Tokyo Ravens
Devo assolutamente ammettere che, prima di cimentarmi totalmente in "Tokyo Ravens", ero davvero molto titubante. L'ho iniziato precisamente due mesi fa, e ho abbandonato la visione al primo episodio, compiendo un grandissimo errore. Mi sono chiesta: "Perché gli utenti hanno fatto delle buonissime recensioni su questo anime?" Non riuscivo a capire cosa avesse di speciale, cosa colpisse particolarmente lo spettatore. Ho ricominciato la visione qualche settimana dopo - ancora molto dubbiosa -, ma ho cercato di lasciare i pregiudizi lontani da me. Ebbene, con lo scorrere degli episodi sono stata risucchiata da quest'opera, mi ha fatto sentire assai coinvolta. In quel momento ho capito qual era il cavallo di battaglia di "Tokyo Ravens": essere uno fantastico shōnen, arricchito con tantissimi elementi shōjo, leggermente accarezzato dal genere harem. Quest'anime porta con sé molti colpi di scena e momenti davvero molto entusiasmanti che mi hanno particolarmente sconvolta e ammaliata. La non-popolarità di questo anime penalizza non poco quest'opera, che definirei un piccolo "tesoro segreto" che in molti non sono ancora riusciti a trovare.
Il mio voto è 8, semplicemente perché il finale mi ha lasciato a bocca asciutta, facendomi sentire particolarmente vuota e piena di domande.
Il mio voto è 8, semplicemente perché il finale mi ha lasciato a bocca asciutta, facendomi sentire particolarmente vuota e piena di domande.
Quando mi sono avvicinato a "Tokyo Ravens", ero un po' dubbioso, ma ho deciso di guardarlo seguendo le tante recensioni positive postate sul sito, e... ho fatto davvero bene a fidarmi. "Tokyo Ravens" lo reputo un anime davvero completo, capace di tenere attaccato lo spettatore per ventiquattro episodi senza mai stancare.
La trama: la storia si incentra su Harutora, un giovane liceale membro del secondo ramo della famiglia Tsuchimikado. Questa antica casata è famosa nel mondo degli onmyouji (gli onmyouji sono esperti nelle arti magiche), soprattutto grazie a un loro avo considerato uno degli onmyouji più potenti. Harutora però non mostra grandi talenti, al contrario di tutti i membri della sua famiglia, e per questo decide di vivere in tranquillità in campagna con i suoi amici. Le sorti e la continuazione della tradizione degli Tsuchimikado vengono riposte in Natsume, membro del primo ramo della famiglia Tsuchimikado, nonché amica d'infanzia di Harutora. Dopo uno specifico evento Harutora decide di percorrere la strada per diventare un onmyouji, decidendo di diventare un famiglio di Natsume e di frequentare la scuola per onmyouji, assieme alla ragazza, a Tokyo. Da questo momento in poi la storia inizierà a prendere forma con continui colpi di scena.
Reputo questa opera completa, perché c'è tutto quello che si può desiderare: sentimentalismo, azione, mistero, magia. Tutti questi elementi sono ben combinati, e infatti un gran plauso va fatto alla regia che riesce a unire al meglio tutti questi elementi, creando puntate sempre avvincenti e interessanti. Sicuramente una nota positiva sono i tanti personaggi che sono presenti nella storia. Sia se si tratta di personaggi principali o secondari, ognuno è ben caratterizzato e avrà un suo peso nella trama. Apprezzabile soprattutto è l'evoluzione che ogni personaggio principale avrà durante l'intero arco narrativo: questo darà allo spettatore l'impressione di come gli eventi vengano concretamente a incidere sulla realtà. Ottima la grafica, così come le musiche, soprattutto la seconda opening e la canzone del ventesimo episodio mi sono rimaste impresse.
Come detto, tutto in questo anime funziona: storia accattivante, disegni molto belli, musiche azzeccatissime per ogni momento... sintesi di tutto questo nonché apice di quest'opera è, a mio parere, proprio il ventesimo episodio: un'esplosione di emozioni, accompagnata da musiche tanto suggestive e ottimi colpi di scena.
Avanti a tutti questi pregi è difficile trovare difetti... forse uno però esiste, e cioè il mancato seguito di questa prima stagione. Dopo varie ricerche ho scoperto che la vendita in Giappone di DVD e Blu-ray non è stata sufficiente per poter imbastire una seconda stagione, anche se l'anime ha comunque ben impressionato il popolo nipponico. Davvero un peccato, perché hanno avuto seguiti anime che, a mio parere, sono molto inferiori a "Tokyo Ravens". Fortunatamente l'opera si è conclusa in modo per me appagante, lasciando intendere che la storia continua. Come si suol dire, la speranza è l'ultima a morire, quindi in cuor mio continuerò a sperare in un seguito. Per ora mi limito semplicemente a fare un grande e meritatissimo plauso verso questo anime e a consigliarlo a tutti. Non ve ne pentirete.
La trama: la storia si incentra su Harutora, un giovane liceale membro del secondo ramo della famiglia Tsuchimikado. Questa antica casata è famosa nel mondo degli onmyouji (gli onmyouji sono esperti nelle arti magiche), soprattutto grazie a un loro avo considerato uno degli onmyouji più potenti. Harutora però non mostra grandi talenti, al contrario di tutti i membri della sua famiglia, e per questo decide di vivere in tranquillità in campagna con i suoi amici. Le sorti e la continuazione della tradizione degli Tsuchimikado vengono riposte in Natsume, membro del primo ramo della famiglia Tsuchimikado, nonché amica d'infanzia di Harutora. Dopo uno specifico evento Harutora decide di percorrere la strada per diventare un onmyouji, decidendo di diventare un famiglio di Natsume e di frequentare la scuola per onmyouji, assieme alla ragazza, a Tokyo. Da questo momento in poi la storia inizierà a prendere forma con continui colpi di scena.
Reputo questa opera completa, perché c'è tutto quello che si può desiderare: sentimentalismo, azione, mistero, magia. Tutti questi elementi sono ben combinati, e infatti un gran plauso va fatto alla regia che riesce a unire al meglio tutti questi elementi, creando puntate sempre avvincenti e interessanti. Sicuramente una nota positiva sono i tanti personaggi che sono presenti nella storia. Sia se si tratta di personaggi principali o secondari, ognuno è ben caratterizzato e avrà un suo peso nella trama. Apprezzabile soprattutto è l'evoluzione che ogni personaggio principale avrà durante l'intero arco narrativo: questo darà allo spettatore l'impressione di come gli eventi vengano concretamente a incidere sulla realtà. Ottima la grafica, così come le musiche, soprattutto la seconda opening e la canzone del ventesimo episodio mi sono rimaste impresse.
Come detto, tutto in questo anime funziona: storia accattivante, disegni molto belli, musiche azzeccatissime per ogni momento... sintesi di tutto questo nonché apice di quest'opera è, a mio parere, proprio il ventesimo episodio: un'esplosione di emozioni, accompagnata da musiche tanto suggestive e ottimi colpi di scena.
