Senki Zesshou Symphogear G
La seconda serie di "Senki Zesshou Symphogear" sotto certi aspetti si dimostra migliore della precedente: ha un ritmo più veloce e maggiormente focalizzato sull'azione, in quanto la parte introspettiva è stata ridotta all'osso (ed è comunque funzionale alla trama), e questa la ritengo una cosa positiva, perché l'introspezione della prima serie, anche se non inutile, mi dava un’impressione di tentativo non molto riuscito di realizzare una analisi più profonda, e finiva così per appesantire la narrazione. Qui, invece, i personaggi centrali sono già definiti, mentre per quelli nuovi ci si accontenta di poche pennellate qui e là (abbastanza efficaci), quindi c'è una analisi più semplice e stringata che si adatta meglio a un'opera che punta soprattutto all'azione.
Anche gli scontri si possono tutti definire come vere e proprie battaglie, sono costruiti bene e sanno intrattenere. Purtroppo non ho trovato momenti da 'Wow!', però ci sono altri momenti di dramma e violenza che colpiscono abbastanza, dato che la serie in generale non ha un tono cupo, e si spingono anche più oltre rispetto ai momenti analoghi visti nella serie precedente.
Le animazioni sono apprezzabili, colorate e scintillanti (sebbene nelle ultime puntate ci sia qualche dettaglio un po' grezzo), e le musiche orecchiabili, mentre il fanservice gratuito è piuttosto ampio, però almeno evita certe cadute nella ridicolaggine.
A guastare in parte il giudizio positivo, ci sono tuttavia due cose: la narrazione fin troppo prevedibile, che già nei primissimi episodi mi ha fatto intuire subito come sarebbe finita (almeno la prima serie tentava di imbrogliare un po' le carte), e poi il fatto che alcune scelte mi sanno di troppo forzato e di inutilmente contorto.
Dunque, a "Senki Zesshou Symphogear G" avrei potuto dare sette e mezzo, se avesse avuto una trama costruita meglio e una narrazione meno intuibile, ma resta comunque una buona serie, quindi le do 7+.
Anche gli scontri si possono tutti definire come vere e proprie battaglie, sono costruiti bene e sanno intrattenere. Purtroppo non ho trovato momenti da 'Wow!', però ci sono altri momenti di dramma e violenza che colpiscono abbastanza, dato che la serie in generale non ha un tono cupo, e si spingono anche più oltre rispetto ai momenti analoghi visti nella serie precedente.
Le animazioni sono apprezzabili, colorate e scintillanti (sebbene nelle ultime puntate ci sia qualche dettaglio un po' grezzo), e le musiche orecchiabili, mentre il fanservice gratuito è piuttosto ampio, però almeno evita certe cadute nella ridicolaggine.
A guastare in parte il giudizio positivo, ci sono tuttavia due cose: la narrazione fin troppo prevedibile, che già nei primissimi episodi mi ha fatto intuire subito come sarebbe finita (almeno la prima serie tentava di imbrogliare un po' le carte), e poi il fatto che alcune scelte mi sanno di troppo forzato e di inutilmente contorto.
Dunque, a "Senki Zesshou Symphogear G" avrei potuto dare sette e mezzo, se avesse avuto una trama costruita meglio e una narrazione meno intuibile, ma resta comunque una buona serie, quindi le do 7+.
"Symphogear" la si può considerare come una serie che col passare del tempo lentamente si evolve, dal momento che la prima serie era graficamente e narrativamente zoppicante in favore del piano musicale, ma proprio l'elemento musicale ha dato a questo nome una seconda possibilità; una possibilità ben meritata e riuscita, e questa possibilità prende il nome di "Senki Zesshou Symphogear G". Le tre ragazze che nella prima serie hanno fatto risuonare le loro canzoni per salvare l'umanità dal caos sono pronte a cantare di nuovo, mentre fanno parlare le loro armi e i pugni.
