Pupa
Quest'anime era completamente da rifare, ogni cosa al suo interno non funziona, dalla sceneggiatura ai personaggi, fino alla cosa su cui maggiormente si concentra l'anime, ovvero la psicologia dei due protagonisti. Sarebbe stata necessaria una maggior analisi del mondo in cui è ambientato l'anime. Ci sono dei gruppi di ricerca segreti e illegali nello stile della Fondazione SCP, va bene, ma cosa fanno di preciso nella vita di tutti i giorni? Perché dubito che i virus come Pupa saltino fuori ogni giorno. Come fanno a mantenere il segreto sulle loro operazioni e perché non lo rivelano a tutti? Tutto ciò non viene approfondito!
Più nel dettaglio, Maria, che resta il mio personaggio preferito della serie, e ogni volta che compare su schermo alza il livello, non è una persona comune e non ha avuto una vita comune. Non venitemi a dire il contrario, se questa, quando era loli, vivisezionava bruconi giganti che non dovrebbero esistere in natura! Questo deve averla segnata in qualche modo indelebile! Ho capito che Maria non prova emozioni, ma tutto quello che vive e le azioni compiute hanno bisogno di motivazioni e spiegazioni, serve che vengano approfondite. Ad esempio, per quale motivo si veste da strega, una cosa legata alla magia, se è una persona votata alla scienza, ovvero la cosa diametralmente opposta?
Chi è la Imari Shin? In che rapporti è con Maria? Come fa a sapere del Pupa, se Yume e Utsutsu sembrano essere i primi infetti?
Ora tu mi dirai: "Ma perché te la prendi così tanto con questa storia?" Perché?
Allora, cerca di capire come è costruito il mondo di Pupa: organizzazioni criminali a sfondo medico-diagnostico; una malattia in grado di rigenerare il corpo in modo anomalo, quasi a sfidare la morte; gruppi paramilitari che vogliono studiare un virus in grado di trasformare le persone in mostri insettoidi, per usarlo come arma; Maria, scienziata a capo di un laboratorio illegale, incapace di empatia, che sembra avere l'abilità di riuscire a mettersi in contatto con dimensioni parallele o entità astratte, e sfrutta queste capacità per oscuri quanto perversi scopi; una guerra nell'ombra tra organizzazioni criminali per mettere le mani su un'arma in grado di cambiare l'assetto geopolitico mondiale e garantire a loro il potere di fare un po' tutto quello che gli pare.
Ora capite perché questa storia mi fa imbestialire? Perché parla di argomenti sui cui ci si potrebbero decine di pagine con elementi in grado di rendere un personaggio complesso e profondo.
Santo Cielo! Quest'anime poteva essere un capolavoro a più livelli sia per l'action (dato dai gruppi paramilitari che si massacrano tra loro e contro dei mostri) sia per l'horror splatter, dato dai mostroni che massacrano la gente e dagli esperimenti di Maria, sia per le tematiche trattabili, il dialogo tra religione e scienza, i limiti che queste due non devono superare e come potrebbero supportarsi a vicenda, fino a che punto la scienza dovrebbe ignorare l'etica per un bene superiore e quando invece deve accontentarsi del premio a breve termine per ragioni etiche.
"Pupa" sarebbe potuto essere tutto questo! E invece no!
Trentasei minuti? Concentriamoli tutti a parlare di 'sti due fratelli rimbambiti, dei loro orrendi genitori senza spessore, delle 'seghe mentali' che si fanno a caso e degli annessi e connessi psicologici!
Yume e Utsutsu sono la cosa meno interessante di questa storia, e sono i protagonisti!
Ah, quasi dimenticavo la decisione di attirare il pubblico sfruttando il cannibalismo incestuoso pseudo-erotico! Così sì che si fa un anime di qualità! Bravi!
Più nel dettaglio, Maria, che resta il mio personaggio preferito della serie, e ogni volta che compare su schermo alza il livello, non è una persona comune e non ha avuto una vita comune. Non venitemi a dire il contrario, se questa, quando era loli, vivisezionava bruconi giganti che non dovrebbero esistere in natura! Questo deve averla segnata in qualche modo indelebile! Ho capito che Maria non prova emozioni, ma tutto quello che vive e le azioni compiute hanno bisogno di motivazioni e spiegazioni, serve che vengano approfondite. Ad esempio, per quale motivo si veste da strega, una cosa legata alla magia, se è una persona votata alla scienza, ovvero la cosa diametralmente opposta?
Chi è la Imari Shin? In che rapporti è con Maria? Come fa a sapere del Pupa, se Yume e Utsutsu sembrano essere i primi infetti?
Ora tu mi dirai: "Ma perché te la prendi così tanto con questa storia?" Perché?
Allora, cerca di capire come è costruito il mondo di Pupa: organizzazioni criminali a sfondo medico-diagnostico; una malattia in grado di rigenerare il corpo in modo anomalo, quasi a sfidare la morte; gruppi paramilitari che vogliono studiare un virus in grado di trasformare le persone in mostri insettoidi, per usarlo come arma; Maria, scienziata a capo di un laboratorio illegale, incapace di empatia, che sembra avere l'abilità di riuscire a mettersi in contatto con dimensioni parallele o entità astratte, e sfrutta queste capacità per oscuri quanto perversi scopi; una guerra nell'ombra tra organizzazioni criminali per mettere le mani su un'arma in grado di cambiare l'assetto geopolitico mondiale e garantire a loro il potere di fare un po' tutto quello che gli pare.
Ora capite perché questa storia mi fa imbestialire? Perché parla di argomenti sui cui ci si potrebbero decine di pagine con elementi in grado di rendere un personaggio complesso e profondo.
Santo Cielo! Quest'anime poteva essere un capolavoro a più livelli sia per l'action (dato dai gruppi paramilitari che si massacrano tra loro e contro dei mostri) sia per l'horror splatter, dato dai mostroni che massacrano la gente e dagli esperimenti di Maria, sia per le tematiche trattabili, il dialogo tra religione e scienza, i limiti che queste due non devono superare e come potrebbero supportarsi a vicenda, fino a che punto la scienza dovrebbe ignorare l'etica per un bene superiore e quando invece deve accontentarsi del premio a breve termine per ragioni etiche.
"Pupa" sarebbe potuto essere tutto questo! E invece no!
Trentasei minuti? Concentriamoli tutti a parlare di 'sti due fratelli rimbambiti, dei loro orrendi genitori senza spessore, delle 'seghe mentali' che si fanno a caso e degli annessi e connessi psicologici!
Yume e Utsutsu sono la cosa meno interessante di questa storia, e sono i protagonisti!
Ah, quasi dimenticavo la decisione di attirare il pubblico sfruttando il cannibalismo incestuoso pseudo-erotico! Così sì che si fa un anime di qualità! Bravi!
Se siete qui, avrete già visto la valutazione numerica degli utenti di AnimeClick.it, quindi sapete cosa aspettarvi.
Nel 2014 Studio DEEN ci regala questa perla, questo capolavoro (vi prego, cogliete l’ironia) del mondo dei cartoni animati tutti: "Pupa", strutturato per qualche malsana ragione in dodici episodi da quattro minuti l’uno comprensivi di opening ed ending (quest’ultime sorprendentemente gradevoli, soprattutto la prima). Inutile dire che una simile struttura non favorisca certamente una trama particolarmente articolata, che tuttavia parte da delle premesse piuttosto interessanti, dalle quali si poteva tirare fuori qualcosa di degno: senza stare a trascrivere la sinossi, si sappia solo che i nostri protagonisti sono una coppia di fratelli (Yume e Utsutsu Hasegawa) che vivono una vita piuttosto turbolenta, tra genitori violenti ed eventi demoniaci di varia natura (che nell’economia della storia hanno la stessa funzione di un nudista a messa), fino all’infausto giorno in cui Yume viene trasformata da una farfalla rossa in un demone capace di saziare il proprio appetito solo cibandosi di carne umana. La trama prosegue in un crescendo sempre più imbarazzante di torture, violenze e abusi di vario genere, non disdegnando nemmeno momenti al limite dell’incesto o generosi e gustosi episodi di cannibalismo, il tutto presentato nella maniera più imbarazzante possibile sia sotto il profilo della nuda narrazione che su quello prettamente tecnico (posso assicurare che momenti di altissima animazione come l'episodio di esordio possono rientrare di diritto nel Pantheon dell'animazione comica cult, provare per credere). Come già scritto, l’intreccio di base ha del potenziale: "Pupa" è tratto da un manga che il sottoscritto non ha mai letto, ma, a detta dei più, merita. Tuttavia, appare evidente dopo i primi cinque minuti come il materiale originale sia stato probabilmente tagliato non con l’accetta, piuttosto con la motosega: i buchi di trama si sprecano, gli eventi si susseguono senza un filo logico e, a tutto questo ben di Dio, si aggiungono anche dialoghi forzati o semplicemente imbarazzanti (per esempio la lunga scena di cannibalismo che occupa l’episodio 6, che riuscirebbe anche a incutere un certo e ovvio timore e ribrezzo, se non fosse per i fastidiosissimi versetti moe che ammazzano quel poco di tensione creatasi).
Ma tutto questo non basta, perché a una trama vomitevole si aggiunge anche il pessimo (e, ormai, tristemente riconoscibile) comparto tecnico ad opera di DEEN, forte di animazioni ingessate, colori ad acquerello assolutamente e totalmente cozzanti con l’atmosfera generale, e un design dei personaggi che non poteva essere più generico (che questa sia colpa dello studio di animazione o del manga non mi è ancora dato saperlo).
E, già che ci siamo, perché non nominare brevemente i personaggi? Il regista Tomomi Mochizuki si permette, in un adattamento tanto stringato, di dare spazio anche a dei comprimari, e cerca con vano sforzo di caratterizzarne a dovere alcuni, con risultati che, senza fare anticipazioni, risultano assolutamente fallimentari: a risultare odiosi e privi di mordente non sono solamente i personaggi secondari alla fine della breve serie, ma anche i nostri due protagonisti (si salva solo la piccola Yume, il suo ruolo di bestia sofferente lo ricopre bene dall’inizio alla fine).
C’è qualcosa che si salva di questo terribile, terribile "Pupa"? Forse sì: in primis l’accompagnamento sonoro, che presenta delle tracce piuttosto gradevoli (spesso e volentieri usate a sproposito, ma non è il caso di fare i puntigliosi); in secondo luogo, un po’ alla stregua di "Another", fallisce su tutti i fronti come horror ma guadagna un inaspettato valore se visto come una commedia, in virtù del connubio quasi mistico di nonsense, animazioni zoppe, scene di violenze perpetrate su orsacchiotti inserite a forza per coprire scene particolarmente crude (come se ce ne fosse stato il bisogno) e, per finire, del sano gore che in alcuni casi (molto rari, sia chiaro) riesce anche a far venire qualche brivido.
Bocciatura totale quindi, per un titolo che avevo approcciato con le peggiori aspettative possibili e, con mio grande stupore, è riuscito a sorpassarle tutte, ha raschiato il fondo del barile ed è arrivato a grattare il pavimento: capolavoro assoluto della spazzatura, guardatelo a vostro rischio e pericolo.
Nel 2014 Studio DEEN ci regala questa perla, questo capolavoro (vi prego, cogliete l’ironia) del mondo dei cartoni animati tutti: "Pupa", strutturato per qualche malsana ragione in dodici episodi da quattro minuti l’uno comprensivi di opening ed ending (quest’ultime sorprendentemente gradevoli, soprattutto la prima). Inutile dire che una simile struttura non favorisca certamente una trama particolarmente articolata, che tuttavia parte da delle premesse piuttosto interessanti, dalle quali si poteva tirare fuori qualcosa di degno: senza stare a trascrivere la sinossi, si sappia solo che i nostri protagonisti sono una coppia di fratelli (Yume e Utsutsu Hasegawa) che vivono una vita piuttosto turbolenta, tra genitori violenti ed eventi demoniaci di varia natura (che nell’economia della storia hanno la stessa funzione di un nudista a messa), fino all’infausto giorno in cui Yume viene trasformata da una farfalla rossa in un demone capace di saziare il proprio appetito solo cibandosi di carne umana. La trama prosegue in un crescendo sempre più imbarazzante di torture, violenze e abusi di vario genere, non disdegnando nemmeno momenti al limite dell’incesto o generosi e gustosi episodi di cannibalismo, il tutto presentato nella maniera più imbarazzante possibile sia sotto il profilo della nuda narrazione che su quello prettamente tecnico (posso assicurare che momenti di altissima animazione come l'episodio di esordio possono rientrare di diritto nel Pantheon dell'animazione comica cult, provare per credere). Come già scritto, l’intreccio di base ha del potenziale: "Pupa" è tratto da un manga che il sottoscritto non ha mai letto, ma, a detta dei più, merita. Tuttavia, appare evidente dopo i primi cinque minuti come il materiale originale sia stato probabilmente tagliato non con l’accetta, piuttosto con la motosega: i buchi di trama si sprecano, gli eventi si susseguono senza un filo logico e, a tutto questo ben di Dio, si aggiungono anche dialoghi forzati o semplicemente imbarazzanti (per esempio la lunga scena di cannibalismo che occupa l’episodio 6, che riuscirebbe anche a incutere un certo e ovvio timore e ribrezzo, se non fosse per i fastidiosissimi versetti moe che ammazzano quel poco di tensione creatasi).
Ma tutto questo non basta, perché a una trama vomitevole si aggiunge anche il pessimo (e, ormai, tristemente riconoscibile) comparto tecnico ad opera di DEEN, forte di animazioni ingessate, colori ad acquerello assolutamente e totalmente cozzanti con l’atmosfera generale, e un design dei personaggi che non poteva essere più generico (che questa sia colpa dello studio di animazione o del manga non mi è ancora dato saperlo).
E, già che ci siamo, perché non nominare brevemente i personaggi? Il regista Tomomi Mochizuki si permette, in un adattamento tanto stringato, di dare spazio anche a dei comprimari, e cerca con vano sforzo di caratterizzarne a dovere alcuni, con risultati che, senza fare anticipazioni, risultano assolutamente fallimentari: a risultare odiosi e privi di mordente non sono solamente i personaggi secondari alla fine della breve serie, ma anche i nostri due protagonisti (si salva solo la piccola Yume, il suo ruolo di bestia sofferente lo ricopre bene dall’inizio alla fine).
C’è qualcosa che si salva di questo terribile, terribile "Pupa"? Forse sì: in primis l’accompagnamento sonoro, che presenta delle tracce piuttosto gradevoli (spesso e volentieri usate a sproposito, ma non è il caso di fare i puntigliosi); in secondo luogo, un po’ alla stregua di "Another", fallisce su tutti i fronti come horror ma guadagna un inaspettato valore se visto come una commedia, in virtù del connubio quasi mistico di nonsense, animazioni zoppe, scene di violenze perpetrate su orsacchiotti inserite a forza per coprire scene particolarmente crude (come se ce ne fosse stato il bisogno) e, per finire, del sano gore che in alcuni casi (molto rari, sia chiaro) riesce anche a far venire qualche brivido.
Bocciatura totale quindi, per un titolo che avevo approcciato con le peggiori aspettative possibili e, con mio grande stupore, è riuscito a sorpassarle tutte, ha raschiato il fondo del barile ed è arrivato a grattare il pavimento: capolavoro assoluto della spazzatura, guardatelo a vostro rischio e pericolo.
Credo di non aver mai visto nulla di così strano, inquietante e illogico in tutta la mia vita, ma, come spesso accade, "c'è sempre una prima volta per tutto"... Eh sì, stiamo parlando del piccolo capolavoro prodotto dallo Studio Deen, "Pupa", una mini-serie di dodici episodi e dalla notevole durata di circa quattro minuti ciascuno (comprese l'opening e l'ending).
La trama di per sé non è affatto da buttare, ma il modo in cui viene presentata allo spettatore è davvero improponibile, oltretutto i produttori hanno avuto pure il colpo di genio di strutturarla con episodi dalla brevissima durata: dall'indicibile "agglomerato propinato", si riesce a capire che i protagonisti sono due fratelli, Yume e Utsutsu, i quali hanno vissuto un'infanzia molto tragica a causa dei maltrattamenti del padre sia nei confronti della madre che di loro stessi. Improvvisamente si scopre che in realtà Yume, a causa del misterioso virus "Pupa", è un mostro orrendo, il quale riesce a placare la sua insaziabile fame esclusivamente attraverso la carne umana, e che possiede strabilianti poteri rigenerativi. Per par condicio, Yume divora allegramente il fratello e lo sottopone alla sua stessa condizione; tuttavia Utsutsu sembra apparentemente di non avere istinti cannibaleschi, e quindi decide spontaneamente di farsi mangiucchiare dalla sorella ogni qualvolta lei abbia fame, in modo tale da non andare in giro a mietere decine e decine di vittime.
