Kannazuki no Miko
"Kannazuki no Miko" è un anime di dodici episodi prodotto nel 2004 dallo studio TNK e basato sull'omonimo manga del duo Kaishaku.
La trama vede come protagoniste Himeko Kurusugawa e Chikane Himemiya, rispettivamente le reincarnazioni della Sacerdotessa del Sole e della Luna. Le due ragazze hanno il compito di risvegliare il dio Ama no Murakumo per sconfiggere il demone Yamata no Orochi.
"Kannazuki no Miko" presenta non pochi difetti. Innanzitutto, parliamo della storia: casualmente ho scoperto che Yamata no Orochi è effettivamente un mostro, dalle sembianze di un serpente/dragone a otto teste, facente parte della mitologia shintoista giapponese. In maniera analoga, Ama no Murakumo è una spada leggendaria collegata alla figura del suddetto demone. Detto ciò, non c'è nulla di male nel voler rappresentare in un anime o un manga dei personaggi mitologici (del resto molti lo hanno fatto): il problema è che in "Kannazuki no Miko" assumono la forma di robot da combattimento. La cosa, anche se volessimo considerarla originale, è abbastanza assurda e fuori luogo, soprattutto se ci soffermiamo sull'elemento cardine dell'opera, che è la relazione sentimentale tra le due protagoniste. Non credo che yuri e mecha vadano molto d'accordo, senza contare che quest'ultimo genere sia stato trattato in una maniera superficiale e che lascia molto a desiderare, pur non essendo un'esperta in tale campo. Tralasciando i combattimenti, lo sviluppo della trama principale segue un filo logico, è abbastanza lineare, tuttavia non riesce ad essere accattivante al punto giusto, poiché passa in secondo piano se paragonato al motivo che spinge la maggior parte degli spettatori a guardare "Kannazuki no Miko", che è, appunto, la tematica shoujo-ai. Su di essa non ho nulla da ridire: la coppia Himeko-Chikane è una delle più apprezzate dagli amanti del genere, me compresa. Il rapporto tra le due ragazze è vero, profondo, appassionante, e riesce a rendere ognuno partecipe dei genuini sentimenti che legano le sacerdotesse. Non si può dire che gli elementi un po' più spinti - sebbene non completamente espliciti - siano pochi. Inoltre, il più delle volte, mi hanno dato fastidio, visto che era palese che erano stati messi lì apposta per darci un po' di fanservice. Tuttavia non si può certo affermare che l'amore tra le due sia strettamente carnale, se è stato capace di farmi soffrire assieme a Chikane, o di farmi provare una sorta di malinconia ogniqualvolta iniziava l'ending.
Passando ai personaggi, credo che quello meglio caratterizzato sia la Sacerdotessa della Luna. Chikane rispecchia perfettamente uno degli stereotipi del mondo yuri: bella, intelligente, raffinata, di buona famiglia, la classica "onee-sama". In fondo al cuore, però, nasconde un'irrefrenabile gelosia, prova odio per chi tenta di portarle via la sua amata, cerca di possedere a tutti i costi quest'ultima. Tuttavia, a differenza di una Shizuma Hanazono, per esempio, il suo lato più "cattivo" è semplice apparenza, poiché è spinta esclusivamente dall'amore puro e sincero per Himeko, non dal mero desiderio. La Sacerdotessa del Sole, invece, lascia molto a desiderare: la prima cosa che mi viene in mente pensando a lei è la sua vocina stridula che grida: "Chikane-chan!". Per quasi tutto l'anime la vediamo impegnata a piangere, lodare o chiamare a gran voce la sua compagna, e non basta neanche la risolutezza che dimostrerà a un certo punto della serie a salvare questo personaggio da una caratterizzazione scadente (di Himeko, in pratica, apprezzo solo i sentimenti per l'anima gemella). Per quanto riguarda Souma, sebbene sia solo un pretesto per inserire un ragazzo che piloti il robot, non è completamente da buttare. Penso che il suo amore per Himeko sia grande quasi quanto quello di Chikane, e trovo anche sia pure più approfondito a livello psicologico della protagonista bionda. La lista si conclude qui: gli altri personaggi non hanno molto spazio, tant'è che mi verrebbe da dire che, a parte uno o due, sembrano proprio delle comparse. Un peccato è che non si siano concentrati sui componenti dell'Orochi, delle cui vite abbiamo visto solo due secondi per ciascuno. Un vero spreco, contando che tre di loro sono completamente anonimi.
Altra falla di "Kannazuki no Miko" è presente nel lato tecnico: il character design è molto carino (forse solo gli occhi sono poco espressivi), ma il più delle volte va a braccetto con animazioni di pessima qualità. Positivo, invece, è il giudizio sul comparto sonoro: le OST sono molto adatte e più che orecchiabili, per non parlare dell'opening "Re-sublimity" e dell'ending "Agony", di cui non riesco a descrivere a parole la bellezza, in particolare della seconda.
Tirando le somme, "Kannazuki no Miko" va guardato solo per lo yuri (e le sigle). Se la storia è praticamente irrilevante, sarebbe stato meglio creare una serie esclusivamente a sfondo sentimentale. Il mio voto è 6 e mezzo.
La trama vede come protagoniste Himeko Kurusugawa e Chikane Himemiya, rispettivamente le reincarnazioni della Sacerdotessa del Sole e della Luna. Le due ragazze hanno il compito di risvegliare il dio Ama no Murakumo per sconfiggere il demone Yamata no Orochi.
"Kannazuki no Miko" presenta non pochi difetti. Innanzitutto, parliamo della storia: casualmente ho scoperto che Yamata no Orochi è effettivamente un mostro, dalle sembianze di un serpente/dragone a otto teste, facente parte della mitologia shintoista giapponese. In maniera analoga, Ama no Murakumo è una spada leggendaria collegata alla figura del suddetto demone. Detto ciò, non c'è nulla di male nel voler rappresentare in un anime o un manga dei personaggi mitologici (del resto molti lo hanno fatto): il problema è che in "Kannazuki no Miko" assumono la forma di robot da combattimento. La cosa, anche se volessimo considerarla originale, è abbastanza assurda e fuori luogo, soprattutto se ci soffermiamo sull'elemento cardine dell'opera, che è la relazione sentimentale tra le due protagoniste. Non credo che yuri e mecha vadano molto d'accordo, senza contare che quest'ultimo genere sia stato trattato in una maniera superficiale e che lascia molto a desiderare, pur non essendo un'esperta in tale campo. Tralasciando i combattimenti, lo sviluppo della trama principale segue un filo logico, è abbastanza lineare, tuttavia non riesce ad essere accattivante al punto giusto, poiché passa in secondo piano se paragonato al motivo che spinge la maggior parte degli spettatori a guardare "Kannazuki no Miko", che è, appunto, la tematica shoujo-ai. Su di essa non ho nulla da ridire: la coppia Himeko-Chikane è una delle più apprezzate dagli amanti del genere, me compresa. Il rapporto tra le due ragazze è vero, profondo, appassionante, e riesce a rendere ognuno partecipe dei genuini sentimenti che legano le sacerdotesse. Non si può dire che gli elementi un po' più spinti - sebbene non completamente espliciti - siano pochi. Inoltre, il più delle volte, mi hanno dato fastidio, visto che era palese che erano stati messi lì apposta per darci un po' di fanservice. Tuttavia non si può certo affermare che l'amore tra le due sia strettamente carnale, se è stato capace di farmi soffrire assieme a Chikane, o di farmi provare una sorta di malinconia ogniqualvolta iniziava l'ending.
