Lady Oscar
"Lady Oscar" è uno degli anime classici più noti e riusciti, oltre che continuamente replicato, peraltro con pieno merito. Lo vidi da bambino nella sua prima messa in onda e poi più volte anche in epoche successive, da ragazzo e da adulto. Esso si lascia apprezzare a più livelli, sia per lo stile dei disegni e dell’animazione, che per la ricostruzione storica del periodo che porta alla Rivoluzione Francese, sino alla storia in sé, alle splendide musiche, ai personaggi (tutti caratterizzati e indimenticabili), alla drammaticità delle vicende e agli ideali che trasmette. Un gioiello sempre sfavillante: il mio voto è 10.
Provare a scrivere delle considerazioni su questa serie che è ormai assurta a pietra miliare dell'animazione giapponese a livello planetario potrebbe essere pleonastico; si è scritto di tutto e di più negli anni: sinossi, premesse storiche, scrittura di trama e composizione, valutazioni, scelte registiche, psicologia dei protagonisti, ecc.
Onestamente, posso aggiungere ben poco a una serie che, per l'età che ho raggiunto, ho avuto l'onore di apprezzare da bambino in TV alla prima trasmissione in Italia nel "lontanissimo" 1982, per poi rivederla a sprazzi e distrattamente nel corso degli anni, e riprenderla integralmente con una visione simile alla ingestione di uno 'shootino' dopo oltre quarant'anni dalla "prima volta".
Da bambino la serie mi aveva affascinato così tanto, da infatuarmi della protagonista e della trama, che mi permetteva di vedere in animazione la storia della Rivoluzione Francese che stavo studiano a scuola. Vedere le peripezie di Oscar, André, Maria Antonietta, e poi di tutta la miriade di personaggi che apparivano in questo "affresco" in anime di uno dei periodi più significativi della storia mondiale, che ha segnato lo spartiacque tra la Storia Moderna e quella Contemporanea (un po' quasi come la scoperta cinquecento anni prima delle Americhe), per me rappresentava qualcosa di magico. Eh già, venivo dalla visione quasi esclusiva di anime mecha ("Mazinga Z", "Il grande Mazinga", "Jeeg Robot", "Ufo Robot-Goldrake", ecc.), apparsi in TV nel secondo lustro degli anni '70, e vedere "Lady Oscar" per me ha rappresentato una sorta di illuminazione zen, sebbene non avessi la conoscenza di oggi e non fossi in grado di apprezzare certe sfumature della serie.
Ad onor del vero, di "Lady Oscar" da bambino non mi era piaciuto (e parecchio...) il finale triste: così diverso dalle altre animazioni che seguivo (non solo nipponiche), tanto da "zompare" l'ultimo episodio "flashforward" in cui Alain spiega la sorte di Oscar e André, e la voce narrante l'epilogo dell' "epopea" della monarchia francese e dei personaggi principali della serie.
Gli elementi che mi avevano impressionato favorevolmente erano: il chara-design, così diverso da altri anime, con lineamenti, animazioni, occhi/sguardi così espressivi rispetto alle produzioni del tempo; il realismo di una storia comunque romanzata e di fantasia, in cui si interseca la parte storica con quella delle storie dei personaggi, alcuni veri e alcuni di fantasia; il personaggio di Oscar François de Jarjayes, anche e soprattutto per il suo piglio e senso del dovere e dell'onore.
Sul realismo mi colpirono anche le immagini di pseudo-nudo avvolte nelle spine delle rose di Oscar nella sigla, e poi qualche scena più realistica di baci romantici (documentandomi, ho scoperto molto più tardi che la serie ha subito tagli e revisioni del doppiaggio per la censura che all'epoca era molto invasiva), che erano molto più simili a quelli di produzioni cinematografiche che ad alcuni anime tipo "Lupin III" (prima serie, quella con Fujiko) o "Daitarn III", dove i personaggi femminili erano rappresentati in chiave più ecchi e quasi comico/demenziale.
Ho voluto condividere queste considerazioni ingenue da "fanciullo", perché è doveroso per me premettere che le mia recensione sulla serie è ovviamente influenzata pesantemente dall'elemento "memoria dei tempi andati", che si sovrappongono a quello più legato al giudizio razionale e pacato di oggi, in cui, nonostante percepisca il "peso degli anni" dell'anime, tendo ad essere comunque indulgente verso un'opera cui francamente non posso muovere critiche o lamentele per come è stata scritta e sviluppata, premettendo anche che non ho ancora letto il manga shoujo "Versailles no Bara" di Riyoko Ikeda del 1972.
Avendo recuperato la serie a distanza di anni (molti...), e avendola guardata con gli occhi, la sensibilità e conoscenza di oggi, posso sostenere che si tratta di un'opera monumentale, un classico dell'animazione mondiale che rappresenta per il mio grado di conoscenza un unicum assoluto per valore tecnico e di trama, e sa trasmettere ancora oggi molteplici significati trattati con garbo e intelligenza, al netto di qualche "forzatura" di traduzione (da verificare) a causa della censura applicata alla versione tradotta in italiano.
Un esempio su tutti, il dialogo tra Oscar e André (morente), in cui lei, ormai dichiaratamente innamorata di lui e sul punto di perderlo tragicamente per sempre, più o meno afferma che l'avrebbe sposato (in Chiesa, ovviamente) e seguito ovunque, prendendosi cura di lui come una mogliettina fedele. Va bene che l'amore trasforma tutto e tutti, ma metterlo in bocca a un personaggio come è stato rappresentato Oscar fino a quel momento mi ha suscitato il dubbio che qualche "reazionario" abbia tradotto in modo "religioso" questa promessa ricca di pathos nel momento in cui Oscar aveva la consapevolezza che l'avrebbe perso per sempre... Idem il titolo, con cui Oscar viene chiamata anche formalmente: invece di utilizzare solo il grado militare (colonello/capitano) viene chiamata "madamigella", che in certi contesti fa altrettanto sorridere.
Su YouTube mi è anche capitato di riscoprire la sigla originale di "Versailles no Bara", "Bara wa Utsukushiku Chiru" - "Le rose appassiscono in bellezza", che a orecchio mi sembra migliore della versione italiana "Lady Oscar" cantata da I Cavalieri del Re, e che è orami entrata nella hall of fame of all time delle sigle al pari di altre cui mi sono affezionato da bambino (su tutte "Ufo Robot", "Daitarn III" e "Jeeg Robot"), e mi è sorta la curiosità di vedere l'anime in versione giapponese in lingua originale sottotitolata in italiano o inglese, per apprezzare meglio l'opera senza i tagli e censure applicate in Italia.
Dal punto di vista della trama, oggi mi sembra di aver capito che "Versailles no Bara" è una storia romantica tutta al femminile in cui, eccezion fatta per André e il Conte Hans Axel di Fersen, i personaggi maschili fanno un po' pena...
Potrei scrivere che si tratta di una storia romantica nel senso classico del termine (e non sentimentale) nel solco delle storie shoujo dell'epoca: tutti i personaggi femminili sono destinati a un futuro tragico attraverso sofferenze e privazioni. La stessa Maria Antonietta, pur nella frivolezza e ingenuità che la caratterizza, è infelice: si ritrova moglie e regina in tenera età di un uomo che non ama, ma nemmeno stima, tanto da infatuarsi del bel Fersen, per poi doverci dolorosamente rinunciare. E non le va bene neppure con i figli, perdendone uno per malattia e l'altra decapitata dopo la rivoluzione... E vogliamo accennare qualcosa su Oscar? Femmina che viene educata da maschio, orientata alla carriera militare, accenni di disforia di genere con uno stile e modi di fare androgini, amore per Fersen non corrisposto, capace di far infatuare le damigelle di corte e un amore tardivo e tragico con André. Letta in questo modo, la storia potrebbe essere letta concettualmente "d'avanguardia" per quei tempi, ma presenta anche delle ombre "retoriche", come la battuta molto interessata di André a Oscar durante i turbamenti di quest'ultima al ritorno di Fersen dall'America: "Una rosa è sempre una rosa anche se di colore bianco o rosso, non potrà mai essere un lillà".
Ma "Versailles no Bara" è anche un capolavoro dello stile registico: passi la prima parte sotto l'egida di T. Nagahama, meno romantica e curata a livello artistico. Quella affidata a Osamu Dezaki (oramai già celebre e conosciuto per altri capolavori quali "Ashita no Joe" a.k.a. "Rocky Joe") presenta un salto qualitativo notevole rispetto alla prima, sia a livello di di chara design sia di tecnica, con quella tecnica del tomo-e (immagine fermata) o kaki-e (immagine disegnata), consistente in quei fermi immagine di qualche secondo con un lento ampliamento dell'inquadratura, che vengono introdotti in particolari momenti salienti della trama, con una sorta di effetto pittorico dell'immagine, al fine di suscitare emozioni più profonde nello spettatore.
Non aggiungo altro per convincere chi ancora non conosce quest'opera: è "must watch" dell'animazione universale.
Onestamente, posso aggiungere ben poco a una serie che, per l'età che ho raggiunto, ho avuto l'onore di apprezzare da bambino in TV alla prima trasmissione in Italia nel "lontanissimo" 1982, per poi rivederla a sprazzi e distrattamente nel corso degli anni, e riprenderla integralmente con una visione simile alla ingestione di uno 'shootino' dopo oltre quarant'anni dalla "prima volta".
Da bambino la serie mi aveva affascinato così tanto, da infatuarmi della protagonista e della trama, che mi permetteva di vedere in animazione la storia della Rivoluzione Francese che stavo studiano a scuola. Vedere le peripezie di Oscar, André, Maria Antonietta, e poi di tutta la miriade di personaggi che apparivano in questo "affresco" in anime di uno dei periodi più significativi della storia mondiale, che ha segnato lo spartiacque tra la Storia Moderna e quella Contemporanea (un po' quasi come la scoperta cinquecento anni prima delle Americhe), per me rappresentava qualcosa di magico. Eh già, venivo dalla visione quasi esclusiva di anime mecha ("Mazinga Z", "Il grande Mazinga", "Jeeg Robot", "Ufo Robot-Goldrake", ecc.), apparsi in TV nel secondo lustro degli anni '70, e vedere "Lady Oscar" per me ha rappresentato una sorta di illuminazione zen, sebbene non avessi la conoscenza di oggi e non fossi in grado di apprezzare certe sfumature della serie.
Ad onor del vero, di "Lady Oscar" da bambino non mi era piaciuto (e parecchio...) il finale triste: così diverso dalle altre animazioni che seguivo (non solo nipponiche), tanto da "zompare" l'ultimo episodio "flashforward" in cui Alain spiega la sorte di Oscar e André, e la voce narrante l'epilogo dell' "epopea" della monarchia francese e dei personaggi principali della serie.
Gli elementi che mi avevano impressionato favorevolmente erano: il chara-design, così diverso da altri anime, con lineamenti, animazioni, occhi/sguardi così espressivi rispetto alle produzioni del tempo; il realismo di una storia comunque romanzata e di fantasia, in cui si interseca la parte storica con quella delle storie dei personaggi, alcuni veri e alcuni di fantasia; il personaggio di Oscar François de Jarjayes, anche e soprattutto per il suo piglio e senso del dovere e dell'onore.
Sul realismo mi colpirono anche le immagini di pseudo-nudo avvolte nelle spine delle rose di Oscar nella sigla, e poi qualche scena più realistica di baci romantici (documentandomi, ho scoperto molto più tardi che la serie ha subito tagli e revisioni del doppiaggio per la censura che all'epoca era molto invasiva), che erano molto più simili a quelli di produzioni cinematografiche che ad alcuni anime tipo "Lupin III" (prima serie, quella con Fujiko) o "Daitarn III", dove i personaggi femminili erano rappresentati in chiave più ecchi e quasi comico/demenziale.
Ho voluto condividere queste considerazioni ingenue da "fanciullo", perché è doveroso per me premettere che le mia recensione sulla serie è ovviamente influenzata pesantemente dall'elemento "memoria dei tempi andati", che si sovrappongono a quello più legato al giudizio razionale e pacato di oggi, in cui, nonostante percepisca il "peso degli anni" dell'anime, tendo ad essere comunque indulgente verso un'opera cui francamente non posso muovere critiche o lamentele per come è stata scritta e sviluppata, premettendo anche che non ho ancora letto il manga shoujo "Versailles no Bara" di Riyoko Ikeda del 1972.
Avendo recuperato la serie a distanza di anni (molti...), e avendola guardata con gli occhi, la sensibilità e conoscenza di oggi, posso sostenere che si tratta di un'opera monumentale, un classico dell'animazione mondiale che rappresenta per il mio grado di conoscenza un unicum assoluto per valore tecnico e di trama, e sa trasmettere ancora oggi molteplici significati trattati con garbo e intelligenza, al netto di qualche "forzatura" di traduzione (da verificare) a causa della censura applicata alla versione tradotta in italiano.
Un esempio su tutti, il dialogo tra Oscar e André (morente), in cui lei, ormai dichiaratamente innamorata di lui e sul punto di perderlo tragicamente per sempre, più o meno afferma che l'avrebbe sposato (in Chiesa, ovviamente) e seguito ovunque, prendendosi cura di lui come una mogliettina fedele. Va bene che l'amore trasforma tutto e tutti, ma metterlo in bocca a un personaggio come è stato rappresentato Oscar fino a quel momento mi ha suscitato il dubbio che qualche "reazionario" abbia tradotto in modo "religioso" questa promessa ricca di pathos nel momento in cui Oscar aveva la consapevolezza che l'avrebbe perso per sempre... Idem il titolo, con cui Oscar viene chiamata anche formalmente: invece di utilizzare solo il grado militare (colonello/capitano) viene chiamata "madamigella", che in certi contesti fa altrettanto sorridere.
Su YouTube mi è anche capitato di riscoprire la sigla originale di "Versailles no Bara", "Bara wa Utsukushiku Chiru" - "Le rose appassiscono in bellezza", che a orecchio mi sembra migliore della versione italiana "Lady Oscar" cantata da I Cavalieri del Re, e che è orami entrata nella hall of fame of all time delle sigle al pari di altre cui mi sono affezionato da bambino (su tutte "Ufo Robot", "Daitarn III" e "Jeeg Robot"), e mi è sorta la curiosità di vedere l'anime in versione giapponese in lingua originale sottotitolata in italiano o inglese, per apprezzare meglio l'opera senza i tagli e censure applicate in Italia.
Dal punto di vista della trama, oggi mi sembra di aver capito che "Versailles no Bara" è una storia romantica tutta al femminile in cui, eccezion fatta per André e il Conte Hans Axel di Fersen, i personaggi maschili fanno un po' pena...
Potrei scrivere che si tratta di una storia romantica nel senso classico del termine (e non sentimentale) nel solco delle storie shoujo dell'epoca: tutti i personaggi femminili sono destinati a un futuro tragico attraverso sofferenze e privazioni. La stessa Maria Antonietta, pur nella frivolezza e ingenuità che la caratterizza, è infelice: si ritrova moglie e regina in tenera età di un uomo che non ama, ma nemmeno stima, tanto da infatuarsi del bel Fersen, per poi doverci dolorosamente rinunciare. E non le va bene neppure con i figli, perdendone uno per malattia e l'altra decapitata dopo la rivoluzione... E vogliamo accennare qualcosa su Oscar? Femmina che viene educata da maschio, orientata alla carriera militare, accenni di disforia di genere con uno stile e modi di fare androgini, amore per Fersen non corrisposto, capace di far infatuare le damigelle di corte e un amore tardivo e tragico con André. Letta in questo modo, la storia potrebbe essere letta concettualmente "d'avanguardia" per quei tempi, ma presenta anche delle ombre "retoriche", come la battuta molto interessata di André a Oscar durante i turbamenti di quest'ultima al ritorno di Fersen dall'America: "Una rosa è sempre una rosa anche se di colore bianco o rosso, non potrà mai essere un lillà".
Ma "Versailles no Bara" è anche un capolavoro dello stile registico: passi la prima parte sotto l'egida di T. Nagahama, meno romantica e curata a livello artistico. Quella affidata a Osamu Dezaki (oramai già celebre e conosciuto per altri capolavori quali "Ashita no Joe" a.k.a. "Rocky Joe") presenta un salto qualitativo notevole rispetto alla prima, sia a livello di di chara design sia di tecnica, con quella tecnica del tomo-e (immagine fermata) o kaki-e (immagine disegnata), consistente in quei fermi immagine di qualche secondo con un lento ampliamento dell'inquadratura, che vengono introdotti in particolari momenti salienti della trama, con una sorta di effetto pittorico dell'immagine, al fine di suscitare emozioni più profonde nello spettatore.
Non aggiungo altro per convincere chi ancora non conosce quest'opera: è "must watch" dell'animazione universale.
È un capolavoro dell'animazione giapponese che merita di essere ri-scoperto (nel senso di essere visionato nella sua forma originale, senza censure, senza localizzazioni e senza musiche o doppiaggio italiani di sorta) da tutte e tutti ancora oggi. Purtroppo qualche episodio nella seconda parte (e mi riferisco soprattutto ai primi diretti da Osamu Tezuka) è un pochino invecchiato a livello di scrittura, quindi un dieci pieno mi pare difficile da assegnare, ma per il resto nulla da dire, prima parte diretta in maniera eccellente compresa.
Segnalo il fatto, stranamente non notato da nessuno, che la protagonista di questo anime (e, mi dicono, anche del manga) è Oscar di Jarjayes solo nominalmente, in quanto in realtà il personaggio che ne esce meglio fra tutti e tutte non è lei ma Maria Antonietta, femminista tutto d'un pezzo che combatte contro le prostitute e le donne affamate di potere, un'icona di stile ed eleganza, che vive una storia d'amore con un altro uomo nonostante la schifiltosa repressione maschilista della corte di Versailles (e chi ha visto film come "A Wife Confesses" di Yasuzo Masamura o "Charulata" di Ray Satyajit sa di cosa sto parlando). Generalmente, tutto quello che fa lo fa non per guadagno personale ma spinta dall'amicizia o dall'amore e, anche nel momento in cui prende le redini del potere convinta della propria fede realista, lo fa senza fare del male a nessuno (in mezzo a una marea di uomini disposti a scatenare carneficine infinite in un batter d'occhio per ottenere i propri scopi), e soprattutto senza sottomettere le proprie volontà a nessuno, suo marito e gli uomini che compongono la corte reale compresi. Oscar, dall'altra parte, è sommersa da innuendo yuri come se piovesse, ma poi finisce per fare la mogliettina docile e tenera che fa le cose perché André le dice di farlo, cosa che le femministe vecchia scuola e non mai avrebbero accettato né tuttora accetterebbero.
Fatto il distinguo su chi, secondo parere personale, è da vedersi come la vera rosa di Versailles, la serie è ancora tuttora altamente consigliata. Buon quarantesimo compleanno, "Versailles no Bara"!
Segnalo il fatto, stranamente non notato da nessuno, che la protagonista di questo anime (e, mi dicono, anche del manga) è Oscar di Jarjayes solo nominalmente, in quanto in realtà il personaggio che ne esce meglio fra tutti e tutte non è lei ma Maria Antonietta, femminista tutto d'un pezzo che combatte contro le prostitute e le donne affamate di potere, un'icona di stile ed eleganza, che vive una storia d'amore con un altro uomo nonostante la schifiltosa repressione maschilista della corte di Versailles (e chi ha visto film come "A Wife Confesses" di Yasuzo Masamura o "Charulata" di Ray Satyajit sa di cosa sto parlando). Generalmente, tutto quello che fa lo fa non per guadagno personale ma spinta dall'amicizia o dall'amore e, anche nel momento in cui prende le redini del potere convinta della propria fede realista, lo fa senza fare del male a nessuno (in mezzo a una marea di uomini disposti a scatenare carneficine infinite in un batter d'occhio per ottenere i propri scopi), e soprattutto senza sottomettere le proprie volontà a nessuno, suo marito e gli uomini che compongono la corte reale compresi. Oscar, dall'altra parte, è sommersa da innuendo yuri come se piovesse, ma poi finisce per fare la mogliettina docile e tenera che fa le cose perché André le dice di farlo, cosa che le femministe vecchia scuola e non mai avrebbero accettato né tuttora accetterebbero.
Fatto il distinguo su chi, secondo parere personale, è da vedersi come la vera rosa di Versailles, la serie è ancora tuttora altamente consigliata. Buon quarantesimo compleanno, "Versailles no Bara"!
Nel 1979 ha inizio la trasmissione dell'adattamento animato del manga di Riyoko Ikeda - "Le Rose di Versailles"; in poche parole: un capolavoro immortale!
Andiamo con ordine. Oscar nasce in una famiglia nobile, il padre voleva un maschietto, ma il destino ha voluto offrirgli un'altra figlia femmina, che però lui educherà come un maschio. Raggiunta una determinata età, Oscar verrà assoldata per difendere la futura nuova regina di Francia Maria Antonietta, man mano diventando il capitano delle guardie. La storia si snoda tra passioni, tradimenti e intrighi nella Francia della Rivoluzione Francese, riuscendo ad essere abbastanza fedele agli eventi storici, pur con determinate libertà (il manga su questo punto è molto più fedele).
L'opera è malinconica, tragica e forte nei suoi temi, sempre attuale, non sembra invecchiata neanche di un giorno, la colonna sonora è potente ed evocativa. Il character design è curato dal compianto Shingo Araki e da Michi Himeno, che ci regalano uno stile elegante e immortale al tempo stesso. La regia di Osamu Dezaki (che subentra a Tadao Nagahama in corso d'opera, anche lui molto bravo) ci regala una regia priva di sbavature, sa essere ansiosa quando vuole, romantica quando deve, e dura quando la storia lo necessita.
"Lady Oscar" è l'anime per eccellenza, va visto e letto almeno una volta nelle vita, se non anche più volte, per riuscire a comprendere sempre di più la sua immensità.
Andiamo con ordine. Oscar nasce in una famiglia nobile, il padre voleva un maschietto, ma il destino ha voluto offrirgli un'altra figlia femmina, che però lui educherà come un maschio. Raggiunta una determinata età, Oscar verrà assoldata per difendere la futura nuova regina di Francia Maria Antonietta, man mano diventando il capitano delle guardie. La storia si snoda tra passioni, tradimenti e intrighi nella Francia della Rivoluzione Francese, riuscendo ad essere abbastanza fedele agli eventi storici, pur con determinate libertà (il manga su questo punto è molto più fedele).
L'opera è malinconica, tragica e forte nei suoi temi, sempre attuale, non sembra invecchiata neanche di un giorno, la colonna sonora è potente ed evocativa. Il character design è curato dal compianto Shingo Araki e da Michi Himeno, che ci regalano uno stile elegante e immortale al tempo stesso. La regia di Osamu Dezaki (che subentra a Tadao Nagahama in corso d'opera, anche lui molto bravo) ci regala una regia priva di sbavature, sa essere ansiosa quando vuole, romantica quando deve, e dura quando la storia lo necessita.
"Lady Oscar" è l'anime per eccellenza, va visto e letto almeno una volta nelle vita, se non anche più volte, per riuscire a comprendere sempre di più la sua immensità.
"Versailes no Bara", o meglio da noi "Lady Oscar", è l'anime capolavoro diretto da Osamu Dezaki, e tratto dal manga di Riyoko Ikeda.
L'opera pone al centro della trama la sfortunata vita della regina Maria Antonietta, dal momento che lei giunse in Francia perché promessa sposa del futuro re fino alla sua triste fine. Nodo principale dell'opera è il personaggio di Oscar François de Jarjayes, cresciuta come uomo a causa di suo padre, diverrà poi il capo delle guardie reali della regina stessa. In tutte le quaranta puntate viviamo in prima persona le sensazioni degli stessi protagonisti, tra la tristezza, la gioia, l'agonia, l'angoscia, il dolore, ogni sensazione viene elevata ai massimi livelli come nessuna opera era mai riuscita a fare prima e mai nessun'altra riuscirà mai a fare.
Il comparto tecnico è d'eccellenza, nonostante sia stato realizzato nel lontano 1979 non ha nulla da invidiare agli anime più moderni, le musiche sono inoltre iconiche, basta sentirne una nota anche dopo anni e subito ci si renderà conto di ricordarsene la provenienza.
Inizialmente non venne ben accolto in patria, per poi essere riscoperto negli anni, da noi invece fu un immediato successo, anche se con diverse censure che comunque non ne intaccano la bellezza intrinseca, e ancora oggi viene ripetutamente replicato, proprio perché "Lady Oscar" è per noi una pietra miliare dell'animazione, ma non solo. L'adattamento animato è perfetto, riesce ancora meglio del manga originale ad esprimere la propria forza, seppur con qualche modifica alle vicende storiche, diversamente dal manga che di questo particolare ne fa un suo punto di forza. E per ultimo, e di certo non meno importante, Shingo Araki e Michi Himeno si occuparono del character design, riuscirono a rendere l'opera elegante e sinuosa ma tragica al tempo stesso.
Per concludere, "Lady Oscar" è un'opera magna, che va vista almeno una volta nella vita, è l'autentico capolavoro dell'animazione giapponese, di cui non se ne dovrebbe mai fare a meno.
L'opera pone al centro della trama la sfortunata vita della regina Maria Antonietta, dal momento che lei giunse in Francia perché promessa sposa del futuro re fino alla sua triste fine. Nodo principale dell'opera è il personaggio di Oscar François de Jarjayes, cresciuta come uomo a causa di suo padre, diverrà poi il capo delle guardie reali della regina stessa. In tutte le quaranta puntate viviamo in prima persona le sensazioni degli stessi protagonisti, tra la tristezza, la gioia, l'agonia, l'angoscia, il dolore, ogni sensazione viene elevata ai massimi livelli come nessuna opera era mai riuscita a fare prima e mai nessun'altra riuscirà mai a fare.
Il comparto tecnico è d'eccellenza, nonostante sia stato realizzato nel lontano 1979 non ha nulla da invidiare agli anime più moderni, le musiche sono inoltre iconiche, basta sentirne una nota anche dopo anni e subito ci si renderà conto di ricordarsene la provenienza.
Inizialmente non venne ben accolto in patria, per poi essere riscoperto negli anni, da noi invece fu un immediato successo, anche se con diverse censure che comunque non ne intaccano la bellezza intrinseca, e ancora oggi viene ripetutamente replicato, proprio perché "Lady Oscar" è per noi una pietra miliare dell'animazione, ma non solo. L'adattamento animato è perfetto, riesce ancora meglio del manga originale ad esprimere la propria forza, seppur con qualche modifica alle vicende storiche, diversamente dal manga che di questo particolare ne fa un suo punto di forza. E per ultimo, e di certo non meno importante, Shingo Araki e Michi Himeno si occuparono del character design, riuscirono a rendere l'opera elegante e sinuosa ma tragica al tempo stesso.
Per concludere, "Lady Oscar" è un'opera magna, che va vista almeno una volta nella vita, è l'autentico capolavoro dell'animazione giapponese, di cui non se ne dovrebbe mai fare a meno.
“Versailles no Bara” (letteralmente “Le Rose di Versailles”, conosciuto in Italia col titolo di “Lady Oscar”) è un anime di quaranta episodi prodotto nel 1979 dallo studio TMS Entertainment (all’epoca Tokyo Movie Shinsha) e basato sull’omonimo manga scritto e illustrato da Riyoko Ikeda. I primi diciotto episodi della serie sono stati diretti da Tadao Nagahama, mentre la regia del resto dell’opera è stata affidata a Osamu Dezaki.
La storia vede come protagonista Oscar François de Jarjayes, una ragazza che è stata cresciuta come un uomo per volere di suo padre, generale della Guardia Reale da sempre al servizio della corona di Francia. Grazie alle sue incredibili abilità, a soli quattordici anni Oscar diventa il Capitano delle Guardia Reale e riceve l’incarico di proteggere la principessa Maria Antonietta, da poco sposa dell’erede al trono Luigi XVI.
Nonostante la sua veneranda età, “Le Rose di Versailles” è un anime che riuscirebbe a far impallidire molte opere odierne per via dell’ottima fattura di comparto tecnico, personaggi e storia.
Partendo da quest’ultima, è impossibile non notare con quanta armonia, e soprattutto realismo, l’opera riesca a ripercorrere uno dei periodi storici più delicati e importanti di tutti i tempi. Abbracciando un arco di tempo di quasi vent’anni, l’anime riesce infatti a ritrarre fedelmente il panorama francese di fine ‘700 mettendone in evidenza due aspetti contrastanti che ma che coesistono: da un lato la vita di corte, caratterizzata da affascinanti balli, vestiti e gioielli preziosi, screzi tra dame e intrighi orditi da nobili assetati di gloria e potere; dall’altro la miseria e gli stenti in cui è costretto a vivere un popolo sempre più stremato e stanco della noncuranza del monarca e del suo entourage. Proprio il lento ma inesorabile cambiamento che interesserà la Francia di Luigi XVI e che culminerà con lo scoppio della Rivoluzione del 1789 sarà il fulcro della serie, nonché il palcoscenico perfetto su cui si muoveranno i diversi attori, tutti profondamente coinvolti in questa sequenza di incredibili eventi.
Quella di “Versailles no Bara” è una rosa di personaggi molto variegata: che siano nobili spietati o popolani in cerca di vendetta, che siano ispirati a personalità realmente esistite o interamente prodotto della fantasia dell’autrice, tutti appariranno estremamente veri e perfettamente caratterizzati. A rimanere più impressa sarà ovviamente la protagonista Oscar: una figura ricca di forza, coraggio e nobiltà d’animo, che però cade preda delle sue debolezze quando si tratta dell’ambigua situazione in cui è costretta a vivere fin dalla nascita; un personaggio in cui v’è una continua lotta interiore tra la parte maschile e quella femminile, tema attualissimo anche al giorno d’oggi. Altra figura degna di nota è rappresentata da Maria Antonietta, principessa e poi regina che possiede mille sfaccettature a seconda di chi la guarda: uno spirito puro e candido agli occhi della sua amata Oscar, una sovrana indegna a detta del popolo francese, una ragazza che troppe volte ha ceduto alle tentazioni di corte ma che ha saputo redimersi quando ce n’era bisogno secondo la sottoscritta.
Un ulteriore cavallo di battaglia è costituito dalla regia di Osamu Dezaki e dalla realizzazione tecnica dell’opera: impossibile non rimanere affascinati dallo stile tipico dal maestro, che predilige la staticità, l’uso di potenti e superbi fotogrammi detti “cartoline ricordo” e i primi piani sugli intensi sguardi dei personaggi per donare espressività alle varie scene. Da lodare i tanti espedienti utilizzati per ricreare i giochi di luce sull’acqua o le esplosioni, che sortiscono praticamente lo stesso effetto delle tecniche digitali largamente diffuse oggigiorno. A creare la giusta atmosfera contribuiscono anche le splendide e solenni musiche, che spesso fanno uso di strumenti più “antichi” come il clavicembalo.
Tirando le somme, “Versailles no Bara” può essere considerato uno dei capisaldi dell’animazione giapponese, un prodotto senza tempo perfettamente fruibile anche a distanza di anni. Una fortuna che io abbia messo da parte la mia riluttanza verso gli anime “vecchi” per dare un’opportunità a un’opera che si farà ricordare per la grandezza della sua storia, dei suoi personaggi e del suo comparto tecnico. Voto: 10.
La storia vede come protagonista Oscar François de Jarjayes, una ragazza che è stata cresciuta come un uomo per volere di suo padre, generale della Guardia Reale da sempre al servizio della corona di Francia. Grazie alle sue incredibili abilità, a soli quattordici anni Oscar diventa il Capitano delle Guardia Reale e riceve l’incarico di proteggere la principessa Maria Antonietta, da poco sposa dell’erede al trono Luigi XVI.
Nonostante la sua veneranda età, “Le Rose di Versailles” è un anime che riuscirebbe a far impallidire molte opere odierne per via dell’ottima fattura di comparto tecnico, personaggi e storia.
Partendo da quest’ultima, è impossibile non notare con quanta armonia, e soprattutto realismo, l’opera riesca a ripercorrere uno dei periodi storici più delicati e importanti di tutti i tempi. Abbracciando un arco di tempo di quasi vent’anni, l’anime riesce infatti a ritrarre fedelmente il panorama francese di fine ‘700 mettendone in evidenza due aspetti contrastanti che ma che coesistono: da un lato la vita di corte, caratterizzata da affascinanti balli, vestiti e gioielli preziosi, screzi tra dame e intrighi orditi da nobili assetati di gloria e potere; dall’altro la miseria e gli stenti in cui è costretto a vivere un popolo sempre più stremato e stanco della noncuranza del monarca e del suo entourage. Proprio il lento ma inesorabile cambiamento che interesserà la Francia di Luigi XVI e che culminerà con lo scoppio della Rivoluzione del 1789 sarà il fulcro della serie, nonché il palcoscenico perfetto su cui si muoveranno i diversi attori, tutti profondamente coinvolti in questa sequenza di incredibili eventi.
Quella di “Versailles no Bara” è una rosa di personaggi molto variegata: che siano nobili spietati o popolani in cerca di vendetta, che siano ispirati a personalità realmente esistite o interamente prodotto della fantasia dell’autrice, tutti appariranno estremamente veri e perfettamente caratterizzati. A rimanere più impressa sarà ovviamente la protagonista Oscar: una figura ricca di forza, coraggio e nobiltà d’animo, che però cade preda delle sue debolezze quando si tratta dell’ambigua situazione in cui è costretta a vivere fin dalla nascita; un personaggio in cui v’è una continua lotta interiore tra la parte maschile e quella femminile, tema attualissimo anche al giorno d’oggi. Altra figura degna di nota è rappresentata da Maria Antonietta, principessa e poi regina che possiede mille sfaccettature a seconda di chi la guarda: uno spirito puro e candido agli occhi della sua amata Oscar, una sovrana indegna a detta del popolo francese, una ragazza che troppe volte ha ceduto alle tentazioni di corte ma che ha saputo redimersi quando ce n’era bisogno secondo la sottoscritta.
Un ulteriore cavallo di battaglia è costituito dalla regia di Osamu Dezaki e dalla realizzazione tecnica dell’opera: impossibile non rimanere affascinati dallo stile tipico dal maestro, che predilige la staticità, l’uso di potenti e superbi fotogrammi detti “cartoline ricordo” e i primi piani sugli intensi sguardi dei personaggi per donare espressività alle varie scene. Da lodare i tanti espedienti utilizzati per ricreare i giochi di luce sull’acqua o le esplosioni, che sortiscono praticamente lo stesso effetto delle tecniche digitali largamente diffuse oggigiorno. A creare la giusta atmosfera contribuiscono anche le splendide e solenni musiche, che spesso fanno uso di strumenti più “antichi” come il clavicembalo.
Tirando le somme, “Versailles no Bara” può essere considerato uno dei capisaldi dell’animazione giapponese, un prodotto senza tempo perfettamente fruibile anche a distanza di anni. Una fortuna che io abbia messo da parte la mia riluttanza verso gli anime “vecchi” per dare un’opportunità a un’opera che si farà ricordare per la grandezza della sua storia, dei suoi personaggi e del suo comparto tecnico. Voto: 10.
"Rose of Versailles" nasce come manga nel lontano 1972, scritto da Riyoko Ikeda. Dopo il rifiuto di adattamenti vari da parte dell'autrice, nel 1979 finalmente abbiamo un adattamento anime dello studio TMS Entertainment, per la regia di Osamu Dezaki, noto soprattutto per le sue ottime capacità di adattare i manga a serie animate, dando quel tocco in più e non limitandosi solamente a copiare dal manga, ma aggiungendo anche delle tecniche registiche particolari e incisive su cui mi andrò a dilungare relativamente all'apparato tecnico. Stando a ciò che ho letto (poiché non ho letto il manga della Ikeda), la serie animata ha subito delle svolte anche a livello di sceneggiatura che ne aumentano il realismo e caratterizzano meglio i personaggi. Non avendo letto il manga, non potrò confrontare le due opere, ma mi baserò solo su ciò che ho visto. Partiamo con la trama.
Siamo in Francia negli anni precedenti la Rivoluzione Francese: in questo contesto di tensione tra vari Paesi, si decide di voler far giungere la principessa Maria Antonietta d'Austria a Versailles come promessa sposa di Luigi XVI, per limare quel clima teso che si stava andando a creare tra i due Paesi. Le fa da scorta in ogni sua uscita Oscar François de Jarjayes, nobile sua coetanea, comandante della Guardia Reale, educata sin da bambina come un uomo. Tra le due giovani nasce subito una forte amicizia. La storia procede in un intrecciarsi tra vicende realmente accadute e artificiose, andando a sviluppare gli eventi e i nostri personaggi all'interno del contesto della nobiltà, della Rivoluzione Francese e della povertà del Terzo Stato in quegli anni.
