L'attacco dei giganti
Non credo di aver mai visto un anime complesso, profondo, delicato ma allo stesso tempo anche tanto crudo come questo. È un capovaloro e spazia in tutti gli ambiti, ti lascia l’amaro in bocca a ogni episodio, ma ti insegna tantissimo.
La scelta di essere lineare e spiegare per bene tutto è stata ben ponderata, perché in alcuni punti (es. il rambling) avrebbe potuto essere fraintendibile. Si vede che l’autore ha dedicato tanto tempo ai dettagli, a partire dalle personalità dei personaggi con cui empatizziamo ogni puntata di più, agli easter egg premonitori, all’uso dei colori, alle colonne sonore, alle espressioni grottesche. Per dare il giusto peso e valore all’anime, è da guardare almeno due volte per dare una risposta a tutti i “perché”. Io ho visto tutto l’anime e ho letto tutto il manga almeno una decina di volte ciascuno, e l’anime è imbattibile rispetto al manga. Inoltre secondo il mio parere, è un anime davvero fuori dal normale, per essere goduto appieno deve essere assaporato quando si ha la giusta maturità per comprendere certe tematiche, perché visto in una chiave più puerile potrebbe condurre all’abbandono dei sogni/ambizioni e anzi alimentare sfiducia nell’umanità.
Sarà difficile trovare un altro anime che regga il confronto, ma non vedo l’ora!
La scelta di essere lineare e spiegare per bene tutto è stata ben ponderata, perché in alcuni punti (es. il rambling) avrebbe potuto essere fraintendibile. Si vede che l’autore ha dedicato tanto tempo ai dettagli, a partire dalle personalità dei personaggi con cui empatizziamo ogni puntata di più, agli easter egg premonitori, all’uso dei colori, alle colonne sonore, alle espressioni grottesche. Per dare il giusto peso e valore all’anime, è da guardare almeno due volte per dare una risposta a tutti i “perché”. Io ho visto tutto l’anime e ho letto tutto il manga almeno una decina di volte ciascuno, e l’anime è imbattibile rispetto al manga. Inoltre secondo il mio parere, è un anime davvero fuori dal normale, per essere goduto appieno deve essere assaporato quando si ha la giusta maturità per comprendere certe tematiche, perché visto in una chiave più puerile potrebbe condurre all’abbandono dei sogni/ambizioni e anzi alimentare sfiducia nell’umanità.
Sarà difficile trovare un altro anime che regga il confronto, ma non vedo l’ora!
Voglio subito partire col dire che "Attack on Titan" è il mio anime preferito e l'ho amato alla follia, e desidero fare sia una valutazione oggettiva che dire quello che a me è piaciuto di più, personalmente.
Oggettivamente "Attack on Titan" ha una trama molto eleborata anche se si sviluppa principalmente nella terza e nella quarta stagione. Le prime due stagioni sono più che altro introduttive, mentre i fatti davvero importanti avvengono nei primi due terzi della terza stagione, mentre alla fine c'è quella che è la storia del padre di Eren e sarà poi un'introduzione per la quarta stagione nella quale, per quanto riguarda la grafica, si vede davvero la mano di Studio Mappa. Per quanto riguarda i personaggi principali viene quasi sempre raccontata una storia di base anche se per pochi viene davvero approfondita. Le parti con poca azione sono poche ma riempite con vari dialoghi a parer mio fatti molto bene.
Una cosa che a me personalmente è davvero piaciuta è la scrittura del protagonista: per quanto sia vero che spesso sia un personaggio un po' indeciso e scoraggiato secondo me questo gli dà davvero molto realismo, rompendo lo stereotipo di protagonista anime sempre super sicuro, deciso e imbattibile. Anche se spesso diventa il vero eroe della situazione (senza troppe esaltazioni). Altra cosa che ho adorato sono tutti gli spoiler che si vedono già dai primi episodi che riguardano la fine della serie.
Attenzione: questa parte contiene spoiler!
Per finire ci tengo a precisare che quello che si vede fino a circa metà/fine della quarta stagione in realtà sono solo i ricordi di Eren, cosa che si capisce dal fatto che in qualche scena si vede una figura praticamente identica all'Eren della quarta stagione (che sia chiaro, sono i ricordi, non viaggi del tempo in quanto Eren non ha il potere di farli).
Oggettivamente "Attack on Titan" ha una trama molto eleborata anche se si sviluppa principalmente nella terza e nella quarta stagione. Le prime due stagioni sono più che altro introduttive, mentre i fatti davvero importanti avvengono nei primi due terzi della terza stagione, mentre alla fine c'è quella che è la storia del padre di Eren e sarà poi un'introduzione per la quarta stagione nella quale, per quanto riguarda la grafica, si vede davvero la mano di Studio Mappa. Per quanto riguarda i personaggi principali viene quasi sempre raccontata una storia di base anche se per pochi viene davvero approfondita. Le parti con poca azione sono poche ma riempite con vari dialoghi a parer mio fatti molto bene.
Una cosa che a me personalmente è davvero piaciuta è la scrittura del protagonista: per quanto sia vero che spesso sia un personaggio un po' indeciso e scoraggiato secondo me questo gli dà davvero molto realismo, rompendo lo stereotipo di protagonista anime sempre super sicuro, deciso e imbattibile. Anche se spesso diventa il vero eroe della situazione (senza troppe esaltazioni). Altra cosa che ho adorato sono tutti gli spoiler che si vedono già dai primi episodi che riguardano la fine della serie.
Attenzione: questa parte contiene spoiler!
Per finire ci tengo a precisare che quello che si vede fino a circa metà/fine della quarta stagione in realtà sono solo i ricordi di Eren, cosa che si capisce dal fatto che in qualche scena si vede una figura praticamente identica all'Eren della quarta stagione (che sia chiaro, sono i ricordi, non viaggi del tempo in quanto Eren non ha il potere di farli).
"L'attacco dei giganti" è un'opera diversa dal solito, che riesce a stravolgere la visione del mondo in cui è ambientato di stagione in stagione (a volte anche all'interno della stagione stessa), rispettando, però, le regole del mondo stesso. A volte avvengono delle rivelazioni che hanno effetto anche a livello "retroattivo" senza che siano dei veri e propri retcon, in questa maniera si induce lo spettatore a cambiare opinione anche su quello che già sapeva e considerava assoluto.
L'opera è sorprendente anche a livello di varietà di "generi", tutti gestiti trattati con la stessa cura e che permettono di sorprendere lo spettatore che si era abituato ad un certo tipo di narrazione e storia; in particolare si nota il continuo cambio di registro all'interno della prima stagione.
Il messaggio di fondo sulla stupidità e "immortalità" della guerra e ciclicità l'ho ritenuto interessante, ben veicolato ed approfondito, studiato in varie sfaccettature tramite punti di vista diversi partendo da quello del piano di comando e arrivando a quello dell'umile cittadino, ma a volte la trattazione è stata un po' prolissa e pedante.
La trama è estremamente interessante e fa venire voglia di saperne sempre di più, purtroppo ho apprezzato poco le scelte narrative della seconda stagione (le cui rivelazioni sono tra le più interessanti) in cui, arrivati al climax dell'evento "X", veniva mostrato un flashback che culminava proprio con l'evento "X", tecnica narrativa che ho notato venir impiegata più volte in questa stagione e che rendeva meno interessante la scoperta dei misteri del mondo de "L'attacco dei giganti"; infatti si generava una sorta di doppia visione di uno stesso evento e uno sfruttamento anomalo dell'evento climax. Durante i primi episodi della quarta stagione ho notato un ulteriore rallentamento che, nonostante fosse necessario alla costruzione di una mondo che da lì a poco avrebbe subito un importante cambiamento e sarebbe diventato fondamentale per la trama in generale, ha appesantito la visione dell'opera.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Qualche scelta non l'ho apprezzata e alcune sembrano fatte solo per assecondare i fan: gli scontri contro Reiner e Berthold e tra Levi e Zeke sono molteplici, la necessità eccessiva di portare Levi fino alla fine da protagonista nonostante sia ormai gravemente debilitato, la curiosa trasformazione di Falco in falco.
Fine parte contenente spoiler
Questi scelte non mi permettono di erigere l'opera a capolavoro, ma è sicuramente qualcosa di grandioso, sopra la media e che ha avvicinato parte della fetta di pubblico vergine di anime a questo mondo dimostrando loro che i cartoni animati non sono solo "i Simpson", "Ken il guerriero" e "Mimì".
L'opera è sorprendente anche a livello di varietà di "generi", tutti gestiti trattati con la stessa cura e che permettono di sorprendere lo spettatore che si era abituato ad un certo tipo di narrazione e storia; in particolare si nota il continuo cambio di registro all'interno della prima stagione.
Il messaggio di fondo sulla stupidità e "immortalità" della guerra e ciclicità l'ho ritenuto interessante, ben veicolato ed approfondito, studiato in varie sfaccettature tramite punti di vista diversi partendo da quello del piano di comando e arrivando a quello dell'umile cittadino, ma a volte la trattazione è stata un po' prolissa e pedante.
La trama è estremamente interessante e fa venire voglia di saperne sempre di più, purtroppo ho apprezzato poco le scelte narrative della seconda stagione (le cui rivelazioni sono tra le più interessanti) in cui, arrivati al climax dell'evento "X", veniva mostrato un flashback che culminava proprio con l'evento "X", tecnica narrativa che ho notato venir impiegata più volte in questa stagione e che rendeva meno interessante la scoperta dei misteri del mondo de "L'attacco dei giganti"; infatti si generava una sorta di doppia visione di uno stesso evento e uno sfruttamento anomalo dell'evento climax. Durante i primi episodi della quarta stagione ho notato un ulteriore rallentamento che, nonostante fosse necessario alla costruzione di una mondo che da lì a poco avrebbe subito un importante cambiamento e sarebbe diventato fondamentale per la trama in generale, ha appesantito la visione dell'opera.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Qualche scelta non l'ho apprezzata e alcune sembrano fatte solo per assecondare i fan: gli scontri contro Reiner e Berthold e tra Levi e Zeke sono molteplici, la necessità eccessiva di portare Levi fino alla fine da protagonista nonostante sia ormai gravemente debilitato, la curiosa trasformazione di Falco in falco.
Fine parte contenente spoiler
Questi scelte non mi permettono di erigere l'opera a capolavoro, ma è sicuramente qualcosa di grandioso, sopra la media e che ha avvicinato parte della fetta di pubblico vergine di anime a questo mondo dimostrando loro che i cartoni animati non sono solo "i Simpson", "Ken il guerriero" e "Mimì".
"Attack on Titan" è uno degli anime più popolari di sempre, andato in onda dal 2013 al 2023 ed è derivato dal manga scritto da Hajime Isayama
La trama è semplice ma originale: l'umanità è ridotta a meno di un milione di persone che vivono in una città circondata da mura alte 50 metri per proteggersi dai temibili giganti, che si racconta abbiano quasi sterminato tutta l'umanità un centinaio di anni prima. Nonostante sia una cosa ormai quasi dimenticata, un giorno un gigante più alto delle mura riesce a aprire un varco causando così l'entrata dei giganti in città e facendo sprofondare la popolazione nel caos e nella paura. La storia si sviluppa costantemente ed in modo estremamente interessante, ricca di azione, colpi di scena e misteri, tenendo sempre alta l'attenzione e a coinvolgere lo spettatore in ogni momento.
Il trio di protagonisti dell'opera è composto da Eren, Mikasa e Armin. Eren inizia come classico protagonista degli shonen, ma fortunatamente migliora col passare del tempo, Mikasa è un'amica d'infanzia di Eren (e nel manga era caratterizzata meglio) mentre invece Armin è diventato amico degli altri due quando questi già si conoscevano. I personaggi secondari sono parecchi ma ben caratterizzati e in diversi casi anche più interessanti dei protagonisti stessi. Citandone i migliori abbiamo personaggi come il comandante Erwin, l'imbattibile soldato Levi, Hange e cadetti interessanti che avranno degli ottimi sviluppi di personalità come Reiner, Ymir, Jean e Christa. Ci sono poi altri ottimi personaggi introdotti in seguito come Zeke, Kenny, Gabi, Pieck e a modo suo anche Floch. Nel complesso viene dato spazio e ruoli di rilievo anche a numerosi personaggi femminili che in alcuni casi figurano anche tra i migliori della serie, cosa purtroppo non così comune nel mondo manga/anime.
L'anime, prodotto prima da Studio Wit e poi da Mappa, conta su grafica ed animazioni eccellenti ed il cambio studio inoltre coincide col momento più adeguato per farlo, dato il timeskip ed il cambio di ambientazione nella seconda parte. Meravigliosa poi la colonna sonora curata da Hiroyuki Sawano, così come le sigle di apertura e chiusura delle varie stagioni fatte da alcune band giapponesi. Giusto sottolineare poi anche l'ottimo doppiaggio italiano.
Rispetto al manga ha dei pro e dei contro, ma nel complesso è comunque un adattamento molto fedele, il lato negativo è l'omissione di alcune scene e frasi nel corso dell'opera che sarebbe probabilmente stato meglio tenere, ma questo viene surclassato dai lati positivi ovvero lo snellimento dell'arco del governo reale così come diverse ottime aggiunte all'adattamento degli ultimi capitoli che ne ha migliorato l'accoglienza.
Nel complesso un'opera monumentale e sicuramente tra i migliori anime mai prodotti, consigliato veramente a tutti e anche a chi solitamente non guarda anime (a patto ovviamente che abbiano almeno 13 anni per via di scene abbastanza crude, e per la complessità dei temi trattati).
La trama è semplice ma originale: l'umanità è ridotta a meno di un milione di persone che vivono in una città circondata da mura alte 50 metri per proteggersi dai temibili giganti, che si racconta abbiano quasi sterminato tutta l'umanità un centinaio di anni prima. Nonostante sia una cosa ormai quasi dimenticata, un giorno un gigante più alto delle mura riesce a aprire un varco causando così l'entrata dei giganti in città e facendo sprofondare la popolazione nel caos e nella paura. La storia si sviluppa costantemente ed in modo estremamente interessante, ricca di azione, colpi di scena e misteri, tenendo sempre alta l'attenzione e a coinvolgere lo spettatore in ogni momento.
Il trio di protagonisti dell'opera è composto da Eren, Mikasa e Armin. Eren inizia come classico protagonista degli shonen, ma fortunatamente migliora col passare del tempo, Mikasa è un'amica d'infanzia di Eren (e nel manga era caratterizzata meglio) mentre invece Armin è diventato amico degli altri due quando questi già si conoscevano. I personaggi secondari sono parecchi ma ben caratterizzati e in diversi casi anche più interessanti dei protagonisti stessi. Citandone i migliori abbiamo personaggi come il comandante Erwin, l'imbattibile soldato Levi, Hange e cadetti interessanti che avranno degli ottimi sviluppi di personalità come Reiner, Ymir, Jean e Christa. Ci sono poi altri ottimi personaggi introdotti in seguito come Zeke, Kenny, Gabi, Pieck e a modo suo anche Floch. Nel complesso viene dato spazio e ruoli di rilievo anche a numerosi personaggi femminili che in alcuni casi figurano anche tra i migliori della serie, cosa purtroppo non così comune nel mondo manga/anime.
L'anime, prodotto prima da Studio Wit e poi da Mappa, conta su grafica ed animazioni eccellenti ed il cambio studio inoltre coincide col momento più adeguato per farlo, dato il timeskip ed il cambio di ambientazione nella seconda parte. Meravigliosa poi la colonna sonora curata da Hiroyuki Sawano, così come le sigle di apertura e chiusura delle varie stagioni fatte da alcune band giapponesi. Giusto sottolineare poi anche l'ottimo doppiaggio italiano.
Rispetto al manga ha dei pro e dei contro, ma nel complesso è comunque un adattamento molto fedele, il lato negativo è l'omissione di alcune scene e frasi nel corso dell'opera che sarebbe probabilmente stato meglio tenere, ma questo viene surclassato dai lati positivi ovvero lo snellimento dell'arco del governo reale così come diverse ottime aggiunte all'adattamento degli ultimi capitoli che ne ha migliorato l'accoglienza.
Nel complesso un'opera monumentale e sicuramente tra i migliori anime mai prodotti, consigliato veramente a tutti e anche a chi solitamente non guarda anime (a patto ovviamente che abbiano almeno 13 anni per via di scene abbastanza crude, e per la complessità dei temi trattati).
Alla fine della visione di questo anime, i dubbi morali rimangono molti... si può dire tutto tranne che non dia da pensare. La storia è appassionante ed è stata così lunga che è di difficile valutazione... ma ci proviamo snocciolando i punti cardine.
Trama: 10. Una grossa fetta della storia gira intorno al semplice concetto della vendetta, ma non mancano situazioni di complessa geopolitica che spingono anche lo spettatore più pigro (sono colpevole) ad accendere un po' il cervello e cercare di cogliere più sfumature possibili... Appassionante. A volte un po' pesante, ma appassionante.
Svolgimento: 10. Scene di azione spettacolari, twist improvvisi e spesso totalmente inattesi, violenza brutale, ma anche qualche scena comica e diversi spunti di riflessione etici. Ce n'è per tutti i gusti, dal primo all' ultimo episodio.
Personaggi: 10. Intriganti e spesso piuttosto complessi. Lo sviluppo caratteriale di quasi tutti i membri principali del "cast" originale è da un lato un po' un colpo al cuore ma, da un altro lato, è piuttosto coerente con la crescita del pubblico stesso che ha amato e seguito questa storia fin dall'inizio. Ovviamente non sono tutti uguali e qualche eccezione di spicco c'è, però anche in quei casi la "staticità" caratteriale risulta a mio parere (per vari motivi) non fastidiosa come in altre serie.
Disegni: 10. Il design delle espressioni degli umani è estremamente interessante, a mio parere vengono espressi perfettamente l'ansia ed il disagio che essi provano in quel contesto... il design dei giganti comuni è invece palesemente ridicolo e ho adorato come certe facce buffe in un contesto simile possano risultare tanto orrende. Ottimo contrasto. Animazioni 2D splendide, certe sequenze sono da oscar. Nulla da ridire anche sulle animazioni 3D; purché non perfette, non hanno affatto sfigurato.
Musiche: 10. "Rumbling, Rumbling, it's coming rumbling, rumbling bewaaaaareeee"... Brividi. Devo aggiungere altro?
Nel complesso, questa storia avrà pure avuto qualche difetto... la trama pare avere qualche lieve falla oltre a risultare in certe fasi piuttosto confusionaria e le animazioni ad un certo punto della serie paiono avere un lieve calo di qualità. Ma, siccome la perfezione non è di questo mondo e si può sperare solo di avvicinarcisi il più possibile, penso che sia quasi impossibile migliorare una serie del genere. E questo per me è un motivo sufficiente per assegnare il voto massimo. Grazie al mangaka, grazie agli animatori, grazie ai doppiatori e a tutte le persone che hanno lavorato per circa 10 anni a questa storia. Ho avuto l'onore di conoscerla più o meno nel periodo in cui andava in onda il finale della prima stagione... col tempo siamo cambiati noi spettatori e lo show stesso, insieme. E' stata una lunga e bellissima corsa...
Citando Todd di Bojack Horseman: "It was nice while it lasted."
Cala il sipario.
Applausi.
Trama: 10. Una grossa fetta della storia gira intorno al semplice concetto della vendetta, ma non mancano situazioni di complessa geopolitica che spingono anche lo spettatore più pigro (sono colpevole) ad accendere un po' il cervello e cercare di cogliere più sfumature possibili... Appassionante. A volte un po' pesante, ma appassionante.
Svolgimento: 10. Scene di azione spettacolari, twist improvvisi e spesso totalmente inattesi, violenza brutale, ma anche qualche scena comica e diversi spunti di riflessione etici. Ce n'è per tutti i gusti, dal primo all' ultimo episodio.
Personaggi: 10. Intriganti e spesso piuttosto complessi. Lo sviluppo caratteriale di quasi tutti i membri principali del "cast" originale è da un lato un po' un colpo al cuore ma, da un altro lato, è piuttosto coerente con la crescita del pubblico stesso che ha amato e seguito questa storia fin dall'inizio. Ovviamente non sono tutti uguali e qualche eccezione di spicco c'è, però anche in quei casi la "staticità" caratteriale risulta a mio parere (per vari motivi) non fastidiosa come in altre serie.
Disegni: 10. Il design delle espressioni degli umani è estremamente interessante, a mio parere vengono espressi perfettamente l'ansia ed il disagio che essi provano in quel contesto... il design dei giganti comuni è invece palesemente ridicolo e ho adorato come certe facce buffe in un contesto simile possano risultare tanto orrende. Ottimo contrasto. Animazioni 2D splendide, certe sequenze sono da oscar. Nulla da ridire anche sulle animazioni 3D; purché non perfette, non hanno affatto sfigurato.
Musiche: 10. "Rumbling, Rumbling, it's coming rumbling, rumbling bewaaaaareeee"... Brividi. Devo aggiungere altro?
Nel complesso, questa storia avrà pure avuto qualche difetto... la trama pare avere qualche lieve falla oltre a risultare in certe fasi piuttosto confusionaria e le animazioni ad un certo punto della serie paiono avere un lieve calo di qualità. Ma, siccome la perfezione non è di questo mondo e si può sperare solo di avvicinarcisi il più possibile, penso che sia quasi impossibile migliorare una serie del genere. E questo per me è un motivo sufficiente per assegnare il voto massimo. Grazie al mangaka, grazie agli animatori, grazie ai doppiatori e a tutte le persone che hanno lavorato per circa 10 anni a questa storia. Ho avuto l'onore di conoscerla più o meno nel periodo in cui andava in onda il finale della prima stagione... col tempo siamo cambiati noi spettatori e lo show stesso, insieme. E' stata una lunga e bellissima corsa...
Citando Todd di Bojack Horseman: "It was nice while it lasted."
Cala il sipario.
Applausi.
10 anni, non 2000 certo, ma comunque un discreto intervallo di tempo. 10 anni per arrivare a conclusione di un titolo che rappresenta uno dei capitoli più importanti della storia dell'animazione e non solo.
"Attacco dei Giganti" nasce con un'idea, estremamente ambiziosa, estremamente arrogante; quella di volerci urlare nelle orecchie come si vive nel mondo reale, onde evitare di ritrovarci alla fine dei nostri giorni rendendoci conto di essere semplicemente sopravvissuti. L'idea in questione vive e prende forma dalla premessa che a differenziare i due concetti sia una sola ed unica cosa: la libertà. Vero? Falso? Chissà, forse è davvero così.
Spendiamo due parole per il "povero" Kenny, che ci ricorda che comunque la sopravvivenza rimane una scelta, basta trovare qualcosa di cui ubriacarsi e il gioco è fatto. Non ce ne abbia a male, ma noi siamo qui per raccontare la storia di chi ha scelto di vivere.
Eren Jaeger, nel suo essere un "semplice idiota", diventa il nostro capro espiatorio, il nostro fac-simile, il nostro prototipo. Non è che un semplice essere umano, che può fare cose che altri non fanno, certo, ma che vive comunque con i suoi dubbi, le sue paure, le sue volontà; un umano che vive in un mondo non troppo diverso dal nostro, attanagliato dalla guerra, quella roba brutta che tutti odiano, ma che tutti continuano imperterriti a fare: umanità contro umanità, malgrado l'umanità. Non esistono vincitori; 2000 e passa anni e ancora nessuno sembra averlo capito, e comunque chi lo capisce fa finta di niente.
Domanda da un milione di dollari: perché ci si fa la guerra? Paradossalmente pare che sia perché, strano a dirsi, siamo liberi di farla. Per una risposta più approfondita si prega i gentili lettori di visionare l'episodio intitolato "Violenza efferata".
"Questo mondo è estremamente crudele, ma anche bellissimo." "Facile a dirsi finché non arriva qualcuno che ti ammazza", direste voi, e avreste ragione. Eppure è così. L'esistenza stessa del male è chiara testimonianza dell'esistenza del bene. Andare avanti è l'unica cosa che veramente possiamo fare, andare avanti fino alla morte. Non me ne vogliano i milioni di vittime innocenti che nel corso dell'esistenza umana hanno pagato il "desiderio di libertà" di qualcun altro, non si vuole sminuire in alcun modo quella che sarebbe state la vostra vita "what if", anzi, si vuole sottolineare che proprio perché non sappiamo quanto è il tempo che abbiamo a disposizione, fate tesoro di ogni singolo istante, fate sì che il vostro ultimo messaggio sia un messaggio d'amore. Dobbiamo combattere, ma non sempre possiamo vincere, ahi noi, perciò è vietato scordarci perché.
"Attacco dei Giganti" altro non è che una tetra, dolorosa a vedersi, allegoria della natura umana nel suo stato più primordiale, quello dominato dal solo istinto di sopravvivenza. "Attacco dei Giganti" ha provato a mostrarci che condensare un immenso potere in qualcuno che non vuole altro che essere libero, comunque non basterebbe a renderlo libero; ha provato a mostrarci che siamo tutti diversi, verissimo, ma anche se avessimo una mente a sciame, comunque non basterebbe a renderci uguali; ha provato a mostrarci che, nonostante tutto, dobbiamo combattere, non perché sia la scelta giusta, ma perché non vi sono alternative.
Ci ha mostrato, e questa volta con assoluta chiarezza, che i nostri nemici, i nostri demoni - Gabi docet - sono solo dentro di noi, non davanti a noi.
Ora, potrei spendere decine di migliaia di parole per raccontare la - passatemi la banalità - bellezza di questa maestosa opera, ma non credo sia necessario, è lampante e palese davanti a noi, e poi finirei per peccare di tracotanza, e non voglio farlo.
Quel che ho a cuore di esporre sotto i fari, quel che è per me il valore aggiunto di questo titolo, quel piccolo filo d'erba in un immenso prato che io ho scelto di raccogliere, sono Gabi e Falco. Non servono tanti manifesti; semplicemente basta notare come lì, in mezzo alla morte, letteralmente, Falco ha in testa solo una cosa, l'unica che davvero conti per lui, il suo genuino amore per la piccola Gabi. Perché con la loro innocenza grezza, con l'arroganza di Gabi e la gentilezza di Falco, con i loro sbagli e i loro rimpianti, con i loro tanti anni ancora da vivere - si spera insieme - questa storia ci mostra che esiste una "mezza via d'uscita", esiste una sorta di legge universale che soverchia qualsiasi altra imposizione, naturale o artificiosa che sia, e che dà un senso a quella continua, malata, ossessiva ricerca di libertà che andiamo decantando, e cioè che se proprio devi combattere, per l'amor di dio non dimenticare mai di farlo per difendere le persone che ami.
"Attacco dei Giganti" nasce con un'idea, estremamente ambiziosa, estremamente arrogante; quella di volerci urlare nelle orecchie come si vive nel mondo reale, onde evitare di ritrovarci alla fine dei nostri giorni rendendoci conto di essere semplicemente sopravvissuti. L'idea in questione vive e prende forma dalla premessa che a differenziare i due concetti sia una sola ed unica cosa: la libertà. Vero? Falso? Chissà, forse è davvero così.
Spendiamo due parole per il "povero" Kenny, che ci ricorda che comunque la sopravvivenza rimane una scelta, basta trovare qualcosa di cui ubriacarsi e il gioco è fatto. Non ce ne abbia a male, ma noi siamo qui per raccontare la storia di chi ha scelto di vivere.
Eren Jaeger, nel suo essere un "semplice idiota", diventa il nostro capro espiatorio, il nostro fac-simile, il nostro prototipo. Non è che un semplice essere umano, che può fare cose che altri non fanno, certo, ma che vive comunque con i suoi dubbi, le sue paure, le sue volontà; un umano che vive in un mondo non troppo diverso dal nostro, attanagliato dalla guerra, quella roba brutta che tutti odiano, ma che tutti continuano imperterriti a fare: umanità contro umanità, malgrado l'umanità. Non esistono vincitori; 2000 e passa anni e ancora nessuno sembra averlo capito, e comunque chi lo capisce fa finta di niente.
Domanda da un milione di dollari: perché ci si fa la guerra? Paradossalmente pare che sia perché, strano a dirsi, siamo liberi di farla. Per una risposta più approfondita si prega i gentili lettori di visionare l'episodio intitolato "Violenza efferata".
"Questo mondo è estremamente crudele, ma anche bellissimo." "Facile a dirsi finché non arriva qualcuno che ti ammazza", direste voi, e avreste ragione. Eppure è così. L'esistenza stessa del male è chiara testimonianza dell'esistenza del bene. Andare avanti è l'unica cosa che veramente possiamo fare, andare avanti fino alla morte. Non me ne vogliano i milioni di vittime innocenti che nel corso dell'esistenza umana hanno pagato il "desiderio di libertà" di qualcun altro, non si vuole sminuire in alcun modo quella che sarebbe state la vostra vita "what if", anzi, si vuole sottolineare che proprio perché non sappiamo quanto è il tempo che abbiamo a disposizione, fate tesoro di ogni singolo istante, fate sì che il vostro ultimo messaggio sia un messaggio d'amore. Dobbiamo combattere, ma non sempre possiamo vincere, ahi noi, perciò è vietato scordarci perché.
"Attacco dei Giganti" altro non è che una tetra, dolorosa a vedersi, allegoria della natura umana nel suo stato più primordiale, quello dominato dal solo istinto di sopravvivenza. "Attacco dei Giganti" ha provato a mostrarci che condensare un immenso potere in qualcuno che non vuole altro che essere libero, comunque non basterebbe a renderlo libero; ha provato a mostrarci che siamo tutti diversi, verissimo, ma anche se avessimo una mente a sciame, comunque non basterebbe a renderci uguali; ha provato a mostrarci che, nonostante tutto, dobbiamo combattere, non perché sia la scelta giusta, ma perché non vi sono alternative.
Ci ha mostrato, e questa volta con assoluta chiarezza, che i nostri nemici, i nostri demoni - Gabi docet - sono solo dentro di noi, non davanti a noi.
Ora, potrei spendere decine di migliaia di parole per raccontare la - passatemi la banalità - bellezza di questa maestosa opera, ma non credo sia necessario, è lampante e palese davanti a noi, e poi finirei per peccare di tracotanza, e non voglio farlo.
Quel che ho a cuore di esporre sotto i fari, quel che è per me il valore aggiunto di questo titolo, quel piccolo filo d'erba in un immenso prato che io ho scelto di raccogliere, sono Gabi e Falco. Non servono tanti manifesti; semplicemente basta notare come lì, in mezzo alla morte, letteralmente, Falco ha in testa solo una cosa, l'unica che davvero conti per lui, il suo genuino amore per la piccola Gabi. Perché con la loro innocenza grezza, con l'arroganza di Gabi e la gentilezza di Falco, con i loro sbagli e i loro rimpianti, con i loro tanti anni ancora da vivere - si spera insieme - questa storia ci mostra che esiste una "mezza via d'uscita", esiste una sorta di legge universale che soverchia qualsiasi altra imposizione, naturale o artificiosa che sia, e che dà un senso a quella continua, malata, ossessiva ricerca di libertà che andiamo decantando, e cioè che se proprio devi combattere, per l'amor di dio non dimenticare mai di farlo per difendere le persone che ami.
Questo anime mi è stato consigliato qualche anno fa quando ancora andavo alle superiori da un amico che ne va matto, l'unico anime che conoscevo all'epoca era praticamente "Dragon Ball" e mai avrei immaginato che mi potesse piacere così tanto, infatti ero un po' titubante nell'iniziarlo.
È un'opera molto matura, ben studiata e ricca di colpi di scena che non ti possono non stupire. Inoltre, lo studio WIT è riuscito a trasporre nelle prime stagioni molto bene il manga, tanto da incuriosire anche chi è estraneo nei confronti di questi. Lo studio MAPPA, poi, è riuscito a far risaltare ancora di più la storia con un comparto tecnico e grafico cui poche serie riescono a tener testa.
Le OST di un film, videogioco o anime per me sono importanti perché mettono in rilievo eventi cruciali, e quelle di AOT non sono da meno (le opening sono memorabili). AOT è un capolavoro originale, non il copia incolla di una qualsiasi serie splatter con una trama esageratamente cupa; AOT mette in luce in primo luogo la caratterizzazione dei personaggi che si dimostrano, a fasi alterne e progressive, peggiori o migliori di quanto tu possa pensare, ed è ciò che rende AOT un'opera molto umana e abbastanza realistica per quanto riguarda ciò.
La storia di Isayama è un mind blowing continuo che invita lo spettatore a riflettere a come si evolverà la trama mistero dopo mistero per arrivare, infine, a un finale emozionante. Sono convinto che sia un capolavoro che rimarrà nella storia, e quindi... lo consiglio a chiunque.
È un'opera molto matura, ben studiata e ricca di colpi di scena che non ti possono non stupire. Inoltre, lo studio WIT è riuscito a trasporre nelle prime stagioni molto bene il manga, tanto da incuriosire anche chi è estraneo nei confronti di questi. Lo studio MAPPA, poi, è riuscito a far risaltare ancora di più la storia con un comparto tecnico e grafico cui poche serie riescono a tener testa.
Le OST di un film, videogioco o anime per me sono importanti perché mettono in rilievo eventi cruciali, e quelle di AOT non sono da meno (le opening sono memorabili). AOT è un capolavoro originale, non il copia incolla di una qualsiasi serie splatter con una trama esageratamente cupa; AOT mette in luce in primo luogo la caratterizzazione dei personaggi che si dimostrano, a fasi alterne e progressive, peggiori o migliori di quanto tu possa pensare, ed è ciò che rende AOT un'opera molto umana e abbastanza realistica per quanto riguarda ciò.
La storia di Isayama è un mind blowing continuo che invita lo spettatore a riflettere a come si evolverà la trama mistero dopo mistero per arrivare, infine, a un finale emozionante. Sono convinto che sia un capolavoro che rimarrà nella storia, e quindi... lo consiglio a chiunque.
Credo che ''L'attacco dei giganti'' sia meritatamente una delle migliori opere degli ultimi dieci anni per la vastità di emozioni che riesce a convogliare e i continui colpi di scena in grado di farci continuamente dubitare di quello che avevamo precedentemente visto. Insomma, un'opera da vedere tutto d'un fiato.
Eviterò di riportare la trama qua, in quanto molti altri lo avranno già fatto, e mi limiterò semplicemente a dire di quanto questo anime non finisca mai di stupire, da una terza stagione completamente inaspettata ad un capolavoro assoluto come la quarta stagione (senza togliere nulla alle due stagioni iniziali, altrettanto importanti ai fini della trama e della risoluzione di questo enorme puzzle, come vorrei definirlo), il tutto accompagnato da una grafica molto intrigante e da un comparto musiche davvero ottimo e coinvolgente.
Nota di merito anche per le varie opening dell'anime (e le varie ending), che non hanno mai deluso, almeno personalmente.
Per parlare accuratamente di questo anime avrei bisogno di ore ed ore, non posso che consigliarlo a tutti gli amanti del genere e degli anime in generale.
Questa esperienza vi coinvolgerà dall'inizio alla fine ed innamorarsene sarà quasi immediato.
Chapeau per il mangaka Isayama, Wit Studio e MAPPA, in attesa dell'atto finale!
Eviterò di riportare la trama qua, in quanto molti altri lo avranno già fatto, e mi limiterò semplicemente a dire di quanto questo anime non finisca mai di stupire, da una terza stagione completamente inaspettata ad un capolavoro assoluto come la quarta stagione (senza togliere nulla alle due stagioni iniziali, altrettanto importanti ai fini della trama e della risoluzione di questo enorme puzzle, come vorrei definirlo), il tutto accompagnato da una grafica molto intrigante e da un comparto musiche davvero ottimo e coinvolgente.
Nota di merito anche per le varie opening dell'anime (e le varie ending), che non hanno mai deluso, almeno personalmente.
Per parlare accuratamente di questo anime avrei bisogno di ore ed ore, non posso che consigliarlo a tutti gli amanti del genere e degli anime in generale.
Questa esperienza vi coinvolgerà dall'inizio alla fine ed innamorarsene sarà quasi immediato.
Chapeau per il mangaka Isayama, Wit Studio e MAPPA, in attesa dell'atto finale!
Questa storia monumentale è molto ben strutturata, quasi nulla viene lasciato al caso e tutto ha un senso, bisogna solo aspettare, tenendo presente i pezzi sfusi del puzzle che ogni episodio ci regala.
Se cercate il classico eroe però, qui non lo troverete. Pur essendo un fantasy è umanamente molto realista e anche piuttosto cinico il mondo che ci presenta, è - credo - un ritratto della nostra società globale dove tutti pensano di poter decidere ciò che è più giusto e, fatalmente, finisce solo col fare gli interessi di una parte a discapito degli altri. Ci sono episodi su cui ci sarebbe molto da riflettere perché ricordano tanto anche il nostro tempo e certe potenze mondiali.
Ma vorrei partire dalla trama verace che nessuno riporta, perché questa è la storia di tre amici d'infanzia che si ritrovano a vivere un tempo di guerre e orrori disumani, ma che trovano la forza di reagire e mantenere un sogno per il futuro che chiamano libertà, perché sono confinati dentro delle mura e non possono vedere il mondo. Eren è il personaggio incontenibile, forse sempre un po' immaturo e ingestibile, ma che possiede una notevole forza interiore con cui trascina gli altri due. Misaka è la ragazzina che salva e che crescerà come sua sorella, molto riflessiva e ponderata ha una forza fisica e mentale fuori norma, ma ha bisogno di Eren per trovare un senso e un obbiettivo. Infine c'è Armin, il mio personaggio preferito. È piccolo, inerme e sognatore, per gran parte della prima serie passa inosservato, eppure si rivela fondamentale e mantiene una lucidità e una concentrazione su ciò che deve o dovrebbe fare, caratteristiche che mi hanno ricordato il piccolo soldato de "I ragazzi della Via Pal", un libro per ragazzi che in fondo non è così distante come atmosfera. Quelli forti comandano e sono nelle posizioni più sicure e più considerate, ma la vera lotta la fanno probabilmente quelli destinati a morire.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Ed era quello che temevo di vedere, lui stesso si considera sacrificabile.
Levi è un altro personaggio che proprio mi piace, anche se rimane troppo sullo sfondo e lamento non abbia legato con qualcuno, restando solitario e misterioso sui suoi pensieri. Però mi è chiaro perché, dovendo scegliere su chi salvare tra il comandante e Armin, alla fine abbia scelto Armin... Il comandante avrebbe visto la stanza segreta ed esaurito tutto ciò che lo aveva portato avanti nella lotta. Non c'era altro che poteva motivarlo probabilmente, mentre Armin con la sua voglia contagiosa di vedere il mare, conoscere il mondo oltre le mura aveva un futuro ancora da vivere e dare agli altri.
Fine parte contenente spoiler
Tornando all'anime, ha delle parti un po' lente ed è molto lungo, questo però non dovrebbe scoraggiare, non vuole essere un'opera eroica e secondo me è rivolto agli adulti e i protagonisti avrebbero dovuto avere qualche anno in più. Rispetto al manga l'inizio è molto più incisivo e piacevole, lo dico avendo letto solo i primi due numeri e avendoli trovati molto originali, ma troppo lenti.
Lo riprenderò, ma consiglio l'anime a chi eventualmente si è bloccato sul manga perché la storia merita davvero.
Anche il disegno è molto più piacevole e curato, in qualche modo più "classico".
Tenete conto che comunque è una storia di guerre e potere, molti personaggi sono destinati a morire, purtroppo manca anche una storia d'amore vera e propria (essendo così tanti i personaggi la considero una mancanza), però c'è molto sull'amicizia e l'infanzia felice, quasi un dolore malinconico e struggente di ciò che eravamo e non potremo essere più. Innocenti.
Se cercate il classico eroe però, qui non lo troverete. Pur essendo un fantasy è umanamente molto realista e anche piuttosto cinico il mondo che ci presenta, è - credo - un ritratto della nostra società globale dove tutti pensano di poter decidere ciò che è più giusto e, fatalmente, finisce solo col fare gli interessi di una parte a discapito degli altri. Ci sono episodi su cui ci sarebbe molto da riflettere perché ricordano tanto anche il nostro tempo e certe potenze mondiali.
Ma vorrei partire dalla trama verace che nessuno riporta, perché questa è la storia di tre amici d'infanzia che si ritrovano a vivere un tempo di guerre e orrori disumani, ma che trovano la forza di reagire e mantenere un sogno per il futuro che chiamano libertà, perché sono confinati dentro delle mura e non possono vedere il mondo. Eren è il personaggio incontenibile, forse sempre un po' immaturo e ingestibile, ma che possiede una notevole forza interiore con cui trascina gli altri due. Misaka è la ragazzina che salva e che crescerà come sua sorella, molto riflessiva e ponderata ha una forza fisica e mentale fuori norma, ma ha bisogno di Eren per trovare un senso e un obbiettivo. Infine c'è Armin, il mio personaggio preferito. È piccolo, inerme e sognatore, per gran parte della prima serie passa inosservato, eppure si rivela fondamentale e mantiene una lucidità e una concentrazione su ciò che deve o dovrebbe fare, caratteristiche che mi hanno ricordato il piccolo soldato de "I ragazzi della Via Pal", un libro per ragazzi che in fondo non è così distante come atmosfera. Quelli forti comandano e sono nelle posizioni più sicure e più considerate, ma la vera lotta la fanno probabilmente quelli destinati a morire.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Ed era quello che temevo di vedere, lui stesso si considera sacrificabile.
Levi è un altro personaggio che proprio mi piace, anche se rimane troppo sullo sfondo e lamento non abbia legato con qualcuno, restando solitario e misterioso sui suoi pensieri. Però mi è chiaro perché, dovendo scegliere su chi salvare tra il comandante e Armin, alla fine abbia scelto Armin... Il comandante avrebbe visto la stanza segreta ed esaurito tutto ciò che lo aveva portato avanti nella lotta. Non c'era altro che poteva motivarlo probabilmente, mentre Armin con la sua voglia contagiosa di vedere il mare, conoscere il mondo oltre le mura aveva un futuro ancora da vivere e dare agli altri.
Fine parte contenente spoiler
Tornando all'anime, ha delle parti un po' lente ed è molto lungo, questo però non dovrebbe scoraggiare, non vuole essere un'opera eroica e secondo me è rivolto agli adulti e i protagonisti avrebbero dovuto avere qualche anno in più. Rispetto al manga l'inizio è molto più incisivo e piacevole, lo dico avendo letto solo i primi due numeri e avendoli trovati molto originali, ma troppo lenti.
Lo riprenderò, ma consiglio l'anime a chi eventualmente si è bloccato sul manga perché la storia merita davvero.
Anche il disegno è molto più piacevole e curato, in qualche modo più "classico".
Tenete conto che comunque è una storia di guerre e potere, molti personaggi sono destinati a morire, purtroppo manca anche una storia d'amore vera e propria (essendo così tanti i personaggi la considero una mancanza), però c'è molto sull'amicizia e l'infanzia felice, quasi un dolore malinconico e struggente di ciò che eravamo e non potremo essere più. Innocenti.
Arrivato in fondo alla seconda parte della quarta serie posso recensire questo opera a detta di molti un capolavoro: ma è così?
Diciamo che parte come come un normale battle shonen: ci sono i cattivi (i giganti) e il popolo dentro le mura di Paradis che lotta per sopravvivere.
All’inizio della serie scopriamo che dentro le mura esiste la pace i giganti sono fuori, nel mondo inesplorato dove si avventura solo un corpo speciale che vuole scoprire cosa esiste al di fuori della civiltà. Improvvisamente compare un gigante colossale che apre un varco nelle mura… inizia la lotta per la sopravvivenza delle persone comuni: fra queste i due bambini Eren Jagger e Mikasa Ackerman.
All’ottantasettesimo episodio abbiamo visto di tutto, lotta, fantapolitica, scoperta di continenti. Abbiamo scoperto che i giganti in realtà vivono nel corpo della gente di Paradis che fuori dalle mura sono chiamati eldiani e sono vittime di razzismo. C’è chi ne chiede il genocidio e i Marleani, la nazione più potente della terra, li disprezza, li usa, li ghettizza, li uccide. Di fronte a tutto ciò nasce in Eren la volontà di spazzare via il mondo, tutto ciò mentre assistiamo a continui cambi nella direzione dell’anime, a cliffhanger, a scelte narrative sbalorditive e tu dici: wow! Partito da un voto pari a sette non puoi non dargli nove.
Perché allora solo nove?
Perché in alcuni episodi assistiamo ad un calo, perché è iniziato tanti anni fa e ti sei dimenticato i particolari delle prime serie, perché è bello ma non perfetto, perché non finirà neanche quest’anno ma devi aspettare la terza parte della serie finale.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
E le prime due parti della serie finale sono state fantastiche con Eren che fa partire il Boato della Terra e Mikasa, Armin e Levi che lo vogliono fermare. Tutto questo mentre l’autore ci fa riflettere su libertà vera e falsa, genocidio e guerra. Con un popolo oppresso che non si ribella perché gli hanno insegnato che prima era l’oppressore e adesso deve pagare i crimini dei suoi padri. Con la guerra disprezzata, ma che nasce dalla volontà dei popoli di spazzarsi via a vicenda, con persone che capiscono che questa non è la scelta migliore.
Fine parte contenente spoiler
Due dei migliori studi di animazione giapponese hanno lavorato su quest’opera mi riferisco a Wit e MAPPA e il fumetto da cui è tratta ha venduto tantissimo per la gioia di Kodansha e del suo autore, Hajiame Isayama, di cui si è detto che ha cambiato il modo di creare i manga. Gli effetti di un innovatore si vedono nel lungo periodo. Per ora godiamoci quel che c’è: questo bell’anime.
Diciamo che parte come come un normale battle shonen: ci sono i cattivi (i giganti) e il popolo dentro le mura di Paradis che lotta per sopravvivere.
All’inizio della serie scopriamo che dentro le mura esiste la pace i giganti sono fuori, nel mondo inesplorato dove si avventura solo un corpo speciale che vuole scoprire cosa esiste al di fuori della civiltà. Improvvisamente compare un gigante colossale che apre un varco nelle mura… inizia la lotta per la sopravvivenza delle persone comuni: fra queste i due bambini Eren Jagger e Mikasa Ackerman.
All’ottantasettesimo episodio abbiamo visto di tutto, lotta, fantapolitica, scoperta di continenti. Abbiamo scoperto che i giganti in realtà vivono nel corpo della gente di Paradis che fuori dalle mura sono chiamati eldiani e sono vittime di razzismo. C’è chi ne chiede il genocidio e i Marleani, la nazione più potente della terra, li disprezza, li usa, li ghettizza, li uccide. Di fronte a tutto ciò nasce in Eren la volontà di spazzare via il mondo, tutto ciò mentre assistiamo a continui cambi nella direzione dell’anime, a cliffhanger, a scelte narrative sbalorditive e tu dici: wow! Partito da un voto pari a sette non puoi non dargli nove.
Perché allora solo nove?
Perché in alcuni episodi assistiamo ad un calo, perché è iniziato tanti anni fa e ti sei dimenticato i particolari delle prime serie, perché è bello ma non perfetto, perché non finirà neanche quest’anno ma devi aspettare la terza parte della serie finale.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
E le prime due parti della serie finale sono state fantastiche con Eren che fa partire il Boato della Terra e Mikasa, Armin e Levi che lo vogliono fermare. Tutto questo mentre l’autore ci fa riflettere su libertà vera e falsa, genocidio e guerra. Con un popolo oppresso che non si ribella perché gli hanno insegnato che prima era l’oppressore e adesso deve pagare i crimini dei suoi padri. Con la guerra disprezzata, ma che nasce dalla volontà dei popoli di spazzarsi via a vicenda, con persone che capiscono che questa non è la scelta migliore.
Fine parte contenente spoiler
Due dei migliori studi di animazione giapponese hanno lavorato su quest’opera mi riferisco a Wit e MAPPA e il fumetto da cui è tratta ha venduto tantissimo per la gioia di Kodansha e del suo autore, Hajiame Isayama, di cui si è detto che ha cambiato il modo di creare i manga. Gli effetti di un innovatore si vedono nel lungo periodo. Per ora godiamoci quel che c’è: questo bell’anime.
Ho iniziato a vedere l'anime abbastanza tardi, ma devo dire che mi ha completamente conquistato.
Ho divorato in pochissimi giorni le prime tre stagioni e poi la prima parte della quarta stagione e adesso la seconda parte della quarta stagione su Crunchynroll e più si va avanti e più mi coinvolge e mi prende, non mi stanco mai di vederlo. La trama il maggior punto di forza, così piena di colpi di scena, situazioni inaspettate, intrighi, tradimenti, doppio gioco, sentimenti forti e sinceri.
Validissima anche la caratterizzazione dei personaggi, con Eren e Mikasa che sono da sempre i miei preferiti. Le musiche sono un altro punto di forza dell'opera: bellissime e veramente azzeccate tutte le opening e le ending, che si susseguono nelle varie stagioni.
Non sono esperto di animazioni ma le ho trovate incredibili, con i combattimenti cruenti e fortemente realistici tanto da sembrare di essere in mezzo alla battaglia.
L'anime è magnifico, sublime, poetico; per me è un capolavoro assoluto, destinato a diventare una pietra miliare per l'animazione nei prossimi anni.
Ho divorato in pochissimi giorni le prime tre stagioni e poi la prima parte della quarta stagione e adesso la seconda parte della quarta stagione su Crunchynroll e più si va avanti e più mi coinvolge e mi prende, non mi stanco mai di vederlo. La trama il maggior punto di forza, così piena di colpi di scena, situazioni inaspettate, intrighi, tradimenti, doppio gioco, sentimenti forti e sinceri.
Validissima anche la caratterizzazione dei personaggi, con Eren e Mikasa che sono da sempre i miei preferiti. Le musiche sono un altro punto di forza dell'opera: bellissime e veramente azzeccate tutte le opening e le ending, che si susseguono nelle varie stagioni.
Non sono esperto di animazioni ma le ho trovate incredibili, con i combattimenti cruenti e fortemente realistici tanto da sembrare di essere in mezzo alla battaglia.
L'anime è magnifico, sublime, poetico; per me è un capolavoro assoluto, destinato a diventare una pietra miliare per l'animazione nei prossimi anni.
Dal punto di vista di un musicista ho trovato opportuno definire questo anime come il Johann Sebastian Bach delle animazioni nipponiche, come il compositore di Lipsia questa storia è caratterizzata da un unico libretto canonico che ha oramai influenzato anche altre produzioni con le sue idee innovative; quante volte ci capita di poter immedesimarci nel protagonista poiché lo vediamo come un essere perfetto, sia dal punto di vista morale che dalle azioni che compie? La prassi della stragrande maggioranza delle storie di tutti i tempi (non solo anime o manga) ci pone in una condizione di empatia per il protagonista, spesso si tratta di un/a orfano/a, al che sorge uno spontaneo sentimento di compassione per tale personaggio, che ci porta a difenderlo in tutte le occasioni di lotta che gli si presenteranno durante la sua esistenza; in sostanza l'obbiettivo di ogni trama è quello di farci immedesimare con l'effettivo eroe della storia in questione, rendendoci partecipi delle sue sofferenze e delle sue gioie, mai facendoci dubitare del suo comportamento poiché saremo sicuri che lo avrà fatto a fin di bene, ovviamente viene fatto ciò poiché è effettivamente più facile apprezzare un eroe che combatte per una nobile causa (seguendo i canoni delle storie occidentali medievali e romantiche alle quali noi tutti siamo stati abituati) rispetto che un personaggio caratterizzato dai vizi più che dai pregi. Il potere di AOT sta proprio nel mettere in risalto la parte meno eroica del protagonista, poiché il più delle volte Eren sembra tutto fuorché un eroe, egli appare come il ragazzino che è, il quale la maggior parte delle volte sovrasta l'Eren adulto dal pensiero razionale.
Come Bach questa storia è un pilastro indistruttibile e fondamentale per tutte le storie avvenire, come Bach ha saputo esplorare i meandri della mente (nel caso di Bach si tratta dei meandri del tonalismo) umana laddove altre storie hanno fallito ho solo in parte riuscito e sempre come Bach, quando i momenti migliori arrivano non lo fanno mai da soli, infatti arrivano nel punto di maggiore complessità tecnica della composizione con un contrappunto unico che oramai rappresenta il canone da seguire per le composizioni di ogni genere successive al compositore tedesco, così anche per AOT, dove rappresenta l'apice assoluto della caratterizzazione dei personaggi nei momenti più complessi dal punto di vista psicologico, mettendoci a più riprese contro ipotetiche scelte o azioni compiute da essi e rendendoci partecipi in modo attivo allo svolgimento della trama che fa mettere pure noi in discussione la nostra morale se confrontata alle decisioni prese durante la storia, creando un incredibile contrappunto di pensieri contrastanti gli uni agli altri, quasi da farci venire il mal di testa .
Come Bach questa storia è un pilastro indistruttibile e fondamentale per tutte le storie avvenire, come Bach ha saputo esplorare i meandri della mente (nel caso di Bach si tratta dei meandri del tonalismo) umana laddove altre storie hanno fallito ho solo in parte riuscito e sempre come Bach, quando i momenti migliori arrivano non lo fanno mai da soli, infatti arrivano nel punto di maggiore complessità tecnica della composizione con un contrappunto unico che oramai rappresenta il canone da seguire per le composizioni di ogni genere successive al compositore tedesco, così anche per AOT, dove rappresenta l'apice assoluto della caratterizzazione dei personaggi nei momenti più complessi dal punto di vista psicologico, mettendoci a più riprese contro ipotetiche scelte o azioni compiute da essi e rendendoci partecipi in modo attivo allo svolgimento della trama che fa mettere pure noi in discussione la nostra morale se confrontata alle decisioni prese durante la storia, creando un incredibile contrappunto di pensieri contrastanti gli uni agli altri, quasi da farci venire il mal di testa .
"Shingeki no Kyojin" è un anime composto da 59 episodi, che è ancora in corso, la prima stagione è uscita nel 2013, mentre l'ultima nel 2019; è tratto dall'omonimo manga.
Cosa succede se un giorno tutto il tuo mondo crolla? Se la quasi totalità della tua famiglia viene massacrata, vedi la disperazione, vedi la tua impotenza, sai che nulla tornerà come prima, e sai di essere dentro una gigantesca gabbia, debole e insignificante, inutile, mentre il nemico è forte e pronto ad annientarti. Un nemico mostruoso e gigantesco, di origini ignote, un nemico quasi imbattibile, implacabile, che più che un nemico ricorda una punizione biblica.
Se vogliamo riassumere la trama di “Attack on Titan”, possiamo usare questa metafora, sicuramente la trama dell'opera è uno dei punti di forza, molto originale, piena di colpi di scena, di misteri, di intrighi, fino ad arrivare a scoperte totalmente inaspettate, in un crescendo di rivelazioni che lascia scioccati anche gli spettatori più freddi.
Abbiamo una caratterizzazione dei personaggi molto ben fatta, così come lo spessore dei personaggi, da quelli principali a quelli secondari. Le loro reazioni, emozioni, la loro storia, non possono certo lasciare indifferenti, e sono uno dei punti di forza principali dell'opera in questione. Molte volte è inevitabile empatizzare con loro, e ti viene spontaneo offrire anche tu il tuo cuore, usando il motto della legione esplorativa.
Un altro punto a favore sono le musiche, anche se qui devo dire che c'è un neo, troppe volte abbiamo delle musiche che sono riadattamenti delle stesse vecchie musiche, certo sempre belle ma... piuttosto che ricorrere a troppi riadattamenti sarebbe stato meglio produrre altre canzoni originali, ma tutto sommato comparto promosso.
Per quanto riguarda invece il comparto grafico, piccola premessa, parliamo di più serie, di quasi 60 episodi, usciti in un arco di 6 anni, ovviamente questo deve essere considerato.Fatta questa premessa, abbiamo sicuramente alti e bassi, ma nel complesso stiamo parlando di un comparto di alto livello, in alcuni punti raggiungiamo livelli veramente altissimi, da pietra miliare oserei dire, però come si suol dire “non è oro tutto quello che luccica”... abbiamo alcuni elementi in CGI che stonano col resto, e alcune volte sono fin troppi presenti. Ma questi nei non possono comunque oscurare, il colossale comparto grafico dell'opera.
In conclusione: uno degli shonen più interessanti degli ultimi 10 anni, che punta molto sulle scene d'azione, molto violente e crude, mischiandole con intrighi, misteri, e con una parte di spiegazione e tecnica molto raffinata a mio avviso: un vero fan degli shonen e delle opere d'azione la deve assolutamente vedere, non è un capolavoro, ma siamo molto vicini.
Voto finale 8,5
Cosa succede se un giorno tutto il tuo mondo crolla? Se la quasi totalità della tua famiglia viene massacrata, vedi la disperazione, vedi la tua impotenza, sai che nulla tornerà come prima, e sai di essere dentro una gigantesca gabbia, debole e insignificante, inutile, mentre il nemico è forte e pronto ad annientarti. Un nemico mostruoso e gigantesco, di origini ignote, un nemico quasi imbattibile, implacabile, che più che un nemico ricorda una punizione biblica.
Se vogliamo riassumere la trama di “Attack on Titan”, possiamo usare questa metafora, sicuramente la trama dell'opera è uno dei punti di forza, molto originale, piena di colpi di scena, di misteri, di intrighi, fino ad arrivare a scoperte totalmente inaspettate, in un crescendo di rivelazioni che lascia scioccati anche gli spettatori più freddi.
Abbiamo una caratterizzazione dei personaggi molto ben fatta, così come lo spessore dei personaggi, da quelli principali a quelli secondari. Le loro reazioni, emozioni, la loro storia, non possono certo lasciare indifferenti, e sono uno dei punti di forza principali dell'opera in questione. Molte volte è inevitabile empatizzare con loro, e ti viene spontaneo offrire anche tu il tuo cuore, usando il motto della legione esplorativa.
Un altro punto a favore sono le musiche, anche se qui devo dire che c'è un neo, troppe volte abbiamo delle musiche che sono riadattamenti delle stesse vecchie musiche, certo sempre belle ma... piuttosto che ricorrere a troppi riadattamenti sarebbe stato meglio produrre altre canzoni originali, ma tutto sommato comparto promosso.
Per quanto riguarda invece il comparto grafico, piccola premessa, parliamo di più serie, di quasi 60 episodi, usciti in un arco di 6 anni, ovviamente questo deve essere considerato.Fatta questa premessa, abbiamo sicuramente alti e bassi, ma nel complesso stiamo parlando di un comparto di alto livello, in alcuni punti raggiungiamo livelli veramente altissimi, da pietra miliare oserei dire, però come si suol dire “non è oro tutto quello che luccica”... abbiamo alcuni elementi in CGI che stonano col resto, e alcune volte sono fin troppi presenti. Ma questi nei non possono comunque oscurare, il colossale comparto grafico dell'opera.
In conclusione: uno degli shonen più interessanti degli ultimi 10 anni, che punta molto sulle scene d'azione, molto violente e crude, mischiandole con intrighi, misteri, e con una parte di spiegazione e tecnica molto raffinata a mio avviso: un vero fan degli shonen e delle opere d'azione la deve assolutamente vedere, non è un capolavoro, ma siamo molto vicini.
Voto finale 8,5
Questa è la mia prima recensione negativa, ne ho fatte altre positive ma quando si parla male di qualcosa bisogna essere più precisi ed esprimere meglio il proprio parere, per cui spero di riuscirci.
Leggera premessa, ho iniziato la serie una volta intorno al 2014 ma la sospesi al dodicesimo episodio perché proprio non mi aveva preso. Decido recentemente di riprenderla e la concludo, guardo la prima, la seconda e la terza.
Vorrei ‘analizzarle’ una ad una:
Prima serie
I primi quattro episodi mi son piaciuti allora e mi son piaciuti anche questa volta. I problemi iniziano dopo.
Comincio col dire che uno dei più grandi problemi della serie sono i personaggi. Davvero, trovare un personaggio davvero ‘coinvolgente’ in un questa serie per me è stato difficoltoso, e aggiungo che non ce l’ho fatta. Mi interessava Levi ma ben presto mi sono reso conto che anche lui come personaggio era abbastanza ‘piatto’. Sono comunque tendente ad affezionarmi ai personaggi e a sentirmi da loro coinvolto anche se non sono caratterizzati in maniera eccellente, tuttavia in questo caso non c’è stato nulla da fare. Il protagonista Eren è davvero ‘stupido’ o sciocco, le sue motivazioni per me non sono state di interesse. Ho trovato Armin migliore nel modo di agire, ma Armin è un personaggio ‘strano’, sembra sempre che gli manchi qualcosa e che non riesca ad essere un buon accompagnamento al protagonista.
Tutto il resto del cast invece per me non è nemmeno considerabile. Ne sono morti tanti e non me ne è fregato nulla di altrettanti.
Ho parlato dei personaggi qui perché sostanzialmente con il passare delle serie, gli unici che mi sono apparsi ‘cresciuti’ come personaggi sono Erwin e il sopracitato Armin. Resta il fatto che Erwin sia abbastanza un cliché, non è questo il termine migliore con cui lo descriverei ma rende l’idea del mio pensiero. Per Armin vale quanto detto.
La prima serie quindi parte benino. Comincia a perdere il mio interesse verso la saga di Trost. Non ho condiviso molte delle cose avvenute, ma qui si è verificata una delle ultime cose che mi sono piaciute: riguarda Eren, chi ha visto capirà (non mi riferisco alla trasformazione).
Avanziamo alla parte di Annie, tutta quella parte è stata molto noiosa e onestamente non sentivo nulla per lei, per cui vederla in quella nuova chiave non mi ha suscitato nulla, anche perché non è così ‘strano’ sapere che alcuni sono nelle mura, lo si capisce facilmente da subito.
La parte finale della prima serie l’ho trovato un po’ ‘stonante’ con il resto della serie, avrei preferito diversi sbocchi ma non sono io l’autore e questi sono solo i miei gusti.