Sono passati tre mesi dalla battaglia contro Fine, ma i Noise continuano imperterriti a seminare il panico, e le "Intonate", ovvero Hibiki, Tsubasa e Chris, continuano a combattere contro di loro grazie alle loro reliquie. Ma l'apparizione di un nuovo nemico, rappresentato da una misteriosa organizzazione criminale che ha fra le sue fila tre utilizzatrici di reliquie, ovvero Maria, Kirika e Shirabe, capaci di controllare i Noise con un pericoloso artefatto, rischia di dare il via a un disastro tale, che le vicende di tre mesi fa in confronto erano niente. Una vera e propria battaglia fra guerriere sarà soltanto la miccia per una storia a dir poco mozzafiato.
Questa seconda serie stupisce prima di tutto per il notevole miglioramento nel comparto grafico, e in particolare per una narrazione che abbandona lo schema episodico per una storia che si evolve come un romanzo col passare delle puntate, senza nemmeno un tempo morto. Un'altra particolarità di questo sequel è l'eccellente caratterizzazione dei nuovi ingressi, con una Maria che non sembra essere a suo agio con i suoi poteri, e con Kirika e Shirabe che daranno vita a una mini-storia personale davvero profonda, così come il loro legame; anche le tre Intonate originali non se ne staranno sugli allori: Tsubasa ha ancora complessi nel suo ruolo di "arma vivente", come ama chiamarsi, e ha ancora bisogno di sostegno emotivo; Chris sotto un atteggiamento da vera tsundere tenta di ricostruirsi una vita; Hibiki, sotto quell'aria vivace, combattiva e gentile, mostrerà di essere una che sotto sotto piange per cosa la vita le ha crudelmente dato in passato, e per come rischia di vivere sulla sua pelle, letteralmente, il significato del "prezzo del potere", così come tutte le altre; infine Miku, per amore della sua carissima amica, farà davvero di tutto, pur di non farla soffrire. Poco da dire sull'antagonista: personificazione vera e propria dello "scienziato pazzo" e della malata visione di eroismo.
Infine i combattimenti, che con il miglioramento grafico beneficiano di un aumento dell'adrenalina e della fluidità di cosa può succedere proprio nel bel mezzo di una lotta, oltre a nuovissime apparizioni di nomi di tecniche d'attacco; il comparto sonoro presenta nuovi pezzi musicali e un aumento del comparto seiyuu, con una pletora di voci di tutto rispetto: oltre a Nana Mizuki e Aoi Yuki si aggiungono altri pezzi da novanta come Yoko Hikasa, Ai Kayano e Yoshino Nanjo; attenzione a Tomokazu Sugita, che darà il meglio di sé in ambito pazzia.
Non sempre i sequel equivalgono al disastro, e "Senki Zesshou Symphogear G" ne è la dimostrazione. Va comunque vista dopo la prima serie, poiché è strettamente collegata, ma dopo di essa il nome "Symphogear" mostra finalmente le zanne, proponendo battaglie spettacolari, coreografie ben curate e una narrazione ben sceneggiata che evolve col passare delle puntate senza tempi morti. La canzone delle guerriere musicali torna a risuonare.
Sono passati tre mesi dalla battaglia contro Fine, ma i Noise continuano imperterriti a seminare il panico, e le "Intonate", ovvero Hibiki, Tsubasa e Chris, continuano a combattere contro di loro grazie alle loro reliquie. Ma l'apparizione di un nuovo nemico, rappresentato da una misteriosa organizzazione criminale che ha fra le sue fila tre utilizzatrici di reliquie, ovvero Maria, Kirika e Shirabe, capaci di controllare i Noise con un pericoloso artefatto, rischia di dare il via a un disastro tale, che le vicende di tre mesi fa in confronto erano niente. Una vera e propria battaglia fra guerriere sarà soltanto la miccia per una storia a dir poco mozzafiato.
