Gamera: Rebirth
Questo è stato il primo titolo su Gamera che ho visto, e da neofita posso dire che si è trattato di un buon 50/50.
Nel senso che, preso come infarinatura sulle basi del personaggio e della sua lore è molto chiaro, specie nel mostrare le abilità e l'impatto che i vari Kaiju riversano sul mondo circostante, così come le dinamiche che legano i personaggi umani ad essi e tra loro: si comprende ogni motivazione dietro le scelte e i caratteri di ognuno, specialmente i quattro ragazzini, il cui rapporto rimanda fortemente a uno "Stand By Me" in salsa Kaiju, specie quello tra Joe e Boco. Ma dall'altro, su un piano più tecnico, le limitazioni si fanno presenti e pressanti fin da subito: pur essendo solo sei episodi, la storia impiega troppo ad ingranare, e diversi aspetti anche importanti vengono tracciati in modo troppo rapido e senza la giusta profondità.
E questo è dovuto anche al vero cruccio del tutto: il 3D.
Quando l'ho iniziata, non avevo idea che tutto fosse fatto al computer, e non ci tengo ad aprire la solita diatriba tra 2D e 3D, ma è innegabile che l'animazione nipponica guadagni molto di più col primo caso ancora oggi; non dico che non debbano continuare a sperimentare, visto che abbiamo avuto altri casi con ottimi risultati, il migliore dei quali per me è, di recente, "The First Slam Dunk"; ma questo perché si univano elementi di 3D ad altri disegnati, voluto dallo stesso Inoue che non voleva rinunciare alla potenza espressiva che solo il 2D può dare. E infatti qui il più delle volte era tutto statico, specialmente le espressioni facciali, che non trasmettevano appieno i sentimenti dei personaggi, così come i loro movimenti, costringendo ad affidarsi solo al lavoro dei doppiatori, tutti ottimi comunque.
Sul piano dei mostri invece ... c'è poco da dire, almeno qui il 3D è più funzionale, anche se non sempre al top, così come i vari scontri, che però sanno essere originali e ben congegnati, non facendo perdere mai l'attenzione.
In sostanza, una serie non malvagia, ma che poteva dare di più, sia ai fan che ai neofiti; può meritare una chance, ma solo per pura curiosità.
Nel senso che, preso come infarinatura sulle basi del personaggio e della sua lore è molto chiaro, specie nel mostrare le abilità e l'impatto che i vari Kaiju riversano sul mondo circostante, così come le dinamiche che legano i personaggi umani ad essi e tra loro: si comprende ogni motivazione dietro le scelte e i caratteri di ognuno, specialmente i quattro ragazzini, il cui rapporto rimanda fortemente a uno "Stand By Me" in salsa Kaiju, specie quello tra Joe e Boco. Ma dall'altro, su un piano più tecnico, le limitazioni si fanno presenti e pressanti fin da subito: pur essendo solo sei episodi, la storia impiega troppo ad ingranare, e diversi aspetti anche importanti vengono tracciati in modo troppo rapido e senza la giusta profondità.
E questo è dovuto anche al vero cruccio del tutto: il 3D.
Quando l'ho iniziata, non avevo idea che tutto fosse fatto al computer, e non ci tengo ad aprire la solita diatriba tra 2D e 3D, ma è innegabile che l'animazione nipponica guadagni molto di più col primo caso ancora oggi; non dico che non debbano continuare a sperimentare, visto che abbiamo avuto altri casi con ottimi risultati, il migliore dei quali per me è, di recente, "The First Slam Dunk"; ma questo perché si univano elementi di 3D ad altri disegnati, voluto dallo stesso Inoue che non voleva rinunciare alla potenza espressiva che solo il 2D può dare. E infatti qui il più delle volte era tutto statico, specialmente le espressioni facciali, che non trasmettevano appieno i sentimenti dei personaggi, così come i loro movimenti, costringendo ad affidarsi solo al lavoro dei doppiatori, tutti ottimi comunque.
Sul piano dei mostri invece ... c'è poco da dire, almeno qui il 3D è più funzionale, anche se non sempre al top, così come i vari scontri, che però sanno essere originali e ben congegnati, non facendo perdere mai l'attenzione.
In sostanza, una serie non malvagia, ma che poteva dare di più, sia ai fan che ai neofiti; può meritare una chance, ma solo per pura curiosità.
