Tomo-chan is a Girl!
Ho guardato questo anime inizialmente senza una reale convinzione, dopo aver brevemente letto la trama. Se non lo avessi visto, avrei fatto un errore imperdonabile.
La trama è davvero semplice (che non significa banale): una ragazza maschiaccio si invaghisce del suo miglior amico/vicino di casa/compagno di scuola/compagno di karate, e tutta la storia tratta del suo dualismo tra essere comunque una bellissima ragazza e la ricerca della femminilità.
La cosa che più mi è piaciuta è stata le scrittura dei personaggi principali, e qui come in tante altre opere ormai son le ragazze a far da padrone. Tolta la splendida (in tutto) protagonista, a catturare la mia attenzione son le due amiche di Tomo: Misuzu, amica di sempre, seria e inquietante, ma proprio per questo cerebrale, complessa e interessante, e la cui evoluzione è stupenda, così come il suo umorismo; poi Carol, fantastica, che all'inizio sembrava un personaggio meteora, ma poi si apre in un mix di comicità e divertimento assurdi.
Ultima nota senza spoiler, mi è piaciuta da morire la realizzazione dei momenti intimi, fatti in modo molto differente dal solito stile anime, forse anche un filo occidentale.
Anime stra-consigliato!
La trama è davvero semplice (che non significa banale): una ragazza maschiaccio si invaghisce del suo miglior amico/vicino di casa/compagno di scuola/compagno di karate, e tutta la storia tratta del suo dualismo tra essere comunque una bellissima ragazza e la ricerca della femminilità.
La cosa che più mi è piaciuta è stata le scrittura dei personaggi principali, e qui come in tante altre opere ormai son le ragazze a far da padrone. Tolta la splendida (in tutto) protagonista, a catturare la mia attenzione son le due amiche di Tomo: Misuzu, amica di sempre, seria e inquietante, ma proprio per questo cerebrale, complessa e interessante, e la cui evoluzione è stupenda, così come il suo umorismo; poi Carol, fantastica, che all'inizio sembrava un personaggio meteora, ma poi si apre in un mix di comicità e divertimento assurdi.
Ultima nota senza spoiler, mi è piaciuta da morire la realizzazione dei momenti intimi, fatti in modo molto differente dal solito stile anime, forse anche un filo occidentale.
Anime stra-consigliato!
Soddisfattissima di questo divertente shojo, passiamo alla recensione.
Trama: non particolarmente originale, vero, ma proprio ben raccontata. Tomo è un maschiaccio che si innamora del suo amico d'infanzia. Ovviamente, non sa come farglielo capire, anche perché lui la vede come un amico (sì, con la "o") e non come una donna. Saranno le sue improbabili amiche ad aiutarla a raggiungere l'obiettivo, scatenando una serie di simpaticissime gag che pian piano avvicineranno i protagonisti, facendo capire bene ad entrambi i propri sentimenti. Quindi, ok, non sarà tra le trame più originali, ma riesce comunque a divertire molto (me la ridevo da sola durante le puntate), a intrattenere e ad emozionare. Amicizia e amore si intrecciano splendidamente, per regalarci un prodotto fresco e piacevole.
Personaggi: ecco la punta di diamante dell'anime! Tomo è semplicemente fantastica. Una protagonista femminile come non ne avevo mai viste, è divertente, schietta, fortissima, tostissima ma anche tremendamente imbranata e innocente, quando si tratta di ammettere i propri sentimenti per Jun. Il che rende le puntate esilaranti. Vale la pena di guardare questo anime già solo per lei! Jun dal canto suo è proprio bello, e per una volta non il solito bishonen efebico ed emaciato, anzi! Il ragazzo si allena da sempre nel dojo della famiglia di Tomo, quindi è presto detto. Non è solo un bel vedere, ma ha anche una bella personalità che lo rende davvero adorabile. Le amiche di Tomo poi sono dei personaggi completamente agli antipodi tra loro, una coldere e una moe-moe, ben scritti e interessantissimi. Le loro personalità contrapposte le rendono uniche e, sebbene siano le spalle di Tomo, in realtà riescono a prendersi sufficiente spazio da non essere relegate a semplici side character. Le loro strategie e colpi di genio sono il motore principale della trama.
Estetica e musiche: bellissimi i disegni, spiritosissimi i siparietti accompagnati da chibi e super deformed. Carini anche gli scenari, sebbene non il punto focale della trama, che ruota più che altro attorno ai personaggi. Le atmosfere sono sempre luminose, allegre, dalle tinte vivaci (tranne quando ci sono fondali violacei ad effetto, solitamente attorno a Misuzu, la coldere). L'arte, così come le musiche, supporta benissimo il tono della commedia divertente e romantica, che rende questo anime estremamente piacevole. L'ending sembra cantata dalla doppiatrice di Tomo ed è proprio carina.
Consigliato? Sì, sì, sì! Assolutamente sì! Ho riso dall'inizio alla fine e mi sono emozionata con i personaggi, finendo l'anime con un largo sorriso stampato in faccia. La conclusione, per una volta, è semplicemente perfetta e completa, il che lo rende un gioiellino fatto e finito. Da vedere!
Trama: non particolarmente originale, vero, ma proprio ben raccontata. Tomo è un maschiaccio che si innamora del suo amico d'infanzia. Ovviamente, non sa come farglielo capire, anche perché lui la vede come un amico (sì, con la "o") e non come una donna. Saranno le sue improbabili amiche ad aiutarla a raggiungere l'obiettivo, scatenando una serie di simpaticissime gag che pian piano avvicineranno i protagonisti, facendo capire bene ad entrambi i propri sentimenti. Quindi, ok, non sarà tra le trame più originali, ma riesce comunque a divertire molto (me la ridevo da sola durante le puntate), a intrattenere e ad emozionare. Amicizia e amore si intrecciano splendidamente, per regalarci un prodotto fresco e piacevole.