Avanti a tutti questi pregi è difficile trovare difetti... forse uno però esiste, e cioè il mancato seguito di questa prima stagione. Dopo varie ricerche ho scoperto che la vendita in Giappone di DVD e Blu-ray non è stata sufficiente per poter imbastire una seconda stagione, anche se l'anime ha comunque ben impressionato il popolo nipponico. Davvero un peccato, perché hanno avuto seguiti anime che, a mio parere, sono molto inferiori a "Tokyo Ravens". Fortunatamente l'opera si è conclusa in modo per me appagante, lasciando intendere che la storia continua. Come si suol dire, la speranza è l'ultima a morire, quindi in cuor mio continuerò a sperare in un seguito. Per ora mi limito semplicemente a fare un grande e meritatissimo plauso verso questo anime e a consigliarlo a tutti. Non ve ne pentirete.
Se dovessi giudicare "Tokyo Ravens" dai primi episodi, non potrei assolutamente essere indulgente nei miei giudizi. Arriverei alla stessa conclusione, se dovessi limitarmi alla conclusione, migliore del suo incipit, ma non poi di molto. Ma andiamo con ordine.
La serie animata è ambientata in un Giappone dove il potere spirituale, legato alle tradizioni e al folklore nipponico, è reale e sfocia in una magia riconosciuta dello stesso governo. Si tratta di un fenomeno ad appannaggio di pochi dotati, ma che rischia di causare serissimi incidenti. Quelli che dimostrano predisposizione per il mondo degli spiriti vengono mandati a studiare in una scuola apposita, per poi un giorno entrare al servizio della comunità. Tra questi vi è il nostro protagonista, Harutora, di suo poco coscienzioso e non particolarmente dotato, ma che tuttavia discende, sebbene da un ramo secondario, dalla famiglia che vantava il più importante sciamano mai esistito, Yakou Tsuchimikado. L’attuale perla della famiglia è Natsume, amica d’infanzia di Harutora e probabile reincarnazione di stesso Yakou. La prima parte dell’anime segue i nostri protagonisti nella scuola per diventare sciamani, con Harutora che riesce ad entrare solo perché diventa famiglio di Natsume. Sebbene poco predisposto, il protagonista sembra essere dotato di una sorprendente forza di volontà e intraprendenza.
L’incipit, come accennavo, non è così felice. La parte scolastica è frivola, banale, leggera e atta al ‘cazzeggio’. La butta sulle facili battute, inserisce qualche poco concreto filler sentimentale e la trascina un po’ per le lunghe. Nel mentre stende un minimo di basi per farci conoscere i personaggi, ma reputo avrebbero potuto operare in modo ben più efficace e interessante. Le cose iniziano a ingranare solo quando il fattore soprannaturale si fa più rilevante, i personaggi mostrano di avere vere potenzialità e iniziano ad essere sviscerati eventi interessanti del loro passato. Vengono mostrati gli antagonisti ed è proposta una piuttosto intricata vicenda complottistica, realizzata in modo molto intelligente.
La seconda metà dell’anime l’ho trovata veramente appassionante, sia come sceneggiatura che come ritmo, che diventa più incalzante. Oltre le vicende scolastiche e amorose, che mi sono sin dall’inizio parse poco fluide e già viste, si esplorano i personaggi secondari, diciamo gli “adulti”, che nascondono segreti di vario tipo, non così semplici da intuire e prevedere. Oltra la componente di azione, sempre più presente, si fa più rilevante il ruolo di Yakou che, sebbene non presente come personaggio, ha un’incidenza pesante sulla sceneggiatura, tale da influire pesantemente sul destino dei nostri protagonisti. Interessante anche come i ragazzi siano coinvolti e diventino l’ago della bilancio nei “giochi degli adulti”.
Il tutto scorre molto bene fino al finale: verso il terzultimo episodio si nota che il tempo inizia a scarseggiare e che rimangono troppe cose da chiudere. Tuttavia la visione rimane appassionante fino all’ultimo episodio, che pasticcia un po’ troppo, offrendo una soluzione sbrigativa, poco convincente e che lascia diversi aspetti aperti. Insomma, ho trovato la fine non soddisfacente e poco ispirata. Ci sarà un seguito? Ne varrebbe davvero la pena? Non lo so, ad essere sincero, per ora posso affermare che sono stato ripagato per non avere ‘droppato’ "Tokyo Ravens", nonostante una fine che lascia un po’ con l’amaro in bocca.
La serie animata è ambientata in un Giappone dove il potere spirituale, legato alle tradizioni e al folklore nipponico, è reale e sfocia in una magia riconosciuta dello stesso governo. Si tratta di un fenomeno ad appannaggio di pochi dotati, ma che rischia di causare serissimi incidenti. Quelli che dimostrano predisposizione per il mondo degli spiriti vengono mandati a studiare in una scuola apposita, per poi un giorno entrare al servizio della comunità. Tra questi vi è il nostro protagonista, Harutora, di suo poco coscienzioso e non particolarmente dotato, ma che tuttavia discende, sebbene da un ramo secondario, dalla famiglia che vantava il più importante sciamano mai esistito, Yakou Tsuchimikado. L’attuale perla della famiglia è Natsume, amica d’infanzia di Harutora e probabile reincarnazione di stesso Yakou. La prima parte dell’anime segue i nostri protagonisti nella scuola per diventare sciamani, con Harutora che riesce ad entrare solo perché diventa famiglio di Natsume. Sebbene poco predisposto, il protagonista sembra essere dotato di una sorprendente forza di volontà e intraprendenza.
L’incipit, come accennavo, non è così felice. La parte scolastica è frivola, banale, leggera e atta al ‘cazzeggio’. La butta sulle facili battute, inserisce qualche poco concreto filler sentimentale e la trascina un po’ per le lunghe. Nel mentre stende un minimo di basi per farci conoscere i personaggi, ma reputo avrebbero potuto operare in modo ben più efficace e interessante. Le cose iniziano a ingranare solo quando il fattore soprannaturale si fa più rilevante, i personaggi mostrano di avere vere potenzialità e iniziano ad essere sviscerati eventi interessanti del loro passato. Vengono mostrati gli antagonisti ed è proposta una piuttosto intricata vicenda complottistica, realizzata in modo molto intelligente.
La seconda metà dell’anime l’ho trovata veramente appassionante, sia come sceneggiatura che come ritmo, che diventa più incalzante. Oltre le vicende scolastiche e amorose, che mi sono sin dall’inizio parse poco fluide e già viste, si esplorano i personaggi secondari, diciamo gli “adulti”, che nascondono segreti di vario tipo, non così semplici da intuire e prevedere. Oltra la componente di azione, sempre più presente, si fa più rilevante il ruolo di Yakou che, sebbene non presente come personaggio, ha un’incidenza pesante sulla sceneggiatura, tale da influire pesantemente sul destino dei nostri protagonisti. Interessante anche come i ragazzi siano coinvolti e diventino l’ago della bilancio nei “giochi degli adulti”.
Il tutto scorre molto bene fino al finale: verso il terzultimo episodio si nota che il tempo inizia a scarseggiare e che rimangono troppe cose da chiudere. Tuttavia la visione rimane appassionante fino all’ultimo episodio, che pasticcia un po’ troppo, offrendo una soluzione sbrigativa, poco convincente e che lascia diversi aspetti aperti. Insomma, ho trovato la fine non soddisfacente e poco ispirata. Ci sarà un seguito? Ne varrebbe davvero la pena? Non lo so, ad essere sincero, per ora posso affermare che sono stato ripagato per non avere ‘droppato’ "Tokyo Ravens", nonostante una fine che lascia un po’ con l’amaro in bocca.