Questa seconda serie stupisce prima di tutto per il notevole miglioramento nel comparto grafico, e in particolare per una narrazione che abbandona lo schema episodico per una storia che si evolve come un romanzo col passare delle puntate, senza nemmeno un tempo morto. Un'altra particolarità di questo sequel è l'eccellente caratterizzazione dei nuovi ingressi, con una Maria che non sembra essere a suo agio con i suoi poteri, e con Kirika e Shirabe che daranno vita a una mini-storia personale davvero profonda, così come il loro legame; anche le tre Intonate originali non se ne staranno sugli allori: Tsubasa ha ancora complessi nel suo ruolo di "arma vivente", come ama chiamarsi, e ha ancora bisogno di sostegno emotivo; Chris sotto un atteggiamento da vera tsundere tenta di ricostruirsi una vita; Hibiki, sotto quell'aria vivace, combattiva e gentile, mostrerà di essere una che sotto sotto piange per cosa la vita le ha crudelmente dato in passato, e per come rischia di vivere sulla sua pelle, letteralmente, il significato del "prezzo del potere", così come tutte le altre; infine Miku, per amore della sua carissima amica, farà davvero di tutto, pur di non farla soffrire. Poco da dire sull'antagonista: personificazione vera e propria dello "scienziato pazzo" e della malata visione di eroismo.
Infine i combattimenti, che con il miglioramento grafico beneficiano di un aumento dell'adrenalina e della fluidità di cosa può succedere proprio nel bel mezzo di una lotta, oltre a nuovissime apparizioni di nomi di tecniche d'attacco; il comparto sonoro presenta nuovi pezzi musicali e un aumento del comparto seiyuu, con una pletora di voci di tutto rispetto: oltre a Nana Mizuki e Aoi Yuki si aggiungono altri pezzi da novanta come Yoko Hikasa, Ai Kayano e Yoshino Nanjo; attenzione a Tomokazu Sugita, che darà il meglio di sé in ambito pazzia.
Non sempre i sequel equivalgono al disastro, e "Senki Zesshou Symphogear G" ne è la dimostrazione. Va comunque vista dopo la prima serie, poiché è strettamente collegata, ma dopo di essa il nome "Symphogear" mostra finalmente le zanne, proponendo battaglie spettacolari, coreografie ben curate e una narrazione ben sceneggiata che evolve col passare delle puntate senza tempi morti. La canzone delle guerriere musicali torna a risuonare.
"Senki Zesshou Symphogear G" è, incredibilmente (almeno per me), un buon prodotto, neanche troppo condito di fanservice (ce n'è, ma almeno non invade la trama ed è limitato quasi interamente alle trasformazioni), con una buona trama, un'ottima mitologia e un'ottima resa grafica, che rende il tutto "da divorare", soprattutto se si tiene conto che questa serie ha un ritmo adrenalinico basato sui cliffhanger impressionante, roba che non uscirete di casa finché non la finirete.
Volendo riassumere la trama, si tratta di una variante del genere majokko: le "Intonate" col loro canto possono sincronizzarsi con i frammenti di reliquia, generando delle symphogear, con cui combattere soprattutto contro i temibili Noise, armi ancestrali costruite dopo la distruzione della torre di Babele e in grado di carbonizzare (nel senso di "rendere carbone") gli umani con cui entrano in contatto.
Nella seconda stagione le nostre tre protagoniste dovranno vedersela con un'organizzazione criminale nota come Fine, che intende dominare il mondo e per farlo intende usare i Noise, che controlla tramite il bastone di Salomone, e tre symphogear nuove di zecca.
La trama procede senza sosta e si dipana in alcune sottotrame, permettendo, di fatto, di approfondire tutti i personaggi, compresi gli avversari che ben presto si riveleranno meno malvagi di quello che si poteva credere, tanto che finiremo per parteggiare anche per loro. L'unico vero cattivo e pazzo apparirà subito e sarà anche il personaggio più brutto della stagione: se la serie non raggiunge il 10, un punto lo deve a lui, che è troppo banale, stereotipato, bidimensionale e inutile.
Carenti restano ancora un po' le motivazioni dei personaggi, che spesso cambiano idea un po' troppo rapidamente e repentinamente, convincendosi profondamente di cose che fino all'episodio prima credevano profondamente sbagliate (RIP la stabilità di Maria, che in tredici episodi cambierà idea almeno una decina di volte, come manco una bipolare in sindrome pre...). Il tutto è un po' fastidioso, ma pace.
La mitologia della serie avanza di poco, ma si consolida, cosa importante, visto che la scorsa non spiegava molte cose, cose che io interpretavo come buchi di trama (Kanade canta una swan song e muore, e c'è gente che ne canta tre e poi saltella felice? Parliamone), ma che qui vengono almeno spiegate un po' di più.
