Dansai Bunri no Crime Edge
"Dansai Bunri no Crime Edge" è una serie del 2013, composta da 13 episodi e classificabile come anime d'azione con una buona dose di mistero. Un'opera che mi ha lasciato perplesso dall'inizio alla fine, non sapendo bene come considerarla. In quanto a trama e personaggi non è proprio il massimo, ma dal punto di vista grafico e per alcuni sviluppi in particolare, è riuscita ad affascinare e coinvolgere lo spettatore. Una serie sufficiente che, però, non riesce a conquistare fino in fondo.
Il protagonista è Kiri, un giovane con la mania per i capelli e, soprattutto, la passione quasi sfrenata nel tagliarli. Sebbene tale comportamento potrebbe almeno all'inizio destare sorpresa, tutto verrà spiegato in seguito, quando scoprirà di possedere una Killing Goods, un'arma particolare (in questo caso una forbice per capelli) che racchiude l'anima di un suo antenato, un uomo che, secondo le leggende, ha ucciso più di 200 persone, tagliandole a pezzi con quella stessa forbice.
Tutto ciò, però, gli è completamente oscuro fino a che non incontrerà la ragazza dei suoi sogni, Iwai. Una tenera fanciulla, dalle fattezze piuttosto bambinesche, che possiede dei capelli talmente lunghi da avvolgerla completamente, ricadendo fino a terra. Un vero e proprio paradiso per un feticista come Kiri, che s'invaghisce subito della protagonista e della sua capigliatura affascinante. Peccato che dietro quella chioma scura e fluente si cela un mistero pericoloso: i suoi lunghi capelli, infatti, non possono essere tagliati. Una maledizione ha colpito fin dall'infanzia la fanciulla, costringendola a vivere da sola nell'immensa casa lasciatale dal defunto padre.
Cosa succederà ora ai due protagonisti? Riuscirà Kiri a tagliare quei capelli così belli e sensuali?
Inizio la mia analisi dai vari personaggi che, ahimè, denotano una certa piattezza e semplicità. Il protagonista non offre molto in quanto a psicologia, il fatto di possedere un arma così speciale sembra renderlo assurdamente forte tutto di colpo. Il suo rapporto con Iwai è quanto mai dubbio e indeciso: i due si piacciono, ma per metà serie non si capirà mai cosa provano veramente l'uno per l'altro. Tanto che, a un certo punto, mi sono domandato se l'affetto di Kiri non sia quello di una parrucchiera verso il suo cliente. Pressappoco l'effetto è quello.
Iwai in sé è un personaggio prevedibile e banale, il suo estremo sentimentalismo ha un sapore dolciastro, che sa di buonismo e marmellata, un'accoppiata non proprio così emozionante. Senza contare che, per l'ennesima volta, si può notare il gusto del pubblico giapponese per i personaggi dalle fattezze bambinesche. Il volto e la statura della protagonista assomigliano più a quelli di una bambina delle elementari che di una delle medie, come dovrebbe essere appunto Iwai.
Tuttavia, ciò che mi ha lasciato maggiormente perplesso, è l'assenza di figure di secondo piano degne di nota. Vengono introdotti molti personaggi, e alcuni di essi mostrano profili intriganti, eppure vengono lasciati da parte per un gran numero di puntate, o addirittura dimenticati nel nulla. Le due sorelline "assassine" non sono male, ma, in fin dei conti, fanno veramente poco. E lo stesso si può dire dei compagni di classe di Kiri, tra cui potrebbe spuntare una possibile "fidanzata" del giovane eroe (anche se è impossibile, vista la caricatura fin troppo plateale di Iwai a ruolo di co-protagonista).
La storia, d'altra parte, si mantiene sufficientemente interessante, sebbene qualche momento di maggior monotonia. Appariranno un gran numero di nemici, e ciò aumenta sicuramente la suspense. Peccato che pochi di essi saranno definitivamente sconfitti, lasciandoli invece nell'ombra.
La grafica è molto bella. Si è scelto di mantenere toni piuttosto cupi così da conferire all'intera vicenda un tono di mistero e tenebra che, altrimenti, non avrebbe avuto. I personaggi sono realizzati con precisione, anche se non si discostano molto dai soliti "canoni" tipici del genere. Un difetto evidente, a mio avviso, è il cambio di colore attuato durante i vari combattimenti. Personalmente lo reputo incomprensibile e stilisticamente bruttino. Una scelta discutibile che, comunque, non pregiudica il restante comparto tecnico.
Le musiche sono molto belle e così anche il doppiaggio si dimostra all'altezza della situazione. Ogni voce è ben azzeccata e rispecchia alla perfezione l'immagine dei vari personaggi.
Un ultimo appunto va dato alla regia, che, nonostante la buona volontà, non riesce a creare una storia davvero coinvolgente. Si va avanti per inerzia e la visione non risulta poi così noiosa. Eppure si sarebbero potute attuare delle scelte migliori, soprattutto nel rendere il tutto più fluido e dinamico. Alle volte, infatti, l'andamento è fin troppo lento.
"Dansai Bunri no Crime Edge", in conclusione, non è un anime brutto in sé e per sé, ma non raggiunge le buone sensazioni di inizio serie. L'ecchi c'è, ma neanche tanto (pare aggiunto un po' a caso per dare un tocco in più alla vicenda), così come il timido accenno di harem.
La storia non raggiungerà una sua conclusione, ma dubito che verranno eseguiti ulteriori adattamenti animati per una seconda stagione. E allora non rimane che accontentarsi di questo finale a metà, che pare più che altro un arrivederci.