Cosa succede quando unisci l'elemento romantico a elementi da manga shonen e sai giocarti bene le carte? Semplice, ottieni "Tokyo Ravens".
L'anime ruota intorno a Tsuchimikado Harutora, al suo migliore amico Touji e a Natsume, la sua amica d'infanzia. Diversi altri personaggi andranno ad ampliare il cast, tutti perfetti sotto il punto di vista psicologico.
La trama invece ruota intorno all'elemento della magia sciamanica, che in questo ambiente è insegnata e impiegata in moltissimi ambiti, e alla figura di Yakou Tsuchimikado, lo sciamano reputato come il più potente.
La trama che ci viene proposta all'inizio sembra essere il classico minestrone riscaldato con elementi di fanservice, ma questo solo nelle primissime puntate; infatti la serie decollerà con l'arrivo di Harutora alla scuola sciamanica e con l'introduzione del resto del cast dei protagonisti. Sotto questo punto di vista l'anime si concentra sulla maturazione psicologica dei personaggi e li tratta con cura, non lasciandone nemmeno uno al caso o non trattato, salvo rare eccezioni. Ogni personaggio, seppur qualcuno ancora cada in stereotipi tanto amati dai Giapponesi, ha una propria caratterizzazione personale fatta a dir poco magnificamente, che piano piano maturerà e diventerà più interessante, specialmente per la triade dei personaggi principali. La storia inoltre non sarà affatto priva di colpi di scena sensazionali e combattimenti epici, che mi hanno veramente, ma veramente colpito anche grazie al coinvolgimento che gli eventi sanno darti. Sotto questo aspetto, se non fosse stato per il fatto che Harutora praticamente non provi emozioni come la vendetta o la rabbia verso qualcuno che gli ha recato danno, distruggendo l'umanità di un personaggio, gli avrei tranquillamene dato un bel dieci, perché se lo merita.
Per quanto riguarda il reparto tecnico, invece, se la gioca molto bene. I disegni sono godibili e scorrono davvero bene, gli effetti speciali sono molto, ma molto belli da vedere, le musiche invece sono un po' anonime. Il fanservice è limitato a rari momenti di rilassamento, ma paradossalmente l'opera migliora con il suo avanzamento: più si va avanti e più si rimane incollati allo schermo.
"Tokyo Ravens" è stato uno dei pochi anime che è balzato fra i miei preferiti in pochissimo tempo e ci rimarrà per sempre. Consigliato praticamente a tutti.
L'anime ruota intorno a Tsuchimikado Harutora, al suo migliore amico Touji e a Natsume, la sua amica d'infanzia. Diversi altri personaggi andranno ad ampliare il cast, tutti perfetti sotto il punto di vista psicologico.
La trama invece ruota intorno all'elemento della magia sciamanica, che in questo ambiente è insegnata e impiegata in moltissimi ambiti, e alla figura di Yakou Tsuchimikado, lo sciamano reputato come il più potente.
La trama che ci viene proposta all'inizio sembra essere il classico minestrone riscaldato con elementi di fanservice, ma questo solo nelle primissime puntate; infatti la serie decollerà con l'arrivo di Harutora alla scuola sciamanica e con l'introduzione del resto del cast dei protagonisti. Sotto questo punto di vista l'anime si concentra sulla maturazione psicologica dei personaggi e li tratta con cura, non lasciandone nemmeno uno al caso o non trattato, salvo rare eccezioni. Ogni personaggio, seppur qualcuno ancora cada in stereotipi tanto amati dai Giapponesi, ha una propria caratterizzazione personale fatta a dir poco magnificamente, che piano piano maturerà e diventerà più interessante, specialmente per la triade dei personaggi principali. La storia inoltre non sarà affatto priva di colpi di scena sensazionali e combattimenti epici, che mi hanno veramente, ma veramente colpito anche grazie al coinvolgimento che gli eventi sanno darti. Sotto questo aspetto, se non fosse stato per il fatto che Harutora praticamente non provi emozioni come la vendetta o la rabbia verso qualcuno che gli ha recato danno, distruggendo l'umanità di un personaggio, gli avrei tranquillamene dato un bel dieci, perché se lo merita.
Per quanto riguarda il reparto tecnico, invece, se la gioca molto bene. I disegni sono godibili e scorrono davvero bene, gli effetti speciali sono molto, ma molto belli da vedere, le musiche invece sono un po' anonime. Il fanservice è limitato a rari momenti di rilassamento, ma paradossalmente l'opera migliora con il suo avanzamento: più si va avanti e più si rimane incollati allo schermo.
"Tokyo Ravens" è stato uno dei pochi anime che è balzato fra i miei preferiti in pochissimo tempo e ci rimarrà per sempre. Consigliato praticamente a tutti.
Serie che mi ha sorpreso in un momento di tedio e mi ha tenuto piacevolmente intrigata fino all'ultimo episodio, cosa che di recente capita davvero raramente.
La trama non è super innovativa, eppure il modo in cui hanno scelto di gestirla mostra in luce positiva come da un fondo ritrito si possa costruire qualcosa di ben gestito e appassionante. Le vicende seguono gli eredi dell'antica famiglia Tsuchimikado, nobile stirpe di sciamani, durante l'apprendistato presso la scuola fondata a quanto pare dal loro più famoso membro Yakou Tsuchimikado, di cui si vocifera che la giovane e talentuosa Natsume, futura capofamiglia, sia la reincarnazione, mentre lo svogliato Harutora è, per tradizione in quanto membro del ramo cadetto, suo famiglio.
Il punto forte di questo anime è sicuramente il come le vicende vengono gestite e il fatto che viene dato uno sguardo a tutto tondo agli eventi narrati e ai personaggi coinvolti; non si dimentica l'introspezione e la crescita delle figure in gioco e si sta bene attenti a non scordarsi i vari aspetti e livelli di analisi. I protagonisti sono un gruppo di adolescenti, i casini narrati coinvolgono gruppi di adulti, con idee, background e filosofie di vita differenti; i sogni e le aspirazioni sono parimenti diversi e in conflitto per questo, e così le azioni, le scelte e onestamente il modo in cui tutto viene amalgamato con buon senso e coerentemente è assolutamente notevole. I colpi di scena non sono eccessivi, ma tutti nei punti giusti e non ci sono forzature di storie per reggere improbabili intrecci.
Il duo Harutora/Natsume si apre fin dai primi episodi, dando largo spazio a comprimari e secondari, di fatto proprio perché ci sono soggetti diversi in livelli diversi della società e degli scontri in atto; la visione di insieme dello spettatore la dà proprio il seguire svariati personaggi chiave di diverse fazioni in differenti punti di vista, ovviamente con la catena portante dei due protagonisti centrali.
I segreti e i dubbi vengono più o meno chiariti nell'evoluzione di trama, anche grazie a pratici flashback su taluni soggetti, che aiutano a capire le scelte fatte che hanno portato alla situazione attuale. Tuttavia alcune cose vengono lasciate nell'ombra e di fatto il finale si può dire un po'ambiguo, anche se calzante per come sono andate le cose.