Devo essere sincero, spesso sono rimasto lontano da questa opera, perché mi ha sempre dato l'idea di qualcosa di bambinesco, fiabesco e assolutamente irrealistico; non chiedetemi il perché di tutto questo, era soltanto una mia impressione. "Versailles no Bara" è un incredibile intreccio narrativo tra personaggi reali della Rivoluzione Francese e personaggi immaginari creati dall'autore. La forza di questo capolavoro sta nel realismo con cui viene affrontato il tutto (il contrario di quel che pensavo, insomma) sia a livello narrativo, con i vari eventi e le loro successioni, sia nei personaggi, che dimostreranno una caratterizzazione e un realismo indescrivibile, soprattutto pensando che l'opera è stata creata negli anni '70. I personaggi crescono con lo spettatore, i nostri protagonisti li conosciamo dai quattordici anni e arriveremo agli ultimi episodi in cui avranno sui trentacinque anni circa. Questo percorso di crescita fisica dei personaggi aiuta a sviluppare meglio l'evoluzione e l'empatia con lo spettatore di ciascun personaggio. E' una serie animata che usa la storia della rivoluzione non come espediente narrativo, ma come il fulcro di tutto, alla cui sommità ci sono i nostri personaggi, le loro emozioni, le loro paure, i loro amori e le loro perplessità.
La serie ci mostra gli avvenimenti che avvengono nella Francia negli anni compresi tra il 1768 fino alla Rivoluzione Francese, mostrandoci una Francia spaccata in due; da un lato la nobiltà, che ci viene mostrata nella maniera più assoluta dall'interno in tutto l'egoismo, la sete di potere e la capacità di fare qualsiasi cosa pur di salire di rango. Dall'altra una Francia che muore di fame e che poi porterà il popolo alla rivoluzione. La cosa che ho adorato è che non ci viene mostrato il ricco cattivo e il povero buono in maniera banale e stupida, ma ci mostrano che la cattiveria e l'egoismo sono dell'uomo in generale, non solo del nobile. Difatti, una persona che ha vissuto nella miseria, una volta preso potere grazie all'aiuto di qualche famiglia nobile, proverà sempre di più ad aumentare il proprio rango e il proprio denaro nella maniera più vile e schifosa immaginabile.
La serie dimostra realismo anche nel descrivere alla perfezione personaggi realmente esistiti: come non citare Robespierre, con tutta la sua ambiguità, Saint Just, con la sua sete di sangue, Maria Antonietta, regina estremamente frivola e superficiale, Luigi XVI, ingenuo, indeciso e con poca personalità.
Oltre a questi personaggi realmente esistiti, ci saranno dei personaggi fittizi creati per l'opera, che sono scritti così bene da sembrare personaggi veri, realmente esistiti e incredibilmente caratterizzati; tra questi Oscar, André, Alain, Rosalie e tanti altri. Dilungarmi nella descrizione di ciascun personaggio mi risulterebbe impossibile, perché sono così tanti e ben scritti che ci metterei un'eternità. Il personaggio di Oscar è incredibile, senza dubbio uno dei personaggi femminili nella storia degli anime meglio caratterizzati in assoluto. Dotata di un carisma unico e di uno spessore che si concretizza nella progressiva ricerca e scoperta di sé stessa in una continua lotta tra l'essere uomo o donna e un continuo evolversi delle sue ideologie riguardo ciò che sta realmente accadendo in Francia, su ciò che è giusto o sbagliato e su cosa sia meglio fare per il futuro del proprio Paese. Dall'altra parte abbiamo André, personaggio buono e leale, eterno compagno di Oscar, caratterizzato appunto da questo atteggiamento leale messo a dura prova da degli eventi che non sempre andranno come egli sperava.
Per quanto riguarda l'apparato tecnico, c'è da dire che ci troviamo su livelli altissimi, soprattutto considerando l'anno di produzione della serie. Questa serie, per essere del '79, a mio avviso è invecchiata abbastanza bene, con delle animazioni che per gli anni sono abbastanza buone, anche se con degli errori e con un'eccessiva ripetitività di scene. Un'animazione che trova una sua costanza sicuramente in una regia molto statica che si focalizza molto più sulla bellezza estetica di un'inquadratura fissa che su un movimentato piano sequenza. Quando ci sono da fare delle quinte importanti, quando ci sono da fare dei campi-controcampi, questa serie dà il massimo, riuscendo ad enfatizzare i vari dialoghi mediante questa regia che, inquadrando i volti dei personaggi, mostrandoci le loro espressioni, contribuisce al realismo del tutto. Si tratta di una regia importante per quegli, anni anche per l'utilizzo dello split screen, abbastanza innovativo per quegli anni, probabilmente una delle prime serie d'animazione a utilizzare questo tipo di tecnica, così come tantissime altre tecniche importanti e incredibilmente incisive, come l'effetto cartolina. Per quanto riguarda il chara design, ho visto sia questo che quello dell'opera originale, e devo dire di preferire di gran lunga questo, lo trovo perfetto e funzionale al tipo di opera; sono molto simili gli stili, eppure qui nella versione animata c'è qualcosa in più. Almeno da quelle poche tavole che ho visto, i volti nell'anime li ho trovati decisamente più espressivi. Le musiche non sono molte, ma sono tutte azzeccate e perfette, soprattutto quando si vuole enfatizzare una scena di dramma.
Davvero un peccato non poter vedere la versione non censurata, che in Italia non è mai arrivata. Per concludere, quindi, ritengo "Rose Of Versailles" una delle migliori serie d'animazione mai create, con uno dei personaggi femminili migliori mai visti in una serie animata e che ha ispirato registi del calibro di Ikuhara con "Utena" (non solo per chara e stile grafico, ma anche per alcune tematiche riprese poi dal regista, e scusate se è poco).
Siamo in Francia negli anni precedenti la Rivoluzione Francese: in questo contesto di tensione tra vari Paesi, si decide di voler far giungere la principessa Maria Antonietta d'Austria a Versailles come promessa sposa di Luigi XVI, per limare quel clima teso che si stava andando a creare tra i due Paesi. Le fa da scorta in ogni sua uscita Oscar François de Jarjayes, nobile sua coetanea, comandante della Guardia Reale, educata sin da bambina come un uomo. Tra le due giovani nasce subito una forte amicizia. La storia procede in un intrecciarsi tra vicende realmente accadute e artificiose, andando a sviluppare gli eventi e i nostri personaggi all'interno del contesto della nobiltà, della Rivoluzione Francese e della povertà del Terzo Stato in quegli anni.
Devo essere sincero, spesso sono rimasto lontano da questa opera, perché mi ha sempre dato l'idea di qualcosa di bambinesco, fiabesco e assolutamente irrealistico; non chiedetemi il perché di tutto questo, era soltanto una mia impressione. "Versailles no Bara" è un incredibile intreccio narrativo tra personaggi reali della Rivoluzione Francese e personaggi immaginari creati dall'autore. La forza di questo capolavoro sta nel realismo con cui viene affrontato il tutto (il contrario di quel che pensavo, insomma) sia a livello narrativo, con i vari eventi e le loro successioni, sia nei personaggi, che dimostreranno una caratterizzazione e un realismo indescrivibile, soprattutto pensando che l'opera è stata creata negli anni '70. I personaggi crescono con lo spettatore, i nostri protagonisti li conosciamo dai quattordici anni e arriveremo agli ultimi episodi in cui avranno sui trentacinque anni circa. Questo percorso di crescita fisica dei personaggi aiuta a sviluppare meglio l'evoluzione e l'empatia con lo spettatore di ciascun personaggio. E' una serie animata che usa la storia della rivoluzione non come espediente narrativo, ma come il fulcro di tutto, alla cui sommità ci sono i nostri personaggi, le loro emozioni, le loro paure, i loro amori e le loro perplessità.
La serie ci mostra gli avvenimenti che avvengono nella Francia negli anni compresi tra il 1768 fino alla Rivoluzione Francese, mostrandoci una Francia spaccata in due; da un lato la nobiltà, che ci viene mostrata nella maniera più assoluta dall'interno in tutto l'egoismo, la sete di potere e la capacità di fare qualsiasi cosa pur di salire di rango. Dall'altra una Francia che muore di fame e che poi porterà il popolo alla rivoluzione. La cosa che ho adorato è che non ci viene mostrato il ricco cattivo e il povero buono in maniera banale e stupida, ma ci mostrano che la cattiveria e l'egoismo sono dell'uomo in generale, non solo del nobile. Difatti, una persona che ha vissuto nella miseria, una volta preso potere grazie all'aiuto di qualche famiglia nobile, proverà sempre di più ad aumentare il proprio rango e il proprio denaro nella maniera più vile e schifosa immaginabile.
La serie dimostra realismo anche nel descrivere alla perfezione personaggi realmente esistiti: come non citare Robespierre, con tutta la sua ambiguità, Saint Just, con la sua sete di sangue, Maria Antonietta, regina estremamente frivola e superficiale, Luigi XVI, ingenuo, indeciso e con poca personalità.
Oltre a questi personaggi realmente esistiti, ci saranno dei personaggi fittizi creati per l'opera, che sono scritti così bene da sembrare personaggi veri, realmente esistiti e incredibilmente caratterizzati; tra questi Oscar, André, Alain, Rosalie e tanti altri. Dilungarmi nella descrizione di ciascun personaggio mi risulterebbe impossibile, perché sono così tanti e ben scritti che ci metterei un'eternità. Il personaggio di Oscar è incredibile, senza dubbio uno dei personaggi femminili nella storia degli anime meglio caratterizzati in assoluto. Dotata di un carisma unico e di uno spessore che si concretizza nella progressiva ricerca e scoperta di sé stessa in una continua lotta tra l'essere uomo o donna e un continuo evolversi delle sue ideologie riguardo ciò che sta realmente accadendo in Francia, su ciò che è giusto o sbagliato e su cosa sia meglio fare per il futuro del proprio Paese. Dall'altra parte abbiamo André, personaggio buono e leale, eterno compagno di Oscar, caratterizzato appunto da questo atteggiamento leale messo a dura prova da degli eventi che non sempre andranno come egli sperava.
Per quanto riguarda l'apparato tecnico, c'è da dire che ci troviamo su livelli altissimi, soprattutto considerando l'anno di produzione della serie. Questa serie, per essere del '79, a mio avviso è invecchiata abbastanza bene, con delle animazioni che per gli anni sono abbastanza buone, anche se con degli errori e con un'eccessiva ripetitività di scene. Un'animazione che trova una sua costanza sicuramente in una regia molto statica che si focalizza molto più sulla bellezza estetica di un'inquadratura fissa che su un movimentato piano sequenza. Quando ci sono da fare delle quinte importanti, quando ci sono da fare dei campi-controcampi, questa serie dà il massimo, riuscendo ad enfatizzare i vari dialoghi mediante questa regia che, inquadrando i volti dei personaggi, mostrandoci le loro espressioni, contribuisce al realismo del tutto. Si tratta di una regia importante per quegli, anni anche per l'utilizzo dello split screen, abbastanza innovativo per quegli anni, probabilmente una delle prime serie d'animazione a utilizzare questo tipo di tecnica, così come tantissime altre tecniche importanti e incredibilmente incisive, come l'effetto cartolina. Per quanto riguarda il chara design, ho visto sia questo che quello dell'opera originale, e devo dire di preferire di gran lunga questo, lo trovo perfetto e funzionale al tipo di opera; sono molto simili gli stili, eppure qui nella versione animata c'è qualcosa in più. Almeno da quelle poche tavole che ho visto, i volti nell'anime li ho trovati decisamente più espressivi. Le musiche non sono molte, ma sono tutte azzeccate e perfette, soprattutto quando si vuole enfatizzare una scena di dramma.
Davvero un peccato non poter vedere la versione non censurata, che in Italia non è mai arrivata. Per concludere, quindi, ritengo "Rose Of Versailles" una delle migliori serie d'animazione mai create, con uno dei personaggi femminili migliori mai visti in una serie animata e che ha ispirato registi del calibro di Ikuhara con "Utena" (non solo per chara e stile grafico, ma anche per alcune tematiche riprese poi dal regista, e scusate se è poco).
Gli anni '70 hanno ampiamente dimostrato come la sottile linea di demarcazione che separa cinema e televisione possa essere attraversata senza compromettere eccessivamente l'integrità e la natura stessa del linguaggio visivo. Un esperimento sicuramente spregiudicato, da un punto di vista strettamente estetico, ma allo stesso tempo fruttuoso. Tra i massimi esponenti di questa vera e propria corrente, cresciuta quasi parallelamente al settore televisivo più tradizionale, si può certamente inserire Osamu Dezaki. Approdato alla Tokyo Movie Shinsha tra il 1970 ed il 1972, dopo un'intensa gavetta presso la Mushi Production di Osamu Tezuka, Dezaki si distingue per il suo approccio fortemente cinematografico e innovativo. Uno stile accolto favorevolmente, sia dal pubblico, sia dalla stessa TMS, al punto che il regista raramente nel corso della sua carriera sentirà il bisogno di abbandonare la produzione seriale per dedicarsi a veri e propri film. L'industria cinematografica giapponese, del resto, attraversa in quel periodo una profonda crisi finanziaria e creativa, non c'è quindi da stupirsi se alcuni autori e registi si rivolgono alle produzioni televisive per trovare nuovi spazi in cui potersi affermare.
Dal '73 al '78 Dezaki dirige alcuni autentici capolavori come "Ace o Nerae", "Ganba no Boken", "Rittai Anime Ie Naki Ko" e "Takarajima", ma è "Versailles no Bara" del 1979 a consacrarlo definitivamente come uno dei maestri assoluti dell'animazione. La modernità della sua regia è sorprendente, impreziosita da un sapiente utilizzo del multiplan e dall'affascinante character di Shingo Araki, ma soprattutto resa incredibilmente avvincente da un'esperta gestione degli eventi. E' chiaro che Dezaki non si accontenta di offrire qualche minuto di svago allo spettatore, vuole essere ascoltato e trasmettere un messaggio ben preciso e articolato. Un atteggiamento tipico appunto dei registi cinematografici. Alcuni sostengono che esista il cinema prima e dopo Godard, un'affermazione perfettamente adattabile all'animazione giapponese e a Osamu Dezaki. Rivoluzionario per le innovazioni tecniche del mezzo, ma anche dei contenuti, riconducibili proprio a quella Nouvelle Vague protagonista di una seconda fioritura del cinema sperimentale, durante la seconda metà degli anni '70.
La strada irrompe nelle tranquille case dei Giapponesi attraverso le immagini potenti create da Dezaki, mettendo in primo piano argomenti scottanti, importati direttamente dalla vita reale della gente comune. Il conflitto generazionale, l'emancipazione femminile, l'eguaglianza sociale vengono contrapposti a un'implacabile riflessione sulla condizione umana, dilaniata da un innato desiderio di libertà e al tempo stesso resa eternamente schiava dell'imperscrutabile volontà del Destino (le rose appassiscono in bellezza). E' sempre su questo contrasto che vengono costruiti tutti i personaggi, anche quelli secondari, a cui Dezaki presta un'insolita attenzione. Dal suonatore di fisarmonica che accompagna con i suoi commenti i momenti più salienti della rivolta, fino a personaggi più rilevanti come Rosalie o la splendida Jeanne de la Motte, la rosa nera redenta dalla passione per la scrittura, i comprimari di "Versailles no Bara" non appaiono mai scontati o prevedibili e con il procedere degli episodi diventano i pezzi di un mosaico complesso e intricato, fino a sostituire i protagonisti nella narrazione. Come se Dezaki volesse in qualche modo accontentarli, concedendogli la tanto agognata uguaglianza che invece a stento raggiungono all'interno della storia. D'altra parte la ribellione di Oscar avviene attraverso un lungo processo di maturazione psicologica, fatto di per sé assolutamente nuovo in una serie di questo tipo, ma è la sua debolezza di fronte alla sorte avversa a renderla eroica. La stessa Rivoluzione Francese a un certo punto passa quasi in secondo piano, la narrazione degli eventi storici si interrompe e cede la scena a una straziante storia d'amore non corrisposto, ritornando a riassumerne i punti principali solo nel finale. Come se non bastasse Dezaki rincara la dose sviluppando una specie di epica degli sconfitti, una decisone che in parte accontenta il gusto tipicamente giapponese per la lotta ìmpari, in parte fa riferimento a una vera e propria corrente culturale riconducibile alla beat generation.
La serie si chiude in fine attingendo nuovamente alla dimensione semplice e ordinaria della gente comune, proponendo un metafisico ritorno alla vita di campagna, lontano dai tumulti della rivoluzione, ma anche della passione. La storia la scrivono indubbiamente gli eroi, pagando però un prezzo decisamente troppo alto, per la maggior parte di noi.
Dal '73 al '78 Dezaki dirige alcuni autentici capolavori come "Ace o Nerae", "Ganba no Boken", "Rittai Anime Ie Naki Ko" e "Takarajima", ma è "Versailles no Bara" del 1979 a consacrarlo definitivamente come uno dei maestri assoluti dell'animazione. La modernità della sua regia è sorprendente, impreziosita da un sapiente utilizzo del multiplan e dall'affascinante character di Shingo Araki, ma soprattutto resa incredibilmente avvincente da un'esperta gestione degli eventi. E' chiaro che Dezaki non si accontenta di offrire qualche minuto di svago allo spettatore, vuole essere ascoltato e trasmettere un messaggio ben preciso e articolato. Un atteggiamento tipico appunto dei registi cinematografici. Alcuni sostengono che esista il cinema prima e dopo Godard, un'affermazione perfettamente adattabile all'animazione giapponese e a Osamu Dezaki. Rivoluzionario per le innovazioni tecniche del mezzo, ma anche dei contenuti, riconducibili proprio a quella Nouvelle Vague protagonista di una seconda fioritura del cinema sperimentale, durante la seconda metà degli anni '70.
La strada irrompe nelle tranquille case dei Giapponesi attraverso le immagini potenti create da Dezaki, mettendo in primo piano argomenti scottanti, importati direttamente dalla vita reale della gente comune. Il conflitto generazionale, l'emancipazione femminile, l'eguaglianza sociale vengono contrapposti a un'implacabile riflessione sulla condizione umana, dilaniata da un innato desiderio di libertà e al tempo stesso resa eternamente schiava dell'imperscrutabile volontà del Destino (le rose appassiscono in bellezza). E' sempre su questo contrasto che vengono costruiti tutti i personaggi, anche quelli secondari, a cui Dezaki presta un'insolita attenzione. Dal suonatore di fisarmonica che accompagna con i suoi commenti i momenti più salienti della rivolta, fino a personaggi più rilevanti come Rosalie o la splendida Jeanne de la Motte, la rosa nera redenta dalla passione per la scrittura, i comprimari di "Versailles no Bara" non appaiono mai scontati o prevedibili e con il procedere degli episodi diventano i pezzi di un mosaico complesso e intricato, fino a sostituire i protagonisti nella narrazione. Come se Dezaki volesse in qualche modo accontentarli, concedendogli la tanto agognata uguaglianza che invece a stento raggiungono all'interno della storia. D'altra parte la ribellione di Oscar avviene attraverso un lungo processo di maturazione psicologica, fatto di per sé assolutamente nuovo in una serie di questo tipo, ma è la sua debolezza di fronte alla sorte avversa a renderla eroica. La stessa Rivoluzione Francese a un certo punto passa quasi in secondo piano, la narrazione degli eventi storici si interrompe e cede la scena a una straziante storia d'amore non corrisposto, ritornando a riassumerne i punti principali solo nel finale. Come se non bastasse Dezaki rincara la dose sviluppando una specie di epica degli sconfitti, una decisone che in parte accontenta il gusto tipicamente giapponese per la lotta ìmpari, in parte fa riferimento a una vera e propria corrente culturale riconducibile alla beat generation.
La serie si chiude in fine attingendo nuovamente alla dimensione semplice e ordinaria della gente comune, proponendo un metafisico ritorno alla vita di campagna, lontano dai tumulti della rivoluzione, ma anche della passione. La storia la scrivono indubbiamente gli eroi, pagando però un prezzo decisamente troppo alto, per la maggior parte di noi.
"Lady Oscar" è un anime del 1979 prodotto sulla base del manga "Versailles no Bara" di Ryoko Ikeda. Avendo avuto la possibilità sia di vedere l'anime che di leggere il manga, ho potuto confrontarli e valutarne i pro e i contro. Inizio col dire che adoro il manga di "Lady Oscar", e che, proprio grazie all'anime, ho potuto conoscerlo, in quanto ho prima visto il cartone animato e poi letto il fumetto. Pur considerando nettamente superiore il manga, ho apprezzato abbastanza anche l'anime, ma ci sono delle "lacune" in quest'ultimo che ne hanno abbassato la qualità. Le principali "lacune" non sono molte: le aggiunte e/o rifacimenti circa la trama originale del manga e i disegni (peggiorati visibilmente da dopo la metà del cartone animato fino alla fine). I due difetti citati sono, a mio parere, visibili e comprensibili da un punto di vista oggettivo; ce n'è un terzo, invece, che cito da un punto di vista personale, ovvero il rifacimento dell'ultima scena.
<b>Attenzione: il seguente paragrafo contiene spoiler</b>
Con "ultima scena" intendo la scena della morte di Oscar, che avviene in un contesto diverso dal manga. Certo, Oscar muore comunque colpita dalle baionette, ma le scene che seguono questo momento cambiano. Infatti, nel manga Oscar viene soccorsa da Alain dopo essere stata colpita da molti proiettili; l'uomo, anche lui ferito nel tentativo di salvarla, la porta lontano dal campo di battaglia. Alla morte di Oscar assistono solo Alain e Rosalie. Nell'anime, invece, Alain non si ferisce per aiutare Oscar, ed ella viene soccorsa da tutti i suoi soldati, e non solo da lui. Alla sua morte assistono Rosalie, Bernard, il medico e anche altre persone, mentre Alain se ne va subito dopo averla appoggiata a terra.
<b>Fine parte contenente spoiler</b>
Certo, nonostante gli abbia dato 7, questo è un anime che consiglio vivamente, anche perché è l'unica cosa che mi ha fatto veramente capire la Rivoluzione francese!
<b>Attenzione: il seguente paragrafo contiene spoiler</b>
Con "ultima scena" intendo la scena della morte di Oscar, che avviene in un contesto diverso dal manga. Certo, Oscar muore comunque colpita dalle baionette, ma le scene che seguono questo momento cambiano. Infatti, nel manga Oscar viene soccorsa da Alain dopo essere stata colpita da molti proiettili; l'uomo, anche lui ferito nel tentativo di salvarla, la porta lontano dal campo di battaglia. Alla morte di Oscar assistono solo Alain e Rosalie. Nell'anime, invece, Alain non si ferisce per aiutare Oscar, ed ella viene soccorsa da tutti i suoi soldati, e non solo da lui. Alla sua morte assistono Rosalie, Bernard, il medico e anche altre persone, mentre Alain se ne va subito dopo averla appoggiata a terra.
<b>Fine parte contenente spoiler</b>
Certo, nonostante gli abbia dato 7, questo è un anime che consiglio vivamente, anche perché è l'unica cosa che mi ha fatto veramente capire la Rivoluzione francese!
"I just want to make one thing clear: a rose is a rose whether it blooms in red or white. A rose can never become a lilac." - André, rivolgendosi a Oscar.
"Versailles no bara", da noi conosciuto come "Lady Oscar", è uno dei pochi anime giapponesi in grado di trascendere il concetto stesso di animazione, elevandolo a qualcosa di superiore e immortale. Si tratta di arte allo stato puro, di un dramma storico dal carisma e dal fascino inarrivabili; una storia epica, potente, che ha ammaliato intere generazioni di spettatori diventando un fenomeno di culto sia in Italia che all'estero.
Siamo in Francia, agli albori della sanguinaria rivoluzione che condurrà nell'oblio del terrore il popolo francese. Oscar François de Jarjayes è la figlia indesiderata di un potente generale al servizo della corona di Francia, che ha sempre aspirato ad un discendente maschio per poterlo rendere un degno successore. Tuttavia, superato il cruccio iniziale, il generale Jarjayes deciderà di allevare Oscar comunque, come se fosse un uomo a tutti gli effetti; ed ella, grazie al suo indubbio talento e carisma, riuscirà in breve tempo a diventare il comandante della guardia reale, e, allo stesso tempo, una figura di riferimento per la frivola Maria Antonietta. Tra intrighi di corte, amori sofferti e infelici, quel crescente malcontento del popolo francese, costretto a vivere nella più completa miseria, Oscar vedrà compiersi il suo destino, che farà di lei un'eroina tragica, una novella Atena, un vero e proprio mito intramontabile dall'indiscusso alone di leggenda.
Il plot di "Versailles no bara" si rifà pienamente allo shojo storico dell'epoca, con una matrice gender-bending (la figura di Oscar, donna allevata come uomo e dalla sessualità ambigua), degli elementi Yuri, spesso affini ad eventi storici reali (il rapporto tra Maria Antonietta e la duchessa di Polignac, sconfinante nel lesbismo), oppure motivati dall'immenso fascino virile della protagonista, che non mancherà di far infatuare madamigelle di corte e giovani ragazze bisognose di una figura di riferimento forte, decisa, leale e carismatica (Rosalie, la stessa Maria Antonietta).
Devo ammettere che la ricostruzione storica dell'anime è molto curata: non mancano all'appello personaggi realmente esistiti, resi molto affascinanti dalla loro indubbia "giapponesità", generata dal filtro della cultura del sol levante nel suo approcciarsi alla storia europea. Il cast di "Versailles no Bara" vanta di gente come Robespierre, con tutta la sua ambiguità e sete di potere; Saint-Just, rivoluzionario estremista ed assetato di sangue; Luigi XVI, con il suo temperamento indeciso, legato più alla caccia e alla costruzione di lucchetti che alla politica del suo paese; Maria Antonietta, ragazza frivola, superficiale, conservatrice, spendacciona, eternamente sfruttata e in balia dalle sue conoscenze più fidate (Madame de Polignac in primis); Luigi XV, sovrano autoritario che concede privilegi di corte alle prostitute con cui si intrattiene; il conte di Fersen, l'amante di Maria Antonietta, una figura tragica, tormentata da un'amore devastante e senza futuro; Jeanne De-Valois, ladra, imbrogliona e opportunista che in seguito ad una serie di circostanze si ritroverà ad avere un ruolo di rilievo nello scoppio della rivoluzione (è lei che ordisce il famoso scandalo della collana); e tanti altri personaggi, che pur non essendo esistiti nella realtà, sono caratterizzati talmente bene che sembrano "vivi": come non citare André, l'eterno perdente, dapprima compagno di giochi di una giovane Oscar e in seguito spasimante tormentato dal suo amore non ricambiato; Rosalie, che prova per Oscar una venerazione assoluta che sfocia nel lesbismo; Alain, soldato semplice di umili origini dal temperamento apparentemente superficiale, che tuttavia si rivelerà corretto, leale e con un grande senso del dovere.
Nella prima parte della serie la regia è stata affidata a Nagahama Tadao, conosciuto principalmente per la sua triologia robotica formata da "Combattler V", "Vultus V", "General Daimos"; sotto la sua direzione "Versailles no bara" prende una piega ben differente da quella del manga, più affine al gusto dell'autore per intrighi, cambi di fazione, voltafaccia, denuncia sociale; - il comportamento dei personaggi ricorda molto quello dei Baamesi di "General Daimos", sempre impegnati a complottare, cambiare fazione, eliminarsi a vicenda per il tanto agognato potere/prestigio. Questo fatto destò lamentele da parte delle lettrici del manga originale, ed indusse la sostituzione di Nagahama con il più celebre Osamu Dezaki (regista che di certo non ha bisogno di presentazioni), il quale aveva già diretto alcune puntate della prima parte (è facile riconoscerle, in quanto in esse è presente l'utilizzo dello split screen, uno dei marchi di fabbrica del regista). Con Dezaki si ha un salto qualitativo notevole rispetto alla prima parte della serie: il character design del leggendario Shingo Araki diventa via via sempre più maturo ed elegante, le atmosfere si fanno drammatiche, cupe, con un forte nichilismo di fondo, tipico dell'opera originale ed ulteriormente amplificato dall'espressionismo autoriale del regista, dal suo sapiente utilizzo delle inquadrature, di tecniche registiche geniali - tra le quali non posso non citare "l'effetto cartolina", i suggestivi primi piani che esprimono le emozioni ed i tormenti interiori dei personaggi in modo immediato, attraverso la scelta dei colori e l'espressività del tratto di Araki; l'utilizzo saggio della prospettiva e delle musiche, scelte in modo tale da aumentare al massimo l'empatia delle vicende trattate. L'utilizzo continuo del leit motiv di Oscar, che riprende il tema dell'affascinante sigla originale giapponese "Bara wa Utsukushiku Chiru" (brutalmente soppressa dalla pietosa versione italiana), è un'esempio dell'efficacia della ricercata teatralità del titolo, una vera e propria tragedia greca che rimane immolata ad eternum nella mente dello spettatore più sensibile.
"Versailles no bara" deve essere visto con i sottotitoli fedeli e le sigle originali giapponesi. Nonostante il fascino del doppiaggio italiano dell'epoca, le censure (iterate nelle numerose messe in onda della serie) sono veramente troppe, e rovinano il carisma dell'opera originale. Anche la sigla italiana è abbastanza ridicola, per nulla paragonabile all'immortale "Bara wa Utsukushiku Chiru", in cui i suoni e le immagini si fondono in un'alchimia visuale perfetta e suggestiva.
"Versailles no bara", da noi conosciuto come "Lady Oscar", è uno dei pochi anime giapponesi in grado di trascendere il concetto stesso di animazione, elevandolo a qualcosa di superiore e immortale. Si tratta di arte allo stato puro, di un dramma storico dal carisma e dal fascino inarrivabili; una storia epica, potente, che ha ammaliato intere generazioni di spettatori diventando un fenomeno di culto sia in Italia che all'estero.
Siamo in Francia, agli albori della sanguinaria rivoluzione che condurrà nell'oblio del terrore il popolo francese. Oscar François de Jarjayes è la figlia indesiderata di un potente generale al servizo della corona di Francia, che ha sempre aspirato ad un discendente maschio per poterlo rendere un degno successore. Tuttavia, superato il cruccio iniziale, il generale Jarjayes deciderà di allevare Oscar comunque, come se fosse un uomo a tutti gli effetti; ed ella, grazie al suo indubbio talento e carisma, riuscirà in breve tempo a diventare il comandante della guardia reale, e, allo stesso tempo, una figura di riferimento per la frivola Maria Antonietta. Tra intrighi di corte, amori sofferti e infelici, quel crescente malcontento del popolo francese, costretto a vivere nella più completa miseria, Oscar vedrà compiersi il suo destino, che farà di lei un'eroina tragica, una novella Atena, un vero e proprio mito intramontabile dall'indiscusso alone di leggenda.
Il plot di "Versailles no bara" si rifà pienamente allo shojo storico dell'epoca, con una matrice gender-bending (la figura di Oscar, donna allevata come uomo e dalla sessualità ambigua), degli elementi Yuri, spesso affini ad eventi storici reali (il rapporto tra Maria Antonietta e la duchessa di Polignac, sconfinante nel lesbismo), oppure motivati dall'immenso fascino virile della protagonista, che non mancherà di far infatuare madamigelle di corte e giovani ragazze bisognose di una figura di riferimento forte, decisa, leale e carismatica (Rosalie, la stessa Maria Antonietta).
Devo ammettere che la ricostruzione storica dell'anime è molto curata: non mancano all'appello personaggi realmente esistiti, resi molto affascinanti dalla loro indubbia "giapponesità", generata dal filtro della cultura del sol levante nel suo approcciarsi alla storia europea. Il cast di "Versailles no Bara" vanta di gente come Robespierre, con tutta la sua ambiguità e sete di potere; Saint-Just, rivoluzionario estremista ed assetato di sangue; Luigi XVI, con il suo temperamento indeciso, legato più alla caccia e alla costruzione di lucchetti che alla politica del suo paese; Maria Antonietta, ragazza frivola, superficiale, conservatrice, spendacciona, eternamente sfruttata e in balia dalle sue conoscenze più fidate (Madame de Polignac in primis); Luigi XV, sovrano autoritario che concede privilegi di corte alle prostitute con cui si intrattiene; il conte di Fersen, l'amante di Maria Antonietta, una figura tragica, tormentata da un'amore devastante e senza futuro; Jeanne De-Valois, ladra, imbrogliona e opportunista che in seguito ad una serie di circostanze si ritroverà ad avere un ruolo di rilievo nello scoppio della rivoluzione (è lei che ordisce il famoso scandalo della collana); e tanti altri personaggi, che pur non essendo esistiti nella realtà, sono caratterizzati talmente bene che sembrano "vivi": come non citare André, l'eterno perdente, dapprima compagno di giochi di una giovane Oscar e in seguito spasimante tormentato dal suo amore non ricambiato; Rosalie, che prova per Oscar una venerazione assoluta che sfocia nel lesbismo; Alain, soldato semplice di umili origini dal temperamento apparentemente superficiale, che tuttavia si rivelerà corretto, leale e con un grande senso del dovere.
Nella prima parte della serie la regia è stata affidata a Nagahama Tadao, conosciuto principalmente per la sua triologia robotica formata da "Combattler V", "Vultus V", "General Daimos"; sotto la sua direzione "Versailles no bara" prende una piega ben differente da quella del manga, più affine al gusto dell'autore per intrighi, cambi di fazione, voltafaccia, denuncia sociale; - il comportamento dei personaggi ricorda molto quello dei Baamesi di "General Daimos", sempre impegnati a complottare, cambiare fazione, eliminarsi a vicenda per il tanto agognato potere/prestigio. Questo fatto destò lamentele da parte delle lettrici del manga originale, ed indusse la sostituzione di Nagahama con il più celebre Osamu Dezaki (regista che di certo non ha bisogno di presentazioni), il quale aveva già diretto alcune puntate della prima parte (è facile riconoscerle, in quanto in esse è presente l'utilizzo dello split screen, uno dei marchi di fabbrica del regista). Con Dezaki si ha un salto qualitativo notevole rispetto alla prima parte della serie: il character design del leggendario Shingo Araki diventa via via sempre più maturo ed elegante, le atmosfere si fanno drammatiche, cupe, con un forte nichilismo di fondo, tipico dell'opera originale ed ulteriormente amplificato dall'espressionismo autoriale del regista, dal suo sapiente utilizzo delle inquadrature, di tecniche registiche geniali - tra le quali non posso non citare "l'effetto cartolina", i suggestivi primi piani che esprimono le emozioni ed i tormenti interiori dei personaggi in modo immediato, attraverso la scelta dei colori e l'espressività del tratto di Araki; l'utilizzo saggio della prospettiva e delle musiche, scelte in modo tale da aumentare al massimo l'empatia delle vicende trattate. L'utilizzo continuo del leit motiv di Oscar, che riprende il tema dell'affascinante sigla originale giapponese "Bara wa Utsukushiku Chiru" (brutalmente soppressa dalla pietosa versione italiana), è un'esempio dell'efficacia della ricercata teatralità del titolo, una vera e propria tragedia greca che rimane immolata ad eternum nella mente dello spettatore più sensibile.
"Versailles no bara" deve essere visto con i sottotitoli fedeli e le sigle originali giapponesi. Nonostante il fascino del doppiaggio italiano dell'epoca, le censure (iterate nelle numerose messe in onda della serie) sono veramente troppe, e rovinano il carisma dell'opera originale. Anche la sigla italiana è abbastanza ridicola, per nulla paragonabile all'immortale "Bara wa Utsukushiku Chiru", in cui i suoni e le immagini si fondono in un'alchimia visuale perfetta e suggestiva.
Lady Oscar è un evergreen dell'animazione giapponese e un must per chi ama questo mondo, e non solo per i nostalgici degli anni Ottanta, visto che ha conquistato anche una della Millennial Generation come me. Non credo onestamente di avere imparato la storia moderna francese con questo anime, ma certamente mi ha appassionato di più vedendo Lady Oscar che studiandola sui libri.
E dire che appena uscito, questo anime in Giappone fu un insuccesso clamoroso! La sua riabilitazione in patria avvenne alla metà degli anni Ottanta, quando Shingo Araki (che curò il character design) guadagnò popolarità con i Cavalieri dello Zodiaco; invece, qui da noi è andata un po' meglio, l'anime ha sempre goduto di una grande fama e di un'ottima reputazione.