P.S. I nomi delle armi sono veramente assurdi. Non so come suonano in giapponese, ma, tradotti in italiano, non si possono assolutamente sentire.
Voto finale: 6… meno!
Il protagonista è Kiri, un giovane con la mania per i capelli e, soprattutto, la passione quasi sfrenata nel tagliarli. Sebbene tale comportamento potrebbe almeno all'inizio destare sorpresa, tutto verrà spiegato in seguito, quando scoprirà di possedere una Killing Goods, un'arma particolare (in questo caso una forbice per capelli) che racchiude l'anima di un suo antenato, un uomo che, secondo le leggende, ha ucciso più di 200 persone, tagliandole a pezzi con quella stessa forbice.
Tutto ciò, però, gli è completamente oscuro fino a che non incontrerà la ragazza dei suoi sogni, Iwai. Una tenera fanciulla, dalle fattezze piuttosto bambinesche, che possiede dei capelli talmente lunghi da avvolgerla completamente, ricadendo fino a terra. Un vero e proprio paradiso per un feticista come Kiri, che s'invaghisce subito della protagonista e della sua capigliatura affascinante. Peccato che dietro quella chioma scura e fluente si cela un mistero pericoloso: i suoi lunghi capelli, infatti, non possono essere tagliati. Una maledizione ha colpito fin dall'infanzia la fanciulla, costringendola a vivere da sola nell'immensa casa lasciatale dal defunto padre.
Cosa succederà ora ai due protagonisti? Riuscirà Kiri a tagliare quei capelli così belli e sensuali?
Inizio la mia analisi dai vari personaggi che, ahimè, denotano una certa piattezza e semplicità. Il protagonista non offre molto in quanto a psicologia, il fatto di possedere un arma così speciale sembra renderlo assurdamente forte tutto di colpo. Il suo rapporto con Iwai è quanto mai dubbio e indeciso: i due si piacciono, ma per metà serie non si capirà mai cosa provano veramente l'uno per l'altro. Tanto che, a un certo punto, mi sono domandato se l'affetto di Kiri non sia quello di una parrucchiera verso il suo cliente. Pressappoco l'effetto è quello.
Iwai in sé è un personaggio prevedibile e banale, il suo estremo sentimentalismo ha un sapore dolciastro, che sa di buonismo e marmellata, un'accoppiata non proprio così emozionante. Senza contare che, per l'ennesima volta, si può notare il gusto del pubblico giapponese per i personaggi dalle fattezze bambinesche. Il volto e la statura della protagonista assomigliano più a quelli di una bambina delle elementari che di una delle medie, come dovrebbe essere appunto Iwai.
Tuttavia, ciò che mi ha lasciato maggiormente perplesso, è l'assenza di figure di secondo piano degne di nota. Vengono introdotti molti personaggi, e alcuni di essi mostrano profili intriganti, eppure vengono lasciati da parte per un gran numero di puntate, o addirittura dimenticati nel nulla. Le due sorelline "assassine" non sono male, ma, in fin dei conti, fanno veramente poco. E lo stesso si può dire dei compagni di classe di Kiri, tra cui potrebbe spuntare una possibile "fidanzata" del giovane eroe (anche se è impossibile, vista la caricatura fin troppo plateale di Iwai a ruolo di co-protagonista).
La storia, d'altra parte, si mantiene sufficientemente interessante, sebbene qualche momento di maggior monotonia. Appariranno un gran numero di nemici, e ciò aumenta sicuramente la suspense. Peccato che pochi di essi saranno definitivamente sconfitti, lasciandoli invece nell'ombra.
La grafica è molto bella. Si è scelto di mantenere toni piuttosto cupi così da conferire all'intera vicenda un tono di mistero e tenebra che, altrimenti, non avrebbe avuto. I personaggi sono realizzati con precisione, anche se non si discostano molto dai soliti "canoni" tipici del genere. Un difetto evidente, a mio avviso, è il cambio di colore attuato durante i vari combattimenti. Personalmente lo reputo incomprensibile e stilisticamente bruttino. Una scelta discutibile che, comunque, non pregiudica il restante comparto tecnico.
Le musiche sono molto belle e così anche il doppiaggio si dimostra all'altezza della situazione. Ogni voce è ben azzeccata e rispecchia alla perfezione l'immagine dei vari personaggi.
Un ultimo appunto va dato alla regia, che, nonostante la buona volontà, non riesce a creare una storia davvero coinvolgente. Si va avanti per inerzia e la visione non risulta poi così noiosa. Eppure si sarebbero potute attuare delle scelte migliori, soprattutto nel rendere il tutto più fluido e dinamico. Alle volte, infatti, l'andamento è fin troppo lento.
"Dansai Bunri no Crime Edge", in conclusione, non è un anime brutto in sé e per sé, ma non raggiunge le buone sensazioni di inizio serie. L'ecchi c'è, ma neanche tanto (pare aggiunto un po' a caso per dare un tocco in più alla vicenda), così come il timido accenno di harem.
La storia non raggiungerà una sua conclusione, ma dubito che verranno eseguiti ulteriori adattamenti animati per una seconda stagione. E allora non rimane che accontentarsi di questo finale a metà, che pare più che altro un arrivederci.
P.S. I nomi delle armi sono veramente assurdi. Non so come suonano in giapponese, ma, tradotti in italiano, non si possono assolutamente sentire.
Voto finale: 6… meno!