Il profilo tecnico direi che è davvero buono, seppur non eccezionale, il comparto grafico ha delle buone animazioni e il tratto dei personaggi è gradevole; a volte infastidisce l'uso della CG per i famigli, che onestamente non sempre è calzante, ma nell'insieme diciamo che lo si accetta. Le musiche sono davvero gradevoli e ho apprezzato molto l'opening.
Anime sicuramente consigliato.
La trama non è super innovativa, eppure il modo in cui hanno scelto di gestirla mostra in luce positiva come da un fondo ritrito si possa costruire qualcosa di ben gestito e appassionante. Le vicende seguono gli eredi dell'antica famiglia Tsuchimikado, nobile stirpe di sciamani, durante l'apprendistato presso la scuola fondata a quanto pare dal loro più famoso membro Yakou Tsuchimikado, di cui si vocifera che la giovane e talentuosa Natsume, futura capofamiglia, sia la reincarnazione, mentre lo svogliato Harutora è, per tradizione in quanto membro del ramo cadetto, suo famiglio.
Il punto forte di questo anime è sicuramente il come le vicende vengono gestite e il fatto che viene dato uno sguardo a tutto tondo agli eventi narrati e ai personaggi coinvolti; non si dimentica l'introspezione e la crescita delle figure in gioco e si sta bene attenti a non scordarsi i vari aspetti e livelli di analisi. I protagonisti sono un gruppo di adolescenti, i casini narrati coinvolgono gruppi di adulti, con idee, background e filosofie di vita differenti; i sogni e le aspirazioni sono parimenti diversi e in conflitto per questo, e così le azioni, le scelte e onestamente il modo in cui tutto viene amalgamato con buon senso e coerentemente è assolutamente notevole. I colpi di scena non sono eccessivi, ma tutti nei punti giusti e non ci sono forzature di storie per reggere improbabili intrecci.
Il duo Harutora/Natsume si apre fin dai primi episodi, dando largo spazio a comprimari e secondari, di fatto proprio perché ci sono soggetti diversi in livelli diversi della società e degli scontri in atto; la visione di insieme dello spettatore la dà proprio il seguire svariati personaggi chiave di diverse fazioni in differenti punti di vista, ovviamente con la catena portante dei due protagonisti centrali.
I segreti e i dubbi vengono più o meno chiariti nell'evoluzione di trama, anche grazie a pratici flashback su taluni soggetti, che aiutano a capire le scelte fatte che hanno portato alla situazione attuale. Tuttavia alcune cose vengono lasciate nell'ombra e di fatto il finale si può dire un po'ambiguo, anche se calzante per come sono andate le cose.
Il profilo tecnico direi che è davvero buono, seppur non eccezionale, il comparto grafico ha delle buone animazioni e il tratto dei personaggi è gradevole; a volte infastidisce l'uso della CG per i famigli, che onestamente non sempre è calzante, ma nell'insieme diciamo che lo si accetta. Le musiche sono davvero gradevoli e ho apprezzato molto l'opening.
Anime sicuramente consigliato.
"Tokyo Ravens" è un anime uscito nel 2013 e può essere classificato come soprannaturale, d'azione, ma anche scolastico e sentimentale. Insomma, già da questo si può osservare come "Tokyo Ravens" sia un'opera completa, che unisce azione, magia e amore. Un mix entusiasmante che mi ha fatto apprezzare moltissimo tutti e ventiquattro gli episodi, senza momenti soporiferi.
Questo paragrafo contiene lievi spoiler
Harutora Tsuchimikado è un ragazzo apparentemente normale, privo di poteri magici, nonostante la sua sia una famiglia di rilievo all'interno del mondo degli sciamani. Vive in un piccolo paesino di campagna e passa le sue giornate da scolaro insieme a Touji Ato e Hokuto. Quest'ultima è segretamente innamorata di Harutora, ma non riesce a confessarsi fino all'ultimo momento, troppo tardi per evitare il disastro, l'arrivo di Suzuka Dairenji, una giovane e potente sciamana intenzionata a compiere un rituale proibito al fine di resuscitare suo fratello, e Natsume Tsuchimikado, cugina di Harutora e membro della casata principale degli Tsuchimikado. Suzuka ruba il potere a Natsume e, nel tentativo di impedirglielo, Hokuto viene uccisa proprio davanti Harutora, sfruttando le ultime parole per confessare il proprio amore.
La situazione diventa critica: Harutora riesce a fermare il rituale grazie all'aiuto della cugina, ma ormai non può più vivere tranquillamente come voleva. Viene spedito a Tokyo in una rinomata scuola per sciamani e catapultato nel mondo soprannaturale della città, pieno di demoni, evocazioni e poteri misteriosi. Rassicuro subito che Hokuto, nonostante morta, risulterà essere un fantoccio controllato da lontano e, dunque, sorge spontanea una domanda: chi era in realtà Hokuto? Harutora spera di trovare risposte in città, così da poter continuare l'amicizia con la ragazza e coltivare l'amore che stava per sbocciare prima della tragica morte della fanciulla.
Fine parte contenente spoiler
La storia scorre in maniera chiara e lineare, senza però disdegnare colpi di scena e intrighi. La regia è eccellente e le varie scene sono organizzate in maniera tale da coinvolgere lo spettatore dal primo all'ultimo episodio, alternando scene d'azione con vicende della vita quotidiana, comiche e sentimentali.
La grafica è di buon livello, anche se devo fare una piccola puntualizzazione sull'utilizzo forse troppo manifesto nella realizzazione di alcuni famigli (mostri evocabili dagli sciamani). Quest'ultimo piccolo difetto comunque non condiziona per nulla la qualità dell'anime, rappresentando più che altro un mio gusto personale. L'opening e l'ending sono accattivanti e così pure l'ottima colonna sonora.
Concentrandosi ora nell'analisi dei personaggi, si può constatare una discreta caratterizzazione e delineazione dei sentimenti ed emozioni dei vari protagonisti. Ognuno presenta una personalità ben definita, dettata dal proprio passato e dalle proprie esperienze personali e, nonostante la presenza di alcuni classici stereotipi (tali perché diffusi in quasi tutti gli anime), non si riscontrano sentimentalismi esasperati o comportamenti troppo demenziali.
Ancora più importante, forse essenziale per la realizzazione di una buona opera, è la crescita interiore: l'evoluzione dei comportamenti e del modo di agire. I protagonisti di "Tokyo Ravens" non rimangono affatto immutati, anzi, nelle loro azioni pesano considerevolmente le esperienze pregresse, così da portare a uno sviluppo interno.
L'anime qui analizzato mostra tutte le potenzialità per essere un capolavoro e vorrei premiarlo con un voto degno di nota. Personalmente tendo a guardare con un occhio la grafica e il comparto tecnico e con l'altro la storia, che, a sua volta, non deve essere né troppo seria né troppo demenziale. "Tokyo Ravens" riesce a unire le qualità di una commedia scolastica e i pregi di un anime di magia/azione.
