Le fiabe son fantasia
"Le fiabe son fantasia", in originale "Grimm Meisaku Gekijou", è una serie del 1987 in quarantasette puntate prodotta dalla Nippon Animation. Come suggerisce il titolo, si tratta di una selezione delle più belle storie raccolte e rielaborate dai tedeschi Jacob e Wilhelm Grimm, dalle famose "Biancaneve", "Cenerentola", "Il Principe Ranocchio" fino ad alcune meno note, quali "Il cavolo magico", "L'Acqua della Vita", "La sfera di cristallo". Vediamo più nel dettaglio in che modo sono state riproposte.
Disegni
Prima di tutto, bisogna dire che ogni fiaba, ovviamente, è slegata alle altre, e che questo ha comportato, di vicenda in vicenda, anche un cambio nel character design, affidato a diversi autori, col risultato di una qualità mista dei disegni. Ci sono, infatti, episodi disegnati in maniera più semplicistica ("L'Ondina della Pescaia", "L'oca d'oro") e altri caratterizzati da un tratto indubbiamente più elegante ("Re Barba di Tordo", "La Bella e la Bestia"). A qualcuno potrebbe non piacere una simile scelta, che ricorda leggermente l'accozzaglia già proposta con "Le favole più belle del mondo" dalla Dax Productions, eppure, a mio giudizio, non si tratta di un autentico difetto: a una data maniera di tratteggiare i personaggi corrisponde fondamentalmente il tenore delle vicende narrate. In soldoni, se per l'aspetto del serial killer ante litteram Barbablù ci si è ispirati addirittura a Enrico VIII, dato il crudele realismo della fiaba (quanti uomini, oggi come un tempo, hanno ucciso la propria moglie o compagna?), è chiaro che per una storiella disimpegnata e improntata al riso sulla falsariga de "Il prode piccolo sarto", è più appropriato fare dell'eroe, che eroe non è, e dei suoi comprimari delle caricature. In generale, le animazioni sono buone, e un elogio a parte va fatto ai fondali, ben curati e con suggestioni europee: ad esempio, nella puntata dedicata al finto ammazza-giganti, il palazzo reale richiama alla memoria certe architetture ispaniche connesse all'influenza araba, che sorprende piacevolmente lo spettatore amante dei viaggi.
Storia
Un indubbio pregio della serie è che non c'è quasi nessun tipo di edulcorazione delle vicende, contrariamente a svariate altre versioni delle fiabe dei Grimm: un caso esemplare è l'introduzione del già citato "Barbablù" in cui si vede il protagonista al momento di trafiggere con una spada una delle sue malcapitate mogli, oppure la scena de "La principessa dalle scarpette rosse", nella quale un demone lambisce con la lingua il collo di una delle protagoniste, o, ancora, la sequenza in cui l'eroe de "La sfera di cristallo" scopre che una mostruosa strega si è sostituita alla madre e la coglie nell'atto vampiresco di mordere la fanciulla sua prigioniera per assorbirne la bellezza e la vitalità. E l'elenco non si ferma qui: le atmosfere cupe abbondano, nel totale rispetto dello spirito originale dei due fratelli di Hanau. Chi è esigente in materia di fedeltà ai modelli non sarà deluso dalla visione di quest'anime.
Personaggi
Positiva anche la caratterizzazione dei personaggi, che risultano maggiormente approfonditi rispetto alle loro controparti cartacee ma non per questo, naturalmente, snaturati. Degni di essere segnalati: Josephine, l'ultima moglie del pluriomicida dalla barba bluastra, della quale viene mostrata la progressiva corruzione dell'animo dovuta alle ricchezze del marito; il principe di Cenerentola, che per una volta appare molto più simpatico e credibile (quasi si addormenta per la noia al ballo in suo onore) di quei perfettini in calzamaglia della Disney; il giovane re di cui s'innamora Millepelli, gentile e niente affatto altezzoso; la principessina alle prese col brutto ranocchio, resa dagli sceneggiatori di un'antipatia realmente insopportabile.