Nel mio solito girovagare, un po' casuale, tra un anime e l'altro mi sono imbattuto in questo "Densai Bunrino Crime Edge" e devo dire di esserne rimasto pienamente soddisfatto. A prima vista la trama può sembrare non molto diversa da quella di tanti altri titoli visti finora; tuttavia essa presenta degli elementi di novità che non vanno assolutamente sottovalutati e che io, in tutta onestà, ho apprezzato moltissimo.
Kiri Haimura è un ragazzo che ha la mania di tagliare i capelli delle ragazze. Casualmente si imbatte in Iwai Mushanokōji, una ragazza con capelli tanto belli quanto incredibilmente lunghi. L'istinto di Kiri, manco a dirlo, è quello di tagliarglieli sul posto; la ragazza non si mostra contraria all'idea ma, con grande sorpresa del nostro provetto parrucchiere, i suoi capelli risultano essere praticamente infrangibili. Iwai gli spiega di essere colei che viene definita come "la regina dai capelli", e la sua caratteristica è proprio quella di possedere dei capelli che non possono essere tagliati. Kiri, però, non demorde: egli, infatti, possiede delle forbici molto particolari, appartenute in passato ad un famoso assassino, e che forse sono in grado di rompere la maledizione. Ed, infatti il tentativo riesce e la ragazza può finalmente liberarsi della sua bellissima ma troppo invadente chioma. La storia, ovviamente, non finisce qui: Iwai confida al suo nuovo amico che la maledizione non si limitava ai capelli ma proseguiva promettendo a chiunque fosse riuscita ad ucciderla la possibilità di veder realizzato un proprio desiderio. E sono in molte le persone interessate a questa eventualità; se già ciò non fosse sufficiente le persone che le danno la caccia posseggono degli oggetti speciali, i "killing goods" ossia delle armi posseduti a famosi assassini del passato e dotati di oscuri poteri. Anche le forbici di Kiri appartiene a questa categoria di oggetti, ma il ragazzo invece di usarle contro Iwai decide di mettersi a difesa della ragazza e proteggerla dai pericoli che l'attendono.
I graduali passaggi dell'ambientazione dal tipo commedia sentimentale a quello dell'anime d'azione fino a raggiungere momenti di puro splatter sono stati molto apprezzati dal sottoscritto, anche se con qualche piccola eccezione legata ad alcuni episodi tutta noia. L'impianto di base regge più che bene e, nonostante l'estrema infantilità usato per il character design dei personaggi, riesce a coinvolgere anche chi ama storie forti con personaggi più maturi.
I personaggi principali sono abbastanza ordinari; al contrario alcuni di quelli secondari sono davvero superbi, come ad esempio il possessore del libro del giudizio, che ho trovato molto carismatico nella sua pazzia.
Ma ciò che fa la differenza e rende originale questo titolo è la presenza dei "Killing goods", le armi dei famosi killer del passato. Vari e curiosi, terribili e talvolta implacabili, a mio avviso riempiono la scena e spingono lo spettatore a chiedersi "quale sarà il prossimo?" Forse, a voler trovare delle pecche, inizialmente avrei inserito più autori casuali prima di sviluppare in modo articolato la trama.
In definitiva il mio giudizio è buono, Densai Bunrino Crime Edge mi ha divertito ed appassionato. Trattasi solo della prima parte della storia; attenderemo con ansia la seconda.
Kiri Haimura è un ragazzo che ha la mania di tagliare i capelli delle ragazze. Casualmente si imbatte in Iwai Mushanokōji, una ragazza con capelli tanto belli quanto incredibilmente lunghi. L'istinto di Kiri, manco a dirlo, è quello di tagliarglieli sul posto; la ragazza non si mostra contraria all'idea ma, con grande sorpresa del nostro provetto parrucchiere, i suoi capelli risultano essere praticamente infrangibili. Iwai gli spiega di essere colei che viene definita come "la regina dai capelli", e la sua caratteristica è proprio quella di possedere dei capelli che non possono essere tagliati. Kiri, però, non demorde: egli, infatti, possiede delle forbici molto particolari, appartenute in passato ad un famoso assassino, e che forse sono in grado di rompere la maledizione. Ed, infatti il tentativo riesce e la ragazza può finalmente liberarsi della sua bellissima ma troppo invadente chioma. La storia, ovviamente, non finisce qui: Iwai confida al suo nuovo amico che la maledizione non si limitava ai capelli ma proseguiva promettendo a chiunque fosse riuscita ad ucciderla la possibilità di veder realizzato un proprio desiderio. E sono in molte le persone interessate a questa eventualità; se già ciò non fosse sufficiente le persone che le danno la caccia posseggono degli oggetti speciali, i "killing goods" ossia delle armi posseduti a famosi assassini del passato e dotati di oscuri poteri. Anche le forbici di Kiri appartiene a questa categoria di oggetti, ma il ragazzo invece di usarle contro Iwai decide di mettersi a difesa della ragazza e proteggerla dai pericoli che l'attendono.
I graduali passaggi dell'ambientazione dal tipo commedia sentimentale a quello dell'anime d'azione fino a raggiungere momenti di puro splatter sono stati molto apprezzati dal sottoscritto, anche se con qualche piccola eccezione legata ad alcuni episodi tutta noia. L'impianto di base regge più che bene e, nonostante l'estrema infantilità usato per il character design dei personaggi, riesce a coinvolgere anche chi ama storie forti con personaggi più maturi.
I personaggi principali sono abbastanza ordinari; al contrario alcuni di quelli secondari sono davvero superbi, come ad esempio il possessore del libro del giudizio, che ho trovato molto carismatico nella sua pazzia.