Voto finale: 9
Questo paragrafo contiene lievi spoiler
Harutora Tsuchimikado è un ragazzo apparentemente normale, privo di poteri magici, nonostante la sua sia una famiglia di rilievo all'interno del mondo degli sciamani. Vive in un piccolo paesino di campagna e passa le sue giornate da scolaro insieme a Touji Ato e Hokuto. Quest'ultima è segretamente innamorata di Harutora, ma non riesce a confessarsi fino all'ultimo momento, troppo tardi per evitare il disastro, l'arrivo di Suzuka Dairenji, una giovane e potente sciamana intenzionata a compiere un rituale proibito al fine di resuscitare suo fratello, e Natsume Tsuchimikado, cugina di Harutora e membro della casata principale degli Tsuchimikado. Suzuka ruba il potere a Natsume e, nel tentativo di impedirglielo, Hokuto viene uccisa proprio davanti Harutora, sfruttando le ultime parole per confessare il proprio amore.
La situazione diventa critica: Harutora riesce a fermare il rituale grazie all'aiuto della cugina, ma ormai non può più vivere tranquillamente come voleva. Viene spedito a Tokyo in una rinomata scuola per sciamani e catapultato nel mondo soprannaturale della città, pieno di demoni, evocazioni e poteri misteriosi. Rassicuro subito che Hokuto, nonostante morta, risulterà essere un fantoccio controllato da lontano e, dunque, sorge spontanea una domanda: chi era in realtà Hokuto? Harutora spera di trovare risposte in città, così da poter continuare l'amicizia con la ragazza e coltivare l'amore che stava per sbocciare prima della tragica morte della fanciulla.
Fine parte contenente spoiler
La storia scorre in maniera chiara e lineare, senza però disdegnare colpi di scena e intrighi. La regia è eccellente e le varie scene sono organizzate in maniera tale da coinvolgere lo spettatore dal primo all'ultimo episodio, alternando scene d'azione con vicende della vita quotidiana, comiche e sentimentali.
La grafica è di buon livello, anche se devo fare una piccola puntualizzazione sull'utilizzo forse troppo manifesto nella realizzazione di alcuni famigli (mostri evocabili dagli sciamani). Quest'ultimo piccolo difetto comunque non condiziona per nulla la qualità dell'anime, rappresentando più che altro un mio gusto personale. L'opening e l'ending sono accattivanti e così pure l'ottima colonna sonora.
Concentrandosi ora nell'analisi dei personaggi, si può constatare una discreta caratterizzazione e delineazione dei sentimenti ed emozioni dei vari protagonisti. Ognuno presenta una personalità ben definita, dettata dal proprio passato e dalle proprie esperienze personali e, nonostante la presenza di alcuni classici stereotipi (tali perché diffusi in quasi tutti gli anime), non si riscontrano sentimentalismi esasperati o comportamenti troppo demenziali.
Ancora più importante, forse essenziale per la realizzazione di una buona opera, è la crescita interiore: l'evoluzione dei comportamenti e del modo di agire. I protagonisti di "Tokyo Ravens" non rimangono affatto immutati, anzi, nelle loro azioni pesano considerevolmente le esperienze pregresse, così da portare a uno sviluppo interno.
L'anime qui analizzato mostra tutte le potenzialità per essere un capolavoro e vorrei premiarlo con un voto degno di nota. Personalmente tendo a guardare con un occhio la grafica e il comparto tecnico e con l'altro la storia, che, a sua volta, non deve essere né troppo seria né troppo demenziale. "Tokyo Ravens" riesce a unire le qualità di una commedia scolastica e i pregi di un anime di magia/azione.
Voto finale: 9
Tokyo Ravens è una serie costituita da ventiquattro episodi tratta dalla serie di light novel scritte da Kouhei Azano e illustrate da Sumihei, animata dallo studio 8-Bit con la regia di Takaomi Kanasaki.
Harutora Tsuchimikado è un liceale discendente da una famiglia di onmyouji, ovvero degli spiritualisti giapponesi dediti alla magia e a pratiche esoteriche, talvolta assimilati agli sciamani (vedi "Shaman King"); Harutora però non vanta alcun potere particolare. Il ritorno in città di una amica d'infanzia e futura erede alla guida della famiglia, Natsume, porterà non poco scompiglio nella sua vita quotidiana...
Tokyo Ravens ha un inizio poco promettente, pensavo infatti di trovarmi di fronte alla solita commediola sentimentale dove viene inserito un po' di soprannaturale giusto per dargli quel pizzico in più, con protagonisti poco incisivi e situazioni per nulla interessanti; ecco invece entrare in scena il soprannaturale con tutto ciò che ne consegue: combattimenti, nemici, lati oscuri e... colpi di scena! Perché se c'è una cosa che non manca in questa serie sono proprio questi. Intricatissima la storia, pregna di tradimenti, doppiogiochisti, voltagabbana, organizzazioni segrete, personaggi loschi e molti altri nascosti nell'ombra solo in attesa del loro momento; misteri e talmente tanti nomi (tenete a portata di mano carta e penna e annotateli!) e fatti da far girare la testa! In ventiquattro episodi si formeranno alleanze, amicizie, nasceranno amori e si sobilleranno ribellioni e credi adulatori verso entità dubbie. In tutto questo, egregiamente giostrato a livello registico, ecco riproporsi varie volte il lato sentimentale, quel lato che purtroppo è davvero realizzato male, penalizzante direi. Troppe moine, fraintendimenti assurdi, situazioni protratte fino all'inverosimile, il tutto alimentato dall'idiozia di alcuni personaggi (non sono cattiva io, è che il protagonista è un idiota), che prendono lucciole per lanterne e non capiscono la situazione finché non ci sbattono la faccia ripetutamente. Spesso e volentieri sono i personaggi secondari a mandare avanti la baracca, dando maggior spessore e rendendo la serie ancor più movimentata e godibile, creando e giostrando situazioni pericolose.
I combattimenti sono graficamente buoni, purtroppo vittime di cali abbastanza vistosi; rendono comunque bene e sono entusiasmanti sopratutto quando entrano in gioco i "big" della storia. Storia che finalmente e definitivamente imbocca la strada giusta e mette la quinta nella seconda metà della serie, regalando grandi soddisfazioni.
La crescita interiore dei personaggi è relativamente irrilevante: avremo una sufficiente quanto tipica maturazione di tutti i protagonisti, nulla di particolarmente incisivo. Di alcuni scopriremo il passato, il che aiuterà nel provare empatia e nel giustificare certe scelte e situazioni che potrebbero sembrare poco chiare o addirittura irreali.
Tornando alla grafica, si nota subito l'uso della CG per animare sopratutto gli spiriti (e grazie al cielo ci si limita solo a quelli - ogni riferimento è puramente casuale); il chara è carino, anche se i visi hanno tratti marcatamente troppo duri e affilati per i miei gusti.
Le soundtrack sono davvero belle, sia le due opening che le rispettive ending; in particolare mi hanno colpita X-Encounter by Maon Kurosaki e Break A Spell by Mami Kawada. Anche, e soprattutto, le OST che troveremo durante la visione, quelle in particolare che caratterizzano le battaglie, sono davvero belle.
Il finale è più che sibillino; la cosa da una parte mi ha disturbata, mentre dall'altra sembra lasciare intendere la probabile e auspicabile realizzazione di una seconda stagione.
