Mahou Sensou
A un ragazzo taciturno e con pochi amici, in forte contrasto con la madre e il fratello maggiore, per cui non prova veri sentimenti e da cui, anzi, scapperebbe volentieri, all’improvviso, nel cortile della scuola, appare una liceale molto carina, e lui si ritrova nel bel mezzo di un duello tra maghi, in cui non si fa ammazzare per pochissimo. In breve, scoprirà che il mondo reale è solo una parte del mondo realmente esistente e che, in una sorta di dimensione parallela, varie fazioni di maghi si fanno la guerra per spartirsi quel che c’è ancora da spartire dopo una sorta di guerra atomica. Al nostro non pare vero di poter lasciare il mondo reale e di trasferirsi in quello magico, e anche il suo amico e la sua amica decidono di seguirlo. Si arriva così nella solita scuola di magia, e i nostri iniziano a studiare e ad affrontare la guerra. E ben presto impareranno come le varie fazioni abbiano le loro ragioni, e non sempre le cose sono come sembrano. Meglio non aggiungere altro.
Indubbiamente “Harry Potter” ha avuto un gran peso nella nascita di molte serie, e all’inizio ci si può tranquillamente aspettare una serie magari non originale, ma accettabile. E invece, con il passare degli episodi, saremo delusi. La grafica è buona, le musiche valide, ma la psicologia dei personaggi è quello che è, ovvero zero, poiché praticamente nulla viene spiegato e la loro evoluzione è nulla. Perché i due amici hanno seguito il nostro nel mondo magico e rischiano pure la vita? E via con tante altre domande. Anche la preside ragazzina ma potentissima, altro classico di questo tipo di storie, è davvero prevedibile, ma almeno riesce a sollevare un poco la situazione. La regia è nella media, bella la opening, nella media la ending. Almeno, negli ultimi episodi, avremo una sorpresa che innalzerà il ritmo, ma anch’essa è mal sfruttata e mal resa. Troppo poco e troppo tardi, si potrebbe dire.
In definitiva, siamo come in presenza di un abbozzo di serie, iniziata e subito abbandonata. E dato che un sequel non l’abbiamo avuto dopo molti anni, non mi sento di consigliare questo bozzetto, se non ai fan di Harry e delle scuole di magia. Evidentemente, anche la Madhouse non sforna capolavori, se non si impegna, ma, comunque, vi è abbastanza per arrivare al 5.
Indubbiamente “Harry Potter” ha avuto un gran peso nella nascita di molte serie, e all’inizio ci si può tranquillamente aspettare una serie magari non originale, ma accettabile. E invece, con il passare degli episodi, saremo delusi. La grafica è buona, le musiche valide, ma la psicologia dei personaggi è quello che è, ovvero zero, poiché praticamente nulla viene spiegato e la loro evoluzione è nulla. Perché i due amici hanno seguito il nostro nel mondo magico e rischiano pure la vita? E via con tante altre domande. Anche la preside ragazzina ma potentissima, altro classico di questo tipo di storie, è davvero prevedibile, ma almeno riesce a sollevare un poco la situazione. La regia è nella media, bella la opening, nella media la ending. Almeno, negli ultimi episodi, avremo una sorpresa che innalzerà il ritmo, ma anch’essa è mal sfruttata e mal resa. Troppo poco e troppo tardi, si potrebbe dire.
In definitiva, siamo come in presenza di un abbozzo di serie, iniziata e subito abbandonata. E dato che un sequel non l’abbiamo avuto dopo molti anni, non mi sento di consigliare questo bozzetto, se non ai fan di Harry e delle scuole di magia. Evidentemente, anche la Madhouse non sforna capolavori, se non si impegna, ma, comunque, vi è abbastanza per arrivare al 5.
"Mahou Sensou", letteralmente tradotto "Guerra magica", è una serie della stagione invernale 2014 composta da dodici episodi di durata canonica, tratta dall'omonima light novel scritta da Hisashi Suzuki e illustrata da Lunalia.
Takeshi Nanase è un liceale come tanti altri, sino al giorno in cui una piccola ragazza dai lunghi capelli corvini lo trasforma accidentalmente in un mago. Takeshi, insieme all'amica d'infanzia Kurumi Isoshima e al migliore amico Kazumi Ida, verrà dunque trasportato in un mondo parallelo nel quale la magia è all'ordine del giorno, e dove una grande guerra sembra essere in procinto di scoppiare.
La trama è semplice e si sviluppa discretamente bene, anche se in maniera piuttosto scontata. L'ambientazione è la più classica del genere, e le regole che governano il mondo dei maghi non posseggono particolari spunti d'originalità, ma il tutto viene comunque presentato ottimamente, in maniera chiara e facilmente comprensibile. La narrazione è fluida e il ritmo si mantiene sempre discretamente alto. I personaggi sono molti e la caratterizzazione è debole, così come la loro introspezione psicologica. Anche in questo caso, a partire dallo stesso protagonista, si ricalcano i classici stereotipi del genere, senza neanche provare ad aggiungere un qualcosa in più.
Tecnicamente il lavoro svolto è stato più che discreto, a partire dal design dei personaggi, che ad eccezione di qualche inquadratura di profilo si difende bene. Ottime le animazioni e gli effetti speciali, i combattimenti sono dinamici ed estremamente piacevoli da seguire. Il comparto sonoro è nella norma, dal doppiaggio alle OST, sino ad opening ed ending.
Ciò che si è purtroppo rivelato essere il vero punto debole della serie è il finale, a mio avviso uno dei peggiori di sempre. Non viene spiegato quasi nulla e tutto rimane in sospeso, un episodio come tanti altri per farla breve. La light novel da cui è tratta l'opera è ancora in corso, e molti volumi sono già ipoteticamente pronti per essere trasposti, ma, visto il difficile verificarsi di tale evento, la visione di queste dodici puntate è stata completamente inutile.
In conclusione, un'opera carina e leggera, ma che mi sento di sconsigliare a meno che non venga prodotta una seconda stagione, della quale non si sa ancora nulla.