Ma ciò che fa la differenza e rende originale questo titolo è la presenza dei "Killing goods", le armi dei famosi killer del passato. Vari e curiosi, terribili e talvolta implacabili, a mio avviso riempiono la scena e spingono lo spettatore a chiedersi "quale sarà il prossimo?" Forse, a voler trovare delle pecche, inizialmente avrei inserito più autori casuali prima di sviluppare in modo articolato la trama.
In definitiva il mio giudizio è buono, Densai Bunrino Crime Edge mi ha divertito ed appassionato. Trattasi solo della prima parte della storia; attenderemo con ansia la seconda.
Dansai Bunri no Crime Edge anime della durata di 13 episodi, tratto dal manga omonimo di Tatsuhiko Hikagi, Yuji Yamaguchi (Fate/stay night) dirige la serie, animata dallo Studio Gokumi.
Kiri Haimura è un normale ragazzo, quando per caso scorge una fanciulla dalla bella e lunga chioma corvina. Lui da amante sfrenato dei capelli, non può certo esimersi dall'avvicinarvisi; cosi avviene l'incontro tra Kiri e la piccola Iwai Mushanokoji detta "regina dei capelli" ragazza dalla chioma intagliabile se non dalle Dansai Bunri no Crime Edge, particolari forbici in possesso del giovane Kiri. La trama si svilupperà intorno a questi personaggi.
Sembra iniziare come una semplice commedia con protagonisti due ragazzi delle medie, e invece si rivelerà ben altro, vi stupirà certamente, che sia in positivo o in negativo lo deciderete più avanti, grazie al cambio di registro, per cui da una trama apparentemente leggera si calerà in qualcosa di diverso.
Assisteremo infatti a scene a sfondo marcatamente sessuale tra cui visi rossi, aliti caldi, voce tremula e bassa, scene che si potrebbero reputare addirittura spinte.
Il fetish la farà da padrona, mutandosi non solo in oggetto di piacere e ossessione, ma anche in qualcosa in grado di ferire e uccidere le persone. Avremo modo di notare atteggiamenti sadici come masochistici.
Saranno presenti censure nei combattimenti caratterizzate dal tingersi delle immagini di un color seppia o i sempre simpatici fasci di luce. Oltretutto ho notato che certe scene sono censurate in alcuni episodi mentre le stesse in altri non lo sono, sarei curiosa di conoscere il criterio con cui vengono poste. Mentre sono contenta vi fossero le censure alle nudità bambinesche, l'opera infatti cadrà a peso morto nel genere ecchi, accontentando chi ama il Lolicon, genere che personalmente non sopporto. Penso di non aver mai trovato fan service più fastidioso e squallido.
Per fortuna ad arricchire la trama ci saranno scene di combattimento, alcune spietate e all'ultimo sangue, senza risparmio di colpi, indi possiamo annoverare tranquillamente tra i generi anche lo splatter.
Si alterneranno macabre scoperte, pittoresche spiegazioni, il tutto reso ancora più colorito dall'originalità delle armi scelte non che feticci, tra cui appunto le forbici di Kiri.
Vi sarà spazio anche per i sentimenti, approcci delicati e timidi verso l'altro sesso (qui scatta la risata e capirete in seguito il perché).
La grafica (punto assai dolente) è parecchio scadente.
Il chara che dona ad i personaggi il caratteristico fisico bambinesco, è parecchio minimalista ovvero: i visi sono spesso solo abbozzi, niente di più complesso.
Non mi piace ma lo reputo adatto, riesce a fuorviare lo spettatore dandoli l'impressione che si tratti di una serie dai toni leggeri, quando più avanti si svelerà in tutta la sua pesantezza.
Le soundtrack non sono degne di nota, l'opening e la ending mediocri, la prima "Unmei no Ori" di Aimi Terakawa, mentre la seconda è "Kimi to Futari" di Yurika Endō e Karin Takahashi.
Riassumendo: questa serie può sorprendere, e ha un buon potenziale sviluppato abbastanza bene, inoltre racchiude generi che accontentano un vasto ventaglio di spettatori, quali drammatico, lolicon, ecchi, splatter, sentimentale.
Si segue abbastanza bene, tranne quando la matassa è troppo annodata e si perde un poco il filo, come ho scritto precedentemente alcune scene di fanservice le ho trovare volgari, inutili, forzate e squallide, ma questo è un mio personale parere, a tanti possono invece piacere, come ad altri infastidire.
I combattimenti sono piacevoli, non animati eccellentemente, ma qua nulla lo è.
L'idea dei Killing Good non è il massimo dell'originalità ma ci stà. I bambini assassini in un contesto dove non ci azzeccano niente creano secondo me un buon contrasto con la violenza di alcune situazioni e per alcuni forse enfatizzeranno le scene roventi (a chi piace il genere), chi invece le troverà semplicemente squallide, mentre altri si limiteranno a sorridere divertiti.
Il fetish, il masochismo ed il sadismo saranno costantemente presenti.
Inutile parlare di crescita del personaggio, diciamo che una minima evoluzione c'è.
Ci sarà una seconda stagione come preannuncia l'ultimo episodio, quindi non aspettatevi un finale chiuso. Io sono ben contenta dell'annuncio avendo trovato questa prima serie interessante e piacevole chiudendo un occhio (anche due) su tutte le pecche.
Penso di aver fatto sommariamente il punto della situazione.
Consiglio infine la visione della suddetta possibilmente senza censure ed a chi ha apprezzato questo anime, di dare uno sguardo ad un altro che tratta sempre di ossessione verso i capelli, fetish e sadomasochismo in chiave comica e demenziale ovvero: Cuticle Detective Inaba.