Passando ai personaggi, credo che quello meglio caratterizzato sia la Sacerdotessa della Luna. Chikane rispecchia perfettamente uno degli stereotipi del mondo yuri: bella, intelligente, raffinata, di buona famiglia, la classica "onee-sama". In fondo al cuore, però, nasconde un'irrefrenabile gelosia, prova odio per chi tenta di portarle via la sua amata, cerca di possedere a tutti i costi quest'ultima. Tuttavia, a differenza di una Shizuma Hanazono, per esempio, il suo lato più "cattivo" è semplice apparenza, poiché è spinta esclusivamente dall'amore puro e sincero per Himeko, non dal mero desiderio. La Sacerdotessa del Sole, invece, lascia molto a desiderare: la prima cosa che mi viene in mente pensando a lei è la sua vocina stridula che grida: "Chikane-chan!". Per quasi tutto l'anime la vediamo impegnata a piangere, lodare o chiamare a gran voce la sua compagna, e non basta neanche la risolutezza che dimostrerà a un certo punto della serie a salvare questo personaggio da una caratterizzazione scadente (di Himeko, in pratica, apprezzo solo i sentimenti per l'anima gemella). Per quanto riguarda Souma, sebbene sia solo un pretesto per inserire un ragazzo che piloti il robot, non è completamente da buttare. Penso che il suo amore per Himeko sia grande quasi quanto quello di Chikane, e trovo anche sia pure più approfondito a livello psicologico della protagonista bionda. La lista si conclude qui: gli altri personaggi non hanno molto spazio, tant'è che mi verrebbe da dire che, a parte uno o due, sembrano proprio delle comparse. Un peccato è che non si siano concentrati sui componenti dell'Orochi, delle cui vite abbiamo visto solo due secondi per ciascuno. Un vero spreco, contando che tre di loro sono completamente anonimi.
Altra falla di "Kannazuki no Miko" è presente nel lato tecnico: il character design è molto carino (forse solo gli occhi sono poco espressivi), ma il più delle volte va a braccetto con animazioni di pessima qualità. Positivo, invece, è il giudizio sul comparto sonoro: le OST sono molto adatte e più che orecchiabili, per non parlare dell'opening "Re-sublimity" e dell'ending "Agony", di cui non riesco a descrivere a parole la bellezza, in particolare della seconda.
Tirando le somme, "Kannazuki no Miko" va guardato solo per lo yuri (e le sigle). Se la storia è praticamente irrilevante, sarebbe stato meglio creare una serie esclusivamente a sfondo sentimentale. Il mio voto è 6 e mezzo.
Ultimamente, contro ogni mia previsione, ho incominciato a interessarmi allo yuri. Prima lo odiavo con tutta me stessa, però un giorno ho trovato una coppia che mi è piaciuta tanto, facendomi avvicinare al genere e incominciare così ad apprezzarlo. Così ho iniziato a documentarmi, fino a trovare Kannazuki no Miko.
La trama è sicuramente interessante. Le due grandissime amiche (delle quali una innamorata dell'altra) scoprono di essere sacerdotesse del Sole e della Luna, e che il loro compito è risvegliare un potente Megazord per contrastare la divinità che ciclicamente si risveglia per distruggere il mondo, e che ogni volta deve essere sigillato perché non può essere distrutto. Così di generazione e in generazione le sacerdotesse si reincarnano, toccando questa volta alle due protagoniste, Chikane e Himeko.
Inizialmente ero abbastanza entusiasta della trama (nonostante ad un certo punto del primo episodio mi sia venuto un sacco da ridere), tant'è che mi è dispiaciuto per lo sviluppo, dove avrebbero potuto fare di meglio.
Essenzialmente gli episodi rilevanti sono i primi e gli ultimi, nel mezzo potremo trovare tutti i sentimenti dei protagonisti, il loro modo di affrontarli, eccetera eccetera, dando un po' troppo poco rilievo alla battaglia che devono affrontare. Avrebbero potuto fare di meglio, insomma.
Tuttavia, nonostante nel mezzo sia piuttosto noiosa, la serie si riprende andando verso la fine, con colpi di scena, rivelazioni sia dalla parte del bene che del male, chiarimenti di sentimenti e altro.
Quindi posso dire che, nonostante sia presente qualche assurdità, sia una serie che alla fin fine vale la pena di vedere.
La trama è sicuramente interessante. Le due grandissime amiche (delle quali una innamorata dell'altra) scoprono di essere sacerdotesse del Sole e della Luna, e che il loro compito è risvegliare un potente Megazord per contrastare la divinità che ciclicamente si risveglia per distruggere il mondo, e che ogni volta deve essere sigillato perché non può essere distrutto. Così di generazione e in generazione le sacerdotesse si reincarnano, toccando questa volta alle due protagoniste, Chikane e Himeko.
Inizialmente ero abbastanza entusiasta della trama (nonostante ad un certo punto del primo episodio mi sia venuto un sacco da ridere), tant'è che mi è dispiaciuto per lo sviluppo, dove avrebbero potuto fare di meglio.
Essenzialmente gli episodi rilevanti sono i primi e gli ultimi, nel mezzo potremo trovare tutti i sentimenti dei protagonisti, il loro modo di affrontarli, eccetera eccetera, dando un po' troppo poco rilievo alla battaglia che devono affrontare. Avrebbero potuto fare di meglio, insomma.
Tuttavia, nonostante nel mezzo sia piuttosto noiosa, la serie si riprende andando verso la fine, con colpi di scena, rivelazioni sia dalla parte del bene che del male, chiarimenti di sentimenti e altro.
Quindi posso dire che, nonostante sia presente qualche assurdità, sia una serie che alla fin fine vale la pena di vedere.
Ormai tutti sanno che secondo le profezie maya la fine del mondo è prevista per l'anno 2012. Molte sono le tesi che si sono avvicendate su come ciò potrebbe avvenire: lo "scorrimento della crosta terrestre" e il "ritorno del pianeta Nubiru" sembrano essere al momento le più quotate. Ciò che però fanta-scienziati e fanta-archeologi non sanno è che sulla Luna esiste un tempio in cui giace imprigionato uno Yamata no Orochi, ossia una specie di demone. Questo "cattivone" ha, ovviamente, l'obiettivo di distruggere la Terra e, a tal fine, può contare sull'aiuto di otto guerrieri scelti fra quegli esseri umani che condividono lo stesso desiderio di distruzione in quanto la loro esistenza sul nostro pianeta si è rivelata non troppo piacevole.
Ma se questa notizia dovesse gettarci nella più cupa disperazione, ecco arrivare la lieta novella: a difesa della nostra pellaccia insorgeranno la sacerdotessa del sole e quella della luna, dotate di poteri tali da imprigionare nuovamente questo demone e rimandare l'apocalisse a tempo indeterminato.