Sui personaggi non ci sarebbe neanche bisogno di aprire una parentesi, dato che, innanzitutto, hanno avuto il grande coraggio di proporre dei personaggi secondari che compaiono sì è no per quattro-cinque minuti in tutta la serie... per non parlare poi del rapporto che definirei incestuoso fra i due fratelli: esso raggiunge l'apice nell'episodio 6, dove gli autori hanno avuto un secondo colpo di genio e provato a creare una sottospecie di "scena ecchi", mentre Yume si mangiava beatamente il fratello... naturalmente non oso neanche parlarvi del risultato.
A tutto questo bisogna aggiungere il grande lavoro svolto per gli sfondi e gli elementi che non erano importanti ai fini della storia: sembra che i produttori abbiano preso le tavole del manga, trasferite sul computer, colorate con Paint, aggiunte alle animazioni dei personaggi e poi mandate finalmente in mondovisione, il tutto coronato da sigle fini a loro stesse e doppiaggio nei limiti.
Un elemento interessante della mini-serie (si fa per dire) è l'utilizzo degli orsacchiotti durante la trasposizione di alcune scene particolarmente crude, per spiegare degli specifici eventi della storia, tuttavia neanche questo elemento sembra funzionare, visto che comunque abbiamo assistito a dodici episodi di omicidi, cannibalismo e splatter assurdo, dunque alleggerire la solfa con questo artifizio è stato un fallimento totale.
Sicuramente non mi dimenticherò facilmente di "Pupa", che è riuscito nell'impresa di avere un impianto negativo al 99% e come unica nota positiva i disegni del manga.
Bocciato in tutti i sensi, voto 1.
La trama di per sé non è affatto da buttare, ma il modo in cui viene presentata allo spettatore è davvero improponibile, oltretutto i produttori hanno avuto pure il colpo di genio di strutturarla con episodi dalla brevissima durata: dall'indicibile "agglomerato propinato", si riesce a capire che i protagonisti sono due fratelli, Yume e Utsutsu, i quali hanno vissuto un'infanzia molto tragica a causa dei maltrattamenti del padre sia nei confronti della madre che di loro stessi. Improvvisamente si scopre che in realtà Yume, a causa del misterioso virus "Pupa", è un mostro orrendo, il quale riesce a placare la sua insaziabile fame esclusivamente attraverso la carne umana, e che possiede strabilianti poteri rigenerativi. Per par condicio, Yume divora allegramente il fratello e lo sottopone alla sua stessa condizione; tuttavia Utsutsu sembra apparentemente di non avere istinti cannibaleschi, e quindi decide spontaneamente di farsi mangiucchiare dalla sorella ogni qualvolta lei abbia fame, in modo tale da non andare in giro a mietere decine e decine di vittime.
Sui personaggi non ci sarebbe neanche bisogno di aprire una parentesi, dato che, innanzitutto, hanno avuto il grande coraggio di proporre dei personaggi secondari che compaiono sì è no per quattro-cinque minuti in tutta la serie... per non parlare poi del rapporto che definirei incestuoso fra i due fratelli: esso raggiunge l'apice nell'episodio 6, dove gli autori hanno avuto un secondo colpo di genio e provato a creare una sottospecie di "scena ecchi", mentre Yume si mangiava beatamente il fratello... naturalmente non oso neanche parlarvi del risultato.
A tutto questo bisogna aggiungere il grande lavoro svolto per gli sfondi e gli elementi che non erano importanti ai fini della storia: sembra che i produttori abbiano preso le tavole del manga, trasferite sul computer, colorate con Paint, aggiunte alle animazioni dei personaggi e poi mandate finalmente in mondovisione, il tutto coronato da sigle fini a loro stesse e doppiaggio nei limiti.
Un elemento interessante della mini-serie (si fa per dire) è l'utilizzo degli orsacchiotti durante la trasposizione di alcune scene particolarmente crude, per spiegare degli specifici eventi della storia, tuttavia neanche questo elemento sembra funzionare, visto che comunque abbiamo assistito a dodici episodi di omicidi, cannibalismo e splatter assurdo, dunque alleggerire la solfa con questo artifizio è stato un fallimento totale.
Sicuramente non mi dimenticherò facilmente di "Pupa", che è riuscito nell'impresa di avere un impianto negativo al 99% e come unica nota positiva i disegni del manga.
Bocciato in tutti i sensi, voto 1.
“Pupa” è senza dubbio il peggior anime che mi sia capitato di vedere. E pensare che l'idea di partenza della storia era senza dubbio originale e poteva permettere degli sviluppi interessanti. Le puntate durano attorno ai quattro minuti (sigle comprese), il che lascia poco spazio a qualsiasi tipo di approfondimento dei personaggi e di sviluppo della trama. Dico trama, ma questa è pressoché inesistente e i pochi avvenimenti narrati si susseguono in modo confuso e poco logico. Le interazioni tra i personaggi rasentano il ridicolo, sia quelle tra i protagonisti e i loro "nemici" sia specialmente quelle fra i due fratelli protagonisti, con numerose scene scandite da lamenti e gemiti che evocano una sorta di rapporto incestuoso, ma risultano del tutto prive di un qualsiasi significato. Il finale non finale non fa altro che aggiungere un ulteriore elemento negativo a un'opera che non posso che definire incomprensibile.
Visto che sono riuscito ad attirare l'attenzione della persona che vuole/non vuole vedere questo anime, con un voto più alto di molti altri recensori, inizierò a dire i punti che hanno portato il voto a ciò che è.
La storia tratta di per sé del rapporto tra due fratelli (al limite dell'incesto, sfortunatamente) e della divisione tra i due causata dalla trasformazione della sorella in un mostro mangia-uomini causata da quello che durante la storia verrà denominato virus "Pupa". La storia verrà narrata come un viaggio, come una saga, e qua sarà anche la nota dolente: in effetti la trama non è male, anzi, per i patiti dell'horror e dello splatter è un'ottima trama, il problema però sarà che in dodici episodi da quattro minuti ciascuno non puoi ricavare molto. In quattro minuti verrà concentrata a tal punto tanta roba, che non c'è il tempo di approfondire i personaggi per bene e con calma. Non si avrà tempo di provare disgusto o paura e non avrai nemmeno il tempo di provare suspense, il tutto è trattato con tale velocità che i misteri disseminati per la serie non riusciranno a coinvolgere abbastanza bene lo spettatore.
I personaggi sono poco approfonditi per i motivi sopracitati, ma riescono a inserirsi abbastanza bene nella storia, anche se la storia dell'incesto non è il massimo; riesce comunque molto bene il modo in cui viene mostrata la loro passione, in cui l'amore non è solo una cosa piacevole, ma un dolore atroce.
Le animazioni invece, lo dico, sono portate al minimo e si vede un tentativo di eliminare più scene possibili per avere quello che io chiamo un risparmio senza eguali; capisco che non abbiano un buon budget, ma potevano impegnarsi di più.
I disegni sono minimalisti, ma sono adatti a questo tipo di anime breve e, secondo il mio modesto parere, rendono un po' più il macabro di questa storia, quel lato misterioso che ci fa sapere solo all'incirca dove la storia sia ambientata. I colori così scuri ma allo stesso tempo sgargianti, invece (almeno a mio parere), sono un piccolo tocco di classe in mezzo a un'opera al limite della decenza, e li ho trovati buoni (naturalmente questo è soggettivo).
Comunque, alla fin fine l'anime mi è relativamente piaciuto, nonostante tutto. Devo dire che quest'opera mi ha fatto quasi pena, perché c'erano le idee per un buon progetto, ma non sono state usate nel migliore dei modi... peccato. Il voto alla fine è un 6, per quel poco d'impegno che ci hanno messo.
P.S. Il manga da cui è tratto invece è una buona opera horror composta da cinque volumi, che riesce a dare un vigore alla trama buttata e insudiciata sfortunatamente dall'anime (naturalmente parliamo di confronti).
La storia tratta di per sé del rapporto tra due fratelli (al limite dell'incesto, sfortunatamente) e della divisione tra i due causata dalla trasformazione della sorella in un mostro mangia-uomini causata da quello che durante la storia verrà denominato virus "Pupa". La storia verrà narrata come un viaggio, come una saga, e qua sarà anche la nota dolente: in effetti la trama non è male, anzi, per i patiti dell'horror e dello splatter è un'ottima trama, il problema però sarà che in dodici episodi da quattro minuti ciascuno non puoi ricavare molto. In quattro minuti verrà concentrata a tal punto tanta roba, che non c'è il tempo di approfondire i personaggi per bene e con calma. Non si avrà tempo di provare disgusto o paura e non avrai nemmeno il tempo di provare suspense, il tutto è trattato con tale velocità che i misteri disseminati per la serie non riusciranno a coinvolgere abbastanza bene lo spettatore.
I personaggi sono poco approfonditi per i motivi sopracitati, ma riescono a inserirsi abbastanza bene nella storia, anche se la storia dell'incesto non è il massimo; riesce comunque molto bene il modo in cui viene mostrata la loro passione, in cui l'amore non è solo una cosa piacevole, ma un dolore atroce.
Le animazioni invece, lo dico, sono portate al minimo e si vede un tentativo di eliminare più scene possibili per avere quello che io chiamo un risparmio senza eguali; capisco che non abbiano un buon budget, ma potevano impegnarsi di più.
I disegni sono minimalisti, ma sono adatti a questo tipo di anime breve e, secondo il mio modesto parere, rendono un po' più il macabro di questa storia, quel lato misterioso che ci fa sapere solo all'incirca dove la storia sia ambientata. I colori così scuri ma allo stesso tempo sgargianti, invece (almeno a mio parere), sono un piccolo tocco di classe in mezzo a un'opera al limite della decenza, e li ho trovati buoni (naturalmente questo è soggettivo).
Comunque, alla fin fine l'anime mi è relativamente piaciuto, nonostante tutto. Devo dire che quest'opera mi ha fatto quasi pena, perché c'erano le idee per un buon progetto, ma non sono state usate nel migliore dei modi... peccato. Il voto alla fine è un 6, per quel poco d'impegno che ci hanno messo.
P.S. Il manga da cui è tratto invece è una buona opera horror composta da cinque volumi, che riesce a dare un vigore alla trama buttata e insudiciata sfortunatamente dall'anime (naturalmente parliamo di confronti).
Se dovessimo stilare una classifica degli anime peggiori di tutti i tempi, "Pupa" ne farebbe certamente parte. La trasmissione di questo splatter, inizialmente molto atteso dal pubblico, fu rinviata più volte per diversi motivi, tuttavia, considerando ciò che ne è uscito, non sarebbe stato così male rinunciare al progetto.
Questo "capolavoro" di dodici episodi da quattro minuti ciascuno ci presenta le vicende di Yume e di suo fratello Utsutsu, entrambi affetti da un virus denominato pupa. Proprio a causa di questo virus, la sorella si trasformerà in un mostro mangia-uomini a discapito del fratello. Il suo adorato fratello, infatti, affetto da una forma più lieve della malattia, risulterà possedere delle elevate capacità di guarigione, e per questo motivo si offrirà più volte come pasto alla sorella.
Nel corso della storia, i protagonisti e i pochi personaggi presenti attorno a loro incapperanno in una serie di situazioni prive di ogni logica, il cui unico scopo sarà mostrare corpi dilaniati, fiumi di sangue e come contorno qualche pizzico di fanservice.
Com'era prevedibile, la scarsissima durata degli episodi ha reso impossibile un curato approfondimento dei personaggi. Nel complesso, infatti, vengono trattati in modo molto superficiale. Trovare un personaggio decente in questa serie è molto complicato, se non impossibile, tuttavia possiamo individuare facilmente il peggiore, ovvero Yume. Questa ragazza passerà gran parte del suo tempo a divorare il suo dolcissimo fratello, continuando a ripetere come un disco la parola "Onii-chan", tanto da dar l'impressione di non conoscere altri termini tra tutte quelle esistenti nel vocabolario giapponese.
Le sigle non sono nulla di speciale, ma perlomeno riescono a far tirare un sospiro di sollievo alla fine di ogni episodio.
Al di là di tutti questi difetti, c'è qualcosa di positivo che permetta di alzare almeno un po' il valore di questa serie? Fortunatamente sì, e questo aspetto positivo è rappresentato dalla grafica. Realizzare gli sfondi simili a dei dipinti è stata una scelta molto azzardata, ma ha fatto il suo bell'effetto. Anche lo stile di disegno dei personaggi non è per niente male, ma è un vero peccato che questi particolari siano stati sprecati per una serie del genere.
Nonostante la grafica sia di un buon livello, il mio voto non può essere superiore a 3, in quanto non può contrastare la mediocrità della trama e dei personaggi. Trattandosi di brevi episodi, il tempo richiesto per la visione dell'intera serie è di circa quarantacinque minuti, ma per il vostro bene ve lo sconsiglio ugualmente.
Questo "capolavoro" di dodici episodi da quattro minuti ciascuno ci presenta le vicende di Yume e di suo fratello Utsutsu, entrambi affetti da un virus denominato pupa. Proprio a causa di questo virus, la sorella si trasformerà in un mostro mangia-uomini a discapito del fratello. Il suo adorato fratello, infatti, affetto da una forma più lieve della malattia, risulterà possedere delle elevate capacità di guarigione, e per questo motivo si offrirà più volte come pasto alla sorella.
Nel corso della storia, i protagonisti e i pochi personaggi presenti attorno a loro incapperanno in una serie di situazioni prive di ogni logica, il cui unico scopo sarà mostrare corpi dilaniati, fiumi di sangue e come contorno qualche pizzico di fanservice.
Com'era prevedibile, la scarsissima durata degli episodi ha reso impossibile un curato approfondimento dei personaggi. Nel complesso, infatti, vengono trattati in modo molto superficiale. Trovare un personaggio decente in questa serie è molto complicato, se non impossibile, tuttavia possiamo individuare facilmente il peggiore, ovvero Yume. Questa ragazza passerà gran parte del suo tempo a divorare il suo dolcissimo fratello, continuando a ripetere come un disco la parola "Onii-chan", tanto da dar l'impressione di non conoscere altri termini tra tutte quelle esistenti nel vocabolario giapponese.
Le sigle non sono nulla di speciale, ma perlomeno riescono a far tirare un sospiro di sollievo alla fine di ogni episodio.
Al di là di tutti questi difetti, c'è qualcosa di positivo che permetta di alzare almeno un po' il valore di questa serie? Fortunatamente sì, e questo aspetto positivo è rappresentato dalla grafica. Realizzare gli sfondi simili a dei dipinti è stata una scelta molto azzardata, ma ha fatto il suo bell'effetto. Anche lo stile di disegno dei personaggi non è per niente male, ma è un vero peccato che questi particolari siano stati sprecati per una serie del genere.
Nonostante la grafica sia di un buon livello, il mio voto non può essere superiore a 3, in quanto non può contrastare la mediocrità della trama e dei personaggi. Trattandosi di brevi episodi, il tempo richiesto per la visione dell'intera serie è di circa quarantacinque minuti, ma per il vostro bene ve lo sconsiglio ugualmente.
"Pupa" è un'anime del 2014 composto da dodici episodi della durata di quattro minuti l'uno (compresa sigla iniziale e finale).
Incuriosito dalle molte recensioni estremamente negative ricevute da quest'anime, ho intrapreso la difficile decisione di visionarlo, giusto per capire quali potessero essere le cause di tanto scalpore.
Di lati positivi purtroppo non ne ho visti molti, ma la cosa che più di tutte non riesco a concepire è come possa venire l'idea di trasporre un manga, per quanto breve, in puntate così brevi; il risultato disastroso è assicurato al 99%, e anche se non ho mai letto il manga da cui è tratta quest'opera sono sicuro che non possa essere così orribile, al di là del fatto che tutti ne parlino relativamente bene.
La trama in breve è questa: i fratelli Utsutsu e Yume Hasegawa, nonostante un passato difficile, conducono una vita apparentemente normale. Un giorno vengono infettati da un virus e Yume si trasforma in un mostro orribile assetato di carne umana a tal punto da divorare suo fratello; Utsutsu da parte sua acquisisce un potere rigenerativo che gli permette di ricomporsi anche quando viene fatto in mille pezzi. Come prevedibile non mancheranno le organizzazioni che cercheranno di studiare i due fratelli per i loro scopi personali o per il bene dell'umanità.
Tecnicamente ho trovato abbastanza carino il character design, ma per quanto riguarda gli sfondi è stata presa una scelta che non mi è affatto piaciuta. Per quanto riguarda il comparto sonoro, la sua competenza si limita praticamente alle due sigle, che sicuramente non rimarranno impresse nella mente dello spettatore.