Seconda serie
Poco da dire, qui comincia io grande declino, prima di questa serie avrei dato 5 ma dopo questa la mia idea della serie è calata a picco. Il perché è molto semplice. Le mie paure sono diventate realtà, abbiamo un fantapolitico, addio a quell’atmosfera misteriosa che era una delle poche cose nella serie salvavo. Si è difronte ad una guerra tra umani, al 100%. Non è stato detto ancora chiaramente nella serie, oppure io me lo sono perso ma sono quasi certo sia così. Il 100% di prima è ovviamente una esagerazione ma descrive il mio pensiero.
Terza serie
Nuovo personaggio introdotto abbastanza interessante ma poi si rivela un pazzo qualunque, per poi cambiare nel finale? Non so se l’ho compreso come personaggio ma di certo non mi è piaciuto. La parte sul Reiss è stata un’altra grande delusione. Mi aspettavo qualcosa di bello, ancora una volta ‘interessante’ ma niente, è stato combattuto in maniera semplice, una maniera che un po’ accozzava con il colosso creato.
Ora, graficamente parlando la serie migliora leggermente dalla prima serie alla seconda serie. Direi, per fortuna. Non che la prima sia brutta ma ho trovato i disegni ‘sporchi’, non se la mia idea riesce a trasparire in questa modo. Nella seconda serie e nella terza, a mio parere uguali graficamente, il tutto si pulisce.
Le animazioni niente di che, solo quelle con il movimento 3D, mi sembra si chiami così, sono belle.
Di musiche, bella l’opening della seconda serie, le altre passabili. C’è stata qualche soundtrack carina, nessuna che mi venga voglia di ascoltare.
Per concludere, il motivo di questo voto basso e della mia recensione sono da ricercarsi in due fattori predominanti:
1 - Delusione. Mi aspettavo tanto all’inizio data la popolarità. Ogni punto in cui poteva esserci un colpo di scena non c’è stato. Ce ne sono stati alcuni ma non sono memorabili. Altra grande delusione me l’hanno data i personaggi, come si è potuto dedurre visto che ci ho insistito molto.
2 - Scarso, scarsissimo coinvolgimento. I personaggi anche qui hanno giocato un ruolo chiave in senso negativo. Il proseguo della storia dopo la prima decina, un po’ meno, di episodi non mi ha coinvolto, non mi ha intrigato e non mi invogliava a continuare. Se ho continuato così a lungo è solo perché ho molto tempo libero e perché non mi va di lasciare niente a metà, ed è questo il motivo per cui l’ho ripresa dopo la prima sospensione.
Ci tengo a sottolineare con non sono uno di quegli ‘haters’ che si vede di recente. È solo la mia opinione, onesta e sincera.
Spero di aver scritto in modo chiaro, pulito e di aver fatto passare il mio pensiero.
Grazie per aver letto!
Leggera premessa, ho iniziato la serie una volta intorno al 2014 ma la sospesi al dodicesimo episodio perché proprio non mi aveva preso. Decido recentemente di riprenderla e la concludo, guardo la prima, la seconda e la terza.
Vorrei ‘analizzarle’ una ad una:
Prima serie
I primi quattro episodi mi son piaciuti allora e mi son piaciuti anche questa volta. I problemi iniziano dopo.
Comincio col dire che uno dei più grandi problemi della serie sono i personaggi. Davvero, trovare un personaggio davvero ‘coinvolgente’ in un questa serie per me è stato difficoltoso, e aggiungo che non ce l’ho fatta. Mi interessava Levi ma ben presto mi sono reso conto che anche lui come personaggio era abbastanza ‘piatto’. Sono comunque tendente ad affezionarmi ai personaggi e a sentirmi da loro coinvolto anche se non sono caratterizzati in maniera eccellente, tuttavia in questo caso non c’è stato nulla da fare. Il protagonista Eren è davvero ‘stupido’ o sciocco, le sue motivazioni per me non sono state di interesse. Ho trovato Armin migliore nel modo di agire, ma Armin è un personaggio ‘strano’, sembra sempre che gli manchi qualcosa e che non riesca ad essere un buon accompagnamento al protagonista.
Tutto il resto del cast invece per me non è nemmeno considerabile. Ne sono morti tanti e non me ne è fregato nulla di altrettanti.
Ho parlato dei personaggi qui perché sostanzialmente con il passare delle serie, gli unici che mi sono apparsi ‘cresciuti’ come personaggi sono Erwin e il sopracitato Armin. Resta il fatto che Erwin sia abbastanza un cliché, non è questo il termine migliore con cui lo descriverei ma rende l’idea del mio pensiero. Per Armin vale quanto detto.
La prima serie quindi parte benino. Comincia a perdere il mio interesse verso la saga di Trost. Non ho condiviso molte delle cose avvenute, ma qui si è verificata una delle ultime cose che mi sono piaciute: riguarda Eren, chi ha visto capirà (non mi riferisco alla trasformazione).
Avanziamo alla parte di Annie, tutta quella parte è stata molto noiosa e onestamente non sentivo nulla per lei, per cui vederla in quella nuova chiave non mi ha suscitato nulla, anche perché non è così ‘strano’ sapere che alcuni sono nelle mura, lo si capisce facilmente da subito.
La parte finale della prima serie l’ho trovato un po’ ‘stonante’ con il resto della serie, avrei preferito diversi sbocchi ma non sono io l’autore e questi sono solo i miei gusti.
Seconda serie
Poco da dire, qui comincia io grande declino, prima di questa serie avrei dato 5 ma dopo questa la mia idea della serie è calata a picco. Il perché è molto semplice. Le mie paure sono diventate realtà, abbiamo un fantapolitico, addio a quell’atmosfera misteriosa che era una delle poche cose nella serie salvavo. Si è difronte ad una guerra tra umani, al 100%. Non è stato detto ancora chiaramente nella serie, oppure io me lo sono perso ma sono quasi certo sia così. Il 100% di prima è ovviamente una esagerazione ma descrive il mio pensiero.
Terza serie
Nuovo personaggio introdotto abbastanza interessante ma poi si rivela un pazzo qualunque, per poi cambiare nel finale? Non so se l’ho compreso come personaggio ma di certo non mi è piaciuto. La parte sul Reiss è stata un’altra grande delusione. Mi aspettavo qualcosa di bello, ancora una volta ‘interessante’ ma niente, è stato combattuto in maniera semplice, una maniera che un po’ accozzava con il colosso creato.
Ora, graficamente parlando la serie migliora leggermente dalla prima serie alla seconda serie. Direi, per fortuna. Non che la prima sia brutta ma ho trovato i disegni ‘sporchi’, non se la mia idea riesce a trasparire in questa modo. Nella seconda serie e nella terza, a mio parere uguali graficamente, il tutto si pulisce.
Le animazioni niente di che, solo quelle con il movimento 3D, mi sembra si chiami così, sono belle.
Di musiche, bella l’opening della seconda serie, le altre passabili. C’è stata qualche soundtrack carina, nessuna che mi venga voglia di ascoltare.
Per concludere, il motivo di questo voto basso e della mia recensione sono da ricercarsi in due fattori predominanti:
1 - Delusione. Mi aspettavo tanto all’inizio data la popolarità. Ogni punto in cui poteva esserci un colpo di scena non c’è stato. Ce ne sono stati alcuni ma non sono memorabili. Altra grande delusione me l’hanno data i personaggi, come si è potuto dedurre visto che ci ho insistito molto.
2 - Scarso, scarsissimo coinvolgimento. I personaggi anche qui hanno giocato un ruolo chiave in senso negativo. Il proseguo della storia dopo la prima decina, un po’ meno, di episodi non mi ha coinvolto, non mi ha intrigato e non mi invogliava a continuare. Se ho continuato così a lungo è solo perché ho molto tempo libero e perché non mi va di lasciare niente a metà, ed è questo il motivo per cui l’ho ripresa dopo la prima sospensione.
Ci tengo a sottolineare con non sono uno di quegli ‘haters’ che si vede di recente. È solo la mia opinione, onesta e sincera.
Spero di aver scritto in modo chiaro, pulito e di aver fatto passare il mio pensiero.
Grazie per aver letto!
Alcuni anime si guardano staccando la spina, io stessa lo faccio a volte, ma poi non bisogna criticare se non si riesce a cogliere il senso generale e i tanti piccoli indizi che forse si sono trascurati. Il mio 9 è generoso e dettato molto dal cuore, ma se c'è una cosa su cui oggettivamente "L'attacco dei giganti" è forte è proprio la trama generale, il fatto che tutto sia collegato secondo il piano del mangaka (la serie pare piuttosto fedele, quindi la base è merito suo) e che alcune cose vengano riprese a distanza di mezze o intere stagioni; è un anime che sarebbe meglio guardare in modo attivo, facendosi domande e teorie (un po' à la "Lost" o "Westworld" per i patiti di serie TV, per capirsi).
Pecche: la prima stagione parte molto bene, a un certo punto rallenta per qualche episodio e presenta qualche episodio filler in cui la trama sostanzialmente prosegue solo negli ultimi minuti, ma poi riprende una struttura più organica e efficace verso la fine delle stagione e poi con le stagioni 2 e 3A.
Pregi: la trama generale è fitta di misteri che non sono buttati là, ma in cui bisogna anche raccogliere i pezzi, ma in generale vi è la bella sensazione di una storia di cui l'autore sapeva già l'impianto narrativo generale e non si muove alla cieca. Musiche azzeccate (la sigla della seconda stagione è fantastica).
Pecche: la prima stagione parte molto bene, a un certo punto rallenta per qualche episodio e presenta qualche episodio filler in cui la trama sostanzialmente prosegue solo negli ultimi minuti, ma poi riprende una struttura più organica e efficace verso la fine delle stagione e poi con le stagioni 2 e 3A.
Pregi: la trama generale è fitta di misteri che non sono buttati là, ma in cui bisogna anche raccogliere i pezzi, ma in generale vi è la bella sensazione di una storia di cui l'autore sapeva già l'impianto narrativo generale e non si muove alla cieca. Musiche azzeccate (la sigla della seconda stagione è fantastica).
Questo é stato il mio primo anime e mai scelta più azzeccata per farmi continuare a vedere questi "cartoni giapponesi".
La storia si svolge nel medioevo,
quando la razza umana é costretta a vivere tra tre cerchie murarie per scappare alla minaccia dei giganti, mostri di enormi dimensioni che si cibano di carne umana. La storia gira intorno ad Eren, Mikasa e Armin, tre bambini che hanno assistitito alla distruzione di una delle cerchie murarie e che poi entreranno nel corpo di ricerca ("associazione" di umani che escono dalle mura per combattere i giganti e scoprire più sul loro conto). La storia continuerà con l'aggiunta di personaggi e con la caratterizzazione di essi.
Trama: ho trovato la trama molto molto originale, personalmente non ne ho mai sentita una lontanamente simile.
Disegni e animazione: i disegni sono ben realizzati e i giganti hanno il loro tratto "inquetante" che li contraddistingue. Ci sono scene più forti ma nulla che non si possa guardare (io sono facilmente suscettibile e non mi ha sconvolto).
Comunque anche le animazioni sono molto buone e piacevoli.
Caratterizzazione personaggi: ogni personaggio ha la sua personalità ed é impossibile non immedesimarsi in almeno uno di loro. Il loro design é vario e ognuno é ben caratterizzato.
Sonoro: penso che delle opening così belle non siano da tutti gli anime. Queste ti danno una carica enorme e a volte si fa fatica a skipparle. Le migliori sono la prima della prima stagione e la prima della seconda stagione. La seconda della prima stagione é meno memorabile ma sempre gradevole. In generale anche per quanto riguarda il doppiaggio italiano é stato fatto un ottimo lavoro.
Voto finale: do un 9.5 anziché un 10 perché mi aspetto in futuro di vedere un anime anche migliore di questo, anche se finora solo "Death Note" riesce a tenergli testa. Lo consiglio vivamente a tutti! (leggete il manga che non ve ne pentirete).
La storia si svolge nel medioevo,
quando la razza umana é costretta a vivere tra tre cerchie murarie per scappare alla minaccia dei giganti, mostri di enormi dimensioni che si cibano di carne umana. La storia gira intorno ad Eren, Mikasa e Armin, tre bambini che hanno assistitito alla distruzione di una delle cerchie murarie e che poi entreranno nel corpo di ricerca ("associazione" di umani che escono dalle mura per combattere i giganti e scoprire più sul loro conto). La storia continuerà con l'aggiunta di personaggi e con la caratterizzazione di essi.
Trama: ho trovato la trama molto molto originale, personalmente non ne ho mai sentita una lontanamente simile.
Disegni e animazione: i disegni sono ben realizzati e i giganti hanno il loro tratto "inquetante" che li contraddistingue. Ci sono scene più forti ma nulla che non si possa guardare (io sono facilmente suscettibile e non mi ha sconvolto).
Comunque anche le animazioni sono molto buone e piacevoli.
Caratterizzazione personaggi: ogni personaggio ha la sua personalità ed é impossibile non immedesimarsi in almeno uno di loro. Il loro design é vario e ognuno é ben caratterizzato.
Sonoro: penso che delle opening così belle non siano da tutti gli anime. Queste ti danno una carica enorme e a volte si fa fatica a skipparle. Le migliori sono la prima della prima stagione e la prima della seconda stagione. La seconda della prima stagione é meno memorabile ma sempre gradevole. In generale anche per quanto riguarda il doppiaggio italiano é stato fatto un ottimo lavoro.
Voto finale: do un 9.5 anziché un 10 perché mi aspetto in futuro di vedere un anime anche migliore di questo, anche se finora solo "Death Note" riesce a tenergli testa. Lo consiglio vivamente a tutti! (leggete il manga che non ve ne pentirete).
Scrivo volentieri un'altra recensione di questo anime, che è uno dei migliori sul mercato odierno solo perché gli altri sono addirittura peggiori. Ho guardato tutta la prima stagione nel 2013, ho aspettato 5 anni pazientemente e ho finalmente potuto gustare la seconda stagione su Netflix.
Se non vi interessa la storia, questo anime è ottimo. La grafica è eccellente, c'è molta azione e moltissimo sentimento.
Se siete quelle persone che vogliono capire la storia, allora rimarrete delusi. La storia non c'è. Lo ripeto. La storia non c'è. Dopo due stagioni non c'è verso di delineare una minima trama di fondo.
I personaggi si muovono a caso e sottolineo "a caso". Fanno scelte di cui non si capisce il senso e i dialoghi sono per buona parte incomprensibili.
Ammetto che l'anime ti tiene incollato allo schermo, ma è allo stesso modo in cui un cameriere di un ristorante ti terrebbe a tavola dicendoti ripetutamente, "tra 5 minuti è pronto", ma dopo due ore ancora niente cibo nel piatto.
Ora aspetteremo altri 5 anni per avere una terza stagione che finalmente tiri le fila, ma francamente mi aspetto poco. Ormai è tutto un caos, gli autori hanno messo centinaia di pezzi sulla scacchiera e mi aspetto che sia impossibile muoverli. Speriamo che mi sbagli, e che i prossimi episodi diano una parvenza di gusto a questo polpettone per adesso immangiabile.
Se non vi interessa la storia, questo anime è ottimo. La grafica è eccellente, c'è molta azione e moltissimo sentimento.
Se siete quelle persone che vogliono capire la storia, allora rimarrete delusi. La storia non c'è. Lo ripeto. La storia non c'è. Dopo due stagioni non c'è verso di delineare una minima trama di fondo.
I personaggi si muovono a caso e sottolineo "a caso". Fanno scelte di cui non si capisce il senso e i dialoghi sono per buona parte incomprensibili.
Ammetto che l'anime ti tiene incollato allo schermo, ma è allo stesso modo in cui un cameriere di un ristorante ti terrebbe a tavola dicendoti ripetutamente, "tra 5 minuti è pronto", ma dopo due ore ancora niente cibo nel piatto.
Ora aspetteremo altri 5 anni per avere una terza stagione che finalmente tiri le fila, ma francamente mi aspetto poco. Ormai è tutto un caos, gli autori hanno messo centinaia di pezzi sulla scacchiera e mi aspetto che sia impossibile muoverli. Speriamo che mi sbagli, e che i prossimi episodi diano una parvenza di gusto a questo polpettone per adesso immangiabile.
Allora, "L'attacco dei giganti", o per i puristi "Shingeki No Kyojin", è uno dei migliori anime che abbia mai visto. Penso sia una delle poche volte in cui l'anime, prodotto da Wit Studio, superi il manga, correggendo in parte uno dei pochi difetti del cartaceo per quanto riguarda lo stile grafico. Dico in parte perché, benché Isayama non abbia alcuna base di disegno (proporzioni sbagliate, fa fatica a riprodurre personaggi creati da lui stesso, ecc.) riesce a rendere i giganti dei veri e propri mostri, e a volte riesce a dare un'altissima espressività ai personaggi. Nell'anime il comparto grafico è davvero eccezionale: il character design viene rivalutato e migliorato, le linee di inchiostrazione modulate al limite all'inverosimile rendendo un contrasto davvero affascinante. Ed è proprio questo contrasto a cui mi sono abituato che, almeno nella seconda stagione, mi ha fatto storcere non poco il naso alla vista dell'utilizzo della CGI per riprodurre i modelli del Colossale e dei cavalli, rendendo i movimenti molto rigidi e innaturali.
Non si può dire niente alla sceneggiatura: molto articolata, colpi di scena a non finire, la voglia di sapere fa in modo di tenerti incollato allo schermo. Non esiste un vero e proprio protagonista "carnale", ma al centro dell'attenzione è messa la rivalsa del genere umano, offrendo una chiave di lettura molto matura che va oltre il concetto del “protagonista egocentrico”. Ognuno ha un ruolo fondamentale: l'intelligenza di Armin, il coraggio e la forza di Mikasa e Levi, il metodo di pensiero di Hanji, il comportamento in un certo senso "patriottico" del capitano Erwin, la conoscenza immensa e l'eroisma di Grisha, la goffaggine di Sasha, la stessa stupidità di Conny, e molti ma molti altri sono tasselli fondamentali per costruire IL mondo quale è "L'attacco dei giganti".
Anche se quello che ti viene detto è il fatto che gli umani si sono uniti per affrontare un nemico comune, ben presto ti rendi conto che l'uguaglianza è solo un miraggio. Nonostante un pericolo così grande come i giganti, gli umani continuano a dimostrare quanto sono esseri che pensano al proprio fabbisogno e a cui non frega altro all'infuori di loro stessi: in uno spazio così ristretto regna una fortissima gerarchizzazione della società, e al governo non frega altro che la produttività e il guadagno, arrivando, quando la popolazione affamata diventa una spesa piuttosto che un guadagno, a mandarla al massacro con una spedizione fuori dalle mura, o ad essere completamente abbandonata (città sotterranea, diventata poi luogo dove pullula la malavita).
Esistono ovviamente anche scelte alquanto discutibili, come il metodo di rivelazione delle identità dei due giganti colossale e corazzato, giusta per citarne una.
Uno dei grandi problemi de "L'attacco dei giganti" riguarda la caratterizzazione dei personaggi, già a partire da Eren, che risultano alquanto atipici e raramente mostrano un piano psicologico che si avvicina alla realtà. Fortunatamente col passare del tempo il problema cerca di svanire, anche se molto lentamente. Basti pensare alla'approfondimento nella seconda stagione di personaggi come Christa e Ymir.
Trovo interessante anche il cambio di genere fatto, non in maniera repentina, diventando una miscela perfetta di mistero e fanta-politico, cosa che verrà approfondita nella terza stagione l'anno prossimo.
Non si può dire niente alla sceneggiatura: molto articolata, colpi di scena a non finire, la voglia di sapere fa in modo di tenerti incollato allo schermo. Non esiste un vero e proprio protagonista "carnale", ma al centro dell'attenzione è messa la rivalsa del genere umano, offrendo una chiave di lettura molto matura che va oltre il concetto del “protagonista egocentrico”. Ognuno ha un ruolo fondamentale: l'intelligenza di Armin, il coraggio e la forza di Mikasa e Levi, il metodo di pensiero di Hanji, il comportamento in un certo senso "patriottico" del capitano Erwin, la conoscenza immensa e l'eroisma di Grisha, la goffaggine di Sasha, la stessa stupidità di Conny, e molti ma molti altri sono tasselli fondamentali per costruire IL mondo quale è "L'attacco dei giganti".
Anche se quello che ti viene detto è il fatto che gli umani si sono uniti per affrontare un nemico comune, ben presto ti rendi conto che l'uguaglianza è solo un miraggio. Nonostante un pericolo così grande come i giganti, gli umani continuano a dimostrare quanto sono esseri che pensano al proprio fabbisogno e a cui non frega altro all'infuori di loro stessi: in uno spazio così ristretto regna una fortissima gerarchizzazione della società, e al governo non frega altro che la produttività e il guadagno, arrivando, quando la popolazione affamata diventa una spesa piuttosto che un guadagno, a mandarla al massacro con una spedizione fuori dalle mura, o ad essere completamente abbandonata (città sotterranea, diventata poi luogo dove pullula la malavita).
Esistono ovviamente anche scelte alquanto discutibili, come il metodo di rivelazione delle identità dei due giganti colossale e corazzato, giusta per citarne una.
Uno dei grandi problemi de "L'attacco dei giganti" riguarda la caratterizzazione dei personaggi, già a partire da Eren, che risultano alquanto atipici e raramente mostrano un piano psicologico che si avvicina alla realtà. Fortunatamente col passare del tempo il problema cerca di svanire, anche se molto lentamente. Basti pensare alla'approfondimento nella seconda stagione di personaggi come Christa e Ymir.
Trovo interessante anche il cambio di genere fatto, non in maniera repentina, diventando una miscela perfetta di mistero e fanta-politico, cosa che verrà approfondita nella terza stagione l'anno prossimo.
Attenzione: la seguente recensione contiene spoiler
Molto spesso, "L'attacco dei giganti" viene sottovalutato da chi ha già macinato vari anime come un'opera "commerciale" con nulla di interessante da offrire. A mio parere, un'opinione del genere rischia di far perdere di vista quello che è il notevole punto di forza di quest'anime: la costruzione dei climax.
È vero che molti elementi dell'anime siano, in un certo senso, commerciali. A partire da una colonna sonora così eccessiva da essere quasi parodistica e da un espediente che crea le scene d'azione (il dispositivo di manovra tridimensionale, già il nome è un programma) fin troppo articolato e con il palese scopo di rendere l'azione la più dinamica ed esagerata possibile. Sono molti, a guardar bene, gli elementi esagerati dell'anime, persino il tono di voce mantenuto dai personaggi. Il mix di tutti questi elementi crea un prodotto che, a ragione, fa subito pensare alla commercialata. Il feeling adrenalinico da montagna russa senz'anima c'è, eppure questo insieme eccessivo in un qualche modo funziona. La creazione del mondo ha una coerenza così forte, con scelte di design azzeccatissime (i giganti, così come sono rappresentati, sono forse "il nemico" più disturbante mai animato), da rendere pure i suoi eccessi, in un qualche modo, ben amalgamati con la sua struttura.
Tuttavia, il vero punto di eccellenza de "L'attacco dei giganti" è nel modo in cui costruisce le rivelazioni. Siamo chiari: i giapponesi non sanno creare i colpi di scena, soprattutto per via della loro capacità di creare trame. Anche la "morte" del protagonista nelle prime puntate, sebbene di impatto, non fa credere a nessuno che quella sia la fine di Eren. Di sicuro la capacità dei mangaka di incasinare le trame fornendo poteri potentissimi ai propri personaggi salverà la situazione, e in effetti capita ben due volte nel corso delle due stagioni. Una volta capito che gli uomini possono tramutarsi in giganti è quasi banale capire chi essi siano tra i personaggi fin dalla loro prima apparizione.
Ma, come affermato in precedenza, non è tanto "il colpo di scena" a essere costruito bene (lasciamo pure questi espedienti narrativi a "Game of Thrones"), ma la scena in sé. I momenti di rivelazione sono così ben costruiti, con dei disegni che incarnano il concetto di espressività, da lasciare sempre un brivido, nonostante si sapesse già dove la trama si stava dirigendo. Lo stesso momento della "morte" di Eren, anche se è banale che la storia del protagonista non finisca lì, crea una sensazione di shock con una crudezza inusuale.
In definitiva, questo "L'attacco dei giganti" mostra tutti i tipici difetti della narrazione giapponese: l'incapacità di creare trame senza ricorrere a elementi macchinosi, ampi momenti morti, eccessiva verbosità dei personaggi e scarsa umanizzazione degli stessi. Ma eccelle in quei punti in cui invece la narrazione giapponese è forte: la costruzione del mondo e il saper catturare "l'anima" del momento. Se i difetti, in fondo, sono presenti in gran parte degli anime che si possono trovare attualmente, i suoi punti di forza sono rari e vanno particolarmente apprezzati.
Inoltre, non posso non ammirare un prodotto che fa dell'eccesso un'eleganza.
Molto spesso, "L'attacco dei giganti" viene sottovalutato da chi ha già macinato vari anime come un'opera "commerciale" con nulla di interessante da offrire. A mio parere, un'opinione del genere rischia di far perdere di vista quello che è il notevole punto di forza di quest'anime: la costruzione dei climax.
È vero che molti elementi dell'anime siano, in un certo senso, commerciali. A partire da una colonna sonora così eccessiva da essere quasi parodistica e da un espediente che crea le scene d'azione (il dispositivo di manovra tridimensionale, già il nome è un programma) fin troppo articolato e con il palese scopo di rendere l'azione la più dinamica ed esagerata possibile. Sono molti, a guardar bene, gli elementi esagerati dell'anime, persino il tono di voce mantenuto dai personaggi. Il mix di tutti questi elementi crea un prodotto che, a ragione, fa subito pensare alla commercialata. Il feeling adrenalinico da montagna russa senz'anima c'è, eppure questo insieme eccessivo in un qualche modo funziona. La creazione del mondo ha una coerenza così forte, con scelte di design azzeccatissime (i giganti, così come sono rappresentati, sono forse "il nemico" più disturbante mai animato), da rendere pure i suoi eccessi, in un qualche modo, ben amalgamati con la sua struttura.
Tuttavia, il vero punto di eccellenza de "L'attacco dei giganti" è nel modo in cui costruisce le rivelazioni. Siamo chiari: i giapponesi non sanno creare i colpi di scena, soprattutto per via della loro capacità di creare trame. Anche la "morte" del protagonista nelle prime puntate, sebbene di impatto, non fa credere a nessuno che quella sia la fine di Eren. Di sicuro la capacità dei mangaka di incasinare le trame fornendo poteri potentissimi ai propri personaggi salverà la situazione, e in effetti capita ben due volte nel corso delle due stagioni. Una volta capito che gli uomini possono tramutarsi in giganti è quasi banale capire chi essi siano tra i personaggi fin dalla loro prima apparizione.
Ma, come affermato in precedenza, non è tanto "il colpo di scena" a essere costruito bene (lasciamo pure questi espedienti narrativi a "Game of Thrones"), ma la scena in sé. I momenti di rivelazione sono così ben costruiti, con dei disegni che incarnano il concetto di espressività, da lasciare sempre un brivido, nonostante si sapesse già dove la trama si stava dirigendo. Lo stesso momento della "morte" di Eren, anche se è banale che la storia del protagonista non finisca lì, crea una sensazione di shock con una crudezza inusuale.
In definitiva, questo "L'attacco dei giganti" mostra tutti i tipici difetti della narrazione giapponese: l'incapacità di creare trame senza ricorrere a elementi macchinosi, ampi momenti morti, eccessiva verbosità dei personaggi e scarsa umanizzazione degli stessi. Ma eccelle in quei punti in cui invece la narrazione giapponese è forte: la costruzione del mondo e il saper catturare "l'anima" del momento. Se i difetti, in fondo, sono presenti in gran parte degli anime che si possono trovare attualmente, i suoi punti di forza sono rari e vanno particolarmente apprezzati.
Inoltre, non posso non ammirare un prodotto che fa dell'eccesso un'eleganza.
Avevo iniziato l'anime senza molto interesse, ma andando avanti mi sono appassionata sempre di più.
Ricco di colpi di scena, momenti drammatici, amicizia e anche scene horror, "Attack on Titan" è uno degli anime più sorprendenti, se non il più bello.
La trama è molto intrigante e ogni episodio ti fa andare avanti per scoprire cosa ci sia dopo, creando anche suspense. A volte si perdono anche delle battaglie, una cosa molto intelligente, rispetto alla solita squadretta che nessuno può battere. Morti improvvise e scene splatter danno all'anime un aspetto intrigante ed unico. A volte la storia è interrotta da flashback che rendono perfettamente l'idea di cosa si provi in tali situazioni.
I personaggi sono ben caratterizzati e ben distinti tra loro.
Il comparto grafico è eccezionale, le animazioni bellissime e il design dei personaggi ottimo.
Fantastiche le musiche, molto coinvolgenti, e le opening ed ending sono qualcosa di meraviglioso.
Un anime stupendo ma anche drammatico. Quando entrano in gioco i sentimenti mi innamoro subito.
Ricco di colpi di scena, momenti drammatici, amicizia e anche scene horror, "Attack on Titan" è uno degli anime più sorprendenti, se non il più bello.
La trama è molto intrigante e ogni episodio ti fa andare avanti per scoprire cosa ci sia dopo, creando anche suspense. A volte si perdono anche delle battaglie, una cosa molto intelligente, rispetto alla solita squadretta che nessuno può battere. Morti improvvise e scene splatter danno all'anime un aspetto intrigante ed unico. A volte la storia è interrotta da flashback che rendono perfettamente l'idea di cosa si provi in tali situazioni.
I personaggi sono ben caratterizzati e ben distinti tra loro.
Il comparto grafico è eccezionale, le animazioni bellissime e il design dei personaggi ottimo.
Fantastiche le musiche, molto coinvolgenti, e le opening ed ending sono qualcosa di meraviglioso.
Un anime stupendo ma anche drammatico. Quando entrano in gioco i sentimenti mi innamoro subito.
"Shingeki no Kyojin", altresì noto come "Attack on Titan" o "L'attacco dei giganti", è un anime di venticinque episodi del 2013 che ha fatto parlare molto di sé e che ha goduto di un enorme e indescrivibile successo... Immeritatamente.
Ancora una volta, lo so, mi trovo a dover scrivere una recensione negativa di un anime che invece ha ricevuto lodi e onori da ogni dove, incredibilmente anche da chi non è proprio nuovo nel mondo dell'animazione giapponese e magari critica gli shonen. Ma SnK (concedetemi l'abbreviazione) non è affatto un anime bello e spettacolare, ma tutt'al più una serie lenta e piena di personaggi ridondanti che connotano una trama tediosa e ripetitiva.
La serie segue la storia di Eren Jaeger, il solito protagonista tutto fumo e niente arrosto, che vuole sconfiggere tutti i giganti, temibili quanto bizzarri colossi che si divertono a mangiare tutti gli esseri umani, in quanto sono i responsabili della morte della madre e, in un qualche modo ancora oscuro, della scomparsa del padre. Quest'ultimo sembra essere un personaggio chiave dell'opera che ci ha anche fornito un indizio per poter porre fine una volta e per sempre all'esistenza dei giganti, un indizio che sembra nascondersi nella cantina di casa Jaeger, eppure a nessuno è ancora venuto in mente di andare a darci un'occhiata. Il motivo naturalmente non esiste. Eren, infatti, non sfrutta questo espediente per combattere i giganti e decide di combatterli contando solo ed esclusivamente sulle sue forze (che sono pari a zero, anche quando, diciamo, diventa più forte) ma in realtà è scarsissimo e tocca a Mikasa, protagonista femminile della serie, fare tutto. Peccato che quest'ultima sia innamorata di Eren e dal momento che viene messa a nudo questa cosa, il ruolo di Mikasa viene inspiegabilmente degradato fino a diventare del tutto inutile. Ci sono molti personaggi, ma non ci viene dato il tempo di approfondire nulla e ho avuto difficoltà a ricordare i nomi nonché ad empatizzare con le morti di parecchi di loro; lo stesso vale persino per l'amato Levi, personaggio che adoro ma che non viene affatto approfondito. Inoltre, la storia è veramente lenta e ci sono puntate in cui non succede praticamente nulla, anche i colpi di scena sono del tutto prevedibili e questo non aiuta. Tanto valeva accorpare tutto in dodici puntate, ne sarebbe venuto fuori sicuramente qualcosa di più avvincente. In compenso tutte le sigle, opening/ending e OST, sono veramente belle, la grafica è caratteristica seppur non sempre efficace nel rappresentare quello che sta succedendo, ma comunque notevole.
Attendo la prossima stagione per poter giudicare meglio, magari mi stupisce. Ma non ne sono molto sicura.
Ancora una volta, lo so, mi trovo a dover scrivere una recensione negativa di un anime che invece ha ricevuto lodi e onori da ogni dove, incredibilmente anche da chi non è proprio nuovo nel mondo dell'animazione giapponese e magari critica gli shonen. Ma SnK (concedetemi l'abbreviazione) non è affatto un anime bello e spettacolare, ma tutt'al più una serie lenta e piena di personaggi ridondanti che connotano una trama tediosa e ripetitiva.
La serie segue la storia di Eren Jaeger, il solito protagonista tutto fumo e niente arrosto, che vuole sconfiggere tutti i giganti, temibili quanto bizzarri colossi che si divertono a mangiare tutti gli esseri umani, in quanto sono i responsabili della morte della madre e, in un qualche modo ancora oscuro, della scomparsa del padre. Quest'ultimo sembra essere un personaggio chiave dell'opera che ci ha anche fornito un indizio per poter porre fine una volta e per sempre all'esistenza dei giganti, un indizio che sembra nascondersi nella cantina di casa Jaeger, eppure a nessuno è ancora venuto in mente di andare a darci un'occhiata. Il motivo naturalmente non esiste. Eren, infatti, non sfrutta questo espediente per combattere i giganti e decide di combatterli contando solo ed esclusivamente sulle sue forze (che sono pari a zero, anche quando, diciamo, diventa più forte) ma in realtà è scarsissimo e tocca a Mikasa, protagonista femminile della serie, fare tutto. Peccato che quest'ultima sia innamorata di Eren e dal momento che viene messa a nudo questa cosa, il ruolo di Mikasa viene inspiegabilmente degradato fino a diventare del tutto inutile. Ci sono molti personaggi, ma non ci viene dato il tempo di approfondire nulla e ho avuto difficoltà a ricordare i nomi nonché ad empatizzare con le morti di parecchi di loro; lo stesso vale persino per l'amato Levi, personaggio che adoro ma che non viene affatto approfondito. Inoltre, la storia è veramente lenta e ci sono puntate in cui non succede praticamente nulla, anche i colpi di scena sono del tutto prevedibili e questo non aiuta. Tanto valeva accorpare tutto in dodici puntate, ne sarebbe venuto fuori sicuramente qualcosa di più avvincente. In compenso tutte le sigle, opening/ending e OST, sono veramente belle, la grafica è caratteristica seppur non sempre efficace nel rappresentare quello che sta succedendo, ma comunque notevole.
Attendo la prossima stagione per poter giudicare meglio, magari mi stupisce. Ma non ne sono molto sicura.
Innovazione, azione, amicizia, paura, terrore, strategia... questo anime è perfetto!
Lo trovo uno degli anime più belli mai visti, e infatti non sono l'unica a pensarlo.
La storia è ambientata in un mondo immaginario, in cui la popolazione umana si trova in netta minoranza rispetto ai giganti che si nutrono di umani; a difesa dell'umanità ci sono le grandi mura della città, che i giganti non riescono a superare. Ecco quindi che l'organizzazione del popolo forma un esercito per contrastare i titani. I titani sono di per sé abbastanza 'ingenui' e reagiscono alla vista degli umani senza logica ma mossi dal desiderio di mangiare. La situazione sembra sotto controllo fino alla comparsa di uno 'strano gigante' dotato di intelligenza simil-umana, di statura superiore alla media e mosso da un obbiettivo differente dall'appetito, che riesce ad aprire un varco nelle mura... da qui un incredibile successione di eventi che non racconto per non 'spoilerare'.
Belli i disegni, così come i personaggi principali, di cui puoi innamorarti (non scherzo!). Bella anche la partecipazione femminile come punto di forza della squadra di attacco.
Consiglio la visione a tutti!
Lo trovo uno degli anime più belli mai visti, e infatti non sono l'unica a pensarlo.
La storia è ambientata in un mondo immaginario, in cui la popolazione umana si trova in netta minoranza rispetto ai giganti che si nutrono di umani; a difesa dell'umanità ci sono le grandi mura della città, che i giganti non riescono a superare. Ecco quindi che l'organizzazione del popolo forma un esercito per contrastare i titani. I titani sono di per sé abbastanza 'ingenui' e reagiscono alla vista degli umani senza logica ma mossi dal desiderio di mangiare. La situazione sembra sotto controllo fino alla comparsa di uno 'strano gigante' dotato di intelligenza simil-umana, di statura superiore alla media e mosso da un obbiettivo differente dall'appetito, che riesce ad aprire un varco nelle mura... da qui un incredibile successione di eventi che non racconto per non 'spoilerare'.
Belli i disegni, così come i personaggi principali, di cui puoi innamorarti (non scherzo!). Bella anche la partecipazione femminile come punto di forza della squadra di attacco.
Consiglio la visione a tutti!
Si tratta di una serie ben realizzata ma che, secondo me, alla fine dei conti finisce per non eccellere.
Comincio col dire che la cosa che meno mi è piaciuta sono i personaggi. I tre protagonisti, a modo loro, sono tutti esagerati, stereotipati e molto molto banali. Soprattutto... Sono insopportabili. Gli altri personaggi sono appena accennati, carne da cannone su cui non vale la pena investigare. E infatti non c'è neanche il più pallido tentativo di approfondirne minimamente la psicologia. Semplici figure di cui viene detto il nome e che finiscono tra le fauci dei giganti.
La trama di fondo è chiara fin dal principio e si capisce abbastanza chiaramente dove andrà a parare nel lungo termine. Niente di nuovo sotto il sole. Per uno spettatore un po' smaliziato la conclusione della serie si intuisce con almeno cinque-sei episodi di anticipo, rendendo il colpo di scena finale una mera formalità che lascia del tutto indifferenti. Il tutto, se non altro, risulta piuttosto godibile e garantisce un piacevole divertimento senza impegno che permette di staccare un po' la spina e guardare le immagini in movimento sullo schermo.
Mi permetto di spendere due parole veloci, dicendo la mia sulla controversia a riguardo dell'inquietudine e crudezza della serie. State scherzando vero? Le forme dei giganti risultano vagamente inquietanti, ma un po' come lo risultano i Teletubbies. Non trasmettono assolutamente quel genere di angoscia che dovrebbe personificare dei mostri in grado di sterminare il genere umano. Giganti che per buona parte ingoiano interi gli umani, al massimo tagliandoli in due con gli incisivi. Quanto sarebbe stato più crudo vederli triturare e ridurre in poltiglia i corpi tra i denti? Idem per quanto riguarda le immagini dei cadaveri delle battaglie, tutto molto "soft". In definitiva, per me questa è una serie all'acqua di rose, se avessero voluta renderla davvero brutale e angosciante sarebbe bastato poco... Ma è pur sempre destinata principalmente a un pubblico di teenager.
Comincio col dire che la cosa che meno mi è piaciuta sono i personaggi. I tre protagonisti, a modo loro, sono tutti esagerati, stereotipati e molto molto banali. Soprattutto... Sono insopportabili. Gli altri personaggi sono appena accennati, carne da cannone su cui non vale la pena investigare. E infatti non c'è neanche il più pallido tentativo di approfondirne minimamente la psicologia. Semplici figure di cui viene detto il nome e che finiscono tra le fauci dei giganti.
La trama di fondo è chiara fin dal principio e si capisce abbastanza chiaramente dove andrà a parare nel lungo termine. Niente di nuovo sotto il sole. Per uno spettatore un po' smaliziato la conclusione della serie si intuisce con almeno cinque-sei episodi di anticipo, rendendo il colpo di scena finale una mera formalità che lascia del tutto indifferenti. Il tutto, se non altro, risulta piuttosto godibile e garantisce un piacevole divertimento senza impegno che permette di staccare un po' la spina e guardare le immagini in movimento sullo schermo.
Mi permetto di spendere due parole veloci, dicendo la mia sulla controversia a riguardo dell'inquietudine e crudezza della serie. State scherzando vero? Le forme dei giganti risultano vagamente inquietanti, ma un po' come lo risultano i Teletubbies. Non trasmettono assolutamente quel genere di angoscia che dovrebbe personificare dei mostri in grado di sterminare il genere umano. Giganti che per buona parte ingoiano interi gli umani, al massimo tagliandoli in due con gli incisivi. Quanto sarebbe stato più crudo vederli triturare e ridurre in poltiglia i corpi tra i denti? Idem per quanto riguarda le immagini dei cadaveri delle battaglie, tutto molto "soft". In definitiva, per me questa è una serie all'acqua di rose, se avessero voluta renderla davvero brutale e angosciante sarebbe bastato poco... Ma è pur sempre destinata principalmente a un pubblico di teenager.
Non mi piace iniziare con inutili intercalari, posso semplicemente dire che Attack On Titan è un anime realizzato davvero bene. Uno dei difetti che saltano subito all'occhio può essere rappresentato dai disegni, il cui stile non è certo perfetto, ma la sottoscritta avendo letto anche il manga, può assicurare che la qualità grafica è migliorata non poco rispetto al manga, la differenza è palpabile; come si suol dire, la vedrebbe anche un cieco. Tuttavia possiamo comunque affermare che la scarsa abilità di disegno dell'autore è compensata bene dalla fantasia. Al contrario non si può dire lo stesso di un anime che ho visto poco tempo addietro, circa un anno dopo AOT, e aveva molte congruenze nella trama con quest'ultimo. Sto parlando di Koutetsujou no Kabaneri, e lo cito perché è un bell'anime, anche se il fatto che sia tanto simile ad Attack on Titan riduce di molto i suoi punti di forza.
Ritornando a noi, posso aggiungere che AOT ha dei personaggi molto ben strutturati, sebbene le storie che si celano dietro di essi non siano esplicite per molti, la storia lascia intendere la tragicità della vita del tempo. L'ambientazione è molto credibile e i dettagli sono curati particolarmente dove è necessario.
Ritengo che sia un anime degno di essere visto e commentato, dunque lo valuto positivamente.
Ritornando a noi, posso aggiungere che AOT ha dei personaggi molto ben strutturati, sebbene le storie che si celano dietro di essi non siano esplicite per molti, la storia lascia intendere la tragicità della vita del tempo. L'ambientazione è molto credibile e i dettagli sono curati particolarmente dove è necessario.
Ritengo che sia un anime degno di essere visto e commentato, dunque lo valuto positivamente.
Questo anime è ambientato in un mondo parallelo al nostro, con un livello di tecnologia paragonabile al nostro tardo medioevo.
In questo mondo immaginario l'umanità è ridotta ad occupare solo una piccola area del mondo, protetta da 3 barriere murarie per difendersi da una popolazione di giganti che si antropofagi.
Durante la narrazione i vari protagonisti cercheranno di capire chi sono questi giganti, qual è la loro origine, i loro comportamenti, ecc., allo scopo di poter uscire prima o poi dal loro ristretto habitat chiuso in tre strati murari.
Questo anime è ricco di azione e lascia lo spettatore incollato allo schermo puntata dopo puntata. E questa caratteristica è molto importante per un anime: riuscire a mantenere l'interesse nel corso delle puntate.
L'azione è sempre ben presente, con scene di combattimento spettacolari e cruenti, ad un livello di animazione davvero eccellente. Si resta conquistati dalla bellissima animazione, i movimenti sono fluidi, realistici. Inoltre, come dicevo, la storia è ad alto livello di drammaticità essendo incentrata nella lotta tra uomini e giganti e le scene sono violente e non censurate.
Il character design è ben fatto. Invece la caratterizzazione dei personaggi ha qualche pecca, le caratteristiche sono troppo caricaturate, enfatizzate, eccessive, a volte cadono nel grottesco e nell'innaturale. Ci sono poi alcune ingenuità, ad esempio quando il comandante delle milizie parla dall'alto di una cinta muraria senza megafono e microfono e viene sentito tranquillamente da una cittadinanza a decine e decine di metri più in basso. Ciò è assolutamente incredibile.
La fotografia non è ben sviluppata, ma questo ci sta in un anime l'horror e d'azione. Invece sono dettagliati i particolari della città.
Dico quindi che a penalizzare questo anime è la caratterizzazione dei personaggi (del resto, questo difetto si presenta in diversi cartoni animati) a causa di aspetti enfatizzati, caricaturati, spesso incredibili o grotteschi. ATTENZIONE SPOILER! Inoltre manca un finale che lascia prevedere un seguito, ma che comunque delude e dispiace rimanere così in sospeso" FINE SPOILER!
Per tutto il resto, è un SIGNOR ANIME, che merita un voto più che buono, un otto pieno e abbondante, in quanto lascia incollati allo schermo, è ricco di azione e spettacolarità, ha una animazione eccellente, ambienti particolareggiati. Non è perfatto, ma è assolutamente consigliato.
In questo mondo immaginario l'umanità è ridotta ad occupare solo una piccola area del mondo, protetta da 3 barriere murarie per difendersi da una popolazione di giganti che si antropofagi.
Durante la narrazione i vari protagonisti cercheranno di capire chi sono questi giganti, qual è la loro origine, i loro comportamenti, ecc., allo scopo di poter uscire prima o poi dal loro ristretto habitat chiuso in tre strati murari.
Questo anime è ricco di azione e lascia lo spettatore incollato allo schermo puntata dopo puntata. E questa caratteristica è molto importante per un anime: riuscire a mantenere l'interesse nel corso delle puntate.
L'azione è sempre ben presente, con scene di combattimento spettacolari e cruenti, ad un livello di animazione davvero eccellente. Si resta conquistati dalla bellissima animazione, i movimenti sono fluidi, realistici. Inoltre, come dicevo, la storia è ad alto livello di drammaticità essendo incentrata nella lotta tra uomini e giganti e le scene sono violente e non censurate.
Il character design è ben fatto. Invece la caratterizzazione dei personaggi ha qualche pecca, le caratteristiche sono troppo caricaturate, enfatizzate, eccessive, a volte cadono nel grottesco e nell'innaturale. Ci sono poi alcune ingenuità, ad esempio quando il comandante delle milizie parla dall'alto di una cinta muraria senza megafono e microfono e viene sentito tranquillamente da una cittadinanza a decine e decine di metri più in basso. Ciò è assolutamente incredibile.
La fotografia non è ben sviluppata, ma questo ci sta in un anime l'horror e d'azione. Invece sono dettagliati i particolari della città.
Dico quindi che a penalizzare questo anime è la caratterizzazione dei personaggi (del resto, questo difetto si presenta in diversi cartoni animati) a causa di aspetti enfatizzati, caricaturati, spesso incredibili o grotteschi. ATTENZIONE SPOILER! Inoltre manca un finale che lascia prevedere un seguito, ma che comunque delude e dispiace rimanere così in sospeso" FINE SPOILER!
Per tutto il resto, è un SIGNOR ANIME, che merita un voto più che buono, un otto pieno e abbondante, in quanto lascia incollati allo schermo, è ricco di azione e spettacolarità, ha una animazione eccellente, ambienti particolareggiati. Non è perfatto, ma è assolutamente consigliato.
Prima di cominciare, vorrei dire che questa recensione sarà dell'anime e non del manga, del quale ho una considerazione di gran lunga migliore della serie animata. Detto questo:
intorno ai protagonisti, un mondo fantasy spazia e contiene una ambientazione ricca di horror e mistero. Le vicende avvengono nei pressi delle “mura”: strutture costruite dall'uomo per difendersi dai giganti. Qui, a muovere i fili della storia sarà Eren, ragazzo che in prima persona ha osservato l'apparsa del “colossale”, un gigante alto perfino più delle stesse mura. Quest'ultimo le distrugge con un calcio e fa entrare i giganti all'interno. Morte, dolore e distruzione sono protagoniste nei primi minuti della serie, aggravate dalla fantomatica scena della morte della madre di Eren, morte che segnerà il ragazzo per il resto della vita. Da allora, sia Eren che i suoi due amichetti Mikasa e Armin prendono parte all'addestramento per entrare a far parte dell'esercito. Da qui è prevedibile: la squadra di Eren riesce a passare l'addestramento e tutti i personaggi che fino ad allora avevano preso parola si uniscono alla legione esplorativa (dedita all'esplorazione fuori dalle mura e praticamente quella che sgobba e che ci rimette di più tra le tre esistenti).
Per partire con il botto, io odio l'Eren della serie animata altrimenti chiamato “Voglio ucciderli tutti! E non saprò dire nient'altro per il resto della serie”. Manca di spessore, di sentimento e di tridimensionalità - ciò che è un must in un protagonista! -, al contrario del manga nel quale, tramite flashback (riassunti tanto nella serie animata) e dialoghi (talvolta tagliati direttamente), riesce a trasmettere di più.
Niente da dire su comparto registico: OST, doppiaggio e sceneggiatura sono veramente gestiti bene; forse una cosa, l'unica, che mi ha fatto storcere il naso è stata la scelta di inserire ombreggiature e, in generale, tratti dai segni incerti e confusionali, grezzi per così dire, nel tentativo - secondo me - di ricordare lo stile a china dell'originale disegno.
Sulla storia non posso che ribattere sul concetto di tagli qua e là, che sì, hanno permesso l'adattamento in un paio di stagioni, ma che hanno anche castrato quella che era una bellissima storia, dettagliata nelle sue tavole, nei sui intrighi e nei suoi personaggi.
Per finire, per chiunque si trovi in una posizione indecisa, io consiglio prima (come si dovrebbe fare per qualsiasi cosa) la lettura del manga.
intorno ai protagonisti, un mondo fantasy spazia e contiene una ambientazione ricca di horror e mistero. Le vicende avvengono nei pressi delle “mura”: strutture costruite dall'uomo per difendersi dai giganti. Qui, a muovere i fili della storia sarà Eren, ragazzo che in prima persona ha osservato l'apparsa del “colossale”, un gigante alto perfino più delle stesse mura. Quest'ultimo le distrugge con un calcio e fa entrare i giganti all'interno. Morte, dolore e distruzione sono protagoniste nei primi minuti della serie, aggravate dalla fantomatica scena della morte della madre di Eren, morte che segnerà il ragazzo per il resto della vita. Da allora, sia Eren che i suoi due amichetti Mikasa e Armin prendono parte all'addestramento per entrare a far parte dell'esercito. Da qui è prevedibile: la squadra di Eren riesce a passare l'addestramento e tutti i personaggi che fino ad allora avevano preso parola si uniscono alla legione esplorativa (dedita all'esplorazione fuori dalle mura e praticamente quella che sgobba e che ci rimette di più tra le tre esistenti).
Per partire con il botto, io odio l'Eren della serie animata altrimenti chiamato “Voglio ucciderli tutti! E non saprò dire nient'altro per il resto della serie”. Manca di spessore, di sentimento e di tridimensionalità - ciò che è un must in un protagonista! -, al contrario del manga nel quale, tramite flashback (riassunti tanto nella serie animata) e dialoghi (talvolta tagliati direttamente), riesce a trasmettere di più.
Niente da dire su comparto registico: OST, doppiaggio e sceneggiatura sono veramente gestiti bene; forse una cosa, l'unica, che mi ha fatto storcere il naso è stata la scelta di inserire ombreggiature e, in generale, tratti dai segni incerti e confusionali, grezzi per così dire, nel tentativo - secondo me - di ricordare lo stile a china dell'originale disegno.
Sulla storia non posso che ribattere sul concetto di tagli qua e là, che sì, hanno permesso l'adattamento in un paio di stagioni, ma che hanno anche castrato quella che era una bellissima storia, dettagliata nelle sue tavole, nei sui intrighi e nei suoi personaggi.
Per finire, per chiunque si trovi in una posizione indecisa, io consiglio prima (come si dovrebbe fare per qualsiasi cosa) la lettura del manga.
<b>Attenzione: la recensione potrebbe contenere lievi spoiler.</b>
"L'attacco dei giganti" è un anime che mi ha piacevolmente sorpresa sotto tutti i punti di vista: non mi aspettavo nulla di che leggendo la trama, ma in realtà è successo esattamente il contrario, poiché ho divorato (in fondo siamo in tema, no?) la serie in pochissimi giorni.
La trama è stata sviluppata in modo quasi perfetto, anche se devo ammettere che in alcuni punti poteva risultare lenta (le innumerevoli puntate a fine anime incentrate sulla spedizione del corpo di ricerca mi sono parse un po' noiose in alcune parti, ma nulla di esagerato); inoltre, considerati i venticinque episodi, avrei voluto qualche informazione in più sull'origine di questi giganti, ma soprattutto sul padre del protagonista, Eren, l'unico buco della trama che mi è parso troppo confusionario, anche se immagino verrà sviluppato meglio nella seconda stagione, che attendo con trepidazione. A favore della trama vanno i colpi di scena, anche se non troppo esagerati (in alcuni punti ho indovinato alcune cose fin da subito...) e i combattimenti, costruiti in modo assolutamente non confusionario.
Parlando dei personaggi, poi, ho saputo apprezzarli dal primo all'ultimo, sia che fossero stereotipati/eroi/antieroi, e mi sono legata profondamente con Mikasa e Levi che, insieme ad Armin, sono a mio parere i protagonisti meglio caratterizzati dell'intero anime.
Mikasa è quel tipo di personaggio che dovrebbe essere sempre presente in un anime del genere, poiché mi sono stancata delle "ragazzine insulse e noiose" che credono di "non essere forti abbastanza" e improvvisamente lo diventano; Mikasa, invece, sa fin da subito delle sue altissime potenzialità e si applica sempre al meglio senza vantarsi troppo; Armin, nonostante non sia sul mio personale podio, è un personaggio che trovo studiatissimo sotto tutti i punti di vista: consapevole dei propri limiti, cerca di dare il massimo in altri modi, un po' come Eren che, sicuramente, non è "l'eroe" per eccellenza, incastrato tra il mondo umano e quello dei giganti.
Ho adorato i personaggi secondari, primo tra tutti Levi (e la sua mania per le pulizie!).
Dal punto di vista grafico, non me la sento di criticare, poiché non mi intendo granché di questa branca: i disegni inizialmente non mi facevano impazzire, ma mi sono "abituata", diciamo, abbastanza in fretta. I giganti in effetti, me li aspettavo più "horror", mentre in alcuni punti, mi sono parsi quasi comici e ridicoli con le loro faccie ebeti e l'andatura dondolante. Ma forse non sono tanto i giganti ad ottenere la "paura" desiderata, sono gli umani stessi a farlo: qui entra il gioco una delle cose che amo di più di questo anime e cioè le emozioni "dure e crude" nei confronti dei giganti provate da ogni personaggio; <b>Spoiler</b> il dilemma interiore di Jean (a mio parere, un personaggio riuscitissimo, se solo non lo avessero fatto scontrare con Eren per il cliché del "nemico del protagonista"...) per l'amico Marco è stata una delle mie scene preferite, nonché molto commoventi. <b>Fine spoiler</b>
In generale, la paura costante della morte, aleggiante in ogni episodio, mi ha fatto venire i brividi ogni volta e, anche se può sembrare quasi strano e conturbante, la trovo una cosa positiva, poiché questo anime è stato in grado di trasmettermi qualcosa che non tutti gli anime sanno fare: la consapevolezza di una vita umana.
Per quanto riguarda la musica, le colonne sonore non mi hanno fatto impazzire anche se le reputo molto orecchiabili e sicuramente l'opening della prima parte della stagione supera di gran lunga quella della seconda parte, forse anche perché è diventata altamente commerciale.
In conclusione, nonostante qualche difettuccio, consiglio vivamente questo anime a tutti, senza rivolgermi a nessun target in particolare; se cercate un anime maturo, senza troppi fronzoli e con personaggi a cui vi affezionerete veramente, allora è l'anime giusto per voi.
"L'attacco dei giganti" è un anime che mi ha piacevolmente sorpresa sotto tutti i punti di vista: non mi aspettavo nulla di che leggendo la trama, ma in realtà è successo esattamente il contrario, poiché ho divorato (in fondo siamo in tema, no?) la serie in pochissimi giorni.
La trama è stata sviluppata in modo quasi perfetto, anche se devo ammettere che in alcuni punti poteva risultare lenta (le innumerevoli puntate a fine anime incentrate sulla spedizione del corpo di ricerca mi sono parse un po' noiose in alcune parti, ma nulla di esagerato); inoltre, considerati i venticinque episodi, avrei voluto qualche informazione in più sull'origine di questi giganti, ma soprattutto sul padre del protagonista, Eren, l'unico buco della trama che mi è parso troppo confusionario, anche se immagino verrà sviluppato meglio nella seconda stagione, che attendo con trepidazione. A favore della trama vanno i colpi di scena, anche se non troppo esagerati (in alcuni punti ho indovinato alcune cose fin da subito...) e i combattimenti, costruiti in modo assolutamente non confusionario.
Parlando dei personaggi, poi, ho saputo apprezzarli dal primo all'ultimo, sia che fossero stereotipati/eroi/antieroi, e mi sono legata profondamente con Mikasa e Levi che, insieme ad Armin, sono a mio parere i protagonisti meglio caratterizzati dell'intero anime.
Mikasa è quel tipo di personaggio che dovrebbe essere sempre presente in un anime del genere, poiché mi sono stancata delle "ragazzine insulse e noiose" che credono di "non essere forti abbastanza" e improvvisamente lo diventano; Mikasa, invece, sa fin da subito delle sue altissime potenzialità e si applica sempre al meglio senza vantarsi troppo; Armin, nonostante non sia sul mio personale podio, è un personaggio che trovo studiatissimo sotto tutti i punti di vista: consapevole dei propri limiti, cerca di dare il massimo in altri modi, un po' come Eren che, sicuramente, non è "l'eroe" per eccellenza, incastrato tra il mondo umano e quello dei giganti.
Ho adorato i personaggi secondari, primo tra tutti Levi (e la sua mania per le pulizie!).
Dal punto di vista grafico, non me la sento di criticare, poiché non mi intendo granché di questa branca: i disegni inizialmente non mi facevano impazzire, ma mi sono "abituata", diciamo, abbastanza in fretta. I giganti in effetti, me li aspettavo più "horror", mentre in alcuni punti, mi sono parsi quasi comici e ridicoli con le loro faccie ebeti e l'andatura dondolante. Ma forse non sono tanto i giganti ad ottenere la "paura" desiderata, sono gli umani stessi a farlo: qui entra il gioco una delle cose che amo di più di questo anime e cioè le emozioni "dure e crude" nei confronti dei giganti provate da ogni personaggio; <b>Spoiler</b> il dilemma interiore di Jean (a mio parere, un personaggio riuscitissimo, se solo non lo avessero fatto scontrare con Eren per il cliché del "nemico del protagonista"...) per l'amico Marco è stata una delle mie scene preferite, nonché molto commoventi. <b>Fine spoiler</b>
In generale, la paura costante della morte, aleggiante in ogni episodio, mi ha fatto venire i brividi ogni volta e, anche se può sembrare quasi strano e conturbante, la trovo una cosa positiva, poiché questo anime è stato in grado di trasmettermi qualcosa che non tutti gli anime sanno fare: la consapevolezza di una vita umana.
Per quanto riguarda la musica, le colonne sonore non mi hanno fatto impazzire anche se le reputo molto orecchiabili e sicuramente l'opening della prima parte della stagione supera di gran lunga quella della seconda parte, forse anche perché è diventata altamente commerciale.
In conclusione, nonostante qualche difettuccio, consiglio vivamente questo anime a tutti, senza rivolgermi a nessun target in particolare; se cercate un anime maturo, senza troppi fronzoli e con personaggi a cui vi affezionerete veramente, allora è l'anime giusto per voi.
"L'attacco dei giganti" è l'adattamento anime dell'omonima opera manga del mangaka Hajime Isayama, prodotto da Wit Studio e I.G. Production, e segue le vicende del manga fino al volume 8.
Ho avuto modo di apprezzare molto questo adattamento e sapevo che le animazioni avrebbero reso molto più interessanti le scene di combattimento che comprendevano il movimento tridimensionale.
Isayama è riuscito a ideare un universo che non proponesse cose già viste e ha saputo curare nel dettaglio armi e strategie; le reazioni dei personaggi, soprattutto nell'arruolamento, sono molto umane: emozioni come la disperazione, la paura di essere divorati dai giganti, l'arrendevolezza traspaiono fin da subito.
Il character design è piuttosto fedele a quello del manga, tranne per alcuni personaggi come ad esempio Mikasa, che sembra essere totalmente diversa: il suo sguardo basso e i suoi occhi gelidi non sono stati correttamente trasposti, la bocca rosea la fa sembrare molto più femminile che nel manga, nel quale appare più forte, risoluta, fredda e combattiva.
Gli altri personaggi sono invece fedelmente trasposti e lo stile si adatta molto bene, l'unica pecca è quel tratto forte nero che compare attorno ad ogni personaggio, una sorta di grosso bordo che non è piacevole da vedere.
Isayama stesso ha dichiarato di aver dato consigli e pareri nella produzione dell'anime, per quanto riguarda gli sfondi, l'animazione del movimento tridimensionale e l'animazione dei giganti, a mio parere resi molto bene, specialmente gli sfondi.
Le musiche di sottofondo non disturbano le scene e sono azzeccate, la prima opening è molto adatta e ritmata con le prime parole in tedesco, lingua usata più volte nell'anime per i cognomi dei personaggi.