Tutto ciò vi sembra ridicolo? Non siate prevenuti ed aspettate di sentire il resto e la vostra opinione cambierà.
In che modo l'orochi si propone di distruggere il pianeta? Con qualche magia o maledizione? Ma nient'affatto! Come un qualsiasi demone che si rispetti, esso dispone di una serie di robot stile Gundam che possono svolgere il lavoro in maniera molto più efficiente. Niente paura però: anche le due sacerdotesse dispongono di un robot, molto più potente degli altri, anche se con un problema non da poco: esso va evocato e la cerimonia sembra essere abbastanza complicata. Ma come in tutte le cose l'amore è in grado di superare qualsiasi ostacolo e, fortunatamente per noi, le due sacerdotesse sono lesbiche.
Se anche ora tutto ciò continua ad apparirvi ridicolo... Beh, allora mi sa che abbiamo la stessa opinione in proposito.
Non nego che nonostante tutto Kannazuki no miko è un anime in grado di colpire positivamente lo spettatore specie in virtù della buona caratterizzazione dei protagonisti, i cui sentimenti riescono spesso a distrarre dalla trama principale. L'amore fra le due sacerdotesse, in particolare, riuscirà sicuramente a colpire gli animi più sensibili.
Ciò però non toglie che nel tentativo di unire più generi, dal mecha al fantasy, dalla fantascienza allo psicologico, si finisce solo per creare un grandissimo casino da cui è poi difficile svincolarsi. In particolare l'idea di un demone-ingegnere che usa come arma dei robot è veramente difficile da accettare anche usando molta fantasia.
In definitiva, nonostante qualche elemento di merito, Kannazuki no Miko m'è sembrato solo un minestrone gratuito di generi dal sapore poco gradevole. Si sarebbe certamente creato qualcosa di meglio se si fosse deciso di optare su una storia un po' più semplice. Sulla base di tutto questo la mia valutazione non può essere che negativa.
Ma se questa notizia dovesse gettarci nella più cupa disperazione, ecco arrivare la lieta novella: a difesa della nostra pellaccia insorgeranno la sacerdotessa del sole e quella della luna, dotate di poteri tali da imprigionare nuovamente questo demone e rimandare l'apocalisse a tempo indeterminato.
Tutto ciò vi sembra ridicolo? Non siate prevenuti ed aspettate di sentire il resto e la vostra opinione cambierà.
In che modo l'orochi si propone di distruggere il pianeta? Con qualche magia o maledizione? Ma nient'affatto! Come un qualsiasi demone che si rispetti, esso dispone di una serie di robot stile Gundam che possono svolgere il lavoro in maniera molto più efficiente. Niente paura però: anche le due sacerdotesse dispongono di un robot, molto più potente degli altri, anche se con un problema non da poco: esso va evocato e la cerimonia sembra essere abbastanza complicata. Ma come in tutte le cose l'amore è in grado di superare qualsiasi ostacolo e, fortunatamente per noi, le due sacerdotesse sono lesbiche.
Se anche ora tutto ciò continua ad apparirvi ridicolo... Beh, allora mi sa che abbiamo la stessa opinione in proposito.
Non nego che nonostante tutto Kannazuki no miko è un anime in grado di colpire positivamente lo spettatore specie in virtù della buona caratterizzazione dei protagonisti, i cui sentimenti riescono spesso a distrarre dalla trama principale. L'amore fra le due sacerdotesse, in particolare, riuscirà sicuramente a colpire gli animi più sensibili.
Ciò però non toglie che nel tentativo di unire più generi, dal mecha al fantasy, dalla fantascienza allo psicologico, si finisce solo per creare un grandissimo casino da cui è poi difficile svincolarsi. In particolare l'idea di un demone-ingegnere che usa come arma dei robot è veramente difficile da accettare anche usando molta fantasia.
In definitiva, nonostante qualche elemento di merito, Kannazuki no Miko m'è sembrato solo un minestrone gratuito di generi dal sapore poco gradevole. Si sarebbe certamente creato qualcosa di meglio se si fosse deciso di optare su una storia un po' più semplice. Sulla base di tutto questo la mia valutazione non può essere che negativa.
Non sto a raccontare la trama poiché l'hanno già fatto in molti. Io vidi Kannazuki no Miko tempo fa e devo dire che nei primi episodi il tutto era passabile. Il design mi piaceva molto, i colori erano vivaci, si trattava di un'opera piuttosto scorrevole. Finché non spuntano dal nulla robottoni, cavalli, mostri, cattivi di turno e non ricordo cos'altro, che mi hanno fatto perdere il filo di tutto. Insomma, arrivati a un certo punto si fa un vero mix. Inoltre c'è una presenza esasperante di robottoni che ti fanno dire "e questo perché è uscito fuori?!?". Insomma, i personaggi usano i robot per risparmiare il biglietto dell'autobus.
Vabbè, però di positivo c'è qualcosa: oltre al design mi ha colpito il finale un po' triste che, nonostante tutto, mi ha fatto dire "vorrei tanto una continuazione".
Che altro aggiungere, la visione, pure un po' forzata è godibile se non vi dà fastidio il genere mecha e sopratutto se volete un po' di yuri, che qui si può trovare tra le due protagoniste. Anche se le protagoniste sono molto stereotipate, la loro storia è molto bella. Diciamo, vedetevi l'anime solo per vedere gli sviluppi della loro storia - è stata davvero una cosa nuova che ho visto in un anime. Infine, devo dire che il coprotagonista maschile è una tale palla che mi ha fatto letteralmente scendere il latte alle ginocchia, mai odiato così un personaggio, lo trovo davvero inutile.
Do 8 solo per il filone sentimentale e il design.
Vabbè, però di positivo c'è qualcosa: oltre al design mi ha colpito il finale un po' triste che, nonostante tutto, mi ha fatto dire "vorrei tanto una continuazione".
Che altro aggiungere, la visione, pure un po' forzata è godibile se non vi dà fastidio il genere mecha e sopratutto se volete un po' di yuri, che qui si può trovare tra le due protagoniste. Anche se le protagoniste sono molto stereotipate, la loro storia è molto bella. Diciamo, vedetevi l'anime solo per vedere gli sviluppi della loro storia - è stata davvero una cosa nuova che ho visto in un anime. Infine, devo dire che il coprotagonista maschile è una tale palla che mi ha fatto letteralmente scendere il latte alle ginocchia, mai odiato così un personaggio, lo trovo davvero inutile.
Do 8 solo per il filone sentimentale e il design.
Kannazuki no Miko è una serie tv di 12 episodi realizzata nel 2004 e purtroppo anche licenziata in Italia. Ora, per me esprimere un giudizio non è facile, perché, per la prima volta, sento il bisogno di andare giù pesante a livello di critica, cosa rara se non unica considerando invece la mia attitudine verso l’indulgenza, e trattenermi non è neanche facile stando “l’irritazione” che la visione di quest’anime è riuscita a provocarmi.