Takeshi Nanase è un liceale come tanti altri, sino al giorno in cui una piccola ragazza dai lunghi capelli corvini lo trasforma accidentalmente in un mago. Takeshi, insieme all'amica d'infanzia Kurumi Isoshima e al migliore amico Kazumi Ida, verrà dunque trasportato in un mondo parallelo nel quale la magia è all'ordine del giorno, e dove una grande guerra sembra essere in procinto di scoppiare.
La trama è semplice e si sviluppa discretamente bene, anche se in maniera piuttosto scontata. L'ambientazione è la più classica del genere, e le regole che governano il mondo dei maghi non posseggono particolari spunti d'originalità, ma il tutto viene comunque presentato ottimamente, in maniera chiara e facilmente comprensibile. La narrazione è fluida e il ritmo si mantiene sempre discretamente alto. I personaggi sono molti e la caratterizzazione è debole, così come la loro introspezione psicologica. Anche in questo caso, a partire dallo stesso protagonista, si ricalcano i classici stereotipi del genere, senza neanche provare ad aggiungere un qualcosa in più.
Tecnicamente il lavoro svolto è stato più che discreto, a partire dal design dei personaggi, che ad eccezione di qualche inquadratura di profilo si difende bene. Ottime le animazioni e gli effetti speciali, i combattimenti sono dinamici ed estremamente piacevoli da seguire. Il comparto sonoro è nella norma, dal doppiaggio alle OST, sino ad opening ed ending.
Ciò che si è purtroppo rivelato essere il vero punto debole della serie è il finale, a mio avviso uno dei peggiori di sempre. Non viene spiegato quasi nulla e tutto rimane in sospeso, un episodio come tanti altri per farla breve. La light novel da cui è tratta l'opera è ancora in corso, e molti volumi sono già ipoteticamente pronti per essere trasposti, ma, visto il difficile verificarsi di tale evento, la visione di queste dodici puntate è stata completamente inutile.
In conclusione, un'opera carina e leggera, ma che mi sento di sconsigliare a meno che non venga prodotta una seconda stagione, della quale non si sa ancora nulla.
La stagione invernale 2014 non è stata una stagione brillante per quantità di titoli validi. Spesso ci sono state delle occasioni mancate ed è lecito domandarsi quanto la Madhouse abbia investito e creduto nel progetto, auspicando maggiore attenzione in futuro.
"Magical Warfare" è una serie della stagione invernale 2014 composta da dodici episodi di durata canonica. L'opera trae origine dall'omonima light novel del 2011, la quale ha ispirato un manga nel 2013.
Trama: in questa serie la trama altro non è che un pretesto per giustificare un continuo conflitto. Takeshi Nanase è uno studente con un passato oscuro che intende lasciarsi alle spalle. A causa di un trauma subìto dalla sua amica Kurumi, si finge suo fidanzato, creando la gelosia di suo fratello Gekkō. I ragazzi incontrano un giorno una ragazza mai vista prima d'ora. La ragazza (Mui) chiede il loro aiuto affinché possa salvare suo fratello dalle grinfie dei Ghost Trailer, un'associazione magica clandestina il cui scopo è sconfiggere e soverchiare la scuola di magia da cui proviene. Da quel momento in poi, i ragazzi scopriranno di possedere determinate abilità magiche e si uniranno a Mui in una serie di battaglie per la liberazione di suo fratello.
Grafica: tra alti e bassi il comparto grafico svolge il suo dovere. Le ambientazioni sono realizzate piuttosto bene, con una discreta varietà e una buona cura per i dettagli. Le animazioni sanno essere fluide e frenetiche quando vogliono loro, poiché talvolta presentano dei cali. Il character design non sarebbe malvagio, se fosse stata prestata maggior cura nella resa grafica dei personaggi (in particolar modo dei loro corpi). Weapon design molto gradevole.
Sonoro: la parte migliore di tutta la serie. Il livello sonoro è qualitativamente molto elevato. L'opening richiama le sonorità fantasy, mente l'ending è un vero e proprio tripudio, un giro di basso pazzesco e grande energia sonora (molto belle anche le animazioni della sigla). OST molto calzanti, aggressive e coinvolgenti, perfette per i vari combattimenti. Effetti sonori molto appropriati. Doppiaggio più che egregio.
Personaggi: probabilmente l'epiteto "carne da macello" risulta quanto mai calzante. I personaggi non servono tanto a loro stessi, quanto piuttosto alle battaglie che devono sostenere. La caratterizzazione non è approfondita (se non tramite qualche accenno al passato), il fattore introspettivo/psicologico s'attesta su livelli percettibili. Il fattore evolutivo verte più che altro sulla capacità di saper acquisire nuovi poteri e nuove abilità. L'interazione a livello di battaglie è buona, scende quando queste ultime non sono presenti.
Sceneggiatura: tutta l'opera è quasi del tutto focalizzata sul fornire il maggior numero di pretesti per scatenare dei conflitti e far combattere i personaggi. La gestione temporale punta molto sulla linearità e sull'evitare (per quanto possibile) i salti temporali. I flashback invece non mancano mai e servono per acuire ulteriormente i conflitti. Menzione particolare per il ritmo, quasi sempre frenetico. Accade una mole di eventi notevole per ogni episodio e la frenesia enfatizza a suo modo la sovrabbondanza delle scene d'azione e dei combattimenti. È presente un modesto quantitativo di fanservice. I dialoghi sono accettabili.
Finale: pur avendo destato un discreto interesse per via delle ultime rivelazioni e degli svolgimenti della storia, il finale risulta quanto mai aperto, accennando a un nuovo arco narrativo ambientato nel 1998, dove si sa pochissimo, a parte qualche accenno sulla madre di Takeshi e Gekkō.
In sintesi, probabilmente la seconda serie di "Magical Warfare" non verrà mai alla luce, costringendo gli appassionati della serie a ripiegare sul manga o sulla light novel. Se invece la Madhouse deciderà di investire su questa serie e un'eventuale seconda serie dovesse apparire, questa recensione sarà sostituita con una più aggiornata. Al netto dei difetti quest'opera si rivela essere un discreto intrattenimento, consigliato soprattutto a coloro che adorano le scene d'azione con una grande quantità di combattimenti, violenza, morte, e distruzione, accantonando quasi del tutto qualsiasi esigenza di trama o di empatia verso i personaggi.
"Magical Warfare" è una serie della stagione invernale 2014 composta da dodici episodi di durata canonica. L'opera trae origine dall'omonima light novel del 2011, la quale ha ispirato un manga nel 2013.