Restano comunque incoerenze interne, di base. Un esempio: se la swan song di Chris può fronteggiare per un po' il cannone gungnir, che, a sua volta, può distruggere la Luna... non si potevano usare una-due swan song per riportare la Luna nella sua posizione originale? E soprattutto... se quello è il potere di una swan song, com'è che il mondo non è ancora esploso?
I combattimenti sono ben fatti: le tre nuove ragazze hai dei moveset non ripetitivi e che permettono scontri interessanti, che inoltre raramente cadono nel banale, cosa assolutamente apprezzabile. Il punto debole restano i Noise e i militari, che non capisci mai che ci stiano a fare, tra tutti, ma quantomeno ci permettono di fungere da carne da cannone per vedere in azione le tecniche delle ragazze.
Come nella precedente ho trovato esagerato il finale, anche se è molto ben girato e molto meno fastidioso del primo, che se guadagnava in pathos era decisamente surreale (avanti, parliamone! Chris si prende in faccia il gungnir dopo essersi fatta la swan song, cade dallo spazio tipo, almeno a giudicare dalle inquadrature, ed è ancora viva?!).
Altra cosa bizzarra, le canzoni: l'anime ne è zeppo, ma... non mi convincono. Non ti entrano nel cervello come quelle de "Le principesse sirene", non sono coinvolgenti come anche solo le sigle di "Ranma 1/2" e non sono lontanamente paragonabili a quelle di "Nana". Per una serie dove la chiave è la musica, la musica che supera le parole e ci unisce, trovo sia piuttosto grave.
Mozione speciale, per concludere, a Fine e Kanade, che hanno giusto una battuta a testa, ma che si ricorda bene.
Volendo riassumere la trama, si tratta di una variante del genere majokko: le "Intonate" col loro canto possono sincronizzarsi con i frammenti di reliquia, generando delle symphogear, con cui combattere soprattutto contro i temibili Noise, armi ancestrali costruite dopo la distruzione della torre di Babele e in grado di carbonizzare (nel senso di "rendere carbone") gli umani con cui entrano in contatto.
Nella seconda stagione le nostre tre protagoniste dovranno vedersela con un'organizzazione criminale nota come Fine, che intende dominare il mondo e per farlo intende usare i Noise, che controlla tramite il bastone di Salomone, e tre symphogear nuove di zecca.
La trama procede senza sosta e si dipana in alcune sottotrame, permettendo, di fatto, di approfondire tutti i personaggi, compresi gli avversari che ben presto si riveleranno meno malvagi di quello che si poteva credere, tanto che finiremo per parteggiare anche per loro. L'unico vero cattivo e pazzo apparirà subito e sarà anche il personaggio più brutto della stagione: se la serie non raggiunge il 10, un punto lo deve a lui, che è troppo banale, stereotipato, bidimensionale e inutile.
Carenti restano ancora un po' le motivazioni dei personaggi, che spesso cambiano idea un po' troppo rapidamente e repentinamente, convincendosi profondamente di cose che fino all'episodio prima credevano profondamente sbagliate (RIP la stabilità di Maria, che in tredici episodi cambierà idea almeno una decina di volte, come manco una bipolare in sindrome pre...). Il tutto è un po' fastidioso, ma pace.
La mitologia della serie avanza di poco, ma si consolida, cosa importante, visto che la scorsa non spiegava molte cose, cose che io interpretavo come buchi di trama (Kanade canta una swan song e muore, e c'è gente che ne canta tre e poi saltella felice? Parliamone), ma che qui vengono almeno spiegate un po' di più.
Restano comunque incoerenze interne, di base. Un esempio: se la swan song di Chris può fronteggiare per un po' il cannone gungnir, che, a sua volta, può distruggere la Luna... non si potevano usare una-due swan song per riportare la Luna nella sua posizione originale? E soprattutto... se quello è il potere di una swan song, com'è che il mondo non è ancora esploso?
I combattimenti sono ben fatti: le tre nuove ragazze hai dei moveset non ripetitivi e che permettono scontri interessanti, che inoltre raramente cadono nel banale, cosa assolutamente apprezzabile. Il punto debole restano i Noise e i militari, che non capisci mai che ci stiano a fare, tra tutti, ma quantomeno ci permettono di fungere da carne da cannone per vedere in azione le tecniche delle ragazze.