Kiri Haimura è un normale ragazzo, quando per caso scorge una fanciulla dalla bella e lunga chioma corvina. Lui da amante sfrenato dei capelli, non può certo esimersi dall'avvicinarvisi; cosi avviene l'incontro tra Kiri e la piccola Iwai Mushanokoji detta "regina dei capelli" ragazza dalla chioma intagliabile se non dalle Dansai Bunri no Crime Edge, particolari forbici in possesso del giovane Kiri. La trama si svilupperà intorno a questi personaggi.
Sembra iniziare come una semplice commedia con protagonisti due ragazzi delle medie, e invece si rivelerà ben altro, vi stupirà certamente, che sia in positivo o in negativo lo deciderete più avanti, grazie al cambio di registro, per cui da una trama apparentemente leggera si calerà in qualcosa di diverso.
Assisteremo infatti a scene a sfondo marcatamente sessuale tra cui visi rossi, aliti caldi, voce tremula e bassa, scene che si potrebbero reputare addirittura spinte.
Il fetish la farà da padrona, mutandosi non solo in oggetto di piacere e ossessione, ma anche in qualcosa in grado di ferire e uccidere le persone. Avremo modo di notare atteggiamenti sadici come masochistici.
Saranno presenti censure nei combattimenti caratterizzate dal tingersi delle immagini di un color seppia o i sempre simpatici fasci di luce. Oltretutto ho notato che certe scene sono censurate in alcuni episodi mentre le stesse in altri non lo sono, sarei curiosa di conoscere il criterio con cui vengono poste. Mentre sono contenta vi fossero le censure alle nudità bambinesche, l'opera infatti cadrà a peso morto nel genere ecchi, accontentando chi ama il Lolicon, genere che personalmente non sopporto. Penso di non aver mai trovato fan service più fastidioso e squallido.
Per fortuna ad arricchire la trama ci saranno scene di combattimento, alcune spietate e all'ultimo sangue, senza risparmio di colpi, indi possiamo annoverare tranquillamente tra i generi anche lo splatter.
Si alterneranno macabre scoperte, pittoresche spiegazioni, il tutto reso ancora più colorito dall'originalità delle armi scelte non che feticci, tra cui appunto le forbici di Kiri.
Vi sarà spazio anche per i sentimenti, approcci delicati e timidi verso l'altro sesso (qui scatta la risata e capirete in seguito il perché).
La grafica (punto assai dolente) è parecchio scadente.
Il chara che dona ad i personaggi il caratteristico fisico bambinesco, è parecchio minimalista ovvero: i visi sono spesso solo abbozzi, niente di più complesso.
Non mi piace ma lo reputo adatto, riesce a fuorviare lo spettatore dandoli l'impressione che si tratti di una serie dai toni leggeri, quando più avanti si svelerà in tutta la sua pesantezza.
Le soundtrack non sono degne di nota, l'opening e la ending mediocri, la prima "Unmei no Ori" di Aimi Terakawa, mentre la seconda è "Kimi to Futari" di Yurika Endō e Karin Takahashi.
Riassumendo: questa serie può sorprendere, e ha un buon potenziale sviluppato abbastanza bene, inoltre racchiude generi che accontentano un vasto ventaglio di spettatori, quali drammatico, lolicon, ecchi, splatter, sentimentale.
Si segue abbastanza bene, tranne quando la matassa è troppo annodata e si perde un poco il filo, come ho scritto precedentemente alcune scene di fanservice le ho trovare volgari, inutili, forzate e squallide, ma questo è un mio personale parere, a tanti possono invece piacere, come ad altri infastidire.
I combattimenti sono piacevoli, non animati eccellentemente, ma qua nulla lo è.
L'idea dei Killing Good non è il massimo dell'originalità ma ci stà. I bambini assassini in un contesto dove non ci azzeccano niente creano secondo me un buon contrasto con la violenza di alcune situazioni e per alcuni forse enfatizzeranno le scene roventi (a chi piace il genere), chi invece le troverà semplicemente squallide, mentre altri si limiteranno a sorridere divertiti.
Il fetish, il masochismo ed il sadismo saranno costantemente presenti.
Inutile parlare di crescita del personaggio, diciamo che una minima evoluzione c'è.
Ci sarà una seconda stagione come preannuncia l'ultimo episodio, quindi non aspettatevi un finale chiuso. Io sono ben contenta dell'annuncio avendo trovato questa prima serie interessante e piacevole chiudendo un occhio (anche due) su tutte le pecche.
Penso di aver fatto sommariamente il punto della situazione.
Consiglio infine la visione della suddetta possibilmente senza censure ed a chi ha apprezzato questo anime, di dare uno sguardo ad un altro che tratta sempre di ossessione verso i capelli, fetish e sadomasochismo in chiave comica e demenziale ovvero: Cuticle Detective Inaba.
La stagione primaverile 2013 è stata un ottimo ricettacolo di prodotti d'animazione. Tra questi, Dansai Bunri no Crime Edge si colloca come produzione dotata di una trama interessante e nel complesso sviluppata discretamente bene, nonostante alcune cadute di stile.
Dansai Bunri no Crime Edge è una serie della stagione primaverile 2013 composta da 13 episodi di durata canonica. L'opera deriva dall'omonimo manga del 2009.