Trama: in questa serie la trama altro non è che un pretesto per giustificare un continuo conflitto. Takeshi Nanase è uno studente con un passato oscuro che intende lasciarsi alle spalle. A causa di un trauma subìto dalla sua amica Kurumi, si finge suo fidanzato, creando la gelosia di suo fratello Gekkō. I ragazzi incontrano un giorno una ragazza mai vista prima d'ora. La ragazza (Mui) chiede il loro aiuto affinché possa salvare suo fratello dalle grinfie dei Ghost Trailer, un'associazione magica clandestina il cui scopo è sconfiggere e soverchiare la scuola di magia da cui proviene. Da quel momento in poi, i ragazzi scopriranno di possedere determinate abilità magiche e si uniranno a Mui in una serie di battaglie per la liberazione di suo fratello.
Grafica: tra alti e bassi il comparto grafico svolge il suo dovere. Le ambientazioni sono realizzate piuttosto bene, con una discreta varietà e una buona cura per i dettagli. Le animazioni sanno essere fluide e frenetiche quando vogliono loro, poiché talvolta presentano dei cali. Il character design non sarebbe malvagio, se fosse stata prestata maggior cura nella resa grafica dei personaggi (in particolar modo dei loro corpi). Weapon design molto gradevole.
Sonoro: la parte migliore di tutta la serie. Il livello sonoro è qualitativamente molto elevato. L'opening richiama le sonorità fantasy, mente l'ending è un vero e proprio tripudio, un giro di basso pazzesco e grande energia sonora (molto belle anche le animazioni della sigla). OST molto calzanti, aggressive e coinvolgenti, perfette per i vari combattimenti. Effetti sonori molto appropriati. Doppiaggio più che egregio.
Personaggi: probabilmente l'epiteto "carne da macello" risulta quanto mai calzante. I personaggi non servono tanto a loro stessi, quanto piuttosto alle battaglie che devono sostenere. La caratterizzazione non è approfondita (se non tramite qualche accenno al passato), il fattore introspettivo/psicologico s'attesta su livelli percettibili. Il fattore evolutivo verte più che altro sulla capacità di saper acquisire nuovi poteri e nuove abilità. L'interazione a livello di battaglie è buona, scende quando queste ultime non sono presenti.
Sceneggiatura: tutta l'opera è quasi del tutto focalizzata sul fornire il maggior numero di pretesti per scatenare dei conflitti e far combattere i personaggi. La gestione temporale punta molto sulla linearità e sull'evitare (per quanto possibile) i salti temporali. I flashback invece non mancano mai e servono per acuire ulteriormente i conflitti. Menzione particolare per il ritmo, quasi sempre frenetico. Accade una mole di eventi notevole per ogni episodio e la frenesia enfatizza a suo modo la sovrabbondanza delle scene d'azione e dei combattimenti. È presente un modesto quantitativo di fanservice. I dialoghi sono accettabili.
Finale: pur avendo destato un discreto interesse per via delle ultime rivelazioni e degli svolgimenti della storia, il finale risulta quanto mai aperto, accennando a un nuovo arco narrativo ambientato nel 1998, dove si sa pochissimo, a parte qualche accenno sulla madre di Takeshi e Gekkō.
In sintesi, probabilmente la seconda serie di "Magical Warfare" non verrà mai alla luce, costringendo gli appassionati della serie a ripiegare sul manga o sulla light novel. Se invece la Madhouse deciderà di investire su questa serie e un'eventuale seconda serie dovesse apparire, questa recensione sarà sostituita con una più aggiornata. Al netto dei difetti quest'opera si rivela essere un discreto intrattenimento, consigliato soprattutto a coloro che adorano le scene d'azione con una grande quantità di combattimenti, violenza, morte, e distruzione, accantonando quasi del tutto qualsiasi esigenza di trama o di empatia verso i personaggi.
Avevo cominciato la visione di questo Mahou Sensou in quanto attratto dalla sua locandina che ricordava, seppur vagamente, un anime che avevo avuto modo di apprezzare moltissimo in passato, e cioè Shakugan no Shana. Con queste premesse le probabilità di andare incontro ad una cocente delusione erano altissime in quanto, inconsciamente, in questi casi si viene ad innescare una sorta di antipatia automatica verso quello che si sta vedendo in quanto diverso da quello che si sperava di vedere. Nonostante questo, per circa i tre quarti degli episodi che lo compongono, avevo avuto modo di apprezzare questo anime che prometteva una storia articolata e non scontata, composta da un cast di personaggi abbastanza interessanti e che aveva nelle scene di azione il suo punto di forza. Poi, però, senza che riuscissi a farmene una ragione la trama viene devastata da una serie di scelte senza capo nè coda fino a scivolare verso un finale che non merita alcun commento.
Takeshi Nanase è un normalissimo studente liceale che viene catapultato nel mondo dei maghi dopo un incontro con tanto di bacio con una certa Mui Aiba. Attraverso la ragazza egli verrà a conoscenza di una verità scioccante: per impedire la distruzione del mondo per mano di un potente mago il mondo è stato diviso in due, il mondo vivente ed il mondo degradato. Nel primo i non maghi trascorrevano normalmente le proprie vite mentre nel secondo, completamente distrutto, i maghi continuavano la loro guerra fra fazioni. Takeshi, dal canto suo, ha una vita familiare piuttosto deprimente: a causa di un incidente capitato a suo fratello Gekkou e di cui Takeshi sembra essere responsabile, il ragazzo viene emarginato dai suoi familiari e per questo desidera ardentemente di lasciare la casa materna. Per cui, quando insieme alla sua finta ragazza Kurumi Isoshima e al suo amico Kazumi Ida dovrà scegliere se dimenticare tutto e tornare alla vita di prima o restare nel mondo dei maghi, Takashi non avrà nessun tentennamento nello scegliere la seconda opzione.