Personaggi: ecco la punta di diamante dell'anime! Tomo è semplicemente fantastica. Una protagonista femminile come non ne avevo mai viste, è divertente, schietta, fortissima, tostissima ma anche tremendamente imbranata e innocente, quando si tratta di ammettere i propri sentimenti per Jun. Il che rende le puntate esilaranti. Vale la pena di guardare questo anime già solo per lei! Jun dal canto suo è proprio bello, e per una volta non il solito bishonen efebico ed emaciato, anzi! Il ragazzo si allena da sempre nel dojo della famiglia di Tomo, quindi è presto detto. Non è solo un bel vedere, ma ha anche una bella personalità che lo rende davvero adorabile. Le amiche di Tomo poi sono dei personaggi completamente agli antipodi tra loro, una coldere e una moe-moe, ben scritti e interessantissimi. Le loro personalità contrapposte le rendono uniche e, sebbene siano le spalle di Tomo, in realtà riescono a prendersi sufficiente spazio da non essere relegate a semplici side character. Le loro strategie e colpi di genio sono il motore principale della trama.
Estetica e musiche: bellissimi i disegni, spiritosissimi i siparietti accompagnati da chibi e super deformed. Carini anche gli scenari, sebbene non il punto focale della trama, che ruota più che altro attorno ai personaggi. Le atmosfere sono sempre luminose, allegre, dalle tinte vivaci (tranne quando ci sono fondali violacei ad effetto, solitamente attorno a Misuzu, la coldere). L'arte, così come le musiche, supporta benissimo il tono della commedia divertente e romantica, che rende questo anime estremamente piacevole. L'ending sembra cantata dalla doppiatrice di Tomo ed è proprio carina.
Consigliato? Sì, sì, sì! Assolutamente sì! Ho riso dall'inizio alla fine e mi sono emozionata con i personaggi, finendo l'anime con un largo sorriso stampato in faccia. La conclusione, per una volta, è semplicemente perfetta e completa, il che lo rende un gioiellino fatto e finito. Da vedere!
È un anime che è subito balzato fra le mie commedie romantiche preferite.
"Tomo-chan wa Onnanoko!" è un anime dalla trama molto semplice e leggera: Tomo Aizawa è un maschiaccio duro, cazzuto ed energico, ed è innamorata del suo amico di infanzia Jun. Dopo essersi dichiarata, scopre suo malgrado che il ragazzo non pensa a lei come a una femmina, ma come al suo migliore amico, e ciò dà inizio alle sue strampalate avventure, dove, nel tentativo di farsi notare dal ragazzo che le piace e iniziare a farsi vedere come una donna, Tomo le proverà veramente tutte.
Avendo un grandissimo debole per le ragazze maschiaccio, questo anime non poteva che piacermi sin dall'inizio; Tomo è una ragazza forte, abile, energica, competitiva e instancabile, ma al contempo possiede un lato nascosto più femminile, che inizia lentamente a coltivare con l'aiuto delle sue amiche Misuzu e Carol. Ho adorato tutti i personaggi dal primo all'ultimo, dalla divertente e razionale Misuzu alla moe-issima Carol, fino ad arrivare ai personaggi più secondari, come i genitori di Tomo stessa, Akemi e Goro. Il canovaccio della trama è lo stesso di opere di questo tipo: tante situazioni divertenti, equivoche ma con belle morali di sottofondo. Nel complesso è una storia che si lascia guardare, scorre veloce, ti affezioni tanto ai personaggi e ridi di gusto alle battute. Ogni tanto c'è anche un po' d'azione, il che non guasta mai. Tempistiche azzeccate, non tira la cosa per le lunghe e, sebbene le storie siano essenzialmente separate, riescono a incastrarsi benissimo nel mosaico. Per i miei gusti, ha saputo soddisfarmi in pieno in praticamente quasi tutto quello che voglio dal genere: una storia tenerissima corredata da momenti divertenti e personaggi ugualmente adorabili.
Per il lato tecnico, ci troviamo ancora una volta a uno dei miei preferiti. Il tratto è pulito e vivace, adoro tantissimo il character design di Tomo e Carol, anche se quello di Jun mi risulta davvero troppo generico anche per gli standard del genere. Le animazioni sono fluide e d'impatto. La CGI è praticamente assente, cosa che ho adorato; le musiche sono passabili, l'opening è molto molto carina e l'ending è ok.
Non c'è molto da dire nel complesso, perché questo anime è semplice, d'effetto, leggero e si lascia guardare con tranquillità e gusto. Consigliato a chi vuole rilassarsi ridendo.
"Tomo-chan wa Onnanoko!" è un anime dalla trama molto semplice e leggera: Tomo Aizawa è un maschiaccio duro, cazzuto ed energico, ed è innamorata del suo amico di infanzia Jun. Dopo essersi dichiarata, scopre suo malgrado che il ragazzo non pensa a lei come a una femmina, ma come al suo migliore amico, e ciò dà inizio alle sue strampalate avventure, dove, nel tentativo di farsi notare dal ragazzo che le piace e iniziare a farsi vedere come una donna, Tomo le proverà veramente tutte.
Avendo un grandissimo debole per le ragazze maschiaccio, questo anime non poteva che piacermi sin dall'inizio; Tomo è una ragazza forte, abile, energica, competitiva e instancabile, ma al contempo possiede un lato nascosto più femminile, che inizia lentamente a coltivare con l'aiuto delle sue amiche Misuzu e Carol. Ho adorato tutti i personaggi dal primo all'ultimo, dalla divertente e razionale Misuzu alla moe-issima Carol, fino ad arrivare ai personaggi più secondari, come i genitori di Tomo stessa, Akemi e Goro. Il canovaccio della trama è lo stesso di opere di questo tipo: tante situazioni divertenti, equivoche ma con belle morali di sottofondo. Nel complesso è una storia che si lascia guardare, scorre veloce, ti affezioni tanto ai personaggi e ridi di gusto alle battute. Ogni tanto c'è anche un po' d'azione, il che non guasta mai. Tempistiche azzeccate, non tira la cosa per le lunghe e, sebbene le storie siano essenzialmente separate, riescono a incastrarsi benissimo nel mosaico. Per i miei gusti, ha saputo soddisfarmi in pieno in praticamente quasi tutto quello che voglio dal genere: una storia tenerissima corredata da momenti divertenti e personaggi ugualmente adorabili.
Per il lato tecnico, ci troviamo ancora una volta a uno dei miei preferiti. Il tratto è pulito e vivace, adoro tantissimo il character design di Tomo e Carol, anche se quello di Jun mi risulta davvero troppo generico anche per gli standard del genere. Le animazioni sono fluide e d'impatto. La CGI è praticamente assente, cosa che ho adorato; le musiche sono passabili, l'opening è molto molto carina e l'ending è ok.