Oltre alla storia che trovo semplicemente fantastica, ciò che apprezzo particolarmente di Lady Oscar è l'inserimento della trama di fantasia nel contesto storico reale, fatto talmente bene secondo me, che sembra quasi che Oscar sia realmente esistita! Si fa anche e soprattutto riferimento ai momenti cruciali del regno di Luigi XV e di Luigi XVI fino al luglio 1789, con una particolare attenzione, ovviamente, agli intrighi di corte, come la rivalità fra la principessa Maria Antonietta e Madame Du Barry, la favorita di Luigi XV, esistita realmente; e soprattutto, lo scandalo della collana, che nella finzione come nella realtà storica è stato una delle goccioline che ha fatto traboccare il vaso della pazienza dei francesi contro un potere ormai troppo elitario e privilegiato.
Anziché catalizzare l'attenzione solo ed esclusivamente su Oscar, Maria Antonietta e la corte di Versailles, si guarda anche molto spesso a Parigi, con i personaggi del popolo come Alain, Rosalie e Jeanne (personalmente il mio preferito), in netto contrasto con la frivola corte del re e della regina di Francia. E alla fine la protagonista, Oscar, si barcamena tra il mondo di corte, cui di fatto appartiene, e quello della povertà dei parigini, cui appartiene il suo amato André. E alla fine farà la sua scelta, anzi le sue scelte, facendo pace con se stessa. Insomma, non ci sono parole per descriverlo!
E dire che appena uscito, questo anime in Giappone fu un insuccesso clamoroso! La sua riabilitazione in patria avvenne alla metà degli anni Ottanta, quando Shingo Araki (che curò il character design) guadagnò popolarità con i Cavalieri dello Zodiaco; invece, qui da noi è andata un po' meglio, l'anime ha sempre goduto di una grande fama e di un'ottima reputazione.
Oltre alla storia che trovo semplicemente fantastica, ciò che apprezzo particolarmente di Lady Oscar è l'inserimento della trama di fantasia nel contesto storico reale, fatto talmente bene secondo me, che sembra quasi che Oscar sia realmente esistita! Si fa anche e soprattutto riferimento ai momenti cruciali del regno di Luigi XV e di Luigi XVI fino al luglio 1789, con una particolare attenzione, ovviamente, agli intrighi di corte, come la rivalità fra la principessa Maria Antonietta e Madame Du Barry, la favorita di Luigi XV, esistita realmente; e soprattutto, lo scandalo della collana, che nella finzione come nella realtà storica è stato una delle goccioline che ha fatto traboccare il vaso della pazienza dei francesi contro un potere ormai troppo elitario e privilegiato.
Anziché catalizzare l'attenzione solo ed esclusivamente su Oscar, Maria Antonietta e la corte di Versailles, si guarda anche molto spesso a Parigi, con i personaggi del popolo come Alain, Rosalie e Jeanne (personalmente il mio preferito), in netto contrasto con la frivola corte del re e della regina di Francia. E alla fine la protagonista, Oscar, si barcamena tra il mondo di corte, cui di fatto appartiene, e quello della povertà dei parigini, cui appartiene il suo amato André. E alla fine farà la sua scelta, anzi le sue scelte, facendo pace con se stessa. Insomma, non ci sono parole per descriverlo!
"Versailles no bara", conosciuto in Italia come "Lady Oscar", è un anime del 1979 tratto dall'omonimo manga di Riyoko Ikeda, che narra le vicende di Oscar François de Jarjayes, una donna di nobile origine educata come un uomo per volere del padre, negli anni antecedenti alla rivoluzione francese.
Per valutare pienamente quest'anime, è necessario considerarlo diviso in due parti e ciò è dovuto a causa del cambio di regia dall'episodio diciannove, poiché ogni parte si focalizza su aspetti diversi della storia: nella prima il regista Tadao Nagahama ha preferito concentrarsi sugli intrighi di corte, mentre nella seconda il regista Osamu Dezaki ha preferito l'aspetto romantico della storia. Tra queste due ritengo che sia migliore la seconda perché riesce ad appassionare lo spettatore a differenza della prima che, seppur mostri la vita di corte e i suoi imprevisti, in qualche modo interessanti e ben fatti, non riesce a coinvolgere nello stesso modo.
Non bisogna tuttavia considerare inferiore la prima parte, poiché senza le sue caratteristiche non si sarebbe raggiunto lo stesso ottimo risultato nella seconda, dato che, a mio parere, esse rappresentano i due diversi aspetti della sessualità della protagonista ben approfonditi nella serie: Oscar, essendo stata educata come un uomo, si comporta e si veste come tale, perciò nella prima parte della serie impariamo a conoscere questo suo modo di essere grazie al suo dovere di proteggere la famiglia reale che comporta compiti pericolosi normalmente riservati a un uomo; invece nella seconda parte emerge la sua femminilità causata dall'essersi innamorata per la prima volta di un uomo, che porterà quindi Oscar a scoprire il suo essere donna e a vestirsi per una sola volta come tale.
<b>Il seguente paragrafo contiene spoiler!</b>
La protagonista all'inizio della serie instaura un rapporto di amicizia, che procedendo diverrà sempre più profondo, con la futura regina Maria Antonietta, co-protagonista della serie. Di questo personaggio ho molto apprezzato il modo in cui ci viene mostrato il suo stato d'animo, ben delineato che ci fa partecipi dei suoi sentimenti.
Un altro personaggio che ha attirato la mia attenzione è André, amico d'infanzia e attendente di Oscar, della quale è sempre stato innamorato, ma che ha dovuto sempre reprimere i propri sentimenti a causa della differenza di classe sociale, ma soprattutto per la decisione di Oscar di vivere come un uomo. Egli, dotato di un'incredibile forza di volontà, quando dichiara il proprio amore e viene respinto non si arrende e continua a seguire la donna che ama.
L'anime segue tutte le fasi della vita di Oscar che man mano diventano sempre più drammatiche. Questo si può notare proprio nello stile disegno: nella prima parte della serie i personaggi hanno un aspetto grazioso con gli occhi luccicanti, mentre nella seconda lo stile dona un aspetto più maturo ai personaggi e adatto alle situazioni più drammatiche rispetto allo stile precedente.
Elemento comune in tutta la serie è l'ottima colonna sonora e in particolare le sigle originali, come quella finale molto malinconica che si adatta perfettamente con le tematiche della serie tanto da essere utilizzata in un episodio.
Ritengo infine che la serie debba essere vista da ogni appassionato di anime, poiché grazie alla sua storia appassionante e alle sue tematiche ben sviluppate è divenuta uno degli anime più importanti del genere shōjo, nonché precursore del genere yuri.
Per valutare pienamente quest'anime, è necessario considerarlo diviso in due parti e ciò è dovuto a causa del cambio di regia dall'episodio diciannove, poiché ogni parte si focalizza su aspetti diversi della storia: nella prima il regista Tadao Nagahama ha preferito concentrarsi sugli intrighi di corte, mentre nella seconda il regista Osamu Dezaki ha preferito l'aspetto romantico della storia. Tra queste due ritengo che sia migliore la seconda perché riesce ad appassionare lo spettatore a differenza della prima che, seppur mostri la vita di corte e i suoi imprevisti, in qualche modo interessanti e ben fatti, non riesce a coinvolgere nello stesso modo.
Non bisogna tuttavia considerare inferiore la prima parte, poiché senza le sue caratteristiche non si sarebbe raggiunto lo stesso ottimo risultato nella seconda, dato che, a mio parere, esse rappresentano i due diversi aspetti della sessualità della protagonista ben approfonditi nella serie: Oscar, essendo stata educata come un uomo, si comporta e si veste come tale, perciò nella prima parte della serie impariamo a conoscere questo suo modo di essere grazie al suo dovere di proteggere la famiglia reale che comporta compiti pericolosi normalmente riservati a un uomo; invece nella seconda parte emerge la sua femminilità causata dall'essersi innamorata per la prima volta di un uomo, che porterà quindi Oscar a scoprire il suo essere donna e a vestirsi per una sola volta come tale.
<b>Il seguente paragrafo contiene spoiler!</b>
La protagonista all'inizio della serie instaura un rapporto di amicizia, che procedendo diverrà sempre più profondo, con la futura regina Maria Antonietta, co-protagonista della serie. Di questo personaggio ho molto apprezzato il modo in cui ci viene mostrato il suo stato d'animo, ben delineato che ci fa partecipi dei suoi sentimenti.
Un altro personaggio che ha attirato la mia attenzione è André, amico d'infanzia e attendente di Oscar, della quale è sempre stato innamorato, ma che ha dovuto sempre reprimere i propri sentimenti a causa della differenza di classe sociale, ma soprattutto per la decisione di Oscar di vivere come un uomo. Egli, dotato di un'incredibile forza di volontà, quando dichiara il proprio amore e viene respinto non si arrende e continua a seguire la donna che ama.
L'anime segue tutte le fasi della vita di Oscar che man mano diventano sempre più drammatiche. Questo si può notare proprio nello stile disegno: nella prima parte della serie i personaggi hanno un aspetto grazioso con gli occhi luccicanti, mentre nella seconda lo stile dona un aspetto più maturo ai personaggi e adatto alle situazioni più drammatiche rispetto allo stile precedente.
Elemento comune in tutta la serie è l'ottima colonna sonora e in particolare le sigle originali, come quella finale molto malinconica che si adatta perfettamente con le tematiche della serie tanto da essere utilizzata in un episodio.
Ritengo infine che la serie debba essere vista da ogni appassionato di anime, poiché grazie alla sua storia appassionante e alle sue tematiche ben sviluppate è divenuta uno degli anime più importanti del genere shōjo, nonché precursore del genere yuri.
Passare sotto silenzio un'opera come questa, per quanto ardua da recensire e affatto bisognosa di presentazioni, sarebbe un atto a dir poco criminoso. Quaranta episodi di vita, morte, eros e principî nei quali irrompe con prepotenza la Rivoluzione Francese, periodo la cui ombra sinistra, in quest'epoca di incertezze, di ingiustizie sociali e di malcontento, sembra incombere su di noi con rinnovato slancio, mettendoci di fronte alla nostra incapacità di fare tesoro di quello che la storia ci ha insegnato su noi stessi e sulla società di cui facciamo parte: tutto questo è "Versailles no Bara", conosciuto nel nostro paese come "Lady Oscar" in un omaggio soltanto apparentemente semplicistico a una delle figure più iconiche del panorama dei manga e degli anime in generale. Nel riscoprire dopo tanti anni questo capolavoro in lingua originale le emozioni provate da bambina di fronte alle avventure dell'indimenticabile eroina ikediana hanno fatto vibrare le corde del mio cuore con intensità meravigliosamente consapevole, ma non per questo priva di quello stesso incanto che temevo di avere perduto; merito, naturalmente, del modo in cui la bellezza intrinseca di questo titolo, lungi dallo sfiorire con il passare del tempo, ha saputo, al contrario, piegarlo al suo volere, ammantando di grazia anche i suoi rarissimi e fisiologici momenti di stanca.
La storia è nota a tutti: cresciuta come un maschio per volere del padre, l'autoritario generale de Jarjayes, Oscar François viene catapultata in giovanissima età nella variopinta e pericolosa corte di Versailles in qualità di capitano della Guarda Reale. Il suo compito principale è quello di provvedere alla sicurezza della frivola e innocente principessa Maria Antonietta, figlia dell'imperatrice d'Austria Maria Teresa e promessa sposa del nipote prediletto di re Luigi XV; diversissime fra loro, le due finiscono per instaurare un rapporto d'amicizia che non ha nulla a che vedere con le relazioni effimere e spesso non esattamente cristalline tipiche di un ambiente tanto superficiale. Oscar, tuttavia, è ben conscia di quale sia la propria posizione, nei limiti della quale cerca di proteggere l'inesperta futura regina anche da quei pericoli, non sempre chiaramente manifesti ma non per questo da sottovalutare, che non le competono direttamente.
Mentre la vita di corte trascorre tra feste, pettegolezzi, fiumi di ottimo vino e chilometri di stoffe pregiate, fuori dai cancelli di Versailles la Francia vera, sulle cui magre spalle ricade l'onere di mantenere alto il tenore di vita di quel quattro per cento della popolazione che da solo sperpera la maggior parte delle risorse del paese, fa sempre più fatica a sostentarsi. Fame e scontento, coppia infelice e per questo indissolubile, serpeggiano per le sue sudicie strade come una brutta malattia; le speranze del volgo vengono riposte nel diciannovenne Luigi XVI, che tuttavia non possiede né l'esperienza né la forza d'animo necessarie per rispondere adeguatamente a simili suppliche. Maria Antonietta diviene ben presto il capro espiatorio di un malcostume secolare, con sommo dolore di Oscar che le è ancora molto affezionata ma che, al tempo stesso, si rifiuta di chiudere gli occhi di fronte alle condizioni inumane in cui versano i suoi compatrioti. Ma la società non è l'unica ad attraversare una fase di profondi cambiamenti le cui conseguenze a lungo termine sono impossibili da stabilire con certezza: la stessa Oscar si vede infatti costretta a mettere in discussione la sua risoluzione di vivere rinnegando la propria femminilità, messa a dura prova da André, lo stalliere dei Jarjayes con il quale nel corso degli anni il confine tra amicizia e amore si è fatto sempre più indefinito, e dallo svedese Fersen, l'unico uomo in grado di regalare a Maria Antonietta quella serenità che le è sempre mancata.
Facciamo finta che "Versailles no Bara" sia un'opera di finzione al cento per cento e che nulla di quanto succede ai protagonisti sia riconducibile ad avvenimenti reali. Ogni tanto si rende necessaria una rapida contestualizzazione attraverso ingenue sequenze di carattere puramente espositivo, ma a niente sarebbe servito un setting tanto accattivante se l'impianto narrativo - che talvolta si discosta, in maniera più o meno indovinata, da quello del manga - non si fosse rivelato all'altezza della varietà e della complessità delle forze in gioco.
La prima parte introduce magnificamente Oscar e le sfaccettature - invero assai poco seducenti - di un mondo a cui non si sente realmente di appartenere: la vediamo spesso appoggiata al muro mentre osserva a braccia conserte dame e cavalieri che si divertono e complottano fra loro, sorridendo di tanto in tanto a un commento fra l'incredulo e il sarcastico di André come se assistesse a un esperimento antropologico. La vita di quelle donne dalla risata impostata e dalle imponenti parrucche incipriate, a cui è scampata per un soffio, le pare incredibilmente priva di significato rispetto alla sua, che gode delle stesse libertà di un uomo. Tra questa marea di volti tutti uguali, tuttavia, spiccano quello di Maria Antonietta, la cui purezza è un'autentica ventata d'aria fresca in un ambiente dove nessuno fa niente per niente, e delle due donne che, ciascuna a suo modo e per le proprie ragioni, fanno di tutto per soggiogarla, vale a dire Madame du Barry, la favorita del vecchio monarca che teme di perdere il suo status, e la contessa di Polignac, che mira a renderla psicologicamente dipendente da lei in modo da poter trarre il massimo profitto da un'amicizia così illustre. A tale proposito è interessante far notare come la maggior parte dei cattivi della serie - novero nel quale potremmo includere anche la Storia stessa - sia di sesso femminile, quasi a fare da contraltare all'integrità di Oscar, al candore di Maria Antonietta e alla bontà di Rosalie, le cui traversie hanno, oserei dire, quasi un che di picaresco.
Abbandonati gli sfarzi di corte in favore di tristi vicoli in cui miseria, rabbia e disperazione regnano sovrani, la seconda parte, in occasione della quale il timone della regia passa al leggendario Osamu Dezaki, vede Oscar alle prese con una maturazione a tutto tondo, non solo dal punto di vista di quello che potrebbe essere il suo ruolo in questa nuova società che va delineandosi, ma anche da quello personale. Qual è l'uomo giusto per una donna come lei? Non vi è nulla di ovvio, di artefatto o di inutilmente ostentato nei piccoli e grandi turbamenti che lei e il resto del cast devono affrontare: ad essere messi in discussione, come si è detto, non sono soltanto i singoli rapporti fra le persone, bensì l'intero sistema su cui a fatica si regge la società francese, che ne condiziona nel profondo le dinamiche. Si pensi ad esempio al generale de Jarjayes e a quanto gli costa ammettere di non poter dare in sposa sua figlia ad André solo perché quest'ultimo è uno spiantato; a come Maria Antonietta risenta del peso dei propri doveri istituzionali, che le impediscono di vivere la sua storia con Fersen alla luce del sole; a Rosalie, costretta a pensare alle conseguenze del suo desiderio di vendicarsi dell'assurdo assassinio della madre; ai soldati che si rifiutano di sparare ai propri fratelli pur sapendo che la pena per chi si macchia di alto tradimento è la morte; e via discorrendo.
Così come una bella donna rimane tale anche quando il suo volto tradisce l'avvicendarsi di molte primavere, il comparto tecnico dell'anime, benché datato per gli standard odierni, si rivela, nemmeno troppo incredibilmente, piuttosto resistente alla prova del tempo. Regia, fotografia, sonoro - tra cui spiccano gli strepitosi temi d'apertura e di chiusura - e doppiaggio danno vita a un insieme piacevolmente armonioso e coeso, al punto che viene naturale chiudere un occhio di fronte a certi piccoli difetti senza i quali l'opera avrebbe, agli occhi di chi per motivi anagrafici vi si avvicina "in differita", forse un po' meno carattere.
Solitamente sono un po' refrattaria a rileggere o a riguardare qualcosa che ho amato molto, perché temo sempre di dover rivedere al ribasso l'entusiasmo provato la prima volta. Con "Versailles no Bara", tuttavia, ero certa che avrei fatto di nuovo centro. Anzi, no, permettetemi di riformulare: che esso stesso avrebbe fatto di nuovo centro con me. Se è vero che un'opera è degna di essere definita un capolavoro soltanto quando riesce a trascendere qualsiasi barriera temporale, ebbene, quest'anime lo è.
La storia è nota a tutti: cresciuta come un maschio per volere del padre, l'autoritario generale de Jarjayes, Oscar François viene catapultata in giovanissima età nella variopinta e pericolosa corte di Versailles in qualità di capitano della Guarda Reale. Il suo compito principale è quello di provvedere alla sicurezza della frivola e innocente principessa Maria Antonietta, figlia dell'imperatrice d'Austria Maria Teresa e promessa sposa del nipote prediletto di re Luigi XV; diversissime fra loro, le due finiscono per instaurare un rapporto d'amicizia che non ha nulla a che vedere con le relazioni effimere e spesso non esattamente cristalline tipiche di un ambiente tanto superficiale. Oscar, tuttavia, è ben conscia di quale sia la propria posizione, nei limiti della quale cerca di proteggere l'inesperta futura regina anche da quei pericoli, non sempre chiaramente manifesti ma non per questo da sottovalutare, che non le competono direttamente.
Mentre la vita di corte trascorre tra feste, pettegolezzi, fiumi di ottimo vino e chilometri di stoffe pregiate, fuori dai cancelli di Versailles la Francia vera, sulle cui magre spalle ricade l'onere di mantenere alto il tenore di vita di quel quattro per cento della popolazione che da solo sperpera la maggior parte delle risorse del paese, fa sempre più fatica a sostentarsi. Fame e scontento, coppia infelice e per questo indissolubile, serpeggiano per le sue sudicie strade come una brutta malattia; le speranze del volgo vengono riposte nel diciannovenne Luigi XVI, che tuttavia non possiede né l'esperienza né la forza d'animo necessarie per rispondere adeguatamente a simili suppliche. Maria Antonietta diviene ben presto il capro espiatorio di un malcostume secolare, con sommo dolore di Oscar che le è ancora molto affezionata ma che, al tempo stesso, si rifiuta di chiudere gli occhi di fronte alle condizioni inumane in cui versano i suoi compatrioti. Ma la società non è l'unica ad attraversare una fase di profondi cambiamenti le cui conseguenze a lungo termine sono impossibili da stabilire con certezza: la stessa Oscar si vede infatti costretta a mettere in discussione la sua risoluzione di vivere rinnegando la propria femminilità, messa a dura prova da André, lo stalliere dei Jarjayes con il quale nel corso degli anni il confine tra amicizia e amore si è fatto sempre più indefinito, e dallo svedese Fersen, l'unico uomo in grado di regalare a Maria Antonietta quella serenità che le è sempre mancata.
Facciamo finta che "Versailles no Bara" sia un'opera di finzione al cento per cento e che nulla di quanto succede ai protagonisti sia riconducibile ad avvenimenti reali. Ogni tanto si rende necessaria una rapida contestualizzazione attraverso ingenue sequenze di carattere puramente espositivo, ma a niente sarebbe servito un setting tanto accattivante se l'impianto narrativo - che talvolta si discosta, in maniera più o meno indovinata, da quello del manga - non si fosse rivelato all'altezza della varietà e della complessità delle forze in gioco.
La prima parte introduce magnificamente Oscar e le sfaccettature - invero assai poco seducenti - di un mondo a cui non si sente realmente di appartenere: la vediamo spesso appoggiata al muro mentre osserva a braccia conserte dame e cavalieri che si divertono e complottano fra loro, sorridendo di tanto in tanto a un commento fra l'incredulo e il sarcastico di André come se assistesse a un esperimento antropologico. La vita di quelle donne dalla risata impostata e dalle imponenti parrucche incipriate, a cui è scampata per un soffio, le pare incredibilmente priva di significato rispetto alla sua, che gode delle stesse libertà di un uomo. Tra questa marea di volti tutti uguali, tuttavia, spiccano quello di Maria Antonietta, la cui purezza è un'autentica ventata d'aria fresca in un ambiente dove nessuno fa niente per niente, e delle due donne che, ciascuna a suo modo e per le proprie ragioni, fanno di tutto per soggiogarla, vale a dire Madame du Barry, la favorita del vecchio monarca che teme di perdere il suo status, e la contessa di Polignac, che mira a renderla psicologicamente dipendente da lei in modo da poter trarre il massimo profitto da un'amicizia così illustre. A tale proposito è interessante far notare come la maggior parte dei cattivi della serie - novero nel quale potremmo includere anche la Storia stessa - sia di sesso femminile, quasi a fare da contraltare all'integrità di Oscar, al candore di Maria Antonietta e alla bontà di Rosalie, le cui traversie hanno, oserei dire, quasi un che di picaresco.
Abbandonati gli sfarzi di corte in favore di tristi vicoli in cui miseria, rabbia e disperazione regnano sovrani, la seconda parte, in occasione della quale il timone della regia passa al leggendario Osamu Dezaki, vede Oscar alle prese con una maturazione a tutto tondo, non solo dal punto di vista di quello che potrebbe essere il suo ruolo in questa nuova società che va delineandosi, ma anche da quello personale. Qual è l'uomo giusto per una donna come lei? Non vi è nulla di ovvio, di artefatto o di inutilmente ostentato nei piccoli e grandi turbamenti che lei e il resto del cast devono affrontare: ad essere messi in discussione, come si è detto, non sono soltanto i singoli rapporti fra le persone, bensì l'intero sistema su cui a fatica si regge la società francese, che ne condiziona nel profondo le dinamiche. Si pensi ad esempio al generale de Jarjayes e a quanto gli costa ammettere di non poter dare in sposa sua figlia ad André solo perché quest'ultimo è uno spiantato; a come Maria Antonietta risenta del peso dei propri doveri istituzionali, che le impediscono di vivere la sua storia con Fersen alla luce del sole; a Rosalie, costretta a pensare alle conseguenze del suo desiderio di vendicarsi dell'assurdo assassinio della madre; ai soldati che si rifiutano di sparare ai propri fratelli pur sapendo che la pena per chi si macchia di alto tradimento è la morte; e via discorrendo.
Così come una bella donna rimane tale anche quando il suo volto tradisce l'avvicendarsi di molte primavere, il comparto tecnico dell'anime, benché datato per gli standard odierni, si rivela, nemmeno troppo incredibilmente, piuttosto resistente alla prova del tempo. Regia, fotografia, sonoro - tra cui spiccano gli strepitosi temi d'apertura e di chiusura - e doppiaggio danno vita a un insieme piacevolmente armonioso e coeso, al punto che viene naturale chiudere un occhio di fronte a certi piccoli difetti senza i quali l'opera avrebbe, agli occhi di chi per motivi anagrafici vi si avvicina "in differita", forse un po' meno carattere.
Solitamente sono un po' refrattaria a rileggere o a riguardare qualcosa che ho amato molto, perché temo sempre di dover rivedere al ribasso l'entusiasmo provato la prima volta. Con "Versailles no Bara", tuttavia, ero certa che avrei fatto di nuovo centro. Anzi, no, permettetemi di riformulare: che esso stesso avrebbe fatto di nuovo centro con me. Se è vero che un'opera è degna di essere definita un capolavoro soltanto quando riesce a trascendere qualsiasi barriera temporale, ebbene, quest'anime lo è.
La prima volta che guardai questo anime, ero poco più di una bambina, incapace di compredere a pieno il significato e il valore di quest'opera. Crescendo poi le cose sono cambiate, sono cambiata anch'io perché da bambina mi sono trasformata in una donna e quindi il senso di quest'anime non mi è stato più così incomprensibile, per non dire obsoleto, ma tutto ha cominciato ad essere più chiaro e anche più emozionante, ormai indimenticabile.
<b>Contiene spoiler!</b>
"Lady Oscar", in quaranta episodi totali, narra la storia di Oscar François de Jarjayes, nobile ragazza cresciuta sin da piccola come un uomo per volontà del padre (stanco di avere sempre e solo figlie femmine e desideroso di avere un maschio a cui affidare il futuro della sua famiglia), ora a capo della Guardia Reale. Il compito di Oscar sarà quello di scortare la giovane principessa Maria Antonietta d'Austria, figlia dell'imperatrice Maria Teresa, la quale viene promessa in sposa al delfino di Francia Luigi, nipote di Luigi XV, e futuro re francese col nome di Luigi XVI. Tra le due protagoniste, durante il corso della storia, nascerà subito una forte amicizia, divenendo in seguito anche rivali in amore poiché entrambe perdutamente innamorate del nobile Fersen. Sin da piccola, Oscar ha sempre potuto contare sull'appoggio e l'amicizia di Andrè, il quale è sempre stato innamorato di Oscar ma ha sempre tenuto nascosti i suoi sentimenti a causa non solo delle sue umili origini (Andrè è figlio della governante di Oscar, non è nobile come lei) ma anche per il fatto che la stessa Oscar rinuncia all'amore per dedicare la sua vita solo ed esclusivamente a servire la regina Maria Antonietta e la Corona di Francia. Come possiamo ben notare durante il proseguimento delle puntate, le cose cambieranno e cambierà anche la stessa Oscar: rassegnata ad un amore non corrisposto per il Conte Fersen e sempre più in disaccordo con la volontà della regina che causa il malcontento generale della popolazione francese, Oscar deciderà di allontanarsi da corte, rinuncia al ruolo di comandante della Guardia Reale e ottenendo dalla stessa Maria Antonietta il ruolo di comandante del reggimento delle Guardie Francesi di Parigi, dove per starle vicino si arruola anche André. Nel frattempo si consuma la tragedia di Maria Antonietta: subito dopo la morte del suo primogenito, inizia il turbine degli eventi che porteranno alla Rivoluzione francese, nel 1789. Oscar, resasi infine conto di ricambiare i sentimenti di André e di quanto sia sbagliato il volere dei regnanti, decide di schierarsi dalla parte del popolo, a cui appartiene anche il suo amato, e dice addio alla regina, combattendo per la prima volta in vita sua contro colei che ha servito per tutta la sua vita. Di lì a poco, oltre al destino di Maria Antonietta, si compirà anche quello di Oscar: lei ora è pronta per vivere la sua vita come una donna e amare Andrè alla luce del sole, ma i due innamorati andranno incontro al loro tragico destino...
Innanzitutto bisogna ricordare che l'Italia è stata, tra le nazioni europee, quella che fino ad oggi ha trasmesso l'anime con maggiore frequenza, il che prova il fatto che questo anime è amatissimo sia dai più giovani che dai meno giovani, dai nostalgici e dalla nuova generazione, curiosa di affacciarsi nel mondo di questo grande capolavoro della storia degli anime anni '80.
Guardando le puntate della versione animata e facendo un paragone con il manga, saltano subito all'occhio le numerose censure che sono state apportate dalla Mediaset, tanto per cambiare direi. Una delle censure più famose dell'edizione italiana riguarda, ad esempio, l'incontro tra Oscar e la giovane Rosalie Lamorlière, che in seguito verrà ospitata dalla famiglia Jarjayes e andrà quindi a vivere per un breve periodo a casa di Oscar, che l'aiuterà a scoprire la verità sulla sua vera madre. Nel manga invece Rosalie, disperata, ferma la carrozza di Oscar e credendola uomo, le si offre per denaro; Oscar, non essendo un uomo, ovviamente scoppia a ridere. Tutto il dialogo nella versione italiana dell'anime fu dapprima modificato, per poi essere tagliato di netto. Inoltre molto spesso i dialoghi vengono riscritti, alcuni di essi vengono appiattiti, altri del tutto reinventati; pratica molto diffusa in Italia per quanto riguarda l'animazione giapponese. Nonostante quest'opera di taglia e cuci, impossibile non considerare "Lady Oscar" un vero capolavoro. Da sempre non sono un'amante del genere storico, ma la mia idiosincrasia non mi ha impedito di apprezzare a pieno quest'anime che a ogni occasione riguardo con piacere e sempre con un certo interesse, per la storia, per i personaggi e per il fascino che esercita ancora tutt'oggi. Come molti altri, anch'io ho perso il conto di quante volte l'avrò visto e rivisto nel corso degli anni, eppure, nonostante ormai lo conosca quasi a memoria e in alcune scene potrei addirittura doppiarlo, non mi annoio mai e sembra sempre la prima volta, l'attenzione non si sposta mai altrove.
Da notare come "Lady Oscar", anche a distanza di molti anni, regga perfettamente il confronto con altri anime più recenti, sia dal punto di vista narrativo sia in particolar modo dal punto di vista grafico.
Guardandolo per la prima volta si ha come l'impressione di guardare un anime moderno, e non uno che invece ha ormai più di trent'anni. Tutto ciò accade perché sia i disegni sia le musiche sia i dialoghi dei personaggi sono tremendamente contemporanei, assolutamente al di sopra della medie per l'animazione degli anni '80, per non parlare poi della caratterizzazione dei protagonisti di questa storia. Adoro Oscar. La forza, la determinazione ma anche la sensibilità della "rosa di Versailles" traspaiono dal suo incantevole sguardo enigmatico, uno sguardo che cela in realtà una tristezza incolmabile per una vita vissuta eseguendo la volontà di qualcun altro e perciò senza mai la piena libertà di poter decidere del proprio futuro e della propria felicità. La bellezza e la grazia di essere donna vengono sempre messe da parte per lasciar spazio al dovere di "figlio" maschio, di capitano delle guardie, di erede della sua famiglia, nel rispetto nei confronti di un padre tremendamente egoista, per non dire folle. Inoltre come non amare il personaggio di Andrè, figura insostituibile nella storia, l'amico di sempre della nostra Oscar, parte di lei, del suo passato e del suo presente, un uomo dolce, comprensivo e fedele ad un amore soffocato, nascosto in sé per così lungo tempo, che alla fine scoppierà con una forza incredibile pur di conquistare il cuore della sua amata.
La straordinaria bellezza di questi due personaggi è, secondo il mio modesto parere, il principale punto di forza di questo anime, senza ovviamente dimenticare la giovane regina Maria Antonietta, la "rosa di Versailles" che seppur troppo giovane e ancora inesperta, riesce con il suo carattere forte, deciso e battagliero, gentile, elegante e a tratti anche capriccioso al limite della tollerabilità, a divenire una delle più grandi e indimenticabili regine della storia, nonostante la tragica fine alla quale verrà condannata. Molto apprezzato il fatto che la figura della regina concordi quasi del tutto con la reale figura storica, peccato non poter dire la stessa cosa per Oscar e Andrè, personaggi del tutto inventati, mai realmente esistiti.
In conclusione, incito tutti coloro che guardano con aria di scetticismo quest'anime a rivalutarne il valore e la particolarità intrinseche, e invito coloro che non hanno ancora avuto nessun tipo di contatto con l'anime (o con il manga) di rimediare il prima possibile. Bisogna guardarlo almeno una volta nella vita, imperdonabile lasciarlo nell'oblio.
Voto: 9 strameritato.
<b>Contiene spoiler!</b>
"Lady Oscar", in quaranta episodi totali, narra la storia di Oscar François de Jarjayes, nobile ragazza cresciuta sin da piccola come un uomo per volontà del padre (stanco di avere sempre e solo figlie femmine e desideroso di avere un maschio a cui affidare il futuro della sua famiglia), ora a capo della Guardia Reale. Il compito di Oscar sarà quello di scortare la giovane principessa Maria Antonietta d'Austria, figlia dell'imperatrice Maria Teresa, la quale viene promessa in sposa al delfino di Francia Luigi, nipote di Luigi XV, e futuro re francese col nome di Luigi XVI. Tra le due protagoniste, durante il corso della storia, nascerà subito una forte amicizia, divenendo in seguito anche rivali in amore poiché entrambe perdutamente innamorate del nobile Fersen. Sin da piccola, Oscar ha sempre potuto contare sull'appoggio e l'amicizia di Andrè, il quale è sempre stato innamorato di Oscar ma ha sempre tenuto nascosti i suoi sentimenti a causa non solo delle sue umili origini (Andrè è figlio della governante di Oscar, non è nobile come lei) ma anche per il fatto che la stessa Oscar rinuncia all'amore per dedicare la sua vita solo ed esclusivamente a servire la regina Maria Antonietta e la Corona di Francia. Come possiamo ben notare durante il proseguimento delle puntate, le cose cambieranno e cambierà anche la stessa Oscar: rassegnata ad un amore non corrisposto per il Conte Fersen e sempre più in disaccordo con la volontà della regina che causa il malcontento generale della popolazione francese, Oscar deciderà di allontanarsi da corte, rinuncia al ruolo di comandante della Guardia Reale e ottenendo dalla stessa Maria Antonietta il ruolo di comandante del reggimento delle Guardie Francesi di Parigi, dove per starle vicino si arruola anche André. Nel frattempo si consuma la tragedia di Maria Antonietta: subito dopo la morte del suo primogenito, inizia il turbine degli eventi che porteranno alla Rivoluzione francese, nel 1789. Oscar, resasi infine conto di ricambiare i sentimenti di André e di quanto sia sbagliato il volere dei regnanti, decide di schierarsi dalla parte del popolo, a cui appartiene anche il suo amato, e dice addio alla regina, combattendo per la prima volta in vita sua contro colei che ha servito per tutta la sua vita. Di lì a poco, oltre al destino di Maria Antonietta, si compirà anche quello di Oscar: lei ora è pronta per vivere la sua vita come una donna e amare Andrè alla luce del sole, ma i due innamorati andranno incontro al loro tragico destino...
Innanzitutto bisogna ricordare che l'Italia è stata, tra le nazioni europee, quella che fino ad oggi ha trasmesso l'anime con maggiore frequenza, il che prova il fatto che questo anime è amatissimo sia dai più giovani che dai meno giovani, dai nostalgici e dalla nuova generazione, curiosa di affacciarsi nel mondo di questo grande capolavoro della storia degli anime anni '80.
Guardando le puntate della versione animata e facendo un paragone con il manga, saltano subito all'occhio le numerose censure che sono state apportate dalla Mediaset, tanto per cambiare direi. Una delle censure più famose dell'edizione italiana riguarda, ad esempio, l'incontro tra Oscar e la giovane Rosalie Lamorlière, che in seguito verrà ospitata dalla famiglia Jarjayes e andrà quindi a vivere per un breve periodo a casa di Oscar, che l'aiuterà a scoprire la verità sulla sua vera madre. Nel manga invece Rosalie, disperata, ferma la carrozza di Oscar e credendola uomo, le si offre per denaro; Oscar, non essendo un uomo, ovviamente scoppia a ridere. Tutto il dialogo nella versione italiana dell'anime fu dapprima modificato, per poi essere tagliato di netto. Inoltre molto spesso i dialoghi vengono riscritti, alcuni di essi vengono appiattiti, altri del tutto reinventati; pratica molto diffusa in Italia per quanto riguarda l'animazione giapponese. Nonostante quest'opera di taglia e cuci, impossibile non considerare "Lady Oscar" un vero capolavoro. Da sempre non sono un'amante del genere storico, ma la mia idiosincrasia non mi ha impedito di apprezzare a pieno quest'anime che a ogni occasione riguardo con piacere e sempre con un certo interesse, per la storia, per i personaggi e per il fascino che esercita ancora tutt'oggi. Come molti altri, anch'io ho perso il conto di quante volte l'avrò visto e rivisto nel corso degli anni, eppure, nonostante ormai lo conosca quasi a memoria e in alcune scene potrei addirittura doppiarlo, non mi annoio mai e sembra sempre la prima volta, l'attenzione non si sposta mai altrove.
Da notare come "Lady Oscar", anche a distanza di molti anni, regga perfettamente il confronto con altri anime più recenti, sia dal punto di vista narrativo sia in particolar modo dal punto di vista grafico.