Avevo molto gradito questa impostazione, che prometteva risvolti interessanti e che si svolgeva in modo tale da trasmettere allo spettatore la sensazione che qualcosa d'importante potesse accadere in qualsiasi momento. Da questo punto di vista Mahou Sensou non delude affatto; anzi semmai finisce per complicarsi inutilmente la vita nel tentativo di dare corpo a tutto il suo enorme potenziale. Poi, però, inspiegabilmente, il disastro: cominciano ad apparire scene senza senso di cui ci si dimentica un attimo dopo, la narrazione perde coerenza e vengono adottate certe scelte azzardate che sembrano da subito troppo inverosimili. Senza entrare troppo nel dettaglio gli autori dovrebbero spiegare, ad esempio, come mai le sorti di una guerra millenaria vengono lasciate nelle mani di un gruppo di ragazzotti alle prime armi: dove sono finiti i potenti maghi di cui si parlava all'inizio?
Ma la cosa più irritante è il finale aperto: inevitabilmente ci sarà una seconda serie ma tenendo conto dei tempi di produzione credo che, quando questa sarà disponibile, avrò dimenticato almeno i due terzi di una trama obiettivamente non semplice. Lasciare il finale così,senza far capire il classico fico secco penso risulterà, alla lunga, controproducente, in quanto lascia una cattiva sensazione nella mente dello spettatore: io personalmente non credo che avrò voglia di rinfrescarmi tutto per cui non credo che mi metterò a guardare la seconda serie. Poi non si sa mai, ovviamente.
Penso sinceramente che Mahou Sensou rappresenti un'occasione sprecata di creare un anime di buona qualità; la sufficienza la raggiunge ma, a mio avviso, poteva ambire a molto di più.
Takeshi Nanase è un normalissimo studente liceale che viene catapultato nel mondo dei maghi dopo un incontro con tanto di bacio con una certa Mui Aiba. Attraverso la ragazza egli verrà a conoscenza di una verità scioccante: per impedire la distruzione del mondo per mano di un potente mago il mondo è stato diviso in due, il mondo vivente ed il mondo degradato. Nel primo i non maghi trascorrevano normalmente le proprie vite mentre nel secondo, completamente distrutto, i maghi continuavano la loro guerra fra fazioni. Takeshi, dal canto suo, ha una vita familiare piuttosto deprimente: a causa di un incidente capitato a suo fratello Gekkou e di cui Takeshi sembra essere responsabile, il ragazzo viene emarginato dai suoi familiari e per questo desidera ardentemente di lasciare la casa materna. Per cui, quando insieme alla sua finta ragazza Kurumi Isoshima e al suo amico Kazumi Ida dovrà scegliere se dimenticare tutto e tornare alla vita di prima o restare nel mondo dei maghi, Takashi non avrà nessun tentennamento nello scegliere la seconda opzione.
Avevo molto gradito questa impostazione, che prometteva risvolti interessanti e che si svolgeva in modo tale da trasmettere allo spettatore la sensazione che qualcosa d'importante potesse accadere in qualsiasi momento. Da questo punto di vista Mahou Sensou non delude affatto; anzi semmai finisce per complicarsi inutilmente la vita nel tentativo di dare corpo a tutto il suo enorme potenziale. Poi, però, inspiegabilmente, il disastro: cominciano ad apparire scene senza senso di cui ci si dimentica un attimo dopo, la narrazione perde coerenza e vengono adottate certe scelte azzardate che sembrano da subito troppo inverosimili. Senza entrare troppo nel dettaglio gli autori dovrebbero spiegare, ad esempio, come mai le sorti di una guerra millenaria vengono lasciate nelle mani di un gruppo di ragazzotti alle prime armi: dove sono finiti i potenti maghi di cui si parlava all'inizio?
Ma la cosa più irritante è il finale aperto: inevitabilmente ci sarà una seconda serie ma tenendo conto dei tempi di produzione credo che, quando questa sarà disponibile, avrò dimenticato almeno i due terzi di una trama obiettivamente non semplice. Lasciare il finale così,senza far capire il classico fico secco penso risulterà, alla lunga, controproducente, in quanto lascia una cattiva sensazione nella mente dello spettatore: io personalmente non credo che avrò voglia di rinfrescarmi tutto per cui non credo che mi metterò a guardare la seconda serie. Poi non si sa mai, ovviamente.
Penso sinceramente che Mahou Sensou rappresenti un'occasione sprecata di creare un anime di buona qualità; la sufficienza la raggiunge ma, a mio avviso, poteva ambire a molto di più.
"Mahou Sensou" costituisce uno di quegli strani esemplari che dividono il mio povero cuore tra la meraviglia per una serie dalle potenzialità estremamente alte e la delusione per un anime che non è riuscito a esprimerle compiutamente.
Avviso già che, nonostante le numerose pecche e i difetti evidenti (soprattutto sul piano grafico), il mio giudizio finale risulta comunque discreto, in quanto un anime è bello quando appassiona e riesce a catturare lo spettatore. Certamente un buon disegno concorre a migliorare l'effetto finale, ma questo non deve essere né un fattore vincolante né l'unico elemento di qualità.
La trama è alquanto originale, almeno secondo il mio parere personale. Inizia tutto quando Takeshi Nanase, un ragazzo delle superiori dalla difficile vita famigliare (sembra essere odiato sia dal fratello che dalla madre), incontra Mui Aiba, una giovane maga.
Il loro incontro è alquanto movimentato, Mui infatti, inciampando, bacia inavvertitamente Takeshi…un normale incidente? Così sembrerebbe, se non fosse che, da questo contatto, il ragazzo riuscirà a vedere quel mondo che prima gli era precluso. Un mondo pieno di magia e strani poteri.
Takeshi, insieme al suo amico Kazumi Ida e la sua ragazza Kurumi Isoshima, seguirà Mui in una dimensione parallela, in cui varie fazioni di maghi si scontrano per ottenere il potere.
Il gruppetto entrerà in una scuola per maghi, ma la situazione non risulterà per nulla tranquilla. Mui è alla ricerca disperata del fratello maggiore che, inaspettatamente, è passato alla fazione nemica, inoltre le giornate dei ragazzi saranno turbate anche dai problemi di cuori.
Mui si innamora di Takeshi e, allo stesso tempo, si scopre che Isoshima non è la sua vera ragazza, dando così avvio a una vera e propria battaglia tra le due maghette, per nulla intezionate ad abbandonare il proprio amore.