Premesso ciò la trama iniziale vede come protagoniste due ragazze, Chikane e Himeko, e già qui gli autori consumano il primo luogo comune. La prima è bella, intelligente e ricca, in grado affascinare ragazzi (anzi, questa è un’affermazione erronea visto che in tutta la scuola se ne vede solo uno) e soprattutto ragazze (tipica ambientazione realistica insomma…). La seconda è bella e ingenua, fino a risultare frivola; è una ragazza come tante, o meglio così vorrebbe essere nelle intenzioni degli autori, che invece falliscono miseramente.
La mattina del loro compleanno il sole improvvisamente si oscura e un demone/mecha compare per ucciderle. In breve emerge quello che dovrebbe/vorrebbe essere il plot di base, ovvero la lotta che le due ragazze come sacerdotesse del Sole e della Luna dovrebbero affrontare per fermare il risveglio di un demone/dio malvagio. La storia di sottofondo è tutta qui, in 12 episodi: salvo un’aggiunta nel finale, gli autori non si degnano minimamente di approfondire una trama che per forza di cose risulta essere banale.
In sé già questo non è certamente sinonimo di qualità, tuttavia gli autori non paghi di ciò compiono uno degli atti che più odio e mi irrita, ovvero il mix indiscriminato di generi diversi tra loro: fantasy, sentimentale, drammatico, psicologico, yuri, mecha, qualche scenetta comica (o che vorrebbe essere tale) e fan service. Risultato? Scontato, ma d’altronde in 12 episodi si possono trattare tutti questi temi in modo esauriente? Sarebbe una cosa difficile da realizzare anche per un autore di grande capacità, e coloro che hanno realizzato Kannazuki ahimè non si possono inserire in questa ristretta cerchia di persone. La parte mecha non solo è resa in modo orribile, con un pessimo mecha design accompagnato da combattimenti peggiori di quelli presenti nel buon vecchio Mazinga (e ce ne vuole per fare di peggio!), ma ha un'attinenza con la storia pari a 0. La parte fantasy si limita alla striminzita storia di sottofondo. Le scenette comiche meglio non commentarle, perché non fanno ridere. Infine sulla gestione sentimentale ci sarebbe molto da dire, l’unica cosa su cui gli autori non lesinano sono i fan service e l’insistenza ossessiva sull’elemento yuri.
Ora, limitandomi a ciò il giudizio in sé sarebbe di già negativo, ma i nostri autori con un colpo degno dei migliori maestri riescono con il finale a creare anche delle contraddizioni con il resto della storia, una cosa che ha dell’incredibile, stando la pochezza della stessa, e che addirittura mi fa dubitare del fatto che si siano sprecati a rileggerla una volta completata.
Giunto all’ultimo episodio mi risulta ormai chiaro che il tema principale, anzi, l’unico tema di quest’anime non sta nei mille generi messi a casaccio, che ripeto in realtà sono la quintessenza dell’inutilità, messi lì solo a testimonianza della poca creatività degli autori e del loro tentativo di rendere l’anime più “commerciale” possibile; ma il fulcro dello stesso è il rapporto tra le protagoniste, eppure anche qui gli autori danno ampia prova di mediocrità. Un rapporto esasperato ed esagerato in ogni singolo aspetto, alla ricerca di un sensazionalismo veramente pessimo, ben lontano dalla dolcezza e delicatezza di altri titoli pur riconducibili al genere sentimentale. Certo non si lesina in baci e in altro, d’altronde bisogna pur introdurre il fan service in qualche modo, ma per questo sarebbe anche legittimo rivolgersi ad altre tipologie di anime, come ad esempio gli hentai.
E’ proprio questa strana forma di narrazione a essere la cosa che più mi ha irritato di quest’anime, non c’è una cosa che non venga trattata senza un’inusitata esasperazione sino a giungere all’ossessione, senza peraltro arrivare mai a una trattazione profonda e riflessiva, ma sempre estremamente superficiale. Concetti come la “normalità” sono banditi, c'è solo la ricerca continua di una teatralità della narrazione fine a se stessa, dipingendo una relazione tra le protagoniste talmente ossessionante da risultare grottesca. A questo punto mi chiedo se non sarebbe stato sufficiente creare una storia decente piuttosto che riversarsi sui luoghi comuni triti e ritriti il cui unico “pregio” (si fa per dire) è il sensazionalismo. Certo è più facile fare la seconda cosa, questo è innegabile e a quanto pare chi ha creato Kannazuki lo sa bene, ma la cosa divertente è che per pensare questa storia, la cui complessità è pari a quella di Evangelion (sì, sono sarcastico), c’è voluto un duo di mangaka, i Kaishaku, ed essendo formato da due uomini mi spiego anche molte cose…
Se non ciò non fosse sufficiente, i due autori riescono persino a ‘scherzare’ su un atto orribile come lo stupro, ed è veramente stucchevole vedere nel 2010 un’opera in cui tale atto, anziché essere condannato, viene giustificato, anzi addirittura inquadrato come un sacrificio del ‘povero’ autore materiale del gesto che l'ha compiuto per far del bene alla sua vittima. Di parole ne esistono poche perché probabilmente mai nessuno era arrivato a tanto, mai nessuno aveva osato toccare il fondo in questo modo, ma d’altronde Kannazuki no Miko non solo tocca il fondo, ma addirittura scava in profondità diventando il trionfo del pessimo gusto. E' un anime fatto da otaku (maniaci) per otaku (maniaci), in cui i contenuti sono irrilevanti, quel che conta è dare allo spettatore assatanato quel che vuole.
Le constatazioni relative alla trama ovviamente si riverberano sui personaggi. Chikane è stereotipata all’ennesima potenza raggiungendo l’apoteosi nell’incarnare il classico cliché del cavaliere che, facendosi carico di tutte le sofferenze, si sacrifica per la sua donzella. Ovviamente gli autori, grazie alla loro mirabile capacità, riescono nell’arduo tentativo di svilire sino a nullificare anche una simile rappresentazione. Himeko invece è di una pesantezza unica: dodici episodi passati in preda al pianto invocando non meno di venti volte a episodio il nome di Chikane; l’idea degli autori sarebbe quella dipingerla come una ragazza ingenua e dolce, al contrario appare frivola e stupida. Infine Souma: su di lui si potrebbe discorrere a lungo, ma in primo luogo pare legittimo chiedersi se un coprotagonista possa essere inutile ai fini della trama, anzi finanche deleterio. Ebbene in Kannazuki no Miko accade anche questo, l’unico “senso” di Souma è quello di far immedesimare il pubblico maschile in un personaggio che sostanzialmente viene ignorato se non addirittura deriso dagli autori, anzi in fondo è lo stesso Souma a deridersi da solo con i suoi comportamenti che in alcuni frangenti appaiono totalmente privi di senso. Ma forse il “belloccio” di turno era essenziale per il tentativo degli autori di rendere quest’anime la vetta estrema della banalità.