Per quanto riguarda la trama, è fitta di misteri che mi aspetto di vedere risolti in una seconda serie e tranne per pochissimi dettagli segue passo a passo il manga. La cosa migliore è che in alcuni punti dell'anime i giganti non ci vengono solo posti come i soliti nemici da sconfiggere ma anche come alleati (Eren), illusioni degli esseri umani (teoria di Hanji sulla leggerezza della loro testa), creature con caratteristiche individuali... non permettendo allo spettatore di farsi già un'idea e facendo rimanere tutto realmente nel mistero.
A volte procede troppo lentamente, ma ho preferito questo ritmo a vari tagli che avrebbe reso le cose confusionarie.
"L'attacco dei giganti" è un anime che consiglierei sempre, riesce ad emozionare e a far trasparire le emozioni dei suoi personaggi, a incuriosire con la trama ben fatta ed è piacevole, grazie alle belle animazioni, sfondi, personaggi.
Ho avuto modo di apprezzare molto questo adattamento e sapevo che le animazioni avrebbero reso molto più interessanti le scene di combattimento che comprendevano il movimento tridimensionale.
Isayama è riuscito a ideare un universo che non proponesse cose già viste e ha saputo curare nel dettaglio armi e strategie; le reazioni dei personaggi, soprattutto nell'arruolamento, sono molto umane: emozioni come la disperazione, la paura di essere divorati dai giganti, l'arrendevolezza traspaiono fin da subito.
Il character design è piuttosto fedele a quello del manga, tranne per alcuni personaggi come ad esempio Mikasa, che sembra essere totalmente diversa: il suo sguardo basso e i suoi occhi gelidi non sono stati correttamente trasposti, la bocca rosea la fa sembrare molto più femminile che nel manga, nel quale appare più forte, risoluta, fredda e combattiva.
Gli altri personaggi sono invece fedelmente trasposti e lo stile si adatta molto bene, l'unica pecca è quel tratto forte nero che compare attorno ad ogni personaggio, una sorta di grosso bordo che non è piacevole da vedere.
Isayama stesso ha dichiarato di aver dato consigli e pareri nella produzione dell'anime, per quanto riguarda gli sfondi, l'animazione del movimento tridimensionale e l'animazione dei giganti, a mio parere resi molto bene, specialmente gli sfondi.
Le musiche di sottofondo non disturbano le scene e sono azzeccate, la prima opening è molto adatta e ritmata con le prime parole in tedesco, lingua usata più volte nell'anime per i cognomi dei personaggi.
Per quanto riguarda la trama, è fitta di misteri che mi aspetto di vedere risolti in una seconda serie e tranne per pochissimi dettagli segue passo a passo il manga. La cosa migliore è che in alcuni punti dell'anime i giganti non ci vengono solo posti come i soliti nemici da sconfiggere ma anche come alleati (Eren), illusioni degli esseri umani (teoria di Hanji sulla leggerezza della loro testa), creature con caratteristiche individuali... non permettendo allo spettatore di farsi già un'idea e facendo rimanere tutto realmente nel mistero.
A volte procede troppo lentamente, ma ho preferito questo ritmo a vari tagli che avrebbe reso le cose confusionarie.
"L'attacco dei giganti" è un anime che consiglierei sempre, riesce ad emozionare e a far trasparire le emozioni dei suoi personaggi, a incuriosire con la trama ben fatta ed è piacevole, grazie alle belle animazioni, sfondi, personaggi.
"Shingeki no Kyojin", ispirato dal manga di Hajime Isayama, è un'anime prodotto nel 2013 che ha avuto molto successo fin dalla prima puntata, diventando poi uno degli anime più belli in circolazione negli ultimi anni. Molti riconoscimenti gli sono stati dovuti, come i sei titoli vinti nei Neko Awards 2013, tra cui quello della "Miglior serie TV".
La storia è ambientata in un mondo dove il numero della popolazione umana è stato drasticamente ridotto a causa dei giganti, il cui unico scopo è mangiare umani; quel poco che ne rimane vive all'interno di impenetrabili mura alte circa cinquanta metri: le più esterne sono il Wall Maria, quelle centrali sono il Wall Rose, e le più interne e piccole sono il Wall Shina. Queste mura hanno dato all'umanità più di cento anni di pace, infatti molti sono convinti che i giganti non entreranno mai in città. Nel frattempo l'umanità ha creato tre gruppi militari, la Guarnigione, che difende le mura della città, la Gendarmeria, che ha il compito di controllare la situazione all'interno delle mura, avendo il privilegio di sottostare al re e vivere il più internamente possibile, e infine l'Armata Ricognitiva, che ha il compito di uscire dalle mura per combattere i giganti e cercare un modo per distruggerli tutti.
Il protagonista è Eren, un bambino che sogna di uscire dalle mura per vivere una vita normale e non sentirsi come un animale da macello in gabbia, affiancato dalla sua sorellastra Mikasa, che gli copre sempre le spalle, e Armin, un genio ma indifeso ragazzino. Un giorno, improvvisamente, un gigante colossale, più alto delle mura, crea un varco nel Wall Maria, distruggendo tutto e creando il caos nella città; a morti orribili e sangue assisteranno i nostri protagonisti, tra cui Eren, che giurerà vendetta nei confronti dei giganti, impulso che condizionerà gli eventi futuri. Dopo cinque anni i tre ragazzi entrano a far parte dell'esercito.
Lo sviluppo della trama è impressionante, crescente e sempre più riesce a catturare la tua attenzione, grazie a un mix di emozioni che i protagonisti ti trasmetteranno; il livello di drammaticità è l'aspetto che colpisce in questa storia, cruda e violenta, senza risparmiare nessuno. I colpi di scena non mancheranno, anzi ci sono sempre, e per questo farete bene a non affezionarvi troppo ai personaggi; la trama si muove bene verso metà stagione, quando avremo già parecchie informazioni sui giganti e avremo assistito già a parecchi eventi orribili. Il finale è una bomba, ti apre le porte a una seconda stagione che purtroppo si fa attendere, ma che prevede molte novità e tanto altro sangue.
I personaggi della serie sono ben costruiti e hanno il loro ben da fare nella storia, molti di loro sono molto amati dal pubblico, come Mikasa, il mio personaggio preferito, che ha vinto anche il titolo come miglior personaggio femminile nel 2013; essendo giusti, il miglior personaggio della serie è senza dubbio il capitano Levi, caratterialmente imprevedibile e freddo, con la capacità di trasmetterti adrenalina e anche tanta rabbia. Quest'ultimo aspetto, la rabbia, è il piatto principale di questa storia: Eren, Levi e altri ancora, ti trasmettono molto e trovo sia un aspetto fondamentale dell'anime.
Senza dimenticare il comparto tecnico, il migliore nel 2013 secondo i Neko Awards, dovuto a disegni molto più precisi e puliti rispetto al manga, con lineamenti reali; la grafica è sicuramente il top, ma anche il comparto sonoro è stato votato come il migliore nel 2013, infatti le OST sono così spettacolari che ti mandano adrenalina in tutto il corpo, e non dimentichiamoci anche della opening, votata anch'essa come la migliore nel 2013. Insomma, "Shingeki no Kyojin" mette alla parete tanti premi, del resto una colonna sonora del genere non ha eguali, la migliore che io abbia mai ascoltato, e poi grafica da 10, personaggi ben costruiti, trama drammatica, cruda e coinvolgente come non mai. Ovviamente consiglio a tutti di vedere questa serie.
Per me sarebbe stato un 10, ma non me la sento di dare il massimo dei voti, finché non concludo definitivamente l'anime, quindi assegno un 9 meritatissimo, aspettando con ansia la seconda stagione.
La storia è ambientata in un mondo dove il numero della popolazione umana è stato drasticamente ridotto a causa dei giganti, il cui unico scopo è mangiare umani; quel poco che ne rimane vive all'interno di impenetrabili mura alte circa cinquanta metri: le più esterne sono il Wall Maria, quelle centrali sono il Wall Rose, e le più interne e piccole sono il Wall Shina. Queste mura hanno dato all'umanità più di cento anni di pace, infatti molti sono convinti che i giganti non entreranno mai in città. Nel frattempo l'umanità ha creato tre gruppi militari, la Guarnigione, che difende le mura della città, la Gendarmeria, che ha il compito di controllare la situazione all'interno delle mura, avendo il privilegio di sottostare al re e vivere il più internamente possibile, e infine l'Armata Ricognitiva, che ha il compito di uscire dalle mura per combattere i giganti e cercare un modo per distruggerli tutti.
Il protagonista è Eren, un bambino che sogna di uscire dalle mura per vivere una vita normale e non sentirsi come un animale da macello in gabbia, affiancato dalla sua sorellastra Mikasa, che gli copre sempre le spalle, e Armin, un genio ma indifeso ragazzino. Un giorno, improvvisamente, un gigante colossale, più alto delle mura, crea un varco nel Wall Maria, distruggendo tutto e creando il caos nella città; a morti orribili e sangue assisteranno i nostri protagonisti, tra cui Eren, che giurerà vendetta nei confronti dei giganti, impulso che condizionerà gli eventi futuri. Dopo cinque anni i tre ragazzi entrano a far parte dell'esercito.
Lo sviluppo della trama è impressionante, crescente e sempre più riesce a catturare la tua attenzione, grazie a un mix di emozioni che i protagonisti ti trasmetteranno; il livello di drammaticità è l'aspetto che colpisce in questa storia, cruda e violenta, senza risparmiare nessuno. I colpi di scena non mancheranno, anzi ci sono sempre, e per questo farete bene a non affezionarvi troppo ai personaggi; la trama si muove bene verso metà stagione, quando avremo già parecchie informazioni sui giganti e avremo assistito già a parecchi eventi orribili. Il finale è una bomba, ti apre le porte a una seconda stagione che purtroppo si fa attendere, ma che prevede molte novità e tanto altro sangue.
I personaggi della serie sono ben costruiti e hanno il loro ben da fare nella storia, molti di loro sono molto amati dal pubblico, come Mikasa, il mio personaggio preferito, che ha vinto anche il titolo come miglior personaggio femminile nel 2013; essendo giusti, il miglior personaggio della serie è senza dubbio il capitano Levi, caratterialmente imprevedibile e freddo, con la capacità di trasmetterti adrenalina e anche tanta rabbia. Quest'ultimo aspetto, la rabbia, è il piatto principale di questa storia: Eren, Levi e altri ancora, ti trasmettono molto e trovo sia un aspetto fondamentale dell'anime.
Senza dimenticare il comparto tecnico, il migliore nel 2013 secondo i Neko Awards, dovuto a disegni molto più precisi e puliti rispetto al manga, con lineamenti reali; la grafica è sicuramente il top, ma anche il comparto sonoro è stato votato come il migliore nel 2013, infatti le OST sono così spettacolari che ti mandano adrenalina in tutto il corpo, e non dimentichiamoci anche della opening, votata anch'essa come la migliore nel 2013. Insomma, "Shingeki no Kyojin" mette alla parete tanti premi, del resto una colonna sonora del genere non ha eguali, la migliore che io abbia mai ascoltato, e poi grafica da 10, personaggi ben costruiti, trama drammatica, cruda e coinvolgente come non mai. Ovviamente consiglio a tutti di vedere questa serie.
Per me sarebbe stato un 10, ma non me la sento di dare il massimo dei voti, finché non concludo definitivamente l'anime, quindi assegno un 9 meritatissimo, aspettando con ansia la seconda stagione.
Questo anime si presenta bene e ha tutti i presupposti per poter essere definito un'opera discreta: la storia è a mio parere ben impostata e non ho notato nessun buco nella trama, tuttavia degli elementi lo rendono un anime mediocre.
Nei disegni, l'ombreggiatura è troppo calcata, forzando l'atmosfera cupa che "Shingeki no Kyojin", essendo un anime di genere horror, dovrebbe avere, ma che tuttavia non influisce nella visione dell'anime, anzi lo rende fastidioso; inoltre io personalmente non riuscivo ad essere turbato in nessun modo dall'aspetto dei giganti, che suscitavano quasi ilarità.
Sul protagonista non c'è molto da dire, la caratterizzazione è quasi inesistente, basandosi il suo carattere su stereotipi presenti in tutti gli anime shonen, ad esempio il dover diventare più forte per riuscire in un obiettivo (distruggere i giganti); inoltre i combattimenti sono basati su power-up dietro i quali non c'è alcun allenamento e i personaggi principali in un modo o nell'altro riescono sempre a salvarsi non causando alcuna ansia o preoccupazione in colui che sta visionando l'anime.
A mio parere, questo insieme di elementi rendono questo anime un'opera alquanto mediocre e che non merita neanche la sufficienza.
Nei disegni, l'ombreggiatura è troppo calcata, forzando l'atmosfera cupa che "Shingeki no Kyojin", essendo un anime di genere horror, dovrebbe avere, ma che tuttavia non influisce nella visione dell'anime, anzi lo rende fastidioso; inoltre io personalmente non riuscivo ad essere turbato in nessun modo dall'aspetto dei giganti, che suscitavano quasi ilarità.
Sul protagonista non c'è molto da dire, la caratterizzazione è quasi inesistente, basandosi il suo carattere su stereotipi presenti in tutti gli anime shonen, ad esempio il dover diventare più forte per riuscire in un obiettivo (distruggere i giganti); inoltre i combattimenti sono basati su power-up dietro i quali non c'è alcun allenamento e i personaggi principali in un modo o nell'altro riescono sempre a salvarsi non causando alcuna ansia o preoccupazione in colui che sta visionando l'anime.
A mio parere, questo insieme di elementi rendono questo anime un'opera alquanto mediocre e che non merita neanche la sufficienza.
"L'attacco dei giganti" è da premiare semplicemente per la sua trama diversa da tutte le altre. La storia è ambientata in un'era sconosciuta e poco tecnologica, ma con alcuni effetti rinascimentali, dove le minacce per l'umanità sono i giganti, esseri umanoidi che come scopo vitale hanno quello di mangiare gli umani. Questi ultimi, per difendersi da loro, vivono rinchiusi all'interno delle mura. In più ci sono squadre composte da uomini, attrezzate per poterli combattere. L'unico punto vulnerabile dei giganti è la nuca, e i soldati, per poterci arrivare, hanno dalla loro parte un sistema di rampini che permette a loro il movimento tridimensionale. Per molti anni le mura sono sempre state l'unica salvezza. Ma, un giorno, un gigante colossale apparì dal nulla riuscendo a creare una breccia nel muro permettendo agli altri giganti di passare.
Ed è da qui che inizia l'avventura dei tre protagonisti, Eren, Mikasa e Armin, che, dopo aver vissuto quel terribile attacco, decisero su iniziativa di Eren di entrare nel corpo militare per poter uccidere i giganti, liberando l'umanità. E, proprio nel corso d'addestramento, conosceranno i compagni con cui collaboreranno con l'intento di vincere la lotta contro i titani.
La trama è davvero molto bella, e tutti i personaggi sono caratterizzati benissimo. Ognuno ha il suo carattere da scoprire andando avanti con gli episodi.
Lo stile grafico si adatta perfettamente alla storia, dove la tonalità principale è tendente al marrone, il colore delle divise e del legno che caratterizza le "case a graticcio" che ricordano molto quelle tedesche.
E, per finire, la colonna sonora è a dir poco epica. Presenta brani orchestrali accompagnati a volte dai cori.
La scelta del voto (9) è perché l'anime lascia molte cose in sospeso, che continueranno poi nella prossima stagione. Un'altra pecca secondo me sono state alcune scene che avevano poca credibilità fisica. Piccolezze, certo, ma è comunque un fatto da riportare per rendere questa recensione veritiera.
In sintesi, è un anime che consiglierei a tutti, e penso che possa colpire molto anche il pubblico femminile in generale. Restando in tema: "Mura, distretti, fazioni e libertà".
Opinioni personali
Miglior personaggio maschile: Levi
Miglior personaggio femminile: Mikasa
Miglior sigla: seconda opening
Ed è da qui che inizia l'avventura dei tre protagonisti, Eren, Mikasa e Armin, che, dopo aver vissuto quel terribile attacco, decisero su iniziativa di Eren di entrare nel corpo militare per poter uccidere i giganti, liberando l'umanità. E, proprio nel corso d'addestramento, conosceranno i compagni con cui collaboreranno con l'intento di vincere la lotta contro i titani.
La trama è davvero molto bella, e tutti i personaggi sono caratterizzati benissimo. Ognuno ha il suo carattere da scoprire andando avanti con gli episodi.
Lo stile grafico si adatta perfettamente alla storia, dove la tonalità principale è tendente al marrone, il colore delle divise e del legno che caratterizza le "case a graticcio" che ricordano molto quelle tedesche.
E, per finire, la colonna sonora è a dir poco epica. Presenta brani orchestrali accompagnati a volte dai cori.
La scelta del voto (9) è perché l'anime lascia molte cose in sospeso, che continueranno poi nella prossima stagione. Un'altra pecca secondo me sono state alcune scene che avevano poca credibilità fisica. Piccolezze, certo, ma è comunque un fatto da riportare per rendere questa recensione veritiera.
In sintesi, è un anime che consiglierei a tutti, e penso che possa colpire molto anche il pubblico femminile in generale. Restando in tema: "Mura, distretti, fazioni e libertà".
Opinioni personali
Miglior personaggio maschile: Levi
Miglior personaggio femminile: Mikasa
Miglior sigla: seconda opening
<b>Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler</b>
"L'attacco dei giganti" (conosciuto anche come "Shingeki no Kyojin" o "Attack on Titan" o semplicemente "AOT") è l'anime/manga che si contende lo scettro dell'anime/manga più popolare del decennio '10 insieme a "Tokyo Ghoul" (anche se quest'ultimo, secondo me, è migliore rispetto ad "AOT"). È un anime decisamente commerciale, ma è brutto? Noioso? Banale? No, assolutamente, è decisamente un buon anime, anche se non ha nulla di miracoloso, come molti otaku hanno detto (e la maggior parte di questi sono ragazzini sotto i sedici anni che si sono legati a un personaggio in particolare).
Il personaggio più amato, nonché il meglio riuscito di tutta la serie, è il Capitano Levi o Rivaille, come preferite voi: si tratta di un personaggio cupo, ma anche buono, generoso ed eroico. In un primo momento, dopo questa descrizione, potrebbe sembrare una specie di L Lawliet II, ma non è assolutamente così, anche se lo scrittore ha sicuramente preso spunto dal personaggio più amato di "Death Note".
Ma come mai questo anime è diventato così famoso? Semplice: tutto merito di personaggi ripresi da anime famosi in passato (solo a me Eren è sembrato una copia di Naruto? Un ragazzino abbastanza immaturo, che viene superato in forza da tutti, ma, grazie al gigante dentro di lui, è importantissimo per la storia).
"AOT" sorprende per i suoi numerosissimi colpi di scena, un'ottima grafica, lo sviluppo della trama e l'accuratezza dei dettagli, ma niente di più.
In conclusione, posso dire che sono abbastanza contento di questo anime, lo consiglio a tutti, soprattutto agli amanti dell'horror, ma non affezionatevi a nessun personaggio che se no finite come i miei amici, che dicono che questo sia l'anime migliore di tutti i tempi solo per il proprio personaggio preferito che muore (davvero, alcuni dei miei amici ragionano così).
"L'attacco dei giganti" (conosciuto anche come "Shingeki no Kyojin" o "Attack on Titan" o semplicemente "AOT") è l'anime/manga che si contende lo scettro dell'anime/manga più popolare del decennio '10 insieme a "Tokyo Ghoul" (anche se quest'ultimo, secondo me, è migliore rispetto ad "AOT"). È un anime decisamente commerciale, ma è brutto? Noioso? Banale? No, assolutamente, è decisamente un buon anime, anche se non ha nulla di miracoloso, come molti otaku hanno detto (e la maggior parte di questi sono ragazzini sotto i sedici anni che si sono legati a un personaggio in particolare).
Il personaggio più amato, nonché il meglio riuscito di tutta la serie, è il Capitano Levi o Rivaille, come preferite voi: si tratta di un personaggio cupo, ma anche buono, generoso ed eroico. In un primo momento, dopo questa descrizione, potrebbe sembrare una specie di L Lawliet II, ma non è assolutamente così, anche se lo scrittore ha sicuramente preso spunto dal personaggio più amato di "Death Note".
Ma come mai questo anime è diventato così famoso? Semplice: tutto merito di personaggi ripresi da anime famosi in passato (solo a me Eren è sembrato una copia di Naruto? Un ragazzino abbastanza immaturo, che viene superato in forza da tutti, ma, grazie al gigante dentro di lui, è importantissimo per la storia).
"AOT" sorprende per i suoi numerosissimi colpi di scena, un'ottima grafica, lo sviluppo della trama e l'accuratezza dei dettagli, ma niente di più.
In conclusione, posso dire che sono abbastanza contento di questo anime, lo consiglio a tutti, soprattutto agli amanti dell'horror, ma non affezionatevi a nessun personaggio che se no finite come i miei amici, che dicono che questo sia l'anime migliore di tutti i tempi solo per il proprio personaggio preferito che muore (davvero, alcuni dei miei amici ragionano così).
La storia di questo anime è ricca di misteri (Chi sono e da dove vengono i Giganti? L'umanità riuscirà a sconfiggerli? Dentro le mura regna davvero la pace? Etc.).
"Attack on Titan" mi ha colpito per la trama (un Medioevo alternativo in cui quasi tutte le persone sono state uccise dai giganti, la difficoltà di resistere nell'unico avamposto rimasto), per i disegni (nel manga il tratto è più rozzo, l'anime invece presenta un'ottima grafica, in particolare i giganti destano un sentimento di paura, specie quelli che si muovono in maniera scoordinata), e per la profondità di molti personaggi principali e secondari.
Consiglio la visione a tutti coloro che amano l'ambientazione medievale, con un tocco di horror, misteri, splatter, e che vogliono un'unica eccezione "paranormale" (i giganti) con cui osservare le reazioni dei personaggi.
P.S. L'opening della prima e della seconda stagione sono epiche!
"Attack on Titan" mi ha colpito per la trama (un Medioevo alternativo in cui quasi tutte le persone sono state uccise dai giganti, la difficoltà di resistere nell'unico avamposto rimasto), per i disegni (nel manga il tratto è più rozzo, l'anime invece presenta un'ottima grafica, in particolare i giganti destano un sentimento di paura, specie quelli che si muovono in maniera scoordinata), e per la profondità di molti personaggi principali e secondari.
Consiglio la visione a tutti coloro che amano l'ambientazione medievale, con un tocco di horror, misteri, splatter, e che vogliono un'unica eccezione "paranormale" (i giganti) con cui osservare le reazioni dei personaggi.
P.S. L'opening della prima e della seconda stagione sono epiche!
E' un anime che mi ha veramente sorpresa: inizialmente ero scettica perché, ahimè, crescendo, il genere mi ha stancata; nonostante questo, molte persone "fidate" mi continuavano a consigliare "L'attacco dei giganti". Beh, sin dal primo episodio mi ha presa. Le animazioni sono molto curate e i disegni davvero impressionanti (cosa che nel manga invece non mi aveva colpito e, anzi, mi aveva indotto ad abbandonarlo). La colonna sonora è davvero bella e, lo ammetto, aiuta le immagini a far scendere una lacrima in diverse scene.
Per quanto riguarda la trama, di per sé è banale... solita situazione dove gli esseri umani sono a rischio per esseri di cui non si sa nulla: i giganti. Ma è nella narrazione che la banalità lascia spazio alla profondità! Tralasciando il protagonista che è il solito protagonista da shonen (per questo, banale e sinceramente di poco spessore), tutti i personaggi son ben caratterizzati e hanno davvero una bella evoluzione psicologica nel corso delle battaglie e della guerra. Ecco il punto più bello quindi: la guerra. Non si assiste al solito anime con combattimenti ripetitivi e infantili, dove il cattivo sfida il buono, e dove c'è anche una sorta di comicità sparsa qua e là per sdrammatizzare. Si assiste invece alla serietà, alla tragedia, alla disperazione degli esseri umani che sono impotenti di fronte alla forza schiacciante dei giganti. Le persone muoiono, perdono amici, amori e soffrono. Ecco, la serietà di tutto questo colpisce e prende a tal punto da voler vedere una puntata dopo l'altra. E' un anime per adulti. Unica pecca: da questa prima serie non si ha nessuna risposta sull'esistenza dei giganti o sul perché ci sia questa situazione da anni (tranne alcune teorie)... spero e non vedo l'ora di vedere la seconda serie per questo!
Per quanto riguarda la trama, di per sé è banale... solita situazione dove gli esseri umani sono a rischio per esseri di cui non si sa nulla: i giganti. Ma è nella narrazione che la banalità lascia spazio alla profondità! Tralasciando il protagonista che è il solito protagonista da shonen (per questo, banale e sinceramente di poco spessore), tutti i personaggi son ben caratterizzati e hanno davvero una bella evoluzione psicologica nel corso delle battaglie e della guerra. Ecco il punto più bello quindi: la guerra. Non si assiste al solito anime con combattimenti ripetitivi e infantili, dove il cattivo sfida il buono, e dove c'è anche una sorta di comicità sparsa qua e là per sdrammatizzare. Si assiste invece alla serietà, alla tragedia, alla disperazione degli esseri umani che sono impotenti di fronte alla forza schiacciante dei giganti. Le persone muoiono, perdono amici, amori e soffrono. Ecco, la serietà di tutto questo colpisce e prende a tal punto da voler vedere una puntata dopo l'altra. E' un anime per adulti. Unica pecca: da questa prima serie non si ha nessuna risposta sull'esistenza dei giganti o sul perché ci sia questa situazione da anni (tranne alcune teorie)... spero e non vedo l'ora di vedere la seconda serie per questo!
Mi sono accostata a questo anime seguendo la scia di fama che si porta dietro, e non ne sono rimasta delusa, tutt'altro!
La trama in soldoni: orridi titani cannibali hanno invaso il territorio, costringendo la decimata e assai terrorizzata specie umana alla ritirata dietro mura gigantesche. Scatta così una disperata lotta per la sopravvivenza, spesso senza speranza, se non quella di sconfiggere una volta per tutte questi perfetti nemici dell'umanità.
Ciò che ho più apprezzato è l'atmosfera. La disperazione, l'impotenza, la paura primordiale sono sentimenti quotidiani nella vita dei nostri protagonisti e sono resi benissimo dall'uso dei colori, dalla OST, dal design e dalle movenze dei giganti. I primi due episodi in particolare sono di fortissimo impatto, una media res riuscitissima ed efficace. Non si scappa dai mostri, non si scappa dall'orrore, e le uniche alternative sono soccombere o sopravvivere. Quest'ultima è la linea d'azione scelta da Eren, Armin e Mikasa. Una linea d'azione serrata, senza pause, che tiene incollato lo spettatore alla sedia.
La grafica è indubbiamente il punto forte dell'anime. I contorni vividi dei personaggi, l'uso attento del CGI, la bella resa del movimento tridimensionale sono una festa per gli occhi. E' una storia dinamica e violenta e in questo l'anime riesce dove il manga non può.
La colonna sonora è notevole, la prima opening entra in testa e non vuole più andar via, la seconda azzeccata con quella sua sonorità da inno nazionale.
Ovviamente ha delle pecche. E' uno shonen e risente di molti difetti tipici della categoria, ci sono delle ingenuità evidenti e, poiché è una serie tratta da un manga in corso, molti dei misteri non sono ancora stati svelati.
I personaggi sono nella media. Il protagonista Eren è essenzialmente inutile e, persino per gli standard di "ragazzo mediocre scopre potere immenso -> difficoltà col potere e senso di fallimento -> controllo del potere", presenta delle difficoltà e delle lentezze. Ergo da solo non è in grado di reggere la trama, e i personaggi secondari sono più interessanti, rendendo l'azione corale e quindi più vivace. Meritano menzione particolare Mikasa (per una volta la comprimaria femminile non è debole, e questo è decisamente gradito. Purtroppo però è una statua e, oltre a darle di santa ragione e proteggere un tipo scialbo come Eren, non fa molto) e Levi.
Malgrado ciò, l'opera rimane comunque godibile se non la si prende per capolavoro, ma si apprezza per come si mostra graficamente e come intrattiene. Poiché in questo riesce, sento di darle un sano 8.
La trama in soldoni: orridi titani cannibali hanno invaso il territorio, costringendo la decimata e assai terrorizzata specie umana alla ritirata dietro mura gigantesche. Scatta così una disperata lotta per la sopravvivenza, spesso senza speranza, se non quella di sconfiggere una volta per tutte questi perfetti nemici dell'umanità.
Ciò che ho più apprezzato è l'atmosfera. La disperazione, l'impotenza, la paura primordiale sono sentimenti quotidiani nella vita dei nostri protagonisti e sono resi benissimo dall'uso dei colori, dalla OST, dal design e dalle movenze dei giganti. I primi due episodi in particolare sono di fortissimo impatto, una media res riuscitissima ed efficace. Non si scappa dai mostri, non si scappa dall'orrore, e le uniche alternative sono soccombere o sopravvivere. Quest'ultima è la linea d'azione scelta da Eren, Armin e Mikasa. Una linea d'azione serrata, senza pause, che tiene incollato lo spettatore alla sedia.
La grafica è indubbiamente il punto forte dell'anime. I contorni vividi dei personaggi, l'uso attento del CGI, la bella resa del movimento tridimensionale sono una festa per gli occhi. E' una storia dinamica e violenta e in questo l'anime riesce dove il manga non può.
La colonna sonora è notevole, la prima opening entra in testa e non vuole più andar via, la seconda azzeccata con quella sua sonorità da inno nazionale.
Ovviamente ha delle pecche. E' uno shonen e risente di molti difetti tipici della categoria, ci sono delle ingenuità evidenti e, poiché è una serie tratta da un manga in corso, molti dei misteri non sono ancora stati svelati.
I personaggi sono nella media. Il protagonista Eren è essenzialmente inutile e, persino per gli standard di "ragazzo mediocre scopre potere immenso -> difficoltà col potere e senso di fallimento -> controllo del potere", presenta delle difficoltà e delle lentezze. Ergo da solo non è in grado di reggere la trama, e i personaggi secondari sono più interessanti, rendendo l'azione corale e quindi più vivace. Meritano menzione particolare Mikasa (per una volta la comprimaria femminile non è debole, e questo è decisamente gradito. Purtroppo però è una statua e, oltre a darle di santa ragione e proteggere un tipo scialbo come Eren, non fa molto) e Levi.
Malgrado ciò, l'opera rimane comunque godibile se non la si prende per capolavoro, ma si apprezza per come si mostra graficamente e come intrattiene. Poiché in questo riesce, sento di darle un sano 8.
"Shingeki no Kyojin" è senza dubbio un anime molto interessante e ben fatto. Questo prodotto vanta una bellissima colonna sonora, opening fantastiche e design curato nei minimi dettagli. La trama è originale anche se in essa ho potuto constatare diverse incongruenze. Il voto che do a quest'opera è un 7 ½ e non di più per un semplice motivo: i personaggi. Io sono dell'opinione che una bella opera debba vantare la presenza di personaggi caratterizzati bene e affascinanti. Per me questo è un elemento di fondamentale importanza! I personaggi di "Shingeki no Kyojin" sono però terribilmente piatti, senza un minimo di spessore psicologico. Fra di essi ricordiamo:
- Eren: il protagonista, non fa che ripetere per tutti i venticinque episodi: "Ucciderò tutti i giganti", e non risolve mai nulla. L'ho trovato di un impulsività decisamente insopportabile.
- Mikasa: donna forte e coraggiosa, "sorella" di Eren, a cui tiene più della sua stessa vita. Non fa che pensare a lui, in qualsiasi momento, diventando ripetitiva e odiosa. Potenzialità sprecata.
- Armin: la sua utilità all'interno dell'opera mi è ancora sconosciuta, se non fosse per le sue deduzioni (a cui non ho ancora capito secondo quale criterio giunge); sarebbe meglio che non esistesse.
- Levi: personaggio inespressivo, sembra quasi senza sentimenti. Se alcuni sono troppo impulsivi, lui decisamente sembra non possedere un cuore!
- Hanji: l'unico personaggio che secondo me si salva.
I personaggi restanti per me non hanno un briciolo di rilievo e fascino, ci sono o non ci sono per me è lo stesso.
In conclusione, io consiglio la visione di questo anime perché tutto sommato è carino e coinvolgente. Lo sconsiglio però a chi si lascia impressionare in fretta, dato che è molto crudo e violento.
- Eren: il protagonista, non fa che ripetere per tutti i venticinque episodi: "Ucciderò tutti i giganti", e non risolve mai nulla. L'ho trovato di un impulsività decisamente insopportabile.
- Mikasa: donna forte e coraggiosa, "sorella" di Eren, a cui tiene più della sua stessa vita. Non fa che pensare a lui, in qualsiasi momento, diventando ripetitiva e odiosa. Potenzialità sprecata.
- Armin: la sua utilità all'interno dell'opera mi è ancora sconosciuta, se non fosse per le sue deduzioni (a cui non ho ancora capito secondo quale criterio giunge); sarebbe meglio che non esistesse.
- Levi: personaggio inespressivo, sembra quasi senza sentimenti. Se alcuni sono troppo impulsivi, lui decisamente sembra non possedere un cuore!
- Hanji: l'unico personaggio che secondo me si salva.
I personaggi restanti per me non hanno un briciolo di rilievo e fascino, ci sono o non ci sono per me è lo stesso.
In conclusione, io consiglio la visione di questo anime perché tutto sommato è carino e coinvolgente. Lo sconsiglio però a chi si lascia impressionare in fretta, dato che è molto crudo e violento.
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>
Come potete vedere dal voto la mia non sarà una recensione positiva, anzi mi tocca dover dare un brutto parere a questo anime, cosa che mi dispiace sempre fare quando si parla di anime.
Trama: in un'epoca in cui i giganti sono la normalità (per modo di dire), gli umani sono racchiusi in delle mura per difendersi da questi, fin quando un bel giorno dal nulla si viene a presentare una catastrofe, e da lì iniziano le sciagurate avventure della razza umana.
La trama destava interesse, ma non era chissà quanto allettante, ma l'ho vista per capire alla fine il frutto di tale anime.
Personaggi:
- Eren: protagonista, c'è veramente poco da dire su questo personaggio, non ha carattere, l'unica cosa che sa dire per venticinque episodi è: "Ucciderò tutti i giganti". L'unica volta in cui mostra un po' di coraggio viene pestato a sangue da Levi, ma vabbè, questa è un'altra storia... uno dei personaggi più brutti della storia, secondo me, che non dice nulla e non trasmette nulla se non qualche urlo... resto vago su questa frase per evitare grandi spoiler!
- Mikasa: che dire su di lei, è la tipica donna forte, impavida ma niente di più, la sua forza alla fine è falsa, in quanto è legata ad Eren, e infatti quando le viene detto che Eren è "morto" va nel panico e cade in preda alla rabbia e addio impassibilità. Anche lei da bocciare.
- Annie: probabilmente l'unico personaggio magari un pochino degno di nota per quel poco di storia che le è legata e per qualche sua azione, ma neanche lei niente di straordinario.
- Armin: il personaggio più inutile di tutta la serie, che si fa notare solo negli episodi conclusivi con un piccolo piano che perlopiù porta alla morte di un sacco di persone e probabilmente senza produrre risultati.
- Levi: l'unico personaggio salvabile.
Premetto che mi sono concentrato sui personaggi che emergono di più e che insieme agli altri sono uno dei cali più grandi di quest'opera, che mi hanno portato in gran parte al voto negativo che ho dato a questo anime.
Considerazioni sull'anime: fanservice, sì, fanservice violento ovunque, sangue, sangue, sangue e ancora sangue, anche dove potevano risparmiarselo; mi piacciono gli anime in stile splatter, ma questo esagera e diventa ripetitivo e banale, perché è inutile dire che si capisce quando dei personaggi moriranno due o tre episodi prima, basti pensare a Petra. I combattimenti sono carini, ma perlopiù è carino il modo in cui vengono rappresentati i giganti e i combattimenti che hanno con Eren in versione gigante, ma non sono comunque niente di eccezionale e perlopiù l'unica cosa decente nei combattimenti c'è nello scontro tra Eren e Annie. Altra cosa salvabile sono le abilità di Levi. Un'altra cosa salvabile è l'organizzazione all'interno delle mura che è credibile ed è probabilmente questo che mi ha spinto insieme a Levi a dare 2 e non 1 a quest'opera. L'inizio dell'anime è carino e dà subito l'atmosfera del tempo in cui ci troviamo, ma molte cose lasciano a desiderare man mano che si va avanti sempre più.
Conclusione: l'anime lascia a desiderare e lascia l'amaro in bocca, consiglierei di vederlo senza troppe aspettative per non rimanere delusi e il mio voto finale, a malincuore perché mi dispiace dover dare a un anime, a prescindere quale esso sia, un voto così basso, è 2. Quindi voto finale 2.
Come potete vedere dal voto la mia non sarà una recensione positiva, anzi mi tocca dover dare un brutto parere a questo anime, cosa che mi dispiace sempre fare quando si parla di anime.
Trama: in un'epoca in cui i giganti sono la normalità (per modo di dire), gli umani sono racchiusi in delle mura per difendersi da questi, fin quando un bel giorno dal nulla si viene a presentare una catastrofe, e da lì iniziano le sciagurate avventure della razza umana.
La trama destava interesse, ma non era chissà quanto allettante, ma l'ho vista per capire alla fine il frutto di tale anime.
Personaggi:
- Eren: protagonista, c'è veramente poco da dire su questo personaggio, non ha carattere, l'unica cosa che sa dire per venticinque episodi è: "Ucciderò tutti i giganti". L'unica volta in cui mostra un po' di coraggio viene pestato a sangue da Levi, ma vabbè, questa è un'altra storia... uno dei personaggi più brutti della storia, secondo me, che non dice nulla e non trasmette nulla se non qualche urlo... resto vago su questa frase per evitare grandi spoiler!
- Mikasa: che dire su di lei, è la tipica donna forte, impavida ma niente di più, la sua forza alla fine è falsa, in quanto è legata ad Eren, e infatti quando le viene detto che Eren è "morto" va nel panico e cade in preda alla rabbia e addio impassibilità. Anche lei da bocciare.
- Annie: probabilmente l'unico personaggio magari un pochino degno di nota per quel poco di storia che le è legata e per qualche sua azione, ma neanche lei niente di straordinario.
- Armin: il personaggio più inutile di tutta la serie, che si fa notare solo negli episodi conclusivi con un piccolo piano che perlopiù porta alla morte di un sacco di persone e probabilmente senza produrre risultati.
- Levi: l'unico personaggio salvabile.
Premetto che mi sono concentrato sui personaggi che emergono di più e che insieme agli altri sono uno dei cali più grandi di quest'opera, che mi hanno portato in gran parte al voto negativo che ho dato a questo anime.
Considerazioni sull'anime: fanservice, sì, fanservice violento ovunque, sangue, sangue, sangue e ancora sangue, anche dove potevano risparmiarselo; mi piacciono gli anime in stile splatter, ma questo esagera e diventa ripetitivo e banale, perché è inutile dire che si capisce quando dei personaggi moriranno due o tre episodi prima, basti pensare a Petra. I combattimenti sono carini, ma perlopiù è carino il modo in cui vengono rappresentati i giganti e i combattimenti che hanno con Eren in versione gigante, ma non sono comunque niente di eccezionale e perlopiù l'unica cosa decente nei combattimenti c'è nello scontro tra Eren e Annie. Altra cosa salvabile sono le abilità di Levi. Un'altra cosa salvabile è l'organizzazione all'interno delle mura che è credibile ed è probabilmente questo che mi ha spinto insieme a Levi a dare 2 e non 1 a quest'opera. L'inizio dell'anime è carino e dà subito l'atmosfera del tempo in cui ci troviamo, ma molte cose lasciano a desiderare man mano che si va avanti sempre più.
Conclusione: l'anime lascia a desiderare e lascia l'amaro in bocca, consiglierei di vederlo senza troppe aspettative per non rimanere delusi e il mio voto finale, a malincuore perché mi dispiace dover dare a un anime, a prescindere quale esso sia, un voto così basso, è 2. Quindi voto finale 2.
"Shingeki no Kyojin" è uno di quegli anime che o va amato o viene odiato. Se fosse stato meno popolare secondo me sarebbe stato apprezzato di più, perché adesso si sta sfruttando davvero troppo questa serie. Adesso passo alla recensione vera e propria.
La trama è buona, per certi tratti originale e lo sviluppo mi è piaciuto abbastanza. Non tutto mi è andato a genio, però nel complesso l'ho apprezzata abbastanza. Darei un 7.5.
I personaggi riescono a rimanere impressi facilmente nella testa dello spettatore. Non tanto i secondari, ma i principali li ricordo tutti benissimo, però c'è da dire che secondo me non hanno nulla di particolare che li renda facilmente riconoscibili e unici. Semplicemente a furia di sentire parlare di questa opera si inizia a ricordare tutto, anche i personaggi. A questo aspetto darei un 7.
L'aspetto sonoro e grafico è uno dei punti forti di questo anime. Molto belle entrambe le opening, anche se stancano facilmente. Le OST sono apprezzabili, le ending non molto. Le animazioni sono eccellenti ma il character desing non è il massimo. A questo aspetto darei un 8.5.
Ho trovato questo anime abbastanza scorrevole, anche se in certi punti mi ha leggermente annoiato. Darei un 8 alla scorrevolezza.
Il mio voto per questo anime è un 8- che si arrotonda per eccesso a 8. Lo consiglio veramente a tutti perché, secondo me, merita. Anche se sono sicuro che lo abbiate visto tutti.
La trama è buona, per certi tratti originale e lo sviluppo mi è piaciuto abbastanza. Non tutto mi è andato a genio, però nel complesso l'ho apprezzata abbastanza. Darei un 7.5.
I personaggi riescono a rimanere impressi facilmente nella testa dello spettatore. Non tanto i secondari, ma i principali li ricordo tutti benissimo, però c'è da dire che secondo me non hanno nulla di particolare che li renda facilmente riconoscibili e unici. Semplicemente a furia di sentire parlare di questa opera si inizia a ricordare tutto, anche i personaggi. A questo aspetto darei un 7.
L'aspetto sonoro e grafico è uno dei punti forti di questo anime. Molto belle entrambe le opening, anche se stancano facilmente. Le OST sono apprezzabili, le ending non molto. Le animazioni sono eccellenti ma il character desing non è il massimo. A questo aspetto darei un 8.5.
Ho trovato questo anime abbastanza scorrevole, anche se in certi punti mi ha leggermente annoiato. Darei un 8 alla scorrevolezza.
Il mio voto per questo anime è un 8- che si arrotonda per eccesso a 8. Lo consiglio veramente a tutti perché, secondo me, merita. Anche se sono sicuro che lo abbiate visto tutti.
Non sono uno che di solito si lascia appassionare ossessivamente dagli anime che guarda, ma riguardo quest'opera non ne ho potuto fare a meno.
In quanto anime derivato da un manga, non darò troppa considerazione alla trama (della quale si potrebbe benissimo parlare in una recensione del manga stesso), bensì al livello di fedeltà nei confronti dell'opera cartacea. Esso la segue in maniera molto fedele, con l'aggiunta di alcune scene che, approvate persino dal mangaka in persona, danno quel tocco di classe in più allo svolgimento della storia. Quello che potrebbe essere definito un eccessivo cambiamento è presente solo nel finale, ma se ne parlerà più avanti. Il fatto che non si parli della trama in sé non implica il non parlare del modo in cui comunque è stata "spalmata", potremmo così volgarmente dire, sui venticinque episodi da ventidue-ventitré minuti l'uno. Nel manga, specialmente all'inizio, alcune parti fanno storcere un po' il naso, poiché, tra flashback e racconti, non si capisce troppo bene l'ambientazione; ebbene, qui è diverso. Dopo aver messo in chiaro la situazione nei primi due episodi, quelli che erano flashback e digressioni vengono aggiustati, rendendo il tutto più comprensibile e piacevole.
Una delle cose maggiormente criticate nel manga sono i disegni, che a dirla tutta non definirei proprio "eccelsi". Tuttavia questa mancanza viene nell'anime sopperita da animazioni a dir poco fantastiche, con scene che arrivano al limite della terza dimensione: mi riferisco, in particolare, a molte delle scene in cui i soldati utilizzano il meccanismo per la manovra tridimensionale e ad alcune scene di combattimento. Il design degli ambienti e dei personaggi è buono, ma quello che veramente colpisce sono il design dei giganti e le espressioni facciali. Il primo riesce a comunicare perfettamente quello che Isayama (il mangaka) aveva in mente all'inizio e che magari su carta non riusciva magari ad esprimere perfettamente: il senso dell'orrido e di paura, quando si guardano questi mostri giganteschi e deformi. Le seconde, invece, riescono nei giganti a comunicare il loro stato di "mostri senza cervello" e negli umani il senso di terrore nei confronti dei primi.
Non vorrei sbilanciarmi troppo, ma le colonne sonore sono ottime e, poste al punto giusto nella narrazione, riescono a far provare emozioni di vario tipo allo spettatore. La prima opening è una delle migliori che io abbia mai ascoltato.
Per quanto riguarda i personaggi, bisogna dire che alcuni sono ben caratterizzati, altri un po' meno. Mi piace come viene definito Eren: lui è il protagonista, che a tutti i costi vuole eliminare i giganti; molto spesso, tuttavia, dimostrerà quelle che sono le sue (molte) debolezze, evitando di essere così il classico protagonista overpower che tutta sa e tutto riesce a fare. Un po' meno apprezzo la sorella, Mikasa, la quale, a differenza di altri personaggi come Jean (il mio preferito), che hanno una crescita interiore e una maturazione, ripeterà "Eren" fino allo sfinimento e sarà semplicemente il soldato che tutto può e tutto fa.
Il finale ha lasciato molta gente perplessa, poiché è vero che aggiunge scene al limite dell'incredibile, però lascia la narrazione incompleta (questo a causa della brevità dell'anime) e con un cambiamento forse un po' eccessivo rispetto all'opera originale. Quindi la domanda che tutti noi ci poniamo: "Quando arriverà la seconda stagione (se non saremo già morti di vecchiaia), come la collegheranno alla prima e come faranno svolgere la trama?"
In conclusione, nonostante queste piccole pecche, e qualche insignificante errore grafico, "L'attacco dei Giganti" è riuscito a offrirmi emozioni incredibili e a creare dentro di me una vera e propria ossessione, ma, come si sa, il mondo è vario e per molti altri potrebbe non essere così, tuttavia spero di essere stato utile a chi in futuro ha intenzione di guardarlo.
In quanto anime derivato da un manga, non darò troppa considerazione alla trama (della quale si potrebbe benissimo parlare in una recensione del manga stesso), bensì al livello di fedeltà nei confronti dell'opera cartacea. Esso la segue in maniera molto fedele, con l'aggiunta di alcune scene che, approvate persino dal mangaka in persona, danno quel tocco di classe in più allo svolgimento della storia. Quello che potrebbe essere definito un eccessivo cambiamento è presente solo nel finale, ma se ne parlerà più avanti. Il fatto che non si parli della trama in sé non implica il non parlare del modo in cui comunque è stata "spalmata", potremmo così volgarmente dire, sui venticinque episodi da ventidue-ventitré minuti l'uno. Nel manga, specialmente all'inizio, alcune parti fanno storcere un po' il naso, poiché, tra flashback e racconti, non si capisce troppo bene l'ambientazione; ebbene, qui è diverso. Dopo aver messo in chiaro la situazione nei primi due episodi, quelli che erano flashback e digressioni vengono aggiustati, rendendo il tutto più comprensibile e piacevole.
Una delle cose maggiormente criticate nel manga sono i disegni, che a dirla tutta non definirei proprio "eccelsi". Tuttavia questa mancanza viene nell'anime sopperita da animazioni a dir poco fantastiche, con scene che arrivano al limite della terza dimensione: mi riferisco, in particolare, a molte delle scene in cui i soldati utilizzano il meccanismo per la manovra tridimensionale e ad alcune scene di combattimento. Il design degli ambienti e dei personaggi è buono, ma quello che veramente colpisce sono il design dei giganti e le espressioni facciali. Il primo riesce a comunicare perfettamente quello che Isayama (il mangaka) aveva in mente all'inizio e che magari su carta non riusciva magari ad esprimere perfettamente: il senso dell'orrido e di paura, quando si guardano questi mostri giganteschi e deformi. Le seconde, invece, riescono nei giganti a comunicare il loro stato di "mostri senza cervello" e negli umani il senso di terrore nei confronti dei primi.
Non vorrei sbilanciarmi troppo, ma le colonne sonore sono ottime e, poste al punto giusto nella narrazione, riescono a far provare emozioni di vario tipo allo spettatore. La prima opening è una delle migliori che io abbia mai ascoltato.
Per quanto riguarda i personaggi, bisogna dire che alcuni sono ben caratterizzati, altri un po' meno. Mi piace come viene definito Eren: lui è il protagonista, che a tutti i costi vuole eliminare i giganti; molto spesso, tuttavia, dimostrerà quelle che sono le sue (molte) debolezze, evitando di essere così il classico protagonista overpower che tutta sa e tutto riesce a fare. Un po' meno apprezzo la sorella, Mikasa, la quale, a differenza di altri personaggi come Jean (il mio preferito), che hanno una crescita interiore e una maturazione, ripeterà "Eren" fino allo sfinimento e sarà semplicemente il soldato che tutto può e tutto fa.
Il finale ha lasciato molta gente perplessa, poiché è vero che aggiunge scene al limite dell'incredibile, però lascia la narrazione incompleta (questo a causa della brevità dell'anime) e con un cambiamento forse un po' eccessivo rispetto all'opera originale. Quindi la domanda che tutti noi ci poniamo: "Quando arriverà la seconda stagione (se non saremo già morti di vecchiaia), come la collegheranno alla prima e come faranno svolgere la trama?"
In conclusione, nonostante queste piccole pecche, e qualche insignificante errore grafico, "L'attacco dei Giganti" è riuscito a offrirmi emozioni incredibili e a creare dentro di me una vera e propria ossessione, ma, come si sa, il mondo è vario e per molti altri potrebbe non essere così, tuttavia spero di essere stato utile a chi in futuro ha intenzione di guardarlo.
"Shingeki no Kyojin", dal mio punto di vista, merita una grandissima serie di considerazioni che cercherò di fare nel più breve tempo possibile.
La caratterizzazione dei personaggi è ottima. Banale, ma ottima. Ho amato il personaggio di Rivaille, il capitano del Corpo di Ricerca, ma tutti gli altri seguivano di solito una linea già vista e rivista in altri anime dello stesso genere. Il protagonista, Eren, viene difeso dalla classica - ovviamente - ragazza che vuole solo la sua sopravvivenza al di sopra di tutto, ecc. E' tutto molto classico, niente di che. Tuttavia, i legami vengono rafforzati da un comparto grafico spettacolare e dalla situazione in cui si trovano.
Da oltre cento anni, infatti, il genere umano è condannato ad essere divorato dai giganti: degli esseri alti da quattro a innumerevoli metri che mangiano e uccidono ogni essere umano che si trovi sulla loro via. Non si sa molto di loro, oltre al loro punto debole e al fatto che non sono esseri intelligenti. Il genere umano si era però difeso costruendo tre cinte di mura, che i giganti non riuscivano a oltrepassare. Sforzi inutili, dato che dalla prima puntata appaiono due giganti fuori dalle regole comuni che distruggono e creano una breccia nella prima cinta di mura, e fanno divorare gran parte dei distretti presenti al suo interno.
Il genere umano raduna cadetti su cadetti, fra cui si trovano i nostri protagonisti, per addestrarli a combattere i giganti. Eren, che spicca per determinazione, Mikasa, che è perfetta in ogni abilità (guarda te, proprio quella che lo difende è perfetta...), Armin, che è il protagonista più indifeso - e "tenero" - della serie, che spicca per intelligenza ma non in pratiche di combattimento. Inoltre, troviamo anche altri personaggi secondari che diventeranno primari solo verso la fine della stagione.
Andando avanti con gli episodi (e ci andrete... un episodio tira l'altro), si scopriranno sempre più informazioni sui giganti. Origine, abilità, come si formano (non hanno organi genitali per riprodursi). I protagonisti entreranno anche nel Corpo di Ricerca, che si occupa di ottenere nuove informazioni su di loro, e partecipano a una spedizione che dovrebbe essere la chiave per nuove informazioni su questi esseri.
Fino a questo momento, il mio voto stava sul 9,5.
Negli ultimi episodi si scopre una cosa sconvolgente e finisce, senza niente, la stagione. La delusione più totale. Un vuoto totale di narrazione e un senso di smarrimento nell'aver perso ore ed ore della tua vita per aver visto tanti interrogativi che otterranno, forse, risposta nel 2016 - quando è stata annunciata la seconda stagione. Che magari finirà in modo inconcludente, lasciando le sorti del caso alla terza nel 2018.
Questo mi ha fatto abbassare la valutazione a 8, che in realtà potrebbe essere anche un 7,5, per la grande incompiutezza dell'opera. Grandissima lacuna che mi porta a consigliarlo come anime fine a sé stesso e senza risposte, dopo che poteva diventare uno, se non il mio anime preferito.
Ottimo tutto, insomma, ma la fine lascia un vuoto intestinale notevole.
La caratterizzazione dei personaggi è ottima. Banale, ma ottima. Ho amato il personaggio di Rivaille, il capitano del Corpo di Ricerca, ma tutti gli altri seguivano di solito una linea già vista e rivista in altri anime dello stesso genere. Il protagonista, Eren, viene difeso dalla classica - ovviamente - ragazza che vuole solo la sua sopravvivenza al di sopra di tutto, ecc. E' tutto molto classico, niente di che. Tuttavia, i legami vengono rafforzati da un comparto grafico spettacolare e dalla situazione in cui si trovano.
Da oltre cento anni, infatti, il genere umano è condannato ad essere divorato dai giganti: degli esseri alti da quattro a innumerevoli metri che mangiano e uccidono ogni essere umano che si trovi sulla loro via. Non si sa molto di loro, oltre al loro punto debole e al fatto che non sono esseri intelligenti. Il genere umano si era però difeso costruendo tre cinte di mura, che i giganti non riuscivano a oltrepassare. Sforzi inutili, dato che dalla prima puntata appaiono due giganti fuori dalle regole comuni che distruggono e creano una breccia nella prima cinta di mura, e fanno divorare gran parte dei distretti presenti al suo interno.
Il genere umano raduna cadetti su cadetti, fra cui si trovano i nostri protagonisti, per addestrarli a combattere i giganti. Eren, che spicca per determinazione, Mikasa, che è perfetta in ogni abilità (guarda te, proprio quella che lo difende è perfetta...), Armin, che è il protagonista più indifeso - e "tenero" - della serie, che spicca per intelligenza ma non in pratiche di combattimento. Inoltre, troviamo anche altri personaggi secondari che diventeranno primari solo verso la fine della stagione.
Andando avanti con gli episodi (e ci andrete... un episodio tira l'altro), si scopriranno sempre più informazioni sui giganti. Origine, abilità, come si formano (non hanno organi genitali per riprodursi). I protagonisti entreranno anche nel Corpo di Ricerca, che si occupa di ottenere nuove informazioni su di loro, e partecipano a una spedizione che dovrebbe essere la chiave per nuove informazioni su questi esseri.
Fino a questo momento, il mio voto stava sul 9,5.
Negli ultimi episodi si scopre una cosa sconvolgente e finisce, senza niente, la stagione. La delusione più totale. Un vuoto totale di narrazione e un senso di smarrimento nell'aver perso ore ed ore della tua vita per aver visto tanti interrogativi che otterranno, forse, risposta nel 2016 - quando è stata annunciata la seconda stagione. Che magari finirà in modo inconcludente, lasciando le sorti del caso alla terza nel 2018.
Questo mi ha fatto abbassare la valutazione a 8, che in realtà potrebbe essere anche un 7,5, per la grande incompiutezza dell'opera. Grandissima lacuna che mi porta a consigliarlo come anime fine a sé stesso e senza risposte, dopo che poteva diventare uno, se non il mio anime preferito.
Ottimo tutto, insomma, ma la fine lascia un vuoto intestinale notevole.
Questo anime è l'adattamento, in venticinque episodi, della parte introduttiva e delle prime due saghe (la riconquista di Trost e il titano femmina) del noto manga "L'attacco dei giganti" di Hajime Isayama, che prima non conosceva nessuno (o quasi), mentre adesso è un tormentone sulla bocca di tutti.
Parto parlando del lato tecnico, così me lo tolgo subito. Beh, non dico niente di nuovo, da questo punto di vista all'anime non si può criticar nulla: si vede che è stato fatto da uno studio competente e con un grosso budget dietro. E' uno dei casi estremi in cui l'anime migliora, e di tantissimo, l'aspetto grafico del manga da cui è tratto, dato che i disegni di Isayama sono ancora parecchio lacunosi; in particolare, finalmente riusciamo ad avere dei personaggi ben distinguibili fra loro e senza quelle espressioni da pesce lesso che nel manga danno davvero fastidio! Alcuni potrebbero non apprezzare l'utilizzo dei contorni neri molto netti sui personaggi, a me personalmente non è dispiaciuto. Nulla da dire anche sulle musiche, semplicemente perfette: sia la colonna sonora (epica) che le varie opening ed ending.
Come dicevo, questo anime copre, usando un numero abbastanza corposo di episodi, le prime due saghe del manga (le migliori, a mio parere); questo è al tempo stesso un pregio e un difetto. Cercherò di spiegarvi perché. L'adattamento è molto fedele, tutti gli eventi più importanti vengono coperti e i personaggi sono resi benissimo, dai protagonisti (Eren, Mikasa, Armin) fino a quelli più secondari. Azzeccati il character design e le voci dei doppiatori giapponesi (adoro quelle di Levi e Hanji); non posso esprimermi invece sul recente doppiaggio Dynit, dato che non l'ho ascoltato. E' presente una certa dose di censura che purtroppo attenua la potenza di alcune scene (vedi la fine del primo episodio), ma nulla di così grave.
La storia, nonostante parecchi limiti, si segue con piacere e non mancano colpi di scena e combattimenti all'ultimo sangue (letteralmente). Il problema, presente solo in questo adattamento, è il ritmo: non ci sono cali evidenti e traumatici, tuttavia in mezzo agli eventi più dinamici si infilano quasi sempre ragionamenti introspettivi da parte dei personaggi che a lungo andare risultano stucchevoli (e neanche poi così utili ai fini della loro caratterizzazione). Probabilmente è stato fatto per allungare un po' il brodo, visto che secondo me gli stessi eventi potevano essere coperti con due-tre episodi in meno.
Altri due difetti che ho riscontrato risiedono nella resa dei giganti e nel finale. I primi sono abbastanza anonimi, paradossalmente i disegni grezzi e spigolosi di Isayama riescono a rendere meglio la loro presenza minacciosa nel manga, mentre le animazioni pulite e dettagliate by Wit Studio non risultano efficaci allo stesso modo. La mia critica al finale invece (non farò spoiler) riguarda come hanno deciso di collocare il cliffhanger finale, molto potente sulla carta; metterlo alla fine dei titoli di coda dell'ultimo episodio, secondo me, ha annullato del tutto l'hype che poteva generare.
Ricapitolando, l'anime del "L'attacco dei giganti" merita sicuramente il successo che ha avuto, così come merita il manga da cui è tratto, nonostante parecchi difetti e limiti legati al suo essere l'opera prima dell'autore (senza contare che non è ancora finito!). Concedetegli una visione, vi saprà ricompensare.
Parto parlando del lato tecnico, così me lo tolgo subito. Beh, non dico niente di nuovo, da questo punto di vista all'anime non si può criticar nulla: si vede che è stato fatto da uno studio competente e con un grosso budget dietro. E' uno dei casi estremi in cui l'anime migliora, e di tantissimo, l'aspetto grafico del manga da cui è tratto, dato che i disegni di Isayama sono ancora parecchio lacunosi; in particolare, finalmente riusciamo ad avere dei personaggi ben distinguibili fra loro e senza quelle espressioni da pesce lesso che nel manga danno davvero fastidio! Alcuni potrebbero non apprezzare l'utilizzo dei contorni neri molto netti sui personaggi, a me personalmente non è dispiaciuto. Nulla da dire anche sulle musiche, semplicemente perfette: sia la colonna sonora (epica) che le varie opening ed ending.
Come dicevo, questo anime copre, usando un numero abbastanza corposo di episodi, le prime due saghe del manga (le migliori, a mio parere); questo è al tempo stesso un pregio e un difetto. Cercherò di spiegarvi perché. L'adattamento è molto fedele, tutti gli eventi più importanti vengono coperti e i personaggi sono resi benissimo, dai protagonisti (Eren, Mikasa, Armin) fino a quelli più secondari. Azzeccati il character design e le voci dei doppiatori giapponesi (adoro quelle di Levi e Hanji); non posso esprimermi invece sul recente doppiaggio Dynit, dato che non l'ho ascoltato. E' presente una certa dose di censura che purtroppo attenua la potenza di alcune scene (vedi la fine del primo episodio), ma nulla di così grave.
La storia, nonostante parecchi limiti, si segue con piacere e non mancano colpi di scena e combattimenti all'ultimo sangue (letteralmente). Il problema, presente solo in questo adattamento, è il ritmo: non ci sono cali evidenti e traumatici, tuttavia in mezzo agli eventi più dinamici si infilano quasi sempre ragionamenti introspettivi da parte dei personaggi che a lungo andare risultano stucchevoli (e neanche poi così utili ai fini della loro caratterizzazione). Probabilmente è stato fatto per allungare un po' il brodo, visto che secondo me gli stessi eventi potevano essere coperti con due-tre episodi in meno.
Altri due difetti che ho riscontrato risiedono nella resa dei giganti e nel finale. I primi sono abbastanza anonimi, paradossalmente i disegni grezzi e spigolosi di Isayama riescono a rendere meglio la loro presenza minacciosa nel manga, mentre le animazioni pulite e dettagliate by Wit Studio non risultano efficaci allo stesso modo. La mia critica al finale invece (non farò spoiler) riguarda come hanno deciso di collocare il cliffhanger finale, molto potente sulla carta; metterlo alla fine dei titoli di coda dell'ultimo episodio, secondo me, ha annullato del tutto l'hype che poteva generare.