Le vicende proseguono anche abbastanza speditamente (forse troppo) e, come detto prima, devo ammettere di aver apprezzato la trama nella sua compiutezza. Il fatto di dover rappresentare il tutto in solo dodici episodi può costituire un freno e di ciò si deve tener conto nella valutazione finale.
Il triangolo amoroso, su cui si insiste notevolmente nel corso della seria, può essere apprezzato o meno, ma questo dipende dai gusti di ogni singola persona. Per quanto riguarda il sottoscritto, ciò non deve essere considerato come un difetto, anzi, un tocco di sentimentalismo può costituire un'aggiunta ad un anime che, altrimenti, risulterebbe monotematico.
Arriva il momento delle qualità grafiche…pessime purtroppo. La regia in sé non è male, ma i disegni presentano errori considerevoli e inspiegabili, vista la loro rilevanza. Ovviamente questo elemento pregiudica solo parzialmente il mio giudizio, ma non può essere estromesso, in quanto costituente dell'anime stesso.
Le musiche sono molto carine e, ammetto, che le scene di combattimento e le varie magie sono realizzate in maniera più che discreta. Insomma… peccato per la poca cura dei particolari.
In conclusione, nonostante i vari difetti, ne consiglio comunque la visione. I personaggi sono bene analizzati (per quanto riguarda il carattere e i sentimenti) e il colpo di scena finale mi ha letteralmente lasciato a bocca aperta. Gli ultimi cinque minuti hanno aumentato la mia valutazione di un voto intero e, seppure tutto rimane aperto e senza un'apparente conclusione, lo sconvolgimento finale mi ha lasciato nell'animo un desiderio estremo di vedere come andranno a finire le cose.
Spero ardentemente in una seconda serie proprio per questa fine-non fine, che mi ha lasciato con un sapore agrodolce in bocca e ha stimolato ancor di più la mia fantasia su una possibile conclusione. Tutto è ancora aperto, ma ciò, a mio avviso, non è considerabile come un elemento negativo.
Voto finale: 7
Avviso già che, nonostante le numerose pecche e i difetti evidenti (soprattutto sul piano grafico), il mio giudizio finale risulta comunque discreto, in quanto un anime è bello quando appassiona e riesce a catturare lo spettatore. Certamente un buon disegno concorre a migliorare l'effetto finale, ma questo non deve essere né un fattore vincolante né l'unico elemento di qualità.
La trama è alquanto originale, almeno secondo il mio parere personale. Inizia tutto quando Takeshi Nanase, un ragazzo delle superiori dalla difficile vita famigliare (sembra essere odiato sia dal fratello che dalla madre), incontra Mui Aiba, una giovane maga.
Il loro incontro è alquanto movimentato, Mui infatti, inciampando, bacia inavvertitamente Takeshi…un normale incidente? Così sembrerebbe, se non fosse che, da questo contatto, il ragazzo riuscirà a vedere quel mondo che prima gli era precluso. Un mondo pieno di magia e strani poteri.
Takeshi, insieme al suo amico Kazumi Ida e la sua ragazza Kurumi Isoshima, seguirà Mui in una dimensione parallela, in cui varie fazioni di maghi si scontrano per ottenere il potere.
Il gruppetto entrerà in una scuola per maghi, ma la situazione non risulterà per nulla tranquilla. Mui è alla ricerca disperata del fratello maggiore che, inaspettatamente, è passato alla fazione nemica, inoltre le giornate dei ragazzi saranno turbate anche dai problemi di cuori.
Mui si innamora di Takeshi e, allo stesso tempo, si scopre che Isoshima non è la sua vera ragazza, dando così avvio a una vera e propria battaglia tra le due maghette, per nulla intezionate ad abbandonare il proprio amore.
Le vicende proseguono anche abbastanza speditamente (forse troppo) e, come detto prima, devo ammettere di aver apprezzato la trama nella sua compiutezza. Il fatto di dover rappresentare il tutto in solo dodici episodi può costituire un freno e di ciò si deve tener conto nella valutazione finale.
Il triangolo amoroso, su cui si insiste notevolmente nel corso della seria, può essere apprezzato o meno, ma questo dipende dai gusti di ogni singola persona. Per quanto riguarda il sottoscritto, ciò non deve essere considerato come un difetto, anzi, un tocco di sentimentalismo può costituire un'aggiunta ad un anime che, altrimenti, risulterebbe monotematico.
Arriva il momento delle qualità grafiche…pessime purtroppo. La regia in sé non è male, ma i disegni presentano errori considerevoli e inspiegabili, vista la loro rilevanza. Ovviamente questo elemento pregiudica solo parzialmente il mio giudizio, ma non può essere estromesso, in quanto costituente dell'anime stesso.
Le musiche sono molto carine e, ammetto, che le scene di combattimento e le varie magie sono realizzate in maniera più che discreta. Insomma… peccato per la poca cura dei particolari.
In conclusione, nonostante i vari difetti, ne consiglio comunque la visione. I personaggi sono bene analizzati (per quanto riguarda il carattere e i sentimenti) e il colpo di scena finale mi ha letteralmente lasciato a bocca aperta. Gli ultimi cinque minuti hanno aumentato la mia valutazione di un voto intero e, seppure tutto rimane aperto e senza un'apparente conclusione, lo sconvolgimento finale mi ha lasciato nell'animo un desiderio estremo di vedere come andranno a finire le cose.
Spero ardentemente in una seconda serie proprio per questa fine-non fine, che mi ha lasciato con un sapore agrodolce in bocca e ha stimolato ancor di più la mia fantasia su una possibile conclusione. Tutto è ancora aperto, ma ciò, a mio avviso, non è considerabile come un elemento negativo.
Voto finale: 7
Nel mezzo della stagione invernale del 2014 appare questo titolo: Mahou Sensou, e ho deciso di guardarlo convinto che sarebbe stato uno dei pochi anime a salvarsi in questa scadente stagione che ha visto serie di bassissimo spessore e pochi di rilievo. All'inizio pensavo di aver fatto la scelta giusta e ho tirato un sospiro di sollievo, ma dopo qualche episodio..., be' meglio andare con ordine.
