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killer_bee

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
Lascio una mia personale libera interpretazione del film: credo che gli effetti del tunnel siano equiparabili a quelli della droga. I protagonisti ci si rifugiano per evadere da una realtà che li emargina, nella quale non sono mai stati in grado di ritagliarsi un proprio spazio. Nel tunnel il tempo scorre in modo distorto; si possono lanciare dei messaggi verso l'esterno, ma, al contrario, il mondo esterno non è in grado di arrivare al di dentro; il tunnel offre la possibilità di sentirsi una persona migliore o di cancellare la sofferenza per ciò che si ha perso, ma c'è un prezzo: più a lungo lo si frequenta più si perde il contatto con la vita reale, il cui tempo trascorre inesorabile.

Sarà proprio il protagonista maschile, Tono, ad avere la forza di non trascinare nel baratro anche Hanashiro, la protagonista femminile, una volta scoperto che quest'ultima ha ancora più di un motivo per restare viva, rialzarsi e proseguire in avanti. Basterà un atto d'amore a condizionare la catena dei successivi eventi della storia? Sarà proprio l'amore, come sempre, a salvarci da un mondo che sembra non curarsi minimamente di noi?

D'altra parte, dal mio personale punto di vista, è stata una visione acerba e poco tridimensionale, in cui, nonostante il tentativo di costruire dei background ai protagonisti (unici veri e propri personaggi della storia, oltretutto), questi restano sullo schermo, risultando a tratti stereotipati, già visti, alquanto noiosi. Il drama si nasconde dietro ogni angolo, con qualche classico picco di overacting pronto ad abbattere la sospensione dell'incredulità (io giuro fatico a capire che fetish abbiano i registi giapponesi con i gemiti emessi dalle persone che corrono. La gente non ansima in quel modo, o perlomeno non quando corre). Ad ogni modo, persino il tema è sviscerato con poca dedizione. Comunica qualcosa, e questo è di per sé già un bene, guardando al panorama di oggi, ma in una maniera un po' zoppicante, sporadica. Il risultato è una storia abbastanza insipida, facilmente dimenticabile.

Il comparto tecnico, shinkaiano, fa reggere in piedi tutta la baracca. D'altra parte deve comunque fare i conti con un budget naturalmente più basso soprattutto nella CGI, il che non lo fa emergere in nessun modo. Anzi, contribuisce all'aridità del tutto.

Long story short: può meritare una visione, ma mantenete basse le aspettative.


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Thor12

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6,5
Purtroppo, il film mi ha deluso molto. Non solo hanno tagliato un sacco di cose dal manga, pur di farci stare tutto in ottanta minuti di pellicola, ma il tono e la caratterizzazione che hanno dato ai personaggi non mi sono piaciuti per niente. Nel manga i personaggi sono simpatici, espressivi, coinvolgenti. Nel film sembrano sempre tutti depressi e mono-espressivi. L'hanno buttata sul dark e il deprimente. Inoltre, non ho apprezzato per niente la CGI del film, che stona tantissimo. Il modo in cui hanno deciso di rappresentare il tunnel (nel manga è letteralmente solo un semplice tunnel anche dentro) sarebbe anche 'figo', se non fosse per la CGI che, come ho detto, fa un troppo evidente contrasto.

A causa dei tagli, perdiamo letteralmente tutto dei personaggi che non siano i due protagonisti. Nel manga c'erano storie e percorsi anche per i compagni di scuola e i famigliari, nel film si limitano a fare dei cameo, praticamente. E anche Kaoru e Anzu soffrono molto l'adattamento, soprattutto lui, che nel manga è un ragazzo simpatico e divertente nonostante i traumi, mentre nel film diventa uno di quegli emo da anime che fa venire il latte alle ginocchia.

Neanche il reparto sonoro sfonda. Né le canzoni né le musiche mi sono entrate in testa.

Tra l'altro, la storia prende palesemente ispirazione da "Your Name.". Il film forse cercava di distaccarsene, da cui alcuni cambiamenti (tipo gli amici dei protagonisti che a qualcuno potevano ricordare gli amici di Mitsuha), ma non ci riesce, e finisce solo per penalizzarsi.


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esseci

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7,5
"Il tunnel verso l'estate, l'uscita degli addii" è il titolo curioso di un film uscito in Giappone al termine dell'estate 2022 e tratto dalla light novel del 2019 "The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes" di Mei Hachimoku, e dal successivo manga del 2020 "The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbye, Ultramarine", il cui character design è di Kukka, mentre l’artista che si è occupato di disegnare e scrivere l’adattamento è Koudon. Il manga è stato pubblicato in patria dal 2020, un anno dopo l’uscita del romanzo, e si è concluso nel 2021 in quattro volumi.
Il film è stato scritto e diretto da Tomohisa Taguchi (già incrociato per quanto mi riguarda in "Akudama Drive"), ed è stato realizzato dallo studio CLAP, conquistando il Paul Grimault Award al Festival di Annecy 2023 e un discreto successo di pubblico.