Registicamente ci sono buchi da tutte le parti, ed è incredibile la scelta di riciclare delle scene in un anime che durerà nel complesso trenta minuti.
In conclusione, dopo aver visionato con grande fatica queste dodici puntate, posso finalmente capire tutte queste recensioni negative, ed appoggiarle pienamente. Non perdete tempo nella visione "Pupa".
Incuriosito dalle molte recensioni estremamente negative ricevute da quest'anime, ho intrapreso la difficile decisione di visionarlo, giusto per capire quali potessero essere le cause di tanto scalpore.
Di lati positivi purtroppo non ne ho visti molti, ma la cosa che più di tutte non riesco a concepire è come possa venire l'idea di trasporre un manga, per quanto breve, in puntate così brevi; il risultato disastroso è assicurato al 99%, e anche se non ho mai letto il manga da cui è tratta quest'opera sono sicuro che non possa essere così orribile, al di là del fatto che tutti ne parlino relativamente bene.
La trama in breve è questa: i fratelli Utsutsu e Yume Hasegawa, nonostante un passato difficile, conducono una vita apparentemente normale. Un giorno vengono infettati da un virus e Yume si trasforma in un mostro orribile assetato di carne umana a tal punto da divorare suo fratello; Utsutsu da parte sua acquisisce un potere rigenerativo che gli permette di ricomporsi anche quando viene fatto in mille pezzi. Come prevedibile non mancheranno le organizzazioni che cercheranno di studiare i due fratelli per i loro scopi personali o per il bene dell'umanità.
Tecnicamente ho trovato abbastanza carino il character design, ma per quanto riguarda gli sfondi è stata presa una scelta che non mi è affatto piaciuta. Per quanto riguarda il comparto sonoro, la sua competenza si limita praticamente alle due sigle, che sicuramente non rimarranno impresse nella mente dello spettatore.
Registicamente ci sono buchi da tutte le parti, ed è incredibile la scelta di riciclare delle scene in un anime che durerà nel complesso trenta minuti.
In conclusione, dopo aver visionato con grande fatica queste dodici puntate, posso finalmente capire tutte queste recensioni negative, ed appoggiarle pienamente. Non perdete tempo nella visione "Pupa".
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>
Eccomi qui per una recensione non tanto positiva, ma a volte bisogna parlare anche di ciò che non piace... E non è che questo anime, "Pupa", non mi piace (anzi, non ci piace), è più che altro un WTF completo! Adesso capirete perché.
"Pupa" è un anime del 2014, composto da dodici episodi, di genere demoni, horror, soprannaturale, mistero, scolastico e splatter. Si tratta dell'adattamento dell'omonimo manga, concluso nel 2013, di Sayaka Mogi, da parte dello Studio Deen.
Bene, fatta questa premessa, posso subito partire aggiungendo un dettaglio in più, che ho volutamente tralasciato... Il manga è composto da cinque volumi classici e un anime da dodici episodi è più che adatto a raccontarne la storia, mostrando anche le varie sfaccettature. Sì, dodici episodi erano più che adatti... ma episodi classici di venti minuti circa e non da cinque minuti (di cui uno occupato tutto dalla opening ed ending). Questa cosa già lascia capire quanto qualcosa non quadra in questo anime, ma andiamo per gradi.
Parliamo un attimo di ciò che ho apprezzato, cioè la tecnica di colorazione del disegno e degli sfondi: sembra quasi di vedere prendere vita una tavola disegnata con gli acquerelli e pastelli. L'ho considerato un aspetto molto positivo ma assolutamente sprecato (mentre gli effetti aggiunti con la CGI e le animazioni sono spesso un pugno nell'occhio e ridotti all'osso).
Così come ho apprezzato l'idea della trama: due fratelli rimasti soli, ognuno che si è sempre appoggiato sulle spalle dell'altro per andare avanti (dopo aver sopportato una vita piena di violenze da parte del padre), si ritrovano in questa terribile situazione. Yume diventa una creatura affamata di carne umana, la sua fame è inarrestabile e non può fare a meno di uccidere, e quindi, per salvarla e impedirle di uccidere gente innocente, Utsutsu le offrirà il proprio corpo per sfamarla, per poi scoprire che è capace di rigenerarlo. Anche lui, perciò, è stato infettato da una variante del misterioso virus.
Le tematiche, almeno quelle legate al manga (che non ho letto), sono molto forti, cruente, ricche di splatter e psicologia. L'anime era pieno di grandi aspettative, poi totalmente distrutte. Totalmente!
Tralasciando, per il momento, come la trama è stata sviluppata (e mi chiedo se è possibile sviluppare un trama del genere con meno di quattro minuti per episodio), passiamo al lato splatter e cruento. Ci ritroviamo lei che al posto della carne e degli organi si mangia la cacca, perché, non so voi, ma da come è stata realizzata a me sembra tutto tranne che carne cruda. Oltre ciò ci sono le pesanti censure del cavolo che possono arrivare a oscurare intere scene. Ma se poi riuscite a recuperare gli episodi non censurati magari vorrete presto ritornare sui vostri passi.
Scene come quella che lei, per un episodio intero, divora lentamente suo fratello, vi faranno accapponare la pelle e ridere di gusto. Non dimenticherò mai le urla di dolore di lui, più simili a godimento sessuale, e la soddisfazione di lei che se lo divora pezzo per pezzo, in gloriosa estasi... Sì, è tutto molto perverso, ma, credetemi, è la scena che non vi aspettate: volevano creare un momento drammatico, splatter e puramente horror, ma hanno ottenuto solo un insieme di doppi sensi non tanto consoni, sangue e carne di color tendente al marrone (cacca?!) e situazioni demenziali (tipo lui che trova kawaii il visetto della sorellina sporco di sangue color marrone e segnato dall'espressione di post orgasmo).
Poi, come è possibile dimenticarsi dei vari flashback ed elucubrazioni mentali raccontati tramite degli orsacchiotti? Tentativo, altamente vano, di voler rendere più metaforiche alcune scene drammatiche. A me facevano morire dal ridere, oltre a essere totalmente fuori posto in un anime del genere (ma in realtà è l'intero anime a essere fuori posto).
Infine, passiamo al resto della trama, con le sue scene inserite a caso: tipo la scienziata pazza che si fa mettere in grembo l'ovulo di Yume fecondato dal fratello con la speranza di partorire un piccolo essere mutante mangia-uomini (senza dimenticare il collaboratore di questa pazza che vuole toccarle le tette), gli scienziati che per il bene dell'umanità vivisezionano il caro fratello masochista lasciando la povera Yume semplicemente legata a una sedia a udire le urla di dolore (credo che potete immaginare che accadrà poi, no? In parte sì, ma qualcosa tradirà le vostre aspettative, aggiungendo la ciliegina sulla torta della demenza) e poi il passato dei due fratelli. Si scopre che Yume già da piccola aveva dimostrato di essere anormale, ma la cosa viene lasciata morire così, senza spiegazioni o un perché.
Diciamo che possiamo anche concludere qui. Non voglio impedirvi di scoprire da soli questa perla del trash nel mondo degli anime. Vi consiglio di guardarlo, soprattutto se siete increduli su quello che vi ho detto; vi occuperà soltanto quaranta minuti circa. Buona visione!
Eccomi qui per una recensione non tanto positiva, ma a volte bisogna parlare anche di ciò che non piace... E non è che questo anime, "Pupa", non mi piace (anzi, non ci piace), è più che altro un WTF completo! Adesso capirete perché.
"Pupa" è un anime del 2014, composto da dodici episodi, di genere demoni, horror, soprannaturale, mistero, scolastico e splatter. Si tratta dell'adattamento dell'omonimo manga, concluso nel 2013, di Sayaka Mogi, da parte dello Studio Deen.
Bene, fatta questa premessa, posso subito partire aggiungendo un dettaglio in più, che ho volutamente tralasciato... Il manga è composto da cinque volumi classici e un anime da dodici episodi è più che adatto a raccontarne la storia, mostrando anche le varie sfaccettature. Sì, dodici episodi erano più che adatti... ma episodi classici di venti minuti circa e non da cinque minuti (di cui uno occupato tutto dalla opening ed ending). Questa cosa già lascia capire quanto qualcosa non quadra in questo anime, ma andiamo per gradi.
Parliamo un attimo di ciò che ho apprezzato, cioè la tecnica di colorazione del disegno e degli sfondi: sembra quasi di vedere prendere vita una tavola disegnata con gli acquerelli e pastelli. L'ho considerato un aspetto molto positivo ma assolutamente sprecato (mentre gli effetti aggiunti con la CGI e le animazioni sono spesso un pugno nell'occhio e ridotti all'osso).
Così come ho apprezzato l'idea della trama: due fratelli rimasti soli, ognuno che si è sempre appoggiato sulle spalle dell'altro per andare avanti (dopo aver sopportato una vita piena di violenze da parte del padre), si ritrovano in questa terribile situazione. Yume diventa una creatura affamata di carne umana, la sua fame è inarrestabile e non può fare a meno di uccidere, e quindi, per salvarla e impedirle di uccidere gente innocente, Utsutsu le offrirà il proprio corpo per sfamarla, per poi scoprire che è capace di rigenerarlo. Anche lui, perciò, è stato infettato da una variante del misterioso virus.
Le tematiche, almeno quelle legate al manga (che non ho letto), sono molto forti, cruente, ricche di splatter e psicologia. L'anime era pieno di grandi aspettative, poi totalmente distrutte. Totalmente!
Tralasciando, per il momento, come la trama è stata sviluppata (e mi chiedo se è possibile sviluppare un trama del genere con meno di quattro minuti per episodio), passiamo al lato splatter e cruento. Ci ritroviamo lei che al posto della carne e degli organi si mangia la cacca, perché, non so voi, ma da come è stata realizzata a me sembra tutto tranne che carne cruda. Oltre ciò ci sono le pesanti censure del cavolo che possono arrivare a oscurare intere scene. Ma se poi riuscite a recuperare gli episodi non censurati magari vorrete presto ritornare sui vostri passi.
Scene come quella che lei, per un episodio intero, divora lentamente suo fratello, vi faranno accapponare la pelle e ridere di gusto. Non dimenticherò mai le urla di dolore di lui, più simili a godimento sessuale, e la soddisfazione di lei che se lo divora pezzo per pezzo, in gloriosa estasi... Sì, è tutto molto perverso, ma, credetemi, è la scena che non vi aspettate: volevano creare un momento drammatico, splatter e puramente horror, ma hanno ottenuto solo un insieme di doppi sensi non tanto consoni, sangue e carne di color tendente al marrone (cacca?!) e situazioni demenziali (tipo lui che trova kawaii il visetto della sorellina sporco di sangue color marrone e segnato dall'espressione di post orgasmo).
Poi, come è possibile dimenticarsi dei vari flashback ed elucubrazioni mentali raccontati tramite degli orsacchiotti? Tentativo, altamente vano, di voler rendere più metaforiche alcune scene drammatiche. A me facevano morire dal ridere, oltre a essere totalmente fuori posto in un anime del genere (ma in realtà è l'intero anime a essere fuori posto).
Infine, passiamo al resto della trama, con le sue scene inserite a caso: tipo la scienziata pazza che si fa mettere in grembo l'ovulo di Yume fecondato dal fratello con la speranza di partorire un piccolo essere mutante mangia-uomini (senza dimenticare il collaboratore di questa pazza che vuole toccarle le tette), gli scienziati che per il bene dell'umanità vivisezionano il caro fratello masochista lasciando la povera Yume semplicemente legata a una sedia a udire le urla di dolore (credo che potete immaginare che accadrà poi, no? In parte sì, ma qualcosa tradirà le vostre aspettative, aggiungendo la ciliegina sulla torta della demenza) e poi il passato dei due fratelli. Si scopre che Yume già da piccola aveva dimostrato di essere anormale, ma la cosa viene lasciata morire così, senza spiegazioni o un perché.
Diciamo che possiamo anche concludere qui. Non voglio impedirvi di scoprire da soli questa perla del trash nel mondo degli anime. Vi consiglio di guardarlo, soprattutto se siete increduli su quello che vi ho detto; vi occuperà soltanto quaranta minuti circa. Buona visione!
Della serie "breve ma intenso"!
Non ha una vera e propria trama, o meglio ce l'ha, ma non è granché sviluppata, vista anche la durata della serie. Le immagini e l'animazione sono poco curate, credo appositamente, perché la scarsa qualità e i disegni bruttini aiutano a rendere il tutto più "cattivo", diretto e cruento: ogni scena è un pugno nell'occhio. Geniale invece l'idea degli orsacchiotti!
Mi è piaciuto molto il fatto che non si dilunghi troppo, inserendo scene/aneddoti/episodi filler solo per allungare il brodo, però potevano inventarci dietro una storia ancora più accattivante. L'opening è azzeccatissima, e ti inserisce subito nel clima cupo e "spaventoso" della storia. Falle ce ne sono, e nemmeno poche, ma nel complesso (ero partito con l'idea che facesse veramente schifo) sono rimasto piacevolmente colpito.
Non ha una vera e propria trama, o meglio ce l'ha, ma non è granché sviluppata, vista anche la durata della serie. Le immagini e l'animazione sono poco curate, credo appositamente, perché la scarsa qualità e i disegni bruttini aiutano a rendere il tutto più "cattivo", diretto e cruento: ogni scena è un pugno nell'occhio. Geniale invece l'idea degli orsacchiotti!
Mi è piaciuto molto il fatto che non si dilunghi troppo, inserendo scene/aneddoti/episodi filler solo per allungare il brodo, però potevano inventarci dietro una storia ancora più accattivante. L'opening è azzeccatissima, e ti inserisce subito nel clima cupo e "spaventoso" della storia. Falle ce ne sono, e nemmeno poche, ma nel complesso (ero partito con l'idea che facesse veramente schifo) sono rimasto piacevolmente colpito.
"Pupa" è una serie TV del 2014, adattamento animato dell'omonimo manga scritto e disegnato da Sayaka Motegi.
I protagonisti della vicenda sono i due fratelli Utsutsu e Yume Hasegawa, i quali, dopo aver vissuto un'infanzia difficile a causa della violenza del padre e dell'abbandono della madre, vivono soli, ma contenti di poter stare assieme il più possibile. Un giorno, mentre si trova in un parco, Yume si trasforma inspiegabilmente in un grottesco mostro antropofago. A farne le spese sarà anche lo stesso Utsutsu, mentre cerca disperatamente di far tornare in sé l'amata sorellina. Mentre si trova in una struttura di ricerca, in cui un'équipe di medici si accinge a studiarne il corpo, l'apparentemente morto Utsutsu rinviene, dimostrando di avere delle incredibili capacità rigenerative. Una misteriosa donna in nero, Maria, la cui caratteristica più evidente non è tanto il volto sfregiato quanto la straordinaria mancanza di tatto, rivela allo sconvolto giovane che sia lui che Yume hanno contratto il virus Pupa. Per evitare che l'insaziabile Yume compia nuovamente una strage, Utsutsu le offrirà il proprio corpo come pasto. Entrambi attireranno anche l'attenzione di una società farmaceutica di dubbia moralità.
<b>Attenzione: la seguente parte contiene spoiler e deliri vari</b>
Durante la visione di quest'anime, un solo pensiero occupava costantemente e prepotentemente il mio cervello: "Cosa diavolo sto guardando?" Non so perché ho deciso di vederlo, nonostante avessi letto le numerose critiche negative. Molto probabilmente perché, come disse un mio conoscente (un certo B*ll), in quel momento ero "proprio io, all'apice del mio masochismo".
Siamo chiari, l'idea di base aveva un gran potenziale e avrebbe potuto portare alla realizzazione di un'opera molto interessante, specialmente se, al posto di dodici mini-stramaledetti episodi (neanche una manciata di minuti ciascuno), avessero fatto ricorso a quelli di durata canonica: le prime indiscrezioni promettevano un po' di sana violenza splatterosa, un intenso e drammatico legame tra fratello e sorella, e dei misteri di cui si è naturalmente portati a bramare la soluzione (origine del virus Pupa, vere motivazioni di Maria, ecc.).
Il problema principale è dovuto essenzialmente alla suddetta estrema brevità delle puntate (circa quattro minuti ciascuna), ulteriormente accorciate dalla presenza di sigle di apertura e chiusura. In ogni singolo episodio, la storia si sviluppa in maniera piuttosto lineare, per quanto vagamente oscura, ma la situazione precipita nel passaggio tra un capitolo e l'altro: spesso e volentieri si incappa in veri e propri buchi nella trama, con i personaggi che si ritrovano in situazioni completamente diverse da quelle mostrate in precedenza, senza alcuna spiegazione su cosa sia accaduto. Questo aspetto è particolarmente evidente quando, ad esempio, Utsutsu si ritrova libero, dopo essere stato catturato e torturato da alcuni medici, senza spiegare come abbia fatto a uccidere questi ultimi.