Guardandolo per la prima volta si ha come l'impressione di guardare un anime moderno, e non uno che invece ha ormai più di trent'anni. Tutto ciò accade perché sia i disegni sia le musiche sia i dialoghi dei personaggi sono tremendamente contemporanei, assolutamente al di sopra della medie per l'animazione degli anni '80, per non parlare poi della caratterizzazione dei protagonisti di questa storia. Adoro Oscar. La forza, la determinazione ma anche la sensibilità della "rosa di Versailles" traspaiono dal suo incantevole sguardo enigmatico, uno sguardo che cela in realtà una tristezza incolmabile per una vita vissuta eseguendo la volontà di qualcun altro e perciò senza mai la piena libertà di poter decidere del proprio futuro e della propria felicità. La bellezza e la grazia di essere donna vengono sempre messe da parte per lasciar spazio al dovere di "figlio" maschio, di capitano delle guardie, di erede della sua famiglia, nel rispetto nei confronti di un padre tremendamente egoista, per non dire folle. Inoltre come non amare il personaggio di Andrè, figura insostituibile nella storia, l'amico di sempre della nostra Oscar, parte di lei, del suo passato e del suo presente, un uomo dolce, comprensivo e fedele ad un amore soffocato, nascosto in sé per così lungo tempo, che alla fine scoppierà con una forza incredibile pur di conquistare il cuore della sua amata.
La straordinaria bellezza di questi due personaggi è, secondo il mio modesto parere, il principale punto di forza di questo anime, senza ovviamente dimenticare la giovane regina Maria Antonietta, la "rosa di Versailles" che seppur troppo giovane e ancora inesperta, riesce con il suo carattere forte, deciso e battagliero, gentile, elegante e a tratti anche capriccioso al limite della tollerabilità, a divenire una delle più grandi e indimenticabili regine della storia, nonostante la tragica fine alla quale verrà condannata. Molto apprezzato il fatto che la figura della regina concordi quasi del tutto con la reale figura storica, peccato non poter dire la stessa cosa per Oscar e Andrè, personaggi del tutto inventati, mai realmente esistiti.
In conclusione, incito tutti coloro che guardano con aria di scetticismo quest'anime a rivalutarne il valore e la particolarità intrinseche, e invito coloro che non hanno ancora avuto nessun tipo di contatto con l'anime (o con il manga) di rimediare il prima possibile. Bisogna guardarlo almeno una volta nella vita, imperdonabile lasciarlo nell'oblio.
Voto: 9 strameritato.
Un padre con il desiderio di avere un figlio si ritrova a dover crescere una figlia, e così prende la decisione di crescerla come un maschio: come un uomo. Tirare di spada, usare le pistole, cavalcare è ciò che impara Oscar, una ragazza intrepida, coraggiosa, fedele ai suoi ideali, che serve il proprio re anche rischiando la vita. Sceglie tra decisioni difficili: il re o il popolo. La sua scelta? scopritela vedendo questo bellissimo anime del 1979, trentaquattro anni fa certo, ma molto moderno sia nella storia che nelle morali. Anche sotto il punto di vista grafico eccelle perché, anche se è di qualche anno fa, la sua grafica è abbastanza moderna e non da quella sensazione di vecchiaia che caratterizza spesso gli anime di vecchia data. Consiglio a tutti di vederlo perché è stupendo, bellissimo, fantastico, eccezionale, superbo, pieno di: amore per le persone, altruismo, forza d'animo, orgoglio, fierezza, guerra, ambizioni...Ho mancato qualcosa? Ah si, la bellezza con cui si fa risaltare il dramma della gente durante la rivoluzione francese.
Spero di non essere banale se dico che per me questo anime è un capolavoro.
Non solo perché ci si attiene alla veridicità dei fatti storici in cui si svolge l'anime, ma soprattutto per la descrizione dei personaggi. Durante il susseguirsi degli episodi possiamo assistere alla maturazione dei personaggi che fuoriescono dal loro guscio interiore per immergersi nella drammaticità degli eventi. Possiamo vedere un Oscar che lotta non solo per il suo amore ma per il bene della patria. Se nella prima parte dell'anime ci vengono descritte le ricchezze, gli agi e vizi dei nobili e della famiglia reale, nella seconda parte veniamo trasportati nella miseria e nella povertà in cui era costretta a vivere il restante popolo francese che non poteva vantare alcun titolo nobiliare. Ci fa vivere l'ingiustizia che erano costretti a subire e la ribellione dei francesi per poter riavere i loro diritti. I personaggi che andiamo a conoscere non ci vengono presentati come degli eroi senza macchia e senza alcun peccato, bensì con tutti i loro difetti tra cui le loro debolezze i loro sentimenti.
Consiglio a tutti di guardare Lady Oscar perché è un anime che non ha età e ti appassiona non solo per gli eventi storici ma anche per l'amore struggente e drammatico dei personaggi.
Non solo perché ci si attiene alla veridicità dei fatti storici in cui si svolge l'anime, ma soprattutto per la descrizione dei personaggi. Durante il susseguirsi degli episodi possiamo assistere alla maturazione dei personaggi che fuoriescono dal loro guscio interiore per immergersi nella drammaticità degli eventi. Possiamo vedere un Oscar che lotta non solo per il suo amore ma per il bene della patria. Se nella prima parte dell'anime ci vengono descritte le ricchezze, gli agi e vizi dei nobili e della famiglia reale, nella seconda parte veniamo trasportati nella miseria e nella povertà in cui era costretta a vivere il restante popolo francese che non poteva vantare alcun titolo nobiliare. Ci fa vivere l'ingiustizia che erano costretti a subire e la ribellione dei francesi per poter riavere i loro diritti. I personaggi che andiamo a conoscere non ci vengono presentati come degli eroi senza macchia e senza alcun peccato, bensì con tutti i loro difetti tra cui le loro debolezze i loro sentimenti.
Consiglio a tutti di guardare Lady Oscar perché è un anime che non ha età e ti appassiona non solo per gli eventi storici ma anche per l'amore struggente e drammatico dei personaggi.
Nostalgico, emozionante, affascinante ed anche commovente: queste solo le parole riassuntive di questa serie. Personalmente ho inserito nostalgico perché non l'ho visto, come faccio di solito, grazie a siti di fansub, ma l'ho seguito qualche anno fa su Italia Uno. Devo dire che quando si guarda un anime da esterno a questo mondo non si notano alcuni difetti. Ma proprio a quest'opera non c'è molto da criticare, anche perché, se vogliamo proprio cercare il pelo nell'uovo, come livello tecnico è molto buono rispetto all'epoca in cui fu mandata in onda.
La storia è incentrata su Oscar, una ragazza allevata dal padre come un ragazzo affinché potesse diventare il capo della Guardia Reale. Il periodo è il 1788/89 quindi il famoso periodo della Rivoluzione Francese. Si può affermare che la trama segue le vicende storiche più o meno reali della corte del tempo. Luigi XVI e Maria Antonietta saranno i sovrani (ovviamente dopo la morte di Luigi XV) e Oscar sarà la chiave di risoluzione per tutte le vicende più o meno scandalose di corte. La seconda parte della storia sarà quella che ci condurrà allo scoppio della rivoluzione. Qui Oscar è a capo dell'esercito francese.
La storia ovviamente è ben nota ai molti, ma bisogna affermare che è anche molto originale. L'introduzione della sola Oscar (infatti i personaggi fittizi sono pochi, sì e no una decina o poco più) ha reso quest'opera stupenda. Sinceramente ha anche una logica tutto quello che avviene e pertanto non si può dire che Oscar sia un personaggio forzato.
Da sottolineare inoltre sono gli intrighi di corte che ruotano intorno a un ostentato sentimentalismo. Amori, intrighi e tradimenti: questo in fondo è quello che succedeva nella vera Versailles e questo è quello che ci viene mostrato in "Lady Oscar".
Oserei dire inoltre che tutta la situazione di Oscar rende il tutto più interessante. Lei è un donna, qualcuno dice che è la prima bishounen degli anime, però con atteggiamenti maschili ma eterosessuale. Ciononostante mostra, e viene anche affermato da qualche voce all'interno dell'anime, dei lati prettamente omosessuali nei confronti della regina. Già solo tutta questa situazione è degna di Beautiful, ma non stanca e non è opprimente. Gli autori non credo abbiano voluto trasmettere solo il macello di corte perché in fondo ho colto, e sto parlando di qualche anno fa, un messaggio: bisogna essere sempre fieri di se stessi e delle proprie scelte.
Personalmente, comunque, odio il genere storico perché per i Giapponesi al 90% si tratta di storia giapponese che, nonostante la mia passione per il Giappone, ritengo noiosa e monotona. Qui invece c'è qualcosa di più vicino a noi Occidentali, qualcosa di molto interessante che io un giorno farò vedere a mio figlio. La storia risulta più bella quando viene propinata così - un po' alla Lucrezio: la pillola è meno amara se accompagnata con il miele.
Come avevo detto, il problema di questa serie non sta nel lato tecnico ma nelle musiche. Non so perché, ma ho un ricordo non solo nullo ma anche poco piacevole di quelle canzoncine - e non solo dell'odiosa opening italiana.
Ovviamente un must da vedere.
La storia è incentrata su Oscar, una ragazza allevata dal padre come un ragazzo affinché potesse diventare il capo della Guardia Reale. Il periodo è il 1788/89 quindi il famoso periodo della Rivoluzione Francese. Si può affermare che la trama segue le vicende storiche più o meno reali della corte del tempo. Luigi XVI e Maria Antonietta saranno i sovrani (ovviamente dopo la morte di Luigi XV) e Oscar sarà la chiave di risoluzione per tutte le vicende più o meno scandalose di corte. La seconda parte della storia sarà quella che ci condurrà allo scoppio della rivoluzione. Qui Oscar è a capo dell'esercito francese.
La storia ovviamente è ben nota ai molti, ma bisogna affermare che è anche molto originale. L'introduzione della sola Oscar (infatti i personaggi fittizi sono pochi, sì e no una decina o poco più) ha reso quest'opera stupenda. Sinceramente ha anche una logica tutto quello che avviene e pertanto non si può dire che Oscar sia un personaggio forzato.
Da sottolineare inoltre sono gli intrighi di corte che ruotano intorno a un ostentato sentimentalismo. Amori, intrighi e tradimenti: questo in fondo è quello che succedeva nella vera Versailles e questo è quello che ci viene mostrato in "Lady Oscar".
Oserei dire inoltre che tutta la situazione di Oscar rende il tutto più interessante. Lei è un donna, qualcuno dice che è la prima bishounen degli anime, però con atteggiamenti maschili ma eterosessuale. Ciononostante mostra, e viene anche affermato da qualche voce all'interno dell'anime, dei lati prettamente omosessuali nei confronti della regina. Già solo tutta questa situazione è degna di Beautiful, ma non stanca e non è opprimente. Gli autori non credo abbiano voluto trasmettere solo il macello di corte perché in fondo ho colto, e sto parlando di qualche anno fa, un messaggio: bisogna essere sempre fieri di se stessi e delle proprie scelte.
Personalmente, comunque, odio il genere storico perché per i Giapponesi al 90% si tratta di storia giapponese che, nonostante la mia passione per il Giappone, ritengo noiosa e monotona. Qui invece c'è qualcosa di più vicino a noi Occidentali, qualcosa di molto interessante che io un giorno farò vedere a mio figlio. La storia risulta più bella quando viene propinata così - un po' alla Lucrezio: la pillola è meno amara se accompagnata con il miele.
Come avevo detto, il problema di questa serie non sta nel lato tecnico ma nelle musiche. Non so perché, ma ho un ricordo non solo nullo ma anche poco piacevole di quelle canzoncine - e non solo dell'odiosa opening italiana.
Ovviamente un must da vedere.
Tra i tanti aggettivi positivi per giudicare questa serie ce n'è uno in particolare che rispecchia al meglio "Lady Oscar - Le rose di Versailles", ed è "meraviglioso".
Pur avendo solo 14 anni devo dire che di anime ne ho visti un bel po' e considero "Lady Oscar" uno dei migliori in assoluto, uno di quelli che può tranquillamente rientrare nell'olimpo degli anime.
1972 è la data di nascita del manga che poi venne trasportato in anime nel 1979, ma per vederlo sulle TV italiane avremmo dovuto aspettare l'anno 1982.
La storia è svolta durante la Rivoluzione Francese e narra le vicende di una ragazza chiamata dal padre Oscar proprio perché sin dalla nascita avrebbe dovuto avere un'educazione maschile, ed è proprio così che viene educata dal padre.
La storia prosegue con la Rivoluzione Francese che, come noi tutti sappiamo, ha portato molto sangue e cadaveri alla Francia. L'anime è molto fedele al contesto storico e rispecchia al 100% i costumi, i paesaggi e tutte le usanze dell'epoca, rispecchia tutto tranne il fatto che Oscar non è mai esistita.
Questo è uno degli anime che sin da bambino ho apprezzato e penso proprio che sia mio dovere recuperare tutti i manga e tutti i DVD (se ci sono), anche se ne risentirebbe un po' il portafogli.
Consiglio proprio a tutti questa serie, che, ripeto e ripeterò un milione di volte, è una delle migliori in assoluto; se si è appassionati di anime non si può non vedere questo. Molto meglio che certi anime come Naruto e compagnia bella, qua siamo davanti a un vero e proprio capolavoro.
Pur avendo solo 14 anni devo dire che di anime ne ho visti un bel po' e considero "Lady Oscar" uno dei migliori in assoluto, uno di quelli che può tranquillamente rientrare nell'olimpo degli anime.
1972 è la data di nascita del manga che poi venne trasportato in anime nel 1979, ma per vederlo sulle TV italiane avremmo dovuto aspettare l'anno 1982.
La storia è svolta durante la Rivoluzione Francese e narra le vicende di una ragazza chiamata dal padre Oscar proprio perché sin dalla nascita avrebbe dovuto avere un'educazione maschile, ed è proprio così che viene educata dal padre.
La storia prosegue con la Rivoluzione Francese che, come noi tutti sappiamo, ha portato molto sangue e cadaveri alla Francia. L'anime è molto fedele al contesto storico e rispecchia al 100% i costumi, i paesaggi e tutte le usanze dell'epoca, rispecchia tutto tranne il fatto che Oscar non è mai esistita.
Questo è uno degli anime che sin da bambino ho apprezzato e penso proprio che sia mio dovere recuperare tutti i manga e tutti i DVD (se ci sono), anche se ne risentirebbe un po' il portafogli.
Consiglio proprio a tutti questa serie, che, ripeto e ripeterò un milione di volte, è una delle migliori in assoluto; se si è appassionati di anime non si può non vedere questo. Molto meglio che certi anime come Naruto e compagnia bella, qua siamo davanti a un vero e proprio capolavoro.
<b>Attenzione, lievi spoiler sulla trama</b>
"Lady Oscar" è un pilastro dell'animazione giapponese.
Innanzitutto, per i tempi che erano (1979), la grafica era qualcosa di straordinario: l'anime potrebbe essere un film d'animazione. A parte questo "Lady Oscar" è sicuramente un anime che ha fatto la storia.
La storia vede gli eventi che portarono alla Rivoluzione Francese dal punto di vista di Oscar François de Jarjayes (conosciuta da noi come Lady Oscar, il titolo originale è "Versailles no bara" ovvero "Le rose di Versailles"), una bellissima donna costretta dal padre a vivere come un uomo. Infatti il padre aveva già altre figlie, ma aveva bisogno di un figlio maschio che gli succedesse come generale delle guardie reali. Alla nascita di Oscar egli decise, avendo ormai perso le speranze di avere un figlio, di farla crescere come un maschio.
Oscar non è esattamente un personaggio positivo, non perché non sia una brava persona, ma è fin troppo abituata a ubbidire: nonostante capisca lo stato d'animo del popolo continuerà a difendere Maria Antonietta fino a che non scoppia la rivoluzione negli ultimi episodi, quando inizierà a capire veramente quanto i nobili si rifiutino di ascoltare il popolo.
Che dire, "Lady Oscar" è una storia piena di intrighi, che ci mostra la situazione della Francia pre-rivoluzionaria dal punto di vista dei nobili; certo, vedere i personaggi, Oscar e Andrè (attendente e migliore amico di Oscar) compresi, infischiarsene del popolo per i capricci della regina è un po' odioso, ma è un fatto, purtroppo ciò era proprio quello che succedeva.
Comunque sono sempre meglio i due protagonisti degli altri nobili, alla fine essi non esitano a unirsi al popolo.
In fondo il messaggio dell'anime è palese: la libertà di potere decidere per la propria vita.
Oscar è una donna che sin dall'infanzia è stata costretta a vivere seguendo certi schemi: comportarsi come un uomo, nascondere la propria femminilità; questo la porta a ubbidire ciecamente al padre e, più avanti, alla regina Maria Antonietta; non può nemmeno innamorarsi di Andrè perché è un servo mentre lei è un nobile. Questa prigionia si infrange grazie alla Rivoluzione Francese. Oscar si ribella proprio come il popolo francese ai dogmi della nobiltà, per questo passa da fedele soldato ai servizi del re e della regina a rivoluzionaria; pure la dichiarazione d'amore tra Oscar e Andrè è un atto di ribellione, visto che i due erano costretti a nascondersi dietro le differenze di rango e il fatto che lei fosse costretta a nascondere la sua femminilità. Però tutto è destinato a finire in tragedia...
Per quel che riguarda la versione italiana, ormai ci sono i DVD integrali, quindi niente paura per le censure video; quelle audio però non sono state risolte, nonostante il doppiaggio sia eccezionale si fa molta confusione, tralasciando che ci sono dei momenti che i personaggi parlano senza muovere le labbra. Si fa una confusione terribile su Oscar: insomma, il padre ha preteso che lei vivesse da uomo, quindi logicamente nessuno dovrebbe sapere che lei è una donna a parte lo stesso padre, Andrè e la balia della protagonista. Invece nella versione italiana tutti sanno che lei è una donna che il padre ha fatto crescere come un maschio; ma come? E nessuno si scandalizza per una cosa del genere? In realtà uno o due personaggi avranno qualcosa da ridire, ma per il resto tutti a corte non si fanno problemi, eh? Ma come? Ai tempi certe cose non erano certo ammesse. Infatti nell'originale non solo nessuno è al corrente della verità a parte qualcuno, e comunque nessuno la chiama mai né "Lady Oscar" né "madamigella Oscar", bensì "signor Oscar" o "colonnello Oscar".
Certo, se l'anime lo vedi da bambino magari certe domande non te le poni, dico forse perché non tutti sono così ingenui, ma per un adulto - io l'anime l'ho visto per la prima volta a 23 anni - diventa un po' insensata, la cosa.
A parte questo ci sarebbero altre cose da dire, ma mi soffermo su questo, visto che grazie ai DVD le censure video sono state rimesse. Comunque, chi capisce la Mediaset è bravo: prima trasmette Oscar integrale, con la sigla dove lei è nuda, per poi, dopo anni, dopo che tantissimi bambini l'avranno visto, mettersi a censurarlo con la nuova sigla, decisamente peggiore rispetto alla prima.
"Lady Oscar" è un pilastro dell'animazione giapponese.
Innanzitutto, per i tempi che erano (1979), la grafica era qualcosa di straordinario: l'anime potrebbe essere un film d'animazione. A parte questo "Lady Oscar" è sicuramente un anime che ha fatto la storia.
La storia vede gli eventi che portarono alla Rivoluzione Francese dal punto di vista di Oscar François de Jarjayes (conosciuta da noi come Lady Oscar, il titolo originale è "Versailles no bara" ovvero "Le rose di Versailles"), una bellissima donna costretta dal padre a vivere come un uomo. Infatti il padre aveva già altre figlie, ma aveva bisogno di un figlio maschio che gli succedesse come generale delle guardie reali. Alla nascita di Oscar egli decise, avendo ormai perso le speranze di avere un figlio, di farla crescere come un maschio.
Oscar non è esattamente un personaggio positivo, non perché non sia una brava persona, ma è fin troppo abituata a ubbidire: nonostante capisca lo stato d'animo del popolo continuerà a difendere Maria Antonietta fino a che non scoppia la rivoluzione negli ultimi episodi, quando inizierà a capire veramente quanto i nobili si rifiutino di ascoltare il popolo.
Che dire, "Lady Oscar" è una storia piena di intrighi, che ci mostra la situazione della Francia pre-rivoluzionaria dal punto di vista dei nobili; certo, vedere i personaggi, Oscar e Andrè (attendente e migliore amico di Oscar) compresi, infischiarsene del popolo per i capricci della regina è un po' odioso, ma è un fatto, purtroppo ciò era proprio quello che succedeva.
Comunque sono sempre meglio i due protagonisti degli altri nobili, alla fine essi non esitano a unirsi al popolo.
In fondo il messaggio dell'anime è palese: la libertà di potere decidere per la propria vita.
Oscar è una donna che sin dall'infanzia è stata costretta a vivere seguendo certi schemi: comportarsi come un uomo, nascondere la propria femminilità; questo la porta a ubbidire ciecamente al padre e, più avanti, alla regina Maria Antonietta; non può nemmeno innamorarsi di Andrè perché è un servo mentre lei è un nobile. Questa prigionia si infrange grazie alla Rivoluzione Francese. Oscar si ribella proprio come il popolo francese ai dogmi della nobiltà, per questo passa da fedele soldato ai servizi del re e della regina a rivoluzionaria; pure la dichiarazione d'amore tra Oscar e Andrè è un atto di ribellione, visto che i due erano costretti a nascondersi dietro le differenze di rango e il fatto che lei fosse costretta a nascondere la sua femminilità. Però tutto è destinato a finire in tragedia...
Per quel che riguarda la versione italiana, ormai ci sono i DVD integrali, quindi niente paura per le censure video; quelle audio però non sono state risolte, nonostante il doppiaggio sia eccezionale si fa molta confusione, tralasciando che ci sono dei momenti che i personaggi parlano senza muovere le labbra. Si fa una confusione terribile su Oscar: insomma, il padre ha preteso che lei vivesse da uomo, quindi logicamente nessuno dovrebbe sapere che lei è una donna a parte lo stesso padre, Andrè e la balia della protagonista. Invece nella versione italiana tutti sanno che lei è una donna che il padre ha fatto crescere come un maschio; ma come? E nessuno si scandalizza per una cosa del genere? In realtà uno o due personaggi avranno qualcosa da ridire, ma per il resto tutti a corte non si fanno problemi, eh? Ma come? Ai tempi certe cose non erano certo ammesse. Infatti nell'originale non solo nessuno è al corrente della verità a parte qualcuno, e comunque nessuno la chiama mai né "Lady Oscar" né "madamigella Oscar", bensì "signor Oscar" o "colonnello Oscar".
Certo, se l'anime lo vedi da bambino magari certe domande non te le poni, dico forse perché non tutti sono così ingenui, ma per un adulto - io l'anime l'ho visto per la prima volta a 23 anni - diventa un po' insensata, la cosa.
A parte questo ci sarebbero altre cose da dire, ma mi soffermo su questo, visto che grazie ai DVD le censure video sono state rimesse. Comunque, chi capisce la Mediaset è bravo: prima trasmette Oscar integrale, con la sigla dove lei è nuda, per poi, dopo anni, dopo che tantissimi bambini l'avranno visto, mettersi a censurarlo con la nuova sigla, decisamente peggiore rispetto alla prima.
"Grande festa alla corte di Francia, c'è nel regno una bimba in più...". Bastano queste poche parole per evocare una delle serie più amate di tutti i tempi, specialmente da chi, come me, è nato negli anni '70. Come non dare 10 a "Lady Oscar"? Tratto dal manga di Ryoko Ikeda, che aveva già ispirato uno spettacolo di enorme successo di Takarazuka (il teatro giapponese il cui cast è composto da sole donne, molto amato dalla stessa Ikeda), in realtà al primo passaggio televisivo in Giappone "Lady Oscar" fu un clamoroso insuccesso, tanto da essere interrotto a metà in quasi tutto il paese e chiuso frettolosamente. Solo in un secondo passaggio tv, alla fine degli anni '80, l'anime ebbe il successo che ci si aspettava. Invece qui in Italia e nel resto d'Europa l'anime fu da subito non solo un enorme successo di pubblico, ma anche un vero e proprio fenomeno di costume. "Lady Oscar" rivoluzionò la concezione di anime per il pubblico femminile, così come le precedenti serie robotiche avevano fatto per quello maschile, rivoluzionando anche il loro immaginario collettivo, scardinando i generi, ribaltando i ruoli. Fu un vero e proprio shock culturale per quella generazione vedere figure femminili così forti e anche così pronte al sacrificio.
Devo dire che avevo un certo timore a rivedere a distanza di così tanti anni una delle mie serie preferite di bambina, per la paura che il bel ricordo fosse dovuto solo a nostalgia. Invece "Lady Oscar" ha retto benissimo alla distanza, sia dal punto di vista narrativo, con pochissimi tempi morti (considerando soprattutto il ritmo di certe produzioni odierne), sia dal punto di vista grafico. Ovvio che il tratto possa risultare ora povero, ma considerando anche le traversie subite durante la lavorazione con cambi in corso d'opera di direttori artistici e i tanti anni passati, la serie si difende ancora bene.
Menzione d'onore per la OST: non me ne voglia Cristina D'Avena, ma la voce della cantante dei Cavalieri del Re resta insuperabile, uscita come sembra dal passato, con quelle sue vocali un po' strascicate.
Insomma "Lady Oscar" è una serie da vedere assolutamente, o per ritornare bambini o per aggiungere un pezzo di storia alla propria cultura sull'animazione giapponese.
Devo dire che avevo un certo timore a rivedere a distanza di così tanti anni una delle mie serie preferite di bambina, per la paura che il bel ricordo fosse dovuto solo a nostalgia. Invece "Lady Oscar" ha retto benissimo alla distanza, sia dal punto di vista narrativo, con pochissimi tempi morti (considerando soprattutto il ritmo di certe produzioni odierne), sia dal punto di vista grafico. Ovvio che il tratto possa risultare ora povero, ma considerando anche le traversie subite durante la lavorazione con cambi in corso d'opera di direttori artistici e i tanti anni passati, la serie si difende ancora bene.
Menzione d'onore per la OST: non me ne voglia Cristina D'Avena, ma la voce della cantante dei Cavalieri del Re resta insuperabile, uscita come sembra dal passato, con quelle sue vocali un po' strascicate.
Insomma "Lady Oscar" è una serie da vedere assolutamente, o per ritornare bambini o per aggiungere un pezzo di storia alla propria cultura sull'animazione giapponese.
A chi si accinge a vedere "Lady Oscar", in lingua originale "Versailles no bara": lo attende un anime ricco di emozioni e perfetto nel messaggio.
L'anime è consigliato a chi ama il genere storico, il genere tragico e il genere sentimentale, infatti si colloca essenzialmente nel genere storico: la storia parte nel 1755, quando nascono le "quattro rose" di Versailles.
Parla, in prima scena, della storia di Oscar François de Jarjayes, la sesta figlia del generale Jarjayes: il padre, desideroso di avere un figlio maschio, impone a questa figlia di essere, d'ora in poi, come un vero uomo.
Il punto di vista principale è da spettatori nei confronti della storia di Oscar, che si svolge essenzialmente tra la Reggia di Versailles e la Guardia Nazionale di Parigi.
La narrazione è molto organica: tratta degli anni dal 1755 al 1791, anno della decapitazione di Maria Antonietta e Luigi XVI, i singoli episodi sono molto coerenti tra loro e non vi sono molti episodi riempitivi.
Il messaggio comunicato è l'amore e la tragicità della realtà (André), il distaccarsi e allontanarsi dai propri sogni (Maria Antonietta), l'importanza dell'onore e dell'orgoglio (Fersen), il dovere verso i sudditi (Oscar).
"Lady Oscar" non ha dipendenze da altre opere, anzi ha solo connessioni con le opere successive dell'autrice e con altre opere contemporanee: "La stella della Senna", "Angie Gilr", "La grande avventura del Principe Valiant", anime che consiglio di vedere a coloro a cui piace il genere.
I disegni sono perfetti, gli sfondi sono molto curati, la coerenza con l'ambientazione è ottima - ho visto personalmente Versailles.
I personaggi sono molto caratterizzati e la loro personalità basta a comunicare con lo spettatore.
Insomma, Lady Oscar è per chi vuole godersi un anime da 10.
L'anime è consigliato a chi ama il genere storico, il genere tragico e il genere sentimentale, infatti si colloca essenzialmente nel genere storico: la storia parte nel 1755, quando nascono le "quattro rose" di Versailles.
Parla, in prima scena, della storia di Oscar François de Jarjayes, la sesta figlia del generale Jarjayes: il padre, desideroso di avere un figlio maschio, impone a questa figlia di essere, d'ora in poi, come un vero uomo.
Il punto di vista principale è da spettatori nei confronti della storia di Oscar, che si svolge essenzialmente tra la Reggia di Versailles e la Guardia Nazionale di Parigi.
La narrazione è molto organica: tratta degli anni dal 1755 al 1791, anno della decapitazione di Maria Antonietta e Luigi XVI, i singoli episodi sono molto coerenti tra loro e non vi sono molti episodi riempitivi.
Il messaggio comunicato è l'amore e la tragicità della realtà (André), il distaccarsi e allontanarsi dai propri sogni (Maria Antonietta), l'importanza dell'onore e dell'orgoglio (Fersen), il dovere verso i sudditi (Oscar).
"Lady Oscar" non ha dipendenze da altre opere, anzi ha solo connessioni con le opere successive dell'autrice e con altre opere contemporanee: "La stella della Senna", "Angie Gilr", "La grande avventura del Principe Valiant", anime che consiglio di vedere a coloro a cui piace il genere.
I disegni sono perfetti, gli sfondi sono molto curati, la coerenza con l'ambientazione è ottima - ho visto personalmente Versailles.
I personaggi sono molto caratterizzati e la loro personalità basta a comunicare con lo spettatore.
Insomma, Lady Oscar è per chi vuole godersi un anime da 10.
Lady Oscar è un anime molto popolare, e non a caso.
Innanzitutto la trama è più netta e sentita di molte altre serie in circolazione. E' riduttivo parlare di "riferimenti storici", la trama è ambientata alla corte di Francia del XVIII secolo, utilizza eventi e personaggi realmente esistiti, verranno dati dettagli e curiosità di determinate situazioni, che hanno la capacità di tener vivo l'interesse.
Come in ogni vita di corte si assistono a intrighi e congiure. E' giusto tener presente che la versione italiana di Lady Oscar presenta alcune censure, tra le quali i rapporti ambigui che Oscar intratterrà con alcuni personaggi, ad esempio con la regina.
La nostra eroina, se non lo sapeste, è una donna d'armi, cresciuta come una virago dal padre, che avrebbe voluto un figlio maschio, ma che ha riposto in lei tutti gli insegnamenti appresi in battaglia - la sigla tende a riassumere, cantando, la storia della protagonista.
La protagonista sarà coinvolta in eventi importanti, spesso segreti.
Per chi cerca una storia affascinante, dalla trama forte e intricata, questo è quello che dovrebbe vedere. Considerando che l'anime è di circa 30 anni fa, la grafica è abbastanza buona e i tratti godibili.
Innanzitutto la trama è più netta e sentita di molte altre serie in circolazione. E' riduttivo parlare di "riferimenti storici", la trama è ambientata alla corte di Francia del XVIII secolo, utilizza eventi e personaggi realmente esistiti, verranno dati dettagli e curiosità di determinate situazioni, che hanno la capacità di tener vivo l'interesse.
Come in ogni vita di corte si assistono a intrighi e congiure. E' giusto tener presente che la versione italiana di Lady Oscar presenta alcune censure, tra le quali i rapporti ambigui che Oscar intratterrà con alcuni personaggi, ad esempio con la regina.
La nostra eroina, se non lo sapeste, è una donna d'armi, cresciuta come una virago dal padre, che avrebbe voluto un figlio maschio, ma che ha riposto in lei tutti gli insegnamenti appresi in battaglia - la sigla tende a riassumere, cantando, la storia della protagonista.
La protagonista sarà coinvolta in eventi importanti, spesso segreti.
Per chi cerca una storia affascinante, dalla trama forte e intricata, questo è quello che dovrebbe vedere. Considerando che l'anime è di circa 30 anni fa, la grafica è abbastanza buona e i tratti godibili.
"Berusaiyu no bara", "Versailles no Bara", "La rosa di Versailles": dietro a tutti questi nomi si cela una delle più belle opere che siano mai state create e che, per lo più, conosciamo con il nome di Lady Oscar. Il fumetto risale al 1972, l'anime è del 1979, ma da noi venne trasmesso per la prima volta nel marzo del 1982.
Ambientato ai tempi della Rivoluzione Francese, non si prefigge di narrare fatti storici fedelmente a come accaddero, anche se in parte ci riesce ugualmente, ma narra le gesta di una giovane ragazza predestinata sin dal suo concepimento a diventare il generale delle guardie di sua maestà. Allorché il ruolo sarebbe dovuto essere assegnato a un uomo, la giovane riceverà sin da piccola un'educazione e un addestramento prettamente maschili che la renderanno capace di svolgere il compito nel migliore dei modi, ma tutto ciò a discapito della sua vera natura di donna.
Sarebbe impossibile narrare le molteplici sfaccettature di quest'opera meravigliosa, quel poco che ho scritto spero possa servire unicamente a fare breccia nel vostro interesse, ma non è che una piccola parte del grande universo narrativo di questo splendido anime.
Ne parlo in termini entusiastici, ne descrivo la "maestosità", eppure... Eppure torno indietro nel tempo a quando ero ragazzino, non ancora in grado di apprezzarne la grandezza e i temi maturi e profondi, e mi permettevo persino di farmi beffe di chi lo apprezzasse. Quanti errori si fanno da giovani!
Ancora oggi tutto ciò che ha a che fare con contesti storici non rientra certo nelle mie grazie, eppure alcune opere meritano a pieno merito di essere inserite tra le eccezioni. La mia ostilità nei confronti delle opere storiche non ha potuto impedire di farmi letteralmente innamorare di quest'anime che ora troneggia in bella mostra nella mia collezione personale e che non manco di riguardarmi per intero a ogni occasione. Ho perso il conto di quante volte l'avrò visto e rivisto, eppure non smette di emozionarmi, non riesce ad annoiarmi, ogni volta lo seguo con rinnovato interesse. Non sono molte le opere che mi hanno fatto lo stesso effetto. Un piccolo miracolo che potrebbe accadere a ognuno di voi, a patto che sappia mettere da parte eventuali preconcetti e immedesimarsi nelle verosimilissime avventure di Oscar François de Jarjayes.
Precedentemente ho scritto che in parte Lady Oscar non narra i fatti storici per come si svolsero realmente. Questo perché la protagonista in realtà non esistette, ma tutto ciò che le ruota attorno è inserito perfettamente nel contesto della Rivoluzione Francese, con fatti, date e personaggi reali. Se avessero voluto realizzare una sorta di documentario animato, ci sarebbero potuti riuscire perfettamente e quale miglior modo d'imparare la storia se non tramite un anime? Sarebbe stato possibile. Invece, a conti fatti, si potrebbe imparare qualcosa di marginale riguardo la Rivoluzione Francese, ma, quel che realmente conta è la bellissima storia di Oscar, perfettamente in simbiosi con il contesto nel quale si viene a trovare.
Parliamo di un anime del '79, eppure animazioni, musiche e disegni erano di tutt'altro livello rispetto a quel che si poteva vedere di quei tempi. Lady Oscar sta nettamente sopra la media, tanto da difendersi strenuamente sino ai giorni d'oggi e da arrivare a presentarsi con una veste tutt'altro che deprecabile.
Sono poche le storie che consiglierei a chiunque, ma con Lady Oscar andrei sul sicuro.
Ambientato ai tempi della Rivoluzione Francese, non si prefigge di narrare fatti storici fedelmente a come accaddero, anche se in parte ci riesce ugualmente, ma narra le gesta di una giovane ragazza predestinata sin dal suo concepimento a diventare il generale delle guardie di sua maestà. Allorché il ruolo sarebbe dovuto essere assegnato a un uomo, la giovane riceverà sin da piccola un'educazione e un addestramento prettamente maschili che la renderanno capace di svolgere il compito nel migliore dei modi, ma tutto ciò a discapito della sua vera natura di donna.
Sarebbe impossibile narrare le molteplici sfaccettature di quest'opera meravigliosa, quel poco che ho scritto spero possa servire unicamente a fare breccia nel vostro interesse, ma non è che una piccola parte del grande universo narrativo di questo splendido anime.