Come nella precedente ho trovato esagerato il finale, anche se è molto ben girato e molto meno fastidioso del primo, che se guadagnava in pathos era decisamente surreale (avanti, parliamone! Chris si prende in faccia il gungnir dopo essersi fatta la swan song, cade dallo spazio tipo, almeno a giudicare dalle inquadrature, ed è ancora viva?!).
Altra cosa bizzarra, le canzoni: l'anime ne è zeppo, ma... non mi convincono. Non ti entrano nel cervello come quelle de "Le principesse sirene", non sono coinvolgenti come anche solo le sigle di "Ranma 1/2" e non sono lontanamente paragonabili a quelle di "Nana". Per una serie dove la chiave è la musica, la musica che supera le parole e ci unisce, trovo sia piuttosto grave.
Mozione speciale, per concludere, a Fine e Kanade, che hanno giusto una battuta a testa, ma che si ricorda bene.
Hanno combattuto contro letali mostri giunti dal di là della porta di Babilonia. Hanno sventato i complotti di oscure organizzazioni. Hanno affrontato il fantasma di un'antica civiltà, sfidato la maledizione di Babele e scongiurato la caduta sulla Terra di un pezzo della Luna.
Eppure, nonostante tutti gli sforzi, i temibili Noise sono ancora in circolazione e qualcuno da dietro le quinte ne manovra i fili. Ecco quindi che le ragazze "intonate", portatrici delle Symphogear, devono tornare sul campo di battaglia per combattere ancora una volta...
Il vincente trio delle portatrici di Symphogear composto dall'allegra Hibiki, dalla tsundere Chrie e dalla affidabile senpai Tsubasa ritorna quindi per salvare la situazione un'altra volta, e siccome "squadra che vince non si cambia", il team di supporto formato dal comandante Genjuro, più Miku, Shibata e gli altri operatori e supporter arriva anch'esso a dar man forte.
A dirigere le operazioni è sempre lo studio Satelight con un team di regia, sceneggiatori e animatori in buona parte rinnovato, ma nel quale è nuovamente della partita anche il designer Thomas Romain, che continua a dare un particolare tocco occidentale agli scenari, generandovi un'interessante fusione di stili calata in un'opera del tutto nipponica.
Manco a dirlo Symphogear G parte subito fortissimo. Un primo episodio che scorre via assai più veloce del treno su cui si svolge la prima battaglia e che dimostra subito tutte le peculiarità del brand: sfrontatezza, azione ipertrofica e un po' sopra le righe, esagerazioni varie, ma soprattutto molta musica da subito con un duetto finale tra Tsubasa e la nuova arrivata Maria che chiude in bellezza. Per inciso, duettano Nana Mizuki e Yoko Hikasa, mica Pizza e Fichi, non so se rendo...
Non viene cambiata la squadra, semmai lo è, magari in virtù del nuovo staff, la tattica che si decide di adottare in questo secondo tempo di Symphogear. Se nella prima serie, infatti, lo schema adottato era un classico "tutti in lotta contro il male" che traeva giovamento dalla verve e dal carisma dei protagonisti, ora si passa a un "modulo alla Nanoha" di "tsuzukiana" memoria, in cui i buoni affrontano altre brave persone indotte però in una veste di cattivi/antagonisti.
Una scelta però abbastanza rischiosa che per funzionare bene presuppone l'avere degli interpreti all'altezza e, purtroppo, non tutto va come sperato. Se le due nuove combattenti "loli" Shirabe e Kirika non lasciano il segno più di tanto, assai strano è il caso di Maria. Ella nei primi episodi dimostra di avere tutto per essere un ottimo "villain": carisma, look (stupenda nella sua tenuta da combattimento con la Gungnir nera), carattere e stile di lotta. Sarebbe potuta essere un boss finale alla Rugal... peccato che da metà serie si deprime, entra in crisi esistenziale e passa in modalità piagnona. Al suo posto entra come boss pazzoide il Dr. Ver che, per carità, Tomokazu Sugita lo rende molto bene, ma è davvero troppo esagerato, e infatti sconfina anche nel territorio dell'imbecille. Finisce quindi che Tsubasa, Chris e Hibiki reggono quasi da sole la baracca ancora una volta.