Piuttosto snervante è anche il ricorso a scene piuttosto lunghe (relativamente alla durata complessiva dell'anime) in cui si assiste unicamente a un'affamata Yume che strappa brandelli di carne al suo adorato onii-chan, ripetendo a sé stessa quanto le dispiaccia, ma anche che la fame vince su tutto, amore fraterno compreso. Inoltre, le (per fortuna) poche scenette che dovrebbero risultare comiche sono, in realtà, fuori luogo e niente affatto divertenti.
Le sequenze oniriche, che mostrano il tormento interiore di Yume, combattuta tra la propria umanità e i nuovi istinti mostruosi, avrebbero potuto essere più suggestive e paurose, magari con un'atmosfera più cupa e una colonna sonora più adatta. Gli orsetti di peluche deformi e zannuti sono, invece, inquietanti al punto giusto. Anche i flashback sono piuttosto interessanti, se non fosse che non fanno altro che aumentare i dubbi dello spettatore e a incrementarne la confusione nei confronti di una trama che spiega ben poco di quello che succede.
La preannunciata iperviolenza è sì presente, ma non è niente di eccezionale, in quanto censurata con sapienti inquadrature che nascondono i momenti più cruenti; inoltre è anche poco dettagliata, spesso confusa e celata dal sangue che scorre copioso, occupando tutto lo schermo.
Anche dal punto di vista tecnico, "Pupa" mostra subito i propri limiti: le animazioni sono alquanto scarse, sia qualitativamente che quantitativamente, e la colonna sonora è poco incisiva o totalmente inadatta (vedi i "banchetti" di Yume, accompagnati da una musichetta insolitamente allegra, quasi stesse prendendo un confortevole tè), mentre l'opening e l'ending sono piuttosto carine.
Gli sfondi, realizzati con la tecnica dell'acquerello, sono poco curati e di una piattezza rara, tant'è che i personaggi sembrano muoversi su un palco, con alle spalle delle quinte sceniche. L'interazione con le superfici di calpestio (terreno o pavimenti) sono davvero imbarazzanti, al punto che, nonostante i protagonisti vi proiettino delle ombre, sembrano comunque sospesi, come se camminassero in aria.
Il design dei personaggi non è male, seppur piuttosto semplice, sicuramente migliore di tanti altri.
Con così poco spazio a disposizione, ne risente l'approfondimento psicologico dei personaggi (è praticamente assente), che non riescono a esprimersi appieno. L'unica psiche ad essere un tantino più esplorata è quella della sorellina cannibale, ma siamo comunque a livelli piuttosto superficiali. Questo mi ha reso impossibile affezionarmi a uno qualsiasi dei protagonisti o anche solo provare empatia per i fratelli Hasegawa e le loro tragiche sofferenze: entrambi risultano fastidiosi, sia Yume, con i suoi esasperanti e ripetuti "onii-chan! onii-chan!", sia Utsutsu, con il suo comportamento iperprotettivo, ma a tratti aggressivo come quello dell'odiato genitore, e il suo masochismo represso (mica tanto, se arriva a dire di amare l'espressione che fa sua sorella mentre lo divora pezzo per pezzo).
"Pupa" sarebbe potuto essere un anime, se non bello, almeno gradevole e anche abbastanza inquietante, invece si conclude in un nulla di fatto: tralasciando i difetti di regia, la serie pone un gran numero di interrogativi a cui non viene data risposta, aumentando notevolmente lo sconforto alla fine della visione dei dodici episodi. A questo proposito, merita una menzione di disonore il più che inutile dodicesimo episodio, realizzato con una grafica completamente diversa da quella delle precedenti puntate e un tono dannatamente allegro e spensierato. Collocato dopo un inconcludente episodio finale (l'undicesimo), questo spreco di tempo ha il solo scopo di mostrare come Yume ha ottenuto il suo grazioso fermacapelli e di dimostrare che Utsutsu è un campione di sfiga.
Ho deciso di metter un generoso 4 grazie all'idea di partenza niente male e grazie al fatto che, adesso, sono ansioso di mettere le mani sul manga, nella speranza di dissolvere i dubbi e le curiosità che mi pervadono la mente.
I protagonisti della vicenda sono i due fratelli Utsutsu e Yume Hasegawa, i quali, dopo aver vissuto un'infanzia difficile a causa della violenza del padre e dell'abbandono della madre, vivono soli, ma contenti di poter stare assieme il più possibile. Un giorno, mentre si trova in un parco, Yume si trasforma inspiegabilmente in un grottesco mostro antropofago. A farne le spese sarà anche lo stesso Utsutsu, mentre cerca disperatamente di far tornare in sé l'amata sorellina. Mentre si trova in una struttura di ricerca, in cui un'équipe di medici si accinge a studiarne il corpo, l'apparentemente morto Utsutsu rinviene, dimostrando di avere delle incredibili capacità rigenerative. Una misteriosa donna in nero, Maria, la cui caratteristica più evidente non è tanto il volto sfregiato quanto la straordinaria mancanza di tatto, rivela allo sconvolto giovane che sia lui che Yume hanno contratto il virus Pupa. Per evitare che l'insaziabile Yume compia nuovamente una strage, Utsutsu le offrirà il proprio corpo come pasto. Entrambi attireranno anche l'attenzione di una società farmaceutica di dubbia moralità.
<b>Attenzione: la seguente parte contiene spoiler e deliri vari</b>
Durante la visione di quest'anime, un solo pensiero occupava costantemente e prepotentemente il mio cervello: "Cosa diavolo sto guardando?" Non so perché ho deciso di vederlo, nonostante avessi letto le numerose critiche negative. Molto probabilmente perché, come disse un mio conoscente (un certo B*ll), in quel momento ero "proprio io, all'apice del mio masochismo".
Siamo chiari, l'idea di base aveva un gran potenziale e avrebbe potuto portare alla realizzazione di un'opera molto interessante, specialmente se, al posto di dodici mini-stramaledetti episodi (neanche una manciata di minuti ciascuno), avessero fatto ricorso a quelli di durata canonica: le prime indiscrezioni promettevano un po' di sana violenza splatterosa, un intenso e drammatico legame tra fratello e sorella, e dei misteri di cui si è naturalmente portati a bramare la soluzione (origine del virus Pupa, vere motivazioni di Maria, ecc.).
Il problema principale è dovuto essenzialmente alla suddetta estrema brevità delle puntate (circa quattro minuti ciascuna), ulteriormente accorciate dalla presenza di sigle di apertura e chiusura. In ogni singolo episodio, la storia si sviluppa in maniera piuttosto lineare, per quanto vagamente oscura, ma la situazione precipita nel passaggio tra un capitolo e l'altro: spesso e volentieri si incappa in veri e propri buchi nella trama, con i personaggi che si ritrovano in situazioni completamente diverse da quelle mostrate in precedenza, senza alcuna spiegazione su cosa sia accaduto. Questo aspetto è particolarmente evidente quando, ad esempio, Utsutsu si ritrova libero, dopo essere stato catturato e torturato da alcuni medici, senza spiegare come abbia fatto a uccidere questi ultimi.
Piuttosto snervante è anche il ricorso a scene piuttosto lunghe (relativamente alla durata complessiva dell'anime) in cui si assiste unicamente a un'affamata Yume che strappa brandelli di carne al suo adorato onii-chan, ripetendo a sé stessa quanto le dispiaccia, ma anche che la fame vince su tutto, amore fraterno compreso. Inoltre, le (per fortuna) poche scenette che dovrebbero risultare comiche sono, in realtà, fuori luogo e niente affatto divertenti.
Le sequenze oniriche, che mostrano il tormento interiore di Yume, combattuta tra la propria umanità e i nuovi istinti mostruosi, avrebbero potuto essere più suggestive e paurose, magari con un'atmosfera più cupa e una colonna sonora più adatta. Gli orsetti di peluche deformi e zannuti sono, invece, inquietanti al punto giusto. Anche i flashback sono piuttosto interessanti, se non fosse che non fanno altro che aumentare i dubbi dello spettatore e a incrementarne la confusione nei confronti di una trama che spiega ben poco di quello che succede.
La preannunciata iperviolenza è sì presente, ma non è niente di eccezionale, in quanto censurata con sapienti inquadrature che nascondono i momenti più cruenti; inoltre è anche poco dettagliata, spesso confusa e celata dal sangue che scorre copioso, occupando tutto lo schermo.
Anche dal punto di vista tecnico, "Pupa" mostra subito i propri limiti: le animazioni sono alquanto scarse, sia qualitativamente che quantitativamente, e la colonna sonora è poco incisiva o totalmente inadatta (vedi i "banchetti" di Yume, accompagnati da una musichetta insolitamente allegra, quasi stesse prendendo un confortevole tè), mentre l'opening e l'ending sono piuttosto carine.
Gli sfondi, realizzati con la tecnica dell'acquerello, sono poco curati e di una piattezza rara, tant'è che i personaggi sembrano muoversi su un palco, con alle spalle delle quinte sceniche. L'interazione con le superfici di calpestio (terreno o pavimenti) sono davvero imbarazzanti, al punto che, nonostante i protagonisti vi proiettino delle ombre, sembrano comunque sospesi, come se camminassero in aria.
Il design dei personaggi non è male, seppur piuttosto semplice, sicuramente migliore di tanti altri.
Con così poco spazio a disposizione, ne risente l'approfondimento psicologico dei personaggi (è praticamente assente), che non riescono a esprimersi appieno. L'unica psiche ad essere un tantino più esplorata è quella della sorellina cannibale, ma siamo comunque a livelli piuttosto superficiali. Questo mi ha reso impossibile affezionarmi a uno qualsiasi dei protagonisti o anche solo provare empatia per i fratelli Hasegawa e le loro tragiche sofferenze: entrambi risultano fastidiosi, sia Yume, con i suoi esasperanti e ripetuti "onii-chan! onii-chan!", sia Utsutsu, con il suo comportamento iperprotettivo, ma a tratti aggressivo come quello dell'odiato genitore, e il suo masochismo represso (mica tanto, se arriva a dire di amare l'espressione che fa sua sorella mentre lo divora pezzo per pezzo).
"Pupa" sarebbe potuto essere un anime, se non bello, almeno gradevole e anche abbastanza inquietante, invece si conclude in un nulla di fatto: tralasciando i difetti di regia, la serie pone un gran numero di interrogativi a cui non viene data risposta, aumentando notevolmente lo sconforto alla fine della visione dei dodici episodi. A questo proposito, merita una menzione di disonore il più che inutile dodicesimo episodio, realizzato con una grafica completamente diversa da quella delle precedenti puntate e un tono dannatamente allegro e spensierato. Collocato dopo un inconcludente episodio finale (l'undicesimo), questo spreco di tempo ha il solo scopo di mostrare come Yume ha ottenuto il suo grazioso fermacapelli e di dimostrare che Utsutsu è un campione di sfiga.
Ho deciso di metter un generoso 4 grazie all'idea di partenza niente male e grazie al fatto che, adesso, sono ansioso di mettere le mani sul manga, nella speranza di dissolvere i dubbi e le curiosità che mi pervadono la mente.
Non si può negare che le aspettative attorno all'adattamento animato del manga Pupa, pubblicato fra il 2011 e il 2013 sulla rivista Comic Earth Star, fossero molto alte: la trama a base di cannibalismo e splatter lasciava supporre un horror crudo e sanguinario, in cui il rapporto affettivo tra un fratello e una sorella vittime in passato di abusi da parte del padre veniva messo a dura prova dalla mostruosa natura di lei, mangiatrice di carne umana. Purtroppo le cose non vanno come previsto, prima a causa dello slittamento della messa in onda dalla stagione invernale del 2013 al gennaio del 2014, poi con la notizia che i dodici episodi sarebbero stati dei corti di quatro minuti soltanto. Quattro minuti! Anzi, due e mezzo, considerando che da quella durata vanno tolte opening ed ending. Quando poi avviene la messa in onda effettiva, la presenza delle censure grafiche, in un anime che è occupato per la maggior parte da scene sanguinolente e da viscere e carne umana in bella mostra, e il modo in cui è gestita la sceneggiatura, danno il colpo di grazia a quello che si rivela essere, invece, una delle più grandi delusioni del 2014.
I protagonisti di questo "capolavoro" sono i fratelli Hasegawa, Utsutsu e Yume, che conducono una vita apparentemente normale, nonostante un passato tutt'altro che roseo, con un padre che li picchiava e una madre che li ha abbandonati per fuggire con un uomo più giovane, almeno fino al giorno in cui Yume non si trasforma in un terrificante mostro che si nutre di carne umana e divora lo stesso Utsutsu. E fin qui nulla di male, potrebbe essere un horror splatter coi controfiocchi, se ci aggiungiamo che sprazzi di ricordi del passato mostrano che Yume dava segni di essere un mostro già da neonata e lasciano intendere che ci sia dietro tutto ciò qualcosa di molto più grande e misterioso, però... salta fuori che Utsutsu è stato infettato dallo stesso virus di Yume, che nel suo caso causa una rapida rigenerazione del corpo e delle parti ferite o addirittura rimosse; il risultato è che da quel momento Utsutsu, per uno sconfinato affetto fraterno, si sacrificherà per la sorellina facendole da pasto quotidiano. Abbastanza perverso, vero? Preferivo di gran lunga quando la sorellina cercava di copulare col fratello e non di mangiarlo, in quel caso almeno c'era la possibilità di vedere un paio di tette o qualche scena ambigua; nel caso di Pupa invece si è condannati a intere scene in cui Yume mangiucchia Utsutsu sdraiato sul letto oppure nella palestra della scuola, e il nostro simpatico e ritardato protagonista arriva ad affermare che gli piace il volto della sorellina cannibale quando ha finito di mangiare. Mah.
Ovviamente, siccome una serie, per quanto sia striminzita la durata dei suoi episodi, non può reggersi su basi così scarne, è necessario introdurre altri filoni narrativi: così ecco spuntare, oltre ai flashback dal passato (sicuramente la parte più interessante della serie), organizzazioni decise a studiare i due fratelli-mostri, scienziate che si fanno ingravidare coi loro gameti per partorire una creatura simile a Yume (perché questa scena mi ha ricordato una cosa simile vista in Game of Thrones?), teppisti sadici che torturano Utsutsu e dottori che lo vivisezionano per il bene della scienza. Il risultato è una sceneggiatura piena di buchi e di passaggi oscuri, che sarebbero stati resi più chiari su schermo da una diversa disposizione degli episodi e degli avvenimenti. Evidentemente, chi ha scritto quest'opera non conosce molte delle regole fondamentali del raccontare e qualcuno avrebbe dovuto insegnargli che le spiegazioni andrebbero messe prima dei fatti di cui dovrebbero spiegare il significato, non dopo! Fastidiosissimo, poi, il contrasto fra la cupezza della storia e alcuni frangenti che vorrebbero invece essere comici (la battuta di Hotoki che chiede scherzosamente a Maria di toccarle una tetta) o teneri e pucciosi (gli orsacchiotti che prendono il posto dei protagonisti e dei loro genitori in alcuni frangenti per spiegare il loro passato, l'intero dodicesimo episodio). A dir la verità anche lo stesso splatter è, in alcuni momenti, eccessivo, immotivato, gratuito, dando l'impressione che l'autore volesse semplicemente realizzare un'opera quanto più sanguinaria, violenta e cruda possibile, anche laddove non ce n'era bisogno, salvo poi inserire nei momenti più inopportuni le suddette cadute comiche o infantili.
La colorazione è molto particolare, sembra fatta a mano con dei pastelli e, nel caso degli sfondi, con degli acquerelli, mentre il character design è abbastanza buono; ad essere deludenti, invece, sono le animazioni, ridotte al minimo e in alcuni punti riciclate più e più volte. Se poi guardiamo alla colonna sonora, si riduce sostanzialmente alle due sigle, per tutta la serie non ci sono brani che colpiscano lo spettatore e rimangano nella memoria. Il doppiaggio è nella norma, per quanto la maggior parte delle volte Yume piagnucoli "Onii-chan" e il fratello in questione urli perché lo stanno sbranando/torturando/vivisezionando. È dura essere un fratello maggiore premuroso, lo so...