Non c'è molto da dire nel complesso, perché questo anime è semplice, d'effetto, leggero e si lascia guardare con tranquillità e gusto. Consigliato a chi vuole rilassarsi ridendo.
Penso che ogni anime vada recensito per la propria categoria, sicuramente "Tomo-chan Is a Girl!" non è stato studiato per avere una trama complessa e colpi di scena inimmaginabili, tuttavia, per il genere che rappresenta (un genere che dovrebbe essere leggero, simpatico e condito con del romanticismo), è gestito perfettamente.
Disegni, animazioni e tutto il lato tecnico dell'opera sono all'avanguardia per il genere romcom/slice of life. L'anime scorre piacevolmente senza lasciare momenti di noia, ciò che mi ha convinto è il fatto che l'opera parla in maniera approfondita (o comunque sufficiente) di ogni personaggio importante, senza però rendere la visione noiosa, elemento da non sottovalutare, in cui invece spesso cadono opere simili che, per approfondire i personaggi, creano momenti un po' noiosi da guardare. Aggiungo inoltre che l'anime non risulta noioso nemmeno dopo il susseguirsi di varie scene viste e riviste in altri anime slice of life, "Tomo-chan Is a Girl!" riesce a rendere ogni scena simpatica e originale, di conseguenza non ho sentito alcun senso di pesantezza o noia nel guardarlo.
Concludo quindi giustificando il voto: secondo me, per una persona che vuole alleggerire la propria giornata facendo due sorrisi e godendo di un sottofondo di romanticismo, è un anime ideale, se non quasi perfetto. Nella sua categoria, sicuramento un 9,5 su 10.
Disegni, animazioni e tutto il lato tecnico dell'opera sono all'avanguardia per il genere romcom/slice of life. L'anime scorre piacevolmente senza lasciare momenti di noia, ciò che mi ha convinto è il fatto che l'opera parla in maniera approfondita (o comunque sufficiente) di ogni personaggio importante, senza però rendere la visione noiosa, elemento da non sottovalutare, in cui invece spesso cadono opere simili che, per approfondire i personaggi, creano momenti un po' noiosi da guardare. Aggiungo inoltre che l'anime non risulta noioso nemmeno dopo il susseguirsi di varie scene viste e riviste in altri anime slice of life, "Tomo-chan Is a Girl!" riesce a rendere ogni scena simpatica e originale, di conseguenza non ho sentito alcun senso di pesantezza o noia nel guardarlo.
Concludo quindi giustificando il voto: secondo me, per una persona che vuole alleggerire la propria giornata facendo due sorrisi e godendo di un sottofondo di romanticismo, è un anime ideale, se non quasi perfetto. Nella sua categoria, sicuramento un 9,5 su 10.
"Tomo-chan Is a Girl!" ("Tomo-chan wa Onnanoko!") è la serie anime di tredici episodi tratta dall'omonimo manga scritto e illustrato da Fumita Yanagida.
Il manga è disegnato secondo lo stile "yonkoma", ossia "fumetto a strisce" o "striscia di fumetti", genere abbastanza comune in Giappone che è composto generalmente da quattro vignette e generalmente adottato per il genere comico/umoristico; è composto da otto volumi e, proprio per la particolarità del disegno, da oltre 950 capitoletti spesso autoconclusivi. Il manga è stato serializzato tra ottobre 2015 e settembre 2019, ed è concluso.
Tale aspetto, assieme alla particolarità del disegno, ha consentito agli autori del manga di disegnare e animare una serie che per una volta si conclude a sua volta, con la particolarità che resta tutto sommato anche fedele al manga, e presenta episodi suddivisi in due parti a causa della particolare modalità "a strisce" che ha un po' influito sulla continuità della trama.
La serie è stata diretta da Hitoshi Nanba ("Golden Kamui"), disegnata da Shiori Hiraiwa, con musiche composte da Masaru Yokoyama e prodotta da Lay-duce. La sigla di apertura è "Kurae! Telepathy", cantata da Maharajan, e la sigla di chiusura è "Yurukuru Love", cantata da Rie Takahashi (doppiatrice della protagonista Tomo Aizawa), Rina Hidaka (doppiatrice di Misuzu Gundō) e Sally Amaki (doppiatrice di Carol Olston).
Sinossi: "Tomo-chan Is a Girl!" è una serie rom-com scolastica piuttosto lineare e leggera: non presenta particolari spunti di originalità di trama ed esposizione. Racconta le vicende della protagonista Tomo Aizawa, che decide di dichiararsi al suo compagno di classe e amico fin dall'infanzia Jun'ichirou Kubota. Si parte subito col "botto": una dichiarazione esplicita senza tanti preamboli, equivoci, imbarazzi, sospiri, sotterfugi, coinvolgimento di amici o amiche, situazioni tirate per le lunghe, ecc. ossia i soliti cliché del genere, di cui ci si lamenta sempre, ma che i cultori del genere apprezzano e si aspettano sempre con piacere.
E invece succede l'imprevisto: l'amico Jun risponde più o meno: "Anche tu mi piaci, amica mia!"... E Tomo resta di sasso, abbozzando una reazione di stupore misto a delusione del tipo "Non ha capito niente, ma tutto sommato va bene lo stesso, perché non avrei sopportato l'imbarazzo o il dolore di un rifiuto". E così la situazione sembra restare la stessa di sempre tra loro due.
Tuttavia è solo un'apparenza: lei non si dà pace e inizia a coinvolgere le amiche nonché compagne di classe Misuzu Gundo e Carol Olston nella sua campagna di conquista di Jun, in cui, tra molte situazioni comiche, alcune anche ben congegnate ma sempre con un sapore di deja vu, si srotola la solita rom-com scolastica in cui gli equivoci, le incomprensioni e i fraintendimenti la fanno da padroni. E così abbiamo il matsuri, l'episodio al mare durante la vacanza estiva, il Natale, San Valentino e l'immancabile cioccolata...