Parzialmente coinvolto nella famigerata "sindrome da seguito", Symphogear G non si esprime sugli stessi livelli della prima serie. Ma nonostante questo le peculiarità che lo contraddistinguono col suo mix di azione, musica, stile grafico e irriverenza rimangono sempre presenti. Considerando dunque alcuni altri grandi momenti che ci vengono offerti, si può dire che gli estimatori e i fan avranno di che apprezzare. E nell'ottica di una futura terza serie le buone aspettative rimangono anch'esse.
Eppure, nonostante tutti gli sforzi, i temibili Noise sono ancora in circolazione e qualcuno da dietro le quinte ne manovra i fili. Ecco quindi che le ragazze "intonate", portatrici delle Symphogear, devono tornare sul campo di battaglia per combattere ancora una volta...
Il vincente trio delle portatrici di Symphogear composto dall'allegra Hibiki, dalla tsundere Chrie e dalla affidabile senpai Tsubasa ritorna quindi per salvare la situazione un'altra volta, e siccome "squadra che vince non si cambia", il team di supporto formato dal comandante Genjuro, più Miku, Shibata e gli altri operatori e supporter arriva anch'esso a dar man forte.
A dirigere le operazioni è sempre lo studio Satelight con un team di regia, sceneggiatori e animatori in buona parte rinnovato, ma nel quale è nuovamente della partita anche il designer Thomas Romain, che continua a dare un particolare tocco occidentale agli scenari, generandovi un'interessante fusione di stili calata in un'opera del tutto nipponica.
Manco a dirlo Symphogear G parte subito fortissimo. Un primo episodio che scorre via assai più veloce del treno su cui si svolge la prima battaglia e che dimostra subito tutte le peculiarità del brand: sfrontatezza, azione ipertrofica e un po' sopra le righe, esagerazioni varie, ma soprattutto molta musica da subito con un duetto finale tra Tsubasa e la nuova arrivata Maria che chiude in bellezza. Per inciso, duettano Nana Mizuki e Yoko Hikasa, mica Pizza e Fichi, non so se rendo...
Non viene cambiata la squadra, semmai lo è, magari in virtù del nuovo staff, la tattica che si decide di adottare in questo secondo tempo di Symphogear. Se nella prima serie, infatti, lo schema adottato era un classico "tutti in lotta contro il male" che traeva giovamento dalla verve e dal carisma dei protagonisti, ora si passa a un "modulo alla Nanoha" di "tsuzukiana" memoria, in cui i buoni affrontano altre brave persone indotte però in una veste di cattivi/antagonisti.
Una scelta però abbastanza rischiosa che per funzionare bene presuppone l'avere degli interpreti all'altezza e, purtroppo, non tutto va come sperato. Se le due nuove combattenti "loli" Shirabe e Kirika non lasciano il segno più di tanto, assai strano è il caso di Maria. Ella nei primi episodi dimostra di avere tutto per essere un ottimo "villain": carisma, look (stupenda nella sua tenuta da combattimento con la Gungnir nera), carattere e stile di lotta. Sarebbe potuta essere un boss finale alla Rugal... peccato che da metà serie si deprime, entra in crisi esistenziale e passa in modalità piagnona. Al suo posto entra come boss pazzoide il Dr. Ver che, per carità, Tomokazu Sugita lo rende molto bene, ma è davvero troppo esagerato, e infatti sconfina anche nel territorio dell'imbecille. Finisce quindi che Tsubasa, Chris e Hibiki reggono quasi da sole la baracca ancora una volta.
Parzialmente coinvolto nella famigerata "sindrome da seguito", Symphogear G non si esprime sugli stessi livelli della prima serie. Ma nonostante questo le peculiarità che lo contraddistinguono col suo mix di azione, musica, stile grafico e irriverenza rimangono sempre presenti. Considerando dunque alcuni altri grandi momenti che ci vengono offerti, si può dire che gli estimatori e i fan avranno di che apprezzare. E nell'ottica di una futura terza serie le buone aspettative rimangono anch'esse.