La trama di questo anime è un misto tra classico e originale: un ragazzo di nome Takeshi (come il famoso castello) sta vagando spensierato nel giardino della scuola quando incontra questa ragazzina di nome Mui che è inseguita da tre ragazzi di cui uno sarà un "quasi-cattivo" per tutta la serie. Giustamente Takeshi cerca di salvare la ragazzina dalle grinfie di questi inseguitori e ben presto si accorgerà che tutti e 4 hanno dei poteri magici e venendo colpito da uno di questi attacchi e diventa a sua volta un mago. La stessa sorte toccherà ad altri due personaggi amici del protagonisti che sono Isoshima, una ragazza che si finge la ragazza di Takeshi per evitare lusinghe poco desiderate e Ida che è semplicemente lo scemo del gruppo che in ogni anime che si rispetti (o quasi) ci deve essere.
Una volta finito lo scontro i tre nuovi maghi dovranno frequentare una scuola di magia per imparare ad usare i loro nuovi poteri e da lì a poco si ritroveranno coinvolti in varie battaglie per scopi altrettanto veri, primo tra tutti, salvare il fratello di Mui dalla scuola rivale che gli ha fatto il lavaggio del cervello.
Riassunta la parte iniziale della trama, c'è da dire che la storia presenta si degli elementi piuttosto nuovi ma è anche vero che le basi di questa storia si sono già sentite in tanti altri anime che avevano come tema principale la magia, quindi il tutto risultava alla fine un qualcosa di già visto e certe cose le potete facilmente intuire e quanto si pensa che accada qualche colpo di scena si rimane delusi nel vedere sempre la solita pappardella.
Ma ora giustifico il voto che ho messo a questa serie e dunque vi descrivo le due cose che mi hanno particolarmente disturbato durante la visione: il primo e il più frequente problema sono i disegni. C'è da dire che io solitamente non tendo ad analizzare questi aspetti tecnici perché non penso di averne le capacità, ma nonostante questo devo dire che il mio occhio inesperto ha notato dei difetti che penso tutti avrebbero potuto percepire, difetti che vanno dai tratti troppo grossi, in particolare le volti in lontananza e forse particolarmente in quelli femminili, e oltre a questo molte parti anatomiche dei personaggi sono fatte maluccio, sopratutto le braccia.
Il secondo difetto di questo anime risiede nello sviluppo della storia e in particolare nel finale. La storia si sviluppa in modo non tanto lineare ma il problema più problematico (scusate il bisticcio di parole) risiede nel "finale non finale", ovvero in un episodio conclusivo che poteva essere benissimo un episodio di metà serie poiché non è un vero finale e lascia in sospeso un sacco di cose.
In conclusione ritengo che questa serie partita con il piede giusto si sia rivelata alla fine un'altra grande delusione di questa stagione invernale e che a parte la parte iniziale della serie e anche la opening e l'ending che prima non avevo citato, tutto il resto è stato già visto o comunque è stato reso male. A chi piace questo genere consiglio una visione così tanto per spendere il tempo di qualche noioso pomeriggio, ma non vi aspettate chissà quale meraviglia.
La trama di questo anime è un misto tra classico e originale: un ragazzo di nome Takeshi (come il famoso castello) sta vagando spensierato nel giardino della scuola quando incontra questa ragazzina di nome Mui che è inseguita da tre ragazzi di cui uno sarà un "quasi-cattivo" per tutta la serie. Giustamente Takeshi cerca di salvare la ragazzina dalle grinfie di questi inseguitori e ben presto si accorgerà che tutti e 4 hanno dei poteri magici e venendo colpito da uno di questi attacchi e diventa a sua volta un mago. La stessa sorte toccherà ad altri due personaggi amici del protagonisti che sono Isoshima, una ragazza che si finge la ragazza di Takeshi per evitare lusinghe poco desiderate e Ida che è semplicemente lo scemo del gruppo che in ogni anime che si rispetti (o quasi) ci deve essere.
Una volta finito lo scontro i tre nuovi maghi dovranno frequentare una scuola di magia per imparare ad usare i loro nuovi poteri e da lì a poco si ritroveranno coinvolti in varie battaglie per scopi altrettanto veri, primo tra tutti, salvare il fratello di Mui dalla scuola rivale che gli ha fatto il lavaggio del cervello.
Riassunta la parte iniziale della trama, c'è da dire che la storia presenta si degli elementi piuttosto nuovi ma è anche vero che le basi di questa storia si sono già sentite in tanti altri anime che avevano come tema principale la magia, quindi il tutto risultava alla fine un qualcosa di già visto e certe cose le potete facilmente intuire e quanto si pensa che accada qualche colpo di scena si rimane delusi nel vedere sempre la solita pappardella.
Ma ora giustifico il voto che ho messo a questa serie e dunque vi descrivo le due cose che mi hanno particolarmente disturbato durante la visione: il primo e il più frequente problema sono i disegni. C'è da dire che io solitamente non tendo ad analizzare questi aspetti tecnici perché non penso di averne le capacità, ma nonostante questo devo dire che il mio occhio inesperto ha notato dei difetti che penso tutti avrebbero potuto percepire, difetti che vanno dai tratti troppo grossi, in particolare le volti in lontananza e forse particolarmente in quelli femminili, e oltre a questo molte parti anatomiche dei personaggi sono fatte maluccio, sopratutto le braccia.
Il secondo difetto di questo anime risiede nello sviluppo della storia e in particolare nel finale. La storia si sviluppa in modo non tanto lineare ma il problema più problematico (scusate il bisticcio di parole) risiede nel "finale non finale", ovvero in un episodio conclusivo che poteva essere benissimo un episodio di metà serie poiché non è un vero finale e lascia in sospeso un sacco di cose.
In conclusione ritengo che questa serie partita con il piede giusto si sia rivelata alla fine un'altra grande delusione di questa stagione invernale e che a parte la parte iniziale della serie e anche la opening e l'ending che prima non avevo citato, tutto il resto è stato già visto o comunque è stato reso male. A chi piace questo genere consiglio una visione così tanto per spendere il tempo di qualche noioso pomeriggio, ma non vi aspettate chissà quale meraviglia.
La dura vita di una fan dei seiyuu: colpa loro se inizio a vedere una serie solo per godere della voce del mio doppiatore preferito, colpa loro se l'anime è una ciofeca ma continuo a seguirlo. Non è vero, in realtà la colpa è mia e questa è la punizione del karma per aver avuto la malsana idea di vedere qualcosa solo per la voce del protagonista. Raccogli quello che semini, dicono.