Giudizio globale
Questa serie merita un bell'8: è un buon prodotto d'animazione, perfetto per chi ama sì le fiabe, ma non il tradimento della loro originaria essenza. Consigliata a chi sogna... con i piedi per terra.
Disegni
Prima di tutto, bisogna dire che ogni fiaba, ovviamente, è slegata alle altre, e che questo ha comportato, di vicenda in vicenda, anche un cambio nel character design, affidato a diversi autori, col risultato di una qualità mista dei disegni. Ci sono, infatti, episodi disegnati in maniera più semplicistica ("L'Ondina della Pescaia", "L'oca d'oro") e altri caratterizzati da un tratto indubbiamente più elegante ("Re Barba di Tordo", "La Bella e la Bestia"). A qualcuno potrebbe non piacere una simile scelta, che ricorda leggermente l'accozzaglia già proposta con "Le favole più belle del mondo" dalla Dax Productions, eppure, a mio giudizio, non si tratta di un autentico difetto: a una data maniera di tratteggiare i personaggi corrisponde fondamentalmente il tenore delle vicende narrate. In soldoni, se per l'aspetto del serial killer ante litteram Barbablù ci si è ispirati addirittura a Enrico VIII, dato il crudele realismo della fiaba (quanti uomini, oggi come un tempo, hanno ucciso la propria moglie o compagna?), è chiaro che per una storiella disimpegnata e improntata al riso sulla falsariga de "Il prode piccolo sarto", è più appropriato fare dell'eroe, che eroe non è, e dei suoi comprimari delle caricature. In generale, le animazioni sono buone, e un elogio a parte va fatto ai fondali, ben curati e con suggestioni europee: ad esempio, nella puntata dedicata al finto ammazza-giganti, il palazzo reale richiama alla memoria certe architetture ispaniche connesse all'influenza araba, che sorprende piacevolmente lo spettatore amante dei viaggi.
Storia
Un indubbio pregio della serie è che non c'è quasi nessun tipo di edulcorazione delle vicende, contrariamente a svariate altre versioni delle fiabe dei Grimm: un caso esemplare è l'introduzione del già citato "Barbablù" in cui si vede il protagonista al momento di trafiggere con una spada una delle sue malcapitate mogli, oppure la scena de "La principessa dalle scarpette rosse", nella quale un demone lambisce con la lingua il collo di una delle protagoniste, o, ancora, la sequenza in cui l'eroe de "La sfera di cristallo" scopre che una mostruosa strega si è sostituita alla madre e la coglie nell'atto vampiresco di mordere la fanciulla sua prigioniera per assorbirne la bellezza e la vitalità. E l'elenco non si ferma qui: le atmosfere cupe abbondano, nel totale rispetto dello spirito originale dei due fratelli di Hanau. Chi è esigente in materia di fedeltà ai modelli non sarà deluso dalla visione di quest'anime.
Personaggi
Positiva anche la caratterizzazione dei personaggi, che risultano maggiormente approfonditi rispetto alle loro controparti cartacee ma non per questo, naturalmente, snaturati. Degni di essere segnalati: Josephine, l'ultima moglie del pluriomicida dalla barba bluastra, della quale viene mostrata la progressiva corruzione dell'animo dovuta alle ricchezze del marito; il principe di Cenerentola, che per una volta appare molto più simpatico e credibile (quasi si addormenta per la noia al ballo in suo onore) di quei perfettini in calzamaglia della Disney; il giovane re di cui s'innamora Millepelli, gentile e niente affatto altezzoso; la principessina alle prese col brutto ranocchio, resa dagli sceneggiatori di un'antipatia realmente insopportabile.
Giudizio globale
Questa serie merita un bell'8: è un buon prodotto d'animazione, perfetto per chi ama sì le fiabe, ma non il tradimento della loro originaria essenza. Consigliata a chi sogna... con i piedi per terra.