Con questa speranza consiglio a tutti la visione di questa serie, che purtroppo non merita oltre un 8, essendosi crogiolata troppo su un lato sentimentale poco coinvolgente.
Harutora Tsuchimikado è un liceale discendente da una famiglia di onmyouji, ovvero degli spiritualisti giapponesi dediti alla magia e a pratiche esoteriche, talvolta assimilati agli sciamani (vedi "Shaman King"); Harutora però non vanta alcun potere particolare. Il ritorno in città di una amica d'infanzia e futura erede alla guida della famiglia, Natsume, porterà non poco scompiglio nella sua vita quotidiana...
Tokyo Ravens ha un inizio poco promettente, pensavo infatti di trovarmi di fronte alla solita commediola sentimentale dove viene inserito un po' di soprannaturale giusto per dargli quel pizzico in più, con protagonisti poco incisivi e situazioni per nulla interessanti; ecco invece entrare in scena il soprannaturale con tutto ciò che ne consegue: combattimenti, nemici, lati oscuri e... colpi di scena! Perché se c'è una cosa che non manca in questa serie sono proprio questi. Intricatissima la storia, pregna di tradimenti, doppiogiochisti, voltagabbana, organizzazioni segrete, personaggi loschi e molti altri nascosti nell'ombra solo in attesa del loro momento; misteri e talmente tanti nomi (tenete a portata di mano carta e penna e annotateli!) e fatti da far girare la testa! In ventiquattro episodi si formeranno alleanze, amicizie, nasceranno amori e si sobilleranno ribellioni e credi adulatori verso entità dubbie. In tutto questo, egregiamente giostrato a livello registico, ecco riproporsi varie volte il lato sentimentale, quel lato che purtroppo è davvero realizzato male, penalizzante direi. Troppe moine, fraintendimenti assurdi, situazioni protratte fino all'inverosimile, il tutto alimentato dall'idiozia di alcuni personaggi (non sono cattiva io, è che il protagonista è un idiota), che prendono lucciole per lanterne e non capiscono la situazione finché non ci sbattono la faccia ripetutamente. Spesso e volentieri sono i personaggi secondari a mandare avanti la baracca, dando maggior spessore e rendendo la serie ancor più movimentata e godibile, creando e giostrando situazioni pericolose.
I combattimenti sono graficamente buoni, purtroppo vittime di cali abbastanza vistosi; rendono comunque bene e sono entusiasmanti sopratutto quando entrano in gioco i "big" della storia. Storia che finalmente e definitivamente imbocca la strada giusta e mette la quinta nella seconda metà della serie, regalando grandi soddisfazioni.
La crescita interiore dei personaggi è relativamente irrilevante: avremo una sufficiente quanto tipica maturazione di tutti i protagonisti, nulla di particolarmente incisivo. Di alcuni scopriremo il passato, il che aiuterà nel provare empatia e nel giustificare certe scelte e situazioni che potrebbero sembrare poco chiare o addirittura irreali.
Tornando alla grafica, si nota subito l'uso della CG per animare sopratutto gli spiriti (e grazie al cielo ci si limita solo a quelli - ogni riferimento è puramente casuale); il chara è carino, anche se i visi hanno tratti marcatamente troppo duri e affilati per i miei gusti.
Le soundtrack sono davvero belle, sia le due opening che le rispettive ending; in particolare mi hanno colpita X-Encounter by Maon Kurosaki e Break A Spell by Mami Kawada. Anche, e soprattutto, le OST che troveremo durante la visione, quelle in particolare che caratterizzano le battaglie, sono davvero belle.
Il finale è più che sibillino; la cosa da una parte mi ha disturbata, mentre dall'altra sembra lasciare intendere la probabile e auspicabile realizzazione di una seconda stagione.
Con questa speranza consiglio a tutti la visione di questa serie, che purtroppo non merita oltre un 8, essendosi crogiolata troppo su un lato sentimentale poco coinvolgente.
Se c'è una serie "iconica" che ha contraddistinto la florida stagione autunnale 2013 è sicuramente "Tokyo Ravens". Un'opera molto dinamica e coinvolgente, sostanzialmente ben fatta, seppur con qualche episodica caduta di stile.
"Tokyo Ravens" è una serie della stagione autunnale 2013 composta da ventiquattro episodi di durata canonica. L'opera deriva dall'omonima light novel del 2010, la quale ha ispirato un manga nello stesso anno.
Trama: Harutora Tsuchimikado è figlio di una prestigiosa famiglia di Onmyoji, ossia una tipologia di mistici sciamani tipici del Giappone a partire dal VI secolo dopo Cristo. Una caratteristica tipica di questa tipologia sciamanica risiede nel fatto che hanno la facoltà di poter evocare degli Shikigami, ossia una sorta di famigli che utilizzano come loro servitori o guardiani. Harutora, contrariamente al buon sangue della famiglia, sembra non possedere alcun talento particolare, tuttavia trascorre con serenità i propri giorni in compagnia dei suoi amici. Un giorno, la sua amica d'infanzia Natsume Tsuchimikado ricompare dopo tanto tempo, e questa comparsa è considerabile come il fulcro su cui l'intera storia di dispiegherà, mutando le sorti dello stesso Harutora e dei suoi amici coinvolti. Harutora & friends diverranno membri della scuola di preparazione degli sciamani e dovranno scongiurare i vari disastri di natura spirituale.
Grafica: complessivamente accettabile. Le ambientazioni sono molto gradevoli, buon livello di dettaglio, buona varietà. Le animazioni sono nella media del 2014, fluide e rapide. Il character design, pur essendo molto spigoloso, non è affatto malvagio e risulta più gradevole rispetto alla light novel e, soprattutto, rispetto al manga. Buon monster design, seppure l'utilizzo della computer graphics risulti a volte inappropriato e stoni con l'estetica della serie.
Sonoro: nulla da eccepire sul comparto sonoro. Opening molto aggressive e dinamiche, ending differenti, la prima, più dolce e delicata, la seconda tendente al dubstep. Molto belle le OST, ottimi gli effetti sonori. Ottimo doppiaggio.
Personaggi: il giudizio è positivo. I personaggi di "Tokyo Ravens" sono caratterizzati piuttosto bene, risultando spesso simpatici e divertenti, altri sono decisamente più intriganti e carismatici. Buono il fattore introspettivo. Non manca nemmeno una buona dose di fattore evolutivo. Ottima l'interazione.
Sceneggiatura: "Tokyo Ravens" presenta una struttura composita, costituita da una serie di archi narrativi che nascono e si concludono all'interno della serie. In tal modo si massimizza la fruibilità e la chiarezza narrativa, così da focalizzare maggiormente l'attenzione dello spettatore su ciascuna saga piuttosto che su una visione globale dell'opera. La gestione temporale non è molto lineare, accade spesso che imponenti flashback e flashforward s'intersechino all'interno degli episodi (talvolta più di uno) e ricostruiscano la linea temporale. Non è cosa semplice, ma ciò è ben realizzato e la fruibilità finale non è compromessa. Il ritmo s'attesta su livelli medi. Non mancano le scene d'azione, spesso s'assiste a notevoli dosi di violenza; da segnalare una gestione non ottimale della componente sentimentale, soprattutto nella prima metà della serie, la quale risulta un po' stupida e dispersiva ai fini della trama (personalmente non ho gradito molto la storia di Hokuto). Non manca nemmeno la morte o scene di mutilazione/menomazione, fortunatamente non volgari né immotivate. È presente un moderato quantitativo di fanservice. I dialoghi sono ottimi.