Takeshi Nanase è un liceale che affronta quotidianamente dei problemi familiari dovuti al pessimo rapporto con la madre e il fratello: quest'ultimo lo accusa di aver causato l'incidente che gli fece quasi perdere l'uso di una gamba, la prima invece, osserva passivamente i propri figli nel loro star male giornaliero. Nonostante la situazione gli provochi palese sofferenza, Takeshi è un tipo abbastanza passivo e si limita a vivere la sua vita da studente assieme alla sua ragazza, la bella Kurumi Ishoshima, e all'amico Ida. Un giorno come tanti, senza apparente motivo, Takeshi si ritrova coinvolto in un bel patatrack perpetrato a colpi di magia da un omaccione muscoloso e dalla sua piccola accompagnatrice. A salvarlo ci pensa una misteriosa ragazza, Mui; durante lo scontro il ragazzo viene colpito e tra botte, capitomboli e conseguenti baci accidentali, acquisisce a sua volta i poteri magici. Da quel momento i tre ragazzi, assieme a Mui, saranno coinvolti nelle lotte di un mondo in cui la magia è all'ordine del giorno e in cui diverse "scuole" si danno battaglia per la supremazia.
"Mahou Sensou", ovvero la fiera dell'irritabilità, della banalità e dei cliché. La storia non parte da presupposti del tutto originali, ma mi son detta "dopotutto è sempre piacevole vedere dei giovani virgulti che vengono istruiti alle arti magiche, specialmente se, wow, il protagonista ha già una fidanzata, il che lascia presupporre l'assenza di stupidi triangoli e nuovi amori nati dal nulla". E invece no, ho toppato di nuovo.
Il problema più grosso di "Mahou Sensou" non è la trama in sé, quanto la pessima caratterizzazione dei personaggi e il susseguirsi degli eventi totalmente illogico e/o banale. I protagonisti hanno una caratterizzazione degna di un foglio di carta velina, sono antipatici, stupidi, stanno sempre a lagnarsi e a fare facce da ebeti che cadono dal pero. A capo di questa banda di eroi troviamo proprio Takeshi Nanase, uno dei protagonisti maschili più irritanti, passivi e detestabili degli ultimi anni: per tutta la durata della serie vaga desolato con la sua aria depressa, senza capire niente di chi e di cosa lo circonda, insensibile, citrullo e faccia da schiaffi. Le sue frasi ricorrenti sono "Mui!", "Isoshima…" e "Gekkou…", tre nomi propri, se siamo fortunati scopriamo pure che è capace di contare fino a dieci! Non va meglio con la protagonista femminile, Mui, classica finta santarellina che vorrebbe saltare addosso a quell'ameba di Takeshi ogni tre per due, ma non lo fa, troppo rispetto per Isoshima, così tanto rispetto che guarda caso questi due finiscono sempre in situazioni ambigue. Gli altri protagonisti, praticamente non pervenuti; se è comprensibile perché Takeshi accetti senza farsi mezza domanda di trasferirsi all'accademia di magia, non sono chiare le motivazioni di Isoshima e Ida. Dare man forte al fidanzato/amico, certo, ma si lascia casa propria per fiondarsi in mezzo ad una guerra così, su due piedi? Senza porsi domande? Senza pensare alla vita "reale"? Qualche personaggio che suscita un minimo d'interesse c'è, vedasi la direttrice o qualche nemico, ma tutto finisce lì, senza entusiasmare e incuriosire particolarmente. La trama poi procede tentoni, alcune questioni poste come fondamentali vengono risolte con due lacrimucce e un paio di "Onii-chan" che perforano le orecchie, altre situazioni sono più banali e prevedibili dello zampone a Capodanno, altri personaggi passano a comportarsi da così a cosà nel giro di un paio di episodi. Ogni situazione o atteggiamento dei personaggi sembra cambiare o risolversi dal nulla giusto per portare avanti gli episodi, senza un vero sviluppo, senza mordente e con colpi di scena prevedibilissimi. Il fanservice è poco ma è davvero inutile e irritante, Mui in uniforme da infermiera ripresa con l'inquadratura strategica è il flip table dell'anno. Ciliegina sulla torta, la serie non ha una vera e propria conclusione, difatti i dodici episodi sono praticamente un epilogo di quello che, immagino, sarà il cuore delle vicende.
La situazione non è certo migliore sul versante tecnico, difatti Madhouse sembra essere andata al risparmio con "Mahou Sensou", così tanto che i personaggi sono stati privati, 99 scene su 100, dei loro nasi. O forse i nasi c'erano, ma sentendo puzza di patacca hanno preferito defilarsi e non prendere parte a questa farsa. Il chara design è davvero anonimo, le animazioni sono povere, riciclate e scattose, il design delle armi ridicolo. Una piccola luce nelle tenebre è data dalle due sigle, specie quella finale, particolarmente bella. Gradevole anche l'aggiunta della chara song di Takeshi. Il doppiaggio presenta diversi nomi noti, ma anche il miglior seiyuu del mondo non può fare granché su personaggi che aprono bocca ma in sostanza non dicono nulla: Miyano (la causa di tutto), Fukuyama, Suzumura, Seto, nulla possono contro i loro insignificanti personaggi, risultando praticamente irriconoscibili e anonimi.
"Mahou Sensou" si chiude con un buco in mezzo alla battaglia, probabilmente la fossa biologica da cui è venuto fuori, e indica palesemente la necessità di una continuazione. Dopo le poco gentili parole di quassù potrebbe sembrare logico che non guarderò un'eventuale seconda serie, ma a volte il masochismo misto alla speranza di un miglioramento mi schiaccia prepotentemente e m'impone di proseguire, anche solo per punirmi e farmi capire quanto sia poco nobile seguire un anime per un motivo frivolo come i seiyuu. In realtà qualcosa che mi ha spinto ad arrivare fino alla fine c'è, e sarebbe anche lo stimolo per dare un'occasione ad una potenziale seconda serie: scoprire quanto ignobili e falsi possano essere i due protagonisti. Questo è l'unico input lasciatomi da questa serie, e non è certo poco, infatti il mio voto è un quattro e mezzo (arrotondato per difetto, l'antipatia con me non paga), mica tre o due.