Le Symphogear sono tornate, e sono più toste che mai! Dopo una prima serie dal grande potenziale, ma con qualche difetto di troppo, ero molto curiosa di scoprire cosa avesse in serbo per noi questo sequel: ovviamente altra musica, mostri e adrenaliniche scene di combattimento.
Prima di tutto, un'avvertenza: approfittando della presenza della prima serie, "Symphogear G" non perde tempo con inutili spiegazioni ed entra subito nel vivo dell'azione, citando nomi di reliquie e facendo riferimento a mitologie che chi non ha mai visto "Symphogear" non riesce a cogliere e farebbe fatica a capire. Pertanto, se non avete visto la prima serie, siete fortemente sconsigliati dal vedere quest'opera.
Nella serie ritroviamo Hibiki, Tsubasa e Chris impegnate nella lotta contro i Noise. Durante un concerto di Tsubasa un'organizzazione terroristica chiamata "Fine" fa la sua comparsa, proclamando di voler salvare la Terra dalla sua imminente collisione con la Luna: pare infatti che, a causa dei danni subiti nello scontro finale della prima serie, la Luna abbia cambiato la propria orbita intorno al pianeta e nel giro di qualche anno si schianterà sulla Terra distruggendola. Nell'organizzazione sono presenti altre tre utilizzatrici di Symphogear, tra le quali spicca Maria Cadenzavna Eve - che si dichiara reincarnazione della sacerdotessa Fine e utilizzatrice di una Gungnir nera.
La principale novità di "Symphogear G" sta nel fatto di avere - finalmente - avversari decenti a fronteggiare le nostre tre protagoniste: al di là dell'occasionale scontro con qualche gruppetto di Noise (orrendi e inutili come sempre), le battaglie tra utilizzatrici di Symphogear sono decisamente di tutt'altro spessore, e uno spettacolo per gli occhi a livello grafico. Inoltre è interessante osservare le interazioni tra i due gruppi di ragazze: nonostante vengano presentate all'inizio della serie come "villains", Maria, Kirika e Shirabe hanno un profondo legame tra di loro e motivazioni che le spingono ad agire come terroriste (in particolare Maria, che è il personaggio più approfondito e l'unico - oltre a Chris - che subisce una evoluzione psicologica alla fine della serie). Discorso a parte per il dottor Ver, la cui psicologia si può riassumere in due parole: pazzo fanatico. Punto. Per tutta la serie non sono riuscita a capacitarmi di come facessero Maria e le altre a fidarsi di uno la cui espressione normale ricorda parecchio Jack Nicholson in "Shining"...
Per quanto riguarda invece il nostro trio di protagoniste, possiamo assistere a qualche cambiamento: Tsubasa, risolti i suoi conflitti nella prima serie, assume sempre più un ruolo di mentore e guida nel gruppo; Hibiki, nonostante sia sempre la stessa ragazzina allegra e solare, sarà protagonista di una sottotrama alquanto drammatica (che non rivelo per non fare spoiler); infine, la parte del leone la fa Chris, che vediamo adattarsi pian piano a una vita da ragazza normale, consapevole che ora ha un posto che può chiamare "casa".
Per una serie che fa della musica uno dei suoi punti forti, devo dire che la soundtrack non mi ha particolarmente impressionata: non sto dicendo che sia brutta, per carità, ma la maggior parte delle tracce che accompagnano le scene di combattimento non mi sono rimaste impresse alla fine degli episodi. Ci sono alcuni piccoli momenti in cui la musica non fa da sottofondo a uno scontro (come ad esempio durante il festival scolastico), ma in generale la impressione è stata che, a confronto con la prima serie, la quantità di musica sia aumentata a discapito della qualità. Salvo solo le due canzoni di opening ed ending, cantate rispettivamente da Nana Mizuki e Ayahi Takagaki.
In conclusione, nonostante presenti ancora qualche difetto (in particolare a livello di trama), "Symphogear G" è un anime che riesce a superare il suo predecessore: il maggior numero di personaggi permette di assistere a situazioni e scontri più diversificati, oltre a poter aggiungere qualche sottotrama che molto spesso si rivela anche più interessante della principale. Non è perfetto, ma mi ha divertita a ogni singolo episodio, e un voto in più rispetto a "Symphogear" se lo merita.