Ricapitolando, l'anime del "L'attacco dei giganti" merita sicuramente il successo che ha avuto, così come merita il manga da cui è tratto, nonostante parecchi difetti e limiti legati al suo essere l'opera prima dell'autore (senza contare che non è ancora finito!). Concedetegli una visione, vi saprà ricompensare.
Questo è stato uno dei miei anime preferiti: "Attack on Titan" riesce a far immedesimare perfettamente lo spettatore, che di conseguenza riesce a provare le stesse emozioni dei personaggi. Partendo da questi ultimi, graficamente devo ammettere che si somigliano molto tra loro (ad esempio Eren, Levi e altri) e questa è l'unica pecca per me. Caratterialmente invece sono stati costruiti davvero bene: rispecchiano le paure, il dolore che un vero essere umano prova. La trama è avvincente dalla prima puntata fino all'ultima e fa venir voglia di scoprire sempre di più.
Dopo questa prima parte della recensione la seconda sarà dedicata al significato di questo anime. "Attack on Titan" è incentrato su uno dei diritti che l'umanità ha sempre voluto ottenere, la libertà a qualsiasi prezzo. Gli umani che prima combattevano tra loro decidono di allearsi per difendersi da un nemico comune per la prima volta e sono disposti a sacrificare le loro vite per non rimanere per sempre rinchiusi nelle loro mura. C'è un forte desiderio di conoscere il mondo esterno e di far parte interamente di quel mondo che ormai appartiene più ai titani che agli stessi esseri umani. Questo è ciò che trasmette l'anime e ciò che lo spettatore prova guardandolo, ma allo stesso tempo un sentimento prevalente è quello della paura e del dolore a causa di un mondo in cui il più debole deve soccombere al più forte.
In conclusione, finora non ho ancora visto un anime che mi ha trasmesso tutti questi sentimenti: per questo lo considero un capolavoro e aspetto con ansia la conclusione. Buona visione a tutti.
Dopo questa prima parte della recensione la seconda sarà dedicata al significato di questo anime. "Attack on Titan" è incentrato su uno dei diritti che l'umanità ha sempre voluto ottenere, la libertà a qualsiasi prezzo. Gli umani che prima combattevano tra loro decidono di allearsi per difendersi da un nemico comune per la prima volta e sono disposti a sacrificare le loro vite per non rimanere per sempre rinchiusi nelle loro mura. C'è un forte desiderio di conoscere il mondo esterno e di far parte interamente di quel mondo che ormai appartiene più ai titani che agli stessi esseri umani. Questo è ciò che trasmette l'anime e ciò che lo spettatore prova guardandolo, ma allo stesso tempo un sentimento prevalente è quello della paura e del dolore a causa di un mondo in cui il più debole deve soccombere al più forte.
In conclusione, finora non ho ancora visto un anime che mi ha trasmesso tutti questi sentimenti: per questo lo considero un capolavoro e aspetto con ansia la conclusione. Buona visione a tutti.
Una breve ma doverosa premessa prima di iniziare a dar fuoco alle polveri: non ho familiarità alcuna col manga di Isayama. Ne conosco la trama, ma non le modalità, ragion per cui potrei involontariamente attribuire all'anime - che comunque mi risulta abbia avuto la sua benedizione - dei difetti non suoi. Ciò detto, una parolina per chi, trovandosi nelle medesime condizioni, temesse di non essere sufficientemente preparato alla visione di questo suo parziale adattamento animato: non correte pericolo di venir lasciati indietro, perché non solo i personaggi principali ne sanno meno di voi, ma la narrazione procede a un ritmo che definire bradipesco è farle un complimento, con tanto di riassunti a prova di pesci rossi, eyecactch espositivi - gli unici davvero interessanti - e supercazzole pseudo-esplicative come se fosse antani. Sì, insomma, 'na goduria. Un atto di tafazzismo in venticinque comode rate. Ma la cosa che ti fa davvero esclamare: "Oh, rabbia!" è che al di là di questi inspiegabili e reiterati tentativi di rovinarsi con le sue stesse mani questo "Shingeki no Kyojin" un suo perché ce l'ha. Cos'aspetti a tirarlo fuori è un mistero - l'ennesimo e senza ombra di dubbio il più snervante di tutti. Ma magari la colpa è mia che ho sbattuto le palpebre una volta di troppo e mi sono persa il momento.
Da cent'anni l'umanità vive entro i confini di tre alte cerchie di mura: Maria, Rose e Sina. Questo esilio tutt'altro che volontario si deve alla comparsa dei Giganti, misteriose creature perlopiù non iscrivibili tra i "soggetti senzienti e pensanti" (cit.) il cui unico scopo si direbbe quello di far di noi povere formichine ambiziose il loro fiero pasto. Si vive bene, in questa gabbia dorata multistrato; non proprio equamente, certo, ma se non altro le mura sono abbastanza alte da tener fuori i mostri. Ma per confortevole che possa essere una prigione rimane una prigione, e a Eren Jaeger di far finta che vada tutto bene proprio non va. Che ne è della sovranità dell'uomo? Che ne è del mondo là fuori? Ma soprattutto, chi l'ha detto che questa sorta di tregua armata durerà per sempre? La risposta a quest'ultima domanda non si farà attendere a lungo: la città di Shingashina, propaggine meridionale del Wall Maria dove vive il ragazzo, viene presa d'assalto dai Giganti, l'arrivo dei quali coglie in contropiede sia la popolazione che, cosa ancor più grave, il cosiddetto Corpo di Guarnigione, intitolato a proteggerla. Sopravvissuto per un pelo alla mattanza, a seguito della quale ha perduto la madre, Eren giura vendetta ed entra nell'esercito assieme agli amici Mikasa e Armin. Il suo obiettivo è quello di diventare un membro del Corpo di Ricerca, specializzato nel combattere i Giganti nel loro territorio allo scopo di contenerne l'avanzata e acquisire nel contempo quante più informazioni possibili sul loro conto.
In realtà questo è più che altro un antipasto di quel che andremo effettivamente a vedere, perché dei cinque anni che intercorrono tra l'offensiva dei Giganti su Shingashina e la fine dell'addestramento di Eren e compagni ci viene mostrato ben poco: qualche (buona) riflessione di gundamiana memoria sulle brutture della guerra, un paio di scazzottate tra reclute, fiacche strizzatine d'occhio a "Full Metal Jacket" - con il Sergente Hartman che dall'aldilà ricambia con uno sputo -, siparietti comici che c'entrano come il cavolo a merenda, salti temporali di comodo e una caratterizzazione dei personaggi molto all'acqua di rose. Poi iniziano gli scontri coi Giganti e da lì in avanti è una melina continua. Per interi episodi ci si agita sulla sedia per l'irritazione di essere costretti ad assistere a scene dilatate fino all'inverosimile, con Eren che cincischia mentre attorno a lui amici e colleghi cadono come mosche. Panico? Rigurgiti di pacifismo? Macché: non c'è nulla che lo renda più felice di pestare i Giganti tipo acini d'uva. E li pesta, eh? Eccome se li pesta. Ma prima che entri in azione ci vuole una vita, cosa che specialmente nella seconda parte causerà ai suoi commilitoni ancora più problemi di quelli dovuti dalla sua natura di cane sciolto. La spiegazione che viene data in-universe, e cioè che ha bisogno di un motivo, rivela tutta la sua volatilità durante l'arco del Gigante Femmina (chi sarà mai "El Barto"?), di cui nemmeno l'Avvocato Messina di Fiorello potrebbe mai assumere la difesa; ciononostante ci vorrà del bello e del buono per convincere Eren a fare qualcosa, come se in precedenza non avesse dato prova di poter scattare per molto meno. E no, non si tratta di character development, quanto piuttosto di vaghi sprazzi non contestualizzati di umanità.
Qual è il problema, mi domando? La troppa o troppo poca fedeltà al manga? Un numero troppo esiguo di capitoli da adattare? È vero che stiamo parlando di un titolo a cadenza mensile, ma non mi pare che la carne al fuoco gli faccia difetto. E allora perché questo stillicidio? Non è uno slice of life, questo. Non è di arrivare in ritardo a scuola o di farsi notare dal senpai di turno che questi ragazzi si devono preoccupare, ma della loro stessa vita. E non è facendoli parlare gli uni addosso agli altri - quanti di coloro vengono provvisti di favella, cioè - che se ne delinea la psicologia.
Ecco, appunto, la psicologia dei personaggi. Del terzetto principale l'unico a salvarsi è Armin, che magari sarà anche un po' piattola, non dico di no, ma se non alto ha cuore, oltreché testa. Mikasa invece non sarebbe malaccio se solo non fosse così ridicolmente efficiente nei combattimenti e interessata unicamente a Eren, le cui evidenti turbe psichiche - non è un'iperbole, quel ragazzo ha veramente qualcosa che non va ai piani alti - non sembrano impensierirla affatto. Molto "meh" anche i loro compagni di brigata, eccettuati Annie, Marco e Jean, l'unico nel quale sia ravvisabile il compimento di un qualsivoglia percorso. Per quanto riguarda gli ufficiali è inutile dire che quello che spicca maggiormente è il capitano Levi, ma sono tanti quelli che meritano una menzione speciale, dal suo superiore Smith a Rico del Corpo di Guarnigione passando per Hanji, che pur mostrando un entusiasmo decisamente fuori luogo per il suo mestiere rimane uno dei personaggi più caritatevoli e facilmente accessibili in circolazione. Nel complesso poteva andare peggio, ma la mancanza di un protagonista-eroe - non sono la stessa cosa, non mi stancherò mai di ripeterlo - si fa sentire in maniera oserei dire drammatica: non si può esserlo soltanto a targhe alterne, non in un mondo tanto crudele e bisognoso di qualcosa, o meglio qualcuno, in cui poter credere.
Alla regia ritroviamo Testuro Araki, e già da questo ci si può fare un'idea di ciò a cui andiamo incontro; in una parola, anzi, tre, spacconate a non finire. Sia chiaro, non è un male, anche perché una storia di questo tipo di presta molto bene allo scopo. Il problema sono i continui cali di tensione a cui va soggetta la sceneggiatura. "Ma almeno così il budget è salvo, no?". Eh, mica tanto. Passi qualche espressione infelice di tanto in tanto, passino un paio di sequenze non proprio ispirate, ma il riciclo no, quello mi fa girare le scatole. Il character design è un pelino incostante, ma tutto sommato abbastanza ben fatto; quanto ai Giganti, in generale rendono bene l'idea, ma alcuni, come quello moe e il sosia di Freddie Mercury, risultano improbabili anche per gli standard di questo show.
Io ho seguito il doppiaggio giapponese, e devo dire di averlo trovato piuttosto interessante. Ho apprezzato in particolar modo Marina Inoue nei panni di Armin e l'accoppiata Ono-Kamiya su Erwin e Levi, ma mi sento di promuovere un po' tutti, non foss'altro che per ricompensarli di tutti gli sbadigli immeritati. Tuttavia il vero fiore all'occhiello del comparto tecnico è l'OST, variegatissima e di un'espressività più unica che rara; molto adrenaliniche le due opening, sofisticata la prima ending, ampiamente collaudato ma ben riproposto il concept della seconda.
Per concludere, per me che prima ne conoscevo soltanto i meme un pregio quest'anime ce l'ha, vale a dire che mi ha fatto venire voglia di dare un'occhiata anche al manga. Ma a che prezzo, Frits mio d'oro, a che prezzo!
Da cent'anni l'umanità vive entro i confini di tre alte cerchie di mura: Maria, Rose e Sina. Questo esilio tutt'altro che volontario si deve alla comparsa dei Giganti, misteriose creature perlopiù non iscrivibili tra i "soggetti senzienti e pensanti" (cit.) il cui unico scopo si direbbe quello di far di noi povere formichine ambiziose il loro fiero pasto. Si vive bene, in questa gabbia dorata multistrato; non proprio equamente, certo, ma se non altro le mura sono abbastanza alte da tener fuori i mostri. Ma per confortevole che possa essere una prigione rimane una prigione, e a Eren Jaeger di far finta che vada tutto bene proprio non va. Che ne è della sovranità dell'uomo? Che ne è del mondo là fuori? Ma soprattutto, chi l'ha detto che questa sorta di tregua armata durerà per sempre? La risposta a quest'ultima domanda non si farà attendere a lungo: la città di Shingashina, propaggine meridionale del Wall Maria dove vive il ragazzo, viene presa d'assalto dai Giganti, l'arrivo dei quali coglie in contropiede sia la popolazione che, cosa ancor più grave, il cosiddetto Corpo di Guarnigione, intitolato a proteggerla. Sopravvissuto per un pelo alla mattanza, a seguito della quale ha perduto la madre, Eren giura vendetta ed entra nell'esercito assieme agli amici Mikasa e Armin. Il suo obiettivo è quello di diventare un membro del Corpo di Ricerca, specializzato nel combattere i Giganti nel loro territorio allo scopo di contenerne l'avanzata e acquisire nel contempo quante più informazioni possibili sul loro conto.
In realtà questo è più che altro un antipasto di quel che andremo effettivamente a vedere, perché dei cinque anni che intercorrono tra l'offensiva dei Giganti su Shingashina e la fine dell'addestramento di Eren e compagni ci viene mostrato ben poco: qualche (buona) riflessione di gundamiana memoria sulle brutture della guerra, un paio di scazzottate tra reclute, fiacche strizzatine d'occhio a "Full Metal Jacket" - con il Sergente Hartman che dall'aldilà ricambia con uno sputo -, siparietti comici che c'entrano come il cavolo a merenda, salti temporali di comodo e una caratterizzazione dei personaggi molto all'acqua di rose. Poi iniziano gli scontri coi Giganti e da lì in avanti è una melina continua. Per interi episodi ci si agita sulla sedia per l'irritazione di essere costretti ad assistere a scene dilatate fino all'inverosimile, con Eren che cincischia mentre attorno a lui amici e colleghi cadono come mosche. Panico? Rigurgiti di pacifismo? Macché: non c'è nulla che lo renda più felice di pestare i Giganti tipo acini d'uva. E li pesta, eh? Eccome se li pesta. Ma prima che entri in azione ci vuole una vita, cosa che specialmente nella seconda parte causerà ai suoi commilitoni ancora più problemi di quelli dovuti dalla sua natura di cane sciolto. La spiegazione che viene data in-universe, e cioè che ha bisogno di un motivo, rivela tutta la sua volatilità durante l'arco del Gigante Femmina (chi sarà mai "El Barto"?), di cui nemmeno l'Avvocato Messina di Fiorello potrebbe mai assumere la difesa; ciononostante ci vorrà del bello e del buono per convincere Eren a fare qualcosa, come se in precedenza non avesse dato prova di poter scattare per molto meno. E no, non si tratta di character development, quanto piuttosto di vaghi sprazzi non contestualizzati di umanità.
Qual è il problema, mi domando? La troppa o troppo poca fedeltà al manga? Un numero troppo esiguo di capitoli da adattare? È vero che stiamo parlando di un titolo a cadenza mensile, ma non mi pare che la carne al fuoco gli faccia difetto. E allora perché questo stillicidio? Non è uno slice of life, questo. Non è di arrivare in ritardo a scuola o di farsi notare dal senpai di turno che questi ragazzi si devono preoccupare, ma della loro stessa vita. E non è facendoli parlare gli uni addosso agli altri - quanti di coloro vengono provvisti di favella, cioè - che se ne delinea la psicologia.
Ecco, appunto, la psicologia dei personaggi. Del terzetto principale l'unico a salvarsi è Armin, che magari sarà anche un po' piattola, non dico di no, ma se non alto ha cuore, oltreché testa. Mikasa invece non sarebbe malaccio se solo non fosse così ridicolmente efficiente nei combattimenti e interessata unicamente a Eren, le cui evidenti turbe psichiche - non è un'iperbole, quel ragazzo ha veramente qualcosa che non va ai piani alti - non sembrano impensierirla affatto. Molto "meh" anche i loro compagni di brigata, eccettuati Annie, Marco e Jean, l'unico nel quale sia ravvisabile il compimento di un qualsivoglia percorso. Per quanto riguarda gli ufficiali è inutile dire che quello che spicca maggiormente è il capitano Levi, ma sono tanti quelli che meritano una menzione speciale, dal suo superiore Smith a Rico del Corpo di Guarnigione passando per Hanji, che pur mostrando un entusiasmo decisamente fuori luogo per il suo mestiere rimane uno dei personaggi più caritatevoli e facilmente accessibili in circolazione. Nel complesso poteva andare peggio, ma la mancanza di un protagonista-eroe - non sono la stessa cosa, non mi stancherò mai di ripeterlo - si fa sentire in maniera oserei dire drammatica: non si può esserlo soltanto a targhe alterne, non in un mondo tanto crudele e bisognoso di qualcosa, o meglio qualcuno, in cui poter credere.
Alla regia ritroviamo Testuro Araki, e già da questo ci si può fare un'idea di ciò a cui andiamo incontro; in una parola, anzi, tre, spacconate a non finire. Sia chiaro, non è un male, anche perché una storia di questo tipo di presta molto bene allo scopo. Il problema sono i continui cali di tensione a cui va soggetta la sceneggiatura. "Ma almeno così il budget è salvo, no?". Eh, mica tanto. Passi qualche espressione infelice di tanto in tanto, passino un paio di sequenze non proprio ispirate, ma il riciclo no, quello mi fa girare le scatole. Il character design è un pelino incostante, ma tutto sommato abbastanza ben fatto; quanto ai Giganti, in generale rendono bene l'idea, ma alcuni, come quello moe e il sosia di Freddie Mercury, risultano improbabili anche per gli standard di questo show.
Io ho seguito il doppiaggio giapponese, e devo dire di averlo trovato piuttosto interessante. Ho apprezzato in particolar modo Marina Inoue nei panni di Armin e l'accoppiata Ono-Kamiya su Erwin e Levi, ma mi sento di promuovere un po' tutti, non foss'altro che per ricompensarli di tutti gli sbadigli immeritati. Tuttavia il vero fiore all'occhiello del comparto tecnico è l'OST, variegatissima e di un'espressività più unica che rara; molto adrenaliniche le due opening, sofisticata la prima ending, ampiamente collaudato ma ben riproposto il concept della seconda.
Per concludere, per me che prima ne conoscevo soltanto i meme un pregio quest'anime ce l'ha, vale a dire che mi ha fatto venire voglia di dare un'occhiata anche al manga. Ma a che prezzo, Frits mio d'oro, a che prezzo!
Non conoscendo il manga ho pensato di iniziare direttamente dalla serie animata, e sono rimasto piacevolmente sorpreso, dato che quest'anime mi ha rapito fin da subito, grazie a una trama innovativa e molto ben congeniata, musiche ottimali e sangue a catinelle. A parte le sciocchezzuole, questo anime riesce ad emergere per le sue qualità fra la miriade di anime giapponesi pubblicati nel 2013. Ciò che caratterizza questa produzione è il riproporsi di scene d'azione altamente cruente che catturano l'attenzione: i giganti la fanno da padroni sin dall'inizio dell'anime, portando un poderoso attacco alle mura cittadine e facendo strage... sembrava di vedere il lupo e l'agnello. Con il susseguirsi degli episodi si snoda una trama veramente molto ben ideata, con diversi colpi di scena e personaggi veramente unici e carismatici. Il drammatico misto all'horror è un connubio sempre verde e azzeccato. L'ultimo episodio della stagione ci lascia con un ambiente tranquillo solo all'apparenza... quella porta nello scantinato sarà mai aperta?
C'è da considerare una cosa, prima di iniziare la recensione: io ho una predilezione per i personaggi giganti. Giganti non nel senso di grandi e grossi, ma proprio giganti, un po' come molti adorano gli elfi, i vampiri, ecc. Per cui non potevo assolutamente non interessarmi al manga che ha anche solo nel titolo l'oggetto della mia "passione", e da lì sono passata all'anime. Ad essere sincera, dato il successo che il titolo ha avuto e continua ad avere, mi chiedo se anche molta gente non abbia le mie stesse "inclinazioni". Ma sto divagando.
L'anime de "L'attacco dei giganti" è una trasposizione piuttosto fedele dell'omonimo manga, la cui trama (che ormai sanno anche i sassi) tratta di un'umanità ormai messa in ginocchio da un'orda di famelici, stupidi e deformi giganti. Il protagonista è il solito ragazzo degli shonen che vuole assolutamente liberare l'umanità da tali creature, assieme ad altri ragazzi come lui. La trama non si discosta per nulla da quella del manga e rimane appassionante per l'alta mortalità dei personaggi e la loro lotta per la libertà in un mondo tanto crudele. Come nel manga i protagonisti, pur avendo una buona introspezione psicologica, non si staccano troppo dai loro ruoli soliti, anche se ho apprezzato che Eren, pur essendo un protagonista di uno shonen, per cui aumenta la sua capacità nel combattimento, non è il personaggio più forte degli altri e raramente il suo aiuto è risolutivo. I personaggi femminili hanno un forte peso nella trama e nei combattimenti, e che io ricordi non sono presenti scene ecchi.
Sicuramente un aspetto che ha fatto esplodere il fenomeno di questo titolo (già il manga era famoso, ma appena è uscito il primo episodio "Shingeki no Kyojin" è diventata una mania, e non esagero) è la qualità tecnica. Si è puntato sulle animazioni, la musica e, sopratutto, la grafica migliorata in tutto. Quei personaggi squadrati, dai braccini rachitici, sproporzionati e disegnati tutti uguali da Hajime Isajama, nell'anime finalmente acquisiscono un aspetto gradevole e riconoscibile. Quei distretti anonimi in cui vivevano i personaggi ora sono molto più particolareggiati. Le folle non sono più scarabocchi. I giganti... sono rimasti invece praticamente uguali, perché è anche nella loro bruttezza (grafica) che risiede il disgusto che suscitano.
Le animazioni sono di buon livello, e nei numerosi combattimenti si capisce finalmente cosa sta succedendo; forse alcuni episodi mostrano delle scene praticamente ferme, ma sono rare occasioni.
La trasposizione da carta a animazione è buona... o quasi. Non viene cambiato o sottratto quasi nulla rispetto al manga, ma semmai viene aggiunto. Di base c'è solo un episodio filler (un riassunto a metà serie, praticamente inutile), ma in pratica ci sono molte scene che, se nel manga duravano poco, nell'anime vengono allungate e parecchio (come l'intero episodio che vede Armin cercare di convincere i generali a non sparare), mentre l'addestramento dei protagonisti, che nel manga era mostrato come un flashback, nell'anime avviene solo cronologicamente prima.
Altre libertà che l'anime si prende è una lieve censura della violenza, infatti non sempre vengono mostrate completamente le numerosissime morti degli esseri umani.
Il ritmo degli episodi, a causa delle scene allungate di cui ho detto sopra, è un po' altalenante, alcuni episodi pieni di azione concitata sono seguiti da altri molto più riflessivi. L'anime copre praticamente solo otto volumi del manga, per cui il finale è aperto e molti misteri della trama non vengono svelati, ma sicuramente è già in cantiere una seconda serie.
La musica non mi ha troppo entusiasmato, si passa da brani epici nelle scene più importanti a pezzi elettronici che non mi hanno detto nulla. Discorso a parte per le sigle, sia d'apertura che di chiusura: mi sono piaciute tutte.
Il doppiaggio che ho seguito era solo in giapponese, e mi è sembrato ben fatto.
In conclusione, è un'ottima trasposizione che piacerà sia a chi ha già amato il manga sia a chi non lo conosceva prima e magari provava repulsione per i disegni sia per chi cerca una buona serie shonen con combattimenti particolari e non basati su colpi speciali gridati al vento, finalmente.
L'anime de "L'attacco dei giganti" è una trasposizione piuttosto fedele dell'omonimo manga, la cui trama (che ormai sanno anche i sassi) tratta di un'umanità ormai messa in ginocchio da un'orda di famelici, stupidi e deformi giganti. Il protagonista è il solito ragazzo degli shonen che vuole assolutamente liberare l'umanità da tali creature, assieme ad altri ragazzi come lui. La trama non si discosta per nulla da quella del manga e rimane appassionante per l'alta mortalità dei personaggi e la loro lotta per la libertà in un mondo tanto crudele. Come nel manga i protagonisti, pur avendo una buona introspezione psicologica, non si staccano troppo dai loro ruoli soliti, anche se ho apprezzato che Eren, pur essendo un protagonista di uno shonen, per cui aumenta la sua capacità nel combattimento, non è il personaggio più forte degli altri e raramente il suo aiuto è risolutivo. I personaggi femminili hanno un forte peso nella trama e nei combattimenti, e che io ricordi non sono presenti scene ecchi.
Sicuramente un aspetto che ha fatto esplodere il fenomeno di questo titolo (già il manga era famoso, ma appena è uscito il primo episodio "Shingeki no Kyojin" è diventata una mania, e non esagero) è la qualità tecnica. Si è puntato sulle animazioni, la musica e, sopratutto, la grafica migliorata in tutto. Quei personaggi squadrati, dai braccini rachitici, sproporzionati e disegnati tutti uguali da Hajime Isajama, nell'anime finalmente acquisiscono un aspetto gradevole e riconoscibile. Quei distretti anonimi in cui vivevano i personaggi ora sono molto più particolareggiati. Le folle non sono più scarabocchi. I giganti... sono rimasti invece praticamente uguali, perché è anche nella loro bruttezza (grafica) che risiede il disgusto che suscitano.
Le animazioni sono di buon livello, e nei numerosi combattimenti si capisce finalmente cosa sta succedendo; forse alcuni episodi mostrano delle scene praticamente ferme, ma sono rare occasioni.
La trasposizione da carta a animazione è buona... o quasi. Non viene cambiato o sottratto quasi nulla rispetto al manga, ma semmai viene aggiunto. Di base c'è solo un episodio filler (un riassunto a metà serie, praticamente inutile), ma in pratica ci sono molte scene che, se nel manga duravano poco, nell'anime vengono allungate e parecchio (come l'intero episodio che vede Armin cercare di convincere i generali a non sparare), mentre l'addestramento dei protagonisti, che nel manga era mostrato come un flashback, nell'anime avviene solo cronologicamente prima.
Altre libertà che l'anime si prende è una lieve censura della violenza, infatti non sempre vengono mostrate completamente le numerosissime morti degli esseri umani.
Il ritmo degli episodi, a causa delle scene allungate di cui ho detto sopra, è un po' altalenante, alcuni episodi pieni di azione concitata sono seguiti da altri molto più riflessivi. L'anime copre praticamente solo otto volumi del manga, per cui il finale è aperto e molti misteri della trama non vengono svelati, ma sicuramente è già in cantiere una seconda serie.
La musica non mi ha troppo entusiasmato, si passa da brani epici nelle scene più importanti a pezzi elettronici che non mi hanno detto nulla. Discorso a parte per le sigle, sia d'apertura che di chiusura: mi sono piaciute tutte.
Il doppiaggio che ho seguito era solo in giapponese, e mi è sembrato ben fatto.
In conclusione, è un'ottima trasposizione che piacerà sia a chi ha già amato il manga sia a chi non lo conosceva prima e magari provava repulsione per i disegni sia per chi cerca una buona serie shonen con combattimenti particolari e non basati su colpi speciali gridati al vento, finalmente.
Un anime spaventosamente bello, al quale non ero preparato abbastanza, altrimenti non avrei aspettato tanto tempo prima di gustarmelo in poco tempo. Certo, sapevo della sua immensa popolarità nell'ultimo periodo, tuttavia lo reputavo, a mia discolpa, troppo violento per la mia sensibilità. Fortunatamente ho avuto il "coraggio" di guardare questo anime e non me ne pento per nulla, anzi benedico quel giorno in cui ho preso questa decisione.
Iniziando a parlare di questo anime... che dire? La trama è qualcosa di già visto in altre situazioni, tranne il fatto che gli uomini siano inermi e soggiogati da questi esseri mostruosi, definiti giganti o titani. Questa opera mi ricorda "La guerra dei mondi", cult del genere fantascientifico con cui ho trovato numerose somiglianze, considerata sublime ed epica. Molti messaggi e riflessioni mi portano a paragonare le due opere, prestando particolare attenzione al libro di George Wells, non alle trasposizioni cinematografiche. In aggiunta si pensi al muro: quanti ricordi e fatti storici risveglia in tutti noi? Tornando all'anime in sé, i colpi di scena sono continui e non si ha mai il tempo di tirare un sospiro di sollievo, perché subito dopo c'è il terrore che ti assale con l'ennesimo colpo di scena. Due archi narrativi strepitosi che appassionano lo spettatore sin da subito.
Sono solo venticinque episodi, ma opere come queste ti fanno comprendere la differenza che c'è, sopratutto a livello grafico, tra un'opera curata nei minimi dettagli ma a cadenza annuale e un'opera a cadenza settimanale ma con comparto grafico deficitario. Proprio il comparto grafico è notevole, spesso di livello elevatissimo per gli standard d'animazione. I combattimenti, le animazioni dei giganti sono perfette e rese alla perfezione, migliorando notevolmente l'esperienza visiva. Promosso a pieni voti! In effetti il comparto grafico è... bestiale!
La colonna sonora è epica e rende l'anime emozionante e dannatamente coinvolgente, come pochissimi altri hanno saputo e sanno fare. Ricordo che, dopo la visione della prima puntata, ero esterrefatto dall'impatto visivo delle scene e della colonna sonora, davvero a livelli apocalittici di perfezione. Senza parole...
Dei personaggi apprezzo il protagonista, sebbene spesso si cacci nei guai per sua responsabilità, ma in fondo è genuino e "umano". Poi mi piace moltissimo il personaggio di Mikasa, la protagonista femminile, che però non sono riuscito a inquadrare completamente: coraggiosa, forte, dolce quando serve (solo con chi vuole lei), non tralasciando appunto il suo lato misterioso, ossia quello che riguarda il suo rapporto col protagonista. In realtà a molti non sarà sfuggito un particolare nelle ultime puntate, fatto salvo che, comunque sia, il suo è un affetto enigmatico. Inoltre, a volte è troppo possessiva per i miei gusti. Nota di merito per Armin, graziato più volte durante la serie, il quale mostra le sue qualità intellettuali con l'andare della trama. Infine, meritevoli di menzione sono altri due personaggi che apprezzo particolarmente: Jean, il più umano e realistico di tutti, e Annie, una tipa solitaria sulla quale non aggiungo nient'altro.
Non resta che attendere la seconda serie, preannunciata da tempo e che spero sia epica almeno quanto questa, se non di più, che, onor del merito, si merita la palma-premio di miglior anime degli ultimi anni grazie a tutti i fattori descritti qui sopra. Un anime semplicemente divino, non mi aspettavo mi colpisse in questo modo, che si lascia guardare velocemente insieme ai sentimenti di inquietudine, terrore, odio e rancore che contraddistinguono l'intera opera, calandoti perfettamente nell'immaginario raffigurato e ideato dall'autore del manga e dagli autori della trasposizione animata.
Promosso col massimo dei voti: 10 e lode!
Iniziando a parlare di questo anime... che dire? La trama è qualcosa di già visto in altre situazioni, tranne il fatto che gli uomini siano inermi e soggiogati da questi esseri mostruosi, definiti giganti o titani. Questa opera mi ricorda "La guerra dei mondi", cult del genere fantascientifico con cui ho trovato numerose somiglianze, considerata sublime ed epica. Molti messaggi e riflessioni mi portano a paragonare le due opere, prestando particolare attenzione al libro di George Wells, non alle trasposizioni cinematografiche. In aggiunta si pensi al muro: quanti ricordi e fatti storici risveglia in tutti noi? Tornando all'anime in sé, i colpi di scena sono continui e non si ha mai il tempo di tirare un sospiro di sollievo, perché subito dopo c'è il terrore che ti assale con l'ennesimo colpo di scena. Due archi narrativi strepitosi che appassionano lo spettatore sin da subito.
Sono solo venticinque episodi, ma opere come queste ti fanno comprendere la differenza che c'è, sopratutto a livello grafico, tra un'opera curata nei minimi dettagli ma a cadenza annuale e un'opera a cadenza settimanale ma con comparto grafico deficitario. Proprio il comparto grafico è notevole, spesso di livello elevatissimo per gli standard d'animazione. I combattimenti, le animazioni dei giganti sono perfette e rese alla perfezione, migliorando notevolmente l'esperienza visiva. Promosso a pieni voti! In effetti il comparto grafico è... bestiale!
La colonna sonora è epica e rende l'anime emozionante e dannatamente coinvolgente, come pochissimi altri hanno saputo e sanno fare. Ricordo che, dopo la visione della prima puntata, ero esterrefatto dall'impatto visivo delle scene e della colonna sonora, davvero a livelli apocalittici di perfezione. Senza parole...
Dei personaggi apprezzo il protagonista, sebbene spesso si cacci nei guai per sua responsabilità, ma in fondo è genuino e "umano". Poi mi piace moltissimo il personaggio di Mikasa, la protagonista femminile, che però non sono riuscito a inquadrare completamente: coraggiosa, forte, dolce quando serve (solo con chi vuole lei), non tralasciando appunto il suo lato misterioso, ossia quello che riguarda il suo rapporto col protagonista. In realtà a molti non sarà sfuggito un particolare nelle ultime puntate, fatto salvo che, comunque sia, il suo è un affetto enigmatico. Inoltre, a volte è troppo possessiva per i miei gusti. Nota di merito per Armin, graziato più volte durante la serie, il quale mostra le sue qualità intellettuali con l'andare della trama. Infine, meritevoli di menzione sono altri due personaggi che apprezzo particolarmente: Jean, il più umano e realistico di tutti, e Annie, una tipa solitaria sulla quale non aggiungo nient'altro.
Non resta che attendere la seconda serie, preannunciata da tempo e che spero sia epica almeno quanto questa, se non di più, che, onor del merito, si merita la palma-premio di miglior anime degli ultimi anni grazie a tutti i fattori descritti qui sopra. Un anime semplicemente divino, non mi aspettavo mi colpisse in questo modo, che si lascia guardare velocemente insieme ai sentimenti di inquietudine, terrore, odio e rancore che contraddistinguono l'intera opera, calandoti perfettamente nell'immaginario raffigurato e ideato dall'autore del manga e dagli autori della trasposizione animata.
Promosso col massimo dei voti: 10 e lode!
Ho iniziato a vedere Shingeki no Kyojin dopo averne sentito parlare davvero tanto, troppo direi, come l'anime dell'anno, o addirittura come l'opera più bella mai creata; e devo dire che all'inizio anche io ne ero rimasto incredibilmente entusiasta, ma poi, con il tempo, mi sono dovuto ricredere.
La trama è molto interessante: il mondo è popolato ,oltre che dagli uomini, da dei giganti che di fronte ad un essere umano cercano in ogni modo di mangiarlo. Per sopravvivere a questa situazione gli uomini si sono nascosti dentro delle città protette da delle mure talmente alte che nemmeno i giganti possono valicarle, ma questa soluzione durerà?
I personaggi sono inizialmente interessanti, anche se il protagonista, Eren, è il tipico ragazzo con una volontà ferrea ed il desiderio di rivoluzionare il mondo, Mikasa invece è una strafiga nonostante sia sinceramente troppo forte per dei motivi non ben precisati. Gli altri personaggi sono comunque ben costruiti e le comparse hanno delle personalità sempre plausibili e mai esagerate.
Il comparto tecnico è eccezionale, il disegno con i "bordi grossi" mi è piaciuto un sacco, così come le colorazioni degli sfondi e le ombre nette, non mi esprimerò sulla opening perché sarebbe banale dire quanto è bella. Infine le animazioni sono molto fluide e pulite, mi sono piaciute molto.
Ora arriviamo alla parte succosa della recensione, piena di <b>SPOILER</b>, cioè cosa mi è piaciuto delle prime puntate e cosa invece dopo me lo ha fatto odiare. All'inizio questa opera si proponeva come un racconto sulla guerra incredibilmente crudo e violento, e funzionava benissimo! Avevo il cuore in gola ad ogni scena ed in ogni episodio temevo per i personaggi che potevano morire da un momento all'altro come formiche sotto i colpi dei giganti; era una storia cruenta e bellissima su quanto una guerra potesse essere terribile, e su come, anche con tutta la volontà e l'impegno, Eren continuasse solo a vedere i propri compagni perire uno dopo l'altro, perché è l'unico risultato al quale può portare una guerra, la morte.
Poi però Eren è dovuto diventare un gigante, scelta abbastanza figa all'inizio se non fosse che hanno dovuto incasinarla con diecimila enigmi inutili, puntate in cui non succede niente e poi l'incredibile scoperta che in realtà cani e porci possono essere dei giganti. Così facendo si perde tutto lo spirito, che a me era piaciuto un botto, iniziale dell'anime, cioè i giganti come nemici e lo sforzo che devono fare i poveri piccoli uomini per sconfiggerli, a fine anime i giganti appaiono come dei cretini che Mikasa falcia ed i veri nemici sono solamente gli umani che sanno trasformarsi, insomma tutto quello che l'anime dava a vedere all'inizio era completamente inutile! Secondo me il confine tra giganti ed umani dovevano rimanere netto e separato, e continuare sulla strada della guerra contro il male, rappresentato dai giganti.
Do come voto finale 6 solo perché l'inizio mi era piaciuto tantissimo ed il comparto tecnico è eccelso, ma non lo consiglio per nulla.
La trama è molto interessante: il mondo è popolato ,oltre che dagli uomini, da dei giganti che di fronte ad un essere umano cercano in ogni modo di mangiarlo. Per sopravvivere a questa situazione gli uomini si sono nascosti dentro delle città protette da delle mure talmente alte che nemmeno i giganti possono valicarle, ma questa soluzione durerà?
I personaggi sono inizialmente interessanti, anche se il protagonista, Eren, è il tipico ragazzo con una volontà ferrea ed il desiderio di rivoluzionare il mondo, Mikasa invece è una strafiga nonostante sia sinceramente troppo forte per dei motivi non ben precisati. Gli altri personaggi sono comunque ben costruiti e le comparse hanno delle personalità sempre plausibili e mai esagerate.
Il comparto tecnico è eccezionale, il disegno con i "bordi grossi" mi è piaciuto un sacco, così come le colorazioni degli sfondi e le ombre nette, non mi esprimerò sulla opening perché sarebbe banale dire quanto è bella. Infine le animazioni sono molto fluide e pulite, mi sono piaciute molto.
Ora arriviamo alla parte succosa della recensione, piena di <b>SPOILER</b>, cioè cosa mi è piaciuto delle prime puntate e cosa invece dopo me lo ha fatto odiare. All'inizio questa opera si proponeva come un racconto sulla guerra incredibilmente crudo e violento, e funzionava benissimo! Avevo il cuore in gola ad ogni scena ed in ogni episodio temevo per i personaggi che potevano morire da un momento all'altro come formiche sotto i colpi dei giganti; era una storia cruenta e bellissima su quanto una guerra potesse essere terribile, e su come, anche con tutta la volontà e l'impegno, Eren continuasse solo a vedere i propri compagni perire uno dopo l'altro, perché è l'unico risultato al quale può portare una guerra, la morte.
Poi però Eren è dovuto diventare un gigante, scelta abbastanza figa all'inizio se non fosse che hanno dovuto incasinarla con diecimila enigmi inutili, puntate in cui non succede niente e poi l'incredibile scoperta che in realtà cani e porci possono essere dei giganti. Così facendo si perde tutto lo spirito, che a me era piaciuto un botto, iniziale dell'anime, cioè i giganti come nemici e lo sforzo che devono fare i poveri piccoli uomini per sconfiggerli, a fine anime i giganti appaiono come dei cretini che Mikasa falcia ed i veri nemici sono solamente gli umani che sanno trasformarsi, insomma tutto quello che l'anime dava a vedere all'inizio era completamente inutile! Secondo me il confine tra giganti ed umani dovevano rimanere netto e separato, e continuare sulla strada della guerra contro il male, rappresentato dai giganti.
Do come voto finale 6 solo perché l'inizio mi era piaciuto tantissimo ed il comparto tecnico è eccelso, ma non lo consiglio per nulla.
"L'attacco dei giganti" è un anime/manga che piace o non piace, che ha veramente una trama molto originale e bella.
Trama: l'umanità è stata quasi completamente sterminata da dei titani (alti dai tre ai quindici metri) che, pur avendo sembianze umane, divorano gli umani senza un apparente motivo; i pochi umani che rimangono vivono circondati da tre strati di muraglia circolare, ognuno dei quali dista molteplici chilometri dall'altro. Oltre a questo, le mura sono alte cinquanta metri. Per fortuna i titani non sono molto intelligenti, infatti nessuno riesce in qualche modo a ingegnarsi per scavalcare o rompere il muro più esterno... un giorno però appare un titano più alto delle mura, che le rompe sferrando un calcio, dopodiché i titani invadono la prima città.
Considerazioni: ciò che caratterizza e che piace così tanto ai lettori sono i tanti misteri che avvolgono questo manga. Ogni volta il lettore e anche il protagonista della serie si trova di fronte a nuove domande senza avere una risposta, ed è questo che ci tiene incollati a questo anime/manga. "Perché? Perché i titani attaccano? Da dove vengono?"
Molti criticano i disegni, invece trovo che sia l'ambientazione che i disegni corrispondono molto all'ambientazione; sicuramente i disegni del manga invece non son da 10 ma da 6 scarso.
Ciò che invece mi è piaciuto, e mi piace tuttora, è che finalmente c'è un personaggio femminile importante e quasi allo stesso livello di quello principale, e che non è il tipico stereotipo da shonen, ma che è molto ben caratterizzato sia fisicamente che di carattere - e per fisicamente intendo che risulta molto bella pur non essendo straformosa come di solito succede negli shonen.
Oltre a questo, il pochissimo fanservice, che sarebbe veramente fuori luogo in un anime in cui ci sono argomenti che si possono definire molto seri, rende ancora più piacevole la visione.
Ve lo consiglio vivamente!
Trama: l'umanità è stata quasi completamente sterminata da dei titani (alti dai tre ai quindici metri) che, pur avendo sembianze umane, divorano gli umani senza un apparente motivo; i pochi umani che rimangono vivono circondati da tre strati di muraglia circolare, ognuno dei quali dista molteplici chilometri dall'altro. Oltre a questo, le mura sono alte cinquanta metri. Per fortuna i titani non sono molto intelligenti, infatti nessuno riesce in qualche modo a ingegnarsi per scavalcare o rompere il muro più esterno... un giorno però appare un titano più alto delle mura, che le rompe sferrando un calcio, dopodiché i titani invadono la prima città.
Considerazioni: ciò che caratterizza e che piace così tanto ai lettori sono i tanti misteri che avvolgono questo manga. Ogni volta il lettore e anche il protagonista della serie si trova di fronte a nuove domande senza avere una risposta, ed è questo che ci tiene incollati a questo anime/manga. "Perché? Perché i titani attaccano? Da dove vengono?"
Molti criticano i disegni, invece trovo che sia l'ambientazione che i disegni corrispondono molto all'ambientazione; sicuramente i disegni del manga invece non son da 10 ma da 6 scarso.
Ciò che invece mi è piaciuto, e mi piace tuttora, è che finalmente c'è un personaggio femminile importante e quasi allo stesso livello di quello principale, e che non è il tipico stereotipo da shonen, ma che è molto ben caratterizzato sia fisicamente che di carattere - e per fisicamente intendo che risulta molto bella pur non essendo straformosa come di solito succede negli shonen.
Oltre a questo, il pochissimo fanservice, che sarebbe veramente fuori luogo in un anime in cui ci sono argomenti che si possono definire molto seri, rende ancora più piacevole la visione.
Ve lo consiglio vivamente!
Sai quelle serie che piacciono a tutti e allora pensi che a te faranno schifo? No, non è questo il caso. "Shingeki no Kyojin", meglio conosciuto dal pubblico italiano come "L'attacco dei giganti", è la serie che ha spopolato nell'estate 2013, il cui successo ha portato molte vendite al manga che prima in pochi calcolavano, tanto da stupire perfino il suo autore, Hajime Isayama. Lo si potrebbe chiamare il fenomeno del momento, la cui notorietà ha fatto sì che oltre alla serie TV sono usciti diversi OVA/special e spin-off, oltre che un live action, e la popolarità non sembra arrestarsi di certo qui. Vincitore di numerosi premi ufficiali, ma anche amatoriali come quello di AnimeClick.it nei Nekoawards di quell'anno, scopriamo insieme che cosa rende speciale quest'opera.
Anzitutto è la trama a incuriosire: insomma, degli umani che devono sopravvivere e lottare contro dei giganti molto più alti e forti di loro esercita un particolare fascino, attira qualsiasi tipo di pubblico, perfino chi di azione e combattimenti non ne vuole sapere. Un esempio è l'autrice di questo elaborato. Detto ciò, alle basi di ogni episodio è la suspense a regnare, perché dietro ai vari misteri e scene splatter più volte si raggiunge un climax non indifferente. La voglia di scoprire cosa succede nella storia e come reagiscono i personaggi ai vari eventi fa sì che l'attenzione rimanga accesa, merito anche delle musiche azzeccate e un doppiaggio giapponese eccellente, nei quali figurano seiyuu affermati come Yuki Kaji (un impeccabile Eren), Hiroshi Kamiya e Daisuke Ono (ormai una coppia fissa per chi li conosce dai tempi di "Durarara"). Tra i brani che spiccano c'è da segnalare "The Reluctant Heroes", OST ricorrente nelle scene in movimento con maggior impatto. Per quanto riguarda le sigle, impossibile dimenticare "Guren no Yumiya", che entrerà nelle top 10 delle opening più parodiate di sempre.
Altri pregi da riportare sono le scene drammatiche e quelle di terrore, così cariche di pathos da impressionarci; cito quella più rilevante che riguarda la madre di Eren. Giustamente vi chiedete chi è costui: per chi ancora non lo sapesse si tratta del nostro coraggioso protagonista, un ragazzo dai forti valori che crede ancora nell'umanità e per questo non si arrende dinanzi ai temibili giganti che dopo secoli ritornano e buttano giù le mura costruite apposta per tenerli lontani dagli abitanti superstiti. Insieme a lui, combattono la fedele nonché invincibile Mikasa e l'amico stratega Armin. Poi ci sono i personaggi secondari, che purtroppo non tutti sono ben caratterizzati, alcuni addirittura schiattano dopo poche puntate da quando fanno la loro prima comparsa, motivo per cui si fa fatica a ricordarsene i nomi e quale ruolo hanno avuto di preciso.
I disegni e le animazioni talvolta hanno dei cali, soprattutto verso la fine, e la mancanza di un finale, dal momento che il manga è ancora in corso, mi fa sperare in una seconda stagione, visto che gran parte degli enigmi sono ancora da rivelare.
C'è da riconoscere che "L'attacco dei giganti" è un prodotto appetibile per tutti, in grado di intrattenere grazie all'uso di cliffhanger ben inseriti e anche per i temi interessanti, il che non è cosa da poco considerando il mercato degli anime e manga di oggi.
Ora che la serie animata è stata acquisita dalla Dynit, il titolo sarà ancora più conosciuto e recensito, quindi la mia è solo la trentacinquesima delle tante recensioni presenti e future, ma ci tenevo a dire anche la mia opinione a riguardo: "Shingeki no Kyojin" può essere visto anche come una 'commercialata', ma almeno fa il suo dovere in modo intrigante.
Anzitutto è la trama a incuriosire: insomma, degli umani che devono sopravvivere e lottare contro dei giganti molto più alti e forti di loro esercita un particolare fascino, attira qualsiasi tipo di pubblico, perfino chi di azione e combattimenti non ne vuole sapere. Un esempio è l'autrice di questo elaborato. Detto ciò, alle basi di ogni episodio è la suspense a regnare, perché dietro ai vari misteri e scene splatter più volte si raggiunge un climax non indifferente. La voglia di scoprire cosa succede nella storia e come reagiscono i personaggi ai vari eventi fa sì che l'attenzione rimanga accesa, merito anche delle musiche azzeccate e un doppiaggio giapponese eccellente, nei quali figurano seiyuu affermati come Yuki Kaji (un impeccabile Eren), Hiroshi Kamiya e Daisuke Ono (ormai una coppia fissa per chi li conosce dai tempi di "Durarara"). Tra i brani che spiccano c'è da segnalare "The Reluctant Heroes", OST ricorrente nelle scene in movimento con maggior impatto. Per quanto riguarda le sigle, impossibile dimenticare "Guren no Yumiya", che entrerà nelle top 10 delle opening più parodiate di sempre.
Altri pregi da riportare sono le scene drammatiche e quelle di terrore, così cariche di pathos da impressionarci; cito quella più rilevante che riguarda la madre di Eren. Giustamente vi chiedete chi è costui: per chi ancora non lo sapesse si tratta del nostro coraggioso protagonista, un ragazzo dai forti valori che crede ancora nell'umanità e per questo non si arrende dinanzi ai temibili giganti che dopo secoli ritornano e buttano giù le mura costruite apposta per tenerli lontani dagli abitanti superstiti. Insieme a lui, combattono la fedele nonché invincibile Mikasa e l'amico stratega Armin. Poi ci sono i personaggi secondari, che purtroppo non tutti sono ben caratterizzati, alcuni addirittura schiattano dopo poche puntate da quando fanno la loro prima comparsa, motivo per cui si fa fatica a ricordarsene i nomi e quale ruolo hanno avuto di preciso.
I disegni e le animazioni talvolta hanno dei cali, soprattutto verso la fine, e la mancanza di un finale, dal momento che il manga è ancora in corso, mi fa sperare in una seconda stagione, visto che gran parte degli enigmi sono ancora da rivelare.
C'è da riconoscere che "L'attacco dei giganti" è un prodotto appetibile per tutti, in grado di intrattenere grazie all'uso di cliffhanger ben inseriti e anche per i temi interessanti, il che non è cosa da poco considerando il mercato degli anime e manga di oggi.
Ora che la serie animata è stata acquisita dalla Dynit, il titolo sarà ancora più conosciuto e recensito, quindi la mia è solo la trentacinquesima delle tante recensioni presenti e future, ma ci tenevo a dire anche la mia opinione a riguardo: "Shingeki no Kyojin" può essere visto anche come una 'commercialata', ma almeno fa il suo dovere in modo intrigante.
Oggi è arrivato il momento di parlare di "Shingeki no Kyojin". Molte persone amano quest'opera mentre altre la odiano. Da che parte sono? Ovviamente da quella che l'adorano. Quando uscì il primo episodio la trama non mi entusiasmava più di tanto, ma quando l'ho visto mi sono ricreduto subito: grafica eccezionale con personaggi ben caratterizzati e colpi di scena ovunque. Mi sono innamorato subito di questo anime: ogni volta che vedevo un episodio, più questo anime mi piaceva.
In questo anime tutto è fatto alla perfezione, incluse le opening, che sono veramente una meraviglia da ascoltare - infatti non le saltavo mai e le sentivo sempre.
Ogni personaggio ha un suo carattere e un suo modo di vedere il mondo. Il mio personaggio preferito è ovviamente il protagonista della serie, Eren Jaeger. Questo ragazzo ha assistito con i propri occhi alla morte della madre, divorata da un gigante. Questo lo spinge, grazie alla sua forza di volontà, a fissarsi un obbiettivo: uccidere tutti i giganti. Questo è il suo unico e semplice scopo: vuole vendicare la morte della madre e di tutte le persone morte a causa loro. Starei ore a parlare dei personaggi di "Shingeki no Kyojin", ma penso che non smetterei mai di scrivere.
Ho consigliato questo anime a tutti i miei amici e tutti loro sono restati soddisfatti. Ho consigliato di vederlo anche a persone che non apprezzano gli anime e li detestano, ma quando hanno visto questo anime si sono ricreduti e l'hanno apprezzato molto, e io ne sono stato veramente soddisfatto. Non capisco come ci siano persone a cui non piaccia l'opera; è vero forse che può non piacere come piace a me, ma dare un 3 come voto è veramente qualcosa di inconcepibile.
Consiglio di vedere a tutti questo anime, perché non ne resterete affatto delusi, anzi, sono più che sicuro che un minimo vi piacerà.
Da vero fan della serie ho tutti i volumi del manga usciti, più accessori dedicati al mondo di Hajime Isayama: parlando del creatore, è un genio, non c'è niente da aggiungere. Ovviamente comprerò tutti i box tradotti in italiano dalla Dynit quando usciranno.
Ovviamente questo voto va alla prima serie, che per me è stata fantastica, e non vedo l'ora di aspettare la seconda serie; spero che confermi anch'essa il mio voto.
In questo anime tutto è fatto alla perfezione, incluse le opening, che sono veramente una meraviglia da ascoltare - infatti non le saltavo mai e le sentivo sempre.
Ogni personaggio ha un suo carattere e un suo modo di vedere il mondo. Il mio personaggio preferito è ovviamente il protagonista della serie, Eren Jaeger. Questo ragazzo ha assistito con i propri occhi alla morte della madre, divorata da un gigante. Questo lo spinge, grazie alla sua forza di volontà, a fissarsi un obbiettivo: uccidere tutti i giganti. Questo è il suo unico e semplice scopo: vuole vendicare la morte della madre e di tutte le persone morte a causa loro. Starei ore a parlare dei personaggi di "Shingeki no Kyojin", ma penso che non smetterei mai di scrivere.
Ho consigliato questo anime a tutti i miei amici e tutti loro sono restati soddisfatti. Ho consigliato di vederlo anche a persone che non apprezzano gli anime e li detestano, ma quando hanno visto questo anime si sono ricreduti e l'hanno apprezzato molto, e io ne sono stato veramente soddisfatto. Non capisco come ci siano persone a cui non piaccia l'opera; è vero forse che può non piacere come piace a me, ma dare un 3 come voto è veramente qualcosa di inconcepibile.
Consiglio di vedere a tutti questo anime, perché non ne resterete affatto delusi, anzi, sono più che sicuro che un minimo vi piacerà.
Da vero fan della serie ho tutti i volumi del manga usciti, più accessori dedicati al mondo di Hajime Isayama: parlando del creatore, è un genio, non c'è niente da aggiungere. Ovviamente comprerò tutti i box tradotti in italiano dalla Dynit quando usciranno.
Ovviamente questo voto va alla prima serie, che per me è stata fantastica, e non vedo l'ora di aspettare la seconda serie; spero che confermi anch'essa il mio voto.
Girando su internet si accumulano a centinaia i commenti di gente che considera questo il miglior anime dell'anno, o magari del secolo. Spulciando qua e là vedrete migliaia di persone lodarne la trama profonda, i personaggi carismatici, i risvolti inaspettati, i combattimenti mozzafiato, e via così. Così, come tutti hanno voluto spendere qualche parola per descrivere la magnificenza irraggiungibile di questo anime, ho voluto farlo anche io. E posso assicurarvi che tutto ciò che ho elencato prima, dalla trama ai combattimenti, è quanto di più brutto abbia mai visto.
Sì, alla luce delle centinaia di altre recensioni qui presenti, voi starete senza dubbio pensando che io sia impazzito, che sia uno che non ci capisce niente di anime, oppure uno che si diverte a spalare letame su quella che è stata la serie rivelazione del 2013. Beh, posso assicurarvi che non è vero: sono sano di mente, ho visto abbastanza anime da avere un qualche termine di paragone, e non sono un hater a caso. Ma basta con i preamboli, e iniziamo a revisionare questo anime.
Trama e svolgimento: 6
La trama di questo anime è forse la cosa più interessante: in un mondo alternativo che sa tanto di steam-punk, dove non esiste l'elettricità e la tecnologia più sviluppata sembra essere quella delle armi (con tanti bei cannoni e l'attrezzatura dei soldati che permette loro di muoversi a velocità elevata), l'umanità viveva felice e spensierata. Finché, un bel giorno, sono comparsi dal nulla giganti mangia-uomini, che hanno fatto un bel banchetto costringendo gli umani nella loro ultima fortezza, quella dove si svolgono tutti gli avvenimenti dell'anime. Questa fortezza è inespugnabile per i giganti, poiché tre livelli di mura concentriche più alte di loro gli impediscono di mangiare gli ultimi umani superstiti.
Il preambolo di tutta la trama è la cosa più interessante dell'anime, ciò che mi ha convinto a guardarlo, ciò che mi ha fatto amare l'anime. Perché, signore e signori, non ci sono dubbi, la trama è molto bella: sì, magari rimanda un po' a qualcosa di "già visto" (sostituite i giganti con gli zombie e qualcosa vi verrà in mente), ma non è scopiazzata e non è banale. Perché allora gli ho dato un voto così basso? Per lo svolgimento.
Lo svolgimento è quanto di più scontato si possa vedere, e non vi mento nel dirvi che io, almeno due/tre puntate prima, prevedevo quello che sarebbe successo, senza mai sbagliare. Lo svolgimento si può riassumere in tre semplici fasi: i giganti banchettano con gli umani; i soldati (tra cui i protagonisti attraverso i quali vivremo le vicende) attaccano i giganti per vendicarsi; i giganti banchettano con i soldati. E poi si continua così, con altri soldati che vogliono vendicare i primi, e i giganti che mangiano anche loro. Basta. Non vedrete nient'altro, perché lo schema, seppur a volte vari un po', rimane sempre lo stesso, sin troppo prevedibile.
Personaggi: 4
Qui iniziano le note dolenti. I personaggi sono la cosa peggiore dell'anime, senza ombra di dubbio. Perché qui i veri protagonisti non sono gli umani, sono i giganti. Non di rado mi è capitato di tifare per i giganti, di sperare che l'umanità morisse completamente e fossero i "cattivi" a vincere. Sì, perché gli umani sono non solo stupidi, ma anche inutili. Si allenano per anni in sessioni di allenamento adatte per diventare dei perfetti ammazza-giganti, e poi vengono mangiati dopo cinque minuti dall'inizio del combattimento; finiscono i loro allenamenti, non vedono l'ora di trucidare qualche gigante, sono super motivati, e scappano appena vedono una coccinella; creano formazioni di battaglia, schemi da seguire, piani strategici, e vengono trucidati tutti, dal primo all'ultimo, perché un solo gigante li mangia tutti (e verrebbe da chiedersi cosa servano a fare gli allenamenti, se tanto non sanno ammazzare neanche un gigante); hanno decine di cannoni sulle loro mura, ma non li usano neanche a pagarli (tutti i giganti verranno fatti fuori con le spade).
Per quanto riguarda i protagonisti, invece, non riesco proprio a farmeli piacere: ci sarà quello col passato difficile, che vuole trucidare tutti i giganti ma non saprebbe schiacciare neanche una zanzara (Eren); la sorella, dal passato altrettanto difficile, fredda e distaccata, messa lì solo perché serviva un personaggio Uber (Mikasa); l'amico biondo completamente inutile (non ricordo neanche il nome). Poi abbiamo i personaggi secondari: inutile dire che il 99% verrà divorato, e il restante 1% è già sulla lista nera del mangaka. Fra loro spicca solo Levi, per il quale avrei tifato, visto che è l'unico a saper ammazzare i giganti, peccato solo che sia troppo forte: insomma, va bene avere esperienza nell'ammazzare quei colossi, ma da qui all'essere invincibile ce ne vuole... ma di questo parlerò più nel dettaglio nella sezione "Combattimenti".
E dopo questo, credete che sia finita? No, per niente. Manca qualcos'altro a questi personaggi: carattere, caratterizzazione psicologica, evoluzione. Nulla di tutto questo è presente in "Shingeki no Kyojin". Conosceremo i personaggi, li vedremo morire... ma nel corso della loro (breve) vita non vedremo uno straccio di evoluzione psicologica. Le loro reazioni, inoltre, sono incredibilmente finte (va bene voler vendicare la morte di un compagno, ma da qui a lanciarsi in un attacco kamikaze nella bocca di un gigante ce ne vuole), e questo io non lo sopporto: insomma, i personaggi mancano di quel "qualcosa" che mi faccia tifare per loro, mi faccia dispiacere per la loro morte, mi ci faccia affezionare.
Grafica: 7
Forse l'unica cosa buona dell'anime. Vengono accentuati molto i contorni, spessi e a pastello; il dinamismo nei combattimenti c'è, ed è una buona cosa perché questi sono spesso molto frenetici; vedremo tanti giganti diversi, e non sempre lo stesso modello ripetuto (e mi ha fatto piacere vedere giganti grandi, piccoli, con facce e espressioni diverse); buon chara design (anche se non eccelso); la cosa che maggiormente non mi convince è il fondale: esso è troppo ripetitivo, perché in venticinque puntate vedremo solo due fondali: città e prato. Il primo è molto carino, composto da case molto 'medievaleggianti'; il secondo è quanto di più brutto si possa vedere, praticamente una distesa infinita di erba inframmezzata da un albero o due. E siccome vedremo la stessa distesa di erba per almeno dieci puntante consecutive, mi sarei aspettato una maggior cura del dettaglio: non dico che dovessero creare il paradiso terrestre, ma almeno un fondale che non mi facesse stancare di guardarlo dopo tre puntate.
Combattimenti: 3
I combattimenti sono amati da qualsiasi persona abbia visto l'anime. A centinaia ne lodano la bellezza, l'epica, l'imprevedibilità. Invece io li ho odiati. Dal primo all'ultimo, per vari motivi. Partiamo dal primo.
- Prevedibilità. I combattimenti, come ho già detto, sono prevedibilissimi. In pratica, i giganti vincono, gli umani perdono. Vedremo la stessa, identica conclusione per venticinque puntate. Sembra che gli umani vincano? No, non vi preoccupate, aspettate una puntata e verranno mangiati tutti.
