Kono Danshi, Ningyo Hiroimashita
Che cosa sono i sentimenti, le emozioni, gli stati mentali ed emotivi? Hanno un valore numerico? Si possono qualificare, quantificare? E poi per chi e dove, come, quando, quanto a quale scopo e fine i sentimenti, le emozioni, gli stati mentali, emotivi e d'animo hanno importanza, valore?
Questo cortometraggio tratta alcuni di questi temi e in primis quello della solitudine. Che cos'è la solitudine? È forse il fatto di sentirsi amati, ma non di riuscire ad esprimerlo sinceramente e fino in fondo o anche peggio di non sentirsi amati e di non poterlo esprimere o viceversa di poterlo esprimere? Di sentirsi esclusi, tagliati fuori da tutto e da tutti, addirittura dalla propria stessa vita fino al punto di autoescludersi da sé da essa? Di non essere partecipi, ma solo spettatori? Quante domande che girano intorno alla solitudine, perché ancora oggi tante, troppe persone si sentono ancora sole per il fatto che non riescono ad esprimere al meglio le proprie emozioni, sentimenti, stati mentali, stati d'animo ed emotivi. Si ritrovano a vivere conflitti interiori dilanianti, devastanti, terribili, orribili, insopportabili, perché non hanno imparato ad esprimere tutto questo senza paura di essere giudicati, etichettati, classificati e/o esclusi, perseguitati. Magari per il fatto che molti non riescono a fare finta di provare sentimenti che non provano e per questo provano e causano ulteriore disagio. E questo ci porta ad altre domande, come ad esempio cosa vuol dire o significa provare sentimenti, emozioni, stati d'animo, mentali ed emotivi. Come, dove, quando, quanto, perché e a quale scopo e/o fine proviamo tutte queste cose? Altre domande profonde per le quali sarebbe opportuno avere più di una vita da trascorrere per capire fino in fondo questi argomenti, ma ahimè, come sappiamo, la produzione letteraria riguardo a tali argomenti si perde nei meandri più remoti del tempo e vi si può arrivare tramite qualche tipo di speculazione. Tutto comincia con i nostri genitori che ci insegnano come, dove, quanto, quando, perché, a quale scopo e/o fine dobbiamo provare determinati sentimenti, ma in base alle regole, necessità, bisogni impellenti, urgenti della società e/o massa e quasi mai in base alle nostre necessità individuali, personali. Mi viene in mente adesso il romanzo "Le cose che non ho detto" della scrittrice iraniana Azar Nafisi, che ho provato a leggere diverse volte e che a dispetto di ciò che sembra contiene un potenziale narrativo abbastanza enorme che esprime gli stati emotivi, sentimentali, d'animo repressi nel nome delle convenzioni, delle tradizioni e delle aspettative più assurde. Oppure anche il libro "La solitudine dei numeri primi" di Paolo Giordano, nel quale abbiamo due protagonisti i quali si sono sempre sentiti tagliati fuori dal mondo, soprattutto perché i loro genitori non hanno mai provato veramente ad ascoltarli, e questo ha sempre generato reazioni molto violente e/o di silenzioso dissenso, distacco, indolenza, insofferenza, apatia e senso di abbandono in entrambi oltre a ribellione. Quindi un altro romanzo dalla potenza narrativa abbastanza enorme che scaturisce nel corso del tempo come riflesso della sfera emotiva repressa nei protagonisti.
La grafica è curata piuttosto bene, con colori decisamente luminosi ma anche oscuri, soprattutto è interessante notare il riflesso della luce del sole sulla superficie del mare. Proprio per via del fattore dei colori i personaggi hanno delle personalità distinte in contrasto tra bene e male. Questo si riscontra nel fatto che il protagonista tende ad avere gli incubi che vengono caratterizzati da tinte oscure, mentre l'amico Isaki ha una personalità più solare. La musica è ben impostata per meglio esaltare gli stati emotivi, sentimentali dei personaggi.