Trama: Kiri Haimura è un ragazzo che nutre una strana ossessione per i capelli femminili. Egli non sa resistere all'impulso di tagliare i capelli, per cui viene emarginato ed etichettato come folle. Un giorno però s'imbatte in una ragazzina dotata di una chioma foltissima. Egli è catturato dalla bellezza di quei capelli così lucidi e così lunghi, però la ragazza lo avverte che i suoi capelli sono maledetti e che le forbici comuni non li possono tagliare. Kiri prova ad utilizzare le sue forbici (precedentemente possedute da un suo antenato, l'assassino sanguinario di nome Grayland) e tramite loro riesce a tagliare la i capelli di Iwai. Dal momento che Iwai è considerata la "Regina dei capelli", la sua vita è a repentaglio da altri assassini possessori di goods (ossia oggetti maledetti appartenuti a famosi assassini della storia), a Kiri spetterà il compito di proteggere la piccola Iwai.
Grafica: Crime Edge è una serie del 2013, e come tale, è una degna figlia del suo tempo. Le ambientazioni sono realizzate molto bene, con un ottima resa grafica. Le animazioni sono rapide e fluide. Il character design è piuttosto piacevole. È presente un alto grado di dettaglio.
Sonoro: il giudizio sul comparto sonoro è altalenante. Opening piuttosto carino e dinamico, ending relativamente carino e orecchiabile. OST nella media e buoni effetti sonori. La nota dolente va al doppiaggio, in particolare alla resa sonora del protagonista che l'ho trovata piuttosto scarsa.
Personaggi: carini e relativamente appassionanti. Nonostante l'apparente lato tenero e affidabile, spesso si nascondono spietati assassini. La caratterizzazione è piuttosto buona, così come l'interazione a livello di gruppo. Non c'è molta introspezione, in compenso c'è una discreta evoluzione caratteriale.
Sceneggiatura: Le principali note dolenti giungono in quest'ambito. La gestione temporale procede piuttosto spedita sebbene spesso sia alternata da flashback. Il ritmo è piuttosto veloce e per nulla dispersivo. Ciò che è contestabile sono certe scene in cui si perde totalmente il colore, spesso in maniera del tutto immotivata e fallisce nel ricreare un'atmosfera più suggetiva. Le scene di violenza e combattimento non sono poche, sebbene non si comprenda perché operare assurde censure con "fasci di luce improbabile" nelle zone ferite. Il fanservice era quasi del tutto assente, per poi subentrare con prepotenza negli ultimi episodi, è presente anche una buona dose di fetish. I dialoghi sono buoni.
Finale: per essere la conclusione di un primo arco narrativo, il finale è abbastanza buono, seppur si lasci influenzare da una buona dose di fanservice. Ciononostante è piuttosto carino.
In sintesi: Dansai Bunri no Crime Edge è nel complesso un'opera discreta, sostanzialmente ben strutturata e piacevole. Purtroppo ha 3 difetti che ne minano la valutazione finale: voce del protagonista non eccelsa, presenza di scene demenziali un po' forzate e stranissime censure/perdita di colore in certe scene. Per il resto rimane piuttosto fruibile. Consigliata agli amanti delle "storie strane".
Dansai Bunri no Crime Edge è una serie della stagione primaverile 2013 composta da 13 episodi di durata canonica. L'opera deriva dall'omonimo manga del 2009.
Trama: Kiri Haimura è un ragazzo che nutre una strana ossessione per i capelli femminili. Egli non sa resistere all'impulso di tagliare i capelli, per cui viene emarginato ed etichettato come folle. Un giorno però s'imbatte in una ragazzina dotata di una chioma foltissima. Egli è catturato dalla bellezza di quei capelli così lucidi e così lunghi, però la ragazza lo avverte che i suoi capelli sono maledetti e che le forbici comuni non li possono tagliare. Kiri prova ad utilizzare le sue forbici (precedentemente possedute da un suo antenato, l'assassino sanguinario di nome Grayland) e tramite loro riesce a tagliare la i capelli di Iwai. Dal momento che Iwai è considerata la "Regina dei capelli", la sua vita è a repentaglio da altri assassini possessori di goods (ossia oggetti maledetti appartenuti a famosi assassini della storia), a Kiri spetterà il compito di proteggere la piccola Iwai.
Grafica: Crime Edge è una serie del 2013, e come tale, è una degna figlia del suo tempo. Le ambientazioni sono realizzate molto bene, con un ottima resa grafica. Le animazioni sono rapide e fluide. Il character design è piuttosto piacevole. È presente un alto grado di dettaglio.
Sonoro: il giudizio sul comparto sonoro è altalenante. Opening piuttosto carino e dinamico, ending relativamente carino e orecchiabile. OST nella media e buoni effetti sonori. La nota dolente va al doppiaggio, in particolare alla resa sonora del protagonista che l'ho trovata piuttosto scarsa.
Personaggi: carini e relativamente appassionanti. Nonostante l'apparente lato tenero e affidabile, spesso si nascondono spietati assassini. La caratterizzazione è piuttosto buona, così come l'interazione a livello di gruppo. Non c'è molta introspezione, in compenso c'è una discreta evoluzione caratteriale.
Sceneggiatura: Le principali note dolenti giungono in quest'ambito. La gestione temporale procede piuttosto spedita sebbene spesso sia alternata da flashback. Il ritmo è piuttosto veloce e per nulla dispersivo. Ciò che è contestabile sono certe scene in cui si perde totalmente il colore, spesso in maniera del tutto immotivata e fallisce nel ricreare un'atmosfera più suggetiva. Le scene di violenza e combattimento non sono poche, sebbene non si comprenda perché operare assurde censure con "fasci di luce improbabile" nelle zone ferite. Il fanservice era quasi del tutto assente, per poi subentrare con prepotenza negli ultimi episodi, è presente anche una buona dose di fetish. I dialoghi sono buoni.