Prima di tutto, un'avvertenza: approfittando della presenza della prima serie, "Symphogear G" non perde tempo con inutili spiegazioni ed entra subito nel vivo dell'azione, citando nomi di reliquie e facendo riferimento a mitologie che chi non ha mai visto "Symphogear" non riesce a cogliere e farebbe fatica a capire. Pertanto, se non avete visto la prima serie, siete fortemente sconsigliati dal vedere quest'opera.
Nella serie ritroviamo Hibiki, Tsubasa e Chris impegnate nella lotta contro i Noise. Durante un concerto di Tsubasa un'organizzazione terroristica chiamata "Fine" fa la sua comparsa, proclamando di voler salvare la Terra dalla sua imminente collisione con la Luna: pare infatti che, a causa dei danni subiti nello scontro finale della prima serie, la Luna abbia cambiato la propria orbita intorno al pianeta e nel giro di qualche anno si schianterà sulla Terra distruggendola. Nell'organizzazione sono presenti altre tre utilizzatrici di Symphogear, tra le quali spicca Maria Cadenzavna Eve - che si dichiara reincarnazione della sacerdotessa Fine e utilizzatrice di una Gungnir nera.
La principale novità di "Symphogear G" sta nel fatto di avere - finalmente - avversari decenti a fronteggiare le nostre tre protagoniste: al di là dell'occasionale scontro con qualche gruppetto di Noise (orrendi e inutili come sempre), le battaglie tra utilizzatrici di Symphogear sono decisamente di tutt'altro spessore, e uno spettacolo per gli occhi a livello grafico. Inoltre è interessante osservare le interazioni tra i due gruppi di ragazze: nonostante vengano presentate all'inizio della serie come "villains", Maria, Kirika e Shirabe hanno un profondo legame tra di loro e motivazioni che le spingono ad agire come terroriste (in particolare Maria, che è il personaggio più approfondito e l'unico - oltre a Chris - che subisce una evoluzione psicologica alla fine della serie). Discorso a parte per il dottor Ver, la cui psicologia si può riassumere in due parole: pazzo fanatico. Punto. Per tutta la serie non sono riuscita a capacitarmi di come facessero Maria e le altre a fidarsi di uno la cui espressione normale ricorda parecchio Jack Nicholson in "Shining"...
Per quanto riguarda invece il nostro trio di protagoniste, possiamo assistere a qualche cambiamento: Tsubasa, risolti i suoi conflitti nella prima serie, assume sempre più un ruolo di mentore e guida nel gruppo; Hibiki, nonostante sia sempre la stessa ragazzina allegra e solare, sarà protagonista di una sottotrama alquanto drammatica (che non rivelo per non fare spoiler); infine, la parte del leone la fa Chris, che vediamo adattarsi pian piano a una vita da ragazza normale, consapevole che ora ha un posto che può chiamare "casa".
Per una serie che fa della musica uno dei suoi punti forti, devo dire che la soundtrack non mi ha particolarmente impressionata: non sto dicendo che sia brutta, per carità, ma la maggior parte delle tracce che accompagnano le scene di combattimento non mi sono rimaste impresse alla fine degli episodi. Ci sono alcuni piccoli momenti in cui la musica non fa da sottofondo a uno scontro (come ad esempio durante il festival scolastico), ma in generale la impressione è stata che, a confronto con la prima serie, la quantità di musica sia aumentata a discapito della qualità. Salvo solo le due canzoni di opening ed ending, cantate rispettivamente da Nana Mizuki e Ayahi Takagaki.
In conclusione, nonostante presenti ancora qualche difetto (in particolare a livello di trama), "Symphogear G" è un anime che riesce a superare il suo predecessore: il maggior numero di personaggi permette di assistere a situazioni e scontri più diversificati, oltre a poter aggiungere qualche sottotrama che molto spesso si rivela anche più interessante della principale. Non è perfetto, ma mi ha divertita a ogni singolo episodio, e un voto in più rispetto a "Symphogear" se lo merita.