Ne parlo in termini entusiastici, ne descrivo la "maestosità", eppure... Eppure torno indietro nel tempo a quando ero ragazzino, non ancora in grado di apprezzarne la grandezza e i temi maturi e profondi, e mi permettevo persino di farmi beffe di chi lo apprezzasse. Quanti errori si fanno da giovani!
Ancora oggi tutto ciò che ha a che fare con contesti storici non rientra certo nelle mie grazie, eppure alcune opere meritano a pieno merito di essere inserite tra le eccezioni. La mia ostilità nei confronti delle opere storiche non ha potuto impedire di farmi letteralmente innamorare di quest'anime che ora troneggia in bella mostra nella mia collezione personale e che non manco di riguardarmi per intero a ogni occasione. Ho perso il conto di quante volte l'avrò visto e rivisto, eppure non smette di emozionarmi, non riesce ad annoiarmi, ogni volta lo seguo con rinnovato interesse. Non sono molte le opere che mi hanno fatto lo stesso effetto. Un piccolo miracolo che potrebbe accadere a ognuno di voi, a patto che sappia mettere da parte eventuali preconcetti e immedesimarsi nelle verosimilissime avventure di Oscar François de Jarjayes.
Precedentemente ho scritto che in parte Lady Oscar non narra i fatti storici per come si svolsero realmente. Questo perché la protagonista in realtà non esistette, ma tutto ciò che le ruota attorno è inserito perfettamente nel contesto della Rivoluzione Francese, con fatti, date e personaggi reali. Se avessero voluto realizzare una sorta di documentario animato, ci sarebbero potuti riuscire perfettamente e quale miglior modo d'imparare la storia se non tramite un anime? Sarebbe stato possibile. Invece, a conti fatti, si potrebbe imparare qualcosa di marginale riguardo la Rivoluzione Francese, ma, quel che realmente conta è la bellissima storia di Oscar, perfettamente in simbiosi con il contesto nel quale si viene a trovare.
Parliamo di un anime del '79, eppure animazioni, musiche e disegni erano di tutt'altro livello rispetto a quel che si poteva vedere di quei tempi. Lady Oscar sta nettamente sopra la media, tanto da difendersi strenuamente sino ai giorni d'oggi e da arrivare a presentarsi con una veste tutt'altro che deprecabile.
Sono poche le storie che consiglierei a chiunque, ma con Lady Oscar andrei sul sicuro.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Di solito, agli anime che mi sono piaciuti veramente tanto do 8 o 9, ma questa volta è diverso: Lady Oscar si merita veramente il 10.
Penso che la storia la conosciate tutti: la famiglia Jarjayes ha avuto tutte figlie femmine, e quindi il generale de Jarjayes decide di allevare l'ultima nata come un maschio. Ora, non sto qui a raccontarvi tutti gli avvenimenti, ma vi avverto che, durante "l'analisi" dei personaggi, ci saranno molti spoiler. Quindi, se non l'avete ancora visto, fermatevi qui.
Oltre alla storia, certamente molto bella e così avvincente che ti guarderesti tutti e 40 gli episodi in un giorno, la psicologia dei vari personaggi viene portata alla luce, rendendoli più "profondi" - non so se mi sono spiegata, ma fate finta di avere capito. La stessa Oscar, quando s'innamora di Fersen, incomincia a sentirsi più "donna" - infatti a un ballo si presenterà con un abito lungo, mentre di solito, per quelle occasioni, usava l'uniforme -, e dopo il rifiuto di Fersen cerca di cancellare totalmente la parte femminile.
Prendiamo un altro personaggio: André. André è il migliore amico di Oscar, ed è sempre stato innamorato di quest'ultima, le è sempre stato vicino, in ogni occasione, e l'ha sempre seguita, soffrendo sia fisicamente, diventando cieco da un occhio e quasi dall'altro, sia psicologicamente, nutrendo un sentimento che rimane non corrisposto per 34 anni. Infatti Oscar si accorge solamente nel terzultimo episodio di amare André, e i due si fidanzano, e si scambiano il primo bacio "vero", voluto da entrambi. Solo una cosa li può separare: la morte.
Gli ultimi episodi (38-39-40) sono stati un suicidio per i miei dotti lacrimali. Veramente, non sono una ragazza che piange facilmente, ma sono stati di una poesia immensa questi episodi.
Ok, il mio cianciare sulla storia è finito, e ora parliamo dell'aspetto "tecnico": lo premetto, non sono un'esperta, quindi non aspettatevi analisi lunghe e complete. Il disegno per me è splendido a dir poco, l'unico "neo", se così si può chiamare, è l'animazione, ma solo perché vedere Lady Oscar nel 2011 è un conto, ma dobbiamo entrare nell'ottica che sia un anime del 1979, più di 30 anni fa. E' come pretendere da un film degli anni '70 gli effetti speciali di quelli attuali.
Lo consiglio vivamente.
Di solito, agli anime che mi sono piaciuti veramente tanto do 8 o 9, ma questa volta è diverso: Lady Oscar si merita veramente il 10.
Penso che la storia la conosciate tutti: la famiglia Jarjayes ha avuto tutte figlie femmine, e quindi il generale de Jarjayes decide di allevare l'ultima nata come un maschio. Ora, non sto qui a raccontarvi tutti gli avvenimenti, ma vi avverto che, durante "l'analisi" dei personaggi, ci saranno molti spoiler. Quindi, se non l'avete ancora visto, fermatevi qui.
Oltre alla storia, certamente molto bella e così avvincente che ti guarderesti tutti e 40 gli episodi in un giorno, la psicologia dei vari personaggi viene portata alla luce, rendendoli più "profondi" - non so se mi sono spiegata, ma fate finta di avere capito. La stessa Oscar, quando s'innamora di Fersen, incomincia a sentirsi più "donna" - infatti a un ballo si presenterà con un abito lungo, mentre di solito, per quelle occasioni, usava l'uniforme -, e dopo il rifiuto di Fersen cerca di cancellare totalmente la parte femminile.
Prendiamo un altro personaggio: André. André è il migliore amico di Oscar, ed è sempre stato innamorato di quest'ultima, le è sempre stato vicino, in ogni occasione, e l'ha sempre seguita, soffrendo sia fisicamente, diventando cieco da un occhio e quasi dall'altro, sia psicologicamente, nutrendo un sentimento che rimane non corrisposto per 34 anni. Infatti Oscar si accorge solamente nel terzultimo episodio di amare André, e i due si fidanzano, e si scambiano il primo bacio "vero", voluto da entrambi. Solo una cosa li può separare: la morte.
Gli ultimi episodi (38-39-40) sono stati un suicidio per i miei dotti lacrimali. Veramente, non sono una ragazza che piange facilmente, ma sono stati di una poesia immensa questi episodi.
Ok, il mio cianciare sulla storia è finito, e ora parliamo dell'aspetto "tecnico": lo premetto, non sono un'esperta, quindi non aspettatevi analisi lunghe e complete. Il disegno per me è splendido a dir poco, l'unico "neo", se così si può chiamare, è l'animazione, ma solo perché vedere Lady Oscar nel 2011 è un conto, ma dobbiamo entrare nell'ottica che sia un anime del 1979, più di 30 anni fa. E' come pretendere da un film degli anni '70 gli effetti speciali di quelli attuali.
Lo consiglio vivamente.
Quando Versailles no Bara - Le rose di Versailles - approdò nel Bel Paese si sentì subito il criminale bisogno di cambiargli il titolo nel più banale e riduttivo “Lady Oscar”, sorte toccata a moltissime opere purtroppo. Tra l'altro la storia è ambientata in Francia quindi non capisco perché mai sia stato scelto il termine 'lady' che si riferisce alle nobildonne inglesi. Credo sia un delitto modificare il titolo di un'opera, sconvolgendo le intenzioni del creatore della stessa, che, in questo caso, con il termine ‘Le Rose di Versailles’ dava all’anime un tono più corale, non incentrando tutto, solo, sulla protagonista, Oscar François de Jarjayes.
Le rose di Versailles è tratto dall’omonimo manga di Riyoko Ikeda, che fece sicuramente una scelta coraggiosa a realizzare uno shōjo storico, e vede la luce nel 1979, trasmesso poi in Italia nel 1982. La regia dei primi episodi è di Tadao Nagahama, che viene, poi, sostituito da Osamu Dezaki (Rocky Joe, Jenny la tennista).
Le rose di Versailles ha come caratteristica peculiare di parlare di tante storie che si riallacciano tutte in modo coerente alla trama principale: storie di amicizia, di amore non corrisposto che dura una vita intera, di passione tra due amanti, di ricchi arroganti che non danno valore alla vita dei poveri, storie di riscatto sociale, storie di vendetta. I temi trattati, infatti, sono tanti: la morte, le malattie, le condizioni di povertà in cui versavano i cittadini parigini nel XVIII secolo e poi, ovviamente, sono descritti tutti gli avvenimenti, le motivazioni e i protagonisti che hanno portato alla Rivoluzione Francese. Alcune scene di quest'anime sono memorabili, come la triste fine della sorellina di Rosalie, in cui viene affrontato un tema estremamente delicato, quello del matrimonio tra un adulto e una bambina, o ancora il drammatico epilogo della serie. Le varie tematiche sono proposte in modo commovente e mai superficiale.
Fortunatamente, nonostante qualche censura ai dialoghi, rimane intatta tutta la profondità dell’anime. Quando lo guardavo da bambina, pur apprezzandolo non riuscivo a cogliere le sfumature di cui è intriso; rivedendolo in età adulta ho potuto apprezzarlo ancora di più, con maggiore consapevolezza, perché ho compreso molti aspetti che da bambina mi sfuggivano. Già, poiché è evidente che nonostante l’allora Fininvest lo trasmettesse insieme ad altri cartoni animati per bambini, quest’anime si rivolge a un pubblico maturo.
I protagonisti di questa storia sono tutti caratterizzati in modo eccellente, tutti in lotta con i propri demoni interiori, tutti con sentimenti estremamente reali, al punto da lasciare un segno profondo nello spettatore più attento, che difficilmente li dimenticherà. La carrellata di personaggi che ci vengono presentati, è decisamente variegata, alcuni meschini, come Madame Du Barry o Jeanne Valois de la Motte, altri estremamente eroici come la stessa Oscar.
Versailles no bara è molto realistico, forse l’unica critica che potrei fargli è che risulta poco credibile che nella Francia di Luigi XVI una donna, seppur ben addestrata e figlia di un generale, potesse diventare comandante della Guardia Reale.
Oscar ha uno spessore morale inarrivabile, i suoi comportamenti non sono il risultato di un superficiale buonismo, ma di una morale a cui lei rimane sempre fedele, anche quando deciderà di lasciare la Guardia Reale e di andare contro quel padre autoritario che aveva rispettato per anni, rinunciando al suo essere femminile pur di non deluderlo. Oscar racchiude in sé caratteristiche sia maschili sia femminili, è sorprendente la sua crescita psicologica nel corso degli episodi, crescita che riguarderà un po’ tutti i personaggi, in particolare Andrè Grandier, la regina Maria Antonietta, il conte Hans Axel von Fersen.
La protagonista riscopre il suo animo di donna quando si innamora per la prima volta di un uomo. Ciò la porterà a vivere una profonda crisi, proprio lei che da sempre ha vissuto come un maschio, sentirà l’esigenza di vivere appieno una vita da donna. Sarà Andrè, alla fine, a permetterle di risolvere questo suo moto interiore.
I disegni, seppur datati, risultano estremamente piacevoli e si adeguano alla perfezione al periodo storico in cui si muovono i personaggi. Il character design è splendido, curato da Shingō Araki e Michi Himeno (entrambi lavorarono anche a ‘I cavalieri dello Zodiaco’). Il realismo di cui ho parlato prima riguarda anche il chara, poiché i personaggi nel corso delle puntate saranno raffigurati in modo diverso per evidenziare lo scorrere del tempo, infatti la storia copre circa vent’anni. Ottimi i fondali: le stanze di Versailles, ad esempio, sono ritratte in modo esemplare, se pensiamo che l’anime ha più di trent'anni sulle spalle ci si rende conto che fu fatto davvero un lavoro pregevole. Discorso a parte va fatto per le musiche impareggiabili, composte da Kōji Makaino. Infine, il doppiaggio italiano è di altissimo livello, spiccano Cinzia De Carolis nel ruolo di Oscar e Massimo Rossi in quello di Andrè.
Riassumendo: disegni e OST sublimi, ottima regia, storia avvincente e personaggi caratterizzati egregiamente fanno di Versailles no Bara uno dei pilastri dell’animazione nipponica, che emoziona ogni volta che lo si riguarda, sempre attuale nel modo in cui sono analizzati i turbamenti dell’animo umano.
Chiudo la mia recensione con le parole dell’autrice, rilasciate in un’intervista pubblicata sul presente sito:<i> “Io credo che Lady Oscar rappresenti la libertà: quella di essere una donna dall'animo più maschile, oppure un uomo dall'animo più femminile.” </i>
Le rose di Versailles è tratto dall’omonimo manga di Riyoko Ikeda, che fece sicuramente una scelta coraggiosa a realizzare uno shōjo storico, e vede la luce nel 1979, trasmesso poi in Italia nel 1982. La regia dei primi episodi è di Tadao Nagahama, che viene, poi, sostituito da Osamu Dezaki (Rocky Joe, Jenny la tennista).
Le rose di Versailles ha come caratteristica peculiare di parlare di tante storie che si riallacciano tutte in modo coerente alla trama principale: storie di amicizia, di amore non corrisposto che dura una vita intera, di passione tra due amanti, di ricchi arroganti che non danno valore alla vita dei poveri, storie di riscatto sociale, storie di vendetta. I temi trattati, infatti, sono tanti: la morte, le malattie, le condizioni di povertà in cui versavano i cittadini parigini nel XVIII secolo e poi, ovviamente, sono descritti tutti gli avvenimenti, le motivazioni e i protagonisti che hanno portato alla Rivoluzione Francese. Alcune scene di quest'anime sono memorabili, come la triste fine della sorellina di Rosalie, in cui viene affrontato un tema estremamente delicato, quello del matrimonio tra un adulto e una bambina, o ancora il drammatico epilogo della serie. Le varie tematiche sono proposte in modo commovente e mai superficiale.
Fortunatamente, nonostante qualche censura ai dialoghi, rimane intatta tutta la profondità dell’anime. Quando lo guardavo da bambina, pur apprezzandolo non riuscivo a cogliere le sfumature di cui è intriso; rivedendolo in età adulta ho potuto apprezzarlo ancora di più, con maggiore consapevolezza, perché ho compreso molti aspetti che da bambina mi sfuggivano. Già, poiché è evidente che nonostante l’allora Fininvest lo trasmettesse insieme ad altri cartoni animati per bambini, quest’anime si rivolge a un pubblico maturo.
I protagonisti di questa storia sono tutti caratterizzati in modo eccellente, tutti in lotta con i propri demoni interiori, tutti con sentimenti estremamente reali, al punto da lasciare un segno profondo nello spettatore più attento, che difficilmente li dimenticherà. La carrellata di personaggi che ci vengono presentati, è decisamente variegata, alcuni meschini, come Madame Du Barry o Jeanne Valois de la Motte, altri estremamente eroici come la stessa Oscar.
Versailles no bara è molto realistico, forse l’unica critica che potrei fargli è che risulta poco credibile che nella Francia di Luigi XVI una donna, seppur ben addestrata e figlia di un generale, potesse diventare comandante della Guardia Reale.
Oscar ha uno spessore morale inarrivabile, i suoi comportamenti non sono il risultato di un superficiale buonismo, ma di una morale a cui lei rimane sempre fedele, anche quando deciderà di lasciare la Guardia Reale e di andare contro quel padre autoritario che aveva rispettato per anni, rinunciando al suo essere femminile pur di non deluderlo. Oscar racchiude in sé caratteristiche sia maschili sia femminili, è sorprendente la sua crescita psicologica nel corso degli episodi, crescita che riguarderà un po’ tutti i personaggi, in particolare Andrè Grandier, la regina Maria Antonietta, il conte Hans Axel von Fersen.
La protagonista riscopre il suo animo di donna quando si innamora per la prima volta di un uomo. Ciò la porterà a vivere una profonda crisi, proprio lei che da sempre ha vissuto come un maschio, sentirà l’esigenza di vivere appieno una vita da donna. Sarà Andrè, alla fine, a permetterle di risolvere questo suo moto interiore.
I disegni, seppur datati, risultano estremamente piacevoli e si adeguano alla perfezione al periodo storico in cui si muovono i personaggi. Il character design è splendido, curato da Shingō Araki e Michi Himeno (entrambi lavorarono anche a ‘I cavalieri dello Zodiaco’). Il realismo di cui ho parlato prima riguarda anche il chara, poiché i personaggi nel corso delle puntate saranno raffigurati in modo diverso per evidenziare lo scorrere del tempo, infatti la storia copre circa vent’anni. Ottimi i fondali: le stanze di Versailles, ad esempio, sono ritratte in modo esemplare, se pensiamo che l’anime ha più di trent'anni sulle spalle ci si rende conto che fu fatto davvero un lavoro pregevole. Discorso a parte va fatto per le musiche impareggiabili, composte da Kōji Makaino. Infine, il doppiaggio italiano è di altissimo livello, spiccano Cinzia De Carolis nel ruolo di Oscar e Massimo Rossi in quello di Andrè.
Riassumendo: disegni e OST sublimi, ottima regia, storia avvincente e personaggi caratterizzati egregiamente fanno di Versailles no Bara uno dei pilastri dell’animazione nipponica, che emoziona ogni volta che lo si riguarda, sempre attuale nel modo in cui sono analizzati i turbamenti dell’animo umano.
Chiudo la mia recensione con le parole dell’autrice, rilasciate in un’intervista pubblicata sul presente sito:<i> “Io credo che Lady Oscar rappresenti la libertà: quella di essere una donna dall'animo più maschile, oppure un uomo dall'animo più femminile.” </i>
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Quando un nostalgico dell'animazione anni ottanta si mette a bofonchiare sull'inconsistenza delle generazioni successive di anime, mi viene da ridere. Per carità, Ufo Robot sarà stata per l'epoca una rivoluzione, ma a rivederlo oggi viene da ridere elencando i buchi di sceneggiatura, la bidimensionalità dei protagonisti e le animazioni fatte con l'accetta. Lo stesso dicasi dei mitici shoujo strappalacrime dell'epoca: se Georgie nel 1985 faceva scendere più di una lacrima, nel 2011 sembra una fiction di Canale 5.
In sintesi: se si sgombera il campo alla nostalgia dell'infanzia e di un decennio sicuramente più felice e spensierato, gran parte dell'animazione dell'epoca oggigiorno è datata, se non improponibile come seria visione.
Tuttavia Lady Oscar è l'eccezione che conferma la regola. Lady Oscar si vede nel 2011 con lo stesso identico trasporto che si poteva avere guardandolo nel 1985. Se gli anime dell'epoca infatti erano spesso raffazzonati e puntavano al risparmio, qui abbiamo un character design ottimo, che tocca punte di eccellenza quando Osamu Dezaki prende in mano la regia; sfondi frutto di un accurato studio degli ambienti dell'epoca; una colonna sonora che non si finirebbe mai di ascoltare.
Certamente qui si sta trattando di tutti quegli elementi tecnici di sottofondo che sono indispensabili per fare esprimere al massimo tutta la forza insita dentro la storia di Riyoko Ikeda. Tuttavia, rispetto al manga, l'anime di Lady Oscar ha una marcia in più - checché ne pensino i giapponesi, che invece non amarono alla follia la versione animata del loro Berubara. Il manga infatti tende ad esagerare, a indulgere troppo nel melò e ad appiattire i personaggi.
Nell'anime, in particolar modo negli episodi curati da Osamu Dezaki tutto è molto più rigoroso: dialoghi iperrealistici, nessuna indulgenza umoristica (che nel manga stemperavano la tensione), pochi fiori e psicologie molto più sfaccettate. Un esempio su tutti: quando il padre di Oscar nel manga vuole che la figlia si sposi, lo fa perché ha paura che Oscar muoia durante gli scontri a Parigi. Nell'anime lo fa perché è pentito di quello che ha imposto alla figlia di fare. Sempre in questa parte, se Oscar nel manga fa una lunga manfrina ringraziandolo di avergli permesso di vivere come "il figlio di Marte" (sic!), nell'anime Oscar dapprima non fa una piega dinanzi alla richiesta paterna, né si capisce fino alla fine cosa lei voglia fare fino a quando non si mostra al ballo indetto in suo onore in divisa dicendo ironicamente "Ma come? Si indice un ballo e non c'è nemmeno una donna con cui ballare?". Un'Oscar molto meno idealista e passionale rispetto al manga, ma di sicuro molto più affascinante.
Non so se esista un otaku che ancora non abbia ancora visto questo anime, ma in tal caso ne obbligo la visione perché fa proprio parte delle basi da cui cominciare. Un classico.
Quando un nostalgico dell'animazione anni ottanta si mette a bofonchiare sull'inconsistenza delle generazioni successive di anime, mi viene da ridere. Per carità, Ufo Robot sarà stata per l'epoca una rivoluzione, ma a rivederlo oggi viene da ridere elencando i buchi di sceneggiatura, la bidimensionalità dei protagonisti e le animazioni fatte con l'accetta. Lo stesso dicasi dei mitici shoujo strappalacrime dell'epoca: se Georgie nel 1985 faceva scendere più di una lacrima, nel 2011 sembra una fiction di Canale 5.
In sintesi: se si sgombera il campo alla nostalgia dell'infanzia e di un decennio sicuramente più felice e spensierato, gran parte dell'animazione dell'epoca oggigiorno è datata, se non improponibile come seria visione.
Tuttavia Lady Oscar è l'eccezione che conferma la regola. Lady Oscar si vede nel 2011 con lo stesso identico trasporto che si poteva avere guardandolo nel 1985. Se gli anime dell'epoca infatti erano spesso raffazzonati e puntavano al risparmio, qui abbiamo un character design ottimo, che tocca punte di eccellenza quando Osamu Dezaki prende in mano la regia; sfondi frutto di un accurato studio degli ambienti dell'epoca; una colonna sonora che non si finirebbe mai di ascoltare.
Certamente qui si sta trattando di tutti quegli elementi tecnici di sottofondo che sono indispensabili per fare esprimere al massimo tutta la forza insita dentro la storia di Riyoko Ikeda. Tuttavia, rispetto al manga, l'anime di Lady Oscar ha una marcia in più - checché ne pensino i giapponesi, che invece non amarono alla follia la versione animata del loro Berubara. Il manga infatti tende ad esagerare, a indulgere troppo nel melò e ad appiattire i personaggi.
Nell'anime, in particolar modo negli episodi curati da Osamu Dezaki tutto è molto più rigoroso: dialoghi iperrealistici, nessuna indulgenza umoristica (che nel manga stemperavano la tensione), pochi fiori e psicologie molto più sfaccettate. Un esempio su tutti: quando il padre di Oscar nel manga vuole che la figlia si sposi, lo fa perché ha paura che Oscar muoia durante gli scontri a Parigi. Nell'anime lo fa perché è pentito di quello che ha imposto alla figlia di fare. Sempre in questa parte, se Oscar nel manga fa una lunga manfrina ringraziandolo di avergli permesso di vivere come "il figlio di Marte" (sic!), nell'anime Oscar dapprima non fa una piega dinanzi alla richiesta paterna, né si capisce fino alla fine cosa lei voglia fare fino a quando non si mostra al ballo indetto in suo onore in divisa dicendo ironicamente "Ma come? Si indice un ballo e non c'è nemmeno una donna con cui ballare?". Un'Oscar molto meno idealista e passionale rispetto al manga, ma di sicuro molto più affascinante.
Non so se esista un otaku che ancora non abbia ancora visto questo anime, ma in tal caso ne obbligo la visione perché fa proprio parte delle basi da cui cominciare. Un classico.
Mi ci è voluto prima che mi decidessi a scrivere una recensione su quest'anime e devo ammettere che non è facile.
Chi non conosce Lady Oscar? Praticamente tutti. A partire dalla generazione classe '80 chi non ha visto o non ha ascoltato e canticchiato almeno per una volta le due famosissime sigle italiane?
Io ho scoperto quest'anime relativamente tardi, quando ero ormai un'adolescente, e mi ha subito conquistata, con tanto di pelle d'oca ogni volta che mi ricapitava di guardarlo. I disegni, la storia struggente, il contesto storico non proprio semplice da raccontare fanno parte ormai dell'immaginario collettivo e probabilmente qualcuno ne sa qualcosa della storia francese proprio perché ha visto l'anime. (Ovviamente non è una fonte attendibilissima, tipo da manuale).
Dalla prima messa in onda ad oggi Versailles no Bara è passato inesorabilmente attraverso rimaneggiamenti, adattamenti e sforbiciate tipiche della becera censura italiana. Ho rivisto più volte l'anime trasmesso in TV e ho potuto appurare che ha subito negli anni un numero cospicuo di tagli di scene - scene che ricordavo di aver visto negli anni precedenti - al punto che ultimamente l'anime sembrava essere diventato una sintesi monca del manga. Oggettivamente il manga contiene anche contenuti ambigui, abbastanza forti e più adatti a un pubblico adulto. Ciononostante lo si può definire comunque un "evergreen".
Quest'opera si distingue per grazia ed eleganza e la sua bellezza è rimasta inalterata nonostante le continue violazioni che ha subito.
Il merito di Riyoko Ikeda è stato quello di avere dato un taglio realistico alla sua opera attraverso un affresco verosimile della vita di corte, delle strategie e degli intrighi, delle azioni efferate che si nascondono dietro lo sfarzo e il lusso di ogni regno potente. Al tempo dell'uscita dell'anime, probabilmente proprio questa è stata la vera novità che ha lasciato il segno: non una storia amena e idealizzata di principi azzurri e principesse perseguitate da streghe cattive con relativo happy ending, ma una storia tragica, ambientata in un contesto altrettanto funesto, dove eroi ed eroine sono ostaggi della storia umana e soccombono sotto il peso degli eventi.
Quanto al character design, non si può negare che sia meraviglioso. Il personaggio di Oscar è ovviamente superiore per tanti aspetti agli altri protagonisti. E' molto credibile e ha una psicologia complessa. E' una donna che si è formata attraverso la disciplina militare, che presenta abilità straordinarie nel combattimento, una sincera devozione verso i regnanti, un fascino accattivante ed enigmatico, che sortisce l'effetto di piegare coloro che incontra sul suo cammino, uomini o donne che siano. Questo almeno è ciò che succede all'esterno. In realtà, il ritratto di Oscar non è completo se non si tiene conto della sua natura tormentata, infelice, malinconica, succube e allo stesso ribelle.
Un po' meno credibile è invece il personaggio di Maria Antonietta, che secondo le cronache è risaputo non fosse una santa in terra.
Infine, non si può non ricordare lo strepitoso doppiaggio italiano, che, secondo me, a ragione è rimasto memorabile ai più. Il mio sogno sarebbe quello di rivedere Versailles no Bara in audio originale, sottotitolato in italiano e con il reintegro di tutti i vari spezzettamenti, per avere un'idea più chiara della trasposizione animata del manga. Nell'attesa mi consolo con il manga. Pazienza.
Tagli o no, a ogni modo è impossibile non considerare l'opera originale della Ikeda e l'anime dei veri capolavori, destinati a incantare anche le generazioni che verranno.
Chi non conosce Lady Oscar? Praticamente tutti. A partire dalla generazione classe '80 chi non ha visto o non ha ascoltato e canticchiato almeno per una volta le due famosissime sigle italiane?
Io ho scoperto quest'anime relativamente tardi, quando ero ormai un'adolescente, e mi ha subito conquistata, con tanto di pelle d'oca ogni volta che mi ricapitava di guardarlo. I disegni, la storia struggente, il contesto storico non proprio semplice da raccontare fanno parte ormai dell'immaginario collettivo e probabilmente qualcuno ne sa qualcosa della storia francese proprio perché ha visto l'anime. (Ovviamente non è una fonte attendibilissima, tipo da manuale).
Dalla prima messa in onda ad oggi Versailles no Bara è passato inesorabilmente attraverso rimaneggiamenti, adattamenti e sforbiciate tipiche della becera censura italiana. Ho rivisto più volte l'anime trasmesso in TV e ho potuto appurare che ha subito negli anni un numero cospicuo di tagli di scene - scene che ricordavo di aver visto negli anni precedenti - al punto che ultimamente l'anime sembrava essere diventato una sintesi monca del manga. Oggettivamente il manga contiene anche contenuti ambigui, abbastanza forti e più adatti a un pubblico adulto. Ciononostante lo si può definire comunque un "evergreen".
Quest'opera si distingue per grazia ed eleganza e la sua bellezza è rimasta inalterata nonostante le continue violazioni che ha subito.
Il merito di Riyoko Ikeda è stato quello di avere dato un taglio realistico alla sua opera attraverso un affresco verosimile della vita di corte, delle strategie e degli intrighi, delle azioni efferate che si nascondono dietro lo sfarzo e il lusso di ogni regno potente. Al tempo dell'uscita dell'anime, probabilmente proprio questa è stata la vera novità che ha lasciato il segno: non una storia amena e idealizzata di principi azzurri e principesse perseguitate da streghe cattive con relativo happy ending, ma una storia tragica, ambientata in un contesto altrettanto funesto, dove eroi ed eroine sono ostaggi della storia umana e soccombono sotto il peso degli eventi.
Quanto al character design, non si può negare che sia meraviglioso. Il personaggio di Oscar è ovviamente superiore per tanti aspetti agli altri protagonisti. E' molto credibile e ha una psicologia complessa. E' una donna che si è formata attraverso la disciplina militare, che presenta abilità straordinarie nel combattimento, una sincera devozione verso i regnanti, un fascino accattivante ed enigmatico, che sortisce l'effetto di piegare coloro che incontra sul suo cammino, uomini o donne che siano. Questo almeno è ciò che succede all'esterno. In realtà, il ritratto di Oscar non è completo se non si tiene conto della sua natura tormentata, infelice, malinconica, succube e allo stesso ribelle.
Un po' meno credibile è invece il personaggio di Maria Antonietta, che secondo le cronache è risaputo non fosse una santa in terra.
Infine, non si può non ricordare lo strepitoso doppiaggio italiano, che, secondo me, a ragione è rimasto memorabile ai più. Il mio sogno sarebbe quello di rivedere Versailles no Bara in audio originale, sottotitolato in italiano e con il reintegro di tutti i vari spezzettamenti, per avere un'idea più chiara della trasposizione animata del manga. Nell'attesa mi consolo con il manga. Pazienza.
Tagli o no, a ogni modo è impossibile non considerare l'opera originale della Ikeda e l'anime dei veri capolavori, destinati a incantare anche le generazioni che verranno.
Quest'anime secondo me è molto bello, chi ama il genere storico lo può apprezzare davvero molto, e inoltre è ideale sia per le ragazze, perché non è violento, sia per i ragazzi, perché non c'è molto sentimentalismo.
A prima vista può sembrare che la storia sia molto romanzata e la maggior parte dei fatti non sia reale, ma in realtà, dopo che mi sono appassionata alla storia, ogni volta che c'era un nuovo fatto mi andavo a informare se era accaduto realmente oppure no, e ho così scoperto che moltissimo di quello che si vede è vero. Non parlo solo dello scenario storico (il periodo prima della Rivoluzione Francese), ma proprio di fatti e personaggi anche di minore importanza, come per esempio lo scandalo della collana, la contessa du Barry, il conte di Fersen, Charlotte de Polignac, o Rosalie Lamorlière, che pare sia esistita davvero.
Insomma, alla fine, pare proprio che l'unica cosa inventata sia proprio la protagonista, ma senza di lei quest'anime non avrebbe senso, quindi non mi resta altro da fare che augurarvi buona visione.
A prima vista può sembrare che la storia sia molto romanzata e la maggior parte dei fatti non sia reale, ma in realtà, dopo che mi sono appassionata alla storia, ogni volta che c'era un nuovo fatto mi andavo a informare se era accaduto realmente oppure no, e ho così scoperto che moltissimo di quello che si vede è vero. Non parlo solo dello scenario storico (il periodo prima della Rivoluzione Francese), ma proprio di fatti e personaggi anche di minore importanza, come per esempio lo scandalo della collana, la contessa du Barry, il conte di Fersen, Charlotte de Polignac, o Rosalie Lamorlière, che pare sia esistita davvero.
Insomma, alla fine, pare proprio che l'unica cosa inventata sia proprio la protagonista, ma senza di lei quest'anime non avrebbe senso, quindi non mi resta altro da fare che augurarvi buona visione.
Quante volte ho visto questo autentico capolavoro nato da quel genio di Riyoko Ikeda, e non mi stancherò mai di vederlo. Ogni volta che lo guardo mi emoziono sempre come la prima. Le lacrime si sprecano.
Chi non ha mai amato i personaggi di Versailles No Bara o non si è mai messo nei loro panni? Ho letto anche il manga, e anche se c'è qualche differenza preferisco sempre la trasposizione animata, forse perché ho visto prima l'anime e poi ho letto la sua parte cartacea. Si nota subito che l'anime quasi si divide in due parti: la prima, forse un po' più "comica" e ironica, influenza il design dei personaggi. I volti sono più tondi, lo sguardo sereno, gli occhi più grandi. Nella seconda, più drammatica (che preferisco), i volti dei personaggi sembrano quasi consapevoli del destino a cui vanno incontro.
Non si possono non citare doppiatori di talento come Cinzia de Carolis, perfetta per la nostra Oscar, Massimo Rossi per Andrè, e Laura Boccanera - che avevamo già apprezzato perché aveva prestato la voce alla signorina tuttelentiggini Candy Candy - per la regina austriaca. Splendide ho trovato le musiche, che fanno da sfondo all'opera, e in certe scene la componente musicale sostituisce perfettamente i dialoghi tra i personaggi, rispecchiando appieno il loro stato d'animo.
Do un voto pieno secondo me meritatissimo.
Chi non ha mai amato i personaggi di Versailles No Bara o non si è mai messo nei loro panni? Ho letto anche il manga, e anche se c'è qualche differenza preferisco sempre la trasposizione animata, forse perché ho visto prima l'anime e poi ho letto la sua parte cartacea. Si nota subito che l'anime quasi si divide in due parti: la prima, forse un po' più "comica" e ironica, influenza il design dei personaggi. I volti sono più tondi, lo sguardo sereno, gli occhi più grandi. Nella seconda, più drammatica (che preferisco), i volti dei personaggi sembrano quasi consapevoli del destino a cui vanno incontro.
Non si possono non citare doppiatori di talento come Cinzia de Carolis, perfetta per la nostra Oscar, Massimo Rossi per Andrè, e Laura Boccanera - che avevamo già apprezzato perché aveva prestato la voce alla signorina tuttelentiggini Candy Candy - per la regina austriaca. Splendide ho trovato le musiche, che fanno da sfondo all'opera, e in certe scene la componente musicale sostituisce perfettamente i dialoghi tra i personaggi, rispecchiando appieno il loro stato d'animo.
Do un voto pieno secondo me meritatissimo.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Lady Oscar è un anime completo, coeso e di altissimo impatto emotivo. Impossibile è non lasciarsi coinvolgere dal ritmo incalzante dei dialoghi, delle situazioni, degli eventi storici ineccepibilmente ricostruiti sulla scia di una colonna sonora degna di un film, capace di sottolineare l'emozione che i disegni, secondo me, d'indiscutibile bellezza trasmettono.
Oscar è un personaggio dipinto in tutte le sue sfaccettature, un animo limpido, impulsivo, deciso ma allo stesso tempo delicatissimo, sensibile, comprensivo, generoso, portato a completa maturazione durante i dolorosi e traumatici eventi della Rivoluzione. E non c'è differenza tra la Oscar che si abbandona all'abbraccio del suo amato André in un bosco senza tempo avvolto da una nube di lucciole e la Oscar che dà l'ordine di fare fuoco sulla Bastiglia levando la sua spada al cielo, tra il tumulto degli spari e delle cannonate. Non c'è ambiguità, il suo coraggio e la sua forza sono solo delle doti che rendono più completo e sfaccettato il suo essere prima di tutto una donna.
E di questo André è consapevole: "Una rosa non sarà mai un lillà". André è protagonista visibile e invisibile allo stesso tempo, lui è l'ombra instancabile della luminosa Oscar, parte di lei, del suo percorso di vita in ogni istante, travolto da un amore che tiene soffocato in sé per così lungo tempo che non può non esplodere violentemente nel momento in cui Oscar minaccia di volere dimenticare la sua femminilità e di distaccarsi da lui.
La bellezza di questi due personaggi, pur non storicamente validi, non viene offuscata neppure dalla rosa di Versailles Maria Antonietta, con il suo carattere forte e coerente, fiero e a tratti capriccioso, capace di accendersi di facili entusiasmi, una pittura sicuramente concorde con la figura storica.