Il resto è il vuoto più totale, meri figuranti e nulla più, per altro resi richiamando ove possibile i classici stereotipi che non deludono mai, come le amiche di scuola invidiose e cattive; in fondo nella sagra della superficialità e del luogo comune quest’ultimo non poteva mancare, anzi era proprio un must. Sia chiaro, l’uso di stereotipi rodati ormai è prassi in tutti gli anime e anzi risulta anche piacevole, ma un conto è innestare simili figure su una trama curata, un conto è proporli in mezzo al nulla al solo scopo di non far notare la pochezza della trama stessa. L’unica cosa che invece si salva è la resa grafica dei personaggi, da quel punto di vista non può muovere alcuna critica nei confronti di Kannazuki no Miko.
In chiusura non ne consiglio sicuramente la visione: a volte un anime o un manga rimane impresso nella memoria per la bellezza della storia, dei suoi personaggi, dei suoi disegni; per la prima volta mi è capitato l’esatto opposto, quest’anime mi è rimasto ben impresso nella mente per la rarissima capacità dimostrata di irritarmi sino a raggiungere vette che mai avrei ritenuto concepibili, e le parole di questa recensione credo siano in grado di rendere bene questo mio sentimento. Anche a volere glissare sull’accozzaglia di generi messi insieme, e a me personalmente riesce difficile se non impossibile, limitandosi a considerare Kannazuki no Miko come un anime sentimentale posso solo che sconsigliarne vivamente la visione, stando quanto detto in precedenza, e non c’è certo bisogno di scomodare grandi opere per trovare qualcosa di meglio - a costo di essere brutale anche un romanzo Harmony sarebbe migliore. Non essendo un grande esperto di yuri non saprei che dire con precisione, tuttavia partendo dall’abisso in cui colloco Kannazuki suppongo si possa trovare solo qualcosa di meglio in grado se non altro di raccontare una storia capace di affascinare per quello che è, e non grazie all’ausilio di mezzucci di quart’ordine, che tentano di risollevare un lavoro e una creatività che definire mediocri sarebbe solo fare un complimento agli autori.
Premesso ciò la trama iniziale vede come protagoniste due ragazze, Chikane e Himeko, e già qui gli autori consumano il primo luogo comune. La prima è bella, intelligente e ricca, in grado affascinare ragazzi (anzi, questa è un’affermazione erronea visto che in tutta la scuola se ne vede solo uno) e soprattutto ragazze (tipica ambientazione realistica insomma…). La seconda è bella e ingenua, fino a risultare frivola; è una ragazza come tante, o meglio così vorrebbe essere nelle intenzioni degli autori, che invece falliscono miseramente.
La mattina del loro compleanno il sole improvvisamente si oscura e un demone/mecha compare per ucciderle. In breve emerge quello che dovrebbe/vorrebbe essere il plot di base, ovvero la lotta che le due ragazze come sacerdotesse del Sole e della Luna dovrebbero affrontare per fermare il risveglio di un demone/dio malvagio. La storia di sottofondo è tutta qui, in 12 episodi: salvo un’aggiunta nel finale, gli autori non si degnano minimamente di approfondire una trama che per forza di cose risulta essere banale.
In sé già questo non è certamente sinonimo di qualità, tuttavia gli autori non paghi di ciò compiono uno degli atti che più odio e mi irrita, ovvero il mix indiscriminato di generi diversi tra loro: fantasy, sentimentale, drammatico, psicologico, yuri, mecha, qualche scenetta comica (o che vorrebbe essere tale) e fan service. Risultato? Scontato, ma d’altronde in 12 episodi si possono trattare tutti questi temi in modo esauriente? Sarebbe una cosa difficile da realizzare anche per un autore di grande capacità, e coloro che hanno realizzato Kannazuki ahimè non si possono inserire in questa ristretta cerchia di persone. La parte mecha non solo è resa in modo orribile, con un pessimo mecha design accompagnato da combattimenti peggiori di quelli presenti nel buon vecchio Mazinga (e ce ne vuole per fare di peggio!), ma ha un'attinenza con la storia pari a 0. La parte fantasy si limita alla striminzita storia di sottofondo. Le scenette comiche meglio non commentarle, perché non fanno ridere. Infine sulla gestione sentimentale ci sarebbe molto da dire, l’unica cosa su cui gli autori non lesinano sono i fan service e l’insistenza ossessiva sull’elemento yuri.
Ora, limitandomi a ciò il giudizio in sé sarebbe di già negativo, ma i nostri autori con un colpo degno dei migliori maestri riescono con il finale a creare anche delle contraddizioni con il resto della storia, una cosa che ha dell’incredibile, stando la pochezza della stessa, e che addirittura mi fa dubitare del fatto che si siano sprecati a rileggerla una volta completata.
Giunto all’ultimo episodio mi risulta ormai chiaro che il tema principale, anzi, l’unico tema di quest’anime non sta nei mille generi messi a casaccio, che ripeto in realtà sono la quintessenza dell’inutilità, messi lì solo a testimonianza della poca creatività degli autori e del loro tentativo di rendere l’anime più “commerciale” possibile; ma il fulcro dello stesso è il rapporto tra le protagoniste, eppure anche qui gli autori danno ampia prova di mediocrità. Un rapporto esasperato ed esagerato in ogni singolo aspetto, alla ricerca di un sensazionalismo veramente pessimo, ben lontano dalla dolcezza e delicatezza di altri titoli pur riconducibili al genere sentimentale. Certo non si lesina in baci e in altro, d’altronde bisogna pur introdurre il fan service in qualche modo, ma per questo sarebbe anche legittimo rivolgersi ad altre tipologie di anime, come ad esempio gli hentai.
E’ proprio questa strana forma di narrazione a essere la cosa che più mi ha irritato di quest’anime, non c’è una cosa che non venga trattata senza un’inusitata esasperazione sino a giungere all’ossessione, senza peraltro arrivare mai a una trattazione profonda e riflessiva, ma sempre estremamente superficiale. Concetti come la “normalità” sono banditi, c'è solo la ricerca continua di una teatralità della narrazione fine a se stessa, dipingendo una relazione tra le protagoniste talmente ossessionante da risultare grottesca. A questo punto mi chiedo se non sarebbe stato sufficiente creare una storia decente piuttosto che riversarsi sui luoghi comuni triti e ritriti il cui unico “pregio” (si fa per dire) è il sensazionalismo. Certo è più facile fare la seconda cosa, questo è innegabile e a quanto pare chi ha creato Kannazuki lo sa bene, ma la cosa divertente è che per pensare questa storia, la cui complessità è pari a quella di Evangelion (sì, sono sarcastico), c’è voluto un duo di mangaka, i Kaishaku, ed essendo formato da due uomini mi spiego anche molte cose…
Se non ciò non fosse sufficiente, i due autori riescono persino a ‘scherzare’ su un atto orribile come lo stupro, ed è veramente stucchevole vedere nel 2010 un’opera in cui tale atto, anziché essere condannato, viene giustificato, anzi addirittura inquadrato come un sacrificio del ‘povero’ autore materiale del gesto che l'ha compiuto per far del bene alla sua vittima. Di parole ne esistono poche perché probabilmente mai nessuno era arrivato a tanto, mai nessuno aveva osato toccare il fondo in questo modo, ma d’altronde Kannazuki no Miko non solo tocca il fondo, ma addirittura scava in profondità diventando il trionfo del pessimo gusto. E' un anime fatto da otaku (maniaci) per otaku (maniaci), in cui i contenuti sono irrilevanti, quel che conta è dare allo spettatore assatanato quel che vuole.