- Coerenza. Ma in molti mi dicono: "E' questo il bello dei combattimenti! Gli umani sono molto più deboli dei giganti, è una situazione perennemente frustrante: loro non riusciranno mai a batterli". Vi dirò, inizialmente ero d'accordo: anzi, ero felice che, per la prima volta, non ci fossero protagonisti che vincessero perché erano invincibili grazie a power-up messi a caso per ragioni di trama o roba simile. Poi però ho visto Mikasa e Levi. Questi due personaggi andranno contro la logica degli anime: si muoveranno alla velocità della luce, uccideranno venti giganti nel tempo in cui voi battereste le palpebre, e saranno capaci di trucidare un'intera popolazione di giganti semplicemente con un cenno. E allora, dov'è la coerenza? Perché tutti, e dico tutti, i personaggi dell'anime sono destinati a morire fra le zanne dei giganti, e questi due, invece, sono degli dei scesi in terra? Non credo che il "passato difficile" di Mikasa e il "background oscuro" di Levi possano giustificare la loro invincibilità. E quindi si ricade nello stesso schema: tutti attaccano i giganti, e i giganti vincono. Mikasa/Levi attaccano i giganti, e loro due, da soli, armati solo di un coltellino svizzero e di un "passato difficile", ne trucideranno a migliaia.
Totale: 6 (questa non è una media dei voti precedenti)
In conclusione, questo è un bell'anime? Nonostante tutto ciò che ho detto, sì. Lo consiglio? Nonostante le lacune, sì. Ma perché allora ne ho parlato così male? Per mostrarvi che, nonostante i fanboy che lo lodano fino allo sfinimento, questo anime non è quel capolavoro che tutti dicono. Personaggi inutili dai comportamenti stupidi, la coerenza che prima c'è e poi scompare, una trama incredibilmente prevedibile fanno di quest'anime una piacevole visione, ma nulla di più.
Ci tengo a sottolineare che, a mio parere, l'unico motivo per cui l'anime è diventato così famoso è la violenza gratuita. Di questa ce n'è un'infinità, quindi se siete amanti dello splatter questo è l'anime che fa per voi. Sangue, morte, distruzione aleggiano in ogni puntata. Ma se fosse solo questo a rendere un anime un capolavoro...
Sì, alla luce delle centinaia di altre recensioni qui presenti, voi starete senza dubbio pensando che io sia impazzito, che sia uno che non ci capisce niente di anime, oppure uno che si diverte a spalare letame su quella che è stata la serie rivelazione del 2013. Beh, posso assicurarvi che non è vero: sono sano di mente, ho visto abbastanza anime da avere un qualche termine di paragone, e non sono un hater a caso. Ma basta con i preamboli, e iniziamo a revisionare questo anime.
Trama e svolgimento: 6
La trama di questo anime è forse la cosa più interessante: in un mondo alternativo che sa tanto di steam-punk, dove non esiste l'elettricità e la tecnologia più sviluppata sembra essere quella delle armi (con tanti bei cannoni e l'attrezzatura dei soldati che permette loro di muoversi a velocità elevata), l'umanità viveva felice e spensierata. Finché, un bel giorno, sono comparsi dal nulla giganti mangia-uomini, che hanno fatto un bel banchetto costringendo gli umani nella loro ultima fortezza, quella dove si svolgono tutti gli avvenimenti dell'anime. Questa fortezza è inespugnabile per i giganti, poiché tre livelli di mura concentriche più alte di loro gli impediscono di mangiare gli ultimi umani superstiti.
Il preambolo di tutta la trama è la cosa più interessante dell'anime, ciò che mi ha convinto a guardarlo, ciò che mi ha fatto amare l'anime. Perché, signore e signori, non ci sono dubbi, la trama è molto bella: sì, magari rimanda un po' a qualcosa di "già visto" (sostituite i giganti con gli zombie e qualcosa vi verrà in mente), ma non è scopiazzata e non è banale. Perché allora gli ho dato un voto così basso? Per lo svolgimento.
Lo svolgimento è quanto di più scontato si possa vedere, e non vi mento nel dirvi che io, almeno due/tre puntate prima, prevedevo quello che sarebbe successo, senza mai sbagliare. Lo svolgimento si può riassumere in tre semplici fasi: i giganti banchettano con gli umani; i soldati (tra cui i protagonisti attraverso i quali vivremo le vicende) attaccano i giganti per vendicarsi; i giganti banchettano con i soldati. E poi si continua così, con altri soldati che vogliono vendicare i primi, e i giganti che mangiano anche loro. Basta. Non vedrete nient'altro, perché lo schema, seppur a volte vari un po', rimane sempre lo stesso, sin troppo prevedibile.
Personaggi: 4
Qui iniziano le note dolenti. I personaggi sono la cosa peggiore dell'anime, senza ombra di dubbio. Perché qui i veri protagonisti non sono gli umani, sono i giganti. Non di rado mi è capitato di tifare per i giganti, di sperare che l'umanità morisse completamente e fossero i "cattivi" a vincere. Sì, perché gli umani sono non solo stupidi, ma anche inutili. Si allenano per anni in sessioni di allenamento adatte per diventare dei perfetti ammazza-giganti, e poi vengono mangiati dopo cinque minuti dall'inizio del combattimento; finiscono i loro allenamenti, non vedono l'ora di trucidare qualche gigante, sono super motivati, e scappano appena vedono una coccinella; creano formazioni di battaglia, schemi da seguire, piani strategici, e vengono trucidati tutti, dal primo all'ultimo, perché un solo gigante li mangia tutti (e verrebbe da chiedersi cosa servano a fare gli allenamenti, se tanto non sanno ammazzare neanche un gigante); hanno decine di cannoni sulle loro mura, ma non li usano neanche a pagarli (tutti i giganti verranno fatti fuori con le spade).
Per quanto riguarda i protagonisti, invece, non riesco proprio a farmeli piacere: ci sarà quello col passato difficile, che vuole trucidare tutti i giganti ma non saprebbe schiacciare neanche una zanzara (Eren); la sorella, dal passato altrettanto difficile, fredda e distaccata, messa lì solo perché serviva un personaggio Uber (Mikasa); l'amico biondo completamente inutile (non ricordo neanche il nome). Poi abbiamo i personaggi secondari: inutile dire che il 99% verrà divorato, e il restante 1% è già sulla lista nera del mangaka. Fra loro spicca solo Levi, per il quale avrei tifato, visto che è l'unico a saper ammazzare i giganti, peccato solo che sia troppo forte: insomma, va bene avere esperienza nell'ammazzare quei colossi, ma da qui all'essere invincibile ce ne vuole... ma di questo parlerò più nel dettaglio nella sezione "Combattimenti".
E dopo questo, credete che sia finita? No, per niente. Manca qualcos'altro a questi personaggi: carattere, caratterizzazione psicologica, evoluzione. Nulla di tutto questo è presente in "Shingeki no Kyojin". Conosceremo i personaggi, li vedremo morire... ma nel corso della loro (breve) vita non vedremo uno straccio di evoluzione psicologica. Le loro reazioni, inoltre, sono incredibilmente finte (va bene voler vendicare la morte di un compagno, ma da qui a lanciarsi in un attacco kamikaze nella bocca di un gigante ce ne vuole), e questo io non lo sopporto: insomma, i personaggi mancano di quel "qualcosa" che mi faccia tifare per loro, mi faccia dispiacere per la loro morte, mi ci faccia affezionare.
Grafica: 7
Forse l'unica cosa buona dell'anime. Vengono accentuati molto i contorni, spessi e a pastello; il dinamismo nei combattimenti c'è, ed è una buona cosa perché questi sono spesso molto frenetici; vedremo tanti giganti diversi, e non sempre lo stesso modello ripetuto (e mi ha fatto piacere vedere giganti grandi, piccoli, con facce e espressioni diverse); buon chara design (anche se non eccelso); la cosa che maggiormente non mi convince è il fondale: esso è troppo ripetitivo, perché in venticinque puntate vedremo solo due fondali: città e prato. Il primo è molto carino, composto da case molto 'medievaleggianti'; il secondo è quanto di più brutto si possa vedere, praticamente una distesa infinita di erba inframmezzata da un albero o due. E siccome vedremo la stessa distesa di erba per almeno dieci puntante consecutive, mi sarei aspettato una maggior cura del dettaglio: non dico che dovessero creare il paradiso terrestre, ma almeno un fondale che non mi facesse stancare di guardarlo dopo tre puntate.
Combattimenti: 3
I combattimenti sono amati da qualsiasi persona abbia visto l'anime. A centinaia ne lodano la bellezza, l'epica, l'imprevedibilità. Invece io li ho odiati. Dal primo all'ultimo, per vari motivi. Partiamo dal primo.
- Prevedibilità. I combattimenti, come ho già detto, sono prevedibilissimi. In pratica, i giganti vincono, gli umani perdono. Vedremo la stessa, identica conclusione per venticinque puntate. Sembra che gli umani vincano? No, non vi preoccupate, aspettate una puntata e verranno mangiati tutti.
- Coerenza. Ma in molti mi dicono: "E' questo il bello dei combattimenti! Gli umani sono molto più deboli dei giganti, è una situazione perennemente frustrante: loro non riusciranno mai a batterli". Vi dirò, inizialmente ero d'accordo: anzi, ero felice che, per la prima volta, non ci fossero protagonisti che vincessero perché erano invincibili grazie a power-up messi a caso per ragioni di trama o roba simile. Poi però ho visto Mikasa e Levi. Questi due personaggi andranno contro la logica degli anime: si muoveranno alla velocità della luce, uccideranno venti giganti nel tempo in cui voi battereste le palpebre, e saranno capaci di trucidare un'intera popolazione di giganti semplicemente con un cenno. E allora, dov'è la coerenza? Perché tutti, e dico tutti, i personaggi dell'anime sono destinati a morire fra le zanne dei giganti, e questi due, invece, sono degli dei scesi in terra? Non credo che il "passato difficile" di Mikasa e il "background oscuro" di Levi possano giustificare la loro invincibilità. E quindi si ricade nello stesso schema: tutti attaccano i giganti, e i giganti vincono. Mikasa/Levi attaccano i giganti, e loro due, da soli, armati solo di un coltellino svizzero e di un "passato difficile", ne trucideranno a migliaia.
Totale: 6 (questa non è una media dei voti precedenti)
In conclusione, questo è un bell'anime? Nonostante tutto ciò che ho detto, sì. Lo consiglio? Nonostante le lacune, sì. Ma perché allora ne ho parlato così male? Per mostrarvi che, nonostante i fanboy che lo lodano fino allo sfinimento, questo anime non è quel capolavoro che tutti dicono. Personaggi inutili dai comportamenti stupidi, la coerenza che prima c'è e poi scompare, una trama incredibilmente prevedibile fanno di quest'anime una piacevole visione, ma nulla di più.
Ci tengo a sottolineare che, a mio parere, l'unico motivo per cui l'anime è diventato così famoso è la violenza gratuita. Di questa ce n'è un'infinità, quindi se siete amanti dello splatter questo è l'anime che fa per voi. Sangue, morte, distruzione aleggiano in ogni puntata. Ma se fosse solo questo a rendere un anime un capolavoro...
Viene dunque il momento anche per me di spendere due parole su quella che - ne sono un'evidentissima dimostrazione i risultati degli ultimi NekoAwards - la migliore serie del 2013.
Sarebbe strano se "L'attacco dei giganti", dopo aver ottenuto risultati eccezionali in pressoché tutti i campi, non avesse nella sua faretra delle eccellenti frecce, no? E non sarò certo io a smentire chi dice che le abbia: anche soltanto limitandoci a una valutazione della realizzazione tecnica, cosa c'è da dire se non che essa sia a un livello ottimo? Bella la colonna sonora, coinvolgenti e molto ben realizzate le sigle (ho apprezzato molto l'uso combinato, assieme al giapponese, del tedesco, lingua dura che veramente ha dato quel tocco in più alle opening). Rispetto al manga, decisamente migliorati i disegni, e animazioni che fanno il loro lavoro (e ce n'era parecchio di lavoro da fare, con il grande dinamismo dei combattimenti).
Anche lasciando da parte il giudizio tecnico - e ricordando sempre che più del contenitore è importante andare a vedere il contenuto - non si può che premiare questa serie. Bello e affascinante il contesto di un'umanità che vive rinchiusa in un'oasi di sicurezza all'ombra di mura imponenti, erette in tempi ormai remoti per proteggerla da un nemico formidabile e altrimenti inarrestabile. È uno scenario che si presta a molte riflessioni, come per esempio quella sul ruolo che gioca la paura di morire nell'animo umano (e spesso la conseguente perdita della stessa umanità - si preferisce salvare sé stessi anche a discapito di altre vite). Molto apprezzabile secondo me anche la possibilità di vedere nelle mura una metafora dei "confini protetti" (non necessariamente reali e alti cinquanta metri) che talvolta si vorrebbe attorno a noi e ai nostri cari per isolarci dal mondo esterno e dalle sue insidie: per quanto alto, per quanto forte e robusto, nessun muro potrà mai realmente fare di noi un'isola estranea a ciò che ci circonda. Questo non va mai dimenticato: i limiti non vanno visti come un qualcosa dietro cui nascondersi, ma come un ostacolo da superare per stabilirne sempre di nuovi, sempre più avanti. Ci possono essere delle battute di arresto, ma in ogni caso non ci dobbiamo mai arrendere. I nemici possono apparirci "titanici", ma questo non ci deve scoraggiare. Anzi, deve spingerci a tirare fuori dal nostro inconscio i giganti che sono dentro di noi.
Non voglio spendere troppe altre parole; riguardo ai personaggi, alla loro psiche, eccetera, già si è detto molto in altre sedi. Penso comunque di aver già espresso dei motivi più che sufficienti per la visione di questo anime, che ritengo sia adatto un po' a tutti: per chi cerca l'azione, c'è l'azione. Per chi cerca un qualcosa con della sostanza, c'è la sostanza. Per chi cerca l'amore, c'è l'amore. No, ok, quello manca, parlerei semmai di rapporti di affetto e di vincoli che spaziano dalla famiglia al concetto di patria e di umanità.
Volendo dare un voto, in realtà non assegno il punteggio massimo a questa serie. La ritengo eccezionale, ma francamente ne ho apprezzate altre in misura maggiore. Le riconosco comunque meriti innegabili, e quindi la mia scelta è un 9. Buona visione!
Sarebbe strano se "L'attacco dei giganti", dopo aver ottenuto risultati eccezionali in pressoché tutti i campi, non avesse nella sua faretra delle eccellenti frecce, no? E non sarò certo io a smentire chi dice che le abbia: anche soltanto limitandoci a una valutazione della realizzazione tecnica, cosa c'è da dire se non che essa sia a un livello ottimo? Bella la colonna sonora, coinvolgenti e molto ben realizzate le sigle (ho apprezzato molto l'uso combinato, assieme al giapponese, del tedesco, lingua dura che veramente ha dato quel tocco in più alle opening). Rispetto al manga, decisamente migliorati i disegni, e animazioni che fanno il loro lavoro (e ce n'era parecchio di lavoro da fare, con il grande dinamismo dei combattimenti).
Anche lasciando da parte il giudizio tecnico - e ricordando sempre che più del contenitore è importante andare a vedere il contenuto - non si può che premiare questa serie. Bello e affascinante il contesto di un'umanità che vive rinchiusa in un'oasi di sicurezza all'ombra di mura imponenti, erette in tempi ormai remoti per proteggerla da un nemico formidabile e altrimenti inarrestabile. È uno scenario che si presta a molte riflessioni, come per esempio quella sul ruolo che gioca la paura di morire nell'animo umano (e spesso la conseguente perdita della stessa umanità - si preferisce salvare sé stessi anche a discapito di altre vite). Molto apprezzabile secondo me anche la possibilità di vedere nelle mura una metafora dei "confini protetti" (non necessariamente reali e alti cinquanta metri) che talvolta si vorrebbe attorno a noi e ai nostri cari per isolarci dal mondo esterno e dalle sue insidie: per quanto alto, per quanto forte e robusto, nessun muro potrà mai realmente fare di noi un'isola estranea a ciò che ci circonda. Questo non va mai dimenticato: i limiti non vanno visti come un qualcosa dietro cui nascondersi, ma come un ostacolo da superare per stabilirne sempre di nuovi, sempre più avanti. Ci possono essere delle battute di arresto, ma in ogni caso non ci dobbiamo mai arrendere. I nemici possono apparirci "titanici", ma questo non ci deve scoraggiare. Anzi, deve spingerci a tirare fuori dal nostro inconscio i giganti che sono dentro di noi.
Non voglio spendere troppe altre parole; riguardo ai personaggi, alla loro psiche, eccetera, già si è detto molto in altre sedi. Penso comunque di aver già espresso dei motivi più che sufficienti per la visione di questo anime, che ritengo sia adatto un po' a tutti: per chi cerca l'azione, c'è l'azione. Per chi cerca un qualcosa con della sostanza, c'è la sostanza. Per chi cerca l'amore, c'è l'amore. No, ok, quello manca, parlerei semmai di rapporti di affetto e di vincoli che spaziano dalla famiglia al concetto di patria e di umanità.
Volendo dare un voto, in realtà non assegno il punteggio massimo a questa serie. La ritengo eccezionale, ma francamente ne ho apprezzate altre in misura maggiore. Le riconosco comunque meriti innegabili, e quindi la mia scelta è un 9. Buona visione!
Noto che questo anime ha preso molti premi nell'anno 2013; a questo punto mi sento un pesce fuor d'acqua, perché a me questo anime non è per nulla piaciuto, mi è sembrato un anime molto fumo e scena e poca carne sul fuoco, noioso, in poche parole un anime adatto a chi non ha visto molti anime, quindi per neofiti o ragazzini piccoli.
Come grafica, è vero, a prima vista sembra molto buona, ma si vedono spesso le persone e soprattutto i giganti sproporzionati, come se i disegnatori non fossero capaci di dar loro delle proporzioni esatte. Chi studia disegno sa che le persone sono le cose più difficili da disegnare, soprattutto le mani o certe parti del corpo, per questo certi errori grossolani che non possono essere corretti dalla computer grafica ti fanno storcere il naso (di cui questo anime è pieno per fare molta scena e tentare di distogliere lo sguardo dai difetti con questi giochi). Come esempio basti pensare alla prima puntata, dove tutti aspettano di vedere i giganti, e quando ne appare uno lo si vede sproporzionato nel corpo con l'inquadratura isometrica: ti fa storcere leggermente il naso come a pensare che sia un bambino che disegna.
Continuando a parlare di grafica, un'altra cosa che mi ha dato fastidio è che costantemente vengono inquadrati i personaggi solo dagli occhi, con quell'espressione sadica/assassina/psicopatica: è vero che vedendo morire gli amici alcune persone lo possono diventare, ma il mondo è vario, le persone forti non diventano bestie solo perché trattate come tali, ma diventano forti senza a loro volta diventarlo, e chi ha un minimo di conoscenza in psicopatologia vede tutto questo come grande errore.
Per quanto riguarda la storia, in questo anime non viene narrata, nel senso che in venticinque puntate si ha solo l'introduzione a quel che succederà, senza dire nulla di importante, tutto è rimandato. Per esempio il segreto di tutto si trova nella cantina di casa del protagonista principale (lo dice subito a tutti alla prima puntata), ma nessuno ne parla e neppure ci provano ad arrivare. Altro esempio, non viene accennato a nulla di importante sul perché certe persone sono "diverse", non si fa nemmeno intuire nulla di quel che può essere successo e/o che potrebbe accadere, "tutto inizierà da ora"... e attendiamo. Anche in questo a mio avviso è stato deludente.
Ho visto che questo anime ha preso anche il premio come migliore caratterizzazione femminile... io nei personaggi non ho visto nulla di particolare come caratterizzazione, nel senso che sono nella norma, son tutti bravi e buoni e un po' psicopatici, se succede il finimondo diventano tutti forti e mezzi matti (sto riassumendo). In particolare Mikasa, che ha avuto il premio, l'ho vista come la classica ragazza senza sentimenti che alla fine dimostra di averli... classico carattere abusato negli anime.
Un altro fattore è quello scientifico, perché è assolutamente assurdo, per me, che si possa creare tutta quella massa improvvisamente dal nulla all'infinito senza avere una più che valida spiegazione, cosa che ovviamente in questo anime non vien fatta per nulla, bisogna andare come sempre a immaginazione pura.
Ritengo che le musiche siano nella media; quando una OST di un anime mi attira la compro su internet o cerco i midi, cerco gli autori, ecc. e per questo anime non ricordo nulla per quanto riguarda il sonoro, quindi nulla di eccezionale.
Concludo col dire che più volte sono stato tentato di interrompere la visione, ma sono andato fino in fondo per capire se le mie intuizioni erano esatte o tutti questi premi che ha avuto se li meritava; dopo averlo visto ne sono deluso. Voto: 4.
Come grafica, è vero, a prima vista sembra molto buona, ma si vedono spesso le persone e soprattutto i giganti sproporzionati, come se i disegnatori non fossero capaci di dar loro delle proporzioni esatte. Chi studia disegno sa che le persone sono le cose più difficili da disegnare, soprattutto le mani o certe parti del corpo, per questo certi errori grossolani che non possono essere corretti dalla computer grafica ti fanno storcere il naso (di cui questo anime è pieno per fare molta scena e tentare di distogliere lo sguardo dai difetti con questi giochi). Come esempio basti pensare alla prima puntata, dove tutti aspettano di vedere i giganti, e quando ne appare uno lo si vede sproporzionato nel corpo con l'inquadratura isometrica: ti fa storcere leggermente il naso come a pensare che sia un bambino che disegna.
Continuando a parlare di grafica, un'altra cosa che mi ha dato fastidio è che costantemente vengono inquadrati i personaggi solo dagli occhi, con quell'espressione sadica/assassina/psicopatica: è vero che vedendo morire gli amici alcune persone lo possono diventare, ma il mondo è vario, le persone forti non diventano bestie solo perché trattate come tali, ma diventano forti senza a loro volta diventarlo, e chi ha un minimo di conoscenza in psicopatologia vede tutto questo come grande errore.
Per quanto riguarda la storia, in questo anime non viene narrata, nel senso che in venticinque puntate si ha solo l'introduzione a quel che succederà, senza dire nulla di importante, tutto è rimandato. Per esempio il segreto di tutto si trova nella cantina di casa del protagonista principale (lo dice subito a tutti alla prima puntata), ma nessuno ne parla e neppure ci provano ad arrivare. Altro esempio, non viene accennato a nulla di importante sul perché certe persone sono "diverse", non si fa nemmeno intuire nulla di quel che può essere successo e/o che potrebbe accadere, "tutto inizierà da ora"... e attendiamo. Anche in questo a mio avviso è stato deludente.
Ho visto che questo anime ha preso anche il premio come migliore caratterizzazione femminile... io nei personaggi non ho visto nulla di particolare come caratterizzazione, nel senso che sono nella norma, son tutti bravi e buoni e un po' psicopatici, se succede il finimondo diventano tutti forti e mezzi matti (sto riassumendo). In particolare Mikasa, che ha avuto il premio, l'ho vista come la classica ragazza senza sentimenti che alla fine dimostra di averli... classico carattere abusato negli anime.
Un altro fattore è quello scientifico, perché è assolutamente assurdo, per me, che si possa creare tutta quella massa improvvisamente dal nulla all'infinito senza avere una più che valida spiegazione, cosa che ovviamente in questo anime non vien fatta per nulla, bisogna andare come sempre a immaginazione pura.
Ritengo che le musiche siano nella media; quando una OST di un anime mi attira la compro su internet o cerco i midi, cerco gli autori, ecc. e per questo anime non ricordo nulla per quanto riguarda il sonoro, quindi nulla di eccezionale.
Concludo col dire che più volte sono stato tentato di interrompere la visione, ma sono andato fino in fondo per capire se le mie intuizioni erano esatte o tutti questi premi che ha avuto se li meritava; dopo averlo visto ne sono deluso. Voto: 4.
Parto dicendo che ho voluto vedere questo anime perché mi era parso di eccellente fattura e l'idea era talmente originale e stramba da risultare intrigante.
La fattura dell'anime è di altissimo livello per quello che riguarda i fondali e le animazioni, davvero fluide nei combattimenti più importanti. Per quanto riguarda la qualità del disegno spesso si vedono cali nella qualità generale ma non è nulla di che, e nulla che non si veda altrove. Ho dato 7 a questo anime e non tanto, eppure ho visto gli episodi uno dopo l'altro, a manciate di cinque-sei per serata, e la ragione è semplice. Volevo assolutamente capire che cosa fossero i Titani. Vengono trattati con estrema cura e concretezza, viene descritto piuttosto puntigliosamente come funzionano i loro corpi, la rigenerazione e tutto il resto, ma di loro non si sa nulla. Ed è ciò che spinge a vedere l'anime fino all'ultimo nonostante le feroci carenze nella sceneggiatura e la scarsa credibilità di molte situazioni e personaggi.
Direi che questo anime (non ho letto il manga e non mi pronuncio a riguardo) ha fondamentalmente due nei. Il primo è una certa immaturità nella narrazione. Gli avvenimenti si snodano in modo non sempre fluido e a volte maldestro, poco credibile. I personaggi sono piuttosto superficiali e le situazioni in cui si trovano sono caratterizzate spesso da un eccesso di parossismo che, seppur comprensibile nell'ambito di una produzione nipponica, risultano spesso nevrotiche ed esagerate senza motivo. In più si assiste a salti temporali del tutto ragguardevoli in periodi che forse avrebbero meritato più attenzione e alla dilatazione infinita di momenti che si potevano risolvere con uno scambio di battute.
Secondo neo (e di gran lunga più grave) è la continua sensazioni che si prova di essere menati per il naso da una regia che si ostina a non dire nulla di ciò che lo spettatore vuole sentire. Chiarisco. Il protagonista assoluto di questo anime non sono gli sbozzati soldatini adolescenti che lo affollano, ma i Titani. Perché sono qui? Cosa vogliono? Come sono nati? Ci odiano? Sono stati creati? Tutte le domande, tutta la tensione e tutta l'attenzione si focalizzano su questi curiosi e terribili esseri. Ma invece di soddisfare lo spettatore dandogli in pasto le rivelazioni e i dettagli di cui l'anime vuole sembrare gravido, l'azione e la narrazione vengono continuamente spezzate dalle prolisse, interminabili elucubrazioni di protagonisti e comprimari. Questi cervellotici momenti di introspezione (tipico stilema giapponese) sono un tentativo di dare profondità psicologica ai personaggi, ma risultano ridicoli e superflui, parossistici e soprattutto non aggiungono alcun contenuto alla loro personalità. Durante gli episodi assisteremo al continuo arrovellarsi dei protagonisti sui medesimi dubbi, mentre intorno a loro si svolge l'azione su cui dovrebbe concentrarsi la regia. Addirittura in momenti critici, dove il climax narrativo è superbo, interi episodi spezzano la trama principale imponendoci logoranti sipari dove le insipide psicologie dei personaggi vengono messe alla prova, sempre con gli stessi esiti.
Posso dire di aver visto con impazienza molti episodi, sperando solo che finissero per poter iniziare quello successivo ed avere risposta alle mie domande, sentendomi spesso nella condizione di dover strappare le informazioni ad un narratore scioccamente reticente. Spero che il finale della serie non mi deluda, anche se a un pugno di episodi dalla fine le domande si sono moltiplicate e a nessuna si è risposto.
Una tecnica che ricorda il metodo Lost ma senza il fegato e il cuore di Abrams e dei suoi sceneggiatori.
La fattura dell'anime è di altissimo livello per quello che riguarda i fondali e le animazioni, davvero fluide nei combattimenti più importanti. Per quanto riguarda la qualità del disegno spesso si vedono cali nella qualità generale ma non è nulla di che, e nulla che non si veda altrove. Ho dato 7 a questo anime e non tanto, eppure ho visto gli episodi uno dopo l'altro, a manciate di cinque-sei per serata, e la ragione è semplice. Volevo assolutamente capire che cosa fossero i Titani. Vengono trattati con estrema cura e concretezza, viene descritto piuttosto puntigliosamente come funzionano i loro corpi, la rigenerazione e tutto il resto, ma di loro non si sa nulla. Ed è ciò che spinge a vedere l'anime fino all'ultimo nonostante le feroci carenze nella sceneggiatura e la scarsa credibilità di molte situazioni e personaggi.
Direi che questo anime (non ho letto il manga e non mi pronuncio a riguardo) ha fondamentalmente due nei. Il primo è una certa immaturità nella narrazione. Gli avvenimenti si snodano in modo non sempre fluido e a volte maldestro, poco credibile. I personaggi sono piuttosto superficiali e le situazioni in cui si trovano sono caratterizzate spesso da un eccesso di parossismo che, seppur comprensibile nell'ambito di una produzione nipponica, risultano spesso nevrotiche ed esagerate senza motivo. In più si assiste a salti temporali del tutto ragguardevoli in periodi che forse avrebbero meritato più attenzione e alla dilatazione infinita di momenti che si potevano risolvere con uno scambio di battute.
Secondo neo (e di gran lunga più grave) è la continua sensazioni che si prova di essere menati per il naso da una regia che si ostina a non dire nulla di ciò che lo spettatore vuole sentire. Chiarisco. Il protagonista assoluto di questo anime non sono gli sbozzati soldatini adolescenti che lo affollano, ma i Titani. Perché sono qui? Cosa vogliono? Come sono nati? Ci odiano? Sono stati creati? Tutte le domande, tutta la tensione e tutta l'attenzione si focalizzano su questi curiosi e terribili esseri. Ma invece di soddisfare lo spettatore dandogli in pasto le rivelazioni e i dettagli di cui l'anime vuole sembrare gravido, l'azione e la narrazione vengono continuamente spezzate dalle prolisse, interminabili elucubrazioni di protagonisti e comprimari. Questi cervellotici momenti di introspezione (tipico stilema giapponese) sono un tentativo di dare profondità psicologica ai personaggi, ma risultano ridicoli e superflui, parossistici e soprattutto non aggiungono alcun contenuto alla loro personalità. Durante gli episodi assisteremo al continuo arrovellarsi dei protagonisti sui medesimi dubbi, mentre intorno a loro si svolge l'azione su cui dovrebbe concentrarsi la regia. Addirittura in momenti critici, dove il climax narrativo è superbo, interi episodi spezzano la trama principale imponendoci logoranti sipari dove le insipide psicologie dei personaggi vengono messe alla prova, sempre con gli stessi esiti.
Posso dire di aver visto con impazienza molti episodi, sperando solo che finissero per poter iniziare quello successivo ed avere risposta alle mie domande, sentendomi spesso nella condizione di dover strappare le informazioni ad un narratore scioccamente reticente. Spero che il finale della serie non mi deluda, anche se a un pugno di episodi dalla fine le domande si sono moltiplicate e a nessuna si è risposto.
Una tecnica che ricorda il metodo Lost ma senza il fegato e il cuore di Abrams e dei suoi sceneggiatori.
Limiterò quanto possibile i riferimenti al manga per chi non l'ha letto. Inizio con ciò che sicuramente spicca più di tutto rispetto alla serie cartacea, finalmente un disegno decente! Corpi che non sembrano manichini, anatomicamente corretti, si riescono a distinguere chiaramente i personaggi anche se non sono in primo piano. Animazione nella norma così come gli sfondi. Il character design non è certo innovativo ma contando il palese miglioramento rispetto al manga gli do un 7.
Sceneggiatura. Abnorme passo avanti. L'anime ha sistemato la più grande pecca del manga, ovvero avvenimenti che si susseguono senza ordine logico. La narrazione segue l'ordine cronologico ergo prima di vedere Eren in azione verrà mostrato il periodo dell'addestramento, con la conseguenza non indifferente di far conoscere meglio allo spettatore i vari personaggi. La scelta della resa dell'attacco da parte della gigantessa nella foresta è però opinabile. Nel manga è la parte personalmente resa meglio, rispetto all'anime vi è molto meno sentimento e la morte dei veterani viene fatta passare come qualcosa di ordinario, non viene enfatizzata più di tanto. Cosa che può far storcere il naso facendo preferire la versione animata ma a causa della pochezza emotiva nel manga quella parte è molto più cruda. I veterani piacevano (soprattutto Petra) ma nel mondo di Shingeki la morte è diventata un'abitudine, se si dovesse piangere per ogni morto le muraglie che proteggono gli umani a quest'ora sarebbero messe peggio del muro del pianto. Scena della gigantessa che va a preferenze nell'insieme la sceneggiatura dell'anime è più curata, segno evidente che non è fatta da inesperti (a differenza della parte cartacea), qui do 8, voto aumentato come nel caso del disegno proprio a causa dei miglioramenti apportati.
Musiche. Ho adorato a dir poco la consequenzialità che è stata data con le due sigle. La prima è avvincente a dir poco riuscendo a diventare presto un tormentone della rete. La seconda pur essendo meno incisiva (vuoi anche perché non c'è più l'effetto a sorpresa causato dalla prima) mantiene alto lo standard, la consequenzialità tra le due causata da una ripresa del motivo della sigla precedente. Ottime sigle entrambe, raramente ho visto una cosa del genere. Per quanto riguarda le musiche presenti nell'anime direi che nell'anno corrente sono seconde solo alla soundtrack di Hunterxhunter (sebbene questa serie sia stata sviluppata prima, tengo conto del periodo di trasmissione). E se a questa do 9 quelle di Shingeki si beccano 7, avrei dato un voto maggiore se avessero variato come stile. Le ending invece seppur gradevoli non reggono il confronto con il resto.
Trama. Idea di base interessante, per essere uno shonen è molto buono come si abbia voluto alzare il livello di violenza rispetto agli standard senza cadere nel gore gratuito e inopportuno. L'anime al momento tratta quello che è il preludio della serie ergo non mi dilungo troppo su questo. Considerando la trama dell'anime come un incipit della serie direi 8 anche qui.
Regia. Sfruttato bene il budget. Le cose vanno bene fintanto che si rimane sul primo piano, negli altri tagli perde un po'. Certe scene fanno discutere (il cambio di sorriso di Annie) ma in definitiva un lavoro buono 6.
Personaggi. E qui scappa la nota dolente. Chi ha lavorato all'anime ha sistemato come ha potuto le cose ma volendo rimanere fedeli alla base cartacea certe scelte infelici erano inevitabili.
Partiamo col primo protagonista Eren. Mai personaggio fu meno indicato ad essere il protagonista. Infantile, indeciso, da quando era bambino non vi è stata alcuna maturazione. Oscena a dir poco la scena del passato (che condivide con Mikasa) in cui per farlo passare come il figo della situazione gli fanno ammazzare degli uomini adulti come se nulla fosse, quando a un bambino della sua età come minimo se la faceva addosso. E non vale neanche la scusante "eh, ma in un mondo crudo come il suo...". Eren fino al primo attacco di Trost è vissuto in pace e tranquillità dentro le mura, non ha avuto un'infanzia infelice o traumatica che potesse spiegare la sua freddezza nell'uccidere due persone adulte (oltre alla capacità di farlo). Non mi dilungo di più perché ciò che dimostra come sia un protagonista inadeguato verrà mostrato più avanti. Lodevole però è la scelta degli sceneggiatori dell'anime di dargli più importanza durante il combattimento contro Annie. Nel manga le prende selvaggiamente senza impensierire sua maestà, nell'anime la sfianca oltre a contribuire alla sua cattura maciullandole il piede e facendole perdere tempo. In definitiva 4.
Mikasa. Protagonista in seconda di una pochezza caratteriale disarmante. Di lei sappiamo che gli interessa la salvaguardia di Eren e che è uber forte. Perché lo sia non è dato sapere. Di Annie sappiamo che prima di arruolarsi si allenava con il padre (sua superiorità rispetto agli altri cadetti spiegata). Armin è più intelligente degli altri perché fin da bambino si dedicava allo studio e l'intelligenza compensa la sua poca prestanza fisica. Mikasa è forte perché sì. Seppur nella sua pochezza risulta migliore di Eren (e purtroppo con lui condivide la scena peggiore dell'anime). Almeno non devo toccarmi con scaramanzia quando è presente e quando appare posso tirare un sospiro di sollievo visto che è qualcuno su cui si può contare. Migliore rispetto a Eren ma un 5 non glielo toglie nessuno.
Armin. Tra i tre il migliore. Non è certamente un personaggio d'impatto ma la caratterizzazione rispetto agli altri due è anni luce avanti. Ha una crescita coerente e credibile. Vessato dai bulli da bambino a causa della sua debolezza troverà nel suo cervello e nella sua caparbietà un motivo di rivalsa riuscendo a ritagliarsi un posto di rilievo nella legione esplorativa. Purtroppo il suo essere intelligente risale più per la stupidità altrui che per meriti effettivi ma questa non è comunque una colpa da imputargli. Al momento si becca un 6 e mezzo.
Rivaille. Personaggio "cool" della serie. Il più forte di tutti, dal carattere duro. Si sa poco di lui al momento ma la cosa non è rilevante visto il suo ruolo di mentore senza macchia e senza paura. Senza infamia e senza lode, 6 d'ordinanza.
Gruppo di Rivaille maciullati senza pietà. Adempiono egregiamente al loro scopo ovvero far comprendere quanto può essere crudo il mondo di Shingeki. Lo spettatore si affeziona a loro per poi vederli morti uno peggio dell'altro. 7
Jean. Unico tra i cadetti e compagni di Eren ad avere una caratterizzazione che ne giustifichi la presenza. Si parte con un ragazzo egoista ma anche sincero visto che è l'unico che dice le cose come stanno, dubito che gli altri cadetti si siano iscritti per andare ad ammazzare i giganti) che si scopre leader. Non ha particolari doti ma questo lo fa entrare in empatia con gli altri ragazzi che non sono super-umani. Caratterizzazione scontata e stra-abusata? Sì, ma funziona e Jean si porta a casa un 7.
Annie. Big Boss di questa serie, personaggio migliore al momento. Ha un obbiettivo (per adesso sconosciuto) e militarmente si muove per eseguirlo. Tra i più forti del suo squadrone a causa del suo passato è il personaggio meglio caratterizzato (brividi quando pensa alle parole del padre mentre fracassa Eren). Risoluta ma in alcune occasioni ha mostrato un certo tentennamento. Da sola comunque regge tutta la seconda parte della serie. I suoi perché non sono stati svelati ma al momento in vista di un futuro sviluppo si becca un 8. Miglior voto del cast ragazze (10 per il suo naso).
Altra gente. Gli altri personaggi sono caratterizzati giusto il minimo sindacale. Contando che l'anime prende 9 volumi è un po' troppo questo anonimato. 5 di media tra tutti.
Voto finale? Se i personaggi fossero stati buoni l'8 non glielo levava nessuno contando quanto di buono fatto nel resto (in virtù anche del lavoraccio di trasposizione). Encomiabile il voler limare certe caratteristiche oscene di alcuni personaggi. Contando però che è solamente un incipit per qualcosa di più grosso e che magari in una seconda serie certi comportamenti verranno limati ulteriormente do un 7 sulla fiducia.
Sceneggiatura. Abnorme passo avanti. L'anime ha sistemato la più grande pecca del manga, ovvero avvenimenti che si susseguono senza ordine logico. La narrazione segue l'ordine cronologico ergo prima di vedere Eren in azione verrà mostrato il periodo dell'addestramento, con la conseguenza non indifferente di far conoscere meglio allo spettatore i vari personaggi. La scelta della resa dell'attacco da parte della gigantessa nella foresta è però opinabile. Nel manga è la parte personalmente resa meglio, rispetto all'anime vi è molto meno sentimento e la morte dei veterani viene fatta passare come qualcosa di ordinario, non viene enfatizzata più di tanto. Cosa che può far storcere il naso facendo preferire la versione animata ma a causa della pochezza emotiva nel manga quella parte è molto più cruda. I veterani piacevano (soprattutto Petra) ma nel mondo di Shingeki la morte è diventata un'abitudine, se si dovesse piangere per ogni morto le muraglie che proteggono gli umani a quest'ora sarebbero messe peggio del muro del pianto. Scena della gigantessa che va a preferenze nell'insieme la sceneggiatura dell'anime è più curata, segno evidente che non è fatta da inesperti (a differenza della parte cartacea), qui do 8, voto aumentato come nel caso del disegno proprio a causa dei miglioramenti apportati.
Musiche. Ho adorato a dir poco la consequenzialità che è stata data con le due sigle. La prima è avvincente a dir poco riuscendo a diventare presto un tormentone della rete. La seconda pur essendo meno incisiva (vuoi anche perché non c'è più l'effetto a sorpresa causato dalla prima) mantiene alto lo standard, la consequenzialità tra le due causata da una ripresa del motivo della sigla precedente. Ottime sigle entrambe, raramente ho visto una cosa del genere. Per quanto riguarda le musiche presenti nell'anime direi che nell'anno corrente sono seconde solo alla soundtrack di Hunterxhunter (sebbene questa serie sia stata sviluppata prima, tengo conto del periodo di trasmissione). E se a questa do 9 quelle di Shingeki si beccano 7, avrei dato un voto maggiore se avessero variato come stile. Le ending invece seppur gradevoli non reggono il confronto con il resto.
Trama. Idea di base interessante, per essere uno shonen è molto buono come si abbia voluto alzare il livello di violenza rispetto agli standard senza cadere nel gore gratuito e inopportuno. L'anime al momento tratta quello che è il preludio della serie ergo non mi dilungo troppo su questo. Considerando la trama dell'anime come un incipit della serie direi 8 anche qui.
Regia. Sfruttato bene il budget. Le cose vanno bene fintanto che si rimane sul primo piano, negli altri tagli perde un po'. Certe scene fanno discutere (il cambio di sorriso di Annie) ma in definitiva un lavoro buono 6.
Personaggi. E qui scappa la nota dolente. Chi ha lavorato all'anime ha sistemato come ha potuto le cose ma volendo rimanere fedeli alla base cartacea certe scelte infelici erano inevitabili.
Partiamo col primo protagonista Eren. Mai personaggio fu meno indicato ad essere il protagonista. Infantile, indeciso, da quando era bambino non vi è stata alcuna maturazione. Oscena a dir poco la scena del passato (che condivide con Mikasa) in cui per farlo passare come il figo della situazione gli fanno ammazzare degli uomini adulti come se nulla fosse, quando a un bambino della sua età come minimo se la faceva addosso. E non vale neanche la scusante "eh, ma in un mondo crudo come il suo...". Eren fino al primo attacco di Trost è vissuto in pace e tranquillità dentro le mura, non ha avuto un'infanzia infelice o traumatica che potesse spiegare la sua freddezza nell'uccidere due persone adulte (oltre alla capacità di farlo). Non mi dilungo di più perché ciò che dimostra come sia un protagonista inadeguato verrà mostrato più avanti. Lodevole però è la scelta degli sceneggiatori dell'anime di dargli più importanza durante il combattimento contro Annie. Nel manga le prende selvaggiamente senza impensierire sua maestà, nell'anime la sfianca oltre a contribuire alla sua cattura maciullandole il piede e facendole perdere tempo. In definitiva 4.
Mikasa. Protagonista in seconda di una pochezza caratteriale disarmante. Di lei sappiamo che gli interessa la salvaguardia di Eren e che è uber forte. Perché lo sia non è dato sapere. Di Annie sappiamo che prima di arruolarsi si allenava con il padre (sua superiorità rispetto agli altri cadetti spiegata). Armin è più intelligente degli altri perché fin da bambino si dedicava allo studio e l'intelligenza compensa la sua poca prestanza fisica. Mikasa è forte perché sì. Seppur nella sua pochezza risulta migliore di Eren (e purtroppo con lui condivide la scena peggiore dell'anime). Almeno non devo toccarmi con scaramanzia quando è presente e quando appare posso tirare un sospiro di sollievo visto che è qualcuno su cui si può contare. Migliore rispetto a Eren ma un 5 non glielo toglie nessuno.
Armin. Tra i tre il migliore. Non è certamente un personaggio d'impatto ma la caratterizzazione rispetto agli altri due è anni luce avanti. Ha una crescita coerente e credibile. Vessato dai bulli da bambino a causa della sua debolezza troverà nel suo cervello e nella sua caparbietà un motivo di rivalsa riuscendo a ritagliarsi un posto di rilievo nella legione esplorativa. Purtroppo il suo essere intelligente risale più per la stupidità altrui che per meriti effettivi ma questa non è comunque una colpa da imputargli. Al momento si becca un 6 e mezzo.
Rivaille. Personaggio "cool" della serie. Il più forte di tutti, dal carattere duro. Si sa poco di lui al momento ma la cosa non è rilevante visto il suo ruolo di mentore senza macchia e senza paura. Senza infamia e senza lode, 6 d'ordinanza.
Gruppo di Rivaille maciullati senza pietà. Adempiono egregiamente al loro scopo ovvero far comprendere quanto può essere crudo il mondo di Shingeki. Lo spettatore si affeziona a loro per poi vederli morti uno peggio dell'altro. 7
Jean. Unico tra i cadetti e compagni di Eren ad avere una caratterizzazione che ne giustifichi la presenza. Si parte con un ragazzo egoista ma anche sincero visto che è l'unico che dice le cose come stanno, dubito che gli altri cadetti si siano iscritti per andare ad ammazzare i giganti) che si scopre leader. Non ha particolari doti ma questo lo fa entrare in empatia con gli altri ragazzi che non sono super-umani. Caratterizzazione scontata e stra-abusata? Sì, ma funziona e Jean si porta a casa un 7.
Annie. Big Boss di questa serie, personaggio migliore al momento. Ha un obbiettivo (per adesso sconosciuto) e militarmente si muove per eseguirlo. Tra i più forti del suo squadrone a causa del suo passato è il personaggio meglio caratterizzato (brividi quando pensa alle parole del padre mentre fracassa Eren). Risoluta ma in alcune occasioni ha mostrato un certo tentennamento. Da sola comunque regge tutta la seconda parte della serie. I suoi perché non sono stati svelati ma al momento in vista di un futuro sviluppo si becca un 8. Miglior voto del cast ragazze (10 per il suo naso).
Altra gente. Gli altri personaggi sono caratterizzati giusto il minimo sindacale. Contando che l'anime prende 9 volumi è un po' troppo questo anonimato. 5 di media tra tutti.
Voto finale? Se i personaggi fossero stati buoni l'8 non glielo levava nessuno contando quanto di buono fatto nel resto (in virtù anche del lavoraccio di trasposizione). Encomiabile il voler limare certe caratteristiche oscene di alcuni personaggi. Contando però che è solamente un incipit per qualcosa di più grosso e che magari in una seconda serie certi comportamenti verranno limati ulteriormente do un 7 sulla fiducia.
Incredibile! Solo adesso capisco come mai i giapponesi si siano fiondati in fumetteria a recuperare il manga di Shingeki no Kyojin. Ovviamente non disprezzo il manga, anzi lo ritengo superiore all'anime, ma con un'opera di tale portata comprendo il gesto compiuto dai nostri amici del sol levante.
Fin da subito chiarisco che cercherò di confrontarlo al manga perché dal mio punto di vista, se si vuole apprezzare di più questa visione, consiglio prima di leggere il cartaceo per i semplici motivi che vi spiegherò durante la recensione.
Trama: La trama di per sé è semplice e nulla di davvero eccezionale. Ambientato in un medioevo alternativo, gli umani sono oramai in via d'estinzione in seguito ad un attacco da parte di una razza di cui si conosce veramente poco e che sarà il fulcro principale di quest'opera: i Giganti. Messi alle strette, gli umani decisero di vivere all'interno di imponenti mura dove è da un secolo che non si vede più l'ombra di un attacco da parte di queste fantomatiche creature. Spavaldi e noncuranti di quello che sta per accadere, la razza umana crede di poter vivere spensierata e in "libertà" nonostante la presenza di tali esseri, ma presto ricorderanno il terrore del loro dominio e di vivere come degli uccelli in gabbia.
Quindi dove sarebbe l'originalità? La risposta è semplice: la presenza dei Giganti. Mi sembra che da nessun'altra parte si sia mai parlato di queste strane e ambigue creature, ma cosa più importante, è stato bravo l'autore a rendere speciale quest'opera grazie all'inserimento di un solo elemento e all'alone di mistero in cui li ha circondati. Chi sono veramente? Da dove vengono? Perché attaccano solo gli umani? Queste sono le assidue domande che vi porrete durante la visione e che non smetterete mai di porvi.
Grafica: La grafica raggiunge livelli molto elevati, sono sbalordito di come gli anime abbiano raggiunto una tale definizione. I contrasti, i colori, le luci e il character design sono di ottima fattura e belli da vedere, però c'è una pecca. A discapito del manga, questa grafica abbellita rende i Giganti meno paurosi e inquietanti, che in teoria sarebbe uno dei punti di maggior forza, ma almeno non mancano le fasi splatter. In alcune parti è presente pure la grafica in CG, ma non durano tanto. In risalto sono invece gli spostamenti con lo strumento tridimensionale creato dagli umani che permette loro di contrastare i Giganti muovendosi tra gli edifici. Mi ricordano un po' Spiderman.
Audio: Essendo più portato ai manga, se c'è una cosa che mi interessa e che considero un elemento fondamentale sono le musiche perché il cartaceo ovviamente non me lo può dare. Ebbene, già dal primo episodio possiamo notare come il sound sia epico, praticamente è perfetto. Esse trasmettono proprio il significato di epicità, ribellione, rabbia, dolore, e impotenza. Gasano così tanto che viene difficile smettere di sentirle. Per non parlare delle due opening Guren no Yumiya e Jiyuu no Tsubasa, sembrano degli inni che spingono alla ribellione, e difatti rientrano nel contesto. Non potrete fare a meno di cantarle una volta ascoltate. Ottimo pure il doppiaggio, soprattutto le urla di Eren che riecheggiano ancora in casa mia.
Personaggi: Arriviamo forse al punto cruciale che racchiude in sé i problemi del continuare o meno l'anime. Per prima cosa, nei primi episodi vedremo come Eren diventa un soldato a differenza del manga che parte subito col botto. Ed è proprio qui che personaggi secondari vengono conosciuti meglio e sarà più facile riconoscerli perché nel manga, per via del disegno di Hajime Isayama, fin dal primo numero è difficile distinguerli dato che sembrano tutti uguali, anzi, gli unici che riuscirete a ricordare saranno i tre protagonisti Eren, Mikasa e Armin. Nell'anime poi verranno approfonditi meglio che nel manga, però è un'arma a doppio taglio. Per chi non lo avesse letto potrebbe stufarsi delle riflessioni e dei problemi dei personaggi. Tant'è vero che non sono nulla di eclatante e potrebbe trovarli noiosi. Diciamo che dipende dai gusti della persona. A me sono piaciuti perché è stato proprio grazie all'anime che sono riuscito ad individuarli, inoltre il manga tende più al mistero che alle relazioni tra i vari personaggi, anche se presente in una dose minore. Però ritengo che il vero protagonista effettivo siano i Giganti.
Nel complesso, sicuramente siamo di fronte a uno dei migliori anime del 2013 di cui ne consiglio caldamente la visone, o almeno dategli una chance. Come ho citato prima, credo sia meglio leggere prima il cartaceo per apprezzarlo appieno, ma non sentitevi obbligati, l'importante è che alla fine ve lo godiate. L'anime raggiunge il manga più o meno verso la fine dell'ottavo volume.
In conclusione, uno shonen così avvincente non si vedeva da molto tempo. Lo consiglio caldamente!
Fin da subito chiarisco che cercherò di confrontarlo al manga perché dal mio punto di vista, se si vuole apprezzare di più questa visione, consiglio prima di leggere il cartaceo per i semplici motivi che vi spiegherò durante la recensione.
Trama: La trama di per sé è semplice e nulla di davvero eccezionale. Ambientato in un medioevo alternativo, gli umani sono oramai in via d'estinzione in seguito ad un attacco da parte di una razza di cui si conosce veramente poco e che sarà il fulcro principale di quest'opera: i Giganti. Messi alle strette, gli umani decisero di vivere all'interno di imponenti mura dove è da un secolo che non si vede più l'ombra di un attacco da parte di queste fantomatiche creature. Spavaldi e noncuranti di quello che sta per accadere, la razza umana crede di poter vivere spensierata e in "libertà" nonostante la presenza di tali esseri, ma presto ricorderanno il terrore del loro dominio e di vivere come degli uccelli in gabbia.
Quindi dove sarebbe l'originalità? La risposta è semplice: la presenza dei Giganti. Mi sembra che da nessun'altra parte si sia mai parlato di queste strane e ambigue creature, ma cosa più importante, è stato bravo l'autore a rendere speciale quest'opera grazie all'inserimento di un solo elemento e all'alone di mistero in cui li ha circondati. Chi sono veramente? Da dove vengono? Perché attaccano solo gli umani? Queste sono le assidue domande che vi porrete durante la visione e che non smetterete mai di porvi.
Grafica: La grafica raggiunge livelli molto elevati, sono sbalordito di come gli anime abbiano raggiunto una tale definizione. I contrasti, i colori, le luci e il character design sono di ottima fattura e belli da vedere, però c'è una pecca. A discapito del manga, questa grafica abbellita rende i Giganti meno paurosi e inquietanti, che in teoria sarebbe uno dei punti di maggior forza, ma almeno non mancano le fasi splatter. In alcune parti è presente pure la grafica in CG, ma non durano tanto. In risalto sono invece gli spostamenti con lo strumento tridimensionale creato dagli umani che permette loro di contrastare i Giganti muovendosi tra gli edifici. Mi ricordano un po' Spiderman.
Audio: Essendo più portato ai manga, se c'è una cosa che mi interessa e che considero un elemento fondamentale sono le musiche perché il cartaceo ovviamente non me lo può dare. Ebbene, già dal primo episodio possiamo notare come il sound sia epico, praticamente è perfetto. Esse trasmettono proprio il significato di epicità, ribellione, rabbia, dolore, e impotenza. Gasano così tanto che viene difficile smettere di sentirle. Per non parlare delle due opening Guren no Yumiya e Jiyuu no Tsubasa, sembrano degli inni che spingono alla ribellione, e difatti rientrano nel contesto. Non potrete fare a meno di cantarle una volta ascoltate. Ottimo pure il doppiaggio, soprattutto le urla di Eren che riecheggiano ancora in casa mia.
Personaggi: Arriviamo forse al punto cruciale che racchiude in sé i problemi del continuare o meno l'anime. Per prima cosa, nei primi episodi vedremo come Eren diventa un soldato a differenza del manga che parte subito col botto. Ed è proprio qui che personaggi secondari vengono conosciuti meglio e sarà più facile riconoscerli perché nel manga, per via del disegno di Hajime Isayama, fin dal primo numero è difficile distinguerli dato che sembrano tutti uguali, anzi, gli unici che riuscirete a ricordare saranno i tre protagonisti Eren, Mikasa e Armin. Nell'anime poi verranno approfonditi meglio che nel manga, però è un'arma a doppio taglio. Per chi non lo avesse letto potrebbe stufarsi delle riflessioni e dei problemi dei personaggi. Tant'è vero che non sono nulla di eclatante e potrebbe trovarli noiosi. Diciamo che dipende dai gusti della persona. A me sono piaciuti perché è stato proprio grazie all'anime che sono riuscito ad individuarli, inoltre il manga tende più al mistero che alle relazioni tra i vari personaggi, anche se presente in una dose minore. Però ritengo che il vero protagonista effettivo siano i Giganti.
Nel complesso, sicuramente siamo di fronte a uno dei migliori anime del 2013 di cui ne consiglio caldamente la visone, o almeno dategli una chance. Come ho citato prima, credo sia meglio leggere prima il cartaceo per apprezzarlo appieno, ma non sentitevi obbligati, l'importante è che alla fine ve lo godiate. L'anime raggiunge il manga più o meno verso la fine dell'ottavo volume.
In conclusione, uno shonen così avvincente non si vedeva da molto tempo. Lo consiglio caldamente!
"Io sterminerò tutti i giganti"
Dietro una frase così semplice si può rintracciare la genesi e le motivazioni profonde che spingono tutti (o quasi) i personaggi di questo particolare anime.
Trasposizione del manga rivelazione di Hajime Isayama, si articola in 25 episodi un inno alla ribellione, alle prigioni della nostra anima, un'ode alla libertà, tutto questo in tinte dark, splatter. Le motivazioni sono le stesse di quelle che il mangaka ha rivelato: l'essere stato vittima di bullismo nella sua adolescenza provocandogli una frustrazione e rabbia che ha riversato per intero nell'arte sublimando così questi sentimenti. Non si deve, però, credere che il manga (e l'anime) sia soltanto questo, c'è molto di più: un rincorrersi di eventi e di misteri episodio dopo episodio, che non ci dà il tempo neanche di piangere un personaggio per la preoccupazione di ciò che accadrà agli altri.
La trama di per sé non è innovativa: la comparsa di una minaccia esterna (giganti nel nostro caso) che decima la popolazione e la obbliga a rinchiudersi dietro delle mura per proteggersi finché neanche quello basta. Ma la forza di quest'anime rispetto ad altre storie simili è quella di un realismo crudo capace di emozionare e sorprendere lo spettatore insieme ad una forte impostazione enigmatica (la chiave, le capacità dello stesso protagonista, cosa sono i giganti?).
Oltre all'impianto narrativo, che è la vera forza dell'anime, possiamo sottolineare una buona capacità di tratteggiare i personaggi, seppur i protagonisti non eccellono per originalità (il ragazzo che si vuole vendicare - il guerriero -, la ragazza che primeggia nel combattimento ma è molto fredda nelle relazioni interpersonali - yandere -, il ragazzo debole ma molto intelligente - stratega) i personaggi secondari sono invece spesso più sfaccettati e anche quelli minori con qualche pennellata non sono soltanto comparse, ma ci si affeziona facilmente, ahimè.
Il comparto sonoro è di buona qualità, in particolare la prima opening dei Linked horizon; i doppiatori giapponesi si rivelano unici nella capacità di dare voce e anima a dei disegni (le urla di Eien ancora mi risuonano nelle orecchie).
I disegni e le animazioni sono l'altra forza di questo anime, combattimenti stupendi, ma soprattutto la capacità di caratterizzare con un tratto sporco i giganti che avranno inquietato i sogni di molti spettatori.
La valutazione risente però dell'incompletezza dell'anime, quindi mi limito a dare un 8 aspettando la seconda serie, infatti si conclude in concomitanza della fine di un arco del manga lasciandoci con l'insana voglia di scoprire cosa accadrà come un uccello che voglia volare al di là di tutte le gabbie e di tutti i muri.
Dietro una frase così semplice si può rintracciare la genesi e le motivazioni profonde che spingono tutti (o quasi) i personaggi di questo particolare anime.
Trasposizione del manga rivelazione di Hajime Isayama, si articola in 25 episodi un inno alla ribellione, alle prigioni della nostra anima, un'ode alla libertà, tutto questo in tinte dark, splatter. Le motivazioni sono le stesse di quelle che il mangaka ha rivelato: l'essere stato vittima di bullismo nella sua adolescenza provocandogli una frustrazione e rabbia che ha riversato per intero nell'arte sublimando così questi sentimenti. Non si deve, però, credere che il manga (e l'anime) sia soltanto questo, c'è molto di più: un rincorrersi di eventi e di misteri episodio dopo episodio, che non ci dà il tempo neanche di piangere un personaggio per la preoccupazione di ciò che accadrà agli altri.
La trama di per sé non è innovativa: la comparsa di una minaccia esterna (giganti nel nostro caso) che decima la popolazione e la obbliga a rinchiudersi dietro delle mura per proteggersi finché neanche quello basta. Ma la forza di quest'anime rispetto ad altre storie simili è quella di un realismo crudo capace di emozionare e sorprendere lo spettatore insieme ad una forte impostazione enigmatica (la chiave, le capacità dello stesso protagonista, cosa sono i giganti?).
Oltre all'impianto narrativo, che è la vera forza dell'anime, possiamo sottolineare una buona capacità di tratteggiare i personaggi, seppur i protagonisti non eccellono per originalità (il ragazzo che si vuole vendicare - il guerriero -, la ragazza che primeggia nel combattimento ma è molto fredda nelle relazioni interpersonali - yandere -, il ragazzo debole ma molto intelligente - stratega) i personaggi secondari sono invece spesso più sfaccettati e anche quelli minori con qualche pennellata non sono soltanto comparse, ma ci si affeziona facilmente, ahimè.
Il comparto sonoro è di buona qualità, in particolare la prima opening dei Linked horizon; i doppiatori giapponesi si rivelano unici nella capacità di dare voce e anima a dei disegni (le urla di Eien ancora mi risuonano nelle orecchie).
I disegni e le animazioni sono l'altra forza di questo anime, combattimenti stupendi, ma soprattutto la capacità di caratterizzare con un tratto sporco i giganti che avranno inquietato i sogni di molti spettatori.
La valutazione risente però dell'incompletezza dell'anime, quindi mi limito a dare un 8 aspettando la seconda serie, infatti si conclude in concomitanza della fine di un arco del manga lasciandoci con l'insana voglia di scoprire cosa accadrà come un uccello che voglia volare al di là di tutte le gabbie e di tutti i muri.
Inizialmente non avevo intenzione di guardare l'anime, ma dato che ne avevo sentito molto parlare e anche molto bene ho preso la decisione di mettermi davanti al computer e guardarlo. La trama più o meno è questa: in uno pseudo medioevo gli esseri umani sono reclusi in tre mura, queste servono a proteggerli dai giganti. Questi mostri sembrano essere privi di intelligenza e interessati solo a uccidere essere umani in quanto, da quel che si sa, non sono interessati alle altre forme di vita.
Improvvisamente, un giorno, appare un enorme gigante abbastanza alto da superare le mura più esterne e farvici una breccia. Eren è un giovane che vive nella città appena attaccata. Lui assieme alla sua amica Mikasa e al suo amico Armin riesce a scappare coi rifugiati nelle mura più interne dopo aver visto la madre morire sotto i propri occhi. Una volta in salvo, Eren, promette di uccidere tutti i giganti e per questo si arruola nell'esercito assieme ai due amici.