Ma non ho dato un elemento fondamentale per inquadrare la protagonista e che sembra spiegare il fraintendimento iniziale di Jun: Tomo è una tomboy, un maschiaccio. Una ragazza carina ma dal fisico imponente (comunque femminile) e molto sportiva. Beh, si potrebbe pensare: "Tira con l'arco? O scherma? Danza classica o moderna? Ginnastica artistica?" Eh no, essendo dotata di una forza fuori del comune e di abilità fisiche di prim'ordine (pari e spesso superiori a quelle dei maschi), è molto brava nelle arti marziali (il padre è una sorta di energumeno che ha la sua palestra di arti marziali) e, soprattutto, a fare a botte con chiunque, vincendo spesso le risse che non disdegna neppure di fare con il suo stesso amico Jun. Essendo una tomboy, i modi di fare, di parlare e di esprimersi sono molto maschili e il buon Jun l'ha sempre considerata più una rivale e amica che una possibile fidanzata, pensandola sempre come un ragazzo.
E tutta la serie è incentrata sulla lotta da parte di Tomo, spalleggiata anche dalle sue amiche, per far cambiare idea a Jun sul suo conto.
Una menzione particolare va espressa nei confronti di Misuzu e Carol: la loro presenza e il loro modo di essere impreziosiscono, e di parecchio, la serie (ma anche il manga). Sono agli antipodi come aspetto rispetto a Tomo: Misuzu minuta e molto femminile nei modi di essere e di esprimersi (un po' secondo gli standard giapponesi), con una abilità dialettica fuori del comune e un caratterino molto arguto e anche molto autoironico, tanto da risultare con le sue freddure e battute taglienti probabilmente il personaggio più riuscito della serie; Carol, classica ragazza molto bella, bionda (perché di origini britanniche) e formosa, con una appearance molto da "oca" (ma solo in apparenza) nel suo modo di ragionare e di esprimersi (doppiaggio notevole di Sally Amaki), ben si amalgama con la presunta durezza di Misuzu, diventando un duo molto comico nelle loro peripezie con Tomo, per farle coronare il suo sogno di mettersi insieme a Jun.
"Tomo-chan Is a Girl!" è una serie dove i personaggi salienti non sono molti, ma vengono trattati piuttosto bene, rendendo la serie equilibrata e ben sviluppata, senza scadere né nell'eccesso di concentrazione sul duo protagonista né disperdersi in molti archi narrativi con più personaggi che a volte non danno valore aggiunto allo scopo finale della serie.
Ovviamente non può non piacere la protagonista Tomo. Dotata di un carattere vivace, trasparente, buono e ingenuo, tali inclinazioni contrastano con i suoi modi di essere e di fare mascolini e anche un po' sciocchi: lo spettatore si ritrova di fronte a un personaggio ricco di contraddizioni e pertanto comico di suo, capace di alternare momenti veramente divertenti ad altri molto teneri. Alla riuscita del personaggio contribuisce molto il doppiaggio di Rie Takahashi, che riesce a intonare la voce da maschio o femminile in modo magistrale, dando profondità a Tomo.
"In medio virtus stat" ('sti Latini hanno sempre ragione)
Se a livello di trama e personaggi la serie presenta un buon equilibrio, stesse considerazioni possono essere espresse per il comparto tecnico. Non ci sono eccellenze nei disegni, animazioni e colori, ma neppure ingenuità o particolari difetti per l'intera serie. Musiche e disegni mantengono un livello buono durante i tredici episodi, tanto che si può scrivere che la serie fa dell'aurea mediocritas il suo vero punto di forza, tanto da farmi scrivere che forse si tratta della serie più centrata che mi è capitato di visionare nella stagione inverno/primavera 2023: nessun sussulto particolare, ma ogni aspetto fatto abbastanza bene, tanto da renderne piacevole e rilassante la visione, senza troppi "pipponi" psicologici o situazioni surreali e troppo forzate. Una vera storia romantica tra ragazzi che si comportano realmente come tali.
Concludendo, "Tomo-chan Is a Girl!" è una serie divertente, spensierata, col giusto mix di comicità e dolcezza. Da vedere e godere senza troppi dubbi e pretese.
Il manga è disegnato secondo lo stile "yonkoma", ossia "fumetto a strisce" o "striscia di fumetti", genere abbastanza comune in Giappone che è composto generalmente da quattro vignette e generalmente adottato per il genere comico/umoristico; è composto da otto volumi e, proprio per la particolarità del disegno, da oltre 950 capitoletti spesso autoconclusivi. Il manga è stato serializzato tra ottobre 2015 e settembre 2019, ed è concluso.
Tale aspetto, assieme alla particolarità del disegno, ha consentito agli autori del manga di disegnare e animare una serie che per una volta si conclude a sua volta, con la particolarità che resta tutto sommato anche fedele al manga, e presenta episodi suddivisi in due parti a causa della particolare modalità "a strisce" che ha un po' influito sulla continuità della trama.
La serie è stata diretta da Hitoshi Nanba ("Golden Kamui"), disegnata da Shiori Hiraiwa, con musiche composte da Masaru Yokoyama e prodotta da Lay-duce. La sigla di apertura è "Kurae! Telepathy", cantata da Maharajan, e la sigla di chiusura è "Yurukuru Love", cantata da Rie Takahashi (doppiatrice della protagonista Tomo Aizawa), Rina Hidaka (doppiatrice di Misuzu Gundō) e Sally Amaki (doppiatrice di Carol Olston).
Sinossi: "Tomo-chan Is a Girl!" è una serie rom-com scolastica piuttosto lineare e leggera: non presenta particolari spunti di originalità di trama ed esposizione. Racconta le vicende della protagonista Tomo Aizawa, che decide di dichiararsi al suo compagno di classe e amico fin dall'infanzia Jun'ichirou Kubota. Si parte subito col "botto": una dichiarazione esplicita senza tanti preamboli, equivoci, imbarazzi, sospiri, sotterfugi, coinvolgimento di amici o amiche, situazioni tirate per le lunghe, ecc. ossia i soliti cliché del genere, di cui ci si lamenta sempre, ma che i cultori del genere apprezzano e si aspettano sempre con piacere.
E invece succede l'imprevisto: l'amico Jun risponde più o meno: "Anche tu mi piaci, amica mia!"... E Tomo resta di sasso, abbozzando una reazione di stupore misto a delusione del tipo "Non ha capito niente, ma tutto sommato va bene lo stesso, perché non avrei sopportato l'imbarazzo o il dolore di un rifiuto". E così la situazione sembra restare la stessa di sempre tra loro due.
