Record of Ragnarok II
Attenzione: la recensione contiene spoiler
La seconda serie presenta degli approfondimenti di tutto rispetto che costituiscono una trama coerente e costante nel suo sviluppo, facendole fare anche un salto di qualità enorme. Infatti, come nella prima stagione, anche qui molti episodi indagano molto sul passato dei personaggi e quindi sul cambiamento del loro comportamento, e anche sui motivi che li hanno spinti a diventare quello che sono diventati. I personaggi, centro e perno delle vicende, dimostrano di avere una versatilità, una creatività, un'immaginazione e una capacità di improvvisazione impressionanti. Essi sono dinamici e potenti, e come sempre rimangono fedeli a sé stessi fino alla fine. Il risultato è che la serie trae benefici enormi. I combattimenti sono profondi, vasti, potenti e devastanti, proprio come riflesso del potenziale distruttivo che ogni personaggio dimostra di possedere e che scatena in ogni sua sfumatura e aspetto. A poco a poco forse divinità ed esseri umani cominciano a capire che forse hanno più cose in comune, nonostante le differenze enormi in termini di durata della vita: i primi possiedono poteri fuori dal comune, mentre i secondi devono faticare e accettare, sopportare e tollerare ogni tipo di ingiustizia, vessazione, tormento, tortura, angoscia, ansia, paura, terrore, fobia, privazione, povertà, miseria, disperazione, desolazione, tristezza, rabbia, ira, collera, impotenza, e questo genera un malcontento generale fatto di invidia e desiderio di vendetta, non solo degli dei, ma anche nei confronti dei propri simili. Quindi gli esseri umani dimostrano di non essere da meno e dimostrano e continuano a dimostrare che possono tenere testa ai primi. Il tutto per esprimere una richiesta semplice, cioè quella di essere aiutati, sostenuti e protetti nelle difficoltà, avversità, crisi della vita quotidiana, poiché questa è sempre piena di ostacoli, insidie che non sempre mettono le persone nelle condizioni di ragionare a mente fredda e/o con un approccio razionale.
Improvvisamente, però, il torneo prende una svolta del tutto inaspettata: durante il sesto incontro ha luogo una trasformazione e compare un essere che si pensava fosse stato distrutto. Ma chi l'ha evocato e perché? Alla fine viene sconfitto, ma rimangono queste domande.
La grafica è rimasta invariata, ovvero le inquadrature e i primi piani sui personaggi, le scene di combattimento, i movimenti e le animazioni dei disegni la fanno da padroni e danno alla vicenda il giusto brio, insieme alle ambientazioni dei flashback sui personaggi. I colori sono distribuiti in maniera abbastanza naturale, per mostrare un certo grado di fedeltà ai temi trattati nella serie.
La colonna sonora è un misto di composizioni metal, rock, musica classica, in linea con gli episodi della prima stagione, la quale descrive perfettamente gli stati di tensione, paura, rabbia, angoscia, terrore, ira, collera e impotenza, ma anche felicità, gioia, coraggio, fiducia che si manifestano nei personaggi.
I messaggi più importanti che ci vengono lasciati sono sicuramente il fatto che nella vita non ci si deve mai arrendere e che c'è una soluzione e/o più soluzioni per ogni problema che la vita, il destino e/o gli altri ci mettono sul nostro cammino. Questo ci viene fatto capire anche nei dialoghi, i quali sono ben inseriti nella vicenda e servono a farci capire lo stato emotivo e sentimentale dei personaggi, il quale ci viene anche illustrato dal narratore.
Un passo in avanti per questa serie; ora si spera che ci sarà una terza stagione, poiché molti altri punti devono essere ancora chiariti in seno questa storia. Per il momento questa stagione viene promossa a pieni voti: 10 e lode.
La seconda serie presenta degli approfondimenti di tutto rispetto che costituiscono una trama coerente e costante nel suo sviluppo, facendole fare anche un salto di qualità enorme. Infatti, come nella prima stagione, anche qui molti episodi indagano molto sul passato dei personaggi e quindi sul cambiamento del loro comportamento, e anche sui motivi che li hanno spinti a diventare quello che sono diventati. I personaggi, centro e perno delle vicende, dimostrano di avere una versatilità, una creatività, un'immaginazione e una capacità di improvvisazione impressionanti. Essi sono dinamici e potenti, e come sempre rimangono fedeli a sé stessi fino alla fine. Il risultato è che la serie trae benefici enormi. I combattimenti sono profondi, vasti, potenti e devastanti, proprio come riflesso del potenziale distruttivo che ogni personaggio dimostra di possedere e che scatena in ogni sua sfumatura e aspetto. A poco a poco forse divinità ed esseri umani cominciano a capire che forse hanno più cose in comune, nonostante le differenze enormi in termini di durata della vita: i primi possiedono poteri fuori dal comune, mentre i secondi devono faticare e accettare, sopportare e tollerare ogni tipo di ingiustizia, vessazione, tormento, tortura, angoscia, ansia, paura, terrore, fobia, privazione, povertà, miseria, disperazione, desolazione, tristezza, rabbia, ira, collera, impotenza, e questo genera un malcontento generale fatto di invidia e desiderio di vendetta, non solo degli dei, ma anche nei confronti dei propri simili. Quindi gli esseri umani dimostrano di non essere da meno e dimostrano e continuano a dimostrare che possono tenere testa ai primi. Il tutto per esprimere una richiesta semplice, cioè quella di essere aiutati, sostenuti e protetti nelle difficoltà, avversità, crisi della vita quotidiana, poiché questa è sempre piena di ostacoli, insidie che non sempre mettono le persone nelle condizioni di ragionare a mente fredda e/o con un approccio razionale.