Le constatazioni relative alla trama ovviamente si riverberano sui personaggi. Chikane è stereotipata all’ennesima potenza raggiungendo l’apoteosi nell’incarnare il classico cliché del cavaliere che, facendosi carico di tutte le sofferenze, si sacrifica per la sua donzella. Ovviamente gli autori, grazie alla loro mirabile capacità, riescono nell’arduo tentativo di svilire sino a nullificare anche una simile rappresentazione. Himeko invece è di una pesantezza unica: dodici episodi passati in preda al pianto invocando non meno di venti volte a episodio il nome di Chikane; l’idea degli autori sarebbe quella dipingerla come una ragazza ingenua e dolce, al contrario appare frivola e stupida. Infine Souma: su di lui si potrebbe discorrere a lungo, ma in primo luogo pare legittimo chiedersi se un coprotagonista possa essere inutile ai fini della trama, anzi finanche deleterio. Ebbene in Kannazuki no Miko accade anche questo, l’unico “senso” di Souma è quello di far immedesimare il pubblico maschile in un personaggio che sostanzialmente viene ignorato se non addirittura deriso dagli autori, anzi in fondo è lo stesso Souma a deridersi da solo con i suoi comportamenti che in alcuni frangenti appaiono totalmente privi di senso. Ma forse il “belloccio” di turno era essenziale per il tentativo degli autori di rendere quest’anime la vetta estrema della banalità.
Il resto è il vuoto più totale, meri figuranti e nulla più, per altro resi richiamando ove possibile i classici stereotipi che non deludono mai, come le amiche di scuola invidiose e cattive; in fondo nella sagra della superficialità e del luogo comune quest’ultimo non poteva mancare, anzi era proprio un must. Sia chiaro, l’uso di stereotipi rodati ormai è prassi in tutti gli anime e anzi risulta anche piacevole, ma un conto è innestare simili figure su una trama curata, un conto è proporli in mezzo al nulla al solo scopo di non far notare la pochezza della trama stessa. L’unica cosa che invece si salva è la resa grafica dei personaggi, da quel punto di vista non può muovere alcuna critica nei confronti di Kannazuki no Miko.
In chiusura non ne consiglio sicuramente la visione: a volte un anime o un manga rimane impresso nella memoria per la bellezza della storia, dei suoi personaggi, dei suoi disegni; per la prima volta mi è capitato l’esatto opposto, quest’anime mi è rimasto ben impresso nella mente per la rarissima capacità dimostrata di irritarmi sino a raggiungere vette che mai avrei ritenuto concepibili, e le parole di questa recensione credo siano in grado di rendere bene questo mio sentimento. Anche a volere glissare sull’accozzaglia di generi messi insieme, e a me personalmente riesce difficile se non impossibile, limitandosi a considerare Kannazuki no Miko come un anime sentimentale posso solo che sconsigliarne vivamente la visione, stando quanto detto in precedenza, e non c’è certo bisogno di scomodare grandi opere per trovare qualcosa di meglio - a costo di essere brutale anche un romanzo Harmony sarebbe migliore. Non essendo un grande esperto di yuri non saprei che dire con precisione, tuttavia partendo dall’abisso in cui colloco Kannazuki suppongo si possa trovare solo qualcosa di meglio in grado se non altro di raccontare una storia capace di affascinare per quello che è, e non grazie all’ausilio di mezzucci di quart’ordine, che tentano di risollevare un lavoro e una creatività che definire mediocri sarebbe solo fare un complimento agli autori.
Questo è un anime particolare. Onestamente parlando non è granché se non ci si affeziona ai personaggi, ma vale la pena di vederlo. Soprattutto per una cosa: è un "mischione" di generi!
A partire da un'ambientazione scolastica, la protagonista si vedrà rapita tra la guerra con l'Orochi, provvista di robottoni in perfetto stile mecha, e il rapporto con la sua compagna di scuola (yuri, ovviamente).
Sono rimasto allibito guardandolo, ma non esterrefatto. Il maggior pregio di questa serie, però, è sicuramente la colonna sonora. Una opening e una ending come se ne incontrano poche!
Ah!, per goderselo senza odiarlo è necessario pensarlo come un anime sentimentale con dei combattimenti, e non il contrario; altrimenti sembrerà veramente una schifezza!
Se avete tempo da perdere, guardatelo. Male non fa.
A partire da un'ambientazione scolastica, la protagonista si vedrà rapita tra la guerra con l'Orochi, provvista di robottoni in perfetto stile mecha, e il rapporto con la sua compagna di scuola (yuri, ovviamente).
Sono rimasto allibito guardandolo, ma non esterrefatto. Il maggior pregio di questa serie, però, è sicuramente la colonna sonora. Una opening e una ending come se ne incontrano poche!
Ah!, per goderselo senza odiarlo è necessario pensarlo come un anime sentimentale con dei combattimenti, e non il contrario; altrimenti sembrerà veramente una schifezza!
Se avete tempo da perdere, guardatelo. Male non fa.
Allora, a mio parere Kannazuki no Miko è un anime yuri riuscito veramente bene: in un'unica storia mette insieme l'aspetto drammatico, divertente e romantico di una storia d'amore al di fuori delle regole e veramente molto bella. Già dalla prima puntata si riesce a intuire in parte il sentimento che lega le due protagoniste Chikane e Himeko, che solo verso la fine riuscirà a capirsi totalmente. Consiglio però di non dare un giudizio a quest'anime guardando solo la prima puntata, perché per quanto riguarda l'aspetto mecha cade nella banalità. Qua non voglio anticiparvi la storia e quindi vi consiglio comunque di guardarlo fino alla fine (personalmente è uno dei pochi yuri che sono riuscita a vedere tutta d'un fiato, senza attendere un mese da una puntata all'altra) e di concentrarvi più che altro sulla storia d'amore delle protagoniste perché, ripeto, l'aspetto mecha è scadente e molti particolari non sono nemmeno spiegati bene. Aggiungo inoltre che i personaggi sono ben caratterizzati ed espressivi, cosa che in molti anime manca.
Consigliato a tutti gli amanti del genere!
Consigliato a tutti gli amanti del genere!
Kannazuki no miko è un anime del 2004, nonché uno dei primi anime yuri a cui seguiranno Maria sama ge miteru, Strawberry Panic, Simoun ecc... Essendo uscito pochi mesi dopo, è stato a lungo accostato a "Yami to boushi to hon no tabibito" e, sebbene le protagoniste femminili siano veramente simili, così come i loro ruoli all'interno dell'anime, le due storie si dissociano e, a meno a mio parere, Kannazuki risulta molto più gradevole rispetto a Yamibou.
Le protagoniste di questo anime sono Chikane ed Himeko, due ragazze che vivono in un paesino del Giappone moderno e che nutrono una profonda ammirazione l'una per l'altra sebbene siano agli antipodi della società scolastica in quanto Chikane è una ragazza di famiglia ricca ed è stimata da tutta la scuola, mentre Himeko, essendo povera, subisce addirittura atti di bullismo.