C'è qualcosa di buono in Pupa o è tutto da buttare via? Diciamo che è stata una grande occasione sprecata, perché le potenzialità c'erano: un mostro cannibale, un'organizzazione segreta che ne vuole creare altri, i tanti misteri celati nel passato dei due protagonisti erano ingredienti perfetti per una storia horror decente. Sarebbe bastato realizzare episodi della durata di venti minuti l'uno, dare maggior spessore ai personaggi, rendere la sceneggiatura più credibile (quindi via fratelli masochisti che si fanno divorare!) e soprattutto eliminare quei maledettissimi orsacchiotti! Cercate un buon horror altrove, l'unico motivo per cui si potrebbe guardare Pupa è che dura pochissimo (meno di cinquanta minuti complessivi) e offre la possibilità di vedere come non si dovrebbe realizzare un anime.
I protagonisti di questo "capolavoro" sono i fratelli Hasegawa, Utsutsu e Yume, che conducono una vita apparentemente normale, nonostante un passato tutt'altro che roseo, con un padre che li picchiava e una madre che li ha abbandonati per fuggire con un uomo più giovane, almeno fino al giorno in cui Yume non si trasforma in un terrificante mostro che si nutre di carne umana e divora lo stesso Utsutsu. E fin qui nulla di male, potrebbe essere un horror splatter coi controfiocchi, se ci aggiungiamo che sprazzi di ricordi del passato mostrano che Yume dava segni di essere un mostro già da neonata e lasciano intendere che ci sia dietro tutto ciò qualcosa di molto più grande e misterioso, però... salta fuori che Utsutsu è stato infettato dallo stesso virus di Yume, che nel suo caso causa una rapida rigenerazione del corpo e delle parti ferite o addirittura rimosse; il risultato è che da quel momento Utsutsu, per uno sconfinato affetto fraterno, si sacrificherà per la sorellina facendole da pasto quotidiano. Abbastanza perverso, vero? Preferivo di gran lunga quando la sorellina cercava di copulare col fratello e non di mangiarlo, in quel caso almeno c'era la possibilità di vedere un paio di tette o qualche scena ambigua; nel caso di Pupa invece si è condannati a intere scene in cui Yume mangiucchia Utsutsu sdraiato sul letto oppure nella palestra della scuola, e il nostro simpatico e ritardato protagonista arriva ad affermare che gli piace il volto della sorellina cannibale quando ha finito di mangiare. Mah.
Ovviamente, siccome una serie, per quanto sia striminzita la durata dei suoi episodi, non può reggersi su basi così scarne, è necessario introdurre altri filoni narrativi: così ecco spuntare, oltre ai flashback dal passato (sicuramente la parte più interessante della serie), organizzazioni decise a studiare i due fratelli-mostri, scienziate che si fanno ingravidare coi loro gameti per partorire una creatura simile a Yume (perché questa scena mi ha ricordato una cosa simile vista in Game of Thrones?), teppisti sadici che torturano Utsutsu e dottori che lo vivisezionano per il bene della scienza. Il risultato è una sceneggiatura piena di buchi e di passaggi oscuri, che sarebbero stati resi più chiari su schermo da una diversa disposizione degli episodi e degli avvenimenti. Evidentemente, chi ha scritto quest'opera non conosce molte delle regole fondamentali del raccontare e qualcuno avrebbe dovuto insegnargli che le spiegazioni andrebbero messe prima dei fatti di cui dovrebbero spiegare il significato, non dopo! Fastidiosissimo, poi, il contrasto fra la cupezza della storia e alcuni frangenti che vorrebbero invece essere comici (la battuta di Hotoki che chiede scherzosamente a Maria di toccarle una tetta) o teneri e pucciosi (gli orsacchiotti che prendono il posto dei protagonisti e dei loro genitori in alcuni frangenti per spiegare il loro passato, l'intero dodicesimo episodio). A dir la verità anche lo stesso splatter è, in alcuni momenti, eccessivo, immotivato, gratuito, dando l'impressione che l'autore volesse semplicemente realizzare un'opera quanto più sanguinaria, violenta e cruda possibile, anche laddove non ce n'era bisogno, salvo poi inserire nei momenti più inopportuni le suddette cadute comiche o infantili.
La colorazione è molto particolare, sembra fatta a mano con dei pastelli e, nel caso degli sfondi, con degli acquerelli, mentre il character design è abbastanza buono; ad essere deludenti, invece, sono le animazioni, ridotte al minimo e in alcuni punti riciclate più e più volte. Se poi guardiamo alla colonna sonora, si riduce sostanzialmente alle due sigle, per tutta la serie non ci sono brani che colpiscano lo spettatore e rimangano nella memoria. Il doppiaggio è nella norma, per quanto la maggior parte delle volte Yume piagnucoli "Onii-chan" e il fratello in questione urli perché lo stanno sbranando/torturando/vivisezionando. È dura essere un fratello maggiore premuroso, lo so...
C'è qualcosa di buono in Pupa o è tutto da buttare via? Diciamo che è stata una grande occasione sprecata, perché le potenzialità c'erano: un mostro cannibale, un'organizzazione segreta che ne vuole creare altri, i tanti misteri celati nel passato dei due protagonisti erano ingredienti perfetti per una storia horror decente. Sarebbe bastato realizzare episodi della durata di venti minuti l'uno, dare maggior spessore ai personaggi, rendere la sceneggiatura più credibile (quindi via fratelli masochisti che si fanno divorare!) e soprattutto eliminare quei maledettissimi orsacchiotti! Cercate un buon horror altrove, l'unico motivo per cui si potrebbe guardare Pupa è che dura pochissimo (meno di cinquanta minuti complessivi) e offre la possibilità di vedere come non si dovrebbe realizzare un anime.
"Pupa" è una mini-serie di dodici episodi che ci presenta la storia di una coppia fratello-sorella legata da una relazione "piuttosto atipica": a causa di una non meglio precisata malattia, Yume soffre di forti istinti cannibalistici, che la portano in certi casi a trasformarsi letteralmente in un mostro assetato di sangue (anche a dispetto della sua volontà di non comportarsi come tale) e, in risposta a questo, suo fratello Utsutsu si fa… mangiare da lei, evitando in questo modo che la sua furia omicida causi vittime innocenti. Ma non è tutto: oltre a un presente alquanto inquietante, sono molte anche le ferite rimaste insolute dal passato.
Ora, presentata in questo modo, questa serie sembrerebbe potenzialmente molto interessante. In effetti ci sono tanti elementi per costruirci sopra un eccellente racconto horror: misteriosi virus, cannibalismo brutale, ricordi dolorosi…
Appunto, solo potenzialmente. Poiché sono dell'idea che questa nemmeno meriti di essere definita una serie anime. Spero vivamente che nelle intenzioni degli autori ci fosse solo l'idea di fare una sorta di promo in attesa di produrre qualche cosa di serio, perché in caso contrario non riesco a farmi venire in mente un solo motivo per cui questo prodotto sia stato creato.
Già, perché ciò di cui stiamo parlando è composto di dodici episodi che, al netto della sigla, durano la bellezza di tre minuti! Avete letto bene, non manca uno zero. In pratica per un totale di trentasei minuti, ovvero il tempo a disposizione della regia per risolvere la narrazione (la lunghezza di un corto medio), inframmezzati con tanto di mini-opening e mini-ending.
Ora, questo formato già di per sé non fornisce grandi margini di manovra: in pochi minuti bisogna riuscire a incuriosire, appassionare, o almeno far divertire/emozionare lo spettatore. Impresa difficile di suo, e decisamente fallita qui: le singole puntate, infatti, sono oltretutto di una noia mortale, spesso inutilmente lente. In più di un caso, mi sono ritrovato ad andare a vedere quanto tempo mancava alla fine perché non ne potevo più. E non era passato che un minuto e mezzo o due!
Noia, sviluppo sconclusionato della trama, (ovvia) scarsissima caratterizzazione dei personaggi, finale del tutto privo di senso. Stare ad elencare i difetti della regia sarebbe lungo.
Volendo evitare di spenderci troppo tempo dietro, mi limito a dire una cosa: ci tenete a vedere un horror? Piuttosto guardatevi un film americano di 3a scelta. O uno di quelli "so bad is so good". Vale veramente molto più la pena che guardare questa roba.
Ora, presentata in questo modo, questa serie sembrerebbe potenzialmente molto interessante. In effetti ci sono tanti elementi per costruirci sopra un eccellente racconto horror: misteriosi virus, cannibalismo brutale, ricordi dolorosi…
Appunto, solo potenzialmente. Poiché sono dell'idea che questa nemmeno meriti di essere definita una serie anime. Spero vivamente che nelle intenzioni degli autori ci fosse solo l'idea di fare una sorta di promo in attesa di produrre qualche cosa di serio, perché in caso contrario non riesco a farmi venire in mente un solo motivo per cui questo prodotto sia stato creato.
Già, perché ciò di cui stiamo parlando è composto di dodici episodi che, al netto della sigla, durano la bellezza di tre minuti! Avete letto bene, non manca uno zero. In pratica per un totale di trentasei minuti, ovvero il tempo a disposizione della regia per risolvere la narrazione (la lunghezza di un corto medio), inframmezzati con tanto di mini-opening e mini-ending.
Ora, questo formato già di per sé non fornisce grandi margini di manovra: in pochi minuti bisogna riuscire a incuriosire, appassionare, o almeno far divertire/emozionare lo spettatore. Impresa difficile di suo, e decisamente fallita qui: le singole puntate, infatti, sono oltretutto di una noia mortale, spesso inutilmente lente. In più di un caso, mi sono ritrovato ad andare a vedere quanto tempo mancava alla fine perché non ne potevo più. E non era passato che un minuto e mezzo o due!
Noia, sviluppo sconclusionato della trama, (ovvia) scarsissima caratterizzazione dei personaggi, finale del tutto privo di senso. Stare ad elencare i difetti della regia sarebbe lungo.
Volendo evitare di spenderci troppo tempo dietro, mi limito a dire una cosa: ci tenete a vedere un horror? Piuttosto guardatevi un film americano di 3a scelta. O uno di quelli "so bad is so good". Vale veramente molto più la pena che guardare questa roba.
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>
Gli episodi di questo anime durano la bellezza di tre/quattro minuti, se si tolgono l'opening e l'ending, cosa un po' inutile se vogliamo creare un horror, visto che in pochi minuti non riusciamo a raccontare qualcosa che faccia spaventare qualcuno a tal punto da farlo battere in ritirata e non farlo uscire mai più dal suo rifugio.
Parliamo della trama, corta come gli episodi, se non peggio. Ci sono poche cose da sapere: la sorella è un mostro mangia-uomini dalla nascita, mentre per qualche strana ragione "l'onii-chan" ha la capacità di rigenerare il suo corpo, quindi ha la brillante idea di farsi mangiare vivo per nutrire la fame insaziabile del sorella. Sono presenti cose assurde, come gli orsacchiotti che ci raccontano il passato dei fratelli. Oppure una donna che rimane incinta e non si saprà più niente, né di lei, né del bambino. Ma la cosa più assurda di tutte è che al fratello non dispiace affatto nutrire la sorella. Ah, l'amore fraterno... cosa fa fare! A lei sicuramente niente!
Inoltre, non ho mai desiderato in modo sconsiderato la morte di un personaggio. Ebbene sì, per cinquanta minuti di anime ho desiderato la morte della piccola Yume, che a mio parere è un personaggio inutile, poiché non fa altro che "mangiare" gente, piangere per averle "mangiate" e quindi, sentendosi in colpa per aver "mangiato" degli sconosciuti, "mangia" il fratello mentre continua a lamentarsi con degli snervanti "onii-chan" come se fosse lei la persona a cui stanno strappando pezzi di carne a morsi. Utsutsu, il povero onii-chan, è il personaggio che mi ha fatto più tenerezza, considerato che di personaggi ne abbiamo quattro.
Adesso parliamo delle censure che contiene questo anime. Durante la visione degli episodi possiamo notare che ci sono dei raggi di luce/ombra che coprono lo schermo. Tranquilli, non è la vostra lampada o finestra, quelle sono le censure. Se avessi saputo che avrebbero coperto 3/4 dello schermo, avrei preferito guardare una parete bianca o nera per cinquanta minuti, sarebbe stata la stessa cosa. Ma, grazie a loro, io, che non sono una grande appassionata dell'horror, ho potuto guardare l'anime senza problemi, visto che l'horror non c'è.
Passiamo alla grafica. Ora, l'ambientazione pare un disegnino di un bimbo di quarta elementare su cui sono stati collocati quattro personaggi disegnati alla meno peggio.
L'episodio che mi ha lasciata più allibita è stato sicuramente il sesto, dove la parte parlata presenta soltanto degli "onii-chan", mentre la piccola Yume banchetta allegramente con i gemiti e le urla di dolore del povero Utsutsu in sottofondo.
In conclusione, non guardatelo. Sarete felici soltanto di una cosa: la durata breve di questa agonia.
Gli episodi di questo anime durano la bellezza di tre/quattro minuti, se si tolgono l'opening e l'ending, cosa un po' inutile se vogliamo creare un horror, visto che in pochi minuti non riusciamo a raccontare qualcosa che faccia spaventare qualcuno a tal punto da farlo battere in ritirata e non farlo uscire mai più dal suo rifugio.
Parliamo della trama, corta come gli episodi, se non peggio. Ci sono poche cose da sapere: la sorella è un mostro mangia-uomini dalla nascita, mentre per qualche strana ragione "l'onii-chan" ha la capacità di rigenerare il suo corpo, quindi ha la brillante idea di farsi mangiare vivo per nutrire la fame insaziabile del sorella. Sono presenti cose assurde, come gli orsacchiotti che ci raccontano il passato dei fratelli. Oppure una donna che rimane incinta e non si saprà più niente, né di lei, né del bambino. Ma la cosa più assurda di tutte è che al fratello non dispiace affatto nutrire la sorella. Ah, l'amore fraterno... cosa fa fare! A lei sicuramente niente!
Inoltre, non ho mai desiderato in modo sconsiderato la morte di un personaggio. Ebbene sì, per cinquanta minuti di anime ho desiderato la morte della piccola Yume, che a mio parere è un personaggio inutile, poiché non fa altro che "mangiare" gente, piangere per averle "mangiate" e quindi, sentendosi in colpa per aver "mangiato" degli sconosciuti, "mangia" il fratello mentre continua a lamentarsi con degli snervanti "onii-chan" come se fosse lei la persona a cui stanno strappando pezzi di carne a morsi. Utsutsu, il povero onii-chan, è il personaggio che mi ha fatto più tenerezza, considerato che di personaggi ne abbiamo quattro.
Adesso parliamo delle censure che contiene questo anime. Durante la visione degli episodi possiamo notare che ci sono dei raggi di luce/ombra che coprono lo schermo. Tranquilli, non è la vostra lampada o finestra, quelle sono le censure. Se avessi saputo che avrebbero coperto 3/4 dello schermo, avrei preferito guardare una parete bianca o nera per cinquanta minuti, sarebbe stata la stessa cosa. Ma, grazie a loro, io, che non sono una grande appassionata dell'horror, ho potuto guardare l'anime senza problemi, visto che l'horror non c'è.
Passiamo alla grafica. Ora, l'ambientazione pare un disegnino di un bimbo di quarta elementare su cui sono stati collocati quattro personaggi disegnati alla meno peggio.
L'episodio che mi ha lasciata più allibita è stato sicuramente il sesto, dove la parte parlata presenta soltanto degli "onii-chan", mentre la piccola Yume banchetta allegramente con i gemiti e le urla di dolore del povero Utsutsu in sottofondo.
In conclusione, non guardatelo. Sarete felici soltanto di una cosa: la durata breve di questa agonia.
Parlando di "Pupa" parliamo al contempo di una tra le opere più chiacchierate e più attese del 2014 e anche di quella che, senza ombra di dubbio alcuno, ha deluso maggiormente le aspettative.
"Pupa" sarebbe dovuto essere un horror duro e crudo (crudissimo invero), di quelli che in Giappone proliferano in ogni dove, mentre da noi non arrivano quasi mai, né in formato cartaceo né in formato digitale; è anche per questo motivo che ogniqualvolta si prospetta la possibilità di godersene uno gli entusiasmi salgono a mille. Ce ne sono poche di opere a sfondo horror, veramente troppe poche.
Ciò che fece immediatamente pensare al peggio, riguardo tale progetto, fu la "drammatica" notizia inerente la lunghezza di ogni episodio, appena quattro minuti ai quali va impietosamente sottratto anche il tempo necessario alla sigla di apertura e chiusura... disarmante, davvero disarmante! In questo modo otteniamo una durata media di circa tre minuti ad episodio, opening ed ending si susseguiranno a ritmo frenetico, a questo punto infastidendo lo spettatore quanto e peggio di quel che avrebbe potuto fare un qualsiasi spot pubblicitario. Ma non sarebbe stato meglio girare un corto di trenta minuti senza inutili interruzioni? La domanda è retorica, la risposta è scontata.