La trama è indubbiamente innovativa; sinceramente la cosa che più si potrebbe avvicinare a quest'anime è uno post apocalittico, ma "l'attacco dei giganti" è sicuramente un unicità, sia per il fatto di usare un nemico come i giganti (muniti solo di forza fisica tra l'altro, all'apparenza) sia per il tempo in cui è ambientato. I temi trattati sono forti così come le scene che poi ci si appresta a vedere. L'anime è, infatti, pieno di riflessioni che per quanto adatte alla situazione quantomeno drammatica, ben rappresentata tra l'altro, si prolungano un po' troppo nei dialoghi spendendo un po' troppo tempo sull'azione. Tra l'altro, come informazione, so che la trama non è completamente inerente al manga, tutto ciò a mio parere è comprensibile dato che è una trasposizione ad anime che comunque lascia aperti molti interrogativi. Sicuramente la serie (grazie anche all'ottimo successo) avrà un seguito e non rimarrà incompiuta (o almeno si spera). A tal proposito l'anime è composto principalmente dai misteri che man man si spera di scoprire, sfortunatamente tutto quello che succederà penso non sia nemmeno un terzo di ciò che in realtà c'è da scoprire. Nonostante questo la visione è scorrevole anche se ci sono vari flashback, le scene d'azione sono state realizzate in modo superbo e nella maggior parte dei casi lasciano davvero senza fiato. Un altra cosa da notare è che vi sono alcuni punti morti; semplicemente alcune puntate in sintesi non portano a nulla, non vi è un avanzamento della trama, per lo più sono dialogate.
La grafica è, come detto, fantastica nelle scene d'azione e reale per qual che riguarda il movimento in tre dimensioni. L'unica cosa che ho da ridire, ma credo che siano più gusti personali, ho trovato un po' fastidiosi gli spessi contorni neri e secondo me l'aver leggermente esagerato delle scene ferme, all'inizio le avevo trovate adatte ma forse hanno un po esagerato. Il resto mi è piaciuto davvero. Il sonoro è perfetto e si adatta alle situazioni, mi sono piaciuti molto anche gli opening e gli ending, in entrambi i casi si sente (letteralmente) il complesso dell'anime e il grande senso di libertà che vuole trasmettere.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati, particolarizzati e difficilmente non si avrà, comunque, simpatia per qualcuno. Su di essi non c'è niente da dire davvero ben fatti, l'unica cosa non hanno una grande evoluzione se non il protagonista, ma forse questo è dato anche dal fatto che questa si annuncia solo come una prima serie.
Nel complesso l'attacco dei giganti è un anime che consiglio anche se le sue pecche fanno calare il voto ad un 8, anche se potrebbe ben essere un 8 e mezzo. Ho fatto alcune piccole riflessioni che mi hanno lasciata con dei dubbi: se tutta l'umanità è riunita in quelle tre mura come è possibile che non ci sia nessuna persona di colore o mulatta? Oppure come si fa a pensare che in cento anni (probabilmente anche qualcosa di più) questi giganti non attacchino? Non pare un po' strano che uccidano gli uomini solo perché vogliono farlo (se non hanno bisogno di mangiare c'è solo la motivazione di voler uccidere)? Insomma appaiono e iniziano ad uccidere proprio gli esseri umani? è un po' strano... Queste cose mi hanno lasciata un po' dubbiosa, ma probabilmente alcune di queste domande avranno risposta in un possibile futuro.
Un ultima cosa, l'anime è sicuramente molto cupo e crudo, non ci si risparmia nelle scene di lotta col sangue e con la violenza (come poi a mio parere deve essere) per cui probabilmente limita molto lo spettatore (basta vedere la prima puntata per farsi un idea) tuttavia io credo che sia un anime che va visto. Credo che abbia una spinta in più, oltre alle novità che porta nella trama, anche nel modo in cui vengono affrontate le cose basandosi molto anche su quella che è la natura umana e la sopravvivenza nel mondo, spesso definito crudele nell'opera.
Improvvisamente, un giorno, appare un enorme gigante abbastanza alto da superare le mura più esterne e farvici una breccia. Eren è un giovane che vive nella città appena attaccata. Lui assieme alla sua amica Mikasa e al suo amico Armin riesce a scappare coi rifugiati nelle mura più interne dopo aver visto la madre morire sotto i propri occhi. Una volta in salvo, Eren, promette di uccidere tutti i giganti e per questo si arruola nell'esercito assieme ai due amici.
La trama è indubbiamente innovativa; sinceramente la cosa che più si potrebbe avvicinare a quest'anime è uno post apocalittico, ma "l'attacco dei giganti" è sicuramente un unicità, sia per il fatto di usare un nemico come i giganti (muniti solo di forza fisica tra l'altro, all'apparenza) sia per il tempo in cui è ambientato. I temi trattati sono forti così come le scene che poi ci si appresta a vedere. L'anime è, infatti, pieno di riflessioni che per quanto adatte alla situazione quantomeno drammatica, ben rappresentata tra l'altro, si prolungano un po' troppo nei dialoghi spendendo un po' troppo tempo sull'azione. Tra l'altro, come informazione, so che la trama non è completamente inerente al manga, tutto ciò a mio parere è comprensibile dato che è una trasposizione ad anime che comunque lascia aperti molti interrogativi. Sicuramente la serie (grazie anche all'ottimo successo) avrà un seguito e non rimarrà incompiuta (o almeno si spera). A tal proposito l'anime è composto principalmente dai misteri che man man si spera di scoprire, sfortunatamente tutto quello che succederà penso non sia nemmeno un terzo di ciò che in realtà c'è da scoprire. Nonostante questo la visione è scorrevole anche se ci sono vari flashback, le scene d'azione sono state realizzate in modo superbo e nella maggior parte dei casi lasciano davvero senza fiato. Un altra cosa da notare è che vi sono alcuni punti morti; semplicemente alcune puntate in sintesi non portano a nulla, non vi è un avanzamento della trama, per lo più sono dialogate.
La grafica è, come detto, fantastica nelle scene d'azione e reale per qual che riguarda il movimento in tre dimensioni. L'unica cosa che ho da ridire, ma credo che siano più gusti personali, ho trovato un po' fastidiosi gli spessi contorni neri e secondo me l'aver leggermente esagerato delle scene ferme, all'inizio le avevo trovate adatte ma forse hanno un po esagerato. Il resto mi è piaciuto davvero. Il sonoro è perfetto e si adatta alle situazioni, mi sono piaciuti molto anche gli opening e gli ending, in entrambi i casi si sente (letteralmente) il complesso dell'anime e il grande senso di libertà che vuole trasmettere.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati, particolarizzati e difficilmente non si avrà, comunque, simpatia per qualcuno. Su di essi non c'è niente da dire davvero ben fatti, l'unica cosa non hanno una grande evoluzione se non il protagonista, ma forse questo è dato anche dal fatto che questa si annuncia solo come una prima serie.
Nel complesso l'attacco dei giganti è un anime che consiglio anche se le sue pecche fanno calare il voto ad un 8, anche se potrebbe ben essere un 8 e mezzo. Ho fatto alcune piccole riflessioni che mi hanno lasciata con dei dubbi: se tutta l'umanità è riunita in quelle tre mura come è possibile che non ci sia nessuna persona di colore o mulatta? Oppure come si fa a pensare che in cento anni (probabilmente anche qualcosa di più) questi giganti non attacchino? Non pare un po' strano che uccidano gli uomini solo perché vogliono farlo (se non hanno bisogno di mangiare c'è solo la motivazione di voler uccidere)? Insomma appaiono e iniziano ad uccidere proprio gli esseri umani? è un po' strano... Queste cose mi hanno lasciata un po' dubbiosa, ma probabilmente alcune di queste domande avranno risposta in un possibile futuro.
Un ultima cosa, l'anime è sicuramente molto cupo e crudo, non ci si risparmia nelle scene di lotta col sangue e con la violenza (come poi a mio parere deve essere) per cui probabilmente limita molto lo spettatore (basta vedere la prima puntata per farsi un idea) tuttavia io credo che sia un anime che va visto. Credo che abbia una spinta in più, oltre alle novità che porta nella trama, anche nel modo in cui vengono affrontate le cose basandosi molto anche su quella che è la natura umana e la sopravvivenza nel mondo, spesso definito crudele nell'opera.
"Cento anni fa la razza umana ha rischiato l'estinzione a causa dei giganti, creature che sembra abbiano come unico scopo divorare gli umani. Gli umani superstiti si sono rifugiati all'interno di grandi città protette da enormi mura alte 50 metri che all'apparenza sono inviolabili. Eren Jaeger è un normale adolescente che un giorno vedendo la sua città attaccata decide che un giorno sterminerà tutti i giganti per vendicare l'umanità."
Questa in sintesi la trama di L'attacco dei giganti o Shingeki no Kyojin (titolo originale). Una delle caratteristiche che colpisce subito è sicuramente la tristezza che caratterizza l'opera. La guerra contro i giganti viene introdotta come una guerra persa in partenza dagli umani, Visto che anche se sono riusciti a sviluppare armi in grado di contrastare questi esseri, gli umani non sono riusciti a cacciare via la paura e le emozioni che molte volte portano solamente alla morte contro un nemico che non sembra possederle.
La caratterizzazione dei personaggi primari e secondari viene gestita egregiamente, tutti si comportano nel modo più "umano" possibile, per esempio i soldati cercano di difendere la popolazione come possono ma alcuni di loro pensano solo a salvarsi ed altri non resistono agli orrori della battaglia e alla vista dei propri compagni caduti, soltanto alcuni riescono a rimanere "freddi" e a dare ai propri compagni e alla popolazione la "speranza" per poter andare avanti. Due altri punti a favore sono: la grafica dell'anime che contribuisce a dare un tocco ancora più triste all'opera, ma anche la solidità della trama che riescono a non annoiare mai.
In definitiva ho dato 8 a L'attacco dei giganti per il seguente motivo: è stato uno dei pochi anime che è riuscito ad emozionarmi e intrattenere senza farmi mai annoiare. Dopo aver visto l'ultima puntata infatti mi sono precipitato in fumetteria per prendere il manga. Spero che questa recensione possa darvi un idea di cosa avete di fronte e spero possiate passare delle belle ore con quest'anime come ho fatto io.
Questa in sintesi la trama di L'attacco dei giganti o Shingeki no Kyojin (titolo originale). Una delle caratteristiche che colpisce subito è sicuramente la tristezza che caratterizza l'opera. La guerra contro i giganti viene introdotta come una guerra persa in partenza dagli umani, Visto che anche se sono riusciti a sviluppare armi in grado di contrastare questi esseri, gli umani non sono riusciti a cacciare via la paura e le emozioni che molte volte portano solamente alla morte contro un nemico che non sembra possederle.
La caratterizzazione dei personaggi primari e secondari viene gestita egregiamente, tutti si comportano nel modo più "umano" possibile, per esempio i soldati cercano di difendere la popolazione come possono ma alcuni di loro pensano solo a salvarsi ed altri non resistono agli orrori della battaglia e alla vista dei propri compagni caduti, soltanto alcuni riescono a rimanere "freddi" e a dare ai propri compagni e alla popolazione la "speranza" per poter andare avanti. Due altri punti a favore sono: la grafica dell'anime che contribuisce a dare un tocco ancora più triste all'opera, ma anche la solidità della trama che riescono a non annoiare mai.
In definitiva ho dato 8 a L'attacco dei giganti per il seguente motivo: è stato uno dei pochi anime che è riuscito ad emozionarmi e intrattenere senza farmi mai annoiare. Dopo aver visto l'ultima puntata infatti mi sono precipitato in fumetteria per prendere il manga. Spero che questa recensione possa darvi un idea di cosa avete di fronte e spero possiate passare delle belle ore con quest'anime come ho fatto io.
<b>Contiene spoiler!</b>
Un bombardamento mediatico tale da farvi sentire quasi in colpa per non averlo ancora visto. Il 2013 ha eletto il suo protagonista assoluto dell'animazione giapponese: "L'attacco dei giganti". Enorme il successo anche sul fronte cartaceo date le milioni di copie vendute per il manga da cui è tratta l'opera. La mia domanda ora è questa: l'attacco dei giganti è quello che tutti aspettavano da tempo, la freschezza che ha riscattato un po' il panorama degli anime che, a mio avviso, da tempo propone titoli dalla trame improbabile o trite e ritrite. Una mia idea ce l'ho, ma procediamo passo per passo.
L'attacco dei giganti (AG) si presenta come uno shonen, farcito di sano splatter, su uno sfondo decisamente militaresco. La trama ha la grande capacità di mantenere alta l'attenzione nello spettatore praticamente sempre, in un crescendo di suspance. Non si sa quasi nulla di questi giganti che hanno messo a rischio estinzione il genere umano, gli episodi si articolano, dunque, in modo da indurre lo spettatore a desiderare un maggior numero di informazioni su questi mostri. Questo desiderio nasce probabilmente dall'empatia che si crea coi protagonisti, afflitti dalla più totale disperazione e afflizione poiché costretti a (sopra)vivere all'interno di mura altissime e "invalicabili", un po' come topi in gabbia. É, dunque, fondamentale sapere chi è il nemico per poterlo battere ed essere finalmente liberi. Se questo è un messaggio che si vuole trasmettere, onestamente ne sono alquanto preoccupato. Se lo traslassimo nella realtà risulterebbe più o meno così: chi non conosco o non capisco è una minaccia, un nemico da eliminare per tutelare la mia sicurezza e garantirmi la libertà di fare (quello che voglio). A me ricorda un po' le agghiaccianti politiche totalitaristiche del 900, non credete? Sembra che ci sia qualche spunto preso dal comunismo sovietico e dal clima della Berlino degli anni del muro.
L'attenzione non si mantiene soltanto mettendo su una storia intrisa di misteri, ma anche dando spettacolo con azione e animazione da capogiro, letteralmente. Rientrando nei canoni dello shonen, il minimo richiesto è proprio l'azione che non manca mai: le lotte per la sopravvivenza contro i giganti sono decisamente coinvolgenti, non solo per la loro crudezza, ma soprattutto per le animazioni. Lo stratagemma utilizzato è il sistema di manovra tridimensionale a disposizione dei militari, il quale permette loro di agganciarsi tramite cavi a piante, edifici, mura e muoversi, appunto, nelle tre dimensioni grazie a gas propellente. La dinamicità dei movimenti è resa perfettamente ed è uno dei grandi pregi di questo anime, anche se a volte, ammetto, ho fatto fatica a seguirla. La storia è intercalata di battaglie senza pietà e con un ingente numero di vittime. Forse, ciò che colpisce maggiormente di AG è proprio la storia cruenta, da brividi talvolta.
L'autore non ha voluto trattenersi su questo fronte, lasciando affezionare gli spettatori a vari personaggi per poi eliminarmi nel modo più brutale: calpestasti, spremuti, spezzati come grissini, tranciati oppure lanciati contro mura, alberi dal risultato simile a quello che si otterrebbe schiacciando una mosca con la paletta. Il tutto senza alcuna pietà, non importa chi sia la vittima dell'attacco: bambini, donne, vecchi, nella più verosimigliante rappresentazione di una qualsivoglia guerra. A prima vista sembra quasi che il valore della vita umana sfugga di vista, ma non è proprio così. Si ha, infatti, una visione, direi, piuttosto giapponese del sacrificio: decine, centinaia, addirittura migliaia di persone sacrificate per un bene superiore, sia esso una nuova scoperta sui titani o la sopravvivenza stessa della specie. Un corpo abbandonato alla mercé dei giganti non potrà essere pianto dai propri cari e che verrà presto dimenticato, ma non sarà uno spreco se consentirà il successo (come no!) della missione, non importa se quel corpo era poco prima il tuo migliore amico o la tua famiglia. La cosa paradossale di questo anime è il come questi mostri sono rappresentati per renderli orribili, terrificanti. I vari personaggi rientrano negli stereotipi tipici dell'animazione giapponese, tutti belli, muscolosi e abilissimi, mentre i giganti sono disegnati come siamo noi per davvero! Hanno i denti definiti, nasi brutti, occhi vuoti, teste grandi con capelli osceni, corpi goffi e grassi. Fateci caso, sono persone comune che vediamo tutti i giorni! Della semplice ironia?
Fin qua tutto bene, bella grafica, ottima colonna sonora, storia avvincente, ma a me è sembrato di rivedere Full metal alchemist! Il protagonista, Eren Jaeger, è praticamente il clone di Edward Elric: stessa volontà di ferro, capirai quanti sono i protagonisti di anime che rispecchiano questa caratteristica, sì, ma quanti hanno perso entrambi la madre, si arruolano nell'esercito per motivi d'interesse personale e perdono entrambi un braccio e la gamba sinistra? La similitudine fra FMA e AG non si limita soltanto ai protagonisti ma anche ad altri personaggi, infatti ritroviamo somiglianze sorprendenti fra l'amico d'infanzia di Eren, Armin, e Alphonse Elric; fra il caporale Levi e il colonnello Mustang, copia e incolla direi; addirittura fra Mikasa e Winry Rockbel, entrambe orfane di ambo i genitori ed entrambe allevate da dottori, nel primo caso il padre adottivo nonché padre di Eren, nel secondo i genitori naturali. Per non parlare poi del contesto militare, dove governo e difesa s'intrecciano saldamente e quando ciò accade non si può fare a meno che avere complotti segreti, molto coinvolgenti, ma fin troppo prevedibili. La mia provocazione è stata lanciata, provate voi a vedere a distanza di poco tempo questi due anime e poi mi direte. Insomma, l'innovazione non mi sembra il forte di questo anime. Ultima nota stonata, irritante quasi, è quel mezzo incrocio fra "tecnica del richiamo" e "gear third" che usa Eren per... e qua mi fermo. Chissà da dove arriva questo simbolismo.
Concludo dicendo solo che l'anime è senz'altro godibile e avvincente, ma non disperate se non l'avete ancora visto, nessuno ha il diritto vi accusarsi poiché non è tutta 'sta rivoluzione proposta. Penso che serva ben altro genere di storia per risollevare in qualità il palinsesto proposto annualmente.
Un bombardamento mediatico tale da farvi sentire quasi in colpa per non averlo ancora visto. Il 2013 ha eletto il suo protagonista assoluto dell'animazione giapponese: "L'attacco dei giganti". Enorme il successo anche sul fronte cartaceo date le milioni di copie vendute per il manga da cui è tratta l'opera. La mia domanda ora è questa: l'attacco dei giganti è quello che tutti aspettavano da tempo, la freschezza che ha riscattato un po' il panorama degli anime che, a mio avviso, da tempo propone titoli dalla trame improbabile o trite e ritrite. Una mia idea ce l'ho, ma procediamo passo per passo.
L'attacco dei giganti (AG) si presenta come uno shonen, farcito di sano splatter, su uno sfondo decisamente militaresco. La trama ha la grande capacità di mantenere alta l'attenzione nello spettatore praticamente sempre, in un crescendo di suspance. Non si sa quasi nulla di questi giganti che hanno messo a rischio estinzione il genere umano, gli episodi si articolano, dunque, in modo da indurre lo spettatore a desiderare un maggior numero di informazioni su questi mostri. Questo desiderio nasce probabilmente dall'empatia che si crea coi protagonisti, afflitti dalla più totale disperazione e afflizione poiché costretti a (sopra)vivere all'interno di mura altissime e "invalicabili", un po' come topi in gabbia. É, dunque, fondamentale sapere chi è il nemico per poterlo battere ed essere finalmente liberi. Se questo è un messaggio che si vuole trasmettere, onestamente ne sono alquanto preoccupato. Se lo traslassimo nella realtà risulterebbe più o meno così: chi non conosco o non capisco è una minaccia, un nemico da eliminare per tutelare la mia sicurezza e garantirmi la libertà di fare (quello che voglio). A me ricorda un po' le agghiaccianti politiche totalitaristiche del 900, non credete? Sembra che ci sia qualche spunto preso dal comunismo sovietico e dal clima della Berlino degli anni del muro.
L'attenzione non si mantiene soltanto mettendo su una storia intrisa di misteri, ma anche dando spettacolo con azione e animazione da capogiro, letteralmente. Rientrando nei canoni dello shonen, il minimo richiesto è proprio l'azione che non manca mai: le lotte per la sopravvivenza contro i giganti sono decisamente coinvolgenti, non solo per la loro crudezza, ma soprattutto per le animazioni. Lo stratagemma utilizzato è il sistema di manovra tridimensionale a disposizione dei militari, il quale permette loro di agganciarsi tramite cavi a piante, edifici, mura e muoversi, appunto, nelle tre dimensioni grazie a gas propellente. La dinamicità dei movimenti è resa perfettamente ed è uno dei grandi pregi di questo anime, anche se a volte, ammetto, ho fatto fatica a seguirla. La storia è intercalata di battaglie senza pietà e con un ingente numero di vittime. Forse, ciò che colpisce maggiormente di AG è proprio la storia cruenta, da brividi talvolta.
L'autore non ha voluto trattenersi su questo fronte, lasciando affezionare gli spettatori a vari personaggi per poi eliminarmi nel modo più brutale: calpestasti, spremuti, spezzati come grissini, tranciati oppure lanciati contro mura, alberi dal risultato simile a quello che si otterrebbe schiacciando una mosca con la paletta. Il tutto senza alcuna pietà, non importa chi sia la vittima dell'attacco: bambini, donne, vecchi, nella più verosimigliante rappresentazione di una qualsivoglia guerra. A prima vista sembra quasi che il valore della vita umana sfugga di vista, ma non è proprio così. Si ha, infatti, una visione, direi, piuttosto giapponese del sacrificio: decine, centinaia, addirittura migliaia di persone sacrificate per un bene superiore, sia esso una nuova scoperta sui titani o la sopravvivenza stessa della specie. Un corpo abbandonato alla mercé dei giganti non potrà essere pianto dai propri cari e che verrà presto dimenticato, ma non sarà uno spreco se consentirà il successo (come no!) della missione, non importa se quel corpo era poco prima il tuo migliore amico o la tua famiglia. La cosa paradossale di questo anime è il come questi mostri sono rappresentati per renderli orribili, terrificanti. I vari personaggi rientrano negli stereotipi tipici dell'animazione giapponese, tutti belli, muscolosi e abilissimi, mentre i giganti sono disegnati come siamo noi per davvero! Hanno i denti definiti, nasi brutti, occhi vuoti, teste grandi con capelli osceni, corpi goffi e grassi. Fateci caso, sono persone comune che vediamo tutti i giorni! Della semplice ironia?
Fin qua tutto bene, bella grafica, ottima colonna sonora, storia avvincente, ma a me è sembrato di rivedere Full metal alchemist! Il protagonista, Eren Jaeger, è praticamente il clone di Edward Elric: stessa volontà di ferro, capirai quanti sono i protagonisti di anime che rispecchiano questa caratteristica, sì, ma quanti hanno perso entrambi la madre, si arruolano nell'esercito per motivi d'interesse personale e perdono entrambi un braccio e la gamba sinistra? La similitudine fra FMA e AG non si limita soltanto ai protagonisti ma anche ad altri personaggi, infatti ritroviamo somiglianze sorprendenti fra l'amico d'infanzia di Eren, Armin, e Alphonse Elric; fra il caporale Levi e il colonnello Mustang, copia e incolla direi; addirittura fra Mikasa e Winry Rockbel, entrambe orfane di ambo i genitori ed entrambe allevate da dottori, nel primo caso il padre adottivo nonché padre di Eren, nel secondo i genitori naturali. Per non parlare poi del contesto militare, dove governo e difesa s'intrecciano saldamente e quando ciò accade non si può fare a meno che avere complotti segreti, molto coinvolgenti, ma fin troppo prevedibili. La mia provocazione è stata lanciata, provate voi a vedere a distanza di poco tempo questi due anime e poi mi direte. Insomma, l'innovazione non mi sembra il forte di questo anime. Ultima nota stonata, irritante quasi, è quel mezzo incrocio fra "tecnica del richiamo" e "gear third" che usa Eren per... e qua mi fermo. Chissà da dove arriva questo simbolismo.
Concludo dicendo solo che l'anime è senz'altro godibile e avvincente, ma non disperate se non l'avete ancora visto, nessuno ha il diritto vi accusarsi poiché non è tutta 'sta rivoluzione proposta. Penso che serva ben altro genere di storia per risollevare in qualità il palinsesto proposto annualmente.
L'attacco dei Giganti, o meglio, Shingeki no Kyojin (non mi piace chiamarlo in italiano) è un anime action splatter, con parvenze di horror e drammaticità pura. Tratto dall'omonimo manga di Hajime Isayama, l'opera del 2013 si è dimostrata una rivelazione per tutti gli amanti del genere. Dura 25 episodi, e costituisce il primo arco di narrazione del manga originale.
Prima di iniziare ad analizzarlo e di raccontare la trama, vorrei solo dire che ho visto tutti e 25 gli episodi in un giorno solo. Dal primo all'ultimo, non sono riuscito a staccarmi un attimo.
La trama: in un epoca non ben definita di un mondo che non si capisce bene se è quello reale o un'alternativa di esso, gli umani sono messi sotto scacco dai giganti, creature enormi che si cibano di essi. Prossimi all'estinzione, gli ultimi sopravvissuti costruiscono tre grandi mura concentriche, Wall Sina, la più interna che protegge la capitale, Wall Rose e Wall Maria, quella più esterna. Dopo 100 anni di tranquillità, in cui gli umani riescono a rinascere dalle proprie ceneri, ma si ammorbidiscono anche per via della pace, un gigante colossale, alto più delle mura, appare, sfondando il Wall Maria e facendo entrare centinaia di giganti, che in pochissimo tempo costringono gli uomini (ancora una vota decimati) a retrocedere fino al muro successivo. Le vicende vedono protagonisti tre ragazzi, Armin, Mikasa e Eren, il quale vede la madre mangiata da un gigante. Essi si arruoleranno poi nell'esercito per combattere i giganti.
Analizziamo i punti.
La grafica non è eccezionale, i disegni sono spartani ma decisi, fanno capire ciò che provano i personaggi, ciò che significa l'anime stesso. La paura è espressa benissimo nei volti ed i giganti sono disegnati in modo inquietante e buono. Nell'insieme dell'anime la parte visiva è un punto molto importante.
Inizialmente ho trovato i personaggi fastidiosi, infantili e piuttosto inutili. Ma da episodio ad episodio, dopo ogni vicenda, essi crescono, maturano, tutti tranne Eren che, come ogni anime, deve essere il protagonista stupidotto e troppo sicuro di se, come Naruto ad esempio, nel manga anche lui crescerà. Jean è proprio la rappresentazione del concetto, da ragazzo viziato ed egocentrico diventa un buon compagno (senza spoilerare). Unica pecca secondo me: muoiono troppi pochi personaggi principali (Marco). Sempre solo dei disgraziati sconosciuti, poveracci.
Le musiche sono qualcosa di: "oh mio Dio!". Già solo Guren no Yumiya mi ha fatto emozionare, poi Jiyuu no Tsubasa... Semplicemente fantastica. Le ending non sono da meno, anche se non le ho mai ascoltate molto. Le ost all'interno dell'opera sono perfette nell'ambiente. Davvero buono questo punto.
Io non sono un amante del genere action, ma quando mi si presentano opere simili di fronte, non posso fare altro che un inchino all'autore. Geniale ed originale, un anime che ha superato le mie aspettative di gran lunga.
Dire che è consigliato è scontato.
Prima di iniziare ad analizzarlo e di raccontare la trama, vorrei solo dire che ho visto tutti e 25 gli episodi in un giorno solo. Dal primo all'ultimo, non sono riuscito a staccarmi un attimo.
La trama: in un epoca non ben definita di un mondo che non si capisce bene se è quello reale o un'alternativa di esso, gli umani sono messi sotto scacco dai giganti, creature enormi che si cibano di essi. Prossimi all'estinzione, gli ultimi sopravvissuti costruiscono tre grandi mura concentriche, Wall Sina, la più interna che protegge la capitale, Wall Rose e Wall Maria, quella più esterna. Dopo 100 anni di tranquillità, in cui gli umani riescono a rinascere dalle proprie ceneri, ma si ammorbidiscono anche per via della pace, un gigante colossale, alto più delle mura, appare, sfondando il Wall Maria e facendo entrare centinaia di giganti, che in pochissimo tempo costringono gli uomini (ancora una vota decimati) a retrocedere fino al muro successivo. Le vicende vedono protagonisti tre ragazzi, Armin, Mikasa e Eren, il quale vede la madre mangiata da un gigante. Essi si arruoleranno poi nell'esercito per combattere i giganti.
Analizziamo i punti.
La grafica non è eccezionale, i disegni sono spartani ma decisi, fanno capire ciò che provano i personaggi, ciò che significa l'anime stesso. La paura è espressa benissimo nei volti ed i giganti sono disegnati in modo inquietante e buono. Nell'insieme dell'anime la parte visiva è un punto molto importante.
Inizialmente ho trovato i personaggi fastidiosi, infantili e piuttosto inutili. Ma da episodio ad episodio, dopo ogni vicenda, essi crescono, maturano, tutti tranne Eren che, come ogni anime, deve essere il protagonista stupidotto e troppo sicuro di se, come Naruto ad esempio, nel manga anche lui crescerà. Jean è proprio la rappresentazione del concetto, da ragazzo viziato ed egocentrico diventa un buon compagno (senza spoilerare). Unica pecca secondo me: muoiono troppi pochi personaggi principali (Marco). Sempre solo dei disgraziati sconosciuti, poveracci.
Le musiche sono qualcosa di: "oh mio Dio!". Già solo Guren no Yumiya mi ha fatto emozionare, poi Jiyuu no Tsubasa... Semplicemente fantastica. Le ending non sono da meno, anche se non le ho mai ascoltate molto. Le ost all'interno dell'opera sono perfette nell'ambiente. Davvero buono questo punto.
Io non sono un amante del genere action, ma quando mi si presentano opere simili di fronte, non posso fare altro che un inchino all'autore. Geniale ed originale, un anime che ha superato le mie aspettative di gran lunga.
Dire che è consigliato è scontato.
Parliamo dell'anime maggiormente atteso nel 2013 e che (perlomeno per quanto mi riguarda) non ha affatto deluso le aspettative. L'Attacco dei Giganti comincia a dare il meglio di se già dal primo episodio e non è per niente facile gettare le basi di una buona trama premendo sin da subito sull'acceleratore, ma quest'opera dimostra che, se si hanno le capacità di farlo, tutto è possibile. A primo impatto non si può non notare l'eccellente qualità di animazioni e disegni, come del resto avevamo già avuto modo di vedere durante le numerose "preview" antecedenti alla messa in onda vera e propria di quest'opera, scongiurando così il timore di trovarsi dinnanzi ai disegni decisamente bruttini (a dir poco) presenti nella versione cartacea di quest'anime.
A colpire non è solo questo, a colpire vi sono anche una trama originale e ben congegnata che tiene letteralmente attaccati allo schermo con la bramosia di non potersi fermare prima di aver scoperto gli sviluppi dell'episodio successivo e una soundtrack decisamente curatissima che enfatizza nel migliore dei modi gli stati del momento, l'azione, la disperazione, la grinta...
Sotto il punto di vista tecnico dunque L'attacco dei giganti dovrebbe essere quasi completamente esente da qualsiasi tipo di appunto, si è svolto un lavoro decisamente straordinario.
Molto curata anche la caratterizzazione dei tantissimi personaggi e ben gestito lo sviluppo dei suddetti, perlomeno nei casi in cui non dovremo vederli morire "prematuramente" cosa che può senz'altro succedere, in un susseguo di colpi di scena sembra non esistere il personaggio "intoccabile", anche i "pezzi grossi" potrebbero lasciarci da un momento all'altro, il rapporto con la morte è praticamente "quotidiano" quest'aspetto è rappresentato molto bene com'è giusto che sia in un contesto di questo genere e sono anche queste cose a rendere grande una storia di questo tipo, non avere nessuna certezza su chi vivrà e chi ci lascerà.
Se solo non fosse che la serie è completamente priva di un finale avrei quasi certamente assegnato la valutazione massima, posso senza ombra di dubbio citare quest'opera tra quelle che più sono riuscite ad appassionarmi, gli episodi sono volati via velocemente quasi senza accorgermene. Non mi accadeva da parecchio tempo, sono solito procedere abbastanza a rilento ma, in questo caso, l'attesa tra un episodio e l'altro era quasi un'agonia, c'è solo da sperare che un proseguo non si faccia aspettare troppo a lungo, c'è solo da sperare che un proseguo venga davvero realizzato, onde evitare che un capolavoro di questo tipo resti incompleto, sarebbe davvero un peccato mortale!
A colpire non è solo questo, a colpire vi sono anche una trama originale e ben congegnata che tiene letteralmente attaccati allo schermo con la bramosia di non potersi fermare prima di aver scoperto gli sviluppi dell'episodio successivo e una soundtrack decisamente curatissima che enfatizza nel migliore dei modi gli stati del momento, l'azione, la disperazione, la grinta...
Sotto il punto di vista tecnico dunque L'attacco dei giganti dovrebbe essere quasi completamente esente da qualsiasi tipo di appunto, si è svolto un lavoro decisamente straordinario.
Molto curata anche la caratterizzazione dei tantissimi personaggi e ben gestito lo sviluppo dei suddetti, perlomeno nei casi in cui non dovremo vederli morire "prematuramente" cosa che può senz'altro succedere, in un susseguo di colpi di scena sembra non esistere il personaggio "intoccabile", anche i "pezzi grossi" potrebbero lasciarci da un momento all'altro, il rapporto con la morte è praticamente "quotidiano" quest'aspetto è rappresentato molto bene com'è giusto che sia in un contesto di questo genere e sono anche queste cose a rendere grande una storia di questo tipo, non avere nessuna certezza su chi vivrà e chi ci lascerà.
Se solo non fosse che la serie è completamente priva di un finale avrei quasi certamente assegnato la valutazione massima, posso senza ombra di dubbio citare quest'opera tra quelle che più sono riuscite ad appassionarmi, gli episodi sono volati via velocemente quasi senza accorgermene. Non mi accadeva da parecchio tempo, sono solito procedere abbastanza a rilento ma, in questo caso, l'attesa tra un episodio e l'altro era quasi un'agonia, c'è solo da sperare che un proseguo non si faccia aspettare troppo a lungo, c'è solo da sperare che un proseguo venga davvero realizzato, onde evitare che un capolavoro di questo tipo resti incompleto, sarebbe davvero un peccato mortale!
Giganti che divorano uomini. Mi sono avvicinato a quest'anime con una buona dose di curiosità, nonché di scetticismo. Ma al di là del singolo parere, che sia bello o brutto, è indubbio che si tratta di un'opera che fa discutere; e già questa è una cosa positiva. Perché se qualcosa attira così tanto l'attenzione significa che colpisce, nel bene o nel male. Che provochi stupore, fascino, fastidio o disprezzo, per certi versi poco importa. Quello che conta è che è in grado di suscitare emozioni forti, autentiche e spontanee.
Personalmente ho trovato "L'attacco dei giganti" un'anime solido, con un'identità, con un'idea precisa e coerente. Già dalle prime puntate si ha la sensazione che c'è qualcos'altro, al di là di uno statico mondo infestato da giganti umanoidi. C'è un intreccio, c'è una storia, c'è della suspance. Ma quello che più conta è che ci sono dei personaggi vivi, veri, con reazioni umane. Paura, gioia, esaltazione e sconforto. Tutto si mescola e si esalta.
La sensazione che si percepisce per tutto il corso dell'anime è di prigionia, di chiusura, in un una dimensione in cui il mondo è definito da delle alte mura in pietra che nascondono il cielo, l'orizzonte, la libertà. Tutto. Mura che difendono e che opprimono, santificate e odiate al tempo stesso. Mura della speranza e della rassegnazione. Un ruolo ambivalente e contraddittorio, che riflette sostanzialmente un'umanità che reagisce, che vuole continuare a lottare, e un'umanità che invece si arrende.
Insomma, in questo anime coesistono degli opposti e gli spunti di riflessione possono essere numerosi. Come ad esempio la grande somiglianza che hanno i giganti con gli uomini, come a dire che la peggiore minaccia per l'uomo è l'uomo stesso. Come per dire che il mondo è dei forti che schiacciano i deboli. Come per dire che non si può sfuggire dalla propria natura crudele.
Ed è proprio questo che mi ha colpito più di tutto, il fatto che venga continuamente rimarcato dai personaggi che "il mondo è crudele". E l'interrogativo che ci lascia può essere sostanzialmente racchiuso in questa frase detta da uno dei protagonisti: "Se anche uccidessimo tutti i titani, sarebbe davvero una vittoria per l'umanità?"
Personalmente ho trovato "L'attacco dei giganti" un'anime solido, con un'identità, con un'idea precisa e coerente. Già dalle prime puntate si ha la sensazione che c'è qualcos'altro, al di là di uno statico mondo infestato da giganti umanoidi. C'è un intreccio, c'è una storia, c'è della suspance. Ma quello che più conta è che ci sono dei personaggi vivi, veri, con reazioni umane. Paura, gioia, esaltazione e sconforto. Tutto si mescola e si esalta.
La sensazione che si percepisce per tutto il corso dell'anime è di prigionia, di chiusura, in un una dimensione in cui il mondo è definito da delle alte mura in pietra che nascondono il cielo, l'orizzonte, la libertà. Tutto. Mura che difendono e che opprimono, santificate e odiate al tempo stesso. Mura della speranza e della rassegnazione. Un ruolo ambivalente e contraddittorio, che riflette sostanzialmente un'umanità che reagisce, che vuole continuare a lottare, e un'umanità che invece si arrende.
Insomma, in questo anime coesistono degli opposti e gli spunti di riflessione possono essere numerosi. Come ad esempio la grande somiglianza che hanno i giganti con gli uomini, come a dire che la peggiore minaccia per l'uomo è l'uomo stesso. Come per dire che il mondo è dei forti che schiacciano i deboli. Come per dire che non si può sfuggire dalla propria natura crudele.
Ed è proprio questo che mi ha colpito più di tutto, il fatto che venga continuamente rimarcato dai personaggi che "il mondo è crudele". E l'interrogativo che ci lascia può essere sostanzialmente racchiuso in questa frase detta da uno dei protagonisti: "Se anche uccidessimo tutti i titani, sarebbe davvero una vittoria per l'umanità?"
L'ho guardata con piacere, nonostante avessi già letto il manga e di solito fatico a seguire i titoli che ho già avuto modo di apprezzare in versione cartacea. Secondo il mio parere L'Attacco dei Giganti rende di più in versione animata: come prima cosa gode di un aspetto grafico più curato, cosa tra l'altro non difficile da ipotizzare visto che il manga non splende per il suo disegno. Non sono il character design mi piace, ma vi sono sequenze d'azione davvero ben realizzate e con un'intelligente uso di computer grafica. Conseguenza di questo è che anche i personaggi risultano molto più riconoscibili, nel manga avevo qualche problema, complice anche il divario temporale tra una uscita e l'altra, a riconoscerne al volo alcuni. Inoltre, data la tipologia del titolo, vedere alcune sequenze animate, con effetti, sangue e colori, le rende ancora più forti e fa crescere ulteriormente l'apprensione e il coinvolgimento motivo dello spettatore. A questo aggiungiamo un ottimo comparto audio, che parte da una splendida sigla iniziale e passa per delle background music ben scelte. Spesso ci si trova attaccati allo schermo, senza accorgersi del passare del tempo, anche quando, come nel mio caso, si sa già come sarebbero andate le cose.
Dal punto di vista tecnico si tratta di una trasposizione molto ben fatta, a livello di realizzazione merita il massimo dei voti.
Molto curata anche la regia, mentre la sceneggiatura non è esente da pecche: per prima cosa, soprattutto all'inizio e nel finale, sono state fatte delle scelte leggermente diverse dal manga. Se le iniziali le trovo azzeccate, mi ha meno convinto a livello di trama la fine di questa prima stagione, pur essendo comunque coinvolgente e d'effetto. Il secondo problema, il principale, è che 25 episodi non sono pochi e il materiale a disposizione non è che fosse così tanto. Ci sono pertanto degli episodi che risultano piuttosto lenti, quasi d'attesa tra uno scontro e l'altro, e queste frenate non sempre riescono ad offrire dialoghi o spunti interessanti, né danno ulteriore spessore ai personaggi. Si tratta a tutti gli effetti di episodi un po' sottotono, anche se ammetto che la serie non ne soffre in modo eccessivo e rimane nel complesso ben ritmata.
Nel complesso ho preferito l'anime al manga. Aspetto e guarderò con piacere la seconda stagione.
Credo sia un'ottima serie da mostrare agli amici "non così appassionati come noi" di anime e manga, molto probabilmente la divoreranno.
Dal punto di vista tecnico si tratta di una trasposizione molto ben fatta, a livello di realizzazione merita il massimo dei voti.
Molto curata anche la regia, mentre la sceneggiatura non è esente da pecche: per prima cosa, soprattutto all'inizio e nel finale, sono state fatte delle scelte leggermente diverse dal manga. Se le iniziali le trovo azzeccate, mi ha meno convinto a livello di trama la fine di questa prima stagione, pur essendo comunque coinvolgente e d'effetto. Il secondo problema, il principale, è che 25 episodi non sono pochi e il materiale a disposizione non è che fosse così tanto. Ci sono pertanto degli episodi che risultano piuttosto lenti, quasi d'attesa tra uno scontro e l'altro, e queste frenate non sempre riescono ad offrire dialoghi o spunti interessanti, né danno ulteriore spessore ai personaggi. Si tratta a tutti gli effetti di episodi un po' sottotono, anche se ammetto che la serie non ne soffre in modo eccessivo e rimane nel complesso ben ritmata.
Nel complesso ho preferito l'anime al manga. Aspetto e guarderò con piacere la seconda stagione.
Credo sia un'ottima serie da mostrare agli amici "non così appassionati come noi" di anime e manga, molto probabilmente la divoreranno.
Da molti mesi si attendeva qualche lavoro nuovo, originale, rivoluzionario. Nel 2013 Shingeki no kyojin (L'attacco dei giganti) irrompe negli schermi di tutto il mondo con prepotenza, issandosi in vetta alle classifiche dei migliori anime di sempre. L'umanità è ridotta allo stremo dall'arrivo di migliaia di giganti famelici che sembrano nutrirsi più per hobby che per vero bisogno fisico. All'interno di altissime mura, l'umanità riesce a trovare qualche decennio di pace, ma le preoccupazioni maggiori stanno per arrivare...
La trama è davvero divina, un contorno survival pensato in modo originale. I personaggi sono stati studiati alla perfezione, chi può offrire ossigeno alla storia sopravvive, chi è inutile muore (cosa che piace molto a qualsiasi tipo di spettatore). Graficamente non si discute il lavoro degli animatori che hanno aggiunto dei bellissimi sfondi, spesso mancanti nel manga. Le azioni nei combattimenti sono sempre lineari e facilmente intuibili. Ottima la tridimensionalità offerta.
Infine, personalmente ritengo che il vero punto di forza di Shingeki no kyojin sia la "realtà" dei personaggi nei confronti delle situazione. A differenza di molti anime che sfiorano l'impossibile quanto a coraggio o forza, qui gli umani si trovano spesso a farsi coraggio l'un l'altro per poi ritrattare nel momento caldo, facendosi vincere dalla paura della morte. Da sottolineare anche come viene rappresentata la disperazione, i sentimenti più terribili si possono quasi toccare con mano. Nel complesso, un'opera che non ha punti deboli, in attesa della seconda stagione che quasi certamente verrà prodotta, lo consiglio vivamente a tutti.
La trama è davvero divina, un contorno survival pensato in modo originale. I personaggi sono stati studiati alla perfezione, chi può offrire ossigeno alla storia sopravvive, chi è inutile muore (cosa che piace molto a qualsiasi tipo di spettatore). Graficamente non si discute il lavoro degli animatori che hanno aggiunto dei bellissimi sfondi, spesso mancanti nel manga. Le azioni nei combattimenti sono sempre lineari e facilmente intuibili. Ottima la tridimensionalità offerta.
Infine, personalmente ritengo che il vero punto di forza di Shingeki no kyojin sia la "realtà" dei personaggi nei confronti delle situazione. A differenza di molti anime che sfiorano l'impossibile quanto a coraggio o forza, qui gli umani si trovano spesso a farsi coraggio l'un l'altro per poi ritrattare nel momento caldo, facendosi vincere dalla paura della morte. Da sottolineare anche come viene rappresentata la disperazione, i sentimenti più terribili si possono quasi toccare con mano. Nel complesso, un'opera che non ha punti deboli, in attesa della seconda stagione che quasi certamente verrà prodotta, lo consiglio vivamente a tutti.
La mia bacheca di Tumblr si era riempita di gif e fanart riguardanti questo anime, senza contare tutti quelli che me l'hanno consigliato, per cui, anche solo per decidere se blacklistare tutto o iniziare a rebloggare, mi sono presa del tempo per guardarlo. Sinceramente, ne avevo un po' paura, sia perché quando hai hype riguardante qualcosa, è più probabile restare deluso che soddisfatto, sia perché io tendo ad affezionarmi molto alle cose che leggo e a restarci parecchio male, e sapevo che l'Attacco dei Giganti era un manga che non addolciva le cose. Fortunatamente, entrambe le cose sono state disattese.
In una specie di Medioevo alternativo, gli uomini sono costretti a vivere all'interno di tre muraglie per via dell'esistenza dei Giganti (o Titani, ancora non ho capito quale sia la traduzione più corretta), enormi essere umanoidi il cui scopo pare essere quello di distruggere l'intera umanità, dato che sgranocchiano gli uomini allegramente pur non avendo necessità reale di cibarsene.
Già da questa prima trama, si capiscono due cose essenziali. La prima è che si tratta di una storia estremamente cruda, terribile, con scene poste anche in una maniera per risultare il più angosciante possibile. I disegni dei giganti passano dall'essere spaventoso all'essere disgustoso all'essere grottesco, questi enormi bambolotti nudi e assessuati che corrono sgraziatamente quasi come dei neonati che allungano le mani senza sapere bene cosa stanno afferrando. Come avevo previsto, nulla viene addolcito, i personaggi sono più carne da macello che altro e le scene splatter o violente non sono poste tanto per fare scena, ma risultano quasi poetiche nel rendere la crudezza di questo mondo dove vige la legge del più forte e sono tutti sacrificabili per un bene superiore.
Questo però porta il primo problema che ho riscontrato nella visione, cioè l'assenza totale di empatia provata con i personaggi. Per dire, se la storia finisse con i giganti che banchettano sui resti dell'ultimo muro, non me ne importerebbe nulla, e considerato che ho iniziato quest'anime con la paura di piangere ad ogni morte, non so se prenderlo come un fattore del tutto negativo. Pur essendoci infatti il gruppo dei protagonisti, l'Attacco dei Giganti è un manga estremamente corale, che per di più tende a manifestare gli istinti più bassi degli uomini, il che mi ha reso molto difficile trovare qualcuno da apprezzare o a cui affezionarmi. I personaggi sono tanti, troppi considerando che molti di loro diventano cibo per i giganti ancora prima di aver la possibilità di farsi conoscere, altri spariscono per un sacco di tempo e quanto tornano c'è altro a cui pensare che al loro ritorno. Un anime che fa della morte il protagonista principale, trovo poi che sia una pecca alzare le spalle senza disperarsi per tutte queste morti o sentirsi in qualche modo coinvolti. Soprattutto, è anche difficile immedesimarsi nel dolore dei sopravvissuti, quando le relazioni fra di loro ci sono state mostrate in modo superficiale (unica eccezione, per ovvi motivi, i tre protagonisti). Almeno, per me è stato così, totale indifferenza per chiunque, anche per quelli potenzialmente più interessanti.
Ciò però non significa che i personaggi siano caratterizzati male, tutt'altro. Anzi, come ho detto molti presentano certe bassezze umane, lotte per la sopravvivenza a costo di sacrificare gli altri, suicidi, codardie, ipocrisie anche se a fin di bene, inganni, che ciò che viene presentato è sicuramente un vasto variegato di caratteristiche realistiche, pur in personaggi che, per ragioni di trama, vengono presentati pochissimo. Anzi, i pochi che presentano caratteristiche positive, come ad esempio il protagonista, sono quelli che in media prendono le peggiori batoste, sia fisicamente sia mentalmente.
La seconda cosa essenziale della trama sono, ovviamente, i misteri che porta con sé. Cosa sono esattamente in giganti, che sembrano creature quasi immortali? Da dove arrivano? Cos'è successo in passato? E man mano che la trama procede, per una cosa che si spiega si aprono diverse possibilità e potenzialità. Il merito di questi venticinque episodi non è affatto svelarti qualcosa, ma portarti a voler andare avanti alla seconda serie, dopo averti dato le basi per capire cosa sta succedendo.
Questo porta alla seconda problematica che ho riscontrato nella visione. Arrivata all'incirca all'episodio 20, mi sono guardata indietro e mi sono detta "com'è che non è ancora successo niente?" Ora, in realtà è ovvio che questo non è vero, in 20 episodi succede abbastanza, ma ciò nonostante ho l'impressione che ci sia un disequilibro tra i fatti accaduti e il tempo speso per questi fatti. Non voglio dare totalmente la colpa all'anime, dato che è un pezzo che non ne guardo e magari è semplicemente il ritmo normale in certe situazioni, ma ammetto di essermi sentita parecchi frustrata della cosa. Se lo scopo fosse stato farmi partecipe della stessa frustrazione che provano i personaggi a non sapere ancora nulla dei giganti e a combattere praticamente per niente, allora missione riuscita. Nell'altro caso, un po' di noia c'è stata. Nulla di eccessivo, anche perché non è che pensassi di poter ottenere tutto subito, ma soprattutto se paragonato al casino che succede negli ultimi episodi (e che penso continuerà nella seconda serie) la prima parte è veramente solo una lenta preparazione.
Il secondo problema in realtà è un non-problema, nel senso che me li faccio solo io 'sti problemi. Il setting di Attacco dei Giganti mi è piaciuto molto, sia per il fatto di questo Medioevo alternativo con tecnologie adatte a sconfiggere i giganti, sia perché i personaggi ormai non hanno ricordi del mondo esterno, tanto da non sapere nemmeno che esistono gli oceani. Dall'altro, però, mi è stata messa la pulce nell'orecchio riguardo alla presenza rara di persone provenienti dall' "oriente". Questo perché ho iniziato a domandarmi esattamente come sia fatto questo mondo immaginario, se gli uomini adesso si trovano più o meno dove sarebbe l'Europa e persone orientali o di colore sono rare (personaggi di colore non ce ne sono, tra l'altro... Il che mi fa chiedere se i pochi rimasti siano davvero considerati essere speciali da vendere ai nobili oppure se si siano completamente estinti), anche magari per capire da dove si è sviluppato l'arrivo di questi misteriosi Giganti. In fondo, i nomi sembrano inglesi-francesizzanti. Mi rendo conto che sia un problema di poco conto, ma non avrei avuto mai il tarlo se l'autore stesso non avesse nominato l'oriente. Sicuramente in futuro avremo tutte le spiegazioni riguardanti i Giganti e il loro arrivo, per lo meno me lo auguro, ma ho il sospetto, spero infondato, che invece non ne sapremo di più sul mondo esterno, che sia stata una cosa lanciata lì per creare mistero sull'esterno per poi non essere mai più ripresa. Felicissima di sbagliarmi, ovviamente.
Nota di merito alle opening, le ho adorate, soprattutto la seconda (più la musica del video, a dire la verità). Anche comunque il modo di impostare le scene, la musica, è tutto funzionale al messaggio che si vuole dare e funziona perfettamente.
Chiaramente, l'Attacco dei Giganti non finisce, anzi, le ultime puntate aprono altri archi potenzialmente più interessanti di quelli visti finora, quindi il futuro spettatore deve sapere che resterà appeso ma con la probabilità di avere un futuro seguito. Resta comunque una visione piacevole (per quanto non sono sicura che vedere cadaveri ad ogni piè sospinto lo sia!), interessante e assolutamente consigliata.
In una specie di Medioevo alternativo, gli uomini sono costretti a vivere all'interno di tre muraglie per via dell'esistenza dei Giganti (o Titani, ancora non ho capito quale sia la traduzione più corretta), enormi essere umanoidi il cui scopo pare essere quello di distruggere l'intera umanità, dato che sgranocchiano gli uomini allegramente pur non avendo necessità reale di cibarsene.
Già da questa prima trama, si capiscono due cose essenziali. La prima è che si tratta di una storia estremamente cruda, terribile, con scene poste anche in una maniera per risultare il più angosciante possibile. I disegni dei giganti passano dall'essere spaventoso all'essere disgustoso all'essere grottesco, questi enormi bambolotti nudi e assessuati che corrono sgraziatamente quasi come dei neonati che allungano le mani senza sapere bene cosa stanno afferrando. Come avevo previsto, nulla viene addolcito, i personaggi sono più carne da macello che altro e le scene splatter o violente non sono poste tanto per fare scena, ma risultano quasi poetiche nel rendere la crudezza di questo mondo dove vige la legge del più forte e sono tutti sacrificabili per un bene superiore.
Questo però porta il primo problema che ho riscontrato nella visione, cioè l'assenza totale di empatia provata con i personaggi. Per dire, se la storia finisse con i giganti che banchettano sui resti dell'ultimo muro, non me ne importerebbe nulla, e considerato che ho iniziato quest'anime con la paura di piangere ad ogni morte, non so se prenderlo come un fattore del tutto negativo. Pur essendoci infatti il gruppo dei protagonisti, l'Attacco dei Giganti è un manga estremamente corale, che per di più tende a manifestare gli istinti più bassi degli uomini, il che mi ha reso molto difficile trovare qualcuno da apprezzare o a cui affezionarmi. I personaggi sono tanti, troppi considerando che molti di loro diventano cibo per i giganti ancora prima di aver la possibilità di farsi conoscere, altri spariscono per un sacco di tempo e quanto tornano c'è altro a cui pensare che al loro ritorno. Un anime che fa della morte il protagonista principale, trovo poi che sia una pecca alzare le spalle senza disperarsi per tutte queste morti o sentirsi in qualche modo coinvolti. Soprattutto, è anche difficile immedesimarsi nel dolore dei sopravvissuti, quando le relazioni fra di loro ci sono state mostrate in modo superficiale (unica eccezione, per ovvi motivi, i tre protagonisti). Almeno, per me è stato così, totale indifferenza per chiunque, anche per quelli potenzialmente più interessanti.
Ciò però non significa che i personaggi siano caratterizzati male, tutt'altro. Anzi, come ho detto molti presentano certe bassezze umane, lotte per la sopravvivenza a costo di sacrificare gli altri, suicidi, codardie, ipocrisie anche se a fin di bene, inganni, che ciò che viene presentato è sicuramente un vasto variegato di caratteristiche realistiche, pur in personaggi che, per ragioni di trama, vengono presentati pochissimo. Anzi, i pochi che presentano caratteristiche positive, come ad esempio il protagonista, sono quelli che in media prendono le peggiori batoste, sia fisicamente sia mentalmente.
La seconda cosa essenziale della trama sono, ovviamente, i misteri che porta con sé. Cosa sono esattamente in giganti, che sembrano creature quasi immortali? Da dove arrivano? Cos'è successo in passato? E man mano che la trama procede, per una cosa che si spiega si aprono diverse possibilità e potenzialità. Il merito di questi venticinque episodi non è affatto svelarti qualcosa, ma portarti a voler andare avanti alla seconda serie, dopo averti dato le basi per capire cosa sta succedendo.
Questo porta alla seconda problematica che ho riscontrato nella visione. Arrivata all'incirca all'episodio 20, mi sono guardata indietro e mi sono detta "com'è che non è ancora successo niente?" Ora, in realtà è ovvio che questo non è vero, in 20 episodi succede abbastanza, ma ciò nonostante ho l'impressione che ci sia un disequilibro tra i fatti accaduti e il tempo speso per questi fatti. Non voglio dare totalmente la colpa all'anime, dato che è un pezzo che non ne guardo e magari è semplicemente il ritmo normale in certe situazioni, ma ammetto di essermi sentita parecchi frustrata della cosa. Se lo scopo fosse stato farmi partecipe della stessa frustrazione che provano i personaggi a non sapere ancora nulla dei giganti e a combattere praticamente per niente, allora missione riuscita. Nell'altro caso, un po' di noia c'è stata. Nulla di eccessivo, anche perché non è che pensassi di poter ottenere tutto subito, ma soprattutto se paragonato al casino che succede negli ultimi episodi (e che penso continuerà nella seconda serie) la prima parte è veramente solo una lenta preparazione.
Il secondo problema in realtà è un non-problema, nel senso che me li faccio solo io 'sti problemi. Il setting di Attacco dei Giganti mi è piaciuto molto, sia per il fatto di questo Medioevo alternativo con tecnologie adatte a sconfiggere i giganti, sia perché i personaggi ormai non hanno ricordi del mondo esterno, tanto da non sapere nemmeno che esistono gli oceani. Dall'altro, però, mi è stata messa la pulce nell'orecchio riguardo alla presenza rara di persone provenienti dall' "oriente". Questo perché ho iniziato a domandarmi esattamente come sia fatto questo mondo immaginario, se gli uomini adesso si trovano più o meno dove sarebbe l'Europa e persone orientali o di colore sono rare (personaggi di colore non ce ne sono, tra l'altro... Il che mi fa chiedere se i pochi rimasti siano davvero considerati essere speciali da vendere ai nobili oppure se si siano completamente estinti), anche magari per capire da dove si è sviluppato l'arrivo di questi misteriosi Giganti. In fondo, i nomi sembrano inglesi-francesizzanti. Mi rendo conto che sia un problema di poco conto, ma non avrei avuto mai il tarlo se l'autore stesso non avesse nominato l'oriente. Sicuramente in futuro avremo tutte le spiegazioni riguardanti i Giganti e il loro arrivo, per lo meno me lo auguro, ma ho il sospetto, spero infondato, che invece non ne sapremo di più sul mondo esterno, che sia stata una cosa lanciata lì per creare mistero sull'esterno per poi non essere mai più ripresa. Felicissima di sbagliarmi, ovviamente.
Nota di merito alle opening, le ho adorate, soprattutto la seconda (più la musica del video, a dire la verità). Anche comunque il modo di impostare le scene, la musica, è tutto funzionale al messaggio che si vuole dare e funziona perfettamente.
Chiaramente, l'Attacco dei Giganti non finisce, anzi, le ultime puntate aprono altri archi potenzialmente più interessanti di quelli visti finora, quindi il futuro spettatore deve sapere che resterà appeso ma con la probabilità di avere un futuro seguito. Resta comunque una visione piacevole (per quanto non sono sicura che vedere cadaveri ad ogni piè sospinto lo sia!), interessante e assolutamente consigliata.
Stupenda! Questa è la prima cosa che ho pensato dopo poche puntate, finendo per divorarle tutte e 25 nel giro di tre giorni, che per i miei standard sono davvero pochi.
Successivamente non ho resistito alla tentazione di leggere il manga dato che la storia mi stava piacendo un sacco quindi posso anche fare delle piccole comparazioni tra anime e manga.
Tralascio la trama visto che è già scritta nella scheda dell'anime e passo direttamente ai personaggi, che sinceramente a volte sono la nota stonata di tutta l'opera. Il protagonista è forse il più stereotipato di tutti, concentrato sulla vendetta e senza (o quasi) compassione e sentimenti verso i compagni, in lui ho visto solo rabbia, voglia di combattere e di proteggere tutti come in tutti gli shounen. Ha vicino delle persone che sono molto umane come il suo migliore amico, il quale ha avuto in 25 puntate una crescita importante, cosa davvero bella, oppure Mikasa, sua "sorellastra" anche lei un po' troppo stereotipata, decisamente troppo attaccata ad Eren (il protagonista), anche se spero che i motivi del suo attaccamento ci vengano spiegati meglio nelle serie successive. Tutti gli altri personaggi sono parte attiva con caratterizzazione propria, dai superiori ai compagni dei "tre" protagonisti.
La narrazione è davvero veloce e rapida, tra un attacco e l'altro dei giganti ci viene mostrata l'impotenza dell'umanità e numerose morti.
I buchi nella trama sono davvero molti, ma come ho letto nel manga (che prevedo interminabile stile Naruto e One Piece), iniziano piano piano ad essere tappati così che ogni tassello inizia piano piano ad essere messo al suo posto.
La grafica mi è piaciuta molto, e qua posso dire che, rispetto all'anime, i disegni del manga sono decisamente peggiori e in più i bei combattimenti non possono essere ben resi come appunto nell'anime. Fondamentali sono anche le musiche, bellissime, alla quali vanno aggiunti i momenti di silenzio che fanno capire l'angoscia delle persone in alcuni momenti.
Non so che altro aggiungere, anzi più che altro non mi viene altro in mente ora, perché mi è piaciuto così tanto che potrei parlare di ogni singolo membro del corpo di ricognizione. Consiglio la visione a tutti quegli appassionati di azione e combattimenti a cui interessa una bella trama di sottofondo.
Successivamente non ho resistito alla tentazione di leggere il manga dato che la storia mi stava piacendo un sacco quindi posso anche fare delle piccole comparazioni tra anime e manga.
Tralascio la trama visto che è già scritta nella scheda dell'anime e passo direttamente ai personaggi, che sinceramente a volte sono la nota stonata di tutta l'opera. Il protagonista è forse il più stereotipato di tutti, concentrato sulla vendetta e senza (o quasi) compassione e sentimenti verso i compagni, in lui ho visto solo rabbia, voglia di combattere e di proteggere tutti come in tutti gli shounen. Ha vicino delle persone che sono molto umane come il suo migliore amico, il quale ha avuto in 25 puntate una crescita importante, cosa davvero bella, oppure Mikasa, sua "sorellastra" anche lei un po' troppo stereotipata, decisamente troppo attaccata ad Eren (il protagonista), anche se spero che i motivi del suo attaccamento ci vengano spiegati meglio nelle serie successive. Tutti gli altri personaggi sono parte attiva con caratterizzazione propria, dai superiori ai compagni dei "tre" protagonisti.