Chikane e Himeko, dopo un'aggressione ad opera di un una sorta di demone, scoprono di dover salvare il mondo da Yamata no Orochi, uno spirito malefico primordiale, reincarnandosi in due sacerdotesse, rispettivamente della luna e del sole.
Yamata no Orochi è imbattibile e l'unica possibilità affidata alle miko è di addormentarlo attraverso l'invocazione della spada/Dio "Ama no murakumo". Ciò che Chikane ed Himeko ignorano è che da secoli sono destinate ad amarsi e che a loro spetta un destino crudele...
Kannazuki no miko è un anime molto bello. Come tutti gli anime ha i suoi pregi ed i suoi difetti:
Senza dubbio la parte mecha che lo caratterizza è veramente delle peggiori, ma ciò che c'è di bello in Kannazuki, oltre ai disegni, all'animazione ottima, alla colonna sonora che tiene col fiato sospeso (per non parlare delle sigle ad opera di Kotoko che sono qualcosa di unico); è la storia d'amore di Chikane ed Himeko.
A mio avviso Kannazuki è il migliore yuri mai realizzato, l'unico veramente esplicito e senza dubbio il più triste e romantico.
Questo è uno degli anime che preferisco, tanto che da quando l'ho scoperto 3 anni fa, sento il bisogno di rivederlo almeno una volta all'anno e ogni volta non riesco a non commuovermi durante gli ultimi episodi.
L'amore di Chikane e Himeko è realistico, tanto che raramente sono stata coinvolta a tal punto come da questo anime.
Se cercate un anime con una storia d'amore capace di superare le convenzioni e con una trama drammatica che lascia letteralmente col fiato sospeso, allora Kannazuki fa per voi!
Le protagoniste di questo anime sono Chikane ed Himeko, due ragazze che vivono in un paesino del Giappone moderno e che nutrono una profonda ammirazione l'una per l'altra sebbene siano agli antipodi della società scolastica in quanto Chikane è una ragazza di famiglia ricca ed è stimata da tutta la scuola, mentre Himeko, essendo povera, subisce addirittura atti di bullismo.
Chikane e Himeko, dopo un'aggressione ad opera di un una sorta di demone, scoprono di dover salvare il mondo da Yamata no Orochi, uno spirito malefico primordiale, reincarnandosi in due sacerdotesse, rispettivamente della luna e del sole.
Yamata no Orochi è imbattibile e l'unica possibilità affidata alle miko è di addormentarlo attraverso l'invocazione della spada/Dio "Ama no murakumo". Ciò che Chikane ed Himeko ignorano è che da secoli sono destinate ad amarsi e che a loro spetta un destino crudele...
Kannazuki no miko è un anime molto bello. Come tutti gli anime ha i suoi pregi ed i suoi difetti:
Senza dubbio la parte mecha che lo caratterizza è veramente delle peggiori, ma ciò che c'è di bello in Kannazuki, oltre ai disegni, all'animazione ottima, alla colonna sonora che tiene col fiato sospeso (per non parlare delle sigle ad opera di Kotoko che sono qualcosa di unico); è la storia d'amore di Chikane ed Himeko.
A mio avviso Kannazuki è il migliore yuri mai realizzato, l'unico veramente esplicito e senza dubbio il più triste e romantico.
Questo è uno degli anime che preferisco, tanto che da quando l'ho scoperto 3 anni fa, sento il bisogno di rivederlo almeno una volta all'anno e ogni volta non riesco a non commuovermi durante gli ultimi episodi.
L'amore di Chikane e Himeko è realistico, tanto che raramente sono stata coinvolta a tal punto come da questo anime.
Se cercate un anime con una storia d'amore capace di superare le convenzioni e con una trama drammatica che lascia letteralmente col fiato sospeso, allora Kannazuki fa per voi!
Allora, a mio parere questo anime è molto carino!
Va guardato specialmente da chi gradisce il genere di combattimenti... ma anche i conflitti sentimentali!
Ci son cose che ho comunque odiato di questo anime e sono:
- Gli occhi! (Sembra stupido ma in un anime o anche manga sono ciò che guardo di più);
- E poi dai, i robot... ero un po' restia sul fatto di guardarlo proprio perchè io non guardo molti anime con robot, però alla fine non me ne son pentita.
Perciò tutto ciò che ho da dirvi è: Guardate le prime 4/5 puntate, non giudicate dalla prima. Se vi piace continuate, poiché nei contenuti la serie resta fedele alle impressioni iniziali.
Va guardato specialmente da chi gradisce il genere di combattimenti... ma anche i conflitti sentimentali!
Ci son cose che ho comunque odiato di questo anime e sono:
- Gli occhi! (Sembra stupido ma in un anime o anche manga sono ciò che guardo di più);
- E poi dai, i robot... ero un po' restia sul fatto di guardarlo proprio perchè io non guardo molti anime con robot, però alla fine non me ne son pentita.
Perciò tutto ciò che ho da dirvi è: Guardate le prime 4/5 puntate, non giudicate dalla prima. Se vi piace continuate, poiché nei contenuti la serie resta fedele alle impressioni iniziali.
Kannazuki no Miko parla di due sacerdotesse, una del sole (Himeko) e una della luna (Chikane) che devono riuscire ad evocare un potente dio (ora non ricordo il nome, scusate xD) per sconfiggere il cattivone di turno.
Detta così sembra una cavolata, allora perché 8? Semplice, perché questo anime va visto solo ed esclusivamente per la storia d'amore tra le due protagoniste, se si vede per il mecha o per gli elementi soprannaturali si va incontro ad una cocente delusione, visto che sotto quest'aspetto non è nulla di eccezionale ma diamine la storia tra Chikane e Himeko è fantastica, poi il personaggio di Chikane è caratterizzato benissimo e vengono rappresentati benissimo i suoi sentimenti di dolore nel vedere la sua amata Himeko tra le braccia di Souma, il bel ragazzo di turno.
Il finale è molto drammatico, ma azzeccatissimo e la storia ha dei colpi di scena notevoli (qualcuno ha detto episodio 8? :P).
Passando ai dettagli tecnici: disegni molto belli, animazione discreta e musiche azzeccate (degne di nota sono l'opening e l'ending, tra le più belle che abbia mai ascoltato).
Per finire, consigliatissimo agli amanti dello yuri, Kannazuki no Miko è ormai diventato un must watch per ogni otaku yuri che si rispetti.
Da evitare da chi cerca solo azione e mecha, visto che qui sono di scarsa qualità. Ripeto, l'anime vale solo per la storia stupenda tra le due protagoniste, altrimenti sarebbe, senza mezzi termini, un anime mecha riuscito malissimo.
