Train to the End of the World
Quest'anime è stato una discreta delusione, più che altro per tutto il buon parlare che se ne faceva prima dell'uscita.
Come molte opere di genere demenziale/soprannaturale, anche in questo caso ci si poteva aspettare di tutto. In effetti, il mondo messo su a base dell'anime è effettivamente estremamente variopinto ed esageratamente grottesco, rendendo il tutto una moltitudine di scene multicolore con personaggi e ambientazioni al limite del caotico.
Da questo punto di partenza poteva venirne fuori di tutto, da un capolavoro a qualcosa da cestinare immediatamente. Ne è uscita a mio parere un'opera mediocre sotto tanti punti di vista.
Il punto debole più grande è proprio nella sceneggiatura. Possibilità infinite sono diventate sulla carta solo un ammasso di idee fantasiose buttate lì a caso più per generare curiosità e senso di caos nello spettatore.
Buona parte della serie sono episodi autoconclusivi o quasi in cui succede di tutto, ma poco di questo viene ripreso nel finale. Inoltre, ci sono pochi indizi durante il percorso, praticamente la sensazione è di un andare avanti per inerzia.
La regia al contrario regge meglio e in qualche modo mette a posto i pezzi del puzzle stralunato che è stato inventato, ma nulla di più avrebbe potuto fare.
Tecnicamente non è niente di che, tanta fantasia nei disegni e nelle ambientazioni, ma un po' di povertà nella qualità grafica; luci e colori sotto la media. Animazioni così così. In generale, si arriva alla sufficienza.
I personaggi non hanno molto tempo per crescere e men che meno si vede un approfondimento serio su nessuno di loro. Fanno il loro giusto lavoro, forse un po' fuori dalle righe, visto che perlopiù sono liceali.
Ridicoli i cattivi, potevano pensarli meglio.
Sul sonoro, belline le sigle, forse la parte migliore di tutta la serie. Per il resto, non mi è rimasto impresso nulla.
In definitiva: regia 6; sceneggiatura 3; design 6; caratterizzazione dei personaggi 5; sonoro 6,5; finale 5,3.
Non saprei veramente a chi consigliarlo, anzi lo sconsiglio in generale.
Come molte opere di genere demenziale/soprannaturale, anche in questo caso ci si poteva aspettare di tutto. In effetti, il mondo messo su a base dell'anime è effettivamente estremamente variopinto ed esageratamente grottesco, rendendo il tutto una moltitudine di scene multicolore con personaggi e ambientazioni al limite del caotico.
Da questo punto di partenza poteva venirne fuori di tutto, da un capolavoro a qualcosa da cestinare immediatamente. Ne è uscita a mio parere un'opera mediocre sotto tanti punti di vista.
Il punto debole più grande è proprio nella sceneggiatura. Possibilità infinite sono diventate sulla carta solo un ammasso di idee fantasiose buttate lì a caso più per generare curiosità e senso di caos nello spettatore.
Buona parte della serie sono episodi autoconclusivi o quasi in cui succede di tutto, ma poco di questo viene ripreso nel finale. Inoltre, ci sono pochi indizi durante il percorso, praticamente la sensazione è di un andare avanti per inerzia.
La regia al contrario regge meglio e in qualche modo mette a posto i pezzi del puzzle stralunato che è stato inventato, ma nulla di più avrebbe potuto fare.
Tecnicamente non è niente di che, tanta fantasia nei disegni e nelle ambientazioni, ma un po' di povertà nella qualità grafica; luci e colori sotto la media. Animazioni così così. In generale, si arriva alla sufficienza.
I personaggi non hanno molto tempo per crescere e men che meno si vede un approfondimento serio su nessuno di loro. Fanno il loro giusto lavoro, forse un po' fuori dalle righe, visto che perlopiù sono liceali.
Ridicoli i cattivi, potevano pensarli meglio.
Sul sonoro, belline le sigle, forse la parte migliore di tutta la serie. Per il resto, non mi è rimasto impresso nulla.
In definitiva: regia 6; sceneggiatura 3; design 6; caratterizzazione dei personaggi 5; sonoro 6,5; finale 5,3.
Non saprei veramente a chi consigliarlo, anzi lo sconsiglio in generale.
Dopo che l’attivazione della rete 7G ha gettato il mondo nel caos, un gruppo di quattro ragazze parte alla ricerca di un’amica da tempo scomparsa, ma che sembrerebbe trovarsi nel quartiere di Ikebukuro, a Tokyo. A portarle fino a lì, sarà il treno della linea Seibu Ikebukuro, che collega la stazione di Agano a quella della capitale. Comincerà così un viaggio a tappe durante il quale le nostre scopriranno tanto il nuovo mondo post-7G quanto, e soprattutto, loro stesse.
La struttura della storia è semplice e sfrutta quello che è forse il tòpos narrativo più famoso e immediato di tutti: il viaggio. Non per questo tuttavia risulta banale, anzi riesce a unire in maniera originale e divertente il viaggio come itinerario fisico, al viaggio come percorso di crescita personale e di scoperta di sé. Perché alla fine è di questo che si tratta: di scoperta, di cambiamento e di accettazione reciproca. Il paesaggio assurdo, imprevedibile, talvolta spaventoso, che le ragazze di Agano si trovano ad attraversare stazione dopo stazione, non è solo quello esteriore, ma anche quello interiore, che muta radicalmente quando si cresce e può far paura proprio perché presenta qualcosa di sconosciuto.