Ultimamente la "moda" dei mini episodi si sta diffondendo sempre più frequentemente: non so come li accolgano in madre patria, ma da noi vengono visti spesso come "garanzia di povertà di contenuti", e mai come in questo caso a pensare una cosa simile ci si prenderebbe in pieno!
Graficamente "Pupa" si presenta con dei disegni semplici e gradevoli con un'interessante tecnica di colorazione che fa apparire i fotogrammi come se fossero una "pittura" in movimento. Può piacere o meno, a primo impatto potrebbe lasciare un po' spiazzati, ma personalmente l'ho gradita. Un po' diverso il discorso da fare riguardo le animazioni, ridotte visibilmente ai minimi termini e ben più difficili da apprezzare. La trama di base si presenterebbe semplice ma d'impatto, andandosi tuttavia a "impantanare" in piccoli archi narrativi pochi chiari (perché poco approfonditi) e talvolta quasi completamente inutili. Talune scene e taluni passaggi sono da considerarsi eccellenti dal punto di vista puramente horror e splatter, facendo agevolmente comprendere quali fossero le enormi potenzialità di questo titolo... purtroppo assolutamente mal sfruttate.
Ho letto critiche e giudizi durissimi riguardo quest'opera, considerazioni che personalmente reputavo sin troppo eccessive (nonostante tutto), ma è arrivando a seguire gli ultimi episodi che tanto "astio" acquista un senso - il senso che la trama smarrisce strada facendo: sfaccettature di quest'ultima che non vengono più prese in considerazione, abbandonandole al proprio destino di oblio, e andando a proporre un episodio conclusivo completamente inutile e insensato, un "finale" che sarebbe stato capace di stroncare anche una serie ben costruita... figuriamoci questa!
Solo agli amanti dell'horror e dello splatter non mi sentirei affatto di sconsigliarne la visione, ma unicamente a patto di prenderlo come una sorta di corto sperimentale e inconcludente.
"Pupa" sarebbe dovuto essere un horror duro e crudo (crudissimo invero), di quelli che in Giappone proliferano in ogni dove, mentre da noi non arrivano quasi mai, né in formato cartaceo né in formato digitale; è anche per questo motivo che ogniqualvolta si prospetta la possibilità di godersene uno gli entusiasmi salgono a mille. Ce ne sono poche di opere a sfondo horror, veramente troppe poche.
Ciò che fece immediatamente pensare al peggio, riguardo tale progetto, fu la "drammatica" notizia inerente la lunghezza di ogni episodio, appena quattro minuti ai quali va impietosamente sottratto anche il tempo necessario alla sigla di apertura e chiusura... disarmante, davvero disarmante! In questo modo otteniamo una durata media di circa tre minuti ad episodio, opening ed ending si susseguiranno a ritmo frenetico, a questo punto infastidendo lo spettatore quanto e peggio di quel che avrebbe potuto fare un qualsiasi spot pubblicitario. Ma non sarebbe stato meglio girare un corto di trenta minuti senza inutili interruzioni? La domanda è retorica, la risposta è scontata.
Ultimamente la "moda" dei mini episodi si sta diffondendo sempre più frequentemente: non so come li accolgano in madre patria, ma da noi vengono visti spesso come "garanzia di povertà di contenuti", e mai come in questo caso a pensare una cosa simile ci si prenderebbe in pieno!
Graficamente "Pupa" si presenta con dei disegni semplici e gradevoli con un'interessante tecnica di colorazione che fa apparire i fotogrammi come se fossero una "pittura" in movimento. Può piacere o meno, a primo impatto potrebbe lasciare un po' spiazzati, ma personalmente l'ho gradita. Un po' diverso il discorso da fare riguardo le animazioni, ridotte visibilmente ai minimi termini e ben più difficili da apprezzare. La trama di base si presenterebbe semplice ma d'impatto, andandosi tuttavia a "impantanare" in piccoli archi narrativi pochi chiari (perché poco approfonditi) e talvolta quasi completamente inutili. Talune scene e taluni passaggi sono da considerarsi eccellenti dal punto di vista puramente horror e splatter, facendo agevolmente comprendere quali fossero le enormi potenzialità di questo titolo... purtroppo assolutamente mal sfruttate.
Ho letto critiche e giudizi durissimi riguardo quest'opera, considerazioni che personalmente reputavo sin troppo eccessive (nonostante tutto), ma è arrivando a seguire gli ultimi episodi che tanto "astio" acquista un senso - il senso che la trama smarrisce strada facendo: sfaccettature di quest'ultima che non vengono più prese in considerazione, abbandonandole al proprio destino di oblio, e andando a proporre un episodio conclusivo completamente inutile e insensato, un "finale" che sarebbe stato capace di stroncare anche una serie ben costruita... figuriamoci questa!
Solo agli amanti dell'horror e dello splatter non mi sentirei affatto di sconsigliarne la visione, ma unicamente a patto di prenderlo come una sorta di corto sperimentale e inconcludente.
Pupa è un anime prodotto dallo studio deen composto da dodici episodi della durata (al netto delle sigle di apertura e chiusura) di due-tre minuti circa ognuna. Il perchè di questo formato così anomalo francamente lo ignoro; ma purtroppo questa non sarà l'unico aspetto su cui sono rimasto decisamente perplesso.
Un breve accenno alla trama: al termine delle lezioni di un giorno qualunque la giovane Yume chiede al fratello Utsutsu di tornare a casa insieme; quest'ultimo è felicissimo della proposta dato che, come si vedrà, è legato in un modo morboso alla sua sorellina. Però, nonostante le avesse promesso che l'avrebbe protetta per sempre da ogni minaccia, Utsutsu quel giorno doveva avere qualcosa di meglio da fare (ma nell'anime non ne fa parola) e chiede a Yume di aspettarla al parco. Sarà il caso ma mentre aspetta il fratello al parco la ragazza viene infettata da alcune strane farfalle rosse che le trasmettono un megavirus chiamato "Pupa"; questo virus la trasformerà in un mostro divoratrice di uomini (non nel senso della peripatetica ma proprio della buona forchetta). Quando il fratello arriva al parco è ormai troppo tardi: divorato dalla sorella/mostro scoprirà di essere stato infettato anche lui, in quanto le sue ferite ora guariscono da sole.
Il giudizio su questo anima dipende, fondamentalmente, dall'opinione che si ha dello splatter all'interno di un film dell'orrore. A mio avviso, volendo fare un parallelo, esso dovrebbe essere giudicato allo stesso modo del fanservice all'interno di un harem: il suo ruolo dovrebbe essere meramente accessorio, arricchendo una trama che ha di per sè un suo impianto ed una sua logica ben definita. Entrambi, invece, non dovrebbero mai diventare l'elemento portante dell'opera: anime fondati esclusivamente sul sangue o sullo svolazzamento di una mutandina vanno catalogati come prodotti senza alcun valore intrinseco e giudicati con grande severità.
Tenendo conto di questo, il mio giudizio su questo "Pupa" non può che essere negativo: la sua unica ragion d'essere è quella di mostrare stragi sanguinolente, scene di cannibalismo molto forti da vedere, scelte volte a scioccare lo spettatore di un estremo cattivo gusto. E' vero che, di tanto in tanto, qualche elemento di riflessione viene fuori: un pò come accaduto in Elfen Lied più di una volta allo spettatore viene da domandarsi chi sia in realtà il vero mostro, se i due fratelli o una società che li ha maltrattati prima del contagio e che cerca di utilizzarli come cavie dopo. Ma ciò non costituisce la base per un impianto narrativo decente, ma solo un elemento accessorio, di scarsissima importanza nello svolgersi degli eventi. E così, immerso in tutto questo sangue, anche questo elemento di riflessione finisce per affogare nel disgusto generale.
Pur essendo un pò meno severo rispetto alla media generale, anche la mia valutazione di questo anime è profondamente negativo. Ho guardato questo anime in quanto incuriosito dal suo particolare formato e perchè decisamente veloce da guardare; ma non lo consiglierei davvero a nessuno.
Un breve accenno alla trama: al termine delle lezioni di un giorno qualunque la giovane Yume chiede al fratello Utsutsu di tornare a casa insieme; quest'ultimo è felicissimo della proposta dato che, come si vedrà, è legato in un modo morboso alla sua sorellina. Però, nonostante le avesse promesso che l'avrebbe protetta per sempre da ogni minaccia, Utsutsu quel giorno doveva avere qualcosa di meglio da fare (ma nell'anime non ne fa parola) e chiede a Yume di aspettarla al parco. Sarà il caso ma mentre aspetta il fratello al parco la ragazza viene infettata da alcune strane farfalle rosse che le trasmettono un megavirus chiamato "Pupa"; questo virus la trasformerà in un mostro divoratrice di uomini (non nel senso della peripatetica ma proprio della buona forchetta). Quando il fratello arriva al parco è ormai troppo tardi: divorato dalla sorella/mostro scoprirà di essere stato infettato anche lui, in quanto le sue ferite ora guariscono da sole.
Il giudizio su questo anima dipende, fondamentalmente, dall'opinione che si ha dello splatter all'interno di un film dell'orrore. A mio avviso, volendo fare un parallelo, esso dovrebbe essere giudicato allo stesso modo del fanservice all'interno di un harem: il suo ruolo dovrebbe essere meramente accessorio, arricchendo una trama che ha di per sè un suo impianto ed una sua logica ben definita. Entrambi, invece, non dovrebbero mai diventare l'elemento portante dell'opera: anime fondati esclusivamente sul sangue o sullo svolazzamento di una mutandina vanno catalogati come prodotti senza alcun valore intrinseco e giudicati con grande severità.
Tenendo conto di questo, il mio giudizio su questo "Pupa" non può che essere negativo: la sua unica ragion d'essere è quella di mostrare stragi sanguinolente, scene di cannibalismo molto forti da vedere, scelte volte a scioccare lo spettatore di un estremo cattivo gusto. E' vero che, di tanto in tanto, qualche elemento di riflessione viene fuori: un pò come accaduto in Elfen Lied più di una volta allo spettatore viene da domandarsi chi sia in realtà il vero mostro, se i due fratelli o una società che li ha maltrattati prima del contagio e che cerca di utilizzarli come cavie dopo. Ma ciò non costituisce la base per un impianto narrativo decente, ma solo un elemento accessorio, di scarsissima importanza nello svolgersi degli eventi. E così, immerso in tutto questo sangue, anche questo elemento di riflessione finisce per affogare nel disgusto generale.
Pur essendo un pò meno severo rispetto alla media generale, anche la mia valutazione di questo anime è profondamente negativo. Ho guardato questo anime in quanto incuriosito dal suo particolare formato e perchè decisamente veloce da guardare; ma non lo consiglierei davvero a nessuno.
<b>Contiene spoiler!</b>
Finora questo è stato l'anime più deludente che io abbia mai visto.
Pupa è un anime "horror" del 2014 composto da 12 episodi, basato sull'omonimo manga di Sayaka Motegi. Sicuramente una delle opere più attese da molti fan dell'horror, essendo questo genere abbastanza carente. Più che horror però bisognerebbe definire Pupa un anime Splatter e Comico. Dico comico perché certe scene dell'anime, certe situazioni e certi dialoghi sono stati veramente ridicoli. Ma partiamo con ordine.
La trama dovrebbe essere più o meno questa: Utsutsu e Yume Hasegawa sono due fratelli che hanno un legame molto forte (ciò dovuto alle violenze subite da piccoli dal padre). Un giorno, tornando a casa, Yume viene a contatto con delle strane farfalle rosse e verrà infetta da un virus che la trasformerà in una creatura abominevole che si ciba di carne umana. Anche Utsutsu, dopo essere stato orribilmente ucciso dalla sorella ed essere ritornato in vita (?), verrà infetto dal virus, ma questa volta a lui gli verrà data l'abilità di potersi rimarginare le ferite (ma perché questo è successo solo a lui e non alle altre vittime di Yume? L'anime non lo spiega). Il fratello, per fare in modo che Yume non uccida più e possa continuare a vivere, decide di offrire il suo corpo alla sorella come pasto... Questa è la trama di Pupa.
La più grande delusione è dovuto alla lunghezza dei singoli episodi. Infatti venne dichiarato che gli episodi sarebbero durati 5 minuti, cosa che però non è vera in quanto durano 4 minuti, 3 se si toglie l'opening e l'ending. Quindi con 3 minuti per episodio come può un anime riuscire a fare qualcosa? Nell'anime vediamo solo lei che si ciba felicemente del corpo del fratello e quest'ultimo che prova piacere nel venire divorato. Cosa peggiore sono certe situazioni che sono ridicole o altre senza senso. Per esempio quando vengono rapiti da un tizio davanti all'entrata della scuola che per giunta era vuota! O anche la questione di Maria (che sembra un titolo di un saggio teologico), la scienziata pazza che decide di rimanere incinta dei figli dei due fratelli che all'improvviso scompare dall'anime e non se ne trova più traccia. Oltre queste potrei citarne ancora una dozzina (e in un anime che dura in totale meno di 50 minuti trovare scene di questo tipo è davvero sorprendente), ma andiamo avanti.
Per via della brevità non ci sono momenti di introspezione psicologica e, quando ci sono, sono fatti molto in fretta, lasciando lo spettatore perplesso. Quindi non sono riuscito a entrare in sintonia con i personaggi e non sono riusciti ad apprezzarli per niente. Per giunta certi momenti di riflessione psicologica venivano fatti attraverso l'utilizzo di orsacchiotti e questo ha portato l'opera ancor più nel ridicolo.
Parlando del lato tecnico i disegni non sono nulla di che, ma per fortuna non sono neanche così brutti come alcuni dicevano, ma la cosa che ho apprezzato di più sono l'utilizzo dei colori (probabilmente le uniche cose che ho apprezzato).
Se devo essere sincero quest'anime me lo ricorderò solo per lo splatter, gli orsacchiotti, le cene "col" fratello e soprattutto per gli Oni-chan che sono stati detti. Per il resto non ho altro da aggiungere.
Finora questo è stato l'anime più deludente che io abbia mai visto.
Pupa è un anime "horror" del 2014 composto da 12 episodi, basato sull'omonimo manga di Sayaka Motegi. Sicuramente una delle opere più attese da molti fan dell'horror, essendo questo genere abbastanza carente. Più che horror però bisognerebbe definire Pupa un anime Splatter e Comico. Dico comico perché certe scene dell'anime, certe situazioni e certi dialoghi sono stati veramente ridicoli. Ma partiamo con ordine.
La trama dovrebbe essere più o meno questa: Utsutsu e Yume Hasegawa sono due fratelli che hanno un legame molto forte (ciò dovuto alle violenze subite da piccoli dal padre). Un giorno, tornando a casa, Yume viene a contatto con delle strane farfalle rosse e verrà infetta da un virus che la trasformerà in una creatura abominevole che si ciba di carne umana. Anche Utsutsu, dopo essere stato orribilmente ucciso dalla sorella ed essere ritornato in vita (?), verrà infetto dal virus, ma questa volta a lui gli verrà data l'abilità di potersi rimarginare le ferite (ma perché questo è successo solo a lui e non alle altre vittime di Yume? L'anime non lo spiega). Il fratello, per fare in modo che Yume non uccida più e possa continuare a vivere, decide di offrire il suo corpo alla sorella come pasto... Questa è la trama di Pupa.
La più grande delusione è dovuto alla lunghezza dei singoli episodi. Infatti venne dichiarato che gli episodi sarebbero durati 5 minuti, cosa che però non è vera in quanto durano 4 minuti, 3 se si toglie l'opening e l'ending. Quindi con 3 minuti per episodio come può un anime riuscire a fare qualcosa? Nell'anime vediamo solo lei che si ciba felicemente del corpo del fratello e quest'ultimo che prova piacere nel venire divorato. Cosa peggiore sono certe situazioni che sono ridicole o altre senza senso. Per esempio quando vengono rapiti da un tizio davanti all'entrata della scuola che per giunta era vuota! O anche la questione di Maria (che sembra un titolo di un saggio teologico), la scienziata pazza che decide di rimanere incinta dei figli dei due fratelli che all'improvviso scompare dall'anime e non se ne trova più traccia. Oltre queste potrei citarne ancora una dozzina (e in un anime che dura in totale meno di 50 minuti trovare scene di questo tipo è davvero sorprendente), ma andiamo avanti.