La narrazione è davvero veloce e rapida, tra un attacco e l'altro dei giganti ci viene mostrata l'impotenza dell'umanità e numerose morti.
I buchi nella trama sono davvero molti, ma come ho letto nel manga (che prevedo interminabile stile Naruto e One Piece), iniziano piano piano ad essere tappati così che ogni tassello inizia piano piano ad essere messo al suo posto.
La grafica mi è piaciuta molto, e qua posso dire che, rispetto all'anime, i disegni del manga sono decisamente peggiori e in più i bei combattimenti non possono essere ben resi come appunto nell'anime. Fondamentali sono anche le musiche, bellissime, alla quali vanno aggiunti i momenti di silenzio che fanno capire l'angoscia delle persone in alcuni momenti.
Non so che altro aggiungere, anzi più che altro non mi viene altro in mente ora, perché mi è piaciuto così tanto che potrei parlare di ogni singolo membro del corpo di ricognizione. Consiglio la visione a tutti quegli appassionati di azione e combattimenti a cui interessa una bella trama di sottofondo.
Tratto da: Shingeki no Kyōjin, manga di Isayama Hajime.
Trama: La conoscete tutti, suvvia, non mentite. Comunque, gli umani sono stati quasi sterminati dalla potenza distruttiva dei Giganti. I Giganti sono esseri mostruosi, apparentemente senza intelligenza, che divorano gli esseri umani non per cibarsi, ma per puro piacere personale. Un numero ridotto di umani è riuscito a sopravvivere, decidendo di vivere all'interno di tre cinte murarie concentriche, che proteggono l'ultima (o almeno, così si crede) roccaforte dell'umanità, essendo più alte del più alto dei Giganti. La storia inizia quando, inaspettatamente, dopo un periodo di pace durato 100 anni, un Gigante Colossale, alto più di 50 metri, distrugge una delle cinta murarie, permettendo agli altri Giganti di "abbuffarsi". Il protagonista, Eren, assiste alla morte della madre, mangiata viva da uno dei Giganti penetrati nelle mura. Insieme al suo amico d'infanzia Armin e alla sorella adottiva Mikasa, decide di entrare nell'Esercito, giurando vendetta.
Considerazioni: Si tratterebbe di una delle serie primaverili, ma, durando 25 settimane, è stata trasmessa anche in estate. Segue fedelmente l'opera originale e, per una pignola come me che ha letto prima il manga, questo è un fattore importantissimo. Inoltre, il mangaka ha avuto il permesso di far animare alcune scene (dall'episodio 22 in poi) che non aveva potuto inserire nell'opera cartacea, dato il successo strepitoso della serie.
Ma ora, passando a cose più concrete...
I personaggi sono tutti caratterizzati divinamente, al punto che non si riesce a sceglierne uno preferito. C'è una gran varietà di personalità, atteggiamenti, modi di affrontare la realtà ed è forse proprio questa grande differenza il punto di forza del manga/anime. Ovviamente la trama è quello che conta veramente, ma senza personaggi dalla presenza altrettanto forte, l'opera scadrebbe davvero molto. E a proposito della trama, non potrebbe essere più appassionante e avvincente, con un plot twist ogni due pagine, verosimile nelle reazioni dei pg (se solo i Giganti esistessero davvero, ma fidatevi, preferisco che restino sulla carta o dietro ad uno schermo) e dolorosa.
Per quanto riguarda le animazioni non so che dire. Varia da scene "wow che cosa splendida, quanti cavolo di fotogrammi hanno usato, wow che inquadratura non riesco a crederci" a facce e corpi "derpissimi" e riciclo di scene piuttosto importanti, tanto che si è parlato di "Shingeki no Budget", per scherzare. Tuttavia, tenendo conto dei meravigliosi scenari e delle animazioni sciolte (e delle facce derp che scompariranno nella versione BD), non posso che dare un voto positivo.
Ovviamente poi non posso tralasciare la sezione seiyuu, ossia i doppiatori giapponesi. Che dire, davvero, il doppiaggio è meraviglioso. C'è Kaji Yuuki, rivelazione del secolo, seriamente. Principalmente ha sempre rivestito i panni di personaggi "carini e coccolosi", ma ultimamente sta davvero sbocciando. E sono contenta, perché ha una voce meravigliosa e delle capacità degne del Premio di Miglior Seiyuu dell'anno (che ha già vinto in precedenza). Kaji Yuuki in SnK interpreta Eren, il protagonista "sempre incazzato" (che poi non è vero, ma il fandom lo vede così e... Unf.), che nei momenti degli scoppi d'ira fa venire la pelle d'oca con la sua voce. Davvero.
<b>SPOILER</b>
Provate ad ascoltare l'episodio 13 (mi pare), insomma, quello in cui Eren si trasforma in Gigante per parare la cannonata, tanto per fare un esempio. Vi farà venire i brividi. E sempre in quell'episodio, c'è una Marina Inoue, doppiatrice di Armin, favolosa. <b>FINE SPOILER</b>
Stessa cosa per gli altri doppiatori, ci mancherebbe altro. Sono tutti fantastici, hanno fatto un lavoro fenomenale. Ci sono Hiroshi Kamiya (Rivaille) e Ono Daisuke (Erwin), per chi fosse interessato alla coppia, che ormai, si sa, sono quasi inseparabili. E guarda caso, interpretano spesso personaggi legati da profondi legami.
Altro punto forte è la Official Sountrack. Hiroyuki Sawano è veramente un genio, ogni traccia che compone è stupenda e perfettamente adatta alla situazione. L'avevo già apprezzato per la OST di Guilty Crown (forse l'unica cosa positiva di quell'ammasso disordinato di idee) e devo ammettere che mi sorprende sempre di più. La sua collaborazione con Mika Kobayashi è sempre fenomenale e lo stesso discorso vale per le tracce con mpi.
Passando al fandom (aspetto da non trascurare, ma che non influisce sul godimento dell'opera), l'unica cosa negativa è, come per ogni opera famosa, la presenza di pecore nere, che rovinano tutto il divertimento, stravolgono i personaggi o, ancora peggio, non li capiscono affatto, bashandoli spietatamente (vedi haters di Armin). Poi ci sono invece quelle creature che dovrebbero essere mitologiche, ma che invece purtroppo esistono, che "a me SnK fa schifo perché è mainstream". Ok, ti perdi un'opera meravigliosa, rispetto la tua decisione di non guardarla/leggerla, ma almeno non dire che "fa schifo" per un motivo del genere.
Concludo dicendo che L'attacco dei Giganti è un'opera che non appartiene, come dicono alcuni, alla categoria delle meteore, era già famosissimo prima dell'anime (aveva vinto un premio nel lontano 2011 come miglior Shounen Manga dell'anno) e che sono sicura continuerà ad esserlo. E credo proprio che la qualità della narrazione non calerà (e qui parlo del manga, che vi invito a leggere al più presto).
Trama: La conoscete tutti, suvvia, non mentite. Comunque, gli umani sono stati quasi sterminati dalla potenza distruttiva dei Giganti. I Giganti sono esseri mostruosi, apparentemente senza intelligenza, che divorano gli esseri umani non per cibarsi, ma per puro piacere personale. Un numero ridotto di umani è riuscito a sopravvivere, decidendo di vivere all'interno di tre cinte murarie concentriche, che proteggono l'ultima (o almeno, così si crede) roccaforte dell'umanità, essendo più alte del più alto dei Giganti. La storia inizia quando, inaspettatamente, dopo un periodo di pace durato 100 anni, un Gigante Colossale, alto più di 50 metri, distrugge una delle cinta murarie, permettendo agli altri Giganti di "abbuffarsi". Il protagonista, Eren, assiste alla morte della madre, mangiata viva da uno dei Giganti penetrati nelle mura. Insieme al suo amico d'infanzia Armin e alla sorella adottiva Mikasa, decide di entrare nell'Esercito, giurando vendetta.
Considerazioni: Si tratterebbe di una delle serie primaverili, ma, durando 25 settimane, è stata trasmessa anche in estate. Segue fedelmente l'opera originale e, per una pignola come me che ha letto prima il manga, questo è un fattore importantissimo. Inoltre, il mangaka ha avuto il permesso di far animare alcune scene (dall'episodio 22 in poi) che non aveva potuto inserire nell'opera cartacea, dato il successo strepitoso della serie.
Ma ora, passando a cose più concrete...
I personaggi sono tutti caratterizzati divinamente, al punto che non si riesce a sceglierne uno preferito. C'è una gran varietà di personalità, atteggiamenti, modi di affrontare la realtà ed è forse proprio questa grande differenza il punto di forza del manga/anime. Ovviamente la trama è quello che conta veramente, ma senza personaggi dalla presenza altrettanto forte, l'opera scadrebbe davvero molto. E a proposito della trama, non potrebbe essere più appassionante e avvincente, con un plot twist ogni due pagine, verosimile nelle reazioni dei pg (se solo i Giganti esistessero davvero, ma fidatevi, preferisco che restino sulla carta o dietro ad uno schermo) e dolorosa.
Per quanto riguarda le animazioni non so che dire. Varia da scene "wow che cosa splendida, quanti cavolo di fotogrammi hanno usato, wow che inquadratura non riesco a crederci" a facce e corpi "derpissimi" e riciclo di scene piuttosto importanti, tanto che si è parlato di "Shingeki no Budget", per scherzare. Tuttavia, tenendo conto dei meravigliosi scenari e delle animazioni sciolte (e delle facce derp che scompariranno nella versione BD), non posso che dare un voto positivo.
Ovviamente poi non posso tralasciare la sezione seiyuu, ossia i doppiatori giapponesi. Che dire, davvero, il doppiaggio è meraviglioso. C'è Kaji Yuuki, rivelazione del secolo, seriamente. Principalmente ha sempre rivestito i panni di personaggi "carini e coccolosi", ma ultimamente sta davvero sbocciando. E sono contenta, perché ha una voce meravigliosa e delle capacità degne del Premio di Miglior Seiyuu dell'anno (che ha già vinto in precedenza). Kaji Yuuki in SnK interpreta Eren, il protagonista "sempre incazzato" (che poi non è vero, ma il fandom lo vede così e... Unf.), che nei momenti degli scoppi d'ira fa venire la pelle d'oca con la sua voce. Davvero.
<b>SPOILER</b>
Provate ad ascoltare l'episodio 13 (mi pare), insomma, quello in cui Eren si trasforma in Gigante per parare la cannonata, tanto per fare un esempio. Vi farà venire i brividi. E sempre in quell'episodio, c'è una Marina Inoue, doppiatrice di Armin, favolosa. <b>FINE SPOILER</b>
Stessa cosa per gli altri doppiatori, ci mancherebbe altro. Sono tutti fantastici, hanno fatto un lavoro fenomenale. Ci sono Hiroshi Kamiya (Rivaille) e Ono Daisuke (Erwin), per chi fosse interessato alla coppia, che ormai, si sa, sono quasi inseparabili. E guarda caso, interpretano spesso personaggi legati da profondi legami.
Altro punto forte è la Official Sountrack. Hiroyuki Sawano è veramente un genio, ogni traccia che compone è stupenda e perfettamente adatta alla situazione. L'avevo già apprezzato per la OST di Guilty Crown (forse l'unica cosa positiva di quell'ammasso disordinato di idee) e devo ammettere che mi sorprende sempre di più. La sua collaborazione con Mika Kobayashi è sempre fenomenale e lo stesso discorso vale per le tracce con mpi.
Passando al fandom (aspetto da non trascurare, ma che non influisce sul godimento dell'opera), l'unica cosa negativa è, come per ogni opera famosa, la presenza di pecore nere, che rovinano tutto il divertimento, stravolgono i personaggi o, ancora peggio, non li capiscono affatto, bashandoli spietatamente (vedi haters di Armin). Poi ci sono invece quelle creature che dovrebbero essere mitologiche, ma che invece purtroppo esistono, che "a me SnK fa schifo perché è mainstream". Ok, ti perdi un'opera meravigliosa, rispetto la tua decisione di non guardarla/leggerla, ma almeno non dire che "fa schifo" per un motivo del genere.
Concludo dicendo che L'attacco dei Giganti è un'opera che non appartiene, come dicono alcuni, alla categoria delle meteore, era già famosissimo prima dell'anime (aveva vinto un premio nel lontano 2011 come miglior Shounen Manga dell'anno) e che sono sicura continuerà ad esserlo. E credo proprio che la qualità della narrazione non calerà (e qui parlo del manga, che vi invito a leggere al più presto).
Introduzione
Siamo di fronte ad uno dei più chiacchierati e famosi anime del 2013, successo stratosferico in patria e nel mondo, anime che ha addirittura portato il manga ad essere venduto come il pane. Ne varrà la pena la visione o siamo di fronte all'ennesimo anime gonfiato nelle cifre, ma del tutto inconsistente?
Gigante cattivo, molta fame
La trama di questo anime è estremamente semplice. L'umanità e sull'orlo dell'estinzione e temendo l'improvvisa e feroce comparsa dei giganti, si è rintanata all'interno di 3 fila di mura difensive ciclopiche, che racchiudono diverse città e vaste zone di terreno. I giganti infatti hanno il vizietto di mangiare umani, cosa non molto apprezzata da quei poveri disgraziati. Per molto tempo l'umanità è rimasta al sicuro, ma improvvisamente un giorno senza apparente spiegazione ricompaiono nella città dove viveva Eren Jaegar il protagonista della storia, e compiono un'autentico massacro, dove perderà la vita molta gente compresa la madre di Eren, e da quel giorno il nostro prode Eren giura vendetta e di sterminare tutti i giganti. Aiutato dalla sorella adottiva Mikasa e dall'amico d'infanzia Armin, decide di arruolarsi nell'esercito per compiere tale vendetta. Detta cosi, la trama sarebbe anche banale (quante storie di gente con morti ammazzati i genitori, e che cerca vendetta conoscete? Tante. Forse troppe), ma a risollevarla un pochetto e a renderla più interessante, intercorrono i tanti misteri che circondano i giganti, il loro comportamento e la loro natura. Non mancano comunque i colpi di scena, alcuni abbastanza riusciti altri molto meno.
Ammazzagiganti
Ma parliamo dei personaggi, partendo da quello principale. Eren è il classico personaggio stereotipato presente in molte opere simili. In cerca di vendetta, crede di essere potentissimo e di potercela fare da solo contro tutti i giganti e contro tutti quelli che lo prenderanno giustamente per pazzo, ma collezionerà una valanga infinita di figure di merda. Per essere il protagonista dell'anime è abbastanza piatto ed anonimo, tanto che per larghi tratti vi scorderete pure di quel tizio li che "farneticava di ammazzare tutti i giganti".
Poi c'è Mikasa, che si potrebbe riassumere semplicemente dicendo: "è quello che non è Eren", forte, decisa, parla quando è necessario (Eren sbraiterà come una donnicciola, sempre nei momenti meno opportuni) ed è decisamente un buon personaggio. Peccato solo per il suo agire sempre in funzione di Eren, per "proteggerlo" (da cui ne scaturisce una nemmeno troppo velata storia d'amore) e sulla sua sparizione dalla trama nella seconda parte dell'anime. Armin è il classico personaggio che quando vedi la prima volta non gli dai nemmeno una chance, ma in realtà è un personaggio con un suo perché. E' il più debole dei tre amici, ma supplice alle mancanze fisiche usando più la testa. Gli altri cadetti, fatta esclusione per Jean sono abbastanza in ombra tanto che si possono ritenere inutili per buona parte dell'anime. Tra gli altri personaggi si distingue Rivaille, più per la cazzutaggine del personaggio che per una reale caratterizzazione.
Gigante, no me protagonista
Se i personaggi fin'ora descritti possono essere considerati quasi un contorno, i veri protagonisti di quest'anime sono a mio modo di vedere, proprio i giganti del titolo. Rozzi, feroci, imponenti, squallidi e dotati di poco cervello (anche se nonostante siano stupidi come non mai, riescono ad ammazzare interi squadroni di militari addestrati, che fanno la figura dei pirla), solo la loro presenza fisica e la loro devastante potenza, vale il prezzo del biglietto. Ne esistono di vari tipi, stazze ed intelligenza e le cose più interessanti vengono proprio da loro. Da dove provengono? Perché compaiono all'improvviso? Sono sempre esistiti o qualcuno li ha creati? Perché attacano l'umanità? Hanno uno scopo o agiscono per istinto? Non tutte le domande hanno avuto risposta con questa prima stagione, ma suppongo che ne sapremo di più con la prossima, probabilissima, stagione.
Tanta roba
Questo anime è tecnicamente fantastico. Credo che sia uno degli anime meglio realizzati degli ultimi tempi. Colpiscono le scelte stilistiche, colpisce l'animazione dei giganti, colpisce la generale pulizia visiva che si avverte durante tutta la visione. Certo è anche vero che la qualità non è sempre eccellente, ma nel complesso si assesta su ottimi livelli. Non mancano comunque le scene un pò più crude (ed era ora!), quindi se sbudellamenti e maciullamenti e sangue in buona quantità vi danno fastidio non guardate questo anime.
Come musiche ci siamo pure, buone le scelte dei pezzi durante tutto l'anime. La prima opening è epica ed è già diventata un'autentico fenomeno, sopratutto su youtube, la seconda non sarebbe del tutto malvagia ma ha avuto la sfiga di essere arrivata dopo la prima opening e quindi il confronto lo perde.
Un'opera gigantesca?
Il successo di quest'anime e del manga da cui è tratto è sotto gli occhi di tutti. A quei suppongo pochi, che ancora non hanno visto o letto nulla sui giganti ne consiglio la visione? Si, quest'anime merita una visione, anche solo per il tema diverso dal solito, ma sappiate fin da subito che non è un'anime perfetto, anzi ci sono parecchie cose che fanno un po' storcere il naso (per questione di spoiler, alcune cose che non andavano a mio avviso bene, non le ho messe in questa recensione), quindi valutate attentamente il tutto prima e dopo la visione, per farvi un'idea chiara di cosa sia quest'anime.
Siamo di fronte ad uno dei più chiacchierati e famosi anime del 2013, successo stratosferico in patria e nel mondo, anime che ha addirittura portato il manga ad essere venduto come il pane. Ne varrà la pena la visione o siamo di fronte all'ennesimo anime gonfiato nelle cifre, ma del tutto inconsistente?
Gigante cattivo, molta fame
La trama di questo anime è estremamente semplice. L'umanità e sull'orlo dell'estinzione e temendo l'improvvisa e feroce comparsa dei giganti, si è rintanata all'interno di 3 fila di mura difensive ciclopiche, che racchiudono diverse città e vaste zone di terreno. I giganti infatti hanno il vizietto di mangiare umani, cosa non molto apprezzata da quei poveri disgraziati. Per molto tempo l'umanità è rimasta al sicuro, ma improvvisamente un giorno senza apparente spiegazione ricompaiono nella città dove viveva Eren Jaegar il protagonista della storia, e compiono un'autentico massacro, dove perderà la vita molta gente compresa la madre di Eren, e da quel giorno il nostro prode Eren giura vendetta e di sterminare tutti i giganti. Aiutato dalla sorella adottiva Mikasa e dall'amico d'infanzia Armin, decide di arruolarsi nell'esercito per compiere tale vendetta. Detta cosi, la trama sarebbe anche banale (quante storie di gente con morti ammazzati i genitori, e che cerca vendetta conoscete? Tante. Forse troppe), ma a risollevarla un pochetto e a renderla più interessante, intercorrono i tanti misteri che circondano i giganti, il loro comportamento e la loro natura. Non mancano comunque i colpi di scena, alcuni abbastanza riusciti altri molto meno.
Ammazzagiganti
Ma parliamo dei personaggi, partendo da quello principale. Eren è il classico personaggio stereotipato presente in molte opere simili. In cerca di vendetta, crede di essere potentissimo e di potercela fare da solo contro tutti i giganti e contro tutti quelli che lo prenderanno giustamente per pazzo, ma collezionerà una valanga infinita di figure di merda. Per essere il protagonista dell'anime è abbastanza piatto ed anonimo, tanto che per larghi tratti vi scorderete pure di quel tizio li che "farneticava di ammazzare tutti i giganti".
Poi c'è Mikasa, che si potrebbe riassumere semplicemente dicendo: "è quello che non è Eren", forte, decisa, parla quando è necessario (Eren sbraiterà come una donnicciola, sempre nei momenti meno opportuni) ed è decisamente un buon personaggio. Peccato solo per il suo agire sempre in funzione di Eren, per "proteggerlo" (da cui ne scaturisce una nemmeno troppo velata storia d'amore) e sulla sua sparizione dalla trama nella seconda parte dell'anime. Armin è il classico personaggio che quando vedi la prima volta non gli dai nemmeno una chance, ma in realtà è un personaggio con un suo perché. E' il più debole dei tre amici, ma supplice alle mancanze fisiche usando più la testa. Gli altri cadetti, fatta esclusione per Jean sono abbastanza in ombra tanto che si possono ritenere inutili per buona parte dell'anime. Tra gli altri personaggi si distingue Rivaille, più per la cazzutaggine del personaggio che per una reale caratterizzazione.
Gigante, no me protagonista
Se i personaggi fin'ora descritti possono essere considerati quasi un contorno, i veri protagonisti di quest'anime sono a mio modo di vedere, proprio i giganti del titolo. Rozzi, feroci, imponenti, squallidi e dotati di poco cervello (anche se nonostante siano stupidi come non mai, riescono ad ammazzare interi squadroni di militari addestrati, che fanno la figura dei pirla), solo la loro presenza fisica e la loro devastante potenza, vale il prezzo del biglietto. Ne esistono di vari tipi, stazze ed intelligenza e le cose più interessanti vengono proprio da loro. Da dove provengono? Perché compaiono all'improvviso? Sono sempre esistiti o qualcuno li ha creati? Perché attacano l'umanità? Hanno uno scopo o agiscono per istinto? Non tutte le domande hanno avuto risposta con questa prima stagione, ma suppongo che ne sapremo di più con la prossima, probabilissima, stagione.
Tanta roba
Questo anime è tecnicamente fantastico. Credo che sia uno degli anime meglio realizzati degli ultimi tempi. Colpiscono le scelte stilistiche, colpisce l'animazione dei giganti, colpisce la generale pulizia visiva che si avverte durante tutta la visione. Certo è anche vero che la qualità non è sempre eccellente, ma nel complesso si assesta su ottimi livelli. Non mancano comunque le scene un pò più crude (ed era ora!), quindi se sbudellamenti e maciullamenti e sangue in buona quantità vi danno fastidio non guardate questo anime.
Come musiche ci siamo pure, buone le scelte dei pezzi durante tutto l'anime. La prima opening è epica ed è già diventata un'autentico fenomeno, sopratutto su youtube, la seconda non sarebbe del tutto malvagia ma ha avuto la sfiga di essere arrivata dopo la prima opening e quindi il confronto lo perde.
Un'opera gigantesca?
Il successo di quest'anime e del manga da cui è tratto è sotto gli occhi di tutti. A quei suppongo pochi, che ancora non hanno visto o letto nulla sui giganti ne consiglio la visione? Si, quest'anime merita una visione, anche solo per il tema diverso dal solito, ma sappiate fin da subito che non è un'anime perfetto, anzi ci sono parecchie cose che fanno un po' storcere il naso (per questione di spoiler, alcune cose che non andavano a mio avviso bene, non le ho messe in questa recensione), quindi valutate attentamente il tutto prima e dopo la visione, per farvi un'idea chiara di cosa sia quest'anime.
Dopo alieni, angeli, macchine ribelli, guerre, catastrofi naturali, divinità capricciose, arcane organizzazioni che tramano nell'ombra e così via, all'appello tra le varie minacce, più o meno realistiche, pronte a mettere in pericolo l'esistenza del genere umano mancava ancora l'invasione di giganti. Sulle prime ammetto che questo pensiero mi ha indotto al riso; poi da novello Gulliver ho deciso di immergermi nella visione di questo anime tanto chiacchierato.
Per difendersi da un'improvvisa invasione di esseri umani giganteschi e senza cervello, i superstiti della razza umana sono costretti a rifugiarsi all'interno di una città protetta da tre file di mura enormi, all'apparenza troppo alte anche per gli stessi giganti. Per circa un secolo la popolazione riesce così a condurre una vita relativamente tranquilla, e quasi si abbandona l'idea di dar battaglia per la riconquista del resto del mondo. Un bel giorno, però, alle porte della città si presenterà un gigante decisamente più alto degli altri e aprirà una breccia nella prima fila di mura permettendo agli altri di entrare e di dilagare all'interno della parte più esterna della città.
Tra le vittime della conseguente strage c'è anche la madre di Eren, ragazzo che aveva già mostrato intenzioni bellicose e che in seguito a questo lutto giurerà di ammazzare fino all'ultimo gigante. Al suo fianco i suoi due amici d'infanzia Misaka e Armin, la prima disposta a far praticamente tutto per mantenere in vita l'amico (il motivo verrà spiegato nel corso della narrazione e non lo anticipo) e il secondo legato ai due da un rapporto di affetto ma anche di riconoscenza.
L'attacco dei giganti è stato, sicuramente uno dei titoli più attesi del 2013. Devo dire che dopo ben venticinque episodi è molto difficile, per non dire impossibile, dare un giudizio conclusivo sulla validità della trama. In attesa della seconda serie, infatti, quello che balza all'occhio dello spettatore più attento sono una lunga serie di forzature, contraddizioni e comportamenti all'apparenza inspiegabili. E' chiaro che tutto potrà essere ricucito e recuperare una sua plausibilità in seguito, per cui mi sento di dover rimandare la valutazione su questi aspetti; un'osservazione però devo farla: che senso ha nascondere la verità sui giganti in uno scantinato e non divulgarla quando essa è perfettamente accessibile a tutti per poi essere costretti a partire alla sua ricerca quando la situazione è ormai compromessa? In più chi l'ha nascosta dovrebbe comunque esserne a conoscenza; ma dov'è finito il padre di Eren?
Nonostante i forti dubbi, sorvolerò in questa sede sugli stessi per i motivi spiegati sopra. Concentrerò la mia recensione, invece, sulla capacità di questo anime di attrarre lo spettatore e farlo sentire coinvolto nelle vicende di Eren e compagni. E qui il giudizio è molto positivo: gli episodi scorrono uno dopo l'altro che è una bellezza, si finisce per restare rapiti dall'evolversi della trama anche se, di tanto in tanto, questa presenta qualche momento di pausa di troppo. Questi momenti, tuttavia, vengono utilizzati per costruire dei ritratti psicologici dei personaggi che, personalmente, ho apprezzato molto: le personalità degli attori sono molto diverse le une dalle altre e ben caratterizzate ed è questo un motivo di plauso per l'autore, specie se si tiene conto del gran numero di personaggi che ricoprono un ruolo importante in questo anime.
Il lato grafico è buono, anche se non mi ha fatto impazzire; la colonna sonora non verrà annoverata tra quelle da ricordare.
In definitiva do un giudizio moderatamente positivo di questo anime, cautelandomi nell'attesa della seconda parte che dovrà dare una spiegazione a tutti gli enigmi non risolti. Se la spiegazione sarà soddisfacente osannare questo titolo sarà inevitabile così come la sua stroncatura in caso contrario.
Per il momento posso comunque consigliarne la visione: L'attacco dei giganti è un titolo che "prende" e che non annoia quasi mai.
Per difendersi da un'improvvisa invasione di esseri umani giganteschi e senza cervello, i superstiti della razza umana sono costretti a rifugiarsi all'interno di una città protetta da tre file di mura enormi, all'apparenza troppo alte anche per gli stessi giganti. Per circa un secolo la popolazione riesce così a condurre una vita relativamente tranquilla, e quasi si abbandona l'idea di dar battaglia per la riconquista del resto del mondo. Un bel giorno, però, alle porte della città si presenterà un gigante decisamente più alto degli altri e aprirà una breccia nella prima fila di mura permettendo agli altri di entrare e di dilagare all'interno della parte più esterna della città.
Tra le vittime della conseguente strage c'è anche la madre di Eren, ragazzo che aveva già mostrato intenzioni bellicose e che in seguito a questo lutto giurerà di ammazzare fino all'ultimo gigante. Al suo fianco i suoi due amici d'infanzia Misaka e Armin, la prima disposta a far praticamente tutto per mantenere in vita l'amico (il motivo verrà spiegato nel corso della narrazione e non lo anticipo) e il secondo legato ai due da un rapporto di affetto ma anche di riconoscenza.
L'attacco dei giganti è stato, sicuramente uno dei titoli più attesi del 2013. Devo dire che dopo ben venticinque episodi è molto difficile, per non dire impossibile, dare un giudizio conclusivo sulla validità della trama. In attesa della seconda serie, infatti, quello che balza all'occhio dello spettatore più attento sono una lunga serie di forzature, contraddizioni e comportamenti all'apparenza inspiegabili. E' chiaro che tutto potrà essere ricucito e recuperare una sua plausibilità in seguito, per cui mi sento di dover rimandare la valutazione su questi aspetti; un'osservazione però devo farla: che senso ha nascondere la verità sui giganti in uno scantinato e non divulgarla quando essa è perfettamente accessibile a tutti per poi essere costretti a partire alla sua ricerca quando la situazione è ormai compromessa? In più chi l'ha nascosta dovrebbe comunque esserne a conoscenza; ma dov'è finito il padre di Eren?
Nonostante i forti dubbi, sorvolerò in questa sede sugli stessi per i motivi spiegati sopra. Concentrerò la mia recensione, invece, sulla capacità di questo anime di attrarre lo spettatore e farlo sentire coinvolto nelle vicende di Eren e compagni. E qui il giudizio è molto positivo: gli episodi scorrono uno dopo l'altro che è una bellezza, si finisce per restare rapiti dall'evolversi della trama anche se, di tanto in tanto, questa presenta qualche momento di pausa di troppo. Questi momenti, tuttavia, vengono utilizzati per costruire dei ritratti psicologici dei personaggi che, personalmente, ho apprezzato molto: le personalità degli attori sono molto diverse le une dalle altre e ben caratterizzate ed è questo un motivo di plauso per l'autore, specie se si tiene conto del gran numero di personaggi che ricoprono un ruolo importante in questo anime.
Il lato grafico è buono, anche se non mi ha fatto impazzire; la colonna sonora non verrà annoverata tra quelle da ricordare.
In definitiva do un giudizio moderatamente positivo di questo anime, cautelandomi nell'attesa della seconda parte che dovrà dare una spiegazione a tutti gli enigmi non risolti. Se la spiegazione sarà soddisfacente osannare questo titolo sarà inevitabile così come la sua stroncatura in caso contrario.
Per il momento posso comunque consigliarne la visione: L'attacco dei giganti è un titolo che "prende" e che non annoia quasi mai.
"L'Attacco dei Giganti" è un anime della stagione primaverile-estiva dell'anno 2013. Per persone, come me, che già conoscevano il manga prima che cominciasse la versione animata era stato definito in partenza il possibile anime dell'anno. In fondo con un manga di un buon livello ci si aspetta una serie che riesca ad andare oltre tutti i difetti dei disegni, che mi permetto di ricordare in questa sede che non sono ottimi, e a tutti i problemi dell'inesperto mangaka. In realtà, dopo le prime puntate eccellenti, "Shingeki no Kyojin" comincia seriamente a deludere lo spettatore più attento che non potrà non notare i grandissimi difetti che ci propina questa serie.
Ovviamente ora cercheremo di visualizzarli uno per uno facendo anche un accenno alla trama.
<b>Il seguente paragrafo contiene spoiler</b>
Circa 100 anni prima delle vicende narrate nella Terra comparvero dei giganti. Questi hanno sterminato la popolazione che si dovette richiudere dentro delle alte mura - precisamente tre Sina, Maria e Rose - che i titani non potevano distruggere visto lo spessore e l'incredibile altezza. Eren è il nostro protagonista che vive dentro queste mura e che sogna di poter sconfiggere tutti i giganti per poter salvare l'umanità da quella prigionia forzata. Tutto sembra procedere per il meglio fin quando, inaspettatamente, compare un Titano più alto delle incredibili mura permettendo la devastazione in una dei tre aree racchiuse dalle mura. Da questo momento comincia la vendetta di Eren che promette di uccidere tutti questi mostri che gli hanno portato via tutto tranne i suoi due amici Armin e Mikasa che lo seguiranno in questo folle progetto.
Isayama è riuscito a creare una storia ricca di mistero che riesce a coinvolgere lo spettatore fin dai primi momenti. Il perno di tutto è l'angoscia e il mistero. Eppure la versione animata sembra che faccia pendere l'ago della bilancia più verso il secondo elemento eliminando quella componente che rende il prodotto interessante permette una piacevole ed intrigante visione.
"L'attacco dei giganti" è un ottimo invito ad un banchetto, peccato che poi il cibo sia avariato. Assisteremo ad episodi, infatti, di nulla. I personaggi divagheranno ammazzando quel ritmo serrato della versione cartacea che riesce a rapire il lettore. Puntata dopo puntata assisteremo alla fase "sta avvenendo qualcosa ma lo rimando" e proprio questo mi ha molto annoiato in alcuni punti. Ovviamente non si può eliminare la componente adrenalinica che suscitava quando, finalmente, ci veniva mostrato quello che ci aspettavamo ma realizzato in questo modo è stato un vero martirio.
Passando invece hai problemi dell'opera in sè credo che la componente di misteri sia troppo elevata per uno shonen molto tipico - eccezion fatta per le varie morti. 25 episodi di misteri nonostante mettano molta curiosità allo spettatore rendono la visione difficile da seguire perché c'è il problema che qualcosa venga lasciata nel dimenticatoio. "L'attacco dei giganti" in parte soffre di questo problema mettendo spesso da parte alcuni misteri che, probabilmente, verranno risolti in un futuro prossimo -magari in altre serie.
Un piccolo appunto va fatto sui personaggi che risultano molto piatti. Non esiste evoluzione e quando questa avviene è praticamente immediata. Per intenderci non è un percorso realista quello della maturazione dei nostri protagonisti. I discorsi, le vicende e le situazioni sono infatti molto piatte. Nonostante il dolore dovrebbe distruggere l'animo delle varie persone, queste sembrano solo degli attori con un copione in mano. Manca il pathos, manca la veridicità. Questo punto mi ha deluso particolarmente nella versione animata che ha distrutto certe perle del manga di Isayama che con quel suo disegno molto particolare è riuscito a trasmettere molto di più.
Passando all'apparato tecnico mi duole essere la voce fuori campo ma non eccelle in quasi nulla. Eccezion fatta per alcuni episodi sembra che il budget sia stato utilizzato in pessimo modo. Il continuo utilizzo i still frame fa si che le animazioni risultano simili a quelle di un manga in movimento ovvero sfondo immobile e personaggi che compiono minimi movimenti. Inoltre spesso è volentieri ci saranno errori nei colori, nelle ombre e nei visi in lontananza. Un testo rilasciato dallo stesso studio animato ha mostrato i miglioramenti che faranno nella versione BD e sinceramente non ho mai visto tutta questa rivisitazione per una serie tv.
La regia comunque è abbastanza decente vittima di questa animazione pessima. Mentre le OST riescono ad essere eccellenti sotto ogni punto di vista.
Sinceramente son rimasto molto deluso da ciò che ho visto. Mi aspettavo molto, tanto da questo prodotto e mi son ritrovato con poco.
Consigliato, ma non sopravvalutatelo.
Ovviamente ora cercheremo di visualizzarli uno per uno facendo anche un accenno alla trama.
<b>Il seguente paragrafo contiene spoiler</b>
Circa 100 anni prima delle vicende narrate nella Terra comparvero dei giganti. Questi hanno sterminato la popolazione che si dovette richiudere dentro delle alte mura - precisamente tre Sina, Maria e Rose - che i titani non potevano distruggere visto lo spessore e l'incredibile altezza. Eren è il nostro protagonista che vive dentro queste mura e che sogna di poter sconfiggere tutti i giganti per poter salvare l'umanità da quella prigionia forzata. Tutto sembra procedere per il meglio fin quando, inaspettatamente, compare un Titano più alto delle incredibili mura permettendo la devastazione in una dei tre aree racchiuse dalle mura. Da questo momento comincia la vendetta di Eren che promette di uccidere tutti questi mostri che gli hanno portato via tutto tranne i suoi due amici Armin e Mikasa che lo seguiranno in questo folle progetto.
Isayama è riuscito a creare una storia ricca di mistero che riesce a coinvolgere lo spettatore fin dai primi momenti. Il perno di tutto è l'angoscia e il mistero. Eppure la versione animata sembra che faccia pendere l'ago della bilancia più verso il secondo elemento eliminando quella componente che rende il prodotto interessante permette una piacevole ed intrigante visione.
"L'attacco dei giganti" è un ottimo invito ad un banchetto, peccato che poi il cibo sia avariato. Assisteremo ad episodi, infatti, di nulla. I personaggi divagheranno ammazzando quel ritmo serrato della versione cartacea che riesce a rapire il lettore. Puntata dopo puntata assisteremo alla fase "sta avvenendo qualcosa ma lo rimando" e proprio questo mi ha molto annoiato in alcuni punti. Ovviamente non si può eliminare la componente adrenalinica che suscitava quando, finalmente, ci veniva mostrato quello che ci aspettavamo ma realizzato in questo modo è stato un vero martirio.
Passando invece hai problemi dell'opera in sè credo che la componente di misteri sia troppo elevata per uno shonen molto tipico - eccezion fatta per le varie morti. 25 episodi di misteri nonostante mettano molta curiosità allo spettatore rendono la visione difficile da seguire perché c'è il problema che qualcosa venga lasciata nel dimenticatoio. "L'attacco dei giganti" in parte soffre di questo problema mettendo spesso da parte alcuni misteri che, probabilmente, verranno risolti in un futuro prossimo -magari in altre serie.
Un piccolo appunto va fatto sui personaggi che risultano molto piatti. Non esiste evoluzione e quando questa avviene è praticamente immediata. Per intenderci non è un percorso realista quello della maturazione dei nostri protagonisti. I discorsi, le vicende e le situazioni sono infatti molto piatte. Nonostante il dolore dovrebbe distruggere l'animo delle varie persone, queste sembrano solo degli attori con un copione in mano. Manca il pathos, manca la veridicità. Questo punto mi ha deluso particolarmente nella versione animata che ha distrutto certe perle del manga di Isayama che con quel suo disegno molto particolare è riuscito a trasmettere molto di più.
Passando all'apparato tecnico mi duole essere la voce fuori campo ma non eccelle in quasi nulla. Eccezion fatta per alcuni episodi sembra che il budget sia stato utilizzato in pessimo modo. Il continuo utilizzo i still frame fa si che le animazioni risultano simili a quelle di un manga in movimento ovvero sfondo immobile e personaggi che compiono minimi movimenti. Inoltre spesso è volentieri ci saranno errori nei colori, nelle ombre e nei visi in lontananza. Un testo rilasciato dallo stesso studio animato ha mostrato i miglioramenti che faranno nella versione BD e sinceramente non ho mai visto tutta questa rivisitazione per una serie tv.
La regia comunque è abbastanza decente vittima di questa animazione pessima. Mentre le OST riescono ad essere eccellenti sotto ogni punto di vista.
Sinceramente son rimasto molto deluso da ciò che ho visto. Mi aspettavo molto, tanto da questo prodotto e mi son ritrovato con poco.
Consigliato, ma non sopravvalutatelo.
Shingeki no Kyojin (in italiano L'attacco dei giganti) si può definire come l'anime più popolare della stagione primaverile o di tutto il 2013. Un anime che ha fatto molto discutere di sé, soprattutto per quanto riguarda i fan della serie manga che hanno gridato allo scandalo per l'adattamento animato, ma che ha attirato molta gente alla visione e che ha incrementato le vendite del manga. Un'astuta mossa commerciale: lo staff e l'autore si saranno ritrovati la casa piena di soldi nei cassetti. La serie sarà ricordata come tale, e credo riuscirà a vendere molto anche nei prossimi anni, in cui è probabile l'arrivo di ulteriori serie, visto che il manga è ancora in corso e che questa serie adatta solo i primi otto volumi dell'omonima serie. È stato creato di tutto a fine commerciale: cosplay di giganti, la prima opening che sarà ricordata per sempre e che è stata abbinata un po' a tutti gli anime e cose varie (tipo quella di Durarara!!), gadget vari e chi più ne ha più ne metta. Checché se ne dica, Shingeki no Kyojin è un mix ed è un ottimo prodotto.
La serie riesce a coinvolgere al meglio lo spettatore, facendogli passare 22 minuti circa di visione veloci e intrattenenti, e riuscendo a massimizzare climax e tensione emotiva. La serie è sicuramente una delle migliori per il suo genere, azione, e proprio questo è il primo pregio che caratterizza la serie. Nulla da dire quindi sulla sua essenza e sul suo genere che sono trattati con destrezza e capacità e qui si rivela un prodotto più che ottimo. A mio avviso, la trama è originale e coinvolgente. Non mancheranno nel corso della storia colpi di scena inaspettati ma, sfortunatamente, anche sviluppi piuttosto banali.
Shingeki no Kyojin è un mix di azione (curata, come già detto prima, con capacità) ed episodi di transizione e sviluppo. Questo è quello che ho più amato della serie, che riesce a dividersi tra azione ed episodi di "conoscenza", ovvero episodi di approfondimenti legati a questo mondo rimasto ad un tempo e ad una conoscenza medievale, e ai giganti, ovvero gli antagonisti della serie. Questo aspetto della serie è stato molto criticato, però io non ne ho visti episodi inutili, tranne qualcuno ma di poca sostanza. Credo che la gente cercasse solo azione in questa serie, e questo è assolutamente sbagliato, perché la parte di sviluppo è una parte importantissima e l'azione in questa serie è già abbondante.
Preso tutto ciò che si poteva prendere di buono, trama, approfondimenti, colpi di scena e un climax coinvolgente, passiamo invece ai difetti. I personaggi sicuramente sono uno di questi: non riescono ad "interagire" con lo spettatore e sono davvero tanti, non ci viene raccontato il loro passato, ce li scordiamo per quanto a volte sono inutili. Se ne salvano pochi. L'animazione è fatta davvero male, da una serie di genere azione, e soprattutto, dall'Attacco dei Giganti, ci si aspettava un'animazione mozzafiato, invece ci ritroviamo un'animazione insufficiente, che a volte ricicla le immagini, forse, ironicamente parlando, per il poco budget, però che ci regala bei combattimenti con una buona animazione.
Aspetto una seconda serie per i dubbi lasciati da questa. Il comparto sonoro è davvero ottimo; le due opening sono fantastiche, la seconda ha anche un pezzo in tedesco, mentre le due ending meno memorabili, ma le OST sempre adatte alla situazione e ottime. Il disegno è un po' bruttino.
Una serie d'intrattenimento davvero ottima, che nonostante i suoi difetti e le sue lacune riesce ad impressionare e coinvolgere lo spettatore. Un mix. Voto 9.
La serie riesce a coinvolgere al meglio lo spettatore, facendogli passare 22 minuti circa di visione veloci e intrattenenti, e riuscendo a massimizzare climax e tensione emotiva. La serie è sicuramente una delle migliori per il suo genere, azione, e proprio questo è il primo pregio che caratterizza la serie. Nulla da dire quindi sulla sua essenza e sul suo genere che sono trattati con destrezza e capacità e qui si rivela un prodotto più che ottimo. A mio avviso, la trama è originale e coinvolgente. Non mancheranno nel corso della storia colpi di scena inaspettati ma, sfortunatamente, anche sviluppi piuttosto banali.
Shingeki no Kyojin è un mix di azione (curata, come già detto prima, con capacità) ed episodi di transizione e sviluppo. Questo è quello che ho più amato della serie, che riesce a dividersi tra azione ed episodi di "conoscenza", ovvero episodi di approfondimenti legati a questo mondo rimasto ad un tempo e ad una conoscenza medievale, e ai giganti, ovvero gli antagonisti della serie. Questo aspetto della serie è stato molto criticato, però io non ne ho visti episodi inutili, tranne qualcuno ma di poca sostanza. Credo che la gente cercasse solo azione in questa serie, e questo è assolutamente sbagliato, perché la parte di sviluppo è una parte importantissima e l'azione in questa serie è già abbondante.
Preso tutto ciò che si poteva prendere di buono, trama, approfondimenti, colpi di scena e un climax coinvolgente, passiamo invece ai difetti. I personaggi sicuramente sono uno di questi: non riescono ad "interagire" con lo spettatore e sono davvero tanti, non ci viene raccontato il loro passato, ce li scordiamo per quanto a volte sono inutili. Se ne salvano pochi. L'animazione è fatta davvero male, da una serie di genere azione, e soprattutto, dall'Attacco dei Giganti, ci si aspettava un'animazione mozzafiato, invece ci ritroviamo un'animazione insufficiente, che a volte ricicla le immagini, forse, ironicamente parlando, per il poco budget, però che ci regala bei combattimenti con una buona animazione.
Aspetto una seconda serie per i dubbi lasciati da questa. Il comparto sonoro è davvero ottimo; le due opening sono fantastiche, la seconda ha anche un pezzo in tedesco, mentre le due ending meno memorabili, ma le OST sempre adatte alla situazione e ottime. Il disegno è un po' bruttino.
Una serie d'intrattenimento davvero ottima, che nonostante i suoi difetti e le sue lacune riesce ad impressionare e coinvolgere lo spettatore. Un mix. Voto 9.
"L'attacco dei Giganti" è un anime di cui si è molto parlato durante quest'anno e che, per alcuni a torto e per altri a ragione, è ritenuto l'anime rivelazione del 2013, doppiando il successo del manga omonimo, ottenuto da quest'ultimo nel 2012.
La trama prevede che in una linea temporale non precisata, corrispondente ad un medioevo con caratteristiche steampunk, l'umanità viva reclusa in una città circondata da altissime e chilometriche mura difensive circolari. Queste mura molto antiche, col passare del tempo acquisirono connotati divini e religiosi per la popolazione, in quanto unica difesa e garanzia di salvezza contro i giganti. I giganti sono creature umanoidi enormi con dimensioni variabili dai tre metri fino a superare abbondantemente i quindici, le quali attaccano e si cibano di umani ed esclusivamente di essi. Nel passato gli uomini tentarono di affrontarli, l'unico loro risultato fu il rasentare l'estinzione. Di fatto la città in cui si articola la vicenda è l'ultimo baluardo dell'umanità o così è lasciato intendere. La storia comincia con la comparsa di un colossale gigante che attacca le mura dopo cento anni di quiete. Ne seguirà l'apertura di una breccia e quello che da il titolo all'opera, un attacco dei giganti, che si risolve in un massacro della popolazione del quartiere attaccato. Eren Jaeger, il protagonista dell'opera, ancora bambino e con il sogno di unirsi al corpo esplorativo della città per poter vedere il mondo al di la delle mura, assiste impotente alla strage della sua famiglia e dei suoi concittadini. Giurando vendetta assoluta nei confronti dei giganti, conclude le premesse dell'opera e da il via alla vicenda.
I personaggi sono molto ben costruiti pur essendo numerosi. Ognuno ha uno scopo, un carattere, una mentalità ed un modo di inquadrare la realtà, completamente diverso dall'altro. Risultano ben valorizzate e variegate anche le diverse competenze e abilità di ogni individuo così come i difetti. E' evidente la cura messa nel caratterizzare le sfumature psicologiche dei protagonisti e comprimari dell'opera. Può dirsi lo stesso anche dell'atmosfera dove predominante regna la disperazione e la voglia di combattere per la propria vita ed il proprio futuro, ma attenzione, ciò è reso realisticamente, di fatto non tutti si mostrano guerrieri impavidi o gloriosi martiri, al contrario essi sono solo un'esigua minoranza, almeno al principio. La paura, il sacrificio, il compromesso, la dissennatezza, la furia, la follia, la cupidigia, la viltà, il sogno e l'illusione, sono aspetti permeanti l'opera, tutti in egual misura, rendendola viva, pulsante, angosciante ma splendidamente coinvolgente.
La narrazione è forse l'unica caratteristica dell'opera a mostrare qualche difetto concreto, che si traduce in un'eccessiva lentezza non tanto nel fornire informazioni, indizi o situazioni utili alla comprensione della vicenda, quanto nell'arrivare al dunque, nell'arrivare al momento topico inevitabilmente epico. Facendo una metafora, è come essere seduti di fronte ad un fumante piatto di una squisita prelibatezza e tuttavia essere costretti a forza, per poterlo gustare, ad aspettare il via, che spesso rischia di far freddare il piatto. Fortunatamente quel piatto ne "L'attacco dei giganti" non si fredda quasi mai, pur andandoci molto vicino.
Tecnicamente siamo nell'eccellenza sebbene il disegno talvolta "fumettoso" con bordi molto marcati delle sagome dei personaggi, possa rendere perplessi all'inizio, non è tuttavia una caratteristica costante. Il design dei giganti è secondo me funzionale ed adeguato, c'è da dire tuttavia che è oggettivamente un pò bizzarro, almeno quello dei giganti più comuni. I giganti più rilevanti a livello di storia, mostrano invece un design migliore e ben proporzionato, lasciando trasparire un certo studio al riguardo.
Il comparto visivo mostra un'animazione priva di difetti, sempre di alto livello, che esprime il massimo che ha da offrire nelle scene in cui i personaggi si muovono attraverso il sistema 3D (un particolare sistema di movimento tattico presente nell'opera).
Il comparto audio è imponente, riesce ad elevare al massimo il pathos derivante da una scena, la completa e la amplifica grandiosamente. E' il comparto audio a far esplodere tutte le emozioni che può provare uno spettatore di fronte allo schermo.
Giudizio complessivo: maestoso ed imponente come i Giganti che popolano la sua ambientazione, "L'attacco dei Giganti", grazie ad un grande lavoro di caratterizzazione dei personaggi e dell'ambientazione, un'animazione fluida e di alto livello, ed un comparto sonoro epico e convincente, riesce nell'impresa di "imprigionare" lo spettatore davanti allo schermo, portandolo ad una "sete" insaziabile per il successivo episodio.
Voto: 9. Memorabile.
Nota dell'autore: la valutazione non tiene conto del fatto che l'opera sia incompleta, di fatto ci si aspetta una seconda stagione che spieghi molte questioni lasciate in sospeso. Se ciò non si verificasse la valutazione scende di un punto netto arrivando ad 8.
La trama prevede che in una linea temporale non precisata, corrispondente ad un medioevo con caratteristiche steampunk, l'umanità viva reclusa in una città circondata da altissime e chilometriche mura difensive circolari. Queste mura molto antiche, col passare del tempo acquisirono connotati divini e religiosi per la popolazione, in quanto unica difesa e garanzia di salvezza contro i giganti. I giganti sono creature umanoidi enormi con dimensioni variabili dai tre metri fino a superare abbondantemente i quindici, le quali attaccano e si cibano di umani ed esclusivamente di essi. Nel passato gli uomini tentarono di affrontarli, l'unico loro risultato fu il rasentare l'estinzione. Di fatto la città in cui si articola la vicenda è l'ultimo baluardo dell'umanità o così è lasciato intendere. La storia comincia con la comparsa di un colossale gigante che attacca le mura dopo cento anni di quiete. Ne seguirà l'apertura di una breccia e quello che da il titolo all'opera, un attacco dei giganti, che si risolve in un massacro della popolazione del quartiere attaccato. Eren Jaeger, il protagonista dell'opera, ancora bambino e con il sogno di unirsi al corpo esplorativo della città per poter vedere il mondo al di la delle mura, assiste impotente alla strage della sua famiglia e dei suoi concittadini. Giurando vendetta assoluta nei confronti dei giganti, conclude le premesse dell'opera e da il via alla vicenda.
I personaggi sono molto ben costruiti pur essendo numerosi. Ognuno ha uno scopo, un carattere, una mentalità ed un modo di inquadrare la realtà, completamente diverso dall'altro. Risultano ben valorizzate e variegate anche le diverse competenze e abilità di ogni individuo così come i difetti. E' evidente la cura messa nel caratterizzare le sfumature psicologiche dei protagonisti e comprimari dell'opera. Può dirsi lo stesso anche dell'atmosfera dove predominante regna la disperazione e la voglia di combattere per la propria vita ed il proprio futuro, ma attenzione, ciò è reso realisticamente, di fatto non tutti si mostrano guerrieri impavidi o gloriosi martiri, al contrario essi sono solo un'esigua minoranza, almeno al principio. La paura, il sacrificio, il compromesso, la dissennatezza, la furia, la follia, la cupidigia, la viltà, il sogno e l'illusione, sono aspetti permeanti l'opera, tutti in egual misura, rendendola viva, pulsante, angosciante ma splendidamente coinvolgente.
La narrazione è forse l'unica caratteristica dell'opera a mostrare qualche difetto concreto, che si traduce in un'eccessiva lentezza non tanto nel fornire informazioni, indizi o situazioni utili alla comprensione della vicenda, quanto nell'arrivare al dunque, nell'arrivare al momento topico inevitabilmente epico. Facendo una metafora, è come essere seduti di fronte ad un fumante piatto di una squisita prelibatezza e tuttavia essere costretti a forza, per poterlo gustare, ad aspettare il via, che spesso rischia di far freddare il piatto. Fortunatamente quel piatto ne "L'attacco dei giganti" non si fredda quasi mai, pur andandoci molto vicino.
Tecnicamente siamo nell'eccellenza sebbene il disegno talvolta "fumettoso" con bordi molto marcati delle sagome dei personaggi, possa rendere perplessi all'inizio, non è tuttavia una caratteristica costante. Il design dei giganti è secondo me funzionale ed adeguato, c'è da dire tuttavia che è oggettivamente un pò bizzarro, almeno quello dei giganti più comuni. I giganti più rilevanti a livello di storia, mostrano invece un design migliore e ben proporzionato, lasciando trasparire un certo studio al riguardo.
Il comparto visivo mostra un'animazione priva di difetti, sempre di alto livello, che esprime il massimo che ha da offrire nelle scene in cui i personaggi si muovono attraverso il sistema 3D (un particolare sistema di movimento tattico presente nell'opera).
Il comparto audio è imponente, riesce ad elevare al massimo il pathos derivante da una scena, la completa e la amplifica grandiosamente. E' il comparto audio a far esplodere tutte le emozioni che può provare uno spettatore di fronte allo schermo.
Giudizio complessivo: maestoso ed imponente come i Giganti che popolano la sua ambientazione, "L'attacco dei Giganti", grazie ad un grande lavoro di caratterizzazione dei personaggi e dell'ambientazione, un'animazione fluida e di alto livello, ed un comparto sonoro epico e convincente, riesce nell'impresa di "imprigionare" lo spettatore davanti allo schermo, portandolo ad una "sete" insaziabile per il successivo episodio.
Voto: 9. Memorabile.
Nota dell'autore: la valutazione non tiene conto del fatto che l'opera sia incompleta, di fatto ci si aspetta una seconda stagione che spieghi molte questioni lasciate in sospeso. Se ciò non si verificasse la valutazione scende di un punto netto arrivando ad 8.
Shingeki no Kyojin, L'attacco dei giganti è formato da 25 episodi più relativi special; tratto dall'omonimo manga scritto da Hajime Isayama. Andato in onda nella stagione primaverile 2013.
Etichettato come "l'anime dell'anno", prima ancora della messa in onda ha scatenato un tripudio di assensi, trascinando cosi alla luce della ribalta anche il manga.
Questo fenomeno, definito da molti la "giganti-mania" ha fatto si che intorno a quest'opera nascessero tantissime aspettative pesando per ovvi motivi sulla futura visione.
Trama e approfondimenti tratti da Wikipedia: In un Medioevo alternativo, la razza umana è stata decimata dall'avvento dei Giganti, grandi creature, fisicamente simili all'uomo, di altezza compresa tra i 3 e i 15 metri. Sono esseri primitivi e dall'intelligenza limitata, che non sembrano necessitare di cibo per vivere, ma che si nutrono di umani.
Quel che resta dell'umanità è sopravvissuta rifugiandosi all'interno di imponenti mura concentriche: il "Wall Maria", il più esterno; il "Wall Rose", quello centrale; e il "Wall Sina", il più interno, che protegge la capitale e la corte del re. Per garantire che i giganti non riescano ad attaccare il territorio degli uomini, le mura sono alte 50 metri, con l'unico punto debole costituito dalle porte che ne permettono l'attraversamento. Per non dover disperdere le forze nella protezione dell'intera estensione delle mura, gli uomini si sono concentrati a vivere in città che sorgono adiacenti alle muraglie, attirando in questo modo l'attenzione dei giganti e ammassando in quei punti le loro difese. Le mura hanno permesso all'umanità di godere di un secolo di pace, al sicuro dagli attacchi dei giganti
Nell'anno 845 compare un gigante alto circa 60 metri, che con un calcio crea una breccia nella cinta esterna del Wall Maria, presso la città di Shiganshina. I giganti sciamano al suo interno divorando quanti più umani possibile, mentre questi cercano inutilmente di difendersi e trasferire più gente possibile all'interno della seconda cerchia di mura; ma prima che gli uomini riescano a chiudere la porta interna delle mura, un gigante corazzato la sfonda con un colpo e gli umani sono costretti a ripiegare sul Wall Rose. In seguito tentano una disperata riconquista del territorio perduto, circa un terzo del totale, che fallisce miseramente. L'enorme perdita di uomini contribuisce per lo meno ad attenuare la carestia di cibo creatasi per la perdita di una porzione territoriale così grande. Il gigante colossale e quello corazzato spariscono misteriosamente dopo aver spianato la strada ai loro simili.
Tra i sopravvissuti alla tragedia vi sono i tre protagonisti della storia: Eren Jaeger, Mikasa Ackermann e Armin Arelet. Nel giorno dell'irruzione dei giganti, Eren perde sua madre, la quale viene divorata davanti ai suoi occhi. L'accaduto genera nel bambino, già impulsivo di natura, un odio verso i giganti superiore alla paura nei loro confronti, ed egli giura di sterminarli tutti.
Approfondimento: "Attrezzatura per effettuare il Movimento Tridimensionale", un dispositivo che permette di librarsi in aria con delle funi e gas ad alta pressione, offrendo grande mobilità nell'affrontare i giganti
Entriamo nel dettaglio, analizzando quando più oggettivamente possibile: la trama risulta discretamente originale, dai temi forti e maturi. I toni sono crudi e seriosi, per quanto alcune volte si concederà una sfumatura comica per alleggerire la tensione.
I sentimenti che intercorrono sono quanto più negativi, come la paura, la rabbia e il dolore suscitati da quella che è la condizione precaria in cui vivono i personaggi; si faranno strada tra essi anche la speranza, che illuminerà il cammino di molti; la ribellione, necessaria e sognata, quasi idilliaca in questo mondo assoggettato da titaniche ed empie presenze. Il coraggio e la forza d'animo saranno spesso l'unico pane di cui si ciberà l'anima.
I ritmi nei primi episodi sono intensi, fagocitando chi guarda in questo mondo in disgrazia, riempiendo il cuore e gli occhi di strazio e pena, come di pathos e aspettativa. Dopo questi, ci si lascerà andare ad un ritmo più placido, che metterà spesso da parte l'azione per dare maggior spessore all'introspezione e l'evoluzione dei personaggi principali. Essi hanno tutti ottime caratteristiche, alcuni anche fin troppo marcate. Si riscontrerà una notevole maturazione in molti, soprattutto nel terzetto dei protagonisti. Tutti i personaggi hanno dei difetti e dei pregi che si paleseranno spesso rendendoli più umani e realistici. C'è chi si lascia prendere dal panico, chi pensa solo a se stesso, chi si sacrifica per un amico… Tutto ciò, nella giusta dose, rende più apprezzabile il meccanismo di intreccio tra i vari pg.
La maggior parte dei dialoghi sono ben realizzati, trasmettono il giusto livello di tensione emotiva, ansia, e accendono interesse, peccato che spesso e volentieri siano usati per allungare e riempire l'episodio, deviando l'attenzione dello spettatore, cercando di non far accorgere che in realtà la trama è ferma.
Scritto questo ecco alcune mie considerazioni personali, legate quasi totalmente ad i maggiori difetti dell'opera.
Trama statica, personaggi che tergiversano ripetutamente su situazioni che si erano già presentate e affrontate, portando lo "stesso" personaggio a temporeggiare nuovamente sulle "stesse" cose; discorsi prolissi e ripetuti fino alla noia, flashback troppo lunghi, spiegazioni e nozioni divaganti e poco interessanti in quel frangente ed al fine del proseguo dell'opera. Questo brutto vizio si è ripetuto troppe volte per i miei gusti e, ahimè, fa scendere il voto globale. Alcune spiegazioni tarderanno troppo per il problema indicato precedentemente, lasciando lo spettatore nell'ignoranza.
Il pathos è buono e nelle prime puntate il ritmo sostenuto rende il tutto fruibile, questo ha reso la carenza di azione ancora più visibile.
La commedia presente risulta grottesca e insipida. Non è riuscita nell'intento di divertirmi, anzi certe situazioni mi lasciavano parecchio interdetta.
La grafica in certi casi è spettacolare, realizzata a dovere, valorizza le scene d'azione e di spostamento tridimensionale con le giuste inquadrature, spesso esse verranno utilizzate anche per enfatizzare parole e discorsi, donandoli maggior forza e impatto; altre volte invece sarà meno buona, con tanti fermo immagine, e poca fluidità.
Il chara è ben realizzato. Ogni personaggio ha tratti che lo distinguono dal gruppo, vuoi per il naso aquilino o per gli occhi languidi, sono comunque dettagli che aggiungono quel qualcosa in più e li ho apprezzati molto.