Finale: per essere la conclusione di un primo arco narrativo, il finale è abbastanza buono, seppur si lasci influenzare da una buona dose di fanservice. Ciononostante è piuttosto carino.
In sintesi: Dansai Bunri no Crime Edge è nel complesso un'opera discreta, sostanzialmente ben strutturata e piacevole. Purtroppo ha 3 difetti che ne minano la valutazione finale: voce del protagonista non eccelsa, presenza di scene demenziali un po' forzate e stranissime censure/perdita di colore in certe scene. Per il resto rimane piuttosto fruibile. Consigliata agli amanti delle "storie strane".
Haimura Kiri ha un'ossessione sfrenata per i capelli; gli piace toccarli, accarezzarli, annusarli, ma soprattutto adora l'idea di tagliarli e vederli cadere inermi ai suoi piedi. Come un'assassino che tagliuzza la sua vittima fino ad ammazzarla, così lui uccide l'anima di ogni capello con la sua forbice da barbiere. Il suo fetish lo conduce alle porte della casa della Regina dei Capelli, Mushanokōji Iwai, della quale si innamora a prima vista: ai suoi occhi appare come una dea dei capelli, una musa, la persona che può soddisfare appieno la sua tricofilia. I lunghi e corvini capelli di Iwai sono maledetti e legato alla ragazza c'è un destino ancora più doloroso: chi riesce ad uccidere la Regina dei Capelli potrà trovare la realizzazione del proprio desiderio. Alla ricerca di una libertà dagli impulsi, i discendenti di grandi killer del passato si riuniscono attorno alla sua figura, con le armi tramandate loro dall'antenato criminale, per tentare di eliminare per sempre la ragione della loro rovina. Ogni Autore possiede un Killing Goods, l'oggetto carico dell'odio e della sete di sangue di un'altra epoca; esso strega il suo possessore fino a ridurlo ad un cumulo di istinti omicidi e di bisogni primordiali, che spesso sfoga sull'Instead, l'unica persona capace di calmarne il desiderio. Kiri trova la sua controparte proprio in Iwai e a lei si lega sempre più, fino ad innamorarsene, bramando la forza di proteggerla dal suo fato mortifero, al punto da accettare di piegarsi alla volontà del suo passato che gli violenta l'animo. Fra combattimenti, misteri, organizzazioni segrete, capelli fluenti, notti stellate, fruste, coltelli, forbici, siringhe, ferite, graffi, tagli, cadaveri, "Dansai Bunri no Crime Edge" si interseca e districa, coinvolgendo emotivamente lo spettatore, fino alla fine di questa prima serie, che lascia tutto da risolvere.
"Non importa quanto dolorosa e spinosa potrà essere la mia strada, posso prendere la decisione giusta se sono insieme a te": così è scritto nella lyric dell'opening cantata da Aimi. Questo verso esprime pienamente il voto che Kiri compie nei riguardi della sua musa, giurando a se stesso di non abbandonarla, di proteggerla, di esserle di supporto, firmando col sangue la sua condanna. Il bisogno di essere "qualcuno" e non una persona come le altre tormenta Kiri a tal punto da lasciarlo cedere alle tentazioni e frustrarlo nell'animo; sebbene non si senta diverso dagli altri, deve esserlo, perché nel rappresentare la specialità lui può trovare la salvezza di Iwai. Questa tensione emotiva legata al suo personaggio lo rende più umano di quanto si possa credere di un assassino con una forbice da barbiere dalla lama giustiziatrice. La stessa Iwai, nella sua veste di Regina dei Capelli, è fin troppo fanciullesca e umana delle coetanee. La volontà più grande che ha è di essere accettata nonostante l'apparenza inganni e la faccia apparire come un mostro; come tutte le ragazzine della sua età vorrebbe innamorarsi, avere una famiglia calorosa, uscire, divertirsi, giocare, frequentare la scuola tranquillamente. In Kiri lei intravede la chiave di volta, la liberazione da quel presente di solitudine che l'aveva rinchiusa dietro le vetrate di casa sua, negandole amicizia, amore, affetto.
Il comparto dei personaggi secondari non è di minor spessore. Ogni Autore nasconde un triste passato o un trauma, che lo ha spinto ad essere quello che oggi è e che lo rende particolare e differente dagli altri. Profili di killer seriali si susseguono, incrinando la convinzione che la causa di tanta rabbia e odio possa essere qualcosa di grave, anzi presentando solitamente motivazioni banali che schiavizzano un uomo preda delle emozioni incontrollabili. La mente umana è così labile che una minima stortura può danneggiarla irrimediabilmente.