Improvvisamente, però, il torneo prende una svolta del tutto inaspettata: durante il sesto incontro ha luogo una trasformazione e compare un essere che si pensava fosse stato distrutto. Ma chi l'ha evocato e perché? Alla fine viene sconfitto, ma rimangono queste domande.
La grafica è rimasta invariata, ovvero le inquadrature e i primi piani sui personaggi, le scene di combattimento, i movimenti e le animazioni dei disegni la fanno da padroni e danno alla vicenda il giusto brio, insieme alle ambientazioni dei flashback sui personaggi. I colori sono distribuiti in maniera abbastanza naturale, per mostrare un certo grado di fedeltà ai temi trattati nella serie.
La colonna sonora è un misto di composizioni metal, rock, musica classica, in linea con gli episodi della prima stagione, la quale descrive perfettamente gli stati di tensione, paura, rabbia, angoscia, terrore, ira, collera e impotenza, ma anche felicità, gioia, coraggio, fiducia che si manifestano nei personaggi.
I messaggi più importanti che ci vengono lasciati sono sicuramente il fatto che nella vita non ci si deve mai arrendere e che c'è una soluzione e/o più soluzioni per ogni problema che la vita, il destino e/o gli altri ci mettono sul nostro cammino. Questo ci viene fatto capire anche nei dialoghi, i quali sono ben inseriti nella vicenda e servono a farci capire lo stato emotivo e sentimentale dei personaggi, il quale ci viene anche illustrato dal narratore.
Un passo in avanti per questa serie; ora si spera che ci sarà una terza stagione, poiché molti altri punti devono essere ancora chiariti in seno questa storia. Per il momento questa stagione viene promossa a pieni voti: 10 e lode.
Ho visto sia la prima che la seconda stagione, questa è una recensione riferita ad entrambe le opere. I problemi della prima stagione ci sono anche qui.
"Record of Ragnarok" è un anime tamarro di combattimento che prometteva di offrire agli spettatori un'epica battaglia tra umani e dei, ma si rivela un prodotto deludente e con poche qualità.
La trama della serie è incentrata sul torneo divino tra gli dei e gli esseri umani, ma la maggior parte della serie è sprecata in conversazioni e flashback senza senso, che rallentano il ritmo della narrazione e rendono difficile seguire l'azione. Anche le battaglie, che dovrebbero essere il punto forte della serie, sono deludenti e poco emozionanti. I personaggi, seppur ben disegnati, sono poco animati e risultano statici nelle scene di combattimento.
Inoltre, i flashback dei personaggi sono troppo lunghi e prolungano ancora di più la già lenta trama della serie. In generale, sembra che gli autori abbiano cercato di esaltare i personaggi attraverso questi flashback, ma il risultato finale è noioso e poco coinvolgente.
Il voice over persistente risulta fastidioso, poiché spesso si sovrappone sulle voci e sulle immagini. Inoltre, il voice over risulta ridondante e ripetitivo, poiché spesso viene utilizzato per spiegare situazioni o concetti già evidenti dalle immagini o dai dialoghi.
Il character design è sicuramente ben delineato e i disegni dei personaggi sono belli e dettagliati, con particolare attenzione ai particolari e ai tratti distintivi di ogni personaggio. Tuttavia, come spesso accade in molte produzioni di questo genere, questo non basta a garantire la qualità complessiva dell'anime.
In generale, l'opera non riesce a offrire una trama avvincente e una presentazione visiva all'altezza delle aspettative. Se si cerca un anime di combattimento tamarro, avvincente e ben animato, questa serie non è la scelta giusta.
Ho trovato in generale il tutto un poco migliore rispetto alla prima stagione, forse la terza (se la faranno) mi piacerà, anche perché di base il "tamarro" c'è, ma manca azione e combattimenti animati e sensati.
"Record of Ragnarok" è un anime tamarro di combattimento che prometteva di offrire agli spettatori un'epica battaglia tra umani e dei, ma si rivela un prodotto deludente e con poche qualità.
La trama della serie è incentrata sul torneo divino tra gli dei e gli esseri umani, ma la maggior parte della serie è sprecata in conversazioni e flashback senza senso, che rallentano il ritmo della narrazione e rendono difficile seguire l'azione. Anche le battaglie, che dovrebbero essere il punto forte della serie, sono deludenti e poco emozionanti. I personaggi, seppur ben disegnati, sono poco animati e risultano statici nelle scene di combattimento.
Inoltre, i flashback dei personaggi sono troppo lunghi e prolungano ancora di più la già lenta trama della serie. In generale, sembra che gli autori abbiano cercato di esaltare i personaggi attraverso questi flashback, ma il risultato finale è noioso e poco coinvolgente.
Il voice over persistente risulta fastidioso, poiché spesso si sovrappone sulle voci e sulle immagini. Inoltre, il voice over risulta ridondante e ripetitivo, poiché spesso viene utilizzato per spiegare situazioni o concetti già evidenti dalle immagini o dai dialoghi.
Il character design è sicuramente ben delineato e i disegni dei personaggi sono belli e dettagliati, con particolare attenzione ai particolari e ai tratti distintivi di ogni personaggio. Tuttavia, come spesso accade in molte produzioni di questo genere, questo non basta a garantire la qualità complessiva dell'anime.
In generale, l'opera non riesce a offrire una trama avvincente e una presentazione visiva all'altezza delle aspettative. Se si cerca un anime di combattimento tamarro, avvincente e ben animato, questa serie non è la scelta giusta.
Ho trovato in generale il tutto un poco migliore rispetto alla prima stagione, forse la terza (se la faranno) mi piacerà, anche perché di base il "tamarro" c'è, ma manca azione e combattimenti animati e sensati.