Sicuramente "Versailles no bara" è un anime che si propone come aperto a numerose indagini e a un approfondimento in verticale su cui solo un pubblico adulto si può interrogare.
Per me resterà sempre la più appassionante e commovente storia d'intrighi e passioni e uno dei prodotti più alti della "letteratura animata" di tutti i tempi.
Lady Oscar è un anime completo, coeso e di altissimo impatto emotivo. Impossibile è non lasciarsi coinvolgere dal ritmo incalzante dei dialoghi, delle situazioni, degli eventi storici ineccepibilmente ricostruiti sulla scia di una colonna sonora degna di un film, capace di sottolineare l'emozione che i disegni, secondo me, d'indiscutibile bellezza trasmettono.
Oscar è un personaggio dipinto in tutte le sue sfaccettature, un animo limpido, impulsivo, deciso ma allo stesso tempo delicatissimo, sensibile, comprensivo, generoso, portato a completa maturazione durante i dolorosi e traumatici eventi della Rivoluzione. E non c'è differenza tra la Oscar che si abbandona all'abbraccio del suo amato André in un bosco senza tempo avvolto da una nube di lucciole e la Oscar che dà l'ordine di fare fuoco sulla Bastiglia levando la sua spada al cielo, tra il tumulto degli spari e delle cannonate. Non c'è ambiguità, il suo coraggio e la sua forza sono solo delle doti che rendono più completo e sfaccettato il suo essere prima di tutto una donna.
E di questo André è consapevole: "Una rosa non sarà mai un lillà". André è protagonista visibile e invisibile allo stesso tempo, lui è l'ombra instancabile della luminosa Oscar, parte di lei, del suo percorso di vita in ogni istante, travolto da un amore che tiene soffocato in sé per così lungo tempo che non può non esplodere violentemente nel momento in cui Oscar minaccia di volere dimenticare la sua femminilità e di distaccarsi da lui.
La bellezza di questi due personaggi, pur non storicamente validi, non viene offuscata neppure dalla rosa di Versailles Maria Antonietta, con il suo carattere forte e coerente, fiero e a tratti capriccioso, capace di accendersi di facili entusiasmi, una pittura sicuramente concorde con la figura storica.
Sicuramente "Versailles no bara" è un anime che si propone come aperto a numerose indagini e a un approfondimento in verticale su cui solo un pubblico adulto si può interrogare.
Per me resterà sempre la più appassionante e commovente storia d'intrighi e passioni e uno dei prodotti più alti della "letteratura animata" di tutti i tempi.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Beh, che cosa si può dire di un anime che ha insegnato a tutti quelli della mia generazione la Rivoluzione Francese?! L'unico commento possibile è: splendido.
Oscar Francois de Jarjayes è una ragazza completamente fuori dal comune per l'epoca in cui vive. Oscar è stata infatti cresciuta come un uomo, per sopperire alla mancanza di figli maschi della sua famiglia. Spiccando per le sue capacità, viene scelta per diventare capo delle guardie di sua maestà la regina Maria Antonietta. Quest'ultima, promessa sposa al delfino di Francia, non è in realtà che una ragazzina poco più che adolescente che si trova catapultata in una realtà che difficilmente riesce a gestire. Oscar diventa così la sua amica più fedele, nonché la sua protettrice.
Gli avvenimenti narrati nell'anime vano storicamente dal matrimonio tra Maria Antonietta e Luigi XVI fino alla presa della Bastiglia. In questo periodo di tempo Oscar cresce, passando dall'essere una ragazzina simile a un maschiaccio, a una donna regale e dalla bellezza non comune. Il suo scudiero, nonché migliore amico Andrè, follemente innamorato di lei da quando erano bambini, le sarà sempre accanto, arrivando persino ad arruolarsi e a perdere la vista per aiutarla. Il loro amore, che si concretizzerà solo alla fine purtroppo, pervade tutto l'anime arrivando nel finale a diventare parte cruciale della trama.
Indimenticabile è la scena di Oscar vestita da donna per un gran ballo, durante il quale nessuno la riconosce, poiché tutti sono abituati a vederla in abiti militari.
Il personaggio di Andrè lo ritengo uno dei più teneri che abbia mai visto. Il suo amore segreto è uno dei più puri che secondo me siano stati mai rappresentati in anime come questo.
Mi è dispiaciuto tantissimo che nella versione italiana più recente siano state tolte le canzoni di sottofondo interpretate dai "Cavalieri del re", perché erano proprio caratteristiche per l'anime e davano molto il senso drammatico della trama soprattutto nelle puntate finali.
La scena finale di Oscar che dà l'ordine ai cannoni di sparare sulla Bastiglia è epica, oltre ad essere una più che degna conclusione per un anime caratterizzato da un crescendo unico.
Lady Oscar è assolutamente da vedere per chiunque sia innamorato del genere storico trasposto al meglio, e per chiunque adori le storie d'amore travagliate ma pure, con finali non sempre felici.
Beh, che cosa si può dire di un anime che ha insegnato a tutti quelli della mia generazione la Rivoluzione Francese?! L'unico commento possibile è: splendido.
Oscar Francois de Jarjayes è una ragazza completamente fuori dal comune per l'epoca in cui vive. Oscar è stata infatti cresciuta come un uomo, per sopperire alla mancanza di figli maschi della sua famiglia. Spiccando per le sue capacità, viene scelta per diventare capo delle guardie di sua maestà la regina Maria Antonietta. Quest'ultima, promessa sposa al delfino di Francia, non è in realtà che una ragazzina poco più che adolescente che si trova catapultata in una realtà che difficilmente riesce a gestire. Oscar diventa così la sua amica più fedele, nonché la sua protettrice.
Gli avvenimenti narrati nell'anime vano storicamente dal matrimonio tra Maria Antonietta e Luigi XVI fino alla presa della Bastiglia. In questo periodo di tempo Oscar cresce, passando dall'essere una ragazzina simile a un maschiaccio, a una donna regale e dalla bellezza non comune. Il suo scudiero, nonché migliore amico Andrè, follemente innamorato di lei da quando erano bambini, le sarà sempre accanto, arrivando persino ad arruolarsi e a perdere la vista per aiutarla. Il loro amore, che si concretizzerà solo alla fine purtroppo, pervade tutto l'anime arrivando nel finale a diventare parte cruciale della trama.
Indimenticabile è la scena di Oscar vestita da donna per un gran ballo, durante il quale nessuno la riconosce, poiché tutti sono abituati a vederla in abiti militari.
Il personaggio di Andrè lo ritengo uno dei più teneri che abbia mai visto. Il suo amore segreto è uno dei più puri che secondo me siano stati mai rappresentati in anime come questo.
Mi è dispiaciuto tantissimo che nella versione italiana più recente siano state tolte le canzoni di sottofondo interpretate dai "Cavalieri del re", perché erano proprio caratteristiche per l'anime e davano molto il senso drammatico della trama soprattutto nelle puntate finali.
La scena finale di Oscar che dà l'ordine ai cannoni di sparare sulla Bastiglia è epica, oltre ad essere una più che degna conclusione per un anime caratterizzato da un crescendo unico.
Lady Oscar è assolutamente da vedere per chiunque sia innamorato del genere storico trasposto al meglio, e per chiunque adori le storie d'amore travagliate ma pure, con finali non sempre felici.
Lady Oscar è un'opera dove effettivamente la spadaccina da cui l'opera prende il nome non è l'unica protagonista.
Abbiamo diversi protagonisti, un popolo francese sempre più inferocito per la povertà sempre più marcata da una parte, e il lusso sempre più sfrenato dall'altra per i potenti. Poi abbiamo la regina che acquisisce tale potere molto presto, dimostrandosi dapprima un'incapace damigella coronata, e con l passare dei tempi diventa matura, fredda e ferma nelle sue decisioni, giuste e sbagliate che siano. Infine troviamo un uomo sempre desiderato dai piani alti dell'aristocrazia e un altro in cui l'amore difficilmente viene corrisposto col passare degli eventi. In ultima analisi troviamo un uomo giusto, proveniente dalla gente e pronto a difenderla nonostante le avversità delle leggi a cui è assoggettata.
Voglio soffermarmi a parlare della protagonista femminile oltre a Oscar, ovvero Maria Antonietta, il perfetto tramite tra anime, trama dell'opera e storia francese realmente accaduta, e le vicende che si intrecciano attorno a questo personaggio in molte occasioni tendono a soffocare la protagonista dell'opera, Oscar.
Ma in effetti se facciamo due calcoli scopriamo che l'epoca in cui è ambientata la vicenda ci fa pensare subito al suo personaggio prima ancora di Oscar. Come dicevo prima, la sua è un'esistenza basata sul lusso più sfrenato, sulle chiacchiere di corte, su quello che dice la gente di lei, su un trono che non ha mai voluto e non ha mai desiderato avere così presto, su un uomo che non ha mai amato e che con lei divide il trono (no, non è Uomini e Donne, non vi preoccupate!), e su un uomo che invece ha amato di nascosto e alla follia, e che, a causa della guerra tra opposte fazioni, le è stato strappato in maniera crudele e senza speranza di poterlo rivedere un giorno, a parte nell'occasione più importante.
Ed è qui che scopriamo una regina più fiera, più libera nella sua esistenza, nel suo essere ragazza che diventa donna. E non certo per le etichette richieste dalla corona, ma per la voglia di vivere a cui aveva dovuto rinunciare così presto, quel "sua altezza" che molto spesso ha mal digerito per dicerie di pseudo-contesse e per una voglia di potere che ha sempre sconfessato di avere.
Ma le responsabilità più gravose sono sempre dietro l'angolo, ed è così che Maria Antonietta diventa prima donna, poi madre di figli che non vedranno mai un regno e poi, ma solo poi, regina di Francia, laddove la dignità di donna prende finalmente il sopravvento su un mondo a cui ha finalmente dichiarato che le sta stretto per ragioni politiche, di vita e del suo destino.
Maria Antonietta è una donna che alla fine delle vicende ha conosciuto diverse traversie, di cui una cosa si può dire con certezza: nel momento in cui si offre all'umiliazione, non è una donna da umiliare, ma da ammirare in tutto il suo splendore. Lei, semmai, la testa l'ha abbassata più volte quando era solo una principessa erede al trono, ma null'altro si può dire di negativo nei caratteri di questa donna, la cui cattiveria era solo negli interessi di chi la circondava, più che nei propri, e in molte occasioni questo si deduce.
Quindi l'altro fine che riusciamo a cogliere in quest'opera è che una donna non mette mai da parte il suo orgoglio e la sua femminilità, nonché la sua storia per natura; al massimo questi sono elementi che si ritrovano di più nei caratteri degli uomini, sempre presi da mille debolezze. Ma in quanto all'animo, la donna ci è parecchio superiore, e un carattere forte come quello di Maria Antonietta è la dimostrazione più piena di questo pensiero.
Abbiamo diversi protagonisti, un popolo francese sempre più inferocito per la povertà sempre più marcata da una parte, e il lusso sempre più sfrenato dall'altra per i potenti. Poi abbiamo la regina che acquisisce tale potere molto presto, dimostrandosi dapprima un'incapace damigella coronata, e con l passare dei tempi diventa matura, fredda e ferma nelle sue decisioni, giuste e sbagliate che siano. Infine troviamo un uomo sempre desiderato dai piani alti dell'aristocrazia e un altro in cui l'amore difficilmente viene corrisposto col passare degli eventi. In ultima analisi troviamo un uomo giusto, proveniente dalla gente e pronto a difenderla nonostante le avversità delle leggi a cui è assoggettata.
Voglio soffermarmi a parlare della protagonista femminile oltre a Oscar, ovvero Maria Antonietta, il perfetto tramite tra anime, trama dell'opera e storia francese realmente accaduta, e le vicende che si intrecciano attorno a questo personaggio in molte occasioni tendono a soffocare la protagonista dell'opera, Oscar.
Ma in effetti se facciamo due calcoli scopriamo che l'epoca in cui è ambientata la vicenda ci fa pensare subito al suo personaggio prima ancora di Oscar. Come dicevo prima, la sua è un'esistenza basata sul lusso più sfrenato, sulle chiacchiere di corte, su quello che dice la gente di lei, su un trono che non ha mai voluto e non ha mai desiderato avere così presto, su un uomo che non ha mai amato e che con lei divide il trono (no, non è Uomini e Donne, non vi preoccupate!), e su un uomo che invece ha amato di nascosto e alla follia, e che, a causa della guerra tra opposte fazioni, le è stato strappato in maniera crudele e senza speranza di poterlo rivedere un giorno, a parte nell'occasione più importante.
Ed è qui che scopriamo una regina più fiera, più libera nella sua esistenza, nel suo essere ragazza che diventa donna. E non certo per le etichette richieste dalla corona, ma per la voglia di vivere a cui aveva dovuto rinunciare così presto, quel "sua altezza" che molto spesso ha mal digerito per dicerie di pseudo-contesse e per una voglia di potere che ha sempre sconfessato di avere.
Ma le responsabilità più gravose sono sempre dietro l'angolo, ed è così che Maria Antonietta diventa prima donna, poi madre di figli che non vedranno mai un regno e poi, ma solo poi, regina di Francia, laddove la dignità di donna prende finalmente il sopravvento su un mondo a cui ha finalmente dichiarato che le sta stretto per ragioni politiche, di vita e del suo destino.
Maria Antonietta è una donna che alla fine delle vicende ha conosciuto diverse traversie, di cui una cosa si può dire con certezza: nel momento in cui si offre all'umiliazione, non è una donna da umiliare, ma da ammirare in tutto il suo splendore. Lei, semmai, la testa l'ha abbassata più volte quando era solo una principessa erede al trono, ma null'altro si può dire di negativo nei caratteri di questa donna, la cui cattiveria era solo negli interessi di chi la circondava, più che nei propri, e in molte occasioni questo si deduce.
Quindi l'altro fine che riusciamo a cogliere in quest'opera è che una donna non mette mai da parte il suo orgoglio e la sua femminilità, nonché la sua storia per natura; al massimo questi sono elementi che si ritrovano di più nei caratteri degli uomini, sempre presi da mille debolezze. Ma in quanto all'animo, la donna ci è parecchio superiore, e un carattere forte come quello di Maria Antonietta è la dimostrazione più piena di questo pensiero.
Questo è per me l'anime migliore che sia mai arrivato in Italia.
La trama, in breve, credo che la conoscano tutti, soprattutto chi ha ascoltato la meravigliosa sigla storica, quella cantata dai Cavalieri del Re. Per chi non ha avuto la fortuna di ascoltarla, dato che anche Lady Oscar ha avuto la disgrazia, come tanti altri anime datati, di subire il cambio della sigla, la storia in realtà non è del tutto originale, perché si rifà a un'idea che già fu del maestro Osamu Tezuka, il creatore de La principessa Zaffiro: una fanciulla costretta a vivere come un maschio. In situazioni molto diverse, però, perché Zaffiro dovette fingersi un principe per poter salire al trono, anche se non capirò mai perché suo padre non abbia deciso subito di cambiare la legge, dato che era il re. Ma lasciamo stare.
La povera Oscar è stata costretta a fingersi un uomo semplicemente perché suo padre era un perfetto egoista e doveva assolutamente togliersi il capriccio di crescere un figlio maschio a sua immagine e somiglianza - orrore.
In ogni caso, anche se la storia della donna che si finge uomo non è esattamente una novità, si tratta solo dello spunto iniziale e le due storie sono completamente diverse, come sono diverse le fasce di età a cui sono indirizzate le due opere. In Lady Oscar l'intreccio è molto più complesso, e non solo per quanto riguarda le storie d'amore trattate, in quanto l'anime è anche di un affresco storico del periodo della Rivoluzione Francese, della vita di corte di allora, anche se ovviamente il tutto è molto romanzato. Maria Antonietta è ben lontana dalla capricciosa e antipatica austriaca di cui parlano i testi di storia. La Ikeda mette subito in evidenza la sofferenza di una fanciulla che a 14 anni è costretta ad accantonare tutti i suoi sogni di adolescente per rispettare i doveri derivatale dal suo rango, cioè quelli di assicurare, sposando un uomo che nemmeno conosceva, l'alleanza fra due paesi. E io non credo che esageri troppo, bisognerebbe mettersi nei panni di questa poverina prima di darle tanto addosso...
Ma oltre a lei sono tanti i personaggi affascinanti della storia: da Oscar, in cui è reso benissimo il passaggio dall'adolescenza, in cui le era più facile calarsi nel suo ruolo, all'età adulta, in cui prima Fersen e poi André fanno emergere prepotentemente la sua natura femminile; ad André, che la ama in silenzio per oltre 30 anni; a Jeanne Valois (Balou?) de la Motte, uno dei miei personaggi preferiti nell'anime. Insomma, tutti i personaggi sono interessanti (beh, quasi tutti, sinceramente Rosalie la sopporto a stento) e ben caratterizzati, in particolare nell'anime, in cui sono resi meglio grazie anche al fantastico cast di doppiatori, ciascuno a mio parere perfetto per il suo ruolo.
Un altro ruolo determinante è svolto dalla colonna sonora, per me stupenda, fra le più belle colonne sonore nell'ambito degli anime, come pure stupendo è il character design, di Dezaki, che è così raffinato ed elegante!
Insomma, Lady Oscar è un anime che definisco perfetto, e anche se il finale non è esattamente quello che tutti avrebbero voluto, è comunque coerente, non costituisce una mazzata inaspettata come accade per altre storie.
Vi dirò di più: per me Lady Oscar costituisce uno dei rari casi in cui l'anime supera il manga, in cui a volte la caratterizzazione dei personaggi mi ha delusa, soprattutto quella di André. In una scena in particolare in cui esprime i suoi pensieri su Oscar, più che un innamorato tormentato mi pare un pervertito, spero solo che si tratti di un errore di traduzione. Nel manga inoltre vedo a volte troppe vignette comiche fuori luogo.
Il mio voto è 10, ma potendo avrei dato anche di più. Questo è un capolavoro che non mi stancherò mai di rivedere a ogni sua replica.
La trama, in breve, credo che la conoscano tutti, soprattutto chi ha ascoltato la meravigliosa sigla storica, quella cantata dai Cavalieri del Re. Per chi non ha avuto la fortuna di ascoltarla, dato che anche Lady Oscar ha avuto la disgrazia, come tanti altri anime datati, di subire il cambio della sigla, la storia in realtà non è del tutto originale, perché si rifà a un'idea che già fu del maestro Osamu Tezuka, il creatore de La principessa Zaffiro: una fanciulla costretta a vivere come un maschio. In situazioni molto diverse, però, perché Zaffiro dovette fingersi un principe per poter salire al trono, anche se non capirò mai perché suo padre non abbia deciso subito di cambiare la legge, dato che era il re. Ma lasciamo stare.
La povera Oscar è stata costretta a fingersi un uomo semplicemente perché suo padre era un perfetto egoista e doveva assolutamente togliersi il capriccio di crescere un figlio maschio a sua immagine e somiglianza - orrore.
In ogni caso, anche se la storia della donna che si finge uomo non è esattamente una novità, si tratta solo dello spunto iniziale e le due storie sono completamente diverse, come sono diverse le fasce di età a cui sono indirizzate le due opere. In Lady Oscar l'intreccio è molto più complesso, e non solo per quanto riguarda le storie d'amore trattate, in quanto l'anime è anche di un affresco storico del periodo della Rivoluzione Francese, della vita di corte di allora, anche se ovviamente il tutto è molto romanzato. Maria Antonietta è ben lontana dalla capricciosa e antipatica austriaca di cui parlano i testi di storia. La Ikeda mette subito in evidenza la sofferenza di una fanciulla che a 14 anni è costretta ad accantonare tutti i suoi sogni di adolescente per rispettare i doveri derivatale dal suo rango, cioè quelli di assicurare, sposando un uomo che nemmeno conosceva, l'alleanza fra due paesi. E io non credo che esageri troppo, bisognerebbe mettersi nei panni di questa poverina prima di darle tanto addosso...
Ma oltre a lei sono tanti i personaggi affascinanti della storia: da Oscar, in cui è reso benissimo il passaggio dall'adolescenza, in cui le era più facile calarsi nel suo ruolo, all'età adulta, in cui prima Fersen e poi André fanno emergere prepotentemente la sua natura femminile; ad André, che la ama in silenzio per oltre 30 anni; a Jeanne Valois (Balou?) de la Motte, uno dei miei personaggi preferiti nell'anime. Insomma, tutti i personaggi sono interessanti (beh, quasi tutti, sinceramente Rosalie la sopporto a stento) e ben caratterizzati, in particolare nell'anime, in cui sono resi meglio grazie anche al fantastico cast di doppiatori, ciascuno a mio parere perfetto per il suo ruolo.
Un altro ruolo determinante è svolto dalla colonna sonora, per me stupenda, fra le più belle colonne sonore nell'ambito degli anime, come pure stupendo è il character design, di Dezaki, che è così raffinato ed elegante!
Insomma, Lady Oscar è un anime che definisco perfetto, e anche se il finale non è esattamente quello che tutti avrebbero voluto, è comunque coerente, non costituisce una mazzata inaspettata come accade per altre storie.
Vi dirò di più: per me Lady Oscar costituisce uno dei rari casi in cui l'anime supera il manga, in cui a volte la caratterizzazione dei personaggi mi ha delusa, soprattutto quella di André. In una scena in particolare in cui esprime i suoi pensieri su Oscar, più che un innamorato tormentato mi pare un pervertito, spero solo che si tratti di un errore di traduzione. Nel manga inoltre vedo a volte troppe vignette comiche fuori luogo.
Il mio voto è 10, ma potendo avrei dato anche di più. Questo è un capolavoro che non mi stancherò mai di rivedere a ogni sua replica.
Lady Oscar narra la storia di una nobildonna chiamata Oscar François de Jarjayes, che per il volere del padre (stufo di avere figlie femmine) viene cresciuta come un maschio per poter dare una discendenza alla famiglia Jarjayes. Sin da subito le sarà affiancato il nipote della loro governante, André Grandier, che l'accompagnerà per tutta la vicenda.
La nostra Oscar entrerà a far parte delle guardie imperiali, impegnandosi a giurare fedeltà alla regina, per poi instaurare con la stessa un rapporto d'amicizia.
L'anime è caratterizzato da una storia ambientata ai tempi della Rivoluzione Francese: vedremo dei personaggi realmente esistiti e altri inventati, degli scenari magnifici, delle atmosfere emozionanti, dei forti colpi di scena, e ascolteremo ottime musiche che daranno enfasi a momenti di terrore, d'amore, di passione e altro ancora...
A mio parere i disegni dell'anime sono superiori rispetto al disegno originale del manga di Riyoko Ikeda; mi dispiace ammetterlo, ma il tratto dell'anime è migliore in quanto si nota uno stile decisamente diverso, più "serio", più realistico rispetto al tratto originale di Ikeda che sembra risultare in vari punti "umoristico" e meno dettagliato.
Il mio giudizio finale è un bel 9/10, in quanto mi è sembrato veramente un ottimo anime, consigliato a un pubblico maturo come ragazzi e ragazze ma anche adulti: un bambino per esempio non capirebbe, non saprebbe cogliere questa strabiliante storia veramente profonda.
Signori e signore, questo è Lady Oscar.
La nostra Oscar entrerà a far parte delle guardie imperiali, impegnandosi a giurare fedeltà alla regina, per poi instaurare con la stessa un rapporto d'amicizia.
L'anime è caratterizzato da una storia ambientata ai tempi della Rivoluzione Francese: vedremo dei personaggi realmente esistiti e altri inventati, degli scenari magnifici, delle atmosfere emozionanti, dei forti colpi di scena, e ascolteremo ottime musiche che daranno enfasi a momenti di terrore, d'amore, di passione e altro ancora...
A mio parere i disegni dell'anime sono superiori rispetto al disegno originale del manga di Riyoko Ikeda; mi dispiace ammetterlo, ma il tratto dell'anime è migliore in quanto si nota uno stile decisamente diverso, più "serio", più realistico rispetto al tratto originale di Ikeda che sembra risultare in vari punti "umoristico" e meno dettagliato.
Il mio giudizio finale è un bel 9/10, in quanto mi è sembrato veramente un ottimo anime, consigliato a un pubblico maturo come ragazzi e ragazze ma anche adulti: un bambino per esempio non capirebbe, non saprebbe cogliere questa strabiliante storia veramente profonda.
Signori e signore, questo è Lady Oscar.
Un anime storico degno del massimo rispetto. Lady Oscar, oltre alla grafica raffinata e aggraziata, è una storia di amore, lealtà e lotta contro se stessi perfettamente diretta sul palcoscenico della Francia settecentesca, catapultandovi nella splendente Versaille e nei vicoli della Parigi povera e rivoluzionaria. Quest'anime non ha solo appassionato i bambini, ma ha fatto innamorare anche gli adulti e vivrà in eterno, mantenendo un posto d'onore nella storia degli anime. I personaggi, dai caratteri ben articolati e intrecciati in una tela di relazioni complicate, che creano un'opera straordinaria, vi terranno incollati allo schermo e vi coinvolgeranno nel profondo, facendovi versare anche qualche lacrima.
Il miglior anime di sempre entrato nel cuore di tutti è impossibile dimenticarlo! Questa grande opera ha uno sfondo storico di una certa rilevanza: la rivoluzione francese, in cui vengono trattati temi importanti come l'amore racchiuso in tutte le sue forme, l'amicizia, la guerra, le distinzioni tra classi sociali (e anche quelle esistenti all'interno della stessa nobiltà), la malattia e la morte. I sentimenti provati dai protagonisti sono descritti con la massima intensità e strutturati in modo ben delineato, riuscendo ad affrontare ognuno a modo proprio la grande rivoluzione e gli eventi in cui vengono coinvolti, prima fra tutti la grande eroina Oscar, simbolo delle eterne contrapposizioni uomo e donna, nobile e rivoluzionario, guerriera e donna. Anche lo stile grafico è accuratissimo in tutti i particolari. Infine Lady Oscar è un'opera degna di essere vista e rivista perché merita. Bellissimo!
Mi spiace dare questo voto ma è un’opera che ha suscitato emozioni molto alterne, mi sembra un qualcosa di altamente innaturale, è difficile a spiegare ma in tutta la serie non ho trovato nulla di genuino, di sincero, ho trovato ipocrisia e falso eroismo in tutto l’anime.
Quando l’ho visto da bambino poco comprendevo certe sfaccettature, rivedendolo di recente ho compreso i pessimi insegnamenti di questo anime, che sia chiaro la mia è solo un opinione personale però ad essere sincero non riesco a trovare nulla di buono
L’idea stessa di eroe viene scimmiottata dalla protagonista che a mio avviso e tutto tranne che un eroe.
Nota di merito va alla grafica e all’espressività dei personaggi a mio avviso notevole considerando la datazione dell’anime.
Quando l’ho visto da bambino poco comprendevo certe sfaccettature, rivedendolo di recente ho compreso i pessimi insegnamenti di questo anime, che sia chiaro la mia è solo un opinione personale però ad essere sincero non riesco a trovare nulla di buono
L’idea stessa di eroe viene scimmiottata dalla protagonista che a mio avviso e tutto tranne che un eroe.
Nota di merito va alla grafica e all’espressività dei personaggi a mio avviso notevole considerando la datazione dell’anime.
<b>Attenzione: sono presenti spoiler!</b>
Scheda tecnica:
Titolo italiano: Una spada per Lady Oscar
Titolo giapponese: Versailles no Bara
Anno: dal 10.10.1979 al 03.09.1980
Casa di produz: Tokyo Movie Shinsha
Nr. episodi: 40
L'anime trova la sua fonte originale nel bellissimo manga di Ryoko Ikeda, la regia viene affidata ad un grande maestro come Osamu Dezaki ed a Tadao Nagahama per i primi diciotto episodi.
Dezaki ha curato tantissime serie importate in Italia tra cui Jenny la tennista, Rocky Joe, Capitan Jet, Astroboy,etc; Nagahama invece ha svolto ruoli in Vultus V, Daltanious, Teppei, Combattler V.
Al character design ci sono altri due grandi personaggi: Akio Sugino (Occhi di gatto prima serie, Caro fratello, Remì, L'uccello di fuoco, etc) e Shingo Araki (Galaxy Express 999, Lulù l'angelo dei fiori, I cavalieri dello zodiaco, Goldrake, Bia la sfida della magia,etc).
Le magnifiche musiche sono di Kouji Makaino, un grandissimo che nel suo palmares ha titoli come Creamy Mamy, Evelyn e la magia di un sogno d'amore, Sany dai mille colori, Spank.
Tutti questi artisti sono riusciti a trasporre in manga in modo originale e avvincente?
Si, hanno creato un vero capolavoro; ancora oggi pur con trentanni di anzianità riesce a mantenere il pedigree di "evergreen".
In Italia questo anime rappresenta un vero cult, un'opera che ha avuto un grandissimo seguito di pubblico; le puntate sono state trasmesse ripetutamente sui canali nazionali per diversi anni.
E' ambientato in Francia e comprende un arco temporale che va dal fidanzamento di Maria Antonietta al principe Luigi XVI fino alla caduta della Bastiglia, ossia allo scoppio della Rivoluzione Francese.
L'aspetto storico è curato in modo esemplare mostrando le precarie condizioni di vita della popolazione fino al loro completo degrado senza che i nobili se ne rendano minimamente conto; bellissima la puntata del viaggio di Oscar e Andrè in campagna che fa intravedere le profonde ragioni di insofferenza del popolo francese.
Un secondo aspetto è la tormentata vicenda personale dei principali protagonisti dell'anime: Oscar François de Jarjayes, Andrè Grandier, la regina Maria Antonietta, il conte Hans Axel von Fersen.
Nella sigla di apertura giapponese ad un certo punto vediamo la figura di Oscar nuda adornata dalle spine di rose che da bianco si tingono di rosso. Questa è un'immagine molto significativa che esemplifica la condizione interiore del personaggio dilaniato fra il ruolo di uomo, assegnatole dal padre, e quello di donna che pian piano emerge nel corso delle puntate. Questo aspetto trova il suo culmine nell'episodio "Cuore di donna" dove Oscar non è più in grado di nascondere i propri sentimenti, anche se non capace ancora di esprimerli compiutamente. Per giungere a questo stadio sarà necessaria la costante presenza di Andrè che solo alla fine farà breccia nell'animo di Oscar. Il cambio di colore delle rose invece, a mio parere, richiama il precipitare degli eventi che riguardano la Francia da un lato e gli stessi personaggi dall'altro: entrambi avranno esiti tragici.
Il titolo italiano non rispecchia quello giapponese " Le rose di Versailles": quest'ultimo ha il merito di essere decisamente elegante e abbracciare la sorte di più personaggi e non solo quello di Oscar.
Un secondo e più grave errore dell'edizione italiana è la sigla di apertura.
Non è che sia brutta, anzi i Cavalieri del Re hanno creato un testo che si è tramandato nel tempo; il problema è più generale.
La splendida sigla di apertura giapponese è triste, melanconica, sofferente e ha dei bellissimi testi che sono pura poesia d'amore che si inseriscono perfettamente con le scene di animazione che seguono. Si intuisce che si tratta di un anime drammatico mentre se ascoltate le sigla italiana ascoltate una musica allegra, vivace e dei testi generici che stonano completamente con le vicende narrate.
Il problema principale dell'edizione italiana è il tentativo di alleggerire i toni dell'opera per renderli adatti ad un pubblico di adolescenti.
Per nostra fortuna la grandezza di questa opera d'arte è tale che non ci sono sostanzialmente riusciti sia grazie all'ottimo doppiaggio italiano sia per merito delle azzeccate musiche di sottofondo, sia per l'altissimo livello di qualità della serie.
Per vostra conoscenza riporto i principali errori di adattamento:
Rosalie si offre come una prostituta a Oscar pur di poter acquistare dei viveri per la madre malata; in un altro episodio c'è una falsa Maria Antonietta e questa è una meretrice; nel processo a Jeanne la regina Maria Antonietta viene accusata di essere lesbica.
Oltre a questo ci sono diverse frasi cambiate nell'adattamento italiano, spesso i dialoghi non sono fedeli a quelli giaponnesi.
Vi consiglio di vederla con il doppiaggio italiano e contemporaneamente coi i sottotitoli fedeli così vi potrete rendere conto delle tante differenze.
I momenti poetici da ricordare nelle serie sono tanti, ne cito solo un paio:
il rimpianto di Oscar, poco dopo la morte di Andrè, di non essersi resa conto prima del grande amore di Andrè per lei; Oscar che, alla guida dei suoi uomini davanti alla Bastiglia, alza lo sguardo e vede un volatile in alto nel cielo azzurro.
Poco dopo, la nostra Oscar, che rappresenta il sole, non potrà che seguire la sorte di Andrè, l'uomo che, come un'ombra, l'ha amata fin da bambina.
Questo è un anime imperdibile, rimarrà nell'olimpo dell'animazione.
Scheda tecnica:
Titolo italiano: Una spada per Lady Oscar
Titolo giapponese: Versailles no Bara
Anno: dal 10.10.1979 al 03.09.1980
Casa di produz: Tokyo Movie Shinsha
Nr. episodi: 40
L'anime trova la sua fonte originale nel bellissimo manga di Ryoko Ikeda, la regia viene affidata ad un grande maestro come Osamu Dezaki ed a Tadao Nagahama per i primi diciotto episodi.
Dezaki ha curato tantissime serie importate in Italia tra cui Jenny la tennista, Rocky Joe, Capitan Jet, Astroboy,etc; Nagahama invece ha svolto ruoli in Vultus V, Daltanious, Teppei, Combattler V.
Al character design ci sono altri due grandi personaggi: Akio Sugino (Occhi di gatto prima serie, Caro fratello, Remì, L'uccello di fuoco, etc) e Shingo Araki (Galaxy Express 999, Lulù l'angelo dei fiori, I cavalieri dello zodiaco, Goldrake, Bia la sfida della magia,etc).
Le magnifiche musiche sono di Kouji Makaino, un grandissimo che nel suo palmares ha titoli come Creamy Mamy, Evelyn e la magia di un sogno d'amore, Sany dai mille colori, Spank.
Tutti questi artisti sono riusciti a trasporre in manga in modo originale e avvincente?
Si, hanno creato un vero capolavoro; ancora oggi pur con trentanni di anzianità riesce a mantenere il pedigree di "evergreen".
In Italia questo anime rappresenta un vero cult, un'opera che ha avuto un grandissimo seguito di pubblico; le puntate sono state trasmesse ripetutamente sui canali nazionali per diversi anni.
E' ambientato in Francia e comprende un arco temporale che va dal fidanzamento di Maria Antonietta al principe Luigi XVI fino alla caduta della Bastiglia, ossia allo scoppio della Rivoluzione Francese.
L'aspetto storico è curato in modo esemplare mostrando le precarie condizioni di vita della popolazione fino al loro completo degrado senza che i nobili se ne rendano minimamente conto; bellissima la puntata del viaggio di Oscar e Andrè in campagna che fa intravedere le profonde ragioni di insofferenza del popolo francese.
Un secondo aspetto è la tormentata vicenda personale dei principali protagonisti dell'anime: Oscar François de Jarjayes, Andrè Grandier, la regina Maria Antonietta, il conte Hans Axel von Fersen.
Nella sigla di apertura giapponese ad un certo punto vediamo la figura di Oscar nuda adornata dalle spine di rose che da bianco si tingono di rosso. Questa è un'immagine molto significativa che esemplifica la condizione interiore del personaggio dilaniato fra il ruolo di uomo, assegnatole dal padre, e quello di donna che pian piano emerge nel corso delle puntate. Questo aspetto trova il suo culmine nell'episodio "Cuore di donna" dove Oscar non è più in grado di nascondere i propri sentimenti, anche se non capace ancora di esprimerli compiutamente. Per giungere a questo stadio sarà necessaria la costante presenza di Andrè che solo alla fine farà breccia nell'animo di Oscar. Il cambio di colore delle rose invece, a mio parere, richiama il precipitare degli eventi che riguardano la Francia da un lato e gli stessi personaggi dall'altro: entrambi avranno esiti tragici.
Il titolo italiano non rispecchia quello giapponese " Le rose di Versailles": quest'ultimo ha il merito di essere decisamente elegante e abbracciare la sorte di più personaggi e non solo quello di Oscar.
Un secondo e più grave errore dell'edizione italiana è la sigla di apertura.
Non è che sia brutta, anzi i Cavalieri del Re hanno creato un testo che si è tramandato nel tempo; il problema è più generale.
La splendida sigla di apertura giapponese è triste, melanconica, sofferente e ha dei bellissimi testi che sono pura poesia d'amore che si inseriscono perfettamente con le scene di animazione che seguono. Si intuisce che si tratta di un anime drammatico mentre se ascoltate le sigla italiana ascoltate una musica allegra, vivace e dei testi generici che stonano completamente con le vicende narrate.