Finale: veramente bello e ben fatto. L'ultimo episodio è strutturato molto bene, e con sibillina astuzia sa invogliare lo spettatore a un'eventuale seconda serie, tra fugaci espressioni che tradiscono dialoghi mancati, ottimi combattimenti, rivelazioni e una buona componente sentimentale che tuttavia sembra non essere definitiva.
In sintesi, "Tokyo Ravens" è un altro fulgido esempio di storia ben strutturata, ben sviluppata e coinvolgente. Un degno rappresentante della stagione autunnale 2013. Un'opera che sa appassionare e commuovere, pur con i suoi innegabili difetti. Consigliata a chiunque cerchi una serie intrisa d'azione, sentimento, misticismo, magia e colpi di scena.
"Tokyo Ravens" è una serie della stagione autunnale 2013 composta da ventiquattro episodi di durata canonica. L'opera deriva dall'omonima light novel del 2010, la quale ha ispirato un manga nello stesso anno.
Trama: Harutora Tsuchimikado è figlio di una prestigiosa famiglia di Onmyoji, ossia una tipologia di mistici sciamani tipici del Giappone a partire dal VI secolo dopo Cristo. Una caratteristica tipica di questa tipologia sciamanica risiede nel fatto che hanno la facoltà di poter evocare degli Shikigami, ossia una sorta di famigli che utilizzano come loro servitori o guardiani. Harutora, contrariamente al buon sangue della famiglia, sembra non possedere alcun talento particolare, tuttavia trascorre con serenità i propri giorni in compagnia dei suoi amici. Un giorno, la sua amica d'infanzia Natsume Tsuchimikado ricompare dopo tanto tempo, e questa comparsa è considerabile come il fulcro su cui l'intera storia di dispiegherà, mutando le sorti dello stesso Harutora e dei suoi amici coinvolti. Harutora & friends diverranno membri della scuola di preparazione degli sciamani e dovranno scongiurare i vari disastri di natura spirituale.
Grafica: complessivamente accettabile. Le ambientazioni sono molto gradevoli, buon livello di dettaglio, buona varietà. Le animazioni sono nella media del 2014, fluide e rapide. Il character design, pur essendo molto spigoloso, non è affatto malvagio e risulta più gradevole rispetto alla light novel e, soprattutto, rispetto al manga. Buon monster design, seppure l'utilizzo della computer graphics risulti a volte inappropriato e stoni con l'estetica della serie.
Sonoro: nulla da eccepire sul comparto sonoro. Opening molto aggressive e dinamiche, ending differenti, la prima, più dolce e delicata, la seconda tendente al dubstep. Molto belle le OST, ottimi gli effetti sonori. Ottimo doppiaggio.
Personaggi: il giudizio è positivo. I personaggi di "Tokyo Ravens" sono caratterizzati piuttosto bene, risultando spesso simpatici e divertenti, altri sono decisamente più intriganti e carismatici. Buono il fattore introspettivo. Non manca nemmeno una buona dose di fattore evolutivo. Ottima l'interazione.
Sceneggiatura: "Tokyo Ravens" presenta una struttura composita, costituita da una serie di archi narrativi che nascono e si concludono all'interno della serie. In tal modo si massimizza la fruibilità e la chiarezza narrativa, così da focalizzare maggiormente l'attenzione dello spettatore su ciascuna saga piuttosto che su una visione globale dell'opera. La gestione temporale non è molto lineare, accade spesso che imponenti flashback e flashforward s'intersechino all'interno degli episodi (talvolta più di uno) e ricostruiscano la linea temporale. Non è cosa semplice, ma ciò è ben realizzato e la fruibilità finale non è compromessa. Il ritmo s'attesta su livelli medi. Non mancano le scene d'azione, spesso s'assiste a notevoli dosi di violenza; da segnalare una gestione non ottimale della componente sentimentale, soprattutto nella prima metà della serie, la quale risulta un po' stupida e dispersiva ai fini della trama (personalmente non ho gradito molto la storia di Hokuto). Non manca nemmeno la morte o scene di mutilazione/menomazione, fortunatamente non volgari né immotivate. È presente un moderato quantitativo di fanservice. I dialoghi sono ottimi.
Finale: veramente bello e ben fatto. L'ultimo episodio è strutturato molto bene, e con sibillina astuzia sa invogliare lo spettatore a un'eventuale seconda serie, tra fugaci espressioni che tradiscono dialoghi mancati, ottimi combattimenti, rivelazioni e una buona componente sentimentale che tuttavia sembra non essere definitiva.
In sintesi, "Tokyo Ravens" è un altro fulgido esempio di storia ben strutturata, ben sviluppata e coinvolgente. Un degno rappresentante della stagione autunnale 2013. Un'opera che sa appassionare e commuovere, pur con i suoi innegabili difetti. Consigliata a chiunque cerchi una serie intrisa d'azione, sentimento, misticismo, magia e colpi di scena.
In una Tokyo in cui la magia si fonde alla realtà e gli sciamani occupano un posto di rilievo all'interno della classe al potere, si districa la storia di un gruppo di ragazzi che studiano per divenire un giorno dei grandi onmyōji, ossia specialisti nelle arti divinatorie e magiche. Questi stessi ragazzi si ritrovano purtroppo coinvolti in un evento che affonda le origini nel passato e che ritorna nel presente accompagnato dalle scure e nere piume dei corvi, che anglicizzati danno il nome all'anime. Tokyo Ravens è una storia d'amore che si intreccia al genere mistery fantasy, in un miscuglio di momenti romantici e combattimenti a colpi di incantesimi, invocando da un mondo al di là ad unirsi agli uomini in questo magico festival draghi, orchi, kitsune, demoni e vari altri esseri di natura mistica.
Harutora e Natsume, i protagonisti, sono amici di infanzia e nutrono l'uno rispetto all'altra un sentimento che nasce silenziosamente per irrompere nelle puntate finali con una forza devastante. Per tenere legato a sé il ragazzo che le ha sempre fatto battere il cuore, Natsume convince Harutora a diventare il suo famiglio, andando a prendere quello che è il posto di uno shikigami, piccoli o grandi spiriti che dall'altra sponda vengono richiamati sulla Terra per svolgere una funzione di protezione nei riguardi del proprio padrone. Particolarità degli sciamani è infatti quella di saper destreggiarsi sul confine fra i due mondi in una danza che vede spiriti e esseri umani oltrepassare il limite fra la vita e la morte. Entrambi i ragazzi appartengono alla potente famiglia Tsuchimikado, legata al culto scintoista dell'onmyōdō, sviluppatosi con Yasutomi nella metà del periodo Edo (1603-1868) e che riprende, perfezionandola, quell'arte magica tramandata dall'epoca Heian (794-1185) da Abe no Seimei e discepoli, il cui compito era quello di invocare la fortuna, scacciare le influenze demoniache e pregare per la salvezza dell'imperatore e la pace del regno.