La trama è chiara e ci invita a riflettere attentamente sul rapporto che abbiamo con noi stessi, con i nostri parenti e familiari, e ci invita ad essere partecipi della nostra vita e non solo spettatori. Un cortometraggio semplice ma dai messaggi potenti e sempre attuali. Voto: 8,5
Questo cortometraggio tratta alcuni di questi temi e in primis quello della solitudine. Che cos'è la solitudine? È forse il fatto di sentirsi amati, ma non di riuscire ad esprimerlo sinceramente e fino in fondo o anche peggio di non sentirsi amati e di non poterlo esprimere o viceversa di poterlo esprimere? Di sentirsi esclusi, tagliati fuori da tutto e da tutti, addirittura dalla propria stessa vita fino al punto di autoescludersi da sé da essa? Di non essere partecipi, ma solo spettatori? Quante domande che girano intorno alla solitudine, perché ancora oggi tante, troppe persone si sentono ancora sole per il fatto che non riescono ad esprimere al meglio le proprie emozioni, sentimenti, stati mentali, stati d'animo ed emotivi. Si ritrovano a vivere conflitti interiori dilanianti, devastanti, terribili, orribili, insopportabili, perché non hanno imparato ad esprimere tutto questo senza paura di essere giudicati, etichettati, classificati e/o esclusi, perseguitati. Magari per il fatto che molti non riescono a fare finta di provare sentimenti che non provano e per questo provano e causano ulteriore disagio. E questo ci porta ad altre domande, come ad esempio cosa vuol dire o significa provare sentimenti, emozioni, stati d'animo, mentali ed emotivi. Come, dove, quando, quanto, perché e a quale scopo e/o fine proviamo tutte queste cose? Altre domande profonde per le quali sarebbe opportuno avere più di una vita da trascorrere per capire fino in fondo questi argomenti, ma ahimè, come sappiamo, la produzione letteraria riguardo a tali argomenti si perde nei meandri più remoti del tempo e vi si può arrivare tramite qualche tipo di speculazione. Tutto comincia con i nostri genitori che ci insegnano come, dove, quanto, quando, perché, a quale scopo e/o fine dobbiamo provare determinati sentimenti, ma in base alle regole, necessità, bisogni impellenti, urgenti della società e/o massa e quasi mai in base alle nostre necessità individuali, personali. Mi viene in mente adesso il romanzo "Le cose che non ho detto" della scrittrice iraniana Azar Nafisi, che ho provato a leggere diverse volte e che a dispetto di ciò che sembra contiene un potenziale narrativo abbastanza enorme che esprime gli stati emotivi, sentimentali, d'animo repressi nel nome delle convenzioni, delle tradizioni e delle aspettative più assurde. Oppure anche il libro "La solitudine dei numeri primi" di Paolo Giordano, nel quale abbiamo due protagonisti i quali si sono sempre sentiti tagliati fuori dal mondo, soprattutto perché i loro genitori non hanno mai provato veramente ad ascoltarli, e questo ha sempre generato reazioni molto violente e/o di silenzioso dissenso, distacco, indolenza, insofferenza, apatia e senso di abbandono in entrambi oltre a ribellione. Quindi un altro romanzo dalla potenza narrativa abbastanza enorme che scaturisce nel corso del tempo come riflesso della sfera emotiva repressa nei protagonisti.
La grafica è curata piuttosto bene, con colori decisamente luminosi ma anche oscuri, soprattutto è interessante notare il riflesso della luce del sole sulla superficie del mare. Proprio per via del fattore dei colori i personaggi hanno delle personalità distinte in contrasto tra bene e male. Questo si riscontra nel fatto che il protagonista tende ad avere gli incubi che vengono caratterizzati da tinte oscure, mentre l'amico Isaki ha una personalità più solare. La musica è ben impostata per meglio esaltare gli stati emotivi, sentimentali dei personaggi.
La trama è chiara e ci invita a riflettere attentamente sul rapporto che abbiamo con noi stessi, con i nostri parenti e familiari, e ci invita ad essere partecipi della nostra vita e non solo spettatori. Un cortometraggio semplice ma dai messaggi potenti e sempre attuali. Voto: 8,5
"Kono danshi, Ningyo Hiroimashita" ("Questo ragazzo ha catturato un tritone") fa parte di una serie di OAV a tematica shounen-ai scritti e diretti dalla giovane e talentuosa Yamamoto Soubi.
Graficamente parlando ha uno stile piacevole ed estremamente colorato; molti probabilmente storceranno il naso per le scarse animazioni, ma a quanto ho capito l'autrice fa praticamente tutto da sola, quindi suppongo fosse difficile fare di meglio, e devo ammettere che io mi sono abituata presto. In ogni caso, se dal punto di vista grafico non si possono negare le imperfezioni, la cosa a mio dire passa presto in secondo piano, perché la forza di quest'opera sta nei personaggi e nella trama.
I protagonisti di "Kono danshi, Ningyo Hiroimashita" sono Shima, un ragazzo solo e incapace di relazionarsi con gli altri, e Isaki, un estroverso tritone che per una serie di eventi si ritrova a vivere con lui.