Il problema principale dell'edizione italiana è il tentativo di alleggerire i toni dell'opera per renderli adatti ad un pubblico di adolescenti.
Per nostra fortuna la grandezza di questa opera d'arte è tale che non ci sono sostanzialmente riusciti sia grazie all'ottimo doppiaggio italiano sia per merito delle azzeccate musiche di sottofondo, sia per l'altissimo livello di qualità della serie.
Per vostra conoscenza riporto i principali errori di adattamento:
Rosalie si offre come una prostituta a Oscar pur di poter acquistare dei viveri per la madre malata; in un altro episodio c'è una falsa Maria Antonietta e questa è una meretrice; nel processo a Jeanne la regina Maria Antonietta viene accusata di essere lesbica.
Oltre a questo ci sono diverse frasi cambiate nell'adattamento italiano, spesso i dialoghi non sono fedeli a quelli giaponnesi.
Vi consiglio di vederla con il doppiaggio italiano e contemporaneamente coi i sottotitoli fedeli così vi potrete rendere conto delle tante differenze.
I momenti poetici da ricordare nelle serie sono tanti, ne cito solo un paio:
il rimpianto di Oscar, poco dopo la morte di Andrè, di non essersi resa conto prima del grande amore di Andrè per lei; Oscar che, alla guida dei suoi uomini davanti alla Bastiglia, alza lo sguardo e vede un volatile in alto nel cielo azzurro.
Poco dopo, la nostra Oscar, che rappresenta il sole, non potrà che seguire la sorte di Andrè, l'uomo che, come un'ombra, l'ha amata fin da bambina.
Questo è un anime imperdibile, rimarrà nell'olimpo dell'animazione.
Ho perso il conto di quante volte ho visto e rivisto questa magnifica serie, che resiste ancora oggi al passare del tempo nei cuori delle persone che non hanno smesso di amare la storia di quella ragazza cresciuta come un uomo e diventata simbolo dell'indipendenza e della forza femminile. Lady Oscar è un capolavoro assoluto perchè è un misto tra storia e fantasia, riuscendo a ricreare in un momento drammatico di storia europea, un'atmosfera fatta di amori e gelosie che catturano lo spettatore. Un anime avvincente, meglio di molti film sull'argomento. Oscar e Andrè sono ancora vivi nella mente di chi come noi ha avuto la fortuna di crescere con anime di questa caratura. Uno dei "sempreverde" dell'animazione giapponese, destinato a non tramontare mai...
A distanza di anni, Lady oscar rimane l'anime più bello nel suo genere. La storia della rivoluzione francese viene raccontata in un modo davvero eccezionale e scorrevole,sembra quasi di vedere un documentario. Perfino i personaggi reali come il re Luigi XVI e Maria Antonietta d'Austria vengono descritti in ogni loro minimo dettaglio, partendo dal punto di vista grafico a quello psicologico. Grande attenzione ai costumi e agli accessori delle dame,agli armamenti delle guardie,alle fontane e ai giardini della reggia di Versailles. Una parte del merito va anche all'ottimo doppiaggio di Oscar e Andrè, per non parlare delle musiche che si sentono di sottofondo nelle scene dove c'è più pathos,davvero azzeccate a seconda della situazione. Tutti gli episodi sono allo stesso livello:intrigano,appassionano e commuovono. Il climax cresce sempre di più per ogni puntata che finisce,la tensione è alta portando lo spettatore ad essere immerso nell'affascinante ambientazione di quegli anni. E come si fa a non tifare per la coppia d'infanzia tra Oscar e Andrè? Li abbiamo visti fin da bambini che giocherellavano con le loro spade, sono cresciuti insieme, hanno vissuto e condiviso le stesse esperienze nonché la stessa sorte. Vi giuro che al finale, avevo le lacrime agli occhi!
Vedendo Versailles no bara si riescono a cogliere maggiormente i vari conflitti tra i contadini e la nobiltà, gli intrighi di corte, le situazioni di povertà e ingiustizia che regnavano in quel periodo e l'aria che respiravano il popolo francese. Non mancano nella scena i personaggi comprimari che contribuiranno allo scoppio della grande rivoluzione francese del 1789 tra cui Maximilien Robespierre e Saint-Just. Da notare, anche se non gravi, alcune censure riportate nell'anime di Versailles no bara che potrete approfondire meglio leggendo il manga. Ryoko Ikeda è stata abile a ripercorrere tutte le tappe che hanno portato alla Rivoluzione francese, ha creato uno dei più grandi capolavori di tutti i tempi. Da piccola non ci capivo nulla di quello che accadeva, canticchiavo la sigla e basta; ora che sono più grandicella ritengo Lady oscar un'opera meravigliosa e di tutto rispetto. Consigliato a tutti coloro che vogliono sapere di più sugli eventi della Rivoluzione francese e anche a un pubblico abbastanza maturo, insomma uno interessato alla storia in generale. In fondo, anche gli anime a volte fanno cultura!
Vedendo Versailles no bara si riescono a cogliere maggiormente i vari conflitti tra i contadini e la nobiltà, gli intrighi di corte, le situazioni di povertà e ingiustizia che regnavano in quel periodo e l'aria che respiravano il popolo francese. Non mancano nella scena i personaggi comprimari che contribuiranno allo scoppio della grande rivoluzione francese del 1789 tra cui Maximilien Robespierre e Saint-Just. Da notare, anche se non gravi, alcune censure riportate nell'anime di Versailles no bara che potrete approfondire meglio leggendo il manga. Ryoko Ikeda è stata abile a ripercorrere tutte le tappe che hanno portato alla Rivoluzione francese, ha creato uno dei più grandi capolavori di tutti i tempi. Da piccola non ci capivo nulla di quello che accadeva, canticchiavo la sigla e basta; ora che sono più grandicella ritengo Lady oscar un'opera meravigliosa e di tutto rispetto. Consigliato a tutti coloro che vogliono sapere di più sugli eventi della Rivoluzione francese e anche a un pubblico abbastanza maturo, insomma uno interessato alla storia in generale. In fondo, anche gli anime a volte fanno cultura!
Potrei definirlo il mio maestro di storia alle elementari :) Scherzo, anche se a dir la verità la rivoluzione francese l'ho imparata guardano Lady Oscar e La Stella della Senna.
Ma veniamo all'opera in se.
Lady Oscar narra più storie assieme, in Italia si pensa che la protagonista sia appunto Oscar ma in realtà le protagoniste sarebbero di più. Oscar è la figlia di un generale dell'esercito francese, il quale voleva un maschio ma ha avuto una femmina, la quale verrà educata come se fosse un militare, ed arriva così a guidare la guardia imperiale di sua maestà.
Nel corso delle puntate è un susseguirsi di intrighi di corte, amore clandestini e sentimenti non dichiarati. Sono state fatte molte critiche sull'eticità della serie, ma io non ne vedo il motivo.
La serie è bella, appassionante e anche colta, nel senso che comunque ti spiega gli eventi della rivoluzione francese anche se a grandi linee e con il distacco di chi parla di un qualcosa che non fa propriamente parte della sua cultura.
Il disegno non è perfetto, ma per l'epoca è fatto bene, la trama è interessante e ben articolata, l'unica nota un po così sta nel fatto che Oscar si accorge solo alla fine dell'amore che il suo fidato André prova per lei.
Voto... 8!
anche se meriterebbe qualcosa in più per il valore affettivo ^_^
Ma veniamo all'opera in se.
Lady Oscar narra più storie assieme, in Italia si pensa che la protagonista sia appunto Oscar ma in realtà le protagoniste sarebbero di più. Oscar è la figlia di un generale dell'esercito francese, il quale voleva un maschio ma ha avuto una femmina, la quale verrà educata come se fosse un militare, ed arriva così a guidare la guardia imperiale di sua maestà.
Nel corso delle puntate è un susseguirsi di intrighi di corte, amore clandestini e sentimenti non dichiarati. Sono state fatte molte critiche sull'eticità della serie, ma io non ne vedo il motivo.
La serie è bella, appassionante e anche colta, nel senso che comunque ti spiega gli eventi della rivoluzione francese anche se a grandi linee e con il distacco di chi parla di un qualcosa che non fa propriamente parte della sua cultura.
Il disegno non è perfetto, ma per l'epoca è fatto bene, la trama è interessante e ben articolata, l'unica nota un po così sta nel fatto che Oscar si accorge solo alla fine dell'amore che il suo fidato André prova per lei.
Voto... 8!
anche se meriterebbe qualcosa in più per il valore affettivo ^_^
<b> Attenzione contiene spoiler!</b>
Lady Oscar è in assoluto uno dei miei anime preferiti, ogni volta che lo ritrasmettono lo guardo con piacere. La storia è ambientata ai tempi di Maria Antonietta e racconta le vicende di Oscar Francois de Jarjayes quinta figlia di un colonnello delle guardie reali che, deluso per non aver avuto il tanto desiderato figlio maschio, decide di crescerla come un uomo. Al suo fianco c'è sempre Andrè Grandiè segretamente innamorato di Oscar fin dalla fanciullezza. Quando si dichiara scopre che lei è segretamente innamorata del conte Hans Axel di Fersen che però non può ricambiarla perchè ama la regina. C'è una puntata in cui Oscar è vestita da dona ed è bellissima, la cosa più bella è che non la riconosce nessuno. La vicenda va avanti e prosegue fino alla tristemente nota Rivoluzione Francese, termina con la morte di entrambi e gli ultimi momenti dell'anime vengono lasciati al racconto di Alain,Rosalie e il marito di quest'ultima. E'fatto molto bene,da guardare e ancora non vi è capitato di vederlo.
Lady Oscar è in assoluto uno dei miei anime preferiti, ogni volta che lo ritrasmettono lo guardo con piacere. La storia è ambientata ai tempi di Maria Antonietta e racconta le vicende di Oscar Francois de Jarjayes quinta figlia di un colonnello delle guardie reali che, deluso per non aver avuto il tanto desiderato figlio maschio, decide di crescerla come un uomo. Al suo fianco c'è sempre Andrè Grandiè segretamente innamorato di Oscar fin dalla fanciullezza. Quando si dichiara scopre che lei è segretamente innamorata del conte Hans Axel di Fersen che però non può ricambiarla perchè ama la regina. C'è una puntata in cui Oscar è vestita da dona ed è bellissima, la cosa più bella è che non la riconosce nessuno. La vicenda va avanti e prosegue fino alla tristemente nota Rivoluzione Francese, termina con la morte di entrambi e gli ultimi momenti dell'anime vengono lasciati al racconto di Alain,Rosalie e il marito di quest'ultima. E'fatto molto bene,da guardare e ancora non vi è capitato di vederlo.
E' un lavoro troppo precoce per l'Italia degli anni 70 ma estremamente moderno e contemporaneo. Una donna che si maschilinizza nel corpo e nella mente mentre il suo cuore è quello di una donna. Questo determina la rottura alla domanda esistono ruoli predefiniti per uomini e per donne separabili? Assolutamente no, in linea con C Guy e la scuola di Palo Alto ma con 40 anni d'anticipo. Uomo e donna non hanno ruoli ma modi di essere propri. Combattono, parlano, cavalcano, uccidono, piangono sia l'uomo sia la donna ma ognuno a modo suo. Per i più piccoli è l'eroina che sa tener testa, ma per noi adulti è l'emancipazione di una donna che sa dire di no e cerca di appropriarsi dell'unico ruolo che meglio sa vestire: la libertà di essere se stessa. Questa è la sceneggiatura di No bara in una lettura oggettiva e precisa, mentre se le inquadrature e i piani soffrono, le vedute di montaggio e sfondo animato su personaggio in movimento e fisso sono il capolavoro stilistico che verrà utilizzato anche nel cinema. Quindi ottima storia, per chi volesse saperne di più il richiamo va a molti siti e blogger, nonché ad una buona recensione della dea o di D'amico se rintracciabile. L'esposizione filmica non trova testi adatti perché è uno stile di fare l'immagine filmica animata poco considerato in Eu e in USA. Ottimo il doppiaggio e la soluzione musicale con colori simil wagner e bach di molto censurati. Da vedere e rivedere. Mentre la storia d'amore tra Andrè e MiLady è molto commovente. Al prox capitolo della saga in opera per il 2010 si spera.
Che dire: uno dei miei miti dell'infanzia (insieme a Lamù); non posso dire molto dal punto di vista tecnico, solo che ho amato tantissimo questa serie ed il personaggio di Oscar in particolare. Posso solo aggiungere che la trama rispetta abbastanza fedelmente gli avvenimenti storici (gli anni immediatamente prima della rivoluzione francese), e che alla fine Oscar mette seriamente in discussione il mondo e la società nella quale era nata; lei, nobile, prima vive nel dorato mondo di Versailles, per poi trasferirsi a capo di una guarnigione a Parigi, composta da uomini che provengono dalle classi più umili. Da lì, Oscar matura la sua nuova visione della realtà.
Capolavoro... Non pensavo potesse essere racchiusa tanta qualità in questo anime: la storia, il character dei personaggi, le musiche, i disegni, tutto assolutamente perfetto... Ma andiamo per gradi. La storia di Oscar François de Jarjayes si immerge perfettamente nel contesto storico della Francia della fine del settecento ed è incredibile come la quantità di avvenimenti e personaggi storici che vengono proposti in questi 40 episodi, proiettino efficacemente lo spettatore in quello che è stato il momento più alto della storia dell'uomo. Il coinvolgimento in alcuni momenti è tale da far versare lacrime e lacrime. Particolare che mi ha appassionato sono gli intrecci della vita di corte che non sfigurerebbero al fianco di commedie Plautine o racconti di Wilde. Il character dei personaggi, anche quelli secondari, è strutturato, curato all'inverosimile, rendendo così ogni personaggio unico e speciale nel quale possiamo ritrovare parti di noi stessi. Le musiche, essendo dell'epoca, amplificano questa caratteristica quasi "tassiana" del vero e verosimile che percorre l'intero intreccio narrativo. Ho già dato altri 10 ad altri anime e continuo ancora a pensare che lo meritino, ma Lady Oscar raggiunge un grado di completezza unico, in definitiva un anime molto vicino alla perfezione.
Essendo cresciuta con gli anime giapponesi, mi è capitato più volte di appassionarmi. Ma nessuna passione ha resistito quanto quella per Versailles No Bara. Conobbi prima l'anime e poi il manga e debbo ammettere di apprezzare tuttora il primo, nonostante tutti i suoi difetti - poiché avrebbe potuto essere confezionato meglio, in alcuni punti, soprattutto nelle ultime puntate, è un po' raffazzonato. Eppure, eppure questo cartone merita di essere considerato una leggenda.
Trovo che il personaggio di Oscar sia molto più elegante ed equilibrato nell'anime. E il personaggio di Andrè è caratterizzato in modo molto più serio dalla quinta puntata in poi. C'è questo amore non espresso nella sua interezza che tormenta un po' e la profonda ingiustizia della dichiarazione solo poche ore prima della fine, che sarà stato pure un espediente romantico ma che ci ha fatto fremere di rabbia e delusione un po' tutti - credo. Credo che si tratti di una storia meravigliosamente adulta e la cosa veramente affascinante è che mai, veramente MAI, si pensa che Oscar sia un personaggio sessualmente ambiguo. Forse, anzi, si tratta del prototipo di una donna moderna e completa come ancora non ce ne sono. Una donna che non deve dimostrare nulla a nessuno, che è capace di difendersi da sola, che sa valutare cosa è giusto, severa ma non spietata, riservata ma anche passionale. In Giappone stanno rifacendo il cartone, ispirandosi molto più fedelmente al manga. Vedremo che cosa uscirà fuori... Ma questo anime sarà per sempre una sorta di "primo amore" per me e, credo, per moltissimi altri.
Trovo che il personaggio di Oscar sia molto più elegante ed equilibrato nell'anime. E il personaggio di Andrè è caratterizzato in modo molto più serio dalla quinta puntata in poi. C'è questo amore non espresso nella sua interezza che tormenta un po' e la profonda ingiustizia della dichiarazione solo poche ore prima della fine, che sarà stato pure un espediente romantico ma che ci ha fatto fremere di rabbia e delusione un po' tutti - credo. Credo che si tratti di una storia meravigliosamente adulta e la cosa veramente affascinante è che mai, veramente MAI, si pensa che Oscar sia un personaggio sessualmente ambiguo. Forse, anzi, si tratta del prototipo di una donna moderna e completa come ancora non ce ne sono. Una donna che non deve dimostrare nulla a nessuno, che è capace di difendersi da sola, che sa valutare cosa è giusto, severa ma non spietata, riservata ma anche passionale. In Giappone stanno rifacendo il cartone, ispirandosi molto più fedelmente al manga. Vedremo che cosa uscirà fuori... Ma questo anime sarà per sempre una sorta di "primo amore" per me e, credo, per moltissimi altri.
Un anime bellissimo.
Il migliore di tutti i tempi. Sono classe '84, quindi ho iniziato a vederlo qualche anno dopo la sua uscita nell' '82.
Fin da piccola questo anime mi ha affascinato: il personaggio di Lady Oscar è sublime e poi la storia è tremendamente interessante, emozionante, avvolgente. Un bellissimo affresco del '700 fino agli anni della Rivoluzione Francese. E la storia d'amore bella e tragica insieme di André e Oscar (alla quale forse si sarebbe dovuto dedicare più spazio)... un anime da vedere e rivedere.
Lo consiglio a tutti... è un capolavoro!
Il migliore di tutti i tempi. Sono classe '84, quindi ho iniziato a vederlo qualche anno dopo la sua uscita nell' '82.
Fin da piccola questo anime mi ha affascinato: il personaggio di Lady Oscar è sublime e poi la storia è tremendamente interessante, emozionante, avvolgente. Un bellissimo affresco del '700 fino agli anni della Rivoluzione Francese. E la storia d'amore bella e tragica insieme di André e Oscar (alla quale forse si sarebbe dovuto dedicare più spazio)... un anime da vedere e rivedere.
Lo consiglio a tutti... è un capolavoro!
Voto 10 e lode per questo anime che ho rivisto in dvd dopo ben 24 anni dalla prima messa in onda. Impossibile non amare questa serie, mi è piaciuto più adesso che allora, e rivedendola con più consapevolezza l’ ho apprezzata il tutta la sua bellezza. Devo dire però, a mio parere, che gli argomenti trattati sarebbero per un pubblico adulto. Perfettamente ambientato all’epoca della rivoluzione francese, è un romanzo a tutti gli effetti, dove amori, tradimenti e intrighi di corte, la fanno da padrona. La protagonista femminile è Oscar Françoise De Jarjayes, nobile figlia del Generale De Jarjayes, che diventa comandante delle guardie reali del Re di Francia. E’ una donna forte e leale, ricca di passione, senso del dovere e giustizia. Il protagonista maschile è André Grandier, anche lui uomo forte e passionale, è il nipote della governante di Palazzo Jarjayes e scudiero della famiglia di Oscar, diventa la sua ombra, la protegge e la ama in silenzio per quasi tutta la serie. Un anime ricco in tutto, dalla trama piena di avvenimenti dove non mancano i colpi di scena, ai disegni dove si vedono i lineamenti dei personaggi diventare maturi, crescere e cambiare insieme al tempo che passa e alle passioni che li animano. La musica rigorosamente classia è perfetta, tutto studiato nei minimi particolari, cosa non certo di poco conto considerando il periodo in cui fu prodotto. Un’opera d’arte a tutti gli effetti, da vedere e apprezzare semplicemente per quello che è, senza nulla da togliere o aggiungere
<b>Attenzione contiene alcuni spoiler sulla trama</b>: Un capolavoro degli Anime. Tutti almeno una volta abbiamo avuto modo di constatarlo con i nostri stessi occhi. Ho visto Lady Oscar per ben 2 volte. Non credo esista un altro cartone del genere in tutto l'universo. I messaggi che trasmette sono sì duri ma anche reali e molto profondi. Oscar per me è sempre stata un danno bellissima e forte anche se poi mi sono resa conto della sua tristezza e della sua vulnerabilità. Maria Antonietta... ecco un personaggio che non sono mai riuscita a comprendere. Riuscivo soltanto a scorgere nel suo sguardo l'immensa tristezza e lo stato quasi di prigionia in cui era costretta a vivere facendosi odiare da tutti coloro che erano di classe inferiore. Non è stata una brava regina ma era solo una ragazza. Il mio personaggio preferito fin da piccola è sempre stata Jean Balò la truffatrice che poi venne marchiata a fuoco e che si suicidò. Non so perché ma il suo viso furbo e bello e il suo modo di essere così determinato e schietto ne avevano fatto il mio idolo. Credo rappresenti tutti i peccati umano come la Lussuria e l'avarizia ed è anche per questo che sembra la persona più vera. In sostanza Lady Oscar è imperdibile... chi non lo ha visto non potrà mai capire cosa vuol dire fino a quando non si immergerà nel mondo romantico e drammatico di Oscar. Per di più insegna molto sulla rivoluzione francese facendo interessare i giovani alla storia.
<b>attenzione! Contiene spoiler!</b>
Penso che sia una delle anime più belle mai create, per le immagini , la trama, le passioni i sentimenti; magnificamente triste. I personaggi di Oscar e Andrè, anche se non sono mai esistiti hanno un tale spessore da renderli reali al pari degli altri. Oscar con la sua fragilità, con la sua forza, la sua determinazione è stata per me un esempio da seguire, da ammirare. Ho rivisto la serie dopo più di vent'anni e me ne sono rinnamorata più di prima, certo in età adulta ho capito molte cose che non avevo compreso a 8 anni, ma ho pianto alla morte di Andrè e di Oscar proprio come allora, ho sofferto con lei, ho amato con lei, ho pianto con lei, ma la cosa più importante è che ho sognato con lei e continuo a farlo ancora. Il personaggio di Maria Antonietta è quello più triste; il destino le ha impedito di vivere il suo vero amore,era una donna triste, sola, oppressa dalle regole di corte; una delle scene più toccanti quando, ormai prigioniera, le tolgono il figlio, penso che per una madre sia la cosa più terribile, peggio della morte. L'altro personaggio a me caro è Andrè,chi non ha mai sognato di essere amata così,un amore totale incondizionato, che va al di là di se stessi; Andrè ama Oscar in modo assoluto, la aspetta tutta la vita per un unica notte di amore, lui rappresenta l'amico, il fratello, l'amante, l'amore di tutta una esistenza, si sono sempre amati e questo lo si capisce quasi subito, i loro sentimenti sono palpabili in tutte le puntate. La cosa che mi rattrista di più e che lei scopre di amarlo solo alla fine e così il loro amore sboccia e muore in una sola notte, l'amore perfetto in assoluto. Un altro personaggio triste è certamente quello di Fersen, ama ma viene divorato da questo amore, ama una donna che non potrà mai essere sua, cerca di proteggerla dagli eventi ma inutilmente, i loro destini sono ormai segnati, deve essere veramente terribile sapere che la donna amata morirà e non poter fare nulla per cambiare le cose. Questa storia ha messo a nudo sentimenti e passioni di un tempo ma anche di oggi. La potremmo definire una tragica favola, dove le passioni, i sentimenti e il destino fanno da cornice a uno dei periodi più bui della Francia.
Penso che sia una delle anime più belle mai create, per le immagini , la trama, le passioni i sentimenti; magnificamente triste. I personaggi di Oscar e Andrè, anche se non sono mai esistiti hanno un tale spessore da renderli reali al pari degli altri. Oscar con la sua fragilità, con la sua forza, la sua determinazione è stata per me un esempio da seguire, da ammirare. Ho rivisto la serie dopo più di vent'anni e me ne sono rinnamorata più di prima, certo in età adulta ho capito molte cose che non avevo compreso a 8 anni, ma ho pianto alla morte di Andrè e di Oscar proprio come allora, ho sofferto con lei, ho amato con lei, ho pianto con lei, ma la cosa più importante è che ho sognato con lei e continuo a farlo ancora. Il personaggio di Maria Antonietta è quello più triste; il destino le ha impedito di vivere il suo vero amore,era una donna triste, sola, oppressa dalle regole di corte; una delle scene più toccanti quando, ormai prigioniera, le tolgono il figlio, penso che per una madre sia la cosa più terribile, peggio della morte. L'altro personaggio a me caro è Andrè,chi non ha mai sognato di essere amata così,un amore totale incondizionato, che va al di là di se stessi; Andrè ama Oscar in modo assoluto, la aspetta tutta la vita per un unica notte di amore, lui rappresenta l'amico, il fratello, l'amante, l'amore di tutta una esistenza, si sono sempre amati e questo lo si capisce quasi subito, i loro sentimenti sono palpabili in tutte le puntate. La cosa che mi rattrista di più e che lei scopre di amarlo solo alla fine e così il loro amore sboccia e muore in una sola notte, l'amore perfetto in assoluto. Un altro personaggio triste è certamente quello di Fersen, ama ma viene divorato da questo amore, ama una donna che non potrà mai essere sua, cerca di proteggerla dagli eventi ma inutilmente, i loro destini sono ormai segnati, deve essere veramente terribile sapere che la donna amata morirà e non poter fare nulla per cambiare le cose. Questa storia ha messo a nudo sentimenti e passioni di un tempo ma anche di oggi. La potremmo definire una tragica favola, dove le passioni, i sentimenti e il destino fanno da cornice a uno dei periodi più bui della Francia.
Anime sicuramente buono. Un classico che chiunque dovrebbe possedere. Titolo originale: "La rosa di Versailles". Bellissime le sigle dei Cavalieri del Re (Oltre alla canzone Lady Oscar hanno cantato Alle porte della Rivoluzione e Canto di Andrè - tutte bellissime come è normale per qs. gruppo). La ricostruzione della Rivoluzione Francese è fatta con cura. Eccezionale la caratterizzazione di Maria Antonietta. E' un anime imperdibile per chi ha una certa età (probabilmente ai ragazzini un po' immaturi non piacerà). Sicuramente buono. Sarebbe anche un 9 o un 10 il voto, se non fosse che tecnicamente è un po' grezzo (mancano molti dettagli e le scene movimentate sono ridotte a didascalie). Già, consiglio fortemente un restauro di questa opera, con la clausola che si lasci invariata in toto la storia. Diciamo che la storia merita voto 10, ma la tecnica è da 5 o 6, perciò voto complessivo = 8. Consigliato caldamente a ragazzi e ragazze maturi.
Uno dei pilastri della mia infanzia!
Insieme a Candy e Peline uno degli anime preferiti di mia madre, con cui li guardavo, con mio padre invece vedevo l' uomo tigre, Sampei e Daitan3.
Sono sempre rimasto affascinato da Oscar (storica e d'impatto l'immagine con cui si apriva la vecchia sigla: lei nuda avvolta nelle spine... ingenuamente erotica, che sottolinea la bellezza e quel senso di proibito che la casatterizzano), donna forte e indipendente e dalla sua storia, l' ambientazione storica che, con le sue semplificazioni tipiche di chi parla di un argomento NON SUO (la rivoluzione francese), cerca di essere fedele ai fatti realmente accaduti.
Molti accusano Oscar di essere un modello omosessuale, cosa che per me falsa! Ok è forte, mascolina ma vi ricordo che per meta della storia è innamorata del conte Fersen e solo la sua educazione militare gli impedisce di cadere in inutili manifestazioni sentimentali (nonchè una strana timidezza e la consaspevolezza che è l'amante della regina).
Ottimi i personaggi di contorno, dal "cavalier servente" Andrè a Maria Antonietta (che nel manga è la protagonista).
Sopratutto la crescita di quest'ultima è rappresentata benissimo (da principessa infantile e ingenua a regina tormentata).
L'unico appunto "negativo" (non è negativo, ma lascia un pò di amaro in bocca) sta nell' rapporto tra Oscar e Andrè:
ben realizzato... maaaaa, DAI! Pure le pietre sapevano che Andrè era innamorato di Oscar, Alain continuava pure a fare battute su questo, e Oscar si accorge di tutto solo troppo tardi? Forse scopre di essere innamorata di ANDRE' troppo tardi, ma il dubbio che lui gli sbavasse dietro doveva averlo! Però se accettava prima i sentimenti di lui la storia si sarebbe sviluppata diversamente!
Capolavoro.
Insieme a Candy e Peline uno degli anime preferiti di mia madre, con cui li guardavo, con mio padre invece vedevo l' uomo tigre, Sampei e Daitan3.
Sono sempre rimasto affascinato da Oscar (storica e d'impatto l'immagine con cui si apriva la vecchia sigla: lei nuda avvolta nelle spine... ingenuamente erotica, che sottolinea la bellezza e quel senso di proibito che la casatterizzano), donna forte e indipendente e dalla sua storia, l' ambientazione storica che, con le sue semplificazioni tipiche di chi parla di un argomento NON SUO (la rivoluzione francese), cerca di essere fedele ai fatti realmente accaduti.
Molti accusano Oscar di essere un modello omosessuale, cosa che per me falsa! Ok è forte, mascolina ma vi ricordo che per meta della storia è innamorata del conte Fersen e solo la sua educazione militare gli impedisce di cadere in inutili manifestazioni sentimentali (nonchè una strana timidezza e la consaspevolezza che è l'amante della regina).
Ottimi i personaggi di contorno, dal "cavalier servente" Andrè a Maria Antonietta (che nel manga è la protagonista).
Sopratutto la crescita di quest'ultima è rappresentata benissimo (da principessa infantile e ingenua a regina tormentata).
L'unico appunto "negativo" (non è negativo, ma lascia un pò di amaro in bocca) sta nell' rapporto tra Oscar e Andrè:
ben realizzato... maaaaa, DAI! Pure le pietre sapevano che Andrè era innamorato di Oscar, Alain continuava pure a fare battute su questo, e Oscar si accorge di tutto solo troppo tardi? Forse scopre di essere innamorata di ANDRE' troppo tardi, ma il dubbio che lui gli sbavasse dietro doveva averlo! Però se accettava prima i sentimenti di lui la storia si sarebbe sviluppata diversamente!
Capolavoro.
Ho visto per la prima volta questo anime nel lontano '82 e da allora, mi è entrato nel cuore.
Il miglior cartone animato per la tv che sia mai stato fatto. Personaggi complessi (Oscar) e affascinanti, caratterialmente resi molto bene. Suggestivo, emozionante nelle immagini, commovente e certamente tragico. Niente di quello che è stato fatto prima o dopo, ha la stessa potenza espressiva, secondo me. E' istruttivo e non solo dal punto di vista storico, non credo di esagerare se dico che trasmette un messaggio forte e profondo sulla vita e il suo significato. Non stanca mai perchè è la storia degli uomini che si ripete, e trovi sempre qualcosa che prima non avevi colto. Ma questa è la mia modesta opinione.
Il miglior cartone animato per la tv che sia mai stato fatto. Personaggi complessi (Oscar) e affascinanti, caratterialmente resi molto bene. Suggestivo, emozionante nelle immagini, commovente e certamente tragico. Niente di quello che è stato fatto prima o dopo, ha la stessa potenza espressiva, secondo me. E' istruttivo e non solo dal punto di vista storico, non credo di esagerare se dico che trasmette un messaggio forte e profondo sulla vita e il suo significato. Non stanca mai perchè è la storia degli uomini che si ripete, e trovi sempre qualcosa che prima non avevi colto. Ma questa è la mia modesta opinione.
A contendersi lo scettro di personaggio femminile più carismatico e forte sono a mio parere la Principessa Zaffiro e... Lady Oscar.
Cero, di quest' ultimo personaggio poi vedremo anche debolezze ed insicurezze, però...
la serie ci racconta la storia di Oscar Francois De Jarjayes, ragazza cresciuta con un ragazzo per volere del padre che non si rassegna ad avere una figlia femmine. Attraverso di lei ripercorriamo l' epoca storica della Francia che va se non erro dal matrimonio di Maria Antonietta d' Asburgo con Luigi sedicesimo fino alla rivoluzione francese. Lei entra a far parte della guardia reale e ne diventa pure capitano! Tra intrighi, avventure, amori, tradimenti e scontri all'arma bianca avremo modo di conoscere appieno la protagonista che ad un certo punto si troverà di fronte ad un bivio e il periodo storico (quì rivoluzione francese e quello che c' è stato poco prima, "I Cavalieri dello Zodiaco" costellazioni e leggende...). Il tutto con un pò di romanticismo e anche una vena di tristezza (vedere soprattutto le ultime puntate quando s'incupisce pure di brutto André).
L' animazione, che porta anche quì la firma di Shingo Haraki, che dalla fine degli anni 60 ha messo la firma su diverse serie famose e variegate, è una di quelle che mi ricordo di più perchè ha distanza di quasi 30 anni non ha perso un colpo a mio parere.
Cero, di quest' ultimo personaggio poi vedremo anche debolezze ed insicurezze, però...
la serie ci racconta la storia di Oscar Francois De Jarjayes, ragazza cresciuta con un ragazzo per volere del padre che non si rassegna ad avere una figlia femmine. Attraverso di lei ripercorriamo l' epoca storica della Francia che va se non erro dal matrimonio di Maria Antonietta d' Asburgo con Luigi sedicesimo fino alla rivoluzione francese. Lei entra a far parte della guardia reale e ne diventa pure capitano! Tra intrighi, avventure, amori, tradimenti e scontri all'arma bianca avremo modo di conoscere appieno la protagonista che ad un certo punto si troverà di fronte ad un bivio e il periodo storico (quì rivoluzione francese e quello che c' è stato poco prima, "I Cavalieri dello Zodiaco" costellazioni e leggende...). Il tutto con un pò di romanticismo e anche una vena di tristezza (vedere soprattutto le ultime puntate quando s'incupisce pure di brutto André).
L' animazione, che porta anche quì la firma di Shingo Haraki, che dalla fine degli anni 60 ha messo la firma su diverse serie famose e variegate, è una di quelle che mi ricordo di più perchè ha distanza di quasi 30 anni non ha perso un colpo a mio parere.
Quando ero piccola diverse volte ho visto questo cartone animato e mi piaceva molto: racconto di un tempo passato, una donna che diventava più forte di molti soldati uomini e la bella storia d'amore che forse allora compresi poco (mah...). A vederlo più volte però la figura della protagonista mi diventava sempre più antipatica, la vedevo quasi inadatta al suo importantissimo ruolo nella corte e forse col passare del tempo cominciavo a vederne i limiti. Non che adesso mi faccia schifo, anzi, però la ritengo superata e anche il suo spirito liberistico e femminista ormai colpiscono molto meno. Sono stata troppo dura?... Mah forse crescendo ho spostato i miei gusti...
Il mio primo anime e nello stesso tempo il piu' bello che abbia mai visto.
Penso che nella storia degli anime un personaggio affascinante come Oscar non sia mai stato creato.
Molti credono che sia esistita davvero, come alcuni personaggi della serie, ma in realta' è stata creata exnovo ed inserita in un contesto stupendo, affascinante e tragico.
La sceneggiatura è incredibile per un anime di quegli anni e il doppiaggio italiano è ottimo(La migliore performance di CINZIA DE CAROLIS=OSCAR).
I disegni sono stupendi ed i personaggi potrebbero recitare con i tratti del volto senza l'ausilio delle parole (chi non ricorda gli sguardi ricchi di pathos e di malinconia)Secondo me recitano meglio molti DISEGNI degli anime che molti attori italiani di fiction e non.
La colonna sonora è stupenda e l'opening giapponese è straordinario (i due opening italiani non mi piacciono).
Pero' bisogna dire che la serie presenta alcuni errori storici (per esempio il teatro dell'opera non esisteva ancora, ecc...) e l'animazione dal punto di vista virtuosistico poteva essere senz'altro migliore.
Penso che nella storia degli anime un personaggio affascinante come Oscar non sia mai stato creato.
Molti credono che sia esistita davvero, come alcuni personaggi della serie, ma in realta' è stata creata exnovo ed inserita in un contesto stupendo, affascinante e tragico.
La sceneggiatura è incredibile per un anime di quegli anni e il doppiaggio italiano è ottimo(La migliore performance di CINZIA DE CAROLIS=OSCAR).
I disegni sono stupendi ed i personaggi potrebbero recitare con i tratti del volto senza l'ausilio delle parole (chi non ricorda gli sguardi ricchi di pathos e di malinconia)Secondo me recitano meglio molti DISEGNI degli anime che molti attori italiani di fiction e non.
La colonna sonora è stupenda e l'opening giapponese è straordinario (i due opening italiani non mi piacciono).
Pero' bisogna dire che la serie presenta alcuni errori storici (per esempio il teatro dell'opera non esisteva ancora, ecc...) e l'animazione dal punto di vista virtuosistico poteva essere senz'altro migliore.
Pietra miliare nella storia degli anime: quando ero piccola mi piacque molto, ma adesso da adulta posso dire di apprrezzarlo in pieno. E' un anime molto maturo, intenso, drammatico, emozionante, impossibile rimanerne indifferenti!