Detta così sembra una cavolata, allora perché 8? Semplice, perché questo anime va visto solo ed esclusivamente per la storia d'amore tra le due protagoniste, se si vede per il mecha o per gli elementi soprannaturali si va incontro ad una cocente delusione, visto che sotto quest'aspetto non è nulla di eccezionale ma diamine la storia tra Chikane e Himeko è fantastica, poi il personaggio di Chikane è caratterizzato benissimo e vengono rappresentati benissimo i suoi sentimenti di dolore nel vedere la sua amata Himeko tra le braccia di Souma, il bel ragazzo di turno.
Il finale è molto drammatico, ma azzeccatissimo e la storia ha dei colpi di scena notevoli (qualcuno ha detto episodio 8? :P).
Passando ai dettagli tecnici: disegni molto belli, animazione discreta e musiche azzeccate (degne di nota sono l'opening e l'ending, tra le più belle che abbia mai ascoltato).
Per finire, consigliatissimo agli amanti dello yuri, Kannazuki no Miko è ormai diventato un must watch per ogni otaku yuri che si rispetti.
Da evitare da chi cerca solo azione e mecha, visto che qui sono di scarsa qualità. Ripeto, l'anime vale solo per la storia stupenda tra le due protagoniste, altrimenti sarebbe, senza mezzi termini, un anime mecha riuscito malissimo.
Questo è uno dei miei anime preferiti, uno di quelli che posso vedere e rivedere senza poter evitare di versare qualche lacrima e di spegnere il PC prima di aver visto tutti gli episodi!
E' lo yuri per eccellenza, il migliore tra quelli che ho visto e l'aspetto mecha dell'anime, così come la missione delle due protagoniste passa assolutamente in secondo piano rispetto all'amore che le lega. Non capisco come si sia potuto accusare questo anime di scarsa originalità, in quanto lo si può fare riferendosi forse a Kyoshiro to towa no sora (altro prodotto dello stesso autore di Kannazuki), ma non assolutamente a questo!
La storia, i personaggi, l'animazione e soprattutto i disegni sono eccellenti, così come la sigla iniziale e finale!
Ne consiglio davvero la visione sconsigliandola solo a chi ha problemi ad accettare l'amore tra persone dello stesso sesso.
E' lo yuri per eccellenza, il migliore tra quelli che ho visto e l'aspetto mecha dell'anime, così come la missione delle due protagoniste passa assolutamente in secondo piano rispetto all'amore che le lega. Non capisco come si sia potuto accusare questo anime di scarsa originalità, in quanto lo si può fare riferendosi forse a Kyoshiro to towa no sora (altro prodotto dello stesso autore di Kannazuki), ma non assolutamente a questo!
La storia, i personaggi, l'animazione e soprattutto i disegni sono eccellenti, così come la sigla iniziale e finale!
Ne consiglio davvero la visione sconsigliandola solo a chi ha problemi ad accettare l'amore tra persone dello stesso sesso.
Kannazuki no Miko, letteralmente sacerdotesse della luna senza Dio, beh, già dal titolo è tutto un programma. E' di una noia al dir poco ammorbante e di una stucchevolezza senza limiti. Lo sconsiglio a tutti coloro che cercano una serie divertente, leggera, seria, impegnativa, o disimpegnata, insomma non guardatelo che è meglio. La serie va avanti a suon di combattimenti che non sono per nulla originali. Fa schifo, in tutti i sensi. Poi vorrei farvi notare alcuni elementi che proprio non sopporto:
1. Vi è una traccia, anche se velata, di elementi yuri che non hanno nulla a che fare con la trama
2: Le due amichette combattono contro il risveglio del demone che vuole distruggere la terra
3: I colori, il disegno, tutto pessimo, pessimo pessimo!
Insomma è inguardabile. Noi spettatori ci siamo fatti una panza tanta delle solite ragazzette che tentano di salvare il mondo, vogliamo innavazioni e di certo questa serie non presenta alcuna novità.
1. Vi è una traccia, anche se velata, di elementi yuri che non hanno nulla a che fare con la trama
2: Le due amichette combattono contro il risveglio del demone che vuole distruggere la terra
3: I colori, il disegno, tutto pessimo, pessimo pessimo!
Insomma è inguardabile. Noi spettatori ci siamo fatti una panza tanta delle solite ragazzette che tentano di salvare il mondo, vogliamo innavazioni e di certo questa serie non presenta alcuna novità.
A mio parere (e premetto che non sono un'esperta) questo anime è davvero ben riuscito. La trama è semplice: due sacerdotesse, una del sole ed una della luna, devono sconfiggere un drago ad otto teste che vuol distruggere la terra. Ciò che rende speciale la trama è l'amore che lega le due; sofferto fino all'ultima puntata, ostacolato da personaggi negativi e positivi e per questo ancor più agognato!
La storia inizialmente semplice si infittisce: si parla di reincarnazione, di dei da risvegliare, ma soprattutto di amore. Un amore forte ed unico, che mi ha lasciata col fiato sospeso e mi ha anche fatto versare qualche lacrima.
Consiglio Kannazuki a tutti! E' davvero bellissimo!
La storia inizialmente semplice si infittisce: si parla di reincarnazione, di dei da risvegliare, ma soprattutto di amore. Un amore forte ed unico, che mi ha lasciata col fiato sospeso e mi ha anche fatto versare qualche lacrima.
Consiglio Kannazuki a tutti! E' davvero bellissimo!
E' una storia bella anche se a tratti noiosa... le due ragazze devono combattere per salvare la terra, non vi dico che noia i combattimenti(piu' che altro perche non è un qualcosa di nuovo), ma ciò a parte questa serie è bella. Il finale poi non me l'aspettavo cosi per niente. Però sono soddisfatta di averlo visto. Molto bello è il tipo di relazione tra le due, che fino alla fine non è del tutto chiaro, anche se alcune cose sono del tutto assurde (come il fatto che tutti a scuola adorino la ragazza coi capelli blu come se l amassero...)
Visto tutto d'un fiato, l'unico anime dai tempi di Evangelion che mi ha fatto fare le tre di notte. La trama è abbastanza standard in apertura, con risvolti a volte prevedibili, altre imprevedibili, comunque interessanti. E' il miglior shojo ai che abbia mai visto. Gli elementi del genere ci sono tutti: angst, tensione sessuale irrisolta (risolta sul finale, con scene troooooppo belle), dissidio interiore, e tanto romanticismo rooooosa. Il maggior punto di forza è proprio la storia d'amore tra le protagoniste, che per una volta non è una delle tante sottotrame (che costringono a frustranti interpretazioni e alimentano le fanfiction), ma è LA trama. Il fanservice c'è, ma non è mai volgare. Le citazioni da altri titoli del genere si sprecano: "Caro Fratello", "Maria-sama", "Sailor Moon" .... persino una citazione dalla scena Maya/Ritsuko in The End of Evangelion. Forse l'unica pecca è proprio l'essere smaccatamente orientato a soddisfare il pubblico tipico degli shojo ai, fortunatamente evitando certi eccessi voyeuristici a uso e consumo dei maschietti (mentre, da ragazza gay, vi assicuro che ogni ragazza dovrebbe guardarlo). Ma in fondo che male c'è nel dare al pubbico quello che vuole? E poi Chikane in abito da sacerdotessa shinto o mentre tira con l'arco, da sola vale il prezzo dei dvd.