Con un plot del genere il rischio caduta nel ridicolo era altissimo e io per prima mi sono avvicinata a quest'opera timorosa e preoccupata di trovarmi dinnanzi a una sciocchezza imbarazzante; invece sono rimasta sin dai primi istanti rapita dalla bellezza e dalla poesia di cui è intriso il racconto e dall'introspezione data ai personaggi.
E' una storia di crescita, di accettazione e di un sentimento inaspettato che travolgerà entrambi e grazie al quale riusciranno a superare insieme ogni ostacolo, anche quelli a prima vista insormontabili.
Mi riesce difficile purtroppo esprimere a parole le incredibili emozioni che mi ha suscitato la visione di questo OAV, la malinconia, la disperazione, il senso di oppressione iniziali e poi la dolcezza, la delicatezza, la naturalezza con cui queste due anime così diverse entrano in contatto e si aprono pian piano l'una all'altra.
E' poesia allo stato puro, mi è capitato raramente di commuovermi ed emozionarmi tanto per una storia d'amore, e consiglio a tutti gli amanti del genere di non lasciarsi sfuggire questo piccolo gioiello, sicuramente il migliore di tutta la serie "Kono Danshi", ma anche uno tra i migliori anime BL in circolazione.
Graficamente parlando ha uno stile piacevole ed estremamente colorato; molti probabilmente storceranno il naso per le scarse animazioni, ma a quanto ho capito l'autrice fa praticamente tutto da sola, quindi suppongo fosse difficile fare di meglio, e devo ammettere che io mi sono abituata presto. In ogni caso, se dal punto di vista grafico non si possono negare le imperfezioni, la cosa a mio dire passa presto in secondo piano, perché la forza di quest'opera sta nei personaggi e nella trama.
I protagonisti di "Kono danshi, Ningyo Hiroimashita" sono Shima, un ragazzo solo e incapace di relazionarsi con gli altri, e Isaki, un estroverso tritone che per una serie di eventi si ritrova a vivere con lui.
Con un plot del genere il rischio caduta nel ridicolo era altissimo e io per prima mi sono avvicinata a quest'opera timorosa e preoccupata di trovarmi dinnanzi a una sciocchezza imbarazzante; invece sono rimasta sin dai primi istanti rapita dalla bellezza e dalla poesia di cui è intriso il racconto e dall'introspezione data ai personaggi.
E' una storia di crescita, di accettazione e di un sentimento inaspettato che travolgerà entrambi e grazie al quale riusciranno a superare insieme ogni ostacolo, anche quelli a prima vista insormontabili.
Mi riesce difficile purtroppo esprimere a parole le incredibili emozioni che mi ha suscitato la visione di questo OAV, la malinconia, la disperazione, il senso di oppressione iniziali e poi la dolcezza, la delicatezza, la naturalezza con cui queste due anime così diverse entrano in contatto e si aprono pian piano l'una all'altra.
E' poesia allo stato puro, mi è capitato raramente di commuovermi ed emozionarmi tanto per una storia d'amore, e consiglio a tutti gli amanti del genere di non lasciarsi sfuggire questo piccolo gioiello, sicuramente il migliore di tutta la serie "Kono Danshi", ma anche uno tra i migliori anime BL in circolazione.
Ho trovato questo anime pensando si trattasse del ben più famoso "Orenchi no Furo Jijou".
Questo OAV può quasi essere descritto come un classico esempio di "occasione sprecata". Ha dalla sua una storia piuttosto inverosimile (un "sirenetto" che va a vivere con un solitario ragazzo) che tuttavia, nonostante la velocità degli eventi, poteva dare qualche spunto in più, ma del resto in trenta minuti scarsi non ne viene dato modo. Devo dire che temevo si trattasse solo di un semplice slice of life con qualche sketch divertente e invece c'è un qualche sviluppo di entrambi i protagonisti. Gli altri personaggi... aspetta, c'erano altri personaggi? Devo essermeli persa per strada. Giusto il nonno ha una grossa importanza per il protagonista, gli altri sono delle mere comparse messe lì per fare numero. La storia ruota appunto attorno alla strana convivenza tra il tritone Isaki e il ragazzo triste, Shima, che il tritone ha salvato dall'annegamento e che in cambio è rimasto a vivere con lui, perché il povero Shima non si sentisse solo. Shima infatti si è sempre falsamente atteggiato a "bravo ragazzo" per farsi accettare, portando però il peso di un abbandono (i suoi genitori, quando era piccolo, si sono separati e il nonno ne ha preso l'affidamento), e, non riuscendo più ad essere sé stesso, sempre perfetto e obbediente, non riusciva a sentirsi amato dagli altri, per cui la morte del parente che più gli è stato vicino lo sconvolge. Il tritone, d'altro canto, che a una prima occhiata mi sembrava il classico personaggio allegro senza troppi pensieri, in realtà si preoccupa molto dell'umano che lo ha "pescato" e allo stesso tempo soffre nel rimanere solo quando il suo ospite è a scuola. Ne risulta una storia d'amore non proprio originalissima nello sviluppo ma piacevole nella sua brevità.