Tuttavia è solo un'apparenza: lei non si dà pace e inizia a coinvolgere le amiche nonché compagne di classe Misuzu Gundo e Carol Olston nella sua campagna di conquista di Jun, in cui, tra molte situazioni comiche, alcune anche ben congegnate ma sempre con un sapore di deja vu, si srotola la solita rom-com scolastica in cui gli equivoci, le incomprensioni e i fraintendimenti la fanno da padroni. E così abbiamo il matsuri, l'episodio al mare durante la vacanza estiva, il Natale, San Valentino e l'immancabile cioccolata...
Ma non ho dato un elemento fondamentale per inquadrare la protagonista e che sembra spiegare il fraintendimento iniziale di Jun: Tomo è una tomboy, un maschiaccio. Una ragazza carina ma dal fisico imponente (comunque femminile) e molto sportiva. Beh, si potrebbe pensare: "Tira con l'arco? O scherma? Danza classica o moderna? Ginnastica artistica?" Eh no, essendo dotata di una forza fuori del comune e di abilità fisiche di prim'ordine (pari e spesso superiori a quelle dei maschi), è molto brava nelle arti marziali (il padre è una sorta di energumeno che ha la sua palestra di arti marziali) e, soprattutto, a fare a botte con chiunque, vincendo spesso le risse che non disdegna neppure di fare con il suo stesso amico Jun. Essendo una tomboy, i modi di fare, di parlare e di esprimersi sono molto maschili e il buon Jun l'ha sempre considerata più una rivale e amica che una possibile fidanzata, pensandola sempre come un ragazzo.
E tutta la serie è incentrata sulla lotta da parte di Tomo, spalleggiata anche dalle sue amiche, per far cambiare idea a Jun sul suo conto.
Una menzione particolare va espressa nei confronti di Misuzu e Carol: la loro presenza e il loro modo di essere impreziosiscono, e di parecchio, la serie (ma anche il manga). Sono agli antipodi come aspetto rispetto a Tomo: Misuzu minuta e molto femminile nei modi di essere e di esprimersi (un po' secondo gli standard giapponesi), con una abilità dialettica fuori del comune e un caratterino molto arguto e anche molto autoironico, tanto da risultare con le sue freddure e battute taglienti probabilmente il personaggio più riuscito della serie; Carol, classica ragazza molto bella, bionda (perché di origini britanniche) e formosa, con una appearance molto da "oca" (ma solo in apparenza) nel suo modo di ragionare e di esprimersi (doppiaggio notevole di Sally Amaki), ben si amalgama con la presunta durezza di Misuzu, diventando un duo molto comico nelle loro peripezie con Tomo, per farle coronare il suo sogno di mettersi insieme a Jun.
"Tomo-chan Is a Girl!" è una serie dove i personaggi salienti non sono molti, ma vengono trattati piuttosto bene, rendendo la serie equilibrata e ben sviluppata, senza scadere né nell'eccesso di concentrazione sul duo protagonista né disperdersi in molti archi narrativi con più personaggi che a volte non danno valore aggiunto allo scopo finale della serie.
Ovviamente non può non piacere la protagonista Tomo. Dotata di un carattere vivace, trasparente, buono e ingenuo, tali inclinazioni contrastano con i suoi modi di essere e di fare mascolini e anche un po' sciocchi: lo spettatore si ritrova di fronte a un personaggio ricco di contraddizioni e pertanto comico di suo, capace di alternare momenti veramente divertenti ad altri molto teneri. Alla riuscita del personaggio contribuisce molto il doppiaggio di Rie Takahashi, che riesce a intonare la voce da maschio o femminile in modo magistrale, dando profondità a Tomo.
"In medio virtus stat" ('sti Latini hanno sempre ragione)
Se a livello di trama e personaggi la serie presenta un buon equilibrio, stesse considerazioni possono essere espresse per il comparto tecnico. Non ci sono eccellenze nei disegni, animazioni e colori, ma neppure ingenuità o particolari difetti per l'intera serie. Musiche e disegni mantengono un livello buono durante i tredici episodi, tanto che si può scrivere che la serie fa dell'aurea mediocritas il suo vero punto di forza, tanto da farmi scrivere che forse si tratta della serie più centrata che mi è capitato di visionare nella stagione inverno/primavera 2023: nessun sussulto particolare, ma ogni aspetto fatto abbastanza bene, tanto da renderne piacevole e rilassante la visione, senza troppi "pipponi" psicologici o situazioni surreali e troppo forzate. Una vera storia romantica tra ragazzi che si comportano realmente come tali.
Concludendo, "Tomo-chan Is a Girl!" è una serie divertente, spensierata, col giusto mix di comicità e dolcezza. Da vedere e godere senza troppi dubbi e pretese.
Niente da fare, è una serie che non manca mai di mettermi il sorriso.
Ottima trasposizione animata, praticamente ogni aspetto della storia è quantomeno pari all'opera originale. Mi sembra siano stati piuttosto fedeli, ho apprezzato molto sia il finale che la storia nel complesso. Ho trovato che questa fedeltà si sia riflessa abbastanza sul ritmo degli episodi (storia tratta da un 4-koma), anche se dopo le prime puntate non ci si fa nemmeno più caso.
Le dinamiche del gruppo sono molto belle, vedere la crescita dei personaggi è un piacere per gli occhi e per il cuore; unica pecca, a mio avviso si è perso qualcosa delle gag fra Carol e Mizusu presenti nel manga, ma il loro rapporto è comunque molto bello, anche nei momenti "seri".
La doppiatrice di Tomo sprizza carattere da tutti i pori, credo che non potesse esserci voce migliore, bravi anche gli altri. Musiche piuttosto semplici ma carine, saltarle era un peccato, quindi ho finito per riascoltarle praticamente ad ogni episodio.
Magari a mente fredda ritoccherei il voto, ma al momento sono troppo soddisfatto di questa visione per dare una valutazione più "obbiettiva". Insomma... vale assolutamente la pena.