Ecco quindi un secondo elemento intorno a cui ruota questa storia e che la rende forse così speciale: l’inaspettato, il sorprendente. Gli incontri che le nostre protagoniste faranno nel corso del viaggio avranno sempre un risvolto imprevedibile, tale da sovvertire le aspettative tanto delle ragazze quanto dello spettatore. Questo perché l’incontro con il mondo e con gli altri spesso mette di fronte all’incomprensibile, che ci sfida ad andare oltre le apparenze, oltre i nostri pregiudizi e le nostre pretese.
“Train to the End of the World” è quindi una piccola storia, semplice e divertente, senza pretese più grandi di sé, che racconta dell’imparare ad accettare sé stessi e gli altri, del non aver paura di crescere, di cambiare e di affrontare ciò che riserva il futuro.
L’unico difetto che potrei citare della serie è forse l’asimmetria nello sviluppo dei personaggi, dove Shizuru e Yoka sono particolarmente sfaccettate, mentre le altre ragazze del gruppo risultano meno approfondite. Tuttavia è una scelta che reputo comprensibile per questa storia, la quale forse non vuole mettere troppa carne al fuoco, per non risultare pretenziosa.
Il ritmo della serie è gestito bene, non ci si perde in sequenze esageratamente lunghe, né si affrettano gli sviluppi della trama, quasi come se ci si mantenesse in equilibrio tra lo slice of life e una storia d’avventura. Insomma, a mio parere una visione sicuramente piacevole, leggera e adatta a chi cerca una serie con cui passare un po’ di tempo in serenità. Nota di merito per le musiche che riflettono appieno il tono dell’anime.
P.S. Ora voglio assaggiare queste famose zucche amare di Agano.
La struttura della storia è semplice e sfrutta quello che è forse il tòpos narrativo più famoso e immediato di tutti: il viaggio. Non per questo tuttavia risulta banale, anzi riesce a unire in maniera originale e divertente il viaggio come itinerario fisico, al viaggio come percorso di crescita personale e di scoperta di sé. Perché alla fine è di questo che si tratta: di scoperta, di cambiamento e di accettazione reciproca. Il paesaggio assurdo, imprevedibile, talvolta spaventoso, che le ragazze di Agano si trovano ad attraversare stazione dopo stazione, non è solo quello esteriore, ma anche quello interiore, che muta radicalmente quando si cresce e può far paura proprio perché presenta qualcosa di sconosciuto.
Ecco quindi un secondo elemento intorno a cui ruota questa storia e che la rende forse così speciale: l’inaspettato, il sorprendente. Gli incontri che le nostre protagoniste faranno nel corso del viaggio avranno sempre un risvolto imprevedibile, tale da sovvertire le aspettative tanto delle ragazze quanto dello spettatore. Questo perché l’incontro con il mondo e con gli altri spesso mette di fronte all’incomprensibile, che ci sfida ad andare oltre le apparenze, oltre i nostri pregiudizi e le nostre pretese.
“Train to the End of the World” è quindi una piccola storia, semplice e divertente, senza pretese più grandi di sé, che racconta dell’imparare ad accettare sé stessi e gli altri, del non aver paura di crescere, di cambiare e di affrontare ciò che riserva il futuro.
L’unico difetto che potrei citare della serie è forse l’asimmetria nello sviluppo dei personaggi, dove Shizuru e Yoka sono particolarmente sfaccettate, mentre le altre ragazze del gruppo risultano meno approfondite. Tuttavia è una scelta che reputo comprensibile per questa storia, la quale forse non vuole mettere troppa carne al fuoco, per non risultare pretenziosa.
Il ritmo della serie è gestito bene, non ci si perde in sequenze esageratamente lunghe, né si affrettano gli sviluppi della trama, quasi come se ci si mantenesse in equilibrio tra lo slice of life e una storia d’avventura. Insomma, a mio parere una visione sicuramente piacevole, leggera e adatta a chi cerca una serie con cui passare un po’ di tempo in serenità. Nota di merito per le musiche che riflettono appieno il tono dell’anime.
P.S. Ora voglio assaggiare queste famose zucche amare di Agano.
"Train to the End of the World" è un anime di dodici episodi, la storia è ambientata in un mondo che, a causa di un incidente chiamato 7G avvenuto a Ikebukuro, si è trasformato in un pianeta soprannaturale e distopico, e le nostre quattro protagoniste rimaste normali viaggeranno su un treno, per ritrovare una loro vecchia amica.
L'anime è un concentrato di emozioni, a parer mio una grande sorpresa, forse il migliore della stagione, il gruppo di protagoniste funziona alla grande e l'ambientazione è incredibile.
Forse tra i difetti che posso trovare è che mi sarebbe piaciuto vedere altri personaggi, e a volte ci sono delle forzature, ma non sempre, solo a volte. Una cosa però è certa: la musica è il punto forte dell'anime, soprattutto l'opening.
In conclusione, "Train to the End of the World" riuscirà a stupirvi, con delle belle animazioni e un cast di personaggi a cui vi affezionerete (a parte delle eccezioni), e anche se troverete delle "sbavature", l'anime vi terrà sempre incollati allo schermo.
L'anime è un concentrato di emozioni, a parer mio una grande sorpresa, forse il migliore della stagione, il gruppo di protagoniste funziona alla grande e l'ambientazione è incredibile.
Forse tra i difetti che posso trovare è che mi sarebbe piaciuto vedere altri personaggi, e a volte ci sono delle forzature, ma non sempre, solo a volte. Una cosa però è certa: la musica è il punto forte dell'anime, soprattutto l'opening.
In conclusione, "Train to the End of the World" riuscirà a stupirvi, con delle belle animazioni e un cast di personaggi a cui vi affezionerete (a parte delle eccezioni), e anche se troverete delle "sbavature", l'anime vi terrà sempre incollati allo schermo.