Non posso che lodare le soundtrack, spesso presenti ed emozionanti, dotate di un ottimo magnetismo. Le due opening (per quanto io personalmente preferisca la prima) enfatizzano il desiderio di libertà e ribellione che pervade l'opera; mentre la prima ending, introspettiva e profonda, è incentrata su Mikasa; la seconda riprende il desiderio di indipendenza espresso nelle opening; sono tutte molto buone.
Visto l'allungamento esagerato della trama, farcita con episodi per buona parte inutili e tediosi salvo gli ultimi minuti, logicamente abbiamo un finale aperto che ultima solo un "arco narrativo" e non aggiunge nulla o quasi alla storia; la maggior parte degli interrogativi rimangono indi intatti, potete immaginare la delusione nel vedere una conclusione simile. A conti fatti, di tutte le domande sorte hanno risposto forse solo ad un quarto di esse, a questo punto il formato di 12 episodi probabilmente era più indicato, avrebbe reso i tempi più serrati e avrebbe migliorato il ritmo dell'opera evitandoci lunghi minuti di nulla. Tengo a precisare che non seguo il manga, quindi non posso sapere se gli episodi considerati da me statici sono effettivamente dei filler. La cosa comunque non cambierebbe la situazione, andrebbe solo ad infastidire i lettori.
Tutto sommato ritengo comunque l'opera più che discreta, viene salvata da un voto basso grazie ad i momenti di epicità, ottimi qualitativamente ma scarsi quantitativamente. Vedremo se ci delizieranno con una seconda stagione, ma visti gli eccellenti risultati ottenuti e il business nato intorno ad essa penso proprio di si, sperando in un risultato migliore.
Etichettato come "l'anime dell'anno", prima ancora della messa in onda ha scatenato un tripudio di assensi, trascinando cosi alla luce della ribalta anche il manga.
Questo fenomeno, definito da molti la "giganti-mania" ha fatto si che intorno a quest'opera nascessero tantissime aspettative pesando per ovvi motivi sulla futura visione.
Trama e approfondimenti tratti da Wikipedia: In un Medioevo alternativo, la razza umana è stata decimata dall'avvento dei Giganti, grandi creature, fisicamente simili all'uomo, di altezza compresa tra i 3 e i 15 metri. Sono esseri primitivi e dall'intelligenza limitata, che non sembrano necessitare di cibo per vivere, ma che si nutrono di umani.
Quel che resta dell'umanità è sopravvissuta rifugiandosi all'interno di imponenti mura concentriche: il "Wall Maria", il più esterno; il "Wall Rose", quello centrale; e il "Wall Sina", il più interno, che protegge la capitale e la corte del re. Per garantire che i giganti non riescano ad attaccare il territorio degli uomini, le mura sono alte 50 metri, con l'unico punto debole costituito dalle porte che ne permettono l'attraversamento. Per non dover disperdere le forze nella protezione dell'intera estensione delle mura, gli uomini si sono concentrati a vivere in città che sorgono adiacenti alle muraglie, attirando in questo modo l'attenzione dei giganti e ammassando in quei punti le loro difese. Le mura hanno permesso all'umanità di godere di un secolo di pace, al sicuro dagli attacchi dei giganti
Nell'anno 845 compare un gigante alto circa 60 metri, che con un calcio crea una breccia nella cinta esterna del Wall Maria, presso la città di Shiganshina. I giganti sciamano al suo interno divorando quanti più umani possibile, mentre questi cercano inutilmente di difendersi e trasferire più gente possibile all'interno della seconda cerchia di mura; ma prima che gli uomini riescano a chiudere la porta interna delle mura, un gigante corazzato la sfonda con un colpo e gli umani sono costretti a ripiegare sul Wall Rose. In seguito tentano una disperata riconquista del territorio perduto, circa un terzo del totale, che fallisce miseramente. L'enorme perdita di uomini contribuisce per lo meno ad attenuare la carestia di cibo creatasi per la perdita di una porzione territoriale così grande. Il gigante colossale e quello corazzato spariscono misteriosamente dopo aver spianato la strada ai loro simili.
Tra i sopravvissuti alla tragedia vi sono i tre protagonisti della storia: Eren Jaeger, Mikasa Ackermann e Armin Arelet. Nel giorno dell'irruzione dei giganti, Eren perde sua madre, la quale viene divorata davanti ai suoi occhi. L'accaduto genera nel bambino, già impulsivo di natura, un odio verso i giganti superiore alla paura nei loro confronti, ed egli giura di sterminarli tutti.
Approfondimento: "Attrezzatura per effettuare il Movimento Tridimensionale", un dispositivo che permette di librarsi in aria con delle funi e gas ad alta pressione, offrendo grande mobilità nell'affrontare i giganti
Entriamo nel dettaglio, analizzando quando più oggettivamente possibile: la trama risulta discretamente originale, dai temi forti e maturi. I toni sono crudi e seriosi, per quanto alcune volte si concederà una sfumatura comica per alleggerire la tensione.
I sentimenti che intercorrono sono quanto più negativi, come la paura, la rabbia e il dolore suscitati da quella che è la condizione precaria in cui vivono i personaggi; si faranno strada tra essi anche la speranza, che illuminerà il cammino di molti; la ribellione, necessaria e sognata, quasi idilliaca in questo mondo assoggettato da titaniche ed empie presenze. Il coraggio e la forza d'animo saranno spesso l'unico pane di cui si ciberà l'anima.
I ritmi nei primi episodi sono intensi, fagocitando chi guarda in questo mondo in disgrazia, riempiendo il cuore e gli occhi di strazio e pena, come di pathos e aspettativa. Dopo questi, ci si lascerà andare ad un ritmo più placido, che metterà spesso da parte l'azione per dare maggior spessore all'introspezione e l'evoluzione dei personaggi principali. Essi hanno tutti ottime caratteristiche, alcuni anche fin troppo marcate. Si riscontrerà una notevole maturazione in molti, soprattutto nel terzetto dei protagonisti. Tutti i personaggi hanno dei difetti e dei pregi che si paleseranno spesso rendendoli più umani e realistici. C'è chi si lascia prendere dal panico, chi pensa solo a se stesso, chi si sacrifica per un amico… Tutto ciò, nella giusta dose, rende più apprezzabile il meccanismo di intreccio tra i vari pg.
La maggior parte dei dialoghi sono ben realizzati, trasmettono il giusto livello di tensione emotiva, ansia, e accendono interesse, peccato che spesso e volentieri siano usati per allungare e riempire l'episodio, deviando l'attenzione dello spettatore, cercando di non far accorgere che in realtà la trama è ferma.
Scritto questo ecco alcune mie considerazioni personali, legate quasi totalmente ad i maggiori difetti dell'opera.
Trama statica, personaggi che tergiversano ripetutamente su situazioni che si erano già presentate e affrontate, portando lo "stesso" personaggio a temporeggiare nuovamente sulle "stesse" cose; discorsi prolissi e ripetuti fino alla noia, flashback troppo lunghi, spiegazioni e nozioni divaganti e poco interessanti in quel frangente ed al fine del proseguo dell'opera. Questo brutto vizio si è ripetuto troppe volte per i miei gusti e, ahimè, fa scendere il voto globale. Alcune spiegazioni tarderanno troppo per il problema indicato precedentemente, lasciando lo spettatore nell'ignoranza.
Il pathos è buono e nelle prime puntate il ritmo sostenuto rende il tutto fruibile, questo ha reso la carenza di azione ancora più visibile.
La commedia presente risulta grottesca e insipida. Non è riuscita nell'intento di divertirmi, anzi certe situazioni mi lasciavano parecchio interdetta.
La grafica in certi casi è spettacolare, realizzata a dovere, valorizza le scene d'azione e di spostamento tridimensionale con le giuste inquadrature, spesso esse verranno utilizzate anche per enfatizzare parole e discorsi, donandoli maggior forza e impatto; altre volte invece sarà meno buona, con tanti fermo immagine, e poca fluidità.
Il chara è ben realizzato. Ogni personaggio ha tratti che lo distinguono dal gruppo, vuoi per il naso aquilino o per gli occhi languidi, sono comunque dettagli che aggiungono quel qualcosa in più e li ho apprezzati molto.
Non posso che lodare le soundtrack, spesso presenti ed emozionanti, dotate di un ottimo magnetismo. Le due opening (per quanto io personalmente preferisca la prima) enfatizzano il desiderio di libertà e ribellione che pervade l'opera; mentre la prima ending, introspettiva e profonda, è incentrata su Mikasa; la seconda riprende il desiderio di indipendenza espresso nelle opening; sono tutte molto buone.
Visto l'allungamento esagerato della trama, farcita con episodi per buona parte inutili e tediosi salvo gli ultimi minuti, logicamente abbiamo un finale aperto che ultima solo un "arco narrativo" e non aggiunge nulla o quasi alla storia; la maggior parte degli interrogativi rimangono indi intatti, potete immaginare la delusione nel vedere una conclusione simile. A conti fatti, di tutte le domande sorte hanno risposto forse solo ad un quarto di esse, a questo punto il formato di 12 episodi probabilmente era più indicato, avrebbe reso i tempi più serrati e avrebbe migliorato il ritmo dell'opera evitandoci lunghi minuti di nulla. Tengo a precisare che non seguo il manga, quindi non posso sapere se gli episodi considerati da me statici sono effettivamente dei filler. La cosa comunque non cambierebbe la situazione, andrebbe solo ad infastidire i lettori.
Tutto sommato ritengo comunque l'opera più che discreta, viene salvata da un voto basso grazie ad i momenti di epicità, ottimi qualitativamente ma scarsi quantitativamente. Vedremo se ci delizieranno con una seconda stagione, ma visti gli eccellenti risultati ottenuti e il business nato intorno ad essa penso proprio di si, sperando in un risultato migliore.
"L'Attacco dei Giganti" è un titolo che è divenuto ben presto un autentico cult riuscendo a conquistarsi un successo meritato e forse inaspettato.
Alla conclusone della programmazione di questa teorica e probabile prima serie, mi sono appassionato a questa opera a tal punto da diventarne un autentico fan, cosa che non mi è accaduta con nessun altro titolo dell'ultimo decennio, fatta eccezione per "HunterxHunter".
Prima di tutto mi sembra giusto partire dalla mente che ha concepito tutto questo: Hajime Isayama, il mangaka. Secondo me, questo genio, ha concepito un manga ottimamente congegnato senza perdersi eccessivamente - quindi non sto dicendo che non vi siano - nei soliti cliché del genere sorprendendo, scioccando e senza dare mai nulla per scontato.
Per quanto poi ci siano evidenti richiami ad altre opere passate, e questo non lo si mette assolutamente in dubbio, non sono comunque d'accordo con chi definisce il presente titolo come un totale plagio, poiché non trovo che l'autore abbia compiuto chissà quale grave peccato nel provare a riutilizzare certe cose (che non dico per non spoilerare) spingendole su altre strade, personalizzandole ed apportando un rinnovamento o un innovazione nel campo - e questo dipende dai punti di vista. Ovviamente i detrattori non mancheranno mai di scoccare frecce dal loro arco per affondare critiche severe con la solita intenzione di sminuire un determinato titolo, ma ciò che conta e valutare ogni cosa con la propria testa, non facendosi influenzare da niente e da nessuno visto poi che ogni parere, incluso il mio, è totalmente soggettivo e non assoluto.
Per riuscire a far ben comprendere il mio personale pensiero su di questa popolare serie, vorrei trattare ogni aspetto di questa trasposizione animata e per farlo partirò dalla storia, il cuore pulsante di ogni opera.
La storia principale, secondo me, si regge su un ottimo plot che fin da subito appare interessante, intrigante, nonché suggestivo. L'uomo non è più all'apice della catena alimentare, poiché ha trovato un nemico naturale ed irrefrenabile che l'ha spinto quasi a l'estinzione: i Titani. Per difendersi da loro, l'uomo ha innalzato delle mastodontiche Mura, dentro alle quali ha vissuto un secolo di prosperità e di pace.
Da questo incipit di partenza si potrebbe ipotizzare, erroneamente, che la storia vada a prendersela comoda riempiendosi di positività e di buonismo, tuttavia la serie sbalordisce partendo in quinta e mettendo subito le cose in chiaro con il primo spettacolare, meraviglioso episodio - specialmente nel livello tecnico - buttando immediatamente giù ogni speranza e sicurezza allo spettatore, spiazzandolo non poco. Con un inizio del genere, alternativo e di sicuro effetto, la serie non può che catturare ed emozionare lo spettatore novizio fin da subito. In seguito si verrà aspirati in un vortice di eventi tragici e drammatici, a momenti incredibilmente epici costituiti da spettacolari colpi di scena; in tutto questo l'autore saprà intrecciare bene il mistero dei Giganti e a tenere alto l'interesse proprio attraverso una trama che sa intrigare fin dal principio.
E i pregi de "L'Attacco dei Giganti", a mio avviso, si trovano proprio nel suo essere innovativo, apparendo come una voce fuori dal coro, uscendo dai classici schemi del genere, attraverso la sua violenza, crudezza e con il suo forte e apprezzabilissimo pessimismo - una qualità, questa, che non si andrà a perdere nel corso dello svolgimento.
Ed è proprio questo grado di interesse, di entusiasmo e di passione ad avermi spinto a divorare più episodi possibili quando ne ho avuta la possibilità e non è una qualità che ho riscontrato in tutte le serie che ho visionato, perciò, una volta che un anime riesce a fare questo, chi se ne importa se sia o meno un plagio - comunque sia, io non lo ritengo tale -, ma l'importante è che sappia intrattenere ed emozionare e "L'Attacco dei Giganti" ci è riuscito alla grande, almeno nei miei confronti.
Ma visto che questa è una recensione, veniamo al ritmo narrativo cosi da levarci subito il "dente marcio", per poi proseguire con altro.
Certamente, mi sembra giusto renderlo noto, questo anime mi ha ampiamente dimostrato di saper possedere, quando vuole per lo meno, un ritmo veramente elevato, incalzante, avvincente e travolgente grazie ai momenti epici, elettrizzanti, adrenalinici, emozionanti e spettacolari che sa generare, ma allo stesso tempo, per allungare evidentemente troppo il brodo, mi sono ritrovato anche con un ritmo delle volte fin troppo rallentato, appesantito da episodi farciti con eccessivi ed esasperati dialoghi e monologhi.
Per questa ragione, circa dall'episodio diciottesimo, ho avvertito un calo narrativo non indifferente nel quale si ritrovano sicuramente degli ottimi momenti - che valgono assolutamente la visione e che non fanno perdere l'interesse generale -, però ve ne sono molti altri poco convincenti e non proprio entusiasmanti. Si tratta, senza alcuna ombra di dubbio, di un calo e di una caduta di stile che non avrei voluto vedere in una serie che ha saputo colpirmi ed appassionarmi in tal modo, denotando una gestione non pienamente riuscita ed ottimale da parte degli sceneggiatori, che hanno mostrato dei chiari limiti di scrittura proprio nell'ultima parte di storia trattata in questa prima serie. Infatti, l'unico vero difetto che ho trovato in questo anime è proprio questo suo rallentamento eccessivo in alcuni punti, concentrati specialmente nell'ultima parte della serie, causati sicuramente anche - e non solo - dall'ovvio, inevitabile avvicinamento del manga.
Affrontato questo aspetto critico, vorrei trattare altri aspetti, positivi in tal caso, iniziando proprio dai personaggi. Devo dire che ho molto apprezzato i personaggi de "L'Attacco dei Giganti" per il loro essere umani ed anche per l'importanza che, almeno quelli principali, hanno avuto all'interno della storia - a differenza di altre opere in cui invece certi personaggi sono messi li giusto per fare numero.
Credo non si possa negare che un essere umano sia in realtà un essere cinico, egoista, ricolmo di limiti, di difetti e che teme tutto ciò che a lui è ignoto, ed ecco che, proprio su questa linea sempre pessimistica dell'autore - quasi a seguire il pessimismo umano del noto Go Nagai -, mi sono ritrovato dinanzi a personaggi che, durante lo svolgimento dei fatti, sono andati fuori di testa; che vomitavano per la paura viscerale; che abbandonavano i propri compagni per tenersi cara la pelle ragionando egoisticamente e guardando solo al proprio profitto e alla propria sopravvivenza a discapito della vita di moltissimi altri. Trovo questo aspetto della serie un vero e grande pregio che la differenzia dal classico Shounen buonista e mieloso a cui siamo ampiamente stati abituati per anni.
Ma che anime sarebbe senza, appunto, i mostruosi e letali Giganti "zombificati"? Questi strani e misteriosi esseri saranno veramente un punto di forza della storia dal momento che tutto ruoterà intorno ad essi e alla minaccia che rappresentano per il genere umano. Infatti, la potenza della narrazione si ritrova proprio in questi misteriosi e temuti esseri e non si potrà fare a meno di scervellarsi sulle loro origini domandandoci chi siano e cosa vogliono realmente dagli "umani dietro le Mura". Ma se credete che il tutto verrà chiarito ad ogni risposta, vi sbagliate di grosso. Non appena si entrerà a conoscenza su di una certa cosa sul loro conto subito giungeranno altre domande che vi spingeranno a continuare la visione, instaurandovi il seme del dubbio.
Anche l'ambientazione, in cui i personaggi si muoveranno, la trovo ottimale. L'autore ha, difatti, saputo ben strutturare questo suo medioevale mondo creando, all'interno delle vasti ed immense Mura, una vera e propria civiltà suddivisa in varie etnie - e per questo non assisteremo a un "giappo-centrismo" etnico - dove la monarchia è la forma principale di Governo. Anche il mondo militare da lui ideato mi piace molto, specialmente per la particolare divisione nei tre grandi corpi speciali aventi ognuno una precisa è specifica mansione.
Un'altra cosa che mi ha colpito, collegata sempre al corpo militare, è l'invenzione ingegnosa del dispositivo della cosiddetta "Manovra Tridimensionale", utilizzato dai soldati come unica vera arma per combattere ed uccidere i letali e pericolosissimi Giganti. Questo dispositivo non solo lo trovo molto originale e ottimamente descritto in ogni sua parte e componente, ma permette anche delle sequenze d'azione mai viste prima ed un modo di combattere inedito, sofisticato e personale dove conterà molto sia l'abilità fisica del singolo che anche l'appoggio del gruppo dando vita ad interessanti strategie e tatticismi militari vari.
Non vorrei comunque dimenticare, prima di passare oltre, le tematiche affrontate dall'autore. A parte il sopra-citato pessimismo che impregnerà la serie fino all'ultimo episodio, vi sono anche certe altre cose di non poco conto. Ad esempio, giusto per citarne alcune: la voglia di riscatto e di rivalsa, il rinunciare alla propria umanità per combattere i mostri - un tema già affrontato nel capolavoro "Devilman", sempre di Go Nagai -, la manifestazione della paura verso l'ignoto attraverso queste creature derivateci dalla mitologia e dal folklore, possedere il coraggio di sacrificare qualcosa per riuscire a raggiungere delle vittorie e, in alcuni punti della visione, si affronterà persino la paranoia generata dall'incapacità di non saper distinguere il reale dalla finzione quasi come nel famosissimo capolavoro cinematografico fantascientifico "La Cosa" del 1982 di John Carpenter. Secondo me, questo titolo soddisfa anche su questo importante aspetto senza dare alcun dolcetto, ma sempre e solo amarezza sfociata dalla dura realtà e crudeltà della vita.
Tutto questo viene abbellito da una regia ottima ed efficace, da animazioni molto curate (fatta eccezione di alcuni episodi localizzati nella parte finale della serie) e da OST stratosferiche composte da un Hiroyuki Sawano in grandissima forma, il quale, a mio personale giudizio, ha offerto una colonna sonora cinematografica davvero lodevole e degna di nota, che mi ha molto colpito. Le opening e le ending le ho anch'esse trovate davvero ottime ed adrenaliniche, hanno davvero saputo caratterizzare la serie in maniera efficacie.
Inoltre le molte sequenze di azione sono state veramente una goduria per gli ogni - almeno quando il livello tecnico era al top - grazie anche al continuo utilizzo della 3-D graphic e CGI ben dosata che mi hanno offerto un'esperienza visiva e di coinvolgimento molto elevata, unica e moderna. Complimenti agli animatori e specialmente alla regia che ha saputo dare il massimo nei momenti importanti.
Il chara-design, che nel manga era grezzo, sproporzionato e non sempre curato, qui mi ha fatto gioire. Ho trovato il design dei personaggi originale e ben caratterizzato, anche se si deve ammettere che l'aspetto dei Giganti riusciva ad essere maggiormente inquietante nella versione cartacea.
Insomma, un livello tecnico che promuovo, pur se delle volte ha mostrato delle fastidiose e inaspettate, brutte cadute.
Venendo alle conclusioni finali di questa mia recensione, confesso che questa serie è stata un'autentica rivelazione, una visione palpitante e avvincente. "L'Attacco dei Giganti" mi è piaciuto davvero molto anche per la sua unicità, ma sfortunatamente ha conosciuto un calo, ad un certo punto, che non gli ha permesso di coinvolgermi ed entusiasmarmi a pieno come aveva fatto nei primi 17 episodi, come già detto in precedenza. In pratica, ci sono state delle evidenti incertezze dettate forse dall'ingenuità che, purtroppo, mi portano ad una valutazione finale non piena.
Consigliato a tutti gli amanti di animazione nipponica, d'azione e di horror-splatter e anche a chi si è stufato di vedere sempre serie ricolme di infinite gag comiche e fan-service, anche se, e bene sottolinearlo, questo è uno di quei titoli che, lo si può dire tranquillamente, o piace o non piace. Aspetto il sequel, sperando che arrivi.
Alla conclusone della programmazione di questa teorica e probabile prima serie, mi sono appassionato a questa opera a tal punto da diventarne un autentico fan, cosa che non mi è accaduta con nessun altro titolo dell'ultimo decennio, fatta eccezione per "HunterxHunter".
Prima di tutto mi sembra giusto partire dalla mente che ha concepito tutto questo: Hajime Isayama, il mangaka. Secondo me, questo genio, ha concepito un manga ottimamente congegnato senza perdersi eccessivamente - quindi non sto dicendo che non vi siano - nei soliti cliché del genere sorprendendo, scioccando e senza dare mai nulla per scontato.
Per quanto poi ci siano evidenti richiami ad altre opere passate, e questo non lo si mette assolutamente in dubbio, non sono comunque d'accordo con chi definisce il presente titolo come un totale plagio, poiché non trovo che l'autore abbia compiuto chissà quale grave peccato nel provare a riutilizzare certe cose (che non dico per non spoilerare) spingendole su altre strade, personalizzandole ed apportando un rinnovamento o un innovazione nel campo - e questo dipende dai punti di vista. Ovviamente i detrattori non mancheranno mai di scoccare frecce dal loro arco per affondare critiche severe con la solita intenzione di sminuire un determinato titolo, ma ciò che conta e valutare ogni cosa con la propria testa, non facendosi influenzare da niente e da nessuno visto poi che ogni parere, incluso il mio, è totalmente soggettivo e non assoluto.
Per riuscire a far ben comprendere il mio personale pensiero su di questa popolare serie, vorrei trattare ogni aspetto di questa trasposizione animata e per farlo partirò dalla storia, il cuore pulsante di ogni opera.
La storia principale, secondo me, si regge su un ottimo plot che fin da subito appare interessante, intrigante, nonché suggestivo. L'uomo non è più all'apice della catena alimentare, poiché ha trovato un nemico naturale ed irrefrenabile che l'ha spinto quasi a l'estinzione: i Titani. Per difendersi da loro, l'uomo ha innalzato delle mastodontiche Mura, dentro alle quali ha vissuto un secolo di prosperità e di pace.
Da questo incipit di partenza si potrebbe ipotizzare, erroneamente, che la storia vada a prendersela comoda riempiendosi di positività e di buonismo, tuttavia la serie sbalordisce partendo in quinta e mettendo subito le cose in chiaro con il primo spettacolare, meraviglioso episodio - specialmente nel livello tecnico - buttando immediatamente giù ogni speranza e sicurezza allo spettatore, spiazzandolo non poco. Con un inizio del genere, alternativo e di sicuro effetto, la serie non può che catturare ed emozionare lo spettatore novizio fin da subito. In seguito si verrà aspirati in un vortice di eventi tragici e drammatici, a momenti incredibilmente epici costituiti da spettacolari colpi di scena; in tutto questo l'autore saprà intrecciare bene il mistero dei Giganti e a tenere alto l'interesse proprio attraverso una trama che sa intrigare fin dal principio.
E i pregi de "L'Attacco dei Giganti", a mio avviso, si trovano proprio nel suo essere innovativo, apparendo come una voce fuori dal coro, uscendo dai classici schemi del genere, attraverso la sua violenza, crudezza e con il suo forte e apprezzabilissimo pessimismo - una qualità, questa, che non si andrà a perdere nel corso dello svolgimento.
Ed è proprio questo grado di interesse, di entusiasmo e di passione ad avermi spinto a divorare più episodi possibili quando ne ho avuta la possibilità e non è una qualità che ho riscontrato in tutte le serie che ho visionato, perciò, una volta che un anime riesce a fare questo, chi se ne importa se sia o meno un plagio - comunque sia, io non lo ritengo tale -, ma l'importante è che sappia intrattenere ed emozionare e "L'Attacco dei Giganti" ci è riuscito alla grande, almeno nei miei confronti.
Ma visto che questa è una recensione, veniamo al ritmo narrativo cosi da levarci subito il "dente marcio", per poi proseguire con altro.
Certamente, mi sembra giusto renderlo noto, questo anime mi ha ampiamente dimostrato di saper possedere, quando vuole per lo meno, un ritmo veramente elevato, incalzante, avvincente e travolgente grazie ai momenti epici, elettrizzanti, adrenalinici, emozionanti e spettacolari che sa generare, ma allo stesso tempo, per allungare evidentemente troppo il brodo, mi sono ritrovato anche con un ritmo delle volte fin troppo rallentato, appesantito da episodi farciti con eccessivi ed esasperati dialoghi e monologhi.
Per questa ragione, circa dall'episodio diciottesimo, ho avvertito un calo narrativo non indifferente nel quale si ritrovano sicuramente degli ottimi momenti - che valgono assolutamente la visione e che non fanno perdere l'interesse generale -, però ve ne sono molti altri poco convincenti e non proprio entusiasmanti. Si tratta, senza alcuna ombra di dubbio, di un calo e di una caduta di stile che non avrei voluto vedere in una serie che ha saputo colpirmi ed appassionarmi in tal modo, denotando una gestione non pienamente riuscita ed ottimale da parte degli sceneggiatori, che hanno mostrato dei chiari limiti di scrittura proprio nell'ultima parte di storia trattata in questa prima serie. Infatti, l'unico vero difetto che ho trovato in questo anime è proprio questo suo rallentamento eccessivo in alcuni punti, concentrati specialmente nell'ultima parte della serie, causati sicuramente anche - e non solo - dall'ovvio, inevitabile avvicinamento del manga.
Affrontato questo aspetto critico, vorrei trattare altri aspetti, positivi in tal caso, iniziando proprio dai personaggi. Devo dire che ho molto apprezzato i personaggi de "L'Attacco dei Giganti" per il loro essere umani ed anche per l'importanza che, almeno quelli principali, hanno avuto all'interno della storia - a differenza di altre opere in cui invece certi personaggi sono messi li giusto per fare numero.
Credo non si possa negare che un essere umano sia in realtà un essere cinico, egoista, ricolmo di limiti, di difetti e che teme tutto ciò che a lui è ignoto, ed ecco che, proprio su questa linea sempre pessimistica dell'autore - quasi a seguire il pessimismo umano del noto Go Nagai -, mi sono ritrovato dinanzi a personaggi che, durante lo svolgimento dei fatti, sono andati fuori di testa; che vomitavano per la paura viscerale; che abbandonavano i propri compagni per tenersi cara la pelle ragionando egoisticamente e guardando solo al proprio profitto e alla propria sopravvivenza a discapito della vita di moltissimi altri. Trovo questo aspetto della serie un vero e grande pregio che la differenzia dal classico Shounen buonista e mieloso a cui siamo ampiamente stati abituati per anni.
Ma che anime sarebbe senza, appunto, i mostruosi e letali Giganti "zombificati"? Questi strani e misteriosi esseri saranno veramente un punto di forza della storia dal momento che tutto ruoterà intorno ad essi e alla minaccia che rappresentano per il genere umano. Infatti, la potenza della narrazione si ritrova proprio in questi misteriosi e temuti esseri e non si potrà fare a meno di scervellarsi sulle loro origini domandandoci chi siano e cosa vogliono realmente dagli "umani dietro le Mura". Ma se credete che il tutto verrà chiarito ad ogni risposta, vi sbagliate di grosso. Non appena si entrerà a conoscenza su di una certa cosa sul loro conto subito giungeranno altre domande che vi spingeranno a continuare la visione, instaurandovi il seme del dubbio.
Anche l'ambientazione, in cui i personaggi si muoveranno, la trovo ottimale. L'autore ha, difatti, saputo ben strutturare questo suo medioevale mondo creando, all'interno delle vasti ed immense Mura, una vera e propria civiltà suddivisa in varie etnie - e per questo non assisteremo a un "giappo-centrismo" etnico - dove la monarchia è la forma principale di Governo. Anche il mondo militare da lui ideato mi piace molto, specialmente per la particolare divisione nei tre grandi corpi speciali aventi ognuno una precisa è specifica mansione.
Un'altra cosa che mi ha colpito, collegata sempre al corpo militare, è l'invenzione ingegnosa del dispositivo della cosiddetta "Manovra Tridimensionale", utilizzato dai soldati come unica vera arma per combattere ed uccidere i letali e pericolosissimi Giganti. Questo dispositivo non solo lo trovo molto originale e ottimamente descritto in ogni sua parte e componente, ma permette anche delle sequenze d'azione mai viste prima ed un modo di combattere inedito, sofisticato e personale dove conterà molto sia l'abilità fisica del singolo che anche l'appoggio del gruppo dando vita ad interessanti strategie e tatticismi militari vari.
Non vorrei comunque dimenticare, prima di passare oltre, le tematiche affrontate dall'autore. A parte il sopra-citato pessimismo che impregnerà la serie fino all'ultimo episodio, vi sono anche certe altre cose di non poco conto. Ad esempio, giusto per citarne alcune: la voglia di riscatto e di rivalsa, il rinunciare alla propria umanità per combattere i mostri - un tema già affrontato nel capolavoro "Devilman", sempre di Go Nagai -, la manifestazione della paura verso l'ignoto attraverso queste creature derivateci dalla mitologia e dal folklore, possedere il coraggio di sacrificare qualcosa per riuscire a raggiungere delle vittorie e, in alcuni punti della visione, si affronterà persino la paranoia generata dall'incapacità di non saper distinguere il reale dalla finzione quasi come nel famosissimo capolavoro cinematografico fantascientifico "La Cosa" del 1982 di John Carpenter. Secondo me, questo titolo soddisfa anche su questo importante aspetto senza dare alcun dolcetto, ma sempre e solo amarezza sfociata dalla dura realtà e crudeltà della vita.
Tutto questo viene abbellito da una regia ottima ed efficace, da animazioni molto curate (fatta eccezione di alcuni episodi localizzati nella parte finale della serie) e da OST stratosferiche composte da un Hiroyuki Sawano in grandissima forma, il quale, a mio personale giudizio, ha offerto una colonna sonora cinematografica davvero lodevole e degna di nota, che mi ha molto colpito. Le opening e le ending le ho anch'esse trovate davvero ottime ed adrenaliniche, hanno davvero saputo caratterizzare la serie in maniera efficacie.
Inoltre le molte sequenze di azione sono state veramente una goduria per gli ogni - almeno quando il livello tecnico era al top - grazie anche al continuo utilizzo della 3-D graphic e CGI ben dosata che mi hanno offerto un'esperienza visiva e di coinvolgimento molto elevata, unica e moderna. Complimenti agli animatori e specialmente alla regia che ha saputo dare il massimo nei momenti importanti.
Il chara-design, che nel manga era grezzo, sproporzionato e non sempre curato, qui mi ha fatto gioire. Ho trovato il design dei personaggi originale e ben caratterizzato, anche se si deve ammettere che l'aspetto dei Giganti riusciva ad essere maggiormente inquietante nella versione cartacea.
Insomma, un livello tecnico che promuovo, pur se delle volte ha mostrato delle fastidiose e inaspettate, brutte cadute.
Venendo alle conclusioni finali di questa mia recensione, confesso che questa serie è stata un'autentica rivelazione, una visione palpitante e avvincente. "L'Attacco dei Giganti" mi è piaciuto davvero molto anche per la sua unicità, ma sfortunatamente ha conosciuto un calo, ad un certo punto, che non gli ha permesso di coinvolgermi ed entusiasmarmi a pieno come aveva fatto nei primi 17 episodi, come già detto in precedenza. In pratica, ci sono state delle evidenti incertezze dettate forse dall'ingenuità che, purtroppo, mi portano ad una valutazione finale non piena.
Consigliato a tutti gli amanti di animazione nipponica, d'azione e di horror-splatter e anche a chi si è stufato di vedere sempre serie ricolme di infinite gag comiche e fan-service, anche se, e bene sottolinearlo, questo è uno di quei titoli che, lo si può dire tranquillamente, o piace o non piace. Aspetto il sequel, sperando che arrivi.
Davvero una serie spettacolare! Dopo alcune serie prive di mordente e da me scartate, finalmente ne arriva una che colpisce! Tanto acclamata, quanto bella, è stata accolta a gran voce dal pubblico e dalla critica ed osannata fin da subito, diventando un vero e proprio fenomeno di internet con tantissime immagini divertenti che sono cominciate a circolare su questa serie, ma non solo, perché si sono create innumerevoli dibattiti e discussioni su pagine, forum e chi più ne ha più ne metta, sui numerosi misteri della serie. Ovviamente c'è anche chi la snobba, dicendo che è mainstream e quindi brutta, ma io sinceramente me ne frego e mi piace quello che mi piace, senza farmi problemi sul fatto se una serie sia famosa o no. Di speciale questo anime ha quasi tutto: un'ottima grafica, che forse cala di qualità in qualche episodio, i disegni che sono migliorati rispetto al manga, doppiaggio ottimo, colonne sonore fantastiche ed intonate perfettamente con le scene, aumentando l'impatto che ha la scena su chi la guarda. La prima opening è diventata una leggenda, ovviamente stupenda, poi la seconda opening e le due ending, anche loro bellissime. Tanti sono stati i brividi provati in questi episodi, la commozione, la rabbia, sembrava quasi di provare le stesse sensazioni dei protagonisti per quanto a volte questo anime è riuscito a farmi immedesimare in esso, inoltre proprio partendo da questo, ho poi letto il manga. Durante le puntate sembrava di vivere con la gente il terrore generato dai titani, la paura di essere divorati, di non potere nulla contro esseri così forti, di non essere in grado di aiutare nessuno, e poi di ritrovare la forza per lottare ancora. I personaggi poi, altro punto di forza, caratterizzati benissimo e realistici, ognuno con i suoi modi di fare, con le sue lotte personali e con le sue decisioni. Inoltre qui non finisce sempre tutto bene, anzi, spesso le cose non vanno per il meglio, creando ulteriori colpi di scena che lasciano increduli. Spettacolari anche i combattimenti, resi benissimo ed in modo dinamico. Quindi, questo è stato davvero un'anime che ha lasciato il segno, tante sono state le aspettative per questa serie, che sono state pienamente soddisfatte, anche nel finale, che lascia presagire chiaramente la seconda stagione. Stupendo.
Ed ecco che, una volta conclusa anche questa (prima?) serie, è possibile affermare che la stagione primaverile 2013 sia stata fiorente e proficua, e L'attacco dei giganti ne è degno rappresentante come uno dei tre pilastri reggenti, insieme a Gargantia ed a Valvrave. Di quest'opera sono stati scritti fiumi d'inchiostro, c'è chi l'apprezza e chi la denigra, in ogni caso è riscontrabile il suo indiscusso successo sul piano commerciale, sbancando ogni possibile botteghino. Che si tratti del manga, dell'anime o di qualsiasi altra possibile produzione, L'attacco dei giganti in breve tempo ha ottenuto successi a dir poco impensabili, paragonabili solamente a serie ben più anziane, divenendo un fenomeno commerciale di massa. Personalmente mi auguro che l'opera continui dignitosamente com'è iniziata, senza lasciarsi andare a facili mode e tentazioni.
L'attacco dei giganti è una serie della stagione primaverile 2013 composta da 25 episodi di durata canonica. L'opera trae origine dall'omonimo manga del 2010.
Trama: in un mondo (apparentemente?) alternativo l'umanità è minacciata dalla presenza dei giganti, temibili creature che attaccano gli esseri umani e li divorano, il tutto senz'alcuna ragione apparente. Per tentare di sopravvivere l'umanità rinuncia a colonizzare il mondo costituendo un'unica, gigantesca città stato protetta da tre colossali mura di cinta concentriche. L'umanità sembra aver trovato la pace in quello splendido isolamento fino a che, nell'anno 845 fa la sua comparsa un gigante colossale alto circa 60 metri che fa breccia nel muro esterno (il Wall Maria), permettendo così ad un'orda di giganti di penetrare all'interno degl'insediamenti e decimare la popolazione. La riconquista del Wall Maria risulta impossibile, ormai è territorio dei giganti. Uno dei superstiti, Eren Jaeger, testimone della morte di sua madre per colpa di un gigante, brama vendetta contro di loro giurando di sterminarli tutti. Per far si che ciò avvenga egli s'iscrive nelle forze armate reali. Assieme ad Eren vi sono altri due suoi amici che, avendo perso tutto, seguono le orme dell'amico e si uniscono nell'esercito regolare. Dopo cinque anni d'addestramento si prospetta una nuova invasione di giganti. Per i tre ragazzi è giunta l'ora della resa dei conti.
Grafica: nonostante qualche pecca il comparto grafico si presenta all'altezza dei tempi. Le ambientazioni sono piuttosto ben realizzate (sebbene non possa piacere a molti l'effetto da computer grafic), con un bel grado di dettaglio. Le animazioni sono ottime per fluidità e velocità, perfette per enfatizzare i vari combattimenti. Il character design risulta abbellito rispetto al manga, eppure non mi convince completamente a causa di linee troppo spesse nei contorni o di espressioni facciali troppo rigate.
Sonoro: epicità allo stato puro. Opening a dir poco sensazionali e carismatiche. Ending all'altezza della serie. OST "pompate" e potenti, perfette per qualsiasi scena d'azione. Effetti sonori impeccabili. Ottimo doppiaggio.
Personaggi: nulla da eccepire sui personaggi la cui caratterizzazione non tradisce le aspettative. Non manca una buona dose d'introspezione ed evoluzione individuale e collettiva per garantire una grande interazione.
Sceneggiatura: la non totale fedeltà al manga ha lasciato interdetti alcuni spettatori, la scelta tuttavia è relativamente comprensibile in quanto la serie deve adattarsi al formato dei 25 episodi. La gestione temporale è perfetta, fluida e lineare quando serve, nonostante la numerosa presenza di flashback la fruibilità complessiva non è compromessa. Il ritmo s'attesta quasi sempre a ritmi veloci, per non dire frenetici. Le scene d'azione, di combattimento e di tragica crudeltà sono il liet motiv della serie. Il fanservice è inesistente. I dialoghi sono ottimi.
Finale: se s'ignorasse l'esistenza del manga il finale sarebbe stato assai gradito in quanto conclude in maniera più che egregia un grande arco narrativo, tuttavia la presenza del manga sottolinea le varie differenze e questo non è stato gradito da molti.
In sintesi: l'attacco dei giganti è una serie "titanica" e con ogni probabilità, la serie cult dell'anno 2013, un must imperdibile per gli appassionati delle serie d'azione che, nonostante non sia un prodotto perfetto, si sa far apprezzare da una vastissima fetta di pubblico. Quest'opera sa appassionare e coinvolgere come poche altre. Consigliato agli amanti delle grandi saghe che cercano un prodotto d'alto impatto.
L'attacco dei giganti è una serie della stagione primaverile 2013 composta da 25 episodi di durata canonica. L'opera trae origine dall'omonimo manga del 2010.
Trama: in un mondo (apparentemente?) alternativo l'umanità è minacciata dalla presenza dei giganti, temibili creature che attaccano gli esseri umani e li divorano, il tutto senz'alcuna ragione apparente. Per tentare di sopravvivere l'umanità rinuncia a colonizzare il mondo costituendo un'unica, gigantesca città stato protetta da tre colossali mura di cinta concentriche. L'umanità sembra aver trovato la pace in quello splendido isolamento fino a che, nell'anno 845 fa la sua comparsa un gigante colossale alto circa 60 metri che fa breccia nel muro esterno (il Wall Maria), permettendo così ad un'orda di giganti di penetrare all'interno degl'insediamenti e decimare la popolazione. La riconquista del Wall Maria risulta impossibile, ormai è territorio dei giganti. Uno dei superstiti, Eren Jaeger, testimone della morte di sua madre per colpa di un gigante, brama vendetta contro di loro giurando di sterminarli tutti. Per far si che ciò avvenga egli s'iscrive nelle forze armate reali. Assieme ad Eren vi sono altri due suoi amici che, avendo perso tutto, seguono le orme dell'amico e si uniscono nell'esercito regolare. Dopo cinque anni d'addestramento si prospetta una nuova invasione di giganti. Per i tre ragazzi è giunta l'ora della resa dei conti.
Grafica: nonostante qualche pecca il comparto grafico si presenta all'altezza dei tempi. Le ambientazioni sono piuttosto ben realizzate (sebbene non possa piacere a molti l'effetto da computer grafic), con un bel grado di dettaglio. Le animazioni sono ottime per fluidità e velocità, perfette per enfatizzare i vari combattimenti. Il character design risulta abbellito rispetto al manga, eppure non mi convince completamente a causa di linee troppo spesse nei contorni o di espressioni facciali troppo rigate.
Sonoro: epicità allo stato puro. Opening a dir poco sensazionali e carismatiche. Ending all'altezza della serie. OST "pompate" e potenti, perfette per qualsiasi scena d'azione. Effetti sonori impeccabili. Ottimo doppiaggio.
Personaggi: nulla da eccepire sui personaggi la cui caratterizzazione non tradisce le aspettative. Non manca una buona dose d'introspezione ed evoluzione individuale e collettiva per garantire una grande interazione.
Sceneggiatura: la non totale fedeltà al manga ha lasciato interdetti alcuni spettatori, la scelta tuttavia è relativamente comprensibile in quanto la serie deve adattarsi al formato dei 25 episodi. La gestione temporale è perfetta, fluida e lineare quando serve, nonostante la numerosa presenza di flashback la fruibilità complessiva non è compromessa. Il ritmo s'attesta quasi sempre a ritmi veloci, per non dire frenetici. Le scene d'azione, di combattimento e di tragica crudeltà sono il liet motiv della serie. Il fanservice è inesistente. I dialoghi sono ottimi.
Finale: se s'ignorasse l'esistenza del manga il finale sarebbe stato assai gradito in quanto conclude in maniera più che egregia un grande arco narrativo, tuttavia la presenza del manga sottolinea le varie differenze e questo non è stato gradito da molti.
In sintesi: l'attacco dei giganti è una serie "titanica" e con ogni probabilità, la serie cult dell'anno 2013, un must imperdibile per gli appassionati delle serie d'azione che, nonostante non sia un prodotto perfetto, si sa far apprezzare da una vastissima fetta di pubblico. Quest'opera sa appassionare e coinvolgere come poche altre. Consigliato agli amanti delle grandi saghe che cercano un prodotto d'alto impatto.
Mi è capitato diverse volte di visionare anime la cui sceneggiatura, i cui disegni o semplicemente le cui OST mi lasciassero - alla fine - un senso di vuoto nel petto. Tuttavia, mi è capitato davvero poche volte che un anime catturasse talmente il mio interesse da causarmi, per almeno tre giorni di seguito, un innamoramento tale da voler a tutti i costi ricominciare la serie addirittura dall'inizio e da costringere altre persone a visionarla. Shingeki no Kyojin, altrimenti detto come "L'attacco dei Giganti" è uno di quelli.
Ma andiamo per ordine; l'opera ideata dal mangaka Isayama Hajime, è narrata in un qualche medioevo alternativo, in cui cento anni prima degli eventi fecero la loro comparsa delle terribili creature che portarono l'umanità sull'orlo dell'estinzione: i Giganti o Titani (in alcuni fansub persino Eoten!). Costoro - dall'altezza variabile dai 7 ai 15 metri - si nutrirono dell'umanità a tal punto che, la percentuale rimasta, decise di nascondersi all'interno di tre mura alte 50 metri: Wall Maria, Wall Rose e Wall Shina.
Così gli umani sopravvissuti vivettero in pace per cento anni all'interno delle mura. Tuttavia, la pace viene spezzata dalla comparsa del Gigante Colossale (alto 60 metri) e dal Gigante Corazzato, che riesce a fare una breccia nel muro Maria, permettendo così ai suoi simili di introdursi nella città Shinganshina che viene distrutta. Eren Jeager, Mikasa Ackerman e Armin Aleret riescono a sopravvivere e dal quel giorno Eren ha giurato di sterminare tutti i Giganti, decidendo dunque di arruolarsi nell'esercito.
In breve, questa è la trama delle prime due puntate che mi hanno catturata all'istante. La grafica è davvero magnifica e infinite volte superiore a quella di moltissimi anime di nuova e vecchia generazione e non può lontanamente essere paragonata al design del manga, i cui disegni sembrano per lo più bozzetti a matita, dove tuttavia devo ammettere che le scene di violenza rendono molto di più rispetto a quelle dell'anime, dove invece vengono naturalmente proposte delle scene meno cruente e più digeribili.
Per quanto riguarda la colonna sonora, trovo che la opening sia una delle più belle che abbia mai sentito: un inno alla gloria e anche uno sfogo alla crudeltà che impregna l'anime e alla frustrazione del protagonista, il cui desiderio è la vendetta. Il tutto accompagnato da una frase in tedesco molto azzeccata: "Sie sind das Essen und wir sind die Jäger!" ovvero "Voi siete le prede e noi siamo i Cacciatori", il che si ricollega al protagonista il cui cognome è Jäger, cacciatore. Ho apprezzato anche la seconda opening ed in particolare la seconda ending, di cui non sarà mai stufa.
Sono comunque i personaggi tutti diversi tra loro ed incredibili a proprio modo che ho apprezzato in particolare. Anche se posso sembrare banale, i miei preferiti sono il protagonista Eren, la cui determinazione e forza di volontà lo aiuteranno a crescere psicologicamente, ed il comandante Levi, il cui cinismo perfettamente comprensibile, la sua stravaganza che non guasta e la sua tecnica sublime di combattimento mi hanno lasciata senza parole sin dal primo momento.
E' ormai ovvio che l'anime non abbia una vera fine, e questo è per me molto più soddisfacente di una versione ricca di filler e di finali totalmente inventati, come lo è stato per Ao No Exorcist che sarebbe potuto diventare davvero bellissimo. Conto infatti che si decida di proseguire con una seconda serie e credo proprio che il progetto non sia poi così lontano, poiché la serie ha riscosso naturalmente un incredibile successo.
Potrei continuare tutta la sera con commenti deliranti su quanto sia strepitoso Shingeki no Kyojin, ma sono sicura che ciò che ho scritto finora basti. Consiglio quest'anime al cento per cento e dato che - come ho detto prima - non avrà un finale conclusivo, mi precipiterò immediatamente in fumetteria a comprare l'ottavo volume, che è poi dove si ferma la storia.
Ma andiamo per ordine; l'opera ideata dal mangaka Isayama Hajime, è narrata in un qualche medioevo alternativo, in cui cento anni prima degli eventi fecero la loro comparsa delle terribili creature che portarono l'umanità sull'orlo dell'estinzione: i Giganti o Titani (in alcuni fansub persino Eoten!). Costoro - dall'altezza variabile dai 7 ai 15 metri - si nutrirono dell'umanità a tal punto che, la percentuale rimasta, decise di nascondersi all'interno di tre mura alte 50 metri: Wall Maria, Wall Rose e Wall Shina.
Così gli umani sopravvissuti vivettero in pace per cento anni all'interno delle mura. Tuttavia, la pace viene spezzata dalla comparsa del Gigante Colossale (alto 60 metri) e dal Gigante Corazzato, che riesce a fare una breccia nel muro Maria, permettendo così ai suoi simili di introdursi nella città Shinganshina che viene distrutta. Eren Jeager, Mikasa Ackerman e Armin Aleret riescono a sopravvivere e dal quel giorno Eren ha giurato di sterminare tutti i Giganti, decidendo dunque di arruolarsi nell'esercito.
In breve, questa è la trama delle prime due puntate che mi hanno catturata all'istante. La grafica è davvero magnifica e infinite volte superiore a quella di moltissimi anime di nuova e vecchia generazione e non può lontanamente essere paragonata al design del manga, i cui disegni sembrano per lo più bozzetti a matita, dove tuttavia devo ammettere che le scene di violenza rendono molto di più rispetto a quelle dell'anime, dove invece vengono naturalmente proposte delle scene meno cruente e più digeribili.
Per quanto riguarda la colonna sonora, trovo che la opening sia una delle più belle che abbia mai sentito: un inno alla gloria e anche uno sfogo alla crudeltà che impregna l'anime e alla frustrazione del protagonista, il cui desiderio è la vendetta. Il tutto accompagnato da una frase in tedesco molto azzeccata: "Sie sind das Essen und wir sind die Jäger!" ovvero "Voi siete le prede e noi siamo i Cacciatori", il che si ricollega al protagonista il cui cognome è Jäger, cacciatore. Ho apprezzato anche la seconda opening ed in particolare la seconda ending, di cui non sarà mai stufa.
Sono comunque i personaggi tutti diversi tra loro ed incredibili a proprio modo che ho apprezzato in particolare. Anche se posso sembrare banale, i miei preferiti sono il protagonista Eren, la cui determinazione e forza di volontà lo aiuteranno a crescere psicologicamente, ed il comandante Levi, il cui cinismo perfettamente comprensibile, la sua stravaganza che non guasta e la sua tecnica sublime di combattimento mi hanno lasciata senza parole sin dal primo momento.
E' ormai ovvio che l'anime non abbia una vera fine, e questo è per me molto più soddisfacente di una versione ricca di filler e di finali totalmente inventati, come lo è stato per Ao No Exorcist che sarebbe potuto diventare davvero bellissimo. Conto infatti che si decida di proseguire con una seconda serie e credo proprio che il progetto non sia poi così lontano, poiché la serie ha riscosso naturalmente un incredibile successo.
Potrei continuare tutta la sera con commenti deliranti su quanto sia strepitoso Shingeki no Kyojin, ma sono sicura che ciò che ho scritto finora basti. Consiglio quest'anime al cento per cento e dato che - come ho detto prima - non avrà un finale conclusivo, mi precipiterò immediatamente in fumetteria a comprare l'ottavo volume, che è poi dove si ferma la storia.
Parto dicendo che prima dell'uscita dell'anime non avevo mai sentito assolutamente niente che riguardasse "L'attacco dei giganti", nonostante molte persone lo attendevano con ansia e intanto leggevano il manga. Sono stata convinta da un'amica che mi ha raccontato a grandi linee la trama e ho cominciato a guardarlo appena uscito il primo episodio.
Che dire, come già qualcuno ha detto, non vedevo un anime del genere da tantissimo tempo. Una storia abbastanza innovativa ed originale devo dire, mai visti giganti di 15 metri in carne ed ossa mangiare gli esseri umani spingendoli sull'orlo dell'estinzione all'interno di mura e fortezze, combattendosi tra loro.
I personaggi (punto molto forte) sono ben caratterizzati, ognuno ha i suoi pregi, le sue manie, le sue pecche. Abbiamo Eren, un protagonista a cui viene uccisa la mamma davanti agli occhi e quindi desideroso di vendetta verso i colossali titani. Una ragazza all'apparenza fredda, molto affezionata a lui, che diventa una macchina da guerra. Un ragazzino minuto, un po' fifone che però risulterà essere un ottimo stratega. Inoltre un pollice in su per il comandante Levi, basso, antipatico e ossessionato dalle pulizie.
La grafica è spettacolare e arriva al culmine della bellezza nell'episodio 7 in un punto particolare che però non voglio rovinare a coloro che ancora non l'hanno visto. Le scene "splatter" sono anche abbastanza cruente ma sempre godibili anche per i meno simpatizzanti. Inoltre trasmette anche ansia e si coglie perfettamente la disperazione negli occhi dei combattenti.
Sinceramente, per quanto mi riguarda, lo metterei subito al primo posto come anime 2013. Arrivata alla puntata 18 mi permetto di dire che non mi sono mai emozionata tanto, vuoi per i disegni, per i personaggi o per la stupenda colonna sonora di cui gode (opening ed ending sono epiche). Sono arrivata al punto di soffrire a fine episodio per l'attesa snervante del prossimo.
Metterei anche un 10 di voto, ma non voglio esagerare per 2 motivi. Il primo è che ancora non è finito, mentre il secondo è perché comunque sarà un qualcosa di incompleto (il manga è ancora in corso e abbastanza avanti) che mi costringerà a seguire le scan in internet o a comprarlo in fumetteria. Spero in un'eventuale seconda serie e intanto consiglio la visione di questa a tutti!
Che dire, come già qualcuno ha detto, non vedevo un anime del genere da tantissimo tempo. Una storia abbastanza innovativa ed originale devo dire, mai visti giganti di 15 metri in carne ed ossa mangiare gli esseri umani spingendoli sull'orlo dell'estinzione all'interno di mura e fortezze, combattendosi tra loro.
I personaggi (punto molto forte) sono ben caratterizzati, ognuno ha i suoi pregi, le sue manie, le sue pecche. Abbiamo Eren, un protagonista a cui viene uccisa la mamma davanti agli occhi e quindi desideroso di vendetta verso i colossali titani. Una ragazza all'apparenza fredda, molto affezionata a lui, che diventa una macchina da guerra. Un ragazzino minuto, un po' fifone che però risulterà essere un ottimo stratega. Inoltre un pollice in su per il comandante Levi, basso, antipatico e ossessionato dalle pulizie.
La grafica è spettacolare e arriva al culmine della bellezza nell'episodio 7 in un punto particolare che però non voglio rovinare a coloro che ancora non l'hanno visto. Le scene "splatter" sono anche abbastanza cruente ma sempre godibili anche per i meno simpatizzanti. Inoltre trasmette anche ansia e si coglie perfettamente la disperazione negli occhi dei combattenti.
Sinceramente, per quanto mi riguarda, lo metterei subito al primo posto come anime 2013. Arrivata alla puntata 18 mi permetto di dire che non mi sono mai emozionata tanto, vuoi per i disegni, per i personaggi o per la stupenda colonna sonora di cui gode (opening ed ending sono epiche). Sono arrivata al punto di soffrire a fine episodio per l'attesa snervante del prossimo.
Metterei anche un 10 di voto, ma non voglio esagerare per 2 motivi. Il primo è che ancora non è finito, mentre il secondo è perché comunque sarà un qualcosa di incompleto (il manga è ancora in corso e abbastanza avanti) che mi costringerà a seguire le scan in internet o a comprarlo in fumetteria. Spero in un'eventuale seconda serie e intanto consiglio la visione di questa a tutti!
Davvero niente male. Forse è bene fare attenzione a chi si assenta, mentre attaccano i giganti... Curiose considerazioni sulla varia umanità, anche se la retorica "truppe speciali" talvolta è un po' stucchevole. Il mistero sembra dipanarsi lentamente, ed il nemico "interno" non sembra essere meno pericoloso dei giganti... E qui le metafore si sprecano. Non si capisce bene il perché di tanto arretramento tecnologico, ma forse tra qualche puntata capiremo anche quello. Troppo lunghi i riassunti delle puntate precedenti, che assieme alla sigla portano via almeno 4 min. a puntata. La colonna sonora è piuttosto truzza, come spesso accade in questi anime, purtroppo.
Non manca il solito penoso episodio riepilogativo filleroso, che davvero sarebbe da risparmiare. Flashback spesso ben giocati, dialoghi a volte molto interessanti, a volte un po' isterici. C'è più introspezione di quel che sembra, tutto sommato. Scene cruente, ma senza esagerare troppo. Vedremo se nelle prossime 9 puntate la vicenda tiene botta come le prime 16.
Non manca il solito penoso episodio riepilogativo filleroso, che davvero sarebbe da risparmiare. Flashback spesso ben giocati, dialoghi a volte molto interessanti, a volte un po' isterici. C'è più introspezione di quel che sembra, tutto sommato. Scene cruente, ma senza esagerare troppo. Vedremo se nelle prossime 9 puntate la vicenda tiene botta come le prime 16.
Shingeki no Kyojin dopo poche puntate è stato è sbandierato come l'anime dell'anno e posso dire con assoluta certezza che era così anche per me... Fino ad ora.
L'anime parte da un'idea abbastanza innovativa, si avvale di antagonisti che fino ad ora sono stati utilizzati davvero in poche occasioni: i giganti, i quali, uniti alla trama ben strutturata e al velo di mistero che aleggia intorno alla loro comparsa e alle memorie dimenticate del protagonista, portano al desiderio quasi morboso di continuare a guardarlo.
L'ambientazione e colonna sonora sono superlative (Yoko Hikasa non si smentisce mai), degni di nota sono i movimenti dei personaggi, davvero godibili, un po' meno le fisicità dei giganti, ma forse è un'aspetto voluto per dare un'idea di qualcosa di obsoleto che rispecchi la mostruosità di queste creature. Tutto questo, insieme ai molti dettagli ben curati, rende subito decisamente apprezzabile la visione.
Fin qui tutto bene, ma veniamo altresì al motivo per cui ho dato un 6, voto che sfiora la mediocrità (sarebbe stato un 5,5 ma ho voluto dare la sufficienza per le prime impressioni e nella speranza che da adesso in poi ci sia una favorevole inversione di tendenza). Devo ammettere infatti che è proprio questo il motivo per cui ho voluto riportare le mie impressioni in questa recensione. L'anime, dopo un inizio particolarmente spumeggiante, piano piano si è appiattito, la trama fatica a proseguire con fluidità e il tutto per colpa di minuti interminabili di riepilogo delle puntate precedenti, episodi pieni di dialoghi spesso superficiali, se non inutili, e la ciliegina? Un episodio intero riassuntivo, a mio parere completamente inutile!
L'anime pare debba durare 24 episodi e purtroppo per quanto riguarda i primi 14 mi duole dire che ne sarebbero bastati la metà e forse avrebbero avuto anche un maggiore impatto, perché va bene enfatizzare il pathos ma si sta sfociando nella noia.
Per il momento mi riserbo altre considerazioni nella speranza che ci sia davvero una svolta poiché mi sta piacendo ancora molto e sicuramente lo seguirò fino alla fine, e speriamo di dare un bel voto pieno!
L'anime parte da un'idea abbastanza innovativa, si avvale di antagonisti che fino ad ora sono stati utilizzati davvero in poche occasioni: i giganti, i quali, uniti alla trama ben strutturata e al velo di mistero che aleggia intorno alla loro comparsa e alle memorie dimenticate del protagonista, portano al desiderio quasi morboso di continuare a guardarlo.
L'ambientazione e colonna sonora sono superlative (Yoko Hikasa non si smentisce mai), degni di nota sono i movimenti dei personaggi, davvero godibili, un po' meno le fisicità dei giganti, ma forse è un'aspetto voluto per dare un'idea di qualcosa di obsoleto che rispecchi la mostruosità di queste creature. Tutto questo, insieme ai molti dettagli ben curati, rende subito decisamente apprezzabile la visione.
Fin qui tutto bene, ma veniamo altresì al motivo per cui ho dato un 6, voto che sfiora la mediocrità (sarebbe stato un 5,5 ma ho voluto dare la sufficienza per le prime impressioni e nella speranza che da adesso in poi ci sia una favorevole inversione di tendenza). Devo ammettere infatti che è proprio questo il motivo per cui ho voluto riportare le mie impressioni in questa recensione. L'anime, dopo un inizio particolarmente spumeggiante, piano piano si è appiattito, la trama fatica a proseguire con fluidità e il tutto per colpa di minuti interminabili di riepilogo delle puntate precedenti, episodi pieni di dialoghi spesso superficiali, se non inutili, e la ciliegina? Un episodio intero riassuntivo, a mio parere completamente inutile!
L'anime pare debba durare 24 episodi e purtroppo per quanto riguarda i primi 14 mi duole dire che ne sarebbero bastati la metà e forse avrebbero avuto anche un maggiore impatto, perché va bene enfatizzare il pathos ma si sta sfociando nella noia.
Per il momento mi riserbo altre considerazioni nella speranza che ci sia davvero una svolta poiché mi sta piacendo ancora molto e sicuramente lo seguirò fino alla fine, e speriamo di dare un bel voto pieno!
Mi appresto a parlare di questo anime e ne consiglio la visione a tutti, dicendo che era da tempo che non si vedeva un prodotto di questa levatura. Inizialmente leggendo la storia, basata sul futuro di un umanità invasa e decimata dai giganti, non mi esaltava particolarmente, ma è risaputo che un libro non si giudica mai dalla copertina, pertanto ho intrapreso la visione dell'anime in questione. Dopo le 13 puntate viste posso solo dire che è fantastico! Nonostante ha un andamento lento fatto di riflessioni, con momenti di ottima azione e atmosfere mozzafiato, affermo che quest'anime non annoia, tutt'altro, non si vuole smettere di vederlo, aspettando con trepidazione la visione della puntata successiva. I disegni sono di buona-ottima fattura. La trama nonostante inizialmente lascia perplessi, comincia gradualmente a diventare, puntata dopo puntata, sempre più intrigante. Non vorrei sbilanciarmi troppo, ma siamo vicini a dire che ci troviamo davanti ad uno degli anime più belli di sempre. Come voto ad oggi assegno un 9 che è tantissimo. Spero che le prossime puntate non deludano le mie aspettative e confermino la mia votazione.