Con una trama che ha tutte le carte in regola per essere una grande storia, coinvolgente e interessante, emozionante e adrenalinica, Tokyo Ravens è un anime che si perde all'interno della sua filigrana, errando nel porre sulla scena personaggi che non hanno la forza e la presenza adatta a gestire l'insieme. Escludendo il maestro Ōtomo, sicuramente il più riuscito della serie, e Ashiya Douman, uno dei più potenti onmyōji dell'era di Abe no Seimei, che per l'occasione viene riportato in auge, sia Harutora sia Natsume, ma anche gli altri loro amici e aiutanti, nemici e antagonisti, hanno una caratterizzazione poco costruita, molto stereotipata, a volte così scontata da risultare irritante. Da un inizio che fin da subito vuole porre lo spettatore in uno stato di coinvolgimento emotivo importante (e sottolineo "vuole", perché fondamentalmente non ci riesce!), ci si aspetterebbe dei protagonisti dal grande spessore e forza d'animo, mentre invece ci vengono posti dinanzi personaggi in balia di sentimenti blandi, dai rossori ingiustificati, senza un minimo di carattere e senza aspirazioni, che si lasciano trascinare fino a quando non è lo stesso contorno della trama a calare come un sipario sulle loro vite, spegnendo quell'adolescenza esasperata e accendendo un po' di buon senso.
E', infatti, nella seconda parte della storia, andata in onda questo inverno, poiché la serie ha occupato ben due stagioni per un totale di ventiquattro episodi, a volte sembrati un po' troppo allungati, che Tokyo Ravens sembra risvegliarsi come una fenice addormentata e spiccare il volo come anime. Purtroppo non mi è quasi per niente piaciuta la prima parte, incentrata sul rapporto esacerbato e immaturo fra Natsume e Harutora e sulla presentazione del gruppetto di amici, tutti non poco fastidiosi fatta eccezione per Touji, il mezzorco - ricordato più come il belloccio con la bandana! Tuttavia ho trovato che il secondo frammento fosse meglio articolato e intrigante, fors'anche perché poneva sulla scena più personaggi e non si incentrava quindi sulla coppia di protagonisti, i quali in più di un'occasione mi hanno strappato sorrisi amari e fastidio.
Nonostante un chara design e apparato tecnico abbastanza validi, Tokyo Ravens è quindi un anime che, partito troppo lentamente, non riesce a coinvolgere appieno fin dall'inizio lo spettatore, il quale resta più o meno colpito dalla seconda metà, imbastita sull'azione e la risoluzione dell'elemento misterioso. Dopo aver fatto un confronto tra prima e seconda parte, verso la fine ti lascia con un senso di delusione e amarezza, scaturente dalla mancata realizzazione di una trama che aveva del grosso potenziale ma che l'ha sprecato. E' per questo motivo che non mi sento né di consigliarlo (c'è di meglio!) né di dare la sufficienza, con la speranza che se mai ci sarà una seconda serie questa non sperperi tempo ad approfondire relazioni inutili, e si concentri di più sulla bellezza dell'intreccio paranormal romance.
Harutora e Natsume, i protagonisti, sono amici di infanzia e nutrono l'uno rispetto all'altra un sentimento che nasce silenziosamente per irrompere nelle puntate finali con una forza devastante. Per tenere legato a sé il ragazzo che le ha sempre fatto battere il cuore, Natsume convince Harutora a diventare il suo famiglio, andando a prendere quello che è il posto di uno shikigami, piccoli o grandi spiriti che dall'altra sponda vengono richiamati sulla Terra per svolgere una funzione di protezione nei riguardi del proprio padrone. Particolarità degli sciamani è infatti quella di saper destreggiarsi sul confine fra i due mondi in una danza che vede spiriti e esseri umani oltrepassare il limite fra la vita e la morte. Entrambi i ragazzi appartengono alla potente famiglia Tsuchimikado, legata al culto scintoista dell'onmyōdō, sviluppatosi con Yasutomi nella metà del periodo Edo (1603-1868) e che riprende, perfezionandola, quell'arte magica tramandata dall'epoca Heian (794-1185) da Abe no Seimei e discepoli, il cui compito era quello di invocare la fortuna, scacciare le influenze demoniache e pregare per la salvezza dell'imperatore e la pace del regno.
Con una trama che ha tutte le carte in regola per essere una grande storia, coinvolgente e interessante, emozionante e adrenalinica, Tokyo Ravens è un anime che si perde all'interno della sua filigrana, errando nel porre sulla scena personaggi che non hanno la forza e la presenza adatta a gestire l'insieme. Escludendo il maestro Ōtomo, sicuramente il più riuscito della serie, e Ashiya Douman, uno dei più potenti onmyōji dell'era di Abe no Seimei, che per l'occasione viene riportato in auge, sia Harutora sia Natsume, ma anche gli altri loro amici e aiutanti, nemici e antagonisti, hanno una caratterizzazione poco costruita, molto stereotipata, a volte così scontata da risultare irritante. Da un inizio che fin da subito vuole porre lo spettatore in uno stato di coinvolgimento emotivo importante (e sottolineo "vuole", perché fondamentalmente non ci riesce!), ci si aspetterebbe dei protagonisti dal grande spessore e forza d'animo, mentre invece ci vengono posti dinanzi personaggi in balia di sentimenti blandi, dai rossori ingiustificati, senza un minimo di carattere e senza aspirazioni, che si lasciano trascinare fino a quando non è lo stesso contorno della trama a calare come un sipario sulle loro vite, spegnendo quell'adolescenza esasperata e accendendo un po' di buon senso.
E', infatti, nella seconda parte della storia, andata in onda questo inverno, poiché la serie ha occupato ben due stagioni per un totale di ventiquattro episodi, a volte sembrati un po' troppo allungati, che Tokyo Ravens sembra risvegliarsi come una fenice addormentata e spiccare il volo come anime. Purtroppo non mi è quasi per niente piaciuta la prima parte, incentrata sul rapporto esacerbato e immaturo fra Natsume e Harutora e sulla presentazione del gruppetto di amici, tutti non poco fastidiosi fatta eccezione per Touji, il mezzorco - ricordato più come il belloccio con la bandana! Tuttavia ho trovato che il secondo frammento fosse meglio articolato e intrigante, fors'anche perché poneva sulla scena più personaggi e non si incentrava quindi sulla coppia di protagonisti, i quali in più di un'occasione mi hanno strappato sorrisi amari e fastidio.
Nonostante un chara design e apparato tecnico abbastanza validi, Tokyo Ravens è quindi un anime che, partito troppo lentamente, non riesce a coinvolgere appieno fin dall'inizio lo spettatore, il quale resta più o meno colpito dalla seconda metà, imbastita sull'azione e la risoluzione dell'elemento misterioso. Dopo aver fatto un confronto tra prima e seconda parte, verso la fine ti lascia con un senso di delusione e amarezza, scaturente dalla mancata realizzazione di una trama che aveva del grosso potenziale ma che l'ha sprecato. E' per questo motivo che non mi sento né di consigliarlo (c'è di meglio!) né di dare la sufficienza, con la speranza che se mai ci sarà una seconda serie questa non sperperi tempo ad approfondire relazioni inutili, e si concentri di più sulla bellezza dell'intreccio paranormal romance.