Il character design, anche se non proprio di mio gradimento (le unghie dei personaggi sono qualcosa di terrificante, per non parlare delle proporzioni buttate completamente a caso! E i lineamenti storti!), ha dalla sua una colorazione estremamente brillante che ben si sposa con l'ambientazione, e inoltre il colore non è uniforme ma spesso è unito a delle texture, soprattutto per quanto riguarda la capigliatura e l'abbigliamento dei personaggi - il tutto ricorda i retini nei manga, rendendo il character design molto particolare. Ma il vero, terrificante difetto di quest'opera sono le animazioni, che quasi non chiamerei tali perché praticamente non ci sono. In certe scene mi è sembrato di vedere uno slide-show di un manga con qualche piccolo movimento fatto da qualche youtuber alle prime armi. Perfino l'animazione della superficie dell'acqua, che visti i personaggi e l'ambientazione dovrebbe avere un certo livello di dettaglio, è veramente troppo elementare: l'acqua non si muove come dovrebbe e i personaggi che vi nuotano dentro, o soprattutto che ne escono fuori, non sembrano assolutamente stare galleggiando! A parte questo "piccolo" difetto è un OAV carino, se si vuole passare del tempo, ma niente di più.
Questo OAV può quasi essere descritto come un classico esempio di "occasione sprecata". Ha dalla sua una storia piuttosto inverosimile (un "sirenetto" che va a vivere con un solitario ragazzo) che tuttavia, nonostante la velocità degli eventi, poteva dare qualche spunto in più, ma del resto in trenta minuti scarsi non ne viene dato modo. Devo dire che temevo si trattasse solo di un semplice slice of life con qualche sketch divertente e invece c'è un qualche sviluppo di entrambi i protagonisti. Gli altri personaggi... aspetta, c'erano altri personaggi? Devo essermeli persa per strada. Giusto il nonno ha una grossa importanza per il protagonista, gli altri sono delle mere comparse messe lì per fare numero. La storia ruota appunto attorno alla strana convivenza tra il tritone Isaki e il ragazzo triste, Shima, che il tritone ha salvato dall'annegamento e che in cambio è rimasto a vivere con lui, perché il povero Shima non si sentisse solo. Shima infatti si è sempre falsamente atteggiato a "bravo ragazzo" per farsi accettare, portando però il peso di un abbandono (i suoi genitori, quando era piccolo, si sono separati e il nonno ne ha preso l'affidamento), e, non riuscendo più ad essere sé stesso, sempre perfetto e obbediente, non riusciva a sentirsi amato dagli altri, per cui la morte del parente che più gli è stato vicino lo sconvolge. Il tritone, d'altro canto, che a una prima occhiata mi sembrava il classico personaggio allegro senza troppi pensieri, in realtà si preoccupa molto dell'umano che lo ha "pescato" e allo stesso tempo soffre nel rimanere solo quando il suo ospite è a scuola. Ne risulta una storia d'amore non proprio originalissima nello sviluppo ma piacevole nella sua brevità.
Il character design, anche se non proprio di mio gradimento (le unghie dei personaggi sono qualcosa di terrificante, per non parlare delle proporzioni buttate completamente a caso! E i lineamenti storti!), ha dalla sua una colorazione estremamente brillante che ben si sposa con l'ambientazione, e inoltre il colore non è uniforme ma spesso è unito a delle texture, soprattutto per quanto riguarda la capigliatura e l'abbigliamento dei personaggi - il tutto ricorda i retini nei manga, rendendo il character design molto particolare. Ma il vero, terrificante difetto di quest'opera sono le animazioni, che quasi non chiamerei tali perché praticamente non ci sono. In certe scene mi è sembrato di vedere uno slide-show di un manga con qualche piccolo movimento fatto da qualche youtuber alle prime armi. Perfino l'animazione della superficie dell'acqua, che visti i personaggi e l'ambientazione dovrebbe avere un certo livello di dettaglio, è veramente troppo elementare: l'acqua non si muove come dovrebbe e i personaggi che vi nuotano dentro, o soprattutto che ne escono fuori, non sembrano assolutamente stare galleggiando! A parte questo "piccolo" difetto è un OAV carino, se si vuole passare del tempo, ma niente di più.