Ottima trasposizione animata, praticamente ogni aspetto della storia è quantomeno pari all'opera originale. Mi sembra siano stati piuttosto fedeli, ho apprezzato molto sia il finale che la storia nel complesso. Ho trovato che questa fedeltà si sia riflessa abbastanza sul ritmo degli episodi (storia tratta da un 4-koma), anche se dopo le prime puntate non ci si fa nemmeno più caso.
Le dinamiche del gruppo sono molto belle, vedere la crescita dei personaggi è un piacere per gli occhi e per il cuore; unica pecca, a mio avviso si è perso qualcosa delle gag fra Carol e Mizusu presenti nel manga, ma il loro rapporto è comunque molto bello, anche nei momenti "seri".
La doppiatrice di Tomo sprizza carattere da tutti i pori, credo che non potesse esserci voce migliore, bravi anche gli altri. Musiche piuttosto semplici ma carine, saltarle era un peccato, quindi ho finito per riascoltarle praticamente ad ogni episodio.
Magari a mente fredda ritoccherei il voto, ma al momento sono troppo soddisfatto di questa visione per dare una valutazione più "obbiettiva". Insomma... vale assolutamente la pena.
La stagione invernale del 2023 non credo verrà ricordata a lungo per la qualità delle serie che ha offerto, anzi, probabilmente resterà nella memoria collettiva più per i problemi avuti da diverse produzioni costrette varie volte a interrompere la trasmissione di una serie (quasi sempre mascherati dietro un comodo ‘CoVid’) che per altro, soprattutto se la produzione di anime in Giappone continuerà con tutte le storture e le difficoltà che presenta tuttora. Eppure, anche dalle nebbie di un inverno buio e tutto sommato non molto freddo, si è presentato quello che io ho considerato, avendo letto il manga da cui è tratto anni prima e avendo accantonato da tempo la possibilità di vederne una trasposizione animata, un piccolo regalo inatteso e insperato, ma decisamente molto gradito.
Il regalo in questione è “Tomo-chan wa Onnanoko!” (lett. “Tomo è una ragazza!”), commedia romantica in tredici episodi che ha per protagonista Tomo Aizawa, ragazza energica e robusta che in epoca pre-politicamente corretto si sarebbe definito il classico maschiaccio, in quanto poco incline ad attuare atteggiamenti e seguire passatempi ‘femminili’ stereotipati; sarebbe una questione di lana caprina, dato che lei vive felicemente la sua realtà, se non fosse che questa natura energica, sportiva e competitiva rende difficoltosa la sua vita romantica, visto che il ragazzo di cui è innamorata, l’amico d’infanzia Junichiro Kubota, finisce per non ricambiarla, tanto che non sembra considerarla neanche una ragazza, essendo cresciuti insieme con l’idea, avuta fino alle scuole medie almeno, che Tomo fosse addirittura un maschio. Da questo incipit prenderanno vita gli sforzi di Tomo per ribadire ed esaltare la sua femminilità nella speranza che il buon Junichiro, detto Jun, cominci a vederla finalmente non solo come una semplice amica ma come una potenziale partner con cui instaurare una relazione.
Una premessa abbastanza semplice quindi: due ragazzi palesemente innamorati, lei già convinta e dichiarata, lui sulla buona strada per fare altrettanto ma bisognoso di una piccola spintarella per rendersi conto dei suoi veri sentimenti, una storia essenziale ma comunque interessante che fa da palcoscenico ai vari personaggi della serie, che, con i loro pregi e difetti, arricchiscono la rappresentazione di una vicenda romantica il giusto, ma anche molto divertente. Merito quindi ai coprotagonisti e comprimari di quest’anime, tra cui spiccano chiaramente le due migliori amiche di Tomo, quella di lunga data Misuzu Gundo e la conoscenza recente Carol Olston; cito loro due non solo perché hanno molto spazio, ma perché con le loro caratteristiche peculiari, dura e cinica la prima, tenera e svampita la seconda, finiscono spesso per rubare la scena alla coppia protagonista, diventando loro stesse una “coppia” alternativa senza nessun connotato romantico ma dal grandissimo potenziale comico. Un pregio della serie poi è che nessuno di questi personaggi è tagliato con l’accetta: per quanto tutti presentino personalità forti e peculiarità caratteriali evidenti, tutti hanno ugualmente lati nascosti, dubbi e timori tipici della loro età, che influenzano sia l’amicizia con Tomo e il rapporto che sta provando a costruire con Jun sia la loro stessa vita romantica, che pure trova spazio quando l’attenzione si sposta dalla vicenda che coinvolge la coppia di protagonisti ‘ufficiali’. Il quadro d’insieme che ci restituisce tutto questo è sicuramente una serie dalla componente romantica banale e ampiamente leggibile (ma, cosa importante, anche completa, elemento rarissimo in serie simili di una sola stagione), per quanto allo stesso tempo intrigante da seguire, ma dalla componente comica vivace e ben riuscita, che è probabilmente il punto di forza dell’anime insieme alle personalità dei suoi personaggi. E, attenzione, ci tengo a ribadire, senza fare eventuali spoiler per chi volesse seguire la serie dopo aver letto questa recensione, senza scadere in una narrazione stereotipata, per cui una ragazza è considerabile tale, o peggio ancora ‘degna di essere tale’, solo quando si veste, si presenta e si comporta in un certo modo: il messaggio di fondo, non proprio rivoluzionario, diciamo, ma essenzialmente giusto, è esattamente l’opposto, ma questo preferisco lasciarlo ovviamente scoprire a chi deciderà di guardare l’anime nella sua interezza.
Anime che dal punto di vista tecnico non si può dire sia un lavoro di particolare bellezza, questo è affermabile senza ipocrisia; prodotto dallo studio Lay-duce e adattato dall’omonimo manga di Fumita Yanagida, “Tomo-chan wa Onnanoko!” è un anime dalla struttura semplice e, per certi versi, fin troppo ricalcata alla natura episodica e frammentata che presenta il manga, uno yonkoma (fumetto a quattro vignette) a pagina unica che per sua natura ben si presta, di solito, a strisce umoristiche estemporanee che non vogliono comporre una storia univoca. Soprattutto all’inizio, quando bisogna anche conoscere meglio i personaggi, ovviamente, si ha la sensazione di seguire una serie di scene comiche improvvisate mancanti di un raccordo che le unisca e faccia godere meglio il racconto, e per quanto sia una sensazione che col tempo e l’abitudine tende naturalmente a sparire, non posso negare che resti l’impressione di un adattamento che si sia limitato al “compitino”, piuttosto che sfruttare magari le potenzialità dell’animazione per offrire una versione di quest’opera che si discosti nettamente dal manga e dai suoi limiti naturali, un po’ come è capitato recentemente a un altro manga yonkoma come “Bocchi the Rock!”, meravigliosamente trasposto in una serie animata molto diversa dal fumetto originale.
