella speranza di cogliere un barlume di senso in questa serie, ma, ahimè, le attese sono state ampiamente deluse.
Tecnica: voto 5. Il chara dei personaggi è gradevole e le animazioni discrete (ma per questo tipo di produzioni non ha importanza prioritaria), mentre gli sfondi sono banali e ripetitivi.
Audio: voto 3. Né la opening, né la ending sono degne di essere citate. In generale, le poche musiche che vengono presentate non restano nella memoria.
Riepilogando, trovo "Little Busters!" un anime inutile, noioso, banale, ingenuo, forse adatto per chi vuole analizzare la decadenza dell'animazione giapponese, ma fortemente sconsigliato per chiunque non abbia tempo da perdere o non sia disposto a irritarsi dopo appena cinque minuti del primo episodio.
Inizio col dire che "Little Busters!" è il peggior anime che abbia mai visionato e probabilmente, leggendo altri pareri online, uno dei peggiori anche in termini oggettivi.
Poiché non sono un millantatore, trovo giusto elencare le motivazioni di questo mio severo giudizio suddividendo la recensione in parti ed esprimendo il mio parere su ognuna di esse.
Personaggi: voto 1. I personaggi che popolano l'opera sono a dir poco ridicoli, per non dire stupidi. Si presentano come studenti liceali, ma si comportano come bambini di 8 anni! Non esprimono mai un ragionamento serio, pensano sempre a giocare, hanno alcune battute standard. Il protagonista, che pure si ritrova con l'essere circondato da ragazze graziose, non prova ad allacciare una relazione sentimentale con esse, diversamente da quanto accade nella novel, assumendo addirittura atteggiamenti equivoci con i pochi amici di sesso maschile. Tra queste ragazze, ve ne sono due delle quali nessuno sospetta la reciproca parentela pur essendo coglibile anche da un cieco l'impressionante somiglianza fisica.
A questo punto qualcuno potrebbe pensare che "Little Busters!" potrebbe essere un anime adatto ai bambini visto la presunta innocenza dei suoi protagonisti. Sbagliato! Perché gli autori di questo disastro hanno pensato di caratterizzare ciascuno dei personaggi con un passato strappalacrime dai forti contenuti adulti. Tuttavia, anche tale aspetto viene sviluppato malissimo dato che tali vicende contengono elementi a dir poco assurdi in un contesto maturo (basti pensare che in un episodio viene trattata la poligamia, quando questa è illegale in Giappone).
Trama: voto 1. La trama non esiste, o meglio vi sono tanti piccoli episodi che trattano il passato dei protagonisti, ma non si assiste a significative evoluzioni nei rapporti. La noia imperversa sovrana per gran parte della visione di ciascun episodio e non vi sono colpi di scena di particolare effetto. Trovo inoltre a dir poco assurdo che dopo la formazione della squadra di baseball, appunto i Little Busters, non si assista per i 20 e passa episodi successivi a uno straccio di partita né allo sviluppo di una qualsivoglia morale legata allo sport. Dal canto mio, sono riuscito ad arrivare al ventiquattresimo episodio solo nella speranza di cogliere un barlume di senso in questa serie, ma, ahimè, le attese sono state ampiamente deluse.
Tecnica: voto 5. Il chara dei personaggi è gradevole e le animazioni discrete (ma per questo tipo di produzioni non ha importanza prioritaria), mentre gli sfondi sono banali e ripetitivi.
Audio: voto 3. Né la opening, né la ending sono degne di essere citate. In generale, le poche musiche che vengono presentate non restano nella memoria.
Riepilogando, trovo "Little Busters!" un anime inutile, noioso, banale, ingenuo, forse adatto per chi vuole analizzare la decadenza dell'animazione giapponese, ma fortemente sconsigliato per chiunque non abbia tempo da perdere o non sia disposto a irritarsi dopo appena cinque minuti del primo episodio.