Dalle "porte" al "tunnel"...

Avete presente il filone tracciato da Makoto Shinkai più recente e fantasioso? Quello che parte da "Your Name." e, passando da "Weathering With You", arriva a "Suzume"? Ecco, "The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes" sembra proprio ispirarsi a quel genere di opere in cui c'è un comparto tecnico di prim'ordine (non sontuoso come nelle opere di Shinkai) a supporto di una storia di traumi adolescenziali e il percorso per l'elaborazione e il superamento di essi, attraverso una trama piuttosto semplice e lineare con una forte connotazione fantasy, a supporto di una storia d'amore che rappresenterà la soluzione per i problemi dei due protagonisti.

Se si è apprezzata la trilogia dei disastri naturali a sfondo più o meno romantico di Shinkai ("Your Name." con la cometa caduta sulla Terra, "Weathering With You" con le alluvioni e "Suzume" coi terremoti), non si può non apprezzare questa opera che riprende a piene mani i concetti cari e sviluppati dall'ormai celeberrimo autore: il "coming of age" di una coppia di due adolescenti che solo attraverso un viaggio virtuale nel tempo riusciranno a superare i loro "demoni" interiori.

Da quanto ho potuto appurare, la trama si ispira alla leggenda popolare giapponese del pescatore Urashima Taro, il quale riesce a raggiungere il Palazzo del Drago sul fondo dell’oceano. Il viaggio e la permanenza del pescatore all'interno del palazzo ha un prezzo molto "caro": tre giorni all’interno del palazzo, per un misterioso sfasamento temporale, equivalgono a oltre un secolo nel suo mondo.

Anche in "The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes" esiste una leggenda su un fantomatico tunnel di Urashima in cui è possibile ottenere tutto ciò che si desidera percorrendolo, ma, parimenti alla leggenda prima citata, la permanenza al suo interno determina uno sfasamento temporale a causa del quale pochi secondi trascorsi nel tunnel equivalgono a intere giornate nel mondo esterno.

I due protagonisti Kaoru e Anzu si conoscono per caso in una stazioncina di una ferrovia secondaria, frequentano la stessa scuola e gradualmente si conoscono, rivelandosi reciprocamente le loro ossessioni che li fanno soffrire e non riescono a superare: Kaoru non ha elaborato la perdita della sorella minore Karen ed è determinato a provare a rincontrarla, per provare a superare il suo profondo senso di colpa; Anzu vuole scoprire i segreti della scrittura di manga di suo nonno, in modo da poter eccellere e affermarsi come mangaka contro il volere dei suoi genitori.
I due si alleano per esplorare questo misterioso tunnel e provare a raggiungere gli scopi che si sono prefissati. In un lento crescendo anche emotivo, si mettono in discussione su cosa vogliono veramente dalla vita e pianificano l'ingresso nel tunnel, per capire chi e cosa sono.
Come si vedrà nel film, arriveranno ad elaborare le risposte ai loro dilemmi e ad acquisire la consapevolezza dei loro sentimenti in tempi diversi, dilatati a dismisura dalla permanenza di uno dei due nel tunnel, che potrebbe rappresentare metaforicamente ciò che non si ha il coraggio di affrontare.

La simbologia dell'ombrello. C'è un elemento che caratterizza l'intero film: l'ombrello consegnato da Kaoru ad Anzu durante l'acquazzone a inizio film e da quest'ultima conservato gelosamente come un feticcio o una reliquia fino alla scena finale... in cui si perfeziona l'"ai ai gasa" (ossia la condivisione dell'ombrello), tipico della cultura giapponese in cui simboleggia gli innamorati, una sorta di equivalente dei due cuori trafitti da una freccia in uso da noi. Un tocco leggero e delicato per rappresentare l'evoluzione e la maturazione raggiunta dai due ragazzi nel percorso dell'innamoramento.

E il film è anche una significativa storia d'amore classica per gli stilemi nipponici, in cui i due protagonisti imparano a conoscersi, ad apprezzarsi e supportarsi, per poi arrivare all'happy ending credibile, realistico (pur con l'elemento fantasy/mistery), sincero e in un certo senso anche delicato e toccante per come congegnato, con una bella prova da parte di Anzu di restare coerente ai propri sentimenti in attesa del ritorno di Kaoru. Molto bella la scena del girasole alla stazione... L'attesa come capacità di attendere il momento più corretto per l'altro per la comprensione dei propri sentimenti, un grande gesto di rispetto prima che di amore.

Tunnel, il tempo, le sofferenze, l'ombrello... "The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes" rappresenta un'opera che va a colpo sicuro, perché va a raggiungere efficacemente i sentimenti, le paure, il bisogno di trovare le risposte a tutti i bisogni di sicurezza e i punti di riferimento, quando si "deve" crescere e non si riesce ad affrontare il cambiamento che comunque e inevitabilmente costringe a compiere delle scelte che poi rappresentano la crescita personale.