Dal punto di vista grafico siamo in una buona media da produzione stagionale, le animazioni semplici ma efficaci tengono sempre botta, pur senza meravigliare mai, i colori saturi restituiscono un’immagine chiara e pulita per quanto abbastanza dozzinale, mentre il character design dei personaggi non incontra particolarmente il mio gusto, non in quanto brutto, sia chiaro, ma perché, per quanto sia riciclato dal manga originale, chiaramente, l’ho trovato troppo omologato al panorama odierno dell’animazione giapponese moderna, preferendo di gran lunga i tratti morbidi e un po’ grezzi che presentava il manga. A riprova di una produzione che, ripeto, è buona ma nella media, c’è anche la colonna sonora, che fa il suo lavoro di accompagnamento senza restare mai particolarmente impressa, mentre un’attenzione maggiore è stata dedicata, come capita spesso, al doppiaggio giapponese, che rappresenta chiaramente la marcia in più di un prodotto altrimenti legato a una pacifica normalità. La voce di Tomo ad esempio è di Sua Esplosività Rie Takahashi, che, dopo aver dato voce a tanti personaggi moe e minuti come Megumin di “Konosuba” o Takagi-san di “Karakai Jozu no Takagi-san”, dimostra qui ancora una volta in più il suo talento con un personaggio opposto dalla voce forte e imponente, ma allo stesso tempo fragile quando la situazione lo richiede; le amiche Misuzu e Carol sono interpretate, rispettivamente, dalla glaciale Rina Hidaka e dalla polivalente Sally Amaki, che, piccola curiosità, essendo nata in America da genitori giapponesi e fluente nell’inglese, doppia lo stesso personaggio anche nella versione americana della serie; il buon Jun infine ha la voce di Kaito Ishikawa, che gli dà la giusta aria minacciosa per il suo aspetto, ma pure bonaria e un po’ fessacchiotta quando si toccano argomenti legati alla sfera intima e romantica che escono dalla sua comfort zone.
Cosa resta in definitiva della visione di “Tomo-chan wa Onnanoko!” è difficile da far capire, se non si entra in empatia e nelle dinamiche che coinvolgono questo gruppo di pochi ma simpatici personaggi; personalmente, ho avuto la fortuna di seguire il manga nella sua breve (ma neanche tanto) vita editoriale e posso dire di essermi affezionato molto e aver seguito con piacere le evoluzioni vissute da questi ragazzi nella loro esperienza, per quanto semplici e banali possano essere. Ho sempre pensato che la natura dei personaggi e la velocità con cui si dipana la storia, insolita per una commedia romantica che spesso gioca con i tira e molla tra i due protagonisti per molto tempo, si prestassero benissimo a una trasposizione animata, per cui ho colto quest’anime, arrivato dopo oltre quattro anni dalla conclusione dell’opera originale, sottolineiamolo, come un regalo inatteso che mi sono goduto appieno, nonostante i suoi difetti e i tagli inevitabili che apportava al manga da cui è tratto. Sono consapevole che chi non ha alle spalle la mia stessa esperienza col fumetto potrebbe trovare esagerati questi apprezzamenti per una vicenda sicuramente carina, romantica e divertente, ma tutto sommato simile a tante altre, però allo stesso tempo sono convinto che i pregi di questa serie possano incontrare i gusti di una larga parte di pubblico appassionata di storie simili e che aggiungerà con piacere “Tomo-chan wa Onnanoko!” alla propria lista di anime visionati, che quindi consiglio di vedere con convinzione, senza remore e timori di sorta.
Il regalo in questione è “Tomo-chan wa Onnanoko!” (lett. “Tomo è una ragazza!”), commedia romantica in tredici episodi che ha per protagonista Tomo Aizawa, ragazza energica e robusta che in epoca pre-politicamente corretto si sarebbe definito il classico maschiaccio, in quanto poco incline ad attuare atteggiamenti e seguire passatempi ‘femminili’ stereotipati; sarebbe una questione di lana caprina, dato che lei vive felicemente la sua realtà, se non fosse che questa natura energica, sportiva e competitiva rende difficoltosa la sua vita romantica, visto che il ragazzo di cui è innamorata, l’amico d’infanzia Junichiro Kubota, finisce per non ricambiarla, tanto che non sembra considerarla neanche una ragazza, essendo cresciuti insieme con l’idea, avuta fino alle scuole medie almeno, che Tomo fosse addirittura un maschio. Da questo incipit prenderanno vita gli sforzi di Tomo per ribadire ed esaltare la sua femminilità nella speranza che il buon Junichiro, detto Jun, cominci a vederla finalmente non solo come una semplice amica ma come una potenziale partner con cui instaurare una relazione.