Takeshi Nanase è un liceale che affronta quotidianamente dei problemi familiari dovuti al pessimo rapporto con la madre e il fratello: quest'ultimo lo accusa di aver causato l'incidente che gli fece quasi perdere l'uso di una gamba, la prima invece, osserva passivamente i propri figli nel loro star male giornaliero. Nonostante la situazione gli provochi palese sofferenza, Takeshi è un tipo abbastanza passivo e si limita a vivere la sua vita da studente assieme alla sua ragazza, la bella Kurumi Ishoshima, e all'amico Ida. Un giorno come tanti, senza apparente motivo, Takeshi si ritrova coinvolto in un bel patatrack perpetrato a colpi di magia da un omaccione muscoloso e dalla sua piccola accompagnatrice. A salvarlo ci pensa una misteriosa ragazza, Mui; durante lo scontro il ragazzo viene colpito e tra botte, capitomboli e conseguenti baci accidentali, acquisisce a sua volta i poteri magici. Da quel momento i tre ragazzi, assieme a Mui, saranno coinvolti nelle lotte di un mondo in cui la magia è all'ordine del giorno e in cui diverse "scuole" si danno battaglia per la supremazia.
"Mahou Sensou", ovvero la fiera dell'irritabilità, della banalità e dei cliché. La storia non parte da presupposti del tutto originali, ma mi son detta "dopotutto è sempre piacevole vedere dei giovani virgulti che vengono istruiti alle arti magiche, specialmente se, wow, il protagonista ha già una fidanzata, il che lascia presupporre l'assenza di stupidi triangoli e nuovi amori nati dal nulla". E invece no, ho toppato di nuovo.
Il problema più grosso di "Mahou Sensou" non è la trama in sé, quanto la pessima caratterizzazione dei personaggi e il susseguirsi degli eventi totalmente illogico e/o banale. I protagonisti hanno una caratterizzazione degna di un foglio di carta velina, sono antipatici, stupidi, stanno sempre a lagnarsi e a fare facce da ebeti che cadono dal pero. A capo di questa banda di eroi troviamo proprio Takeshi Nanase, uno dei protagonisti maschili più irritanti, passivi e detestabili degli ultimi anni: per tutta la durata della serie vaga desolato con la sua aria depressa, senza capire niente di chi e di cosa lo circonda, insensibile, citrullo e faccia da schiaffi. Le sue frasi ricorrenti sono "Mui!", "Isoshima…" e "Gekkou…", tre nomi propri, se siamo fortunati scopriamo pure che è capace di contare fino a dieci! Non va meglio con la protagonista femminile, Mui, classica finta santarellina che vorrebbe saltare addosso a quell'ameba di Takeshi ogni tre per due, ma non lo fa, troppo rispetto per Isoshima, così tanto rispetto che guarda caso questi due finiscono sempre in situazioni ambigue. Gli altri protagonisti, praticamente non pervenuti; se è comprensibile perché Takeshi accetti senza farsi mezza domanda di trasferirsi all'accademia di magia, non sono chiare le motivazioni di Isoshima e Ida. Dare man forte al fidanzato/amico, certo, ma si lascia casa propria per fiondarsi in mezzo ad una guerra così, su due piedi? Senza porsi domande? Senza pensare alla vita "reale"? Qualche personaggio che suscita un minimo d'interesse c'è, vedasi la direttrice o qualche nemico, ma tutto finisce lì, senza entusiasmare e incuriosire particolarmente. La trama poi procede tentoni, alcune questioni poste come fondamentali vengono risolte con due lacrimucce e un paio di "Onii-chan" che perforano le orecchie, altre situazioni sono più banali e prevedibili dello zampone a Capodanno, altri personaggi passano a comportarsi da così a cosà nel giro di un paio di episodi. Ogni situazione o atteggiamento dei personaggi sembra cambiare o risolversi dal nulla giusto per portare avanti gli episodi, senza un vero sviluppo, senza mordente e con colpi di scena prevedibilissimi. Il fanservice è poco ma è davvero inutile e irritante, Mui in uniforme da infermiera ripresa con l'inquadratura strategica è il flip table dell'anno. Ciliegina sulla torta, la serie non ha una vera e propria conclusione, difatti i dodici episodi sono praticamente un epilogo di quello che, immagino, sarà il cuore delle vicende.
La situazione non è certo migliore sul versante tecnico, difatti Madhouse sembra essere andata al risparmio con "Mahou Sensou", così tanto che i personaggi sono stati privati, 99 scene su 100, dei loro nasi. O forse i nasi c'erano, ma sentendo puzza di patacca hanno preferito defilarsi e non prendere parte a questa farsa. Il chara design è davvero anonimo, le animazioni sono povere, riciclate e scattose, il design delle armi ridicolo. Una piccola luce nelle tenebre è data dalle due sigle, specie quella finale, particolarmente bella. Gradevole anche l'aggiunta della chara song di Takeshi. Il doppiaggio presenta diversi nomi noti, ma anche il miglior seiyuu del mondo non può fare granché su personaggi che aprono bocca ma in sostanza non dicono nulla: Miyano (la causa di tutto), Fukuyama, Suzumura, Seto, nulla possono contro i loro insignificanti personaggi, risultando praticamente irriconoscibili e anonimi.
"Mahou Sensou" si chiude con un buco in mezzo alla battaglia, probabilmente la fossa biologica da cui è venuto fuori, e indica palesemente la necessità di una continuazione. Dopo le poco gentili parole di quassù potrebbe sembrare logico che non guarderò un'eventuale seconda serie, ma a volte il masochismo misto alla speranza di un miglioramento mi schiaccia prepotentemente e m'impone di proseguire, anche solo per punirmi e farmi capire quanto sia poco nobile seguire un anime per un motivo frivolo come i seiyuu. In realtà qualcosa che mi ha spinto ad arrivare fino alla fine c'è, e sarebbe anche lo stimolo per dare un'occasione ad una potenziale seconda serie: scoprire quanto ignobili e falsi possano essere i due protagonisti. Questo è l'unico input lasciatomi da questa serie, e non è certo poco, infatti il mio voto è un quattro e mezzo (arrotondato per difetto, l'antipatia con me non paga), mica tre o due.