Il character design di "Crime Edge" è morbido, accattivante, adeguato alla serie. Il tratto infatile del viso dei personaggi rispecchia l'intento di non rendere troppo seriosa la visione; un chara più shonen/seinen avrebbe reso troppo pesante la visione, che tolte le censure a sangue & affini, è un po' pesantella. Un fastidio per le donne potrà essere il seno sballonzolante di Witchy, ma per il resto è tutto sopportabile. E parlando di seni, mutandine e scene erotiche (non esplicite), il fanservice nell'anime è molto marcato. Inizialmente questo uso forzato di pathos erotico si poteva spiegare con la presenza di personaggi assassini o maniaci; per i serial killer, infatti, è difficile trattenersi dal provare sfrenata libido o pulsione sessuale nei confronti della proprio vittima. Per esempio, vedere Kiri che lecca Iwai o le sniffa i capelli assatanato, rientra pienamente nella caratterizzazione dell'assassino che gli compete; come pure l'eccitazione di Byōinzaka che buca la sorella è naturale per un profilo come il suo. I sospiri, l'ansimazione, la bava, il leccare, il rossore, potrebbero trovare la propria risoluzione proprio in questa scelta. Tuttavia, con lo scorrere delle puntate, il fanservice è sbucato anche nelle scene normali, quelle in cui Iwai si cambiava o si faceva il bagno, inquadrando le mutandine o facendola comportare come una protagonista di un pedo-porno. Data la presenza di fanservice già a sfondo di trama, forse ci si poteva risparmiare anche di accentuarlo all'interno di scene classiche. Poiché è presente l'utilizzo della censura sul colore del sangue e nelle scene troppo cruente delle battaglie, non ci si capacita poi molto di come dell'erotismo così gratuito dovrebbe fare meno scalpore di qualche goccia di sangue di troppo!
Concludendo, probabilmente alcune scelte narrative potevano essere gestite meglio, ma tutto sommato "Crime Edge" è una serie sufficiente, che sa interessare. La trama è originale e l'azione non manca, la caratterizzazione dei personaggi pure è buona. In ogni caso non è sempre stata una serie impeccabile, perciò penso che il 6 sia un voto adeguato, con la speranza di vederlo trasformato in qualcosa di più nella prossima serie.
"Non importa quanto dolorosa e spinosa potrà essere la mia strada, posso prendere la decisione giusta se sono insieme a te": così è scritto nella lyric dell'opening cantata da Aimi. Questo verso esprime pienamente il voto che Kiri compie nei riguardi della sua musa, giurando a se stesso di non abbandonarla, di proteggerla, di esserle di supporto, firmando col sangue la sua condanna. Il bisogno di essere "qualcuno" e non una persona come le altre tormenta Kiri a tal punto da lasciarlo cedere alle tentazioni e frustrarlo nell'animo; sebbene non si senta diverso dagli altri, deve esserlo, perché nel rappresentare la specialità lui può trovare la salvezza di Iwai. Questa tensione emotiva legata al suo personaggio lo rende più umano di quanto si possa credere di un assassino con una forbice da barbiere dalla lama giustiziatrice. La stessa Iwai, nella sua veste di Regina dei Capelli, è fin troppo fanciullesca e umana delle coetanee. La volontà più grande che ha è di essere accettata nonostante l'apparenza inganni e la faccia apparire come un mostro; come tutte le ragazzine della sua età vorrebbe innamorarsi, avere una famiglia calorosa, uscire, divertirsi, giocare, frequentare la scuola tranquillamente. In Kiri lei intravede la chiave di volta, la liberazione da quel presente di solitudine che l'aveva rinchiusa dietro le vetrate di casa sua, negandole amicizia, amore, affetto.
Il comparto dei personaggi secondari non è di minor spessore. Ogni Autore nasconde un triste passato o un trauma, che lo ha spinto ad essere quello che oggi è e che lo rende particolare e differente dagli altri. Profili di killer seriali si susseguono, incrinando la convinzione che la causa di tanta rabbia e odio possa essere qualcosa di grave, anzi presentando solitamente motivazioni banali che schiavizzano un uomo preda delle emozioni incontrollabili. La mente umana è così labile che una minima stortura può danneggiarla irrimediabilmente.
Il character design di "Crime Edge" è morbido, accattivante, adeguato alla serie. Il tratto infatile del viso dei personaggi rispecchia l'intento di non rendere troppo seriosa la visione; un chara più shonen/seinen avrebbe reso troppo pesante la visione, che tolte le censure a sangue & affini, è un po' pesantella. Un fastidio per le donne potrà essere il seno sballonzolante di Witchy, ma per il resto è tutto sopportabile. E parlando di seni, mutandine e scene erotiche (non esplicite), il fanservice nell'anime è molto marcato. Inizialmente questo uso forzato di pathos erotico si poteva spiegare con la presenza di personaggi assassini o maniaci; per i serial killer, infatti, è difficile trattenersi dal provare sfrenata libido o pulsione sessuale nei confronti della proprio vittima. Per esempio, vedere Kiri che lecca Iwai o le sniffa i capelli assatanato, rientra pienamente nella caratterizzazione dell'assassino che gli compete; come pure l'eccitazione di Byōinzaka che buca la sorella è naturale per un profilo come il suo. I sospiri, l'ansimazione, la bava, il leccare, il rossore, potrebbero trovare la propria risoluzione proprio in questa scelta. Tuttavia, con lo scorrere delle puntate, il fanservice è sbucato anche nelle scene normali, quelle in cui Iwai si cambiava o si faceva il bagno, inquadrando le mutandine o facendola comportare come una protagonista di un pedo-porno. Data la presenza di fanservice già a sfondo di trama, forse ci si poteva risparmiare anche di accentuarlo all'interno di scene classiche. Poiché è presente l'utilizzo della censura sul colore del sangue e nelle scene troppo cruente delle battaglie, non ci si capacita poi molto di come dell'erotismo così gratuito dovrebbe fare meno scalpore di qualche goccia di sangue di troppo!
Concludendo, probabilmente alcune scelte narrative potevano essere gestite meglio, ma tutto sommato "Crime Edge" è una serie sufficiente, che sa interessare. La trama è originale e l'azione non manca, la caratterizzazione dei personaggi pure è buona. In ogni caso non è sempre stata una serie impeccabile, perciò penso che il 6 sia un voto adeguato, con la speranza di vederlo trasformato in qualcosa di più nella prossima serie.