Per via della brevità non ci sono momenti di introspezione psicologica e, quando ci sono, sono fatti molto in fretta, lasciando lo spettatore perplesso. Quindi non sono riuscito a entrare in sintonia con i personaggi e non sono riusciti ad apprezzarli per niente. Per giunta certi momenti di riflessione psicologica venivano fatti attraverso l'utilizzo di orsacchiotti e questo ha portato l'opera ancor più nel ridicolo.
Parlando del lato tecnico i disegni non sono nulla di che, ma per fortuna non sono neanche così brutti come alcuni dicevano, ma la cosa che ho apprezzato di più sono l'utilizzo dei colori (probabilmente le uniche cose che ho apprezzato).
Se devo essere sincero quest'anime me lo ricorderò solo per lo splatter, gli orsacchiotti, le cene "col" fratello e soprattutto per gli Oni-chan che sono stati detti. Per il resto non ho altro da aggiungere.
"Sono un fan del pessimismo: mantenendo sempre le aspettative più basse possibili, queste verranno sicuramente superate o, alla peggio, eguagliate". Chi disse ciò, chiaramente non aveva mai visto Pupa.
Nel lontano 2013 comparve sul pianeta Terra uno strano trailer. Il trailer mostrava alcune scene ambigue in cui una ragazzina moe moe abbracciava il suo fratellino ripetendo in continuazione un irritante "onii-chan" con la bocca insanguinata, subito dopo l'animazione spariva e l'"onii-chan" veniva bruscamente interrotto da un agghiacciante rumore di carne strappata. Poi la premessa: a causa di un virus, la piccola Yume si trasforma in un mostro insaziabile costretto a mangiare carne umana per sopravvivere, mentre il suo fratellino Utsutsu acquisisce l'abilità di rigenerare qualsiasi parte del corpo gli venga distrutta, fate 2+2!
Con un trailer così spiazzante e una premessa così insolita era impossibile non avere qualche aspettativa. Due erano le possibilità: quella più ottimistica era di avere un originale horror-psicologico di grande atmosfera sullo stile dell'ottimo Saya no Uta; quella più pessimistica era di avere qualcosa che sfruttasse l'idea come pretesto per un mediocre ecchi incestuoso con un po' di gore-fetish tanto per distinguerlo dalla massa. Ebbene, perfino quest'ultima sarebbe stata uno zuccherino in confronto al cumulo di scorie radioattive che mi sono ritrovato davanti: non semplicemente un brutto anime, ma una vero e proprio mostro da confinare per l'eternità nel Cocito dell'animazione mondiale a far compagnia a titoli come Mars of Destruction, Felix the Cat e ai prodotti della Dingo Pictures.
Credeteci oppure no, ogni episodio dura 4 minuti, sigle comprese. E censurati, per giunta! OK, la recensione si potrebbe anche chiudere qui: la combo horror + 3 minuti + censure da sola basterebbe per spazzar via qualsiasi anime, perché un horror per essere tale, per avere un minimo di atmosfera e di inquietudine, deve avere i suoi tempi, ed è impossibile a priori che da una serie con episodi che finiscono prima di essere iniziati possa venir fuori qualcosa di buono.
Ma la sola durata degli episodi da sola non basta a giustificare una simile tragedia, di certo anche gli sceneggiatori ci hanno messo del loro, è probabile che, vista la durata di cui disponevano, avranno capito fin da subito di non poter fare nulla e si saranno detti "Sai che c'è? Buttiamola a coppe!"; non esiste altra spiegazione. Tra salti temporali a caso, palesi errori di continuità, cambi di prospettiva senza un filo logico, sottotrame aperte e mai richiuse ed eventi misteriosi mai spiegati, la trama sembra essere stata scritta gettando il manga in un tritarifiuti e re-incollando a casaccio le striscioline fuoriuscite. Ogni singolo episodio è l'equivalente di una ginocchiata tra le gambe, ma ce ne sono due in particolare che meritano menzione: il sesto e quello finale. Il perché non ve lo dico, è qualcosa che va visto con i propri occhi; credetemi, se ve li raccontassi non ci credereste.
C'è qualcosa di salvabile in mezzo a questa cloaca a cielo aperto? A dire il vero c'è: il suono che fa Yume mentre sgranocchia pezzetti del suo fratellino; quella è la sola e unica cosa dell'anime che sia davvero ben fatta, e che riesce a suscitare almeno un minimo di orrore (in senso non ironico), il che la dice lunga sul livello dell'anime.
Nel lontano 2013 comparve sul pianeta Terra uno strano trailer. Il trailer mostrava alcune scene ambigue in cui una ragazzina moe moe abbracciava il suo fratellino ripetendo in continuazione un irritante "onii-chan" con la bocca insanguinata, subito dopo l'animazione spariva e l'"onii-chan" veniva bruscamente interrotto da un agghiacciante rumore di carne strappata. Poi la premessa: a causa di un virus, la piccola Yume si trasforma in un mostro insaziabile costretto a mangiare carne umana per sopravvivere, mentre il suo fratellino Utsutsu acquisisce l'abilità di rigenerare qualsiasi parte del corpo gli venga distrutta, fate 2+2!
Con un trailer così spiazzante e una premessa così insolita era impossibile non avere qualche aspettativa. Due erano le possibilità: quella più ottimistica era di avere un originale horror-psicologico di grande atmosfera sullo stile dell'ottimo Saya no Uta; quella più pessimistica era di avere qualcosa che sfruttasse l'idea come pretesto per un mediocre ecchi incestuoso con un po' di gore-fetish tanto per distinguerlo dalla massa. Ebbene, perfino quest'ultima sarebbe stata uno zuccherino in confronto al cumulo di scorie radioattive che mi sono ritrovato davanti: non semplicemente un brutto anime, ma una vero e proprio mostro da confinare per l'eternità nel Cocito dell'animazione mondiale a far compagnia a titoli come Mars of Destruction, Felix the Cat e ai prodotti della Dingo Pictures.
Credeteci oppure no, ogni episodio dura 4 minuti, sigle comprese. E censurati, per giunta! OK, la recensione si potrebbe anche chiudere qui: la combo horror + 3 minuti + censure da sola basterebbe per spazzar via qualsiasi anime, perché un horror per essere tale, per avere un minimo di atmosfera e di inquietudine, deve avere i suoi tempi, ed è impossibile a priori che da una serie con episodi che finiscono prima di essere iniziati possa venir fuori qualcosa di buono.
Ma la sola durata degli episodi da sola non basta a giustificare una simile tragedia, di certo anche gli sceneggiatori ci hanno messo del loro, è probabile che, vista la durata di cui disponevano, avranno capito fin da subito di non poter fare nulla e si saranno detti "Sai che c'è? Buttiamola a coppe!"; non esiste altra spiegazione. Tra salti temporali a caso, palesi errori di continuità, cambi di prospettiva senza un filo logico, sottotrame aperte e mai richiuse ed eventi misteriosi mai spiegati, la trama sembra essere stata scritta gettando il manga in un tritarifiuti e re-incollando a casaccio le striscioline fuoriuscite. Ogni singolo episodio è l'equivalente di una ginocchiata tra le gambe, ma ce ne sono due in particolare che meritano menzione: il sesto e quello finale. Il perché non ve lo dico, è qualcosa che va visto con i propri occhi; credetemi, se ve li raccontassi non ci credereste.
C'è qualcosa di salvabile in mezzo a questa cloaca a cielo aperto? A dire il vero c'è: il suono che fa Yume mentre sgranocchia pezzetti del suo fratellino; quella è la sola e unica cosa dell'anime che sia davvero ben fatta, e che riesce a suscitare almeno un minimo di orrore (in senso non ironico), il che la dice lunga sul livello dell'anime.
Generalmente non apprezzo particolarmente gli anime da 3 minuti, ma in questo caso ci si trova davvero di fronte ad un nulla narrativo, non a caso il giudizio su questa serie è direttamente proporzionale alla durata degli episodi cioè molto scarso. Questa serie che si è fatta attendere per mesi e mesi riuscendo a scatenare un interesse generale non indifferente, riuscendo addirittura a vincere la medaglia di serie più attesa dell'inverno 2014 in realtà si è rivelata una presa in giro non indifferente, studio DEEN trolla ancora una volta gli appassionati di anime con una serie di 12 ep. dove tolte opening ed ending rimangono 2 minuti di splatter sconclusionato, tralasciando il fatto che un OAV di 30 minuti sarebbe stato certo più efficace lo sviluppo narrativo ha del ridicolo anche per essere una sorta di primo episodio atomizzato. La storia sfrutta un soggetto anche interessante, in cui la classica situazione incestuosa tra sorellina e fratellone viene influenzata dal fatto che la sorella sia un mostro mangia-budella e il fratello si rigeneri gli organi alla velocità della luce. Il vero problema è lo slancio narrativo praticamente inesistente, e quel poco che c'è sinceramente risulta buttato tanto casualmente da essere controproducente, traumi famigliari e organizzazioni ambigue di cui non si capisce nulla.
Per quanto riguarda la parte tecnica diciamo che le animazioni ci sono, non sono il massimo ma ho visto di peggio in serie tanto brevi. Il character design è una delle poche cose apprezzabili, le ost complice quanto poco tempo durino si ascoltano anche, carine le sigle sempre se rapportate ad un anime chiaramente realizzato con basso budget. Lo consiglio solamente se siete amanti dello splatter perverso e avete una mezz'ora da buttare, da seguire rigorosamente in versione BD altrimenti il voto rasenterebbe davvero il nulla cosmico. Una serie che non fa ne ridere ne piangere, non lascia nulla allo spettatore se non la sensazione di aver perso tempo, anzi istiga un ripudio generale dell'opera che in forma cartacea rende deciamente meglio.
Per quanto riguarda la parte tecnica diciamo che le animazioni ci sono, non sono il massimo ma ho visto di peggio in serie tanto brevi. Il character design è una delle poche cose apprezzabili, le ost complice quanto poco tempo durino si ascoltano anche, carine le sigle sempre se rapportate ad un anime chiaramente realizzato con basso budget. Lo consiglio solamente se siete amanti dello splatter perverso e avete una mezz'ora da buttare, da seguire rigorosamente in versione BD altrimenti il voto rasenterebbe davvero il nulla cosmico. Una serie che non fa ne ridere ne piangere, non lascia nulla allo spettatore se non la sensazione di aver perso tempo, anzi istiga un ripudio generale dell'opera che in forma cartacea rende deciamente meglio.
Preciso che questa più che una recensione sarà una critica. Dopo tanto tribolare mi sono decisa a vedermi il tanto atteso Pupa tutto d'un fiato. Bene, inizio subito col dire che per sbaglio mi è partito il pollice verde invece del rosso, ma questo è il minore dei mali; veniamo al dunque. Per la prima volta in ventiquattro anni suonati non ho mai visto niente di più deludente in tutta la mia vita, qui ci va proprio a pennello il detto "occhio non vede, cuore non duole", ma visto il mio stato d'animo, ho voluto farmi del male. Già dal primo episodio mi erano calate le braccia, mi sono detta "Chi me lo ha fatto fare?", neanche inizia e già non si capisce niente... Cominciamo proprio bene! Poi mi sono detta tra me e me "magari andando avanti migliora", però ho preso un bel buco nell'acqua.
Attenzione: presenza di spoiler.
La trama: bene... Dov'è la trama? L'unica possibile è solo questa: orsacchiotti, scienziati pazzi, farfalle rosse e due fratelli infettati da uno strano virus che non si capisce da dove provenga (la sorellina lo ha preso ancor prima di nascere, mentre il fratello "resuscita") e poi tanti bei succulenti pranzetti, accompagnati da versi doppio senso, da leccarsi i baffi e scappare in bagno! Il finale poi sembra completamente fuori tema. Questo per quanto riguarda la visione anime, perché se si va sul manga lì le cose sono molto più dettagliate e interessanti. I contro della versione anime sono tanti, e su questo credo di non essere l'unica, come ad esempio la durata degli episodi: tutti e dodici gli episodi durano circa quattro minuti, di cui quasi due divisi tra opening ed ending, quindi durano circa due minuti, e questo già parte a suo svantaggio. Altra nota dolente sono le molte censure nelle scene dove si dovrebbe vedere il sangue e invece si vede solo alla fine.
Veniamo alla grafica. La grafica non spicca di certo in bellezza, anzi è piuttosto grezza, i contorni dei personaggi non sono ben definiti e le ambientazioni sembrano troppo scure e questo influisce molto negativamente sulla visione (specie se si vede una scena un po' più notturna). Per quanto riguarda i personaggi, invece, non hanno uno spessore proprio e non si distinguono bene le loro personalità. Le uniche cose fatte bene sono solo due: la opening e l'ending.
Se l'adattamento anime avesse seguito il manga, sarebbe uscito davvero qualcosa di interessante, peccato che invece abbiano deciso di "restringere" il racconto; non dico che doveva essere fedele al manga, ma visto il genere in questione gli episodi dovevano essere di almeno 20-25 minuti, perché è impossibile gestire un genere horror in neanche tre minuti! Per la prima volta mi trovo costretta a mettere 1, sono troppi i fattori negativi.
Attenzione: presenza di spoiler.
La trama: bene... Dov'è la trama? L'unica possibile è solo questa: orsacchiotti, scienziati pazzi, farfalle rosse e due fratelli infettati da uno strano virus che non si capisce da dove provenga (la sorellina lo ha preso ancor prima di nascere, mentre il fratello "resuscita") e poi tanti bei succulenti pranzetti, accompagnati da versi doppio senso, da leccarsi i baffi e scappare in bagno! Il finale poi sembra completamente fuori tema. Questo per quanto riguarda la visione anime, perché se si va sul manga lì le cose sono molto più dettagliate e interessanti. I contro della versione anime sono tanti, e su questo credo di non essere l'unica, come ad esempio la durata degli episodi: tutti e dodici gli episodi durano circa quattro minuti, di cui quasi due divisi tra opening ed ending, quindi durano circa due minuti, e questo già parte a suo svantaggio. Altra nota dolente sono le molte censure nelle scene dove si dovrebbe vedere il sangue e invece si vede solo alla fine.
Veniamo alla grafica. La grafica non spicca di certo in bellezza, anzi è piuttosto grezza, i contorni dei personaggi non sono ben definiti e le ambientazioni sembrano troppo scure e questo influisce molto negativamente sulla visione (specie se si vede una scena un po' più notturna). Per quanto riguarda i personaggi, invece, non hanno uno spessore proprio e non si distinguono bene le loro personalità. Le uniche cose fatte bene sono solo due: la opening e l'ending.
Se l'adattamento anime avesse seguito il manga, sarebbe uscito davvero qualcosa di interessante, peccato che invece abbiano deciso di "restringere" il racconto; non dico che doveva essere fedele al manga, ma visto il genere in questione gli episodi dovevano essere di almeno 20-25 minuti, perché è impossibile gestire un genere horror in neanche tre minuti! Per la prima volta mi trovo costretta a mettere 1, sono troppi i fattori negativi.
Se mi dovessero chiedere di riassumete Pupa direi: Oni-chan *miagolii vari*, carne, budella, farfalle, orsacchiotti... Ho reso l'idea?
Pupa è tratto dall'omonimo manga horror di Sayaka Mogi e animato dallo Studio DEEN. La durata degli episodi è di 4 minuti con tanto di opening ed ending di 30 secondi circa cadauna.
Si vociferava da tempo immemorabile (aprile del 2013) la messa in produzione di questo fantomatico Pupa, fomentando illusioni ed aspettative. Pupa doveva sbarcare nel palinsesto nipponico nella stagione autunnale per poi venire spostato definitivamente a Gennaio 2014... in tutto questo non vi era notizia certa sul numero degli episodi o sulla durata degli stessi; per poi scoprire alla messa in onda di questo tanto atteso horror, che ogni episodio durava 4 minuti.
Purtroppo noi fan sappiamo quanta carenza di horror ci sia e, da amanti del genere, ci facciamo portatori di speranze spesso talmente pesanti che, quando crollano, ci schiacciano sotto il peso della delusione cocente.
Tornando in tema, Pupa lo definirei un anime trash, pensato per accontentare dubbi gusti, con scene a sfondo pseudo-erotico, tanto splatter e cannibalismo...
Vi è una trama (?): un'organizzazione che dovrebbe studiare il virus di nome Pupa entra in contatto con i giovani fratelli: Yume e Utsutsu Hasegawa; i due vengono infettati dal virus entrando presumibilmente in contatto con delle farfalle rosse. La sorella muterà in una creatura mostruosa dall'appetito incontenibile, saziabile solo dalla carne umana. Caso vuole che il fratello maggiore, Utsutsu, sviluppi un particolare quanto prodigioso potere di guarigione, anche lui grazie al virus Pupa. Quindi che farà Utsutsu per amore della sua sorellina? Ovvio, si lascerà mangiare vivo...