Una premessa abbastanza semplice quindi: due ragazzi palesemente innamorati, lei già convinta e dichiarata, lui sulla buona strada per fare altrettanto ma bisognoso di una piccola spintarella per rendersi conto dei suoi veri sentimenti, una storia essenziale ma comunque interessante che fa da palcoscenico ai vari personaggi della serie, che, con i loro pregi e difetti, arricchiscono la rappresentazione di una vicenda romantica il giusto, ma anche molto divertente. Merito quindi ai coprotagonisti e comprimari di quest’anime, tra cui spiccano chiaramente le due migliori amiche di Tomo, quella di lunga data Misuzu Gundo e la conoscenza recente Carol Olston; cito loro due non solo perché hanno molto spazio, ma perché con le loro caratteristiche peculiari, dura e cinica la prima, tenera e svampita la seconda, finiscono spesso per rubare la scena alla coppia protagonista, diventando loro stesse una “coppia” alternativa senza nessun connotato romantico ma dal grandissimo potenziale comico. Un pregio della serie poi è che nessuno di questi personaggi è tagliato con l’accetta: per quanto tutti presentino personalità forti e peculiarità caratteriali evidenti, tutti hanno ugualmente lati nascosti, dubbi e timori tipici della loro età, che influenzano sia l’amicizia con Tomo e il rapporto che sta provando a costruire con Jun sia la loro stessa vita romantica, che pure trova spazio quando l’attenzione si sposta dalla vicenda che coinvolge la coppia di protagonisti ‘ufficiali’. Il quadro d’insieme che ci restituisce tutto questo è sicuramente una serie dalla componente romantica banale e ampiamente leggibile (ma, cosa importante, anche completa, elemento rarissimo in serie simili di una sola stagione), per quanto allo stesso tempo intrigante da seguire, ma dalla componente comica vivace e ben riuscita, che è probabilmente il punto di forza dell’anime insieme alle personalità dei suoi personaggi. E, attenzione, ci tengo a ribadire, senza fare eventuali spoiler per chi volesse seguire la serie dopo aver letto questa recensione, senza scadere in una narrazione stereotipata, per cui una ragazza è considerabile tale, o peggio ancora ‘degna di essere tale’, solo quando si veste, si presenta e si comporta in un certo modo: il messaggio di fondo, non proprio rivoluzionario, diciamo, ma essenzialmente giusto, è esattamente l’opposto, ma questo preferisco lasciarlo ovviamente scoprire a chi deciderà di guardare l’anime nella sua interezza.
Anime che dal punto di vista tecnico non si può dire sia un lavoro di particolare bellezza, questo è affermabile senza ipocrisia; prodotto dallo studio Lay-duce e adattato dall’omonimo manga di Fumita Yanagida, “Tomo-chan wa Onnanoko!” è un anime dalla struttura semplice e, per certi versi, fin troppo ricalcata alla natura episodica e frammentata che presenta il manga, uno yonkoma (fumetto a quattro vignette) a pagina unica che per sua natura ben si presta, di solito, a strisce umoristiche estemporanee che non vogliono comporre una storia univoca. Soprattutto all’inizio, quando bisogna anche conoscere meglio i personaggi, ovviamente, si ha la sensazione di seguire una serie di scene comiche improvvisate mancanti di un raccordo che le unisca e faccia godere meglio il racconto, e per quanto sia una sensazione che col tempo e l’abitudine tende naturalmente a sparire, non posso negare che resti l’impressione di un adattamento che si sia limitato al “compitino”, piuttosto che sfruttare magari le potenzialità dell’animazione per offrire una versione di quest’opera che si discosti nettamente dal manga e dai suoi limiti naturali, un po’ come è capitato recentemente a un altro manga yonkoma come “Bocchi the Rock!”, meravigliosamente trasposto in una serie animata molto diversa dal fumetto originale.
Dal punto di vista grafico siamo in una buona media da produzione stagionale, le animazioni semplici ma efficaci tengono sempre botta, pur senza meravigliare mai, i colori saturi restituiscono un’immagine chiara e pulita per quanto abbastanza dozzinale, mentre il character design dei personaggi non incontra particolarmente il mio gusto, non in quanto brutto, sia chiaro, ma perché, per quanto sia riciclato dal manga originale, chiaramente, l’ho trovato troppo omologato al panorama odierno dell’animazione giapponese moderna, preferendo di gran lunga i tratti morbidi e un po’ grezzi che presentava il manga. A riprova di una produzione che, ripeto, è buona ma nella media, c’è anche la colonna sonora, che fa il suo lavoro di accompagnamento senza restare mai particolarmente impressa, mentre un’attenzione maggiore è stata dedicata, come capita spesso, al doppiaggio giapponese, che rappresenta chiaramente la marcia in più di un prodotto altrimenti legato a una pacifica normalità. La voce di Tomo ad esempio è di Sua Esplosività Rie Takahashi, che, dopo aver dato voce a tanti personaggi moe e minuti come Megumin di “Konosuba” o Takagi-san di “Karakai Jozu no Takagi-san”, dimostra qui ancora una volta in più il suo talento con un personaggio opposto dalla voce forte e imponente, ma allo stesso tempo fragile quando la situazione lo richiede; le amiche Misuzu e Carol sono interpretate, rispettivamente, dalla glaciale Rina Hidaka e dalla polivalente Sally Amaki, che, piccola curiosità, essendo nata in America da genitori giapponesi e fluente nell’inglese, doppia lo stesso personaggio anche nella versione americana della serie; il buon Jun infine ha la voce di Kaito Ishikawa, che gli dà la giusta aria minacciosa per il suo aspetto, ma pure bonaria e un po’ fessacchiotta quando si toccano argomenti legati alla sfera intima e romantica che escono dalla sua comfort zone.
Cosa resta in definitiva della visione di “Tomo-chan wa Onnanoko!” è difficile da far capire, se non si entra in empatia e nelle dinamiche che coinvolgono questo gruppo di pochi ma simpatici personaggi; personalmente, ho avuto la fortuna di seguire il manga nella sua breve (ma neanche tanto) vita editoriale e posso dire di essermi affezionato molto e aver seguito con piacere le evoluzioni vissute da questi ragazzi nella loro esperienza, per quanto semplici e banali possano essere. Ho sempre pensato che la natura dei personaggi e la velocità con cui si dipana la storia, insolita per una commedia romantica che spesso gioca con i tira e molla tra i due protagonisti per molto tempo, si prestassero benissimo a una trasposizione animata, per cui ho colto quest’anime, arrivato dopo oltre quattro anni dalla conclusione dell’opera originale, sottolineiamolo, come un regalo inatteso che mi sono goduto appieno, nonostante i suoi difetti e i tagli inevitabili che apportava al manga da cui è tratto. Sono consapevole che chi non ha alle spalle la mia stessa esperienza col fumetto potrebbe trovare esagerati questi apprezzamenti per una vicenda sicuramente carina, romantica e divertente, ma tutto sommato simile a tante altre, però allo stesso tempo sono convinto che i pregi di questa serie possano incontrare i gusti di una larga parte di pubblico appassionata di storie simili e che aggiungerà con piacere “Tomo-chan wa Onnanoko!” alla propria lista di anime visionati, che quindi consiglio di vedere con convinzione, senza remore e timori di sorta.