Trama accattivante non credete? Beh sappiate che in realtà c'è davvero poco da vedere a parte schizzi di sangue, budella sparse e Yume che si ciba beatamente, sopratutto dell'amato fratello, e ci rende consapevoli del suo piacere emettendo squittii e miagolii di dubbia interpretazione. E in tutto questo, l'horror dov'è? Non lo so signori, non ve lo so dire, non me lo so spiegare (cit.) lo definirei un volgare splatter senza arte ne parte! E lo dico da amante accanita del genere.
L'idea di mostrare come lei si ciba di lui non sarebbe nemmeno cosi pessima, se ci fosse anche dell'altro oltre a questo, ma non c'è! Inoltre in 12 episodi da 4 minuti che horror si può pretendere di presentare? Siamo realisti, la storia non faceva in tempo ad iniziare che era già finita, senza andare a parare da nessuna parte, già l'horror è un genere difficile di suo, se in più non lo sviluppi a dovere stiamo freschi! Inoltre la versione televisiva era devastata da censure. Io ho ovviamente atteso la versione dvd, per tentare di godermelo quanto meno in versione integrale guardando gli episodi tutti di fila per un complessivo di 48 minuti, peccato che tutta la mia buona volontà non sia bastata visto che la storia risulta comunque priva di qualunque contenuto, inconcludente, insufficiente e poco interessante. Per quel poco che mi è dato sapere credo che nemmeno una versione canonica potesse rendere questa storia coinvolgente a meno che, nello svilupparsi, non vengano posti in ballo altri elementi che le diano un tantino più di spessore, da parte mia vi è davvero poca curiosità in merito ma i gusti sono vari, qualcuno che la apprezzi lo troverà di certo!
Parliamo un po' del lato tecnico: la grafica non è poi cosi malvagia, sarà che ho visto corti o addirittura serie animati molto peggio; mi piacciono anche i colori che vengono utilizzati. Il chara l'ho apprezzato, è molto carino. Anche l'opening e la ending le ho trovate piacevoli, praticamente gli unici lati positivi di tutta la serie sono concentrati in queste poche righe.
Non la consiglierei, a meno che si ha del tempo libero e lo si vuole occupare con qualcosa di malsano, allora Pupa è la scelta più giusta!
Pupa è tratto dall'omonimo manga horror di Sayaka Mogi e animato dallo Studio DEEN. La durata degli episodi è di 4 minuti con tanto di opening ed ending di 30 secondi circa cadauna.
Si vociferava da tempo immemorabile (aprile del 2013) la messa in produzione di questo fantomatico Pupa, fomentando illusioni ed aspettative. Pupa doveva sbarcare nel palinsesto nipponico nella stagione autunnale per poi venire spostato definitivamente a Gennaio 2014... in tutto questo non vi era notizia certa sul numero degli episodi o sulla durata degli stessi; per poi scoprire alla messa in onda di questo tanto atteso horror, che ogni episodio durava 4 minuti.
Purtroppo noi fan sappiamo quanta carenza di horror ci sia e, da amanti del genere, ci facciamo portatori di speranze spesso talmente pesanti che, quando crollano, ci schiacciano sotto il peso della delusione cocente.
Tornando in tema, Pupa lo definirei un anime trash, pensato per accontentare dubbi gusti, con scene a sfondo pseudo-erotico, tanto splatter e cannibalismo...
Vi è una trama (?): un'organizzazione che dovrebbe studiare il virus di nome Pupa entra in contatto con i giovani fratelli: Yume e Utsutsu Hasegawa; i due vengono infettati dal virus entrando presumibilmente in contatto con delle farfalle rosse. La sorella muterà in una creatura mostruosa dall'appetito incontenibile, saziabile solo dalla carne umana. Caso vuole che il fratello maggiore, Utsutsu, sviluppi un particolare quanto prodigioso potere di guarigione, anche lui grazie al virus Pupa. Quindi che farà Utsutsu per amore della sua sorellina? Ovvio, si lascerà mangiare vivo...
Trama accattivante non credete? Beh sappiate che in realtà c'è davvero poco da vedere a parte schizzi di sangue, budella sparse e Yume che si ciba beatamente, sopratutto dell'amato fratello, e ci rende consapevoli del suo piacere emettendo squittii e miagolii di dubbia interpretazione. E in tutto questo, l'horror dov'è? Non lo so signori, non ve lo so dire, non me lo so spiegare (cit.) lo definirei un volgare splatter senza arte ne parte! E lo dico da amante accanita del genere.
L'idea di mostrare come lei si ciba di lui non sarebbe nemmeno cosi pessima, se ci fosse anche dell'altro oltre a questo, ma non c'è! Inoltre in 12 episodi da 4 minuti che horror si può pretendere di presentare? Siamo realisti, la storia non faceva in tempo ad iniziare che era già finita, senza andare a parare da nessuna parte, già l'horror è un genere difficile di suo, se in più non lo sviluppi a dovere stiamo freschi! Inoltre la versione televisiva era devastata da censure. Io ho ovviamente atteso la versione dvd, per tentare di godermelo quanto meno in versione integrale guardando gli episodi tutti di fila per un complessivo di 48 minuti, peccato che tutta la mia buona volontà non sia bastata visto che la storia risulta comunque priva di qualunque contenuto, inconcludente, insufficiente e poco interessante. Per quel poco che mi è dato sapere credo che nemmeno una versione canonica potesse rendere questa storia coinvolgente a meno che, nello svilupparsi, non vengano posti in ballo altri elementi che le diano un tantino più di spessore, da parte mia vi è davvero poca curiosità in merito ma i gusti sono vari, qualcuno che la apprezzi lo troverà di certo!
Parliamo un po' del lato tecnico: la grafica non è poi cosi malvagia, sarà che ho visto corti o addirittura serie animati molto peggio; mi piacciono anche i colori che vengono utilizzati. Il chara l'ho apprezzato, è molto carino. Anche l'opening e la ending le ho trovate piacevoli, praticamente gli unici lati positivi di tutta la serie sono concentrati in queste poche righe.
Non la consiglierei, a meno che si ha del tempo libero e lo si vuole occupare con qualcosa di malsano, allora Pupa è la scelta più giusta!
Ci sono anime timidi, anime tendenti al solipsismo, anime di un'inverecondia più unica che rara e anime che, infine, sembrano voler dire allo spettatore: "Non preferiresti dei deliziosi cereali Cheerios?". È per l'appunto a quest'ultima categoria che appartiene "Pupa", quarantotto neghittosi minuti di nonsense e censure a caso che, più che una pubblicità all'omonimo manga di Sayaka Motegi (che dopo quest'esperienza mi manca il coraggio di recuperare), mi sentirei di definire un disservizio a metà fra il maldestro e il proditorio. "L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare": da sua conterranea mi secca, e non poco, scomodare Bartali per siffatta bozzima in movimento, ma se si eccettuano le imprecazioni è davvero tutto ciò che se ne può dire a caldo. Perché non "punirla" con il silenzio, allora? Perché sono del parere che occorra sudarsela, la misericordia, quando in questo caso a sudare è solo il cervello di chi, non sapendo a cos'andava incontro, ha voluto dare una possibilità a un titolo che, pur viziato da sottotoni non proprio family friendly a prescindere dal suo genere di appartenenza, aveva tutte le carte in regola per intrattenere senza patemi né un eccessivo impegno da ambo le parti.
A seguito di un passato di abusi e negligenze i fratelli Utsutsu e Yume Hasegawa (gentilizio che d'ora in avanti sostituirò con Braciola in onore di Maccio Capatonda e del suo "Leggerezze") hanno sviluppato un legame di una forza inusitata per due adolescenti. Utsutsu, in particolare, prende molto sul serio il suo ruolo di Onii-chan, facendo del suo meglio per proteggere la sorellina dalle brutture del mondo. Ma se un giorno Yume stessa si trasformasse in una bruttura da cui il mondo va protetto? Se entrambi si trovassero al centro di un oscuro disegno di nome Pupa? Tra orrende farfalle rosse fatte con la CGI, onnipresenti orsacchiotti dalla dubbia efficacia simbolica, scienziate pazze, marioli non meglio identificati, inabissali incongruenze, sfacciate omissioni e barbosissimi flashback l'odissea color olio esausto delle due Braciole non mancherà di procurare allo spettatore facepalm multipli misti a sbadigli e ridarella fino all'ultimo siparietto pornosoft.
Contando anche i temi d'apertura e di chiusura ogni puntata dura quattro minuti, il che, com'è ovvio, riduce drasticamente lo spazio di manovra a disposizione degli sceneggiatori ma non, ahimè, il rischio di far più danni della grandine. Per quanto infelici possano essere le circostanze, tuttavia, il livello di conoscenza dei più comuni ferri del mestiere ivi riscontrabile è semplicemente scandaloso: un buon terzo degli episodi risulta infatti devoluto a filoni narrativi poco fertili e/o mal collocati lungo una timeline che di conseguenza appare molto più frastagliata e inconsistente di quanto non già non sia. Innumerevoli, dunque, le occasioni sprecate, innumerevoli le approssimazioni, innumerevoli gli insulti all'intelligenza dello spettatore sempre più indeciso, man mano che il mistero attorno ai fratelli Braciola si infittisce, tra il pianto, la rabbia e l'ilarità. Difficilmente un OVA senza un previo turnover (leggasi: calci nel sedere a manetta o, in alternativa, una lunga nuotata nell'Acquario dei Dipendenti dell'Earth Star Entertainment) avrebbe risolto tutti i problemi, ma senz'altro avrebbe avuto più senso.
(Per chi non lo sapesse la pupa è fase intermedia tra il periodo larvale e lo stadio adulto degli insetti olometaboli, tra i quali vale la pena di annoverare la farfalla. Non è quindi del tutto campato per aria dare questo nome alla condizione di Yume, mentre nel caso di Utsutsu è comprensibile nutrire delle perplessità dal momento che, per quanto ci è dato vedere, Pupa ha su di lui effetti completamente diversi.)
A fronte di un impianto narrativo tanto disgraziato è chiaro che l'introspezione psicologica non può che latitare. Mi si consenta, a tale proposito, di sfatare un mito: dotare i propri personaggi di una qualsivoglia backstory non equivale a conferire loro una maggiore tridimensionalità. Occorre infatti andare oltre, mostrando in maniera concreta come ciò che è accaduto loro si ripercuota nel quotidiano. Nel caso specifico sappiamo che Papà Braciola picchiava Mamma Braciola davanti ai figli, a loro volta non esenti da maltrattamenti sia fisici che psicologici: qual è il rapporto di questi ultimi con le figure d'autorità? Come si relaziona Yume con l'altro sesso? Che concezione ha del ruolo della donna all'interno di una coppia? Quant'è difficile per Utsutsu sopperire alla mancanza di un modello maschile?, e via discorrendo. D'accordo, lo spazio è quello che è, ma questioni di simile rilevanza non dovrebbero avere la priorità su tutto il resto? Ahimè, si direbbe che per gli sceneggiatori sia un no, per citare Mara Maionchi. Molto meglio convogliare tutte le proprie energie nel banalizzare l'ambiguità nemmeno troppo fuori luogo del rapporto tra i Braciolini, n'est-ce-pas? Inutile dire che tutti gli altri personaggi non sono minimamente pervenuti, compresa quella macchietta semovente di Maria, che pure dovrebbe incarnare quanto di più vicino a un antagonista questa serie possa permettersi.
Anche il comparto tecnico si distingue per la sua sciatteria, con una regia tutt'altro che ispirata, una manciata di animazioni legnose a episodio, una colonna sonora che, OP ed EP a parte, si fa ricordare più che altro per la sua incapacità di rimanere impressa e uno scipitissimo doppiaggio. Del resto immagino sia difficile riuscire a dare il meglio di sé quando il menù, per così dire, prevede solo grida di dolore miste a gemiti (Utsutsu) e un "Onii-chan gnam gnam" al secondo (Yume).
In conclusione: ma perché? Sul serio, ma perché? Credo proprio che uscirò a comprarmi dei Cheerios.
A seguito di un passato di abusi e negligenze i fratelli Utsutsu e Yume Hasegawa (gentilizio che d'ora in avanti sostituirò con Braciola in onore di Maccio Capatonda e del suo "Leggerezze") hanno sviluppato un legame di una forza inusitata per due adolescenti. Utsutsu, in particolare, prende molto sul serio il suo ruolo di Onii-chan, facendo del suo meglio per proteggere la sorellina dalle brutture del mondo. Ma se un giorno Yume stessa si trasformasse in una bruttura da cui il mondo va protetto? Se entrambi si trovassero al centro di un oscuro disegno di nome Pupa? Tra orrende farfalle rosse fatte con la CGI, onnipresenti orsacchiotti dalla dubbia efficacia simbolica, scienziate pazze, marioli non meglio identificati, inabissali incongruenze, sfacciate omissioni e barbosissimi flashback l'odissea color olio esausto delle due Braciole non mancherà di procurare allo spettatore facepalm multipli misti a sbadigli e ridarella fino all'ultimo siparietto pornosoft.
Contando anche i temi d'apertura e di chiusura ogni puntata dura quattro minuti, il che, com'è ovvio, riduce drasticamente lo spazio di manovra a disposizione degli sceneggiatori ma non, ahimè, il rischio di far più danni della grandine. Per quanto infelici possano essere le circostanze, tuttavia, il livello di conoscenza dei più comuni ferri del mestiere ivi riscontrabile è semplicemente scandaloso: un buon terzo degli episodi risulta infatti devoluto a filoni narrativi poco fertili e/o mal collocati lungo una timeline che di conseguenza appare molto più frastagliata e inconsistente di quanto non già non sia. Innumerevoli, dunque, le occasioni sprecate, innumerevoli le approssimazioni, innumerevoli gli insulti all'intelligenza dello spettatore sempre più indeciso, man mano che il mistero attorno ai fratelli Braciola si infittisce, tra il pianto, la rabbia e l'ilarità. Difficilmente un OVA senza un previo turnover (leggasi: calci nel sedere a manetta o, in alternativa, una lunga nuotata nell'Acquario dei Dipendenti dell'Earth Star Entertainment) avrebbe risolto tutti i problemi, ma senz'altro avrebbe avuto più senso.
(Per chi non lo sapesse la pupa è fase intermedia tra il periodo larvale e lo stadio adulto degli insetti olometaboli, tra i quali vale la pena di annoverare la farfalla. Non è quindi del tutto campato per aria dare questo nome alla condizione di Yume, mentre nel caso di Utsutsu è comprensibile nutrire delle perplessità dal momento che, per quanto ci è dato vedere, Pupa ha su di lui effetti completamente diversi.)
A fronte di un impianto narrativo tanto disgraziato è chiaro che l'introspezione psicologica non può che latitare. Mi si consenta, a tale proposito, di sfatare un mito: dotare i propri personaggi di una qualsivoglia backstory non equivale a conferire loro una maggiore tridimensionalità. Occorre infatti andare oltre, mostrando in maniera concreta come ciò che è accaduto loro si ripercuota nel quotidiano. Nel caso specifico sappiamo che Papà Braciola picchiava Mamma Braciola davanti ai figli, a loro volta non esenti da maltrattamenti sia fisici che psicologici: qual è il rapporto di questi ultimi con le figure d'autorità? Come si relaziona Yume con l'altro sesso? Che concezione ha del ruolo della donna all'interno di una coppia? Quant'è difficile per Utsutsu sopperire alla mancanza di un modello maschile?, e via discorrendo. D'accordo, lo spazio è quello che è, ma questioni di simile rilevanza non dovrebbero avere la priorità su tutto il resto? Ahimè, si direbbe che per gli sceneggiatori sia un no, per citare Mara Maionchi. Molto meglio convogliare tutte le proprie energie nel banalizzare l'ambiguità nemmeno troppo fuori luogo del rapporto tra i Braciolini, n'est-ce-pas? Inutile dire che tutti gli altri personaggi non sono minimamente pervenuti, compresa quella macchietta semovente di Maria, che pure dovrebbe incarnare quanto di più vicino a un antagonista questa serie possa permettersi.
Anche il comparto tecnico si distingue per la sua sciatteria, con una regia tutt'altro che ispirata, una manciata di animazioni legnose a episodio, una colonna sonora che, OP ed EP a parte, si fa ricordare più che altro per la sua incapacità di rimanere impressa e uno scipitissimo doppiaggio. Del resto immagino sia difficile riuscire a dare il meglio di sé quando il menù, per così dire, prevede solo grida di dolore miste a gemiti (Utsutsu) e un "Onii-chan gnam gnam" al secondo (Yume).
In conclusione: ma perché? Sul serio, ma perché? Credo proprio che uscirò a comprarmi dei Cheerios.