La storia di Oscar ed Andrè è toccante e ci regala momenti di forte emozione... non so voi, ma per me la frase di Andrè sul giglio e la rosa è scolpita a caratteri cubitali nella memoria!
Bellissime le sigle, anche se la milgiore rimane sempre quella dei Cavlieri del Re!
La storia di Oscar ed Andrè è toccante e ci regala momenti di forte emozione... non so voi, ma per me la frase di Andrè sul giglio e la rosa è scolpita a caratteri cubitali nella memoria!
Bellissime le sigle, anche se la milgiore rimane sempre quella dei Cavlieri del Re!
Ho rivisto questa serie non so quante volte, ed ogni volta mi lascia nel cuore una serie di emozioni profonde. Oscar è una donna che si sente un uomo, che dedica la sua giovinezza alla protezione di Maria Antonietta, (che nella prima parte della serie sembra essere la vera protagonista), e solo in età adulta si scopre donna. Il viaggio di Oscar è il viaggio di ogni donna che impara a conoscere se stessa, ma la tragicità del suo personaggio sta nell'aver scoperto la femminilità e il vero amore troppo tardi, quando non c'era più tempo per goderselo. Il suo tragico destino, quello del meraviglioso Andrè (chi non ha mai sognato di essere amata così?!) e di tutta la Francia sono intrecciati tra loro, dandoci uno spaccato storico di grande realismo, riuscendo a farci comprendere in pieno la situazione drammatica che viveva la Francia tanto da scatenare una delle rivoluzioni più importanti della storia.
Avevo visto il cartone a "tratti" quando ero piccolo, guardando qualche puntata qua e là, e perdendomi il finale.
Ora, un po' più grandicello ;), l'ho rivisto volentieri tutto, e devo dire che è stato uno dei più bei cartoni mai visti.
Bello... ma triste come la morte!
La storia d'amore è effetivamente commovente, e ritenendo di non essere una di quelle persone che si commuove facilmente guardando un film o soprattutto un cartone, il fatto di averci perso qualche lacrimuccia alla fine là dà a pensare... anzi riflettendoci su non mi accadeva da quando ero bambino...
Altro punto a favore è l'ambientazione storica ed il forte intreccio con fatti accaduti realmente (la storia d'amore tra Fersen e Maria Antonietta, lo scandalo della collana, le figure della Du Barry e della Polignac, e così via...), i quali rendono la trama particolarmente suggestiva.
Il disegno è buono, e se si considera che la serie è stato creata a fine anni 70', si potrebbe anche dire che è "eccellente"!
Anche se sono presenti alcuni errorucci secondari nel doppiaggio, questo è da considerarsi molto buono. Lady Oscar, così come anche gli altri personaggi, sono interpretati perfettamente.
Le musiche sono azzeccate e spesso hanno un forte impatto emotivo nelle scene.
Allora perchè 9 e non 10 come voto finale ?!
Il cartone non è privo di difetti.
Innanzitutto la prima metà delle puntate riguardano per lo più beghe di corte, sono spesso "lente" e talvolta anche noiose.
Non è che accada granchè, i personaggi rimangono per lo più "piatti", mantenendo il medesimo comportamento presentato all'inizio.
Dopo circa la 20^ puntata, la serie cambia tono, i personaggi "lentamente" cominciano a crescere psicologicamente, le scene diventano più complesse e più ricche.
Un altro difetto è che alcune scene sono rappresentate in modo "banale" (ad es. rivelando lo stato d'animo di una persona modificando completamente l'espressione del viso / occhi), mentre altre sono decisamente forzate (ad es. Lady Oscar, durante il duello contro il duca Guemenee, para un proiettile con la pistola...).
In ogni caso è una serie che consiglio un po' a tutti di guardare.
Ora, un po' più grandicello ;), l'ho rivisto volentieri tutto, e devo dire che è stato uno dei più bei cartoni mai visti.
Bello... ma triste come la morte!
La storia d'amore è effetivamente commovente, e ritenendo di non essere una di quelle persone che si commuove facilmente guardando un film o soprattutto un cartone, il fatto di averci perso qualche lacrimuccia alla fine là dà a pensare... anzi riflettendoci su non mi accadeva da quando ero bambino...
Altro punto a favore è l'ambientazione storica ed il forte intreccio con fatti accaduti realmente (la storia d'amore tra Fersen e Maria Antonietta, lo scandalo della collana, le figure della Du Barry e della Polignac, e così via...), i quali rendono la trama particolarmente suggestiva.
Il disegno è buono, e se si considera che la serie è stato creata a fine anni 70', si potrebbe anche dire che è "eccellente"!
Anche se sono presenti alcuni errorucci secondari nel doppiaggio, questo è da considerarsi molto buono. Lady Oscar, così come anche gli altri personaggi, sono interpretati perfettamente.
Le musiche sono azzeccate e spesso hanno un forte impatto emotivo nelle scene.
Allora perchè 9 e non 10 come voto finale ?!
Il cartone non è privo di difetti.
Innanzitutto la prima metà delle puntate riguardano per lo più beghe di corte, sono spesso "lente" e talvolta anche noiose.
Non è che accada granchè, i personaggi rimangono per lo più "piatti", mantenendo il medesimo comportamento presentato all'inizio.
Dopo circa la 20^ puntata, la serie cambia tono, i personaggi "lentamente" cominciano a crescere psicologicamente, le scene diventano più complesse e più ricche.
Un altro difetto è che alcune scene sono rappresentate in modo "banale" (ad es. rivelando lo stato d'animo di una persona modificando completamente l'espressione del viso / occhi), mentre altre sono decisamente forzate (ad es. Lady Oscar, durante il duello contro il duca Guemenee, para un proiettile con la pistola...).
In ogni caso è una serie che consiglio un po' a tutti di guardare.
Assoluto capolavoro d'animazione. Ho visto la serie in lingua originale con sottotitoli e devo dire che l'emozione che si prova nelle scene più belle di questa serie, è indescrivibile. Gli ultimi episodi sono davvero indimenticabili... vorresti continuare a rivedere "quella" scena nella speranza di cogliere ogni volta un particolare che ti è sfuggito prima. Pochissimi altri anime ti danno simili emozioni... Le musiche si sottofondo danno enfasi alle scene drammatiche e Tu non potrai fare a meno di commuoverti...
[Attenzione! Contiene commenti che rivelano parti della trama!]
Con Oscar e André ci sono cresciuta. La prima volta che l'ho visto andavo alle elementari e sinceramente non l'ho capito fino in fondo, pur apprezzandolo sinceramente. Ogni volta che lo rivedevo, però, ero un pò più grande e in grado di apprezzare le sfumature, le personalità dei protagonosti, la ricostruzione storica e la bellezza del disegno. Ho sempre ammirato Oscar per la sua forza e il suo coraggio, ma anche per la sua dolcezza e femminilità innata che, piano piano, grazie all'amore per André, si manifesta con tutto il suo splendore. Ho pianto come una fontana quando lui è morto, e durante l'assalto alla Bastiglia un brivido ha sempre percorso la mia schiena. Grazie al cielo il doppiaggio è stato molto migliore di certi che si sentono su Mediaset oggi.
In definitiva Lady Oscar è uno degli anime che più mi hanno influenzato e segnato...un autentico capolavoro che rivedrei volentieri, soprattutto ora che ho 19 anni.
Con Oscar e André ci sono cresciuta. La prima volta che l'ho visto andavo alle elementari e sinceramente non l'ho capito fino in fondo, pur apprezzandolo sinceramente. Ogni volta che lo rivedevo, però, ero un pò più grande e in grado di apprezzare le sfumature, le personalità dei protagonosti, la ricostruzione storica e la bellezza del disegno. Ho sempre ammirato Oscar per la sua forza e il suo coraggio, ma anche per la sua dolcezza e femminilità innata che, piano piano, grazie all'amore per André, si manifesta con tutto il suo splendore. Ho pianto come una fontana quando lui è morto, e durante l'assalto alla Bastiglia un brivido ha sempre percorso la mia schiena. Grazie al cielo il doppiaggio è stato molto migliore di certi che si sentono su Mediaset oggi.
In definitiva Lady Oscar è uno degli anime che più mi hanno influenzato e segnato...un autentico capolavoro che rivedrei volentieri, soprattutto ora che ho 19 anni.
Lady Oscar non lo apprezzavo tanto quando ero piccolo ma lo vedevo con mia cugina Ilaria. Invece quando l'ho rivisto in dvd devo dire che è veramente bello ed equilibrato, molto forte e maturo, a tratti ineguagliabile. Ci sono delle tematiche veramente forti e va detto che non è un cartoneo artistico per bambini come non lo sono Conan e Harlock o tanti altri anime che al cinema portano molti bambini a lasciare le sale prima della fine.
Inoltre tutte le volte che lo vedo mi commuovo un po' e quando stacco sento nostalgia per i personaggi che sono molto più veri di tante persone che incrociamo nella vita.
Ciao a tutti, sergio999
Inoltre tutte le volte che lo vedo mi commuovo un po' e quando stacco sento nostalgia per i personaggi che sono molto più veri di tante persone che incrociamo nella vita.
Ciao a tutti, sergio999
Anime bellissimo! Il simbolo stesso dell'animazione nipponica! Bellissima la trama, bellissimi i quattro protagonisti principali (Maria Antonietta, Oscar, Fersen e André), grande attenzione per i particolari! Tutto è perfetto in Lady Oscar... perfino i fili dell'erba sono perfetti, tutto è armonico... tutto è maestoso!
Se i bambini e i ragazzi amano la storia francese lo devono a Lady Oscar!
Unica cosa: il titolo originale "Versailles no bara" (= La Rosa di Versailes) è più bello, perchè crea anche questa grande discussione su chi sia in realtà la rosa del titolo: Oscar o Maria Antonietta? La risposta è semplice e l'ha data Rjoko Ikeda, l'autrice del manga... le rose sono 4: Maria Antonietta, Oscar, Fersen e André! Speriamo di rivedere presto in tv questo anime!!!
Se i bambini e i ragazzi amano la storia francese lo devono a Lady Oscar!
Unica cosa: il titolo originale "Versailles no bara" (= La Rosa di Versailes) è più bello, perchè crea anche questa grande discussione su chi sia in realtà la rosa del titolo: Oscar o Maria Antonietta? La risposta è semplice e l'ha data Rjoko Ikeda, l'autrice del manga... le rose sono 4: Maria Antonietta, Oscar, Fersen e André! Speriamo di rivedere presto in tv questo anime!!!
Ho visto questa serie più di una volta e la rivedo volentieri ogni qualvolta viene ritrasmessa. Sitratta di una splendida ricostruzione storica degli anni che precedono la rivoluzione francese ed arriva sino alla presa della bastiglia. La tormetata storia francese di quegli anni fa da sfondo e vede coinvolta nelle sue vicende la protagonista Oscar. Certo è improbabile o per meglio dire impossibile che all'epoca una donna potesse diventare comandante delle guardie poiche era loro persino preclusa qualunque carriera militare, ma è un anime fatto talmente bene che qualche "imprecisione" storica gliela si puo perdonare. Dal punto di vista tecnico si tratta di un anime eccellente il disegno è buono, il character design di Shingo Araki è una garanzia, ed anche le animazioni sono di un ottimo livello. Insomma un bel 8 ad un anime dal quale si puo anche imparare qualcosa
Con Lady Oscar, io sono nata, vissuta, cresciuta. Ho pianto ogni santa volta per la morte di André, mi sono rivista una trentina di volte la puntata della rosa e del lillà, ho odiato Fersen dal più profondo del cuore, ma mi sono sentta triste per l'amore non ricambiato di Oscar...
E' difficile poter commentare una serie che comunque ha fatto storia, che non ho visto certo una volta sola, della quale sono praticamente innamorata. ^^
Tuttavia, ho notatto, leggendolo, quanto il manga differisse con la serie, sotto molti punti, sebbene più o meno la vicenda sia quella; ed è per questo che, se per caso potete, vi consiglio di procurarvi la serie cartacea, soprattutto se siete grandi fan dello storico cartone.
E' difficile poter commentare una serie che comunque ha fatto storia, che non ho visto certo una volta sola, della quale sono praticamente innamorata. ^^
Tuttavia, ho notatto, leggendolo, quanto il manga differisse con la serie, sotto molti punti, sebbene più o meno la vicenda sia quella; ed è per questo che, se per caso potete, vi consiglio di procurarvi la serie cartacea, soprattutto se siete grandi fan dello storico cartone.
Stupendo, classico, magnifico, questa serie per me nella classifica di anime sta al primo posto . La storia di questa serie e molto tragica, ed e certamente fatto per un publico adulto, perche`i bambini proprio non potranno capire le forte emozioni che intrecciano questo anime. L`episodio 28 e`quella che piu`mi ha colpito, la scena in cui Anre strappa la camicia ad Oscar...da brivido. E devo dire che la ragione perche` a me piaciono cosi tanto gli anime e perche non solo ci sono cresciuto, ma e come sempre l`atmosfera. La colonna sonora e` perfetta, bellissima, il design e le animazioni di Araki grandiose e ancora oggi sono di altissimo livello. Un classico da non perdere per i veri amanti dell` animazione giapponese. Menzione d`onore per la versione italiana. E il doppiaggio piu` riuscito che abbia mai potuto sentire, specialmente le voci dei due protagonisti pricipali, cioe` Oscar ed Andre.
Non è possibile che a qualcuno non sia piaciuto. E' un cartone animato STUPENDO. A questo punto credo che solo degli animi sensibili possano apprezzarlo. I personaggi sono caratterizzati graficamente in modo forse un po' spigoloso e poco attuale, ma oggettivamente unico ed insuperabile; dal punto di vista psicologico, poi, non ci sono paragoni con nessun altro anime. Da un punto di vista storico, la narrazione è certamente inattendibile e romanzata, ma chi se ne frega? Ci ammazziamo di Robot tutto il giorno senza aspettarci realismo giusto?
Anzi credo che dalla realtà si stia cercando di tagliare la corda. Lady oscar è un cartone che va assolutamente guardato, soprattutto in età adulta, quando è possibile cogliere meglio le sfumature caratteriali dei personaggi nonchè le relazioni complesse che instaurano tra di loro. Ottimo.
Anzi credo che dalla realtà si stia cercando di tagliare la corda. Lady oscar è un cartone che va assolutamente guardato, soprattutto in età adulta, quando è possibile cogliere meglio le sfumature caratteriali dei personaggi nonchè le relazioni complesse che instaurano tra di loro. Ottimo.
"Grande festa alla corte di Francia, c'è nel regno una bimba in più;
biondi i capelli e rosa di guance, Oscar ti chiamerai tu.
Il buon padre voleva un maschietto ma, ahimé, sei nata tu;
nella culla ti ha messo il fioretto, Lady dal fiocco blu..."
Dovere e destino. Sembra il titolo di un classico fresco di libreria.
Ma è su questi due termini che ruota la storia di una ragazza, cresciuta in fretta come un maschio, predestinata a seguire il suo dovere.
Tutti conoscono la storia, dai più piccoli ai più grandi già patentati: Oscar nasce nella famiglia Jarjayes e il padre, dopo ben tre figlie femmine, desidera immensamente di avere un figlio maschio; il tutto è racchiuso nelle parole che si sentono proprio nella prima puntata.
La scena vede la nonna di Andrè, la madre e le tre sorelle di Oscar in una stanza. E il padre, unico maschio:
"Guardate, è una bellissima bambina!"
"Non so che farmene di una bambina, nella casa di un generale occorre un maschio!
...Ho deciso, Guardate! Lui si chiama Oscar ed è mio figlio!".
Nella storia c'è poi un salto di 14 anni.
"Versailles no bara" ("La rosa di Versailles") è il primo shojo manga[1] realizzato da Ryoko Ikeda, ragazza giapponese nata ad Osaka nel dicembre del 1947. Inizia a disegnare manga all'università e il suo più grande maestro fu Osamu Tezuka. Si nota infatti una certa somiglianza fra "Lady Oscar" della Ikeda e "La principessa Zaffiro" di Tezuka (La sigla cantava: "La principessa Sapphire, nel regno di Silverland, in compagnia dell'angelo Chid come un uomo lotta e va. La principessa Sapphire, sai le battaglie che fa, con la sua spada sguainata lei va, e i manigoldi vincerà..."): infatti, entrambi i personaggi sono divisi fra due personalità - quella femminile e quella maschile - e vi è la stessa accuratezza per lo stile e i particolari.
La tendenza della Ikeda è caratterizzata da drammi storici realmente accaduti; è affascinata dalle epoche passate, in particolar modo da quelle occidentali. Il suo stile è molto accurato e spesso arricchito con frequenti immagini simboliche, utilizzate poeticamente per sottolineare le emozioni dei personaggi (si veda in "Lady Oscar" il popolo nelle scene di massa durante la Rivoluzione Francese, dove si perdono i tratti del volto e tutti sono rappresentati con lo stesso colore, per rendere l'idea di un popolo che soffre ma che, comunque, lotta unitamente).
Il segno descrive minuziosamente ogni più piccolo particolare, dai vestiti ai tratti somatici, mentre gli sfondi (le case, i boschi, i parchi) sono molto sommari ed hanno il ruolo di sottolineare l'azione dei personaggi.
"Versailles no bara" venne scritto nel 1972 e pubblicato nel 1972/73 sul settimanale per ragazzi Shukan Margaret, diviso in 82 puntate. Solo in seguito venne raccolto in 10 volumi rilegati.
Nel 1979 il manga diviene anime[2], con in totale 41 episodi e trasmesso sul piccolo schermo da TMS (Tokio Movie Shinsha). Nel frattempo la Ikeda continua la sua produzione con altre opere, fra cui "Heroica", ambientato nell'Impero di Napoleone - opera composta da 11 volumi in cui compaiono alcuni personaggi di "Versailles no Bara".
In Italia venne pubblicato per la prima volta sul settimanale Candyssima - edito da Fabbri - nel 1983/84. Questa edizione, in 106 episodi, ha un lieto fine che per niente rispecchia quello originale.
Nel 1993/94 il pubblico italiano può leggere in 20 albi l'intera serie.
Nel 2001 Planet Manga pubblica l'intera serie, riveduta e corretta in 20 volumi più 4 speciali. "Versailles no Bara" è anche stato, prima di diventare il famoso anime che tutti conosciamo, spettacolo teatrale.
Nel 1974, la Takarazua Kageki - compagnia teatrale - rappresentò per la prima volta l'opera, divenuta in seguito uno dei loro maggiori successi. La rappresentazione era tutta "al femminile".
L'imponente affluenza di pubblico alle rappresentazioni del Takarazuka, replicate in tutto il Paese, rimase costante negli anni.
Nel 1989, per il bicentenario della Rivoluzone Francese, la replica attirò per la prima volta l'interesse dei mass media sull'allora poco considerato mondo degli shojo manga, attribuendo all'opera di Ikeda lo status di fenomeno sociale.
In Italia, come anime, compare per la prima volta su Italia1 nel 1982 ed è stato, ad ogni rappresentazione, sempre più eccessivamente tagliato in alcune scene, considerate non opportune per i più piccoli (come il taglio della testa di Maria Antonietta, o la scena d'amore fra Oscar e Andrè) e modificato in alcune caratteristiche (la sigla che vede Oscar fra un rovo di spine è di molto tagliata; la voce narrante è maschile mentre, nell'originale, è femminile).
Presenti, nella versione italiana, anche grossolani errori: di pronuncia, ad esempio dei personaggi Jeanne Ballau e Rosalie Lamorielle piuttosto che Jeanne Valois e Rosalie Lamorliere; di doppiaggio, come spesse volte i personaggi, in risposta a delle domande o in un discorso, aprono la bocca ma non dicono niente. Inoltre, proprio nella prima puntata - errore presente anche nell'ultimissima messa in onda di quest'anno - Oscar salva Maria Antonietta e si presenta come il Comandante Jarjayes, mentre Maria Antonietta, battendo le mani, afferma:"Bravo Oscar!".
La storia di "Lady Oscar" si svolge in Francia; gli anni sono quelli tremendi della Rivoluzione Francese. Vediamo l'adolescente Oscar, bellissima, in procinto di assumere la protezione della futura Regina Maria Antonietta Hamburg-Lorene, figlia dell'Imperatore del Sacro Romano Impero Francesco I e dell'Imperatrice d'Austria Maria Teresa, in procinto di sposarsi con il principe Luigi Augusto, il futuro Luigi XVI, per sigillare l'alleanza tra la Francia e l'Austria.
La vita di Lady Oscar spazia dal ragazzaccio scapestrato a perfetto comandante, passando per i sentimenti che una ragazza quattordicenne può avere, spaventata da ciò che prova, arrivando a una donna che ama e che è amata. Le giornate/puntate si intrecciano con scorrevolezza tra episodi storicamente avvenuti e altri appositamente inventati o romanzati. Grande l'amicizia fra Oscar e Andrè Grandier, nipote della nutrice.
Fra gli avversari di Oscar spiccano la Contessa Du Barry, dal passato turbolento, ma ammessa a corte poiché favorita del re Luigi XV; e il Duca D'Orleans, alleato della Contessa Du Barry con il solo scopo di eliminare i due principi ereditari.
Il Conte Hans Axel von Fersen, studente svedese trasferitosi in Francia per studio, è l'amato di Oscar - il chè provoca grande gelosia di Andrè -, ma i suoi sentimenti non sono ricambiati, poiché Fersen è a sua volta innamorato di Maria Antonietta.
Con alle porte la Rivoluzione, Oscar inizia a rendersi conto di aver commesso un grande errore nel convincersi di poter vivere come un uomo: il suo corpo e il suo cuore le ricordano intensamente che lei è nata donna. Decide allora di lasciare la Guardia Reale e chiede alla Regina di essere trasferita ad un altro incarico, diventando Comandante dei Soldati della Guardia. Anche Andrè si arruola, nonostante la perdita della vista dell'occhio sinistro, pur di avere la possibilità di starle ancora vicino.
Nel luglio 1789 scoppia la Grande Rivoluzione e il popolo di Parigi inizia la lotta contro la monarchia. André viene ferito dalla folla e in questo drammatico momento, nelle ore tumultuose che precedono la Presa della Bastiglia, Oscar capisce di essere innamorata di lui. Ma sono soltanto brevi attimi di felicità: il giorno dopo, André viene colpito a morte durante uno scontro a fuoco con i soldati del Royale Allemande, un contingente straniero chiamato in Francia dalla Regina Maria Antonietta. Dopo aver perduto l'uomo che troppo tardi aveva compreso di amare, Oscar viene spronata da Alain de Suason (amico di Andrè e Sergente del reggimento dei soldati della Guardia sotto il comando di Oscar, Alain rimase sempre al suo fianco rifiutandosi di prendere ordini da altri, lasciando le truppe dopo la morte di Oscar) a guidare i Soldati della Guardia nell'attacco dei Parigini alla Fortezza della Bastiglia.
Altro importante personaggio è Rosalie de La Morielle , figlia della nobile Contessa di Polignac: Rosalie fu data in custodia appena nata a Nicole de la Morielle, nobile decaduta che la educò assieme alla vera figlia Jeanne. Jeanne, incredibilmente attratta dallo sfarzo regale, fa di tutto per arrivare a corte e ripudia la sua vera famiglia, ormai povera. La madre adottiva - Nicole - fu investita, ironia della sorte, proprio dalla vera madre di Rosalie. In fin di vita Nicole svelò le origini nobili a Rosalie, che promise vendetta. Fu qui che il suo cammino si incrociò con quello di Oscar.
Il dovere di servire la Patria nelle vesti di un Comandante. Il destino di una ragazza che troppo tardi trova l'amore e che muore precocemente. Ma anche il destino del popolo francese, distrutto dalle tasse Regali, che hanno il solo scopo di soddisfare ogni capriccio di Maria Antonietta. Il tutto contornato da altre vicende satellite, come quella della piccola Charlotte (sorellastra di Rosalie) costretta - dalla madre e comunque dalla società - a soli 11 anni a sposare un quarantenne; la piccola, decisamente contraria, decide di buttarsi da un campanile.
Dovere e destino, dicevamo.
Note:
[1] Shojo manga: fumetto per ragazze;
[2] Anime: animazione, animation in inglese: sono i nostri cartoni animati.
biondi i capelli e rosa di guance, Oscar ti chiamerai tu.
Il buon padre voleva un maschietto ma, ahimé, sei nata tu;
nella culla ti ha messo il fioretto, Lady dal fiocco blu..."
Dovere e destino. Sembra il titolo di un classico fresco di libreria.
Ma è su questi due termini che ruota la storia di una ragazza, cresciuta in fretta come un maschio, predestinata a seguire il suo dovere.
Tutti conoscono la storia, dai più piccoli ai più grandi già patentati: Oscar nasce nella famiglia Jarjayes e il padre, dopo ben tre figlie femmine, desidera immensamente di avere un figlio maschio; il tutto è racchiuso nelle parole che si sentono proprio nella prima puntata.
La scena vede la nonna di Andrè, la madre e le tre sorelle di Oscar in una stanza. E il padre, unico maschio:
"Guardate, è una bellissima bambina!"
"Non so che farmene di una bambina, nella casa di un generale occorre un maschio!
...Ho deciso, Guardate! Lui si chiama Oscar ed è mio figlio!".
Nella storia c'è poi un salto di 14 anni.
"Versailles no bara" ("La rosa di Versailles") è il primo shojo manga[1] realizzato da Ryoko Ikeda, ragazza giapponese nata ad Osaka nel dicembre del 1947. Inizia a disegnare manga all'università e il suo più grande maestro fu Osamu Tezuka. Si nota infatti una certa somiglianza fra "Lady Oscar" della Ikeda e "La principessa Zaffiro" di Tezuka (La sigla cantava: "La principessa Sapphire, nel regno di Silverland, in compagnia dell'angelo Chid come un uomo lotta e va. La principessa Sapphire, sai le battaglie che fa, con la sua spada sguainata lei va, e i manigoldi vincerà..."): infatti, entrambi i personaggi sono divisi fra due personalità - quella femminile e quella maschile - e vi è la stessa accuratezza per lo stile e i particolari.
La tendenza della Ikeda è caratterizzata da drammi storici realmente accaduti; è affascinata dalle epoche passate, in particolar modo da quelle occidentali. Il suo stile è molto accurato e spesso arricchito con frequenti immagini simboliche, utilizzate poeticamente per sottolineare le emozioni dei personaggi (si veda in "Lady Oscar" il popolo nelle scene di massa durante la Rivoluzione Francese, dove si perdono i tratti del volto e tutti sono rappresentati con lo stesso colore, per rendere l'idea di un popolo che soffre ma che, comunque, lotta unitamente).
Il segno descrive minuziosamente ogni più piccolo particolare, dai vestiti ai tratti somatici, mentre gli sfondi (le case, i boschi, i parchi) sono molto sommari ed hanno il ruolo di sottolineare l'azione dei personaggi.
"Versailles no bara" venne scritto nel 1972 e pubblicato nel 1972/73 sul settimanale per ragazzi Shukan Margaret, diviso in 82 puntate. Solo in seguito venne raccolto in 10 volumi rilegati.
Nel 1979 il manga diviene anime[2], con in totale 41 episodi e trasmesso sul piccolo schermo da TMS (Tokio Movie Shinsha). Nel frattempo la Ikeda continua la sua produzione con altre opere, fra cui "Heroica", ambientato nell'Impero di Napoleone - opera composta da 11 volumi in cui compaiono alcuni personaggi di "Versailles no Bara".
In Italia venne pubblicato per la prima volta sul settimanale Candyssima - edito da Fabbri - nel 1983/84. Questa edizione, in 106 episodi, ha un lieto fine che per niente rispecchia quello originale.
Nel 1993/94 il pubblico italiano può leggere in 20 albi l'intera serie.
Nel 2001 Planet Manga pubblica l'intera serie, riveduta e corretta in 20 volumi più 4 speciali. "Versailles no Bara" è anche stato, prima di diventare il famoso anime che tutti conosciamo, spettacolo teatrale.
Nel 1974, la Takarazua Kageki - compagnia teatrale - rappresentò per la prima volta l'opera, divenuta in seguito uno dei loro maggiori successi. La rappresentazione era tutta "al femminile".
L'imponente affluenza di pubblico alle rappresentazioni del Takarazuka, replicate in tutto il Paese, rimase costante negli anni.
Nel 1989, per il bicentenario della Rivoluzone Francese, la replica attirò per la prima volta l'interesse dei mass media sull'allora poco considerato mondo degli shojo manga, attribuendo all'opera di Ikeda lo status di fenomeno sociale.
In Italia, come anime, compare per la prima volta su Italia1 nel 1982 ed è stato, ad ogni rappresentazione, sempre più eccessivamente tagliato in alcune scene, considerate non opportune per i più piccoli (come il taglio della testa di Maria Antonietta, o la scena d'amore fra Oscar e Andrè) e modificato in alcune caratteristiche (la sigla che vede Oscar fra un rovo di spine è di molto tagliata; la voce narrante è maschile mentre, nell'originale, è femminile).
Presenti, nella versione italiana, anche grossolani errori: di pronuncia, ad esempio dei personaggi Jeanne Ballau e Rosalie Lamorielle piuttosto che Jeanne Valois e Rosalie Lamorliere; di doppiaggio, come spesse volte i personaggi, in risposta a delle domande o in un discorso, aprono la bocca ma non dicono niente. Inoltre, proprio nella prima puntata - errore presente anche nell'ultimissima messa in onda di quest'anno - Oscar salva Maria Antonietta e si presenta come il Comandante Jarjayes, mentre Maria Antonietta, battendo le mani, afferma:"Bravo Oscar!".
La storia di "Lady Oscar" si svolge in Francia; gli anni sono quelli tremendi della Rivoluzione Francese. Vediamo l'adolescente Oscar, bellissima, in procinto di assumere la protezione della futura Regina Maria Antonietta Hamburg-Lorene, figlia dell'Imperatore del Sacro Romano Impero Francesco I e dell'Imperatrice d'Austria Maria Teresa, in procinto di sposarsi con il principe Luigi Augusto, il futuro Luigi XVI, per sigillare l'alleanza tra la Francia e l'Austria.
La vita di Lady Oscar spazia dal ragazzaccio scapestrato a perfetto comandante, passando per i sentimenti che una ragazza quattordicenne può avere, spaventata da ciò che prova, arrivando a una donna che ama e che è amata. Le giornate/puntate si intrecciano con scorrevolezza tra episodi storicamente avvenuti e altri appositamente inventati o romanzati. Grande l'amicizia fra Oscar e Andrè Grandier, nipote della nutrice.
Fra gli avversari di Oscar spiccano la Contessa Du Barry, dal passato turbolento, ma ammessa a corte poiché favorita del re Luigi XV; e il Duca D'Orleans, alleato della Contessa Du Barry con il solo scopo di eliminare i due principi ereditari.
Il Conte Hans Axel von Fersen, studente svedese trasferitosi in Francia per studio, è l'amato di Oscar - il chè provoca grande gelosia di Andrè -, ma i suoi sentimenti non sono ricambiati, poiché Fersen è a sua volta innamorato di Maria Antonietta.
Con alle porte la Rivoluzione, Oscar inizia a rendersi conto di aver commesso un grande errore nel convincersi di poter vivere come un uomo: il suo corpo e il suo cuore le ricordano intensamente che lei è nata donna. Decide allora di lasciare la Guardia Reale e chiede alla Regina di essere trasferita ad un altro incarico, diventando Comandante dei Soldati della Guardia. Anche Andrè si arruola, nonostante la perdita della vista dell'occhio sinistro, pur di avere la possibilità di starle ancora vicino.
Nel luglio 1789 scoppia la Grande Rivoluzione e il popolo di Parigi inizia la lotta contro la monarchia. André viene ferito dalla folla e in questo drammatico momento, nelle ore tumultuose che precedono la Presa della Bastiglia, Oscar capisce di essere innamorata di lui. Ma sono soltanto brevi attimi di felicità: il giorno dopo, André viene colpito a morte durante uno scontro a fuoco con i soldati del Royale Allemande, un contingente straniero chiamato in Francia dalla Regina Maria Antonietta. Dopo aver perduto l'uomo che troppo tardi aveva compreso di amare, Oscar viene spronata da Alain de Suason (amico di Andrè e Sergente del reggimento dei soldati della Guardia sotto il comando di Oscar, Alain rimase sempre al suo fianco rifiutandosi di prendere ordini da altri, lasciando le truppe dopo la morte di Oscar) a guidare i Soldati della Guardia nell'attacco dei Parigini alla Fortezza della Bastiglia.
Altro importante personaggio è Rosalie de La Morielle , figlia della nobile Contessa di Polignac: Rosalie fu data in custodia appena nata a Nicole de la Morielle, nobile decaduta che la educò assieme alla vera figlia Jeanne. Jeanne, incredibilmente attratta dallo sfarzo regale, fa di tutto per arrivare a corte e ripudia la sua vera famiglia, ormai povera. La madre adottiva - Nicole - fu investita, ironia della sorte, proprio dalla vera madre di Rosalie. In fin di vita Nicole svelò le origini nobili a Rosalie, che promise vendetta. Fu qui che il suo cammino si incrociò con quello di Oscar.
Il dovere di servire la Patria nelle vesti di un Comandante. Il destino di una ragazza che troppo tardi trova l'amore e che muore precocemente. Ma anche il destino del popolo francese, distrutto dalle tasse Regali, che hanno il solo scopo di soddisfare ogni capriccio di Maria Antonietta. Il tutto contornato da altre vicende satellite, come quella della piccola Charlotte (sorellastra di Rosalie) costretta - dalla madre e comunque dalla società - a soli 11 anni a sposare un quarantenne; la piccola, decisamente contraria, decide di buttarsi da un campanile.
Dovere e destino, dicevamo.
Note:
[1] Shojo manga: fumetto per ragazze;
[2] Anime: animazione, animation in inglese: sono i nostri cartoni animati.
A differenza di molti cartoni animati che ho amato durante l'infazia, come i Cavalieri dello Zodiaco e Sailormoon, quando ho avuto l'occasione di rivedere Lady Oscar col senno di poi, non sono affatto rimasta delusa dai miei lontani e arcani ricordi, ma l'ho ancor più apprezzata e gustata in ogni sua sfumatura. Capisco che l'atmosfera e i temi affrontati da questa serie non possano appassionare tutti ma tutto sta nel saper cogliere il fascino indiscusso della protagonista che ci invoglia a ricalcarne l'incredibile forza interiore e l'integrità morale. Sono infatti queste caratteristiche, presenti in ogni episodio e vicenda, a rendere l' anime veramente epico e vigoroso... regale.
Cos'e' il "vero" amore? Cosa si è pronti a sacrificare per amore? Sono questi gli interrogativi di questo capolavoro dell'animazione giapponese, (ancora insuperato imho ^^), ambientato in Francia a ridosso degli anni drammatici della Rivoluzione. Assistiamo alla crescita di due adolescenti, Oscar e Andre', di cui, all'inizio, le differenze sessuali sono inesistenti. Due ragazzi, dicevo, che con il passare degli anni cominciano ad avvertire che profonde differenze li separano... uno è un uomo, un attendente, un popolano, passionale, fiero, forte e fedele; l'altra è una donna, un comandante, una nobile, intransigente con se se stessa piu' che con i suoi sottoposti, determinata ma fragile e incorruttibile. Ma la loro vita è intrecciata in una maglia indissolubile, e gli imbarazzi, le paure, i pregiudizi e i dubbi che sorgono tra i due non potranno comunque separarli. E saranno proprio gli eventi spaventosi della Rivoluzione che permetterenno a queste due anime, finalmente, dopo più di 30 anni di vita in comune, di incontrasi, toccarsi e riconoscersi. E paradossalmente, Oscar e Andre', anche essendo gli unici protagonisti di "fantasia" dell'intera storia, sono quelli che risulteranno più "veri", più umani, più toccanti nella loro disperazione. Resta il fatto che sia un anime consigliato ad un pubblico più adulto e con un livello culturale tale da apprezzare l'accurata ricostruzione storica.
personalmente, ritengo che sia il più bel cartone di tutti i tempi; ormai non ci sono più in circolazione dei cartoni animati appassionanti e istruttivi allo stesso tempo. Lady oscar è da sempre il mio idolo, e, nonostante siano già passati 20 anni dalla prima volta che fu trasmesso in tv, non posso fare a meno di rivederlo ogni volta che viene riproposto.
Vorrei fare un piccolo commente sulle musiche:io sono cresciuta con la sigla cantata da cristina d'avena, ma non ho potuto fare a meno di notare che le sigle giapponesi (le originali) sono davvero bellissime, e che già in esse è contenuta l'anima del cartoon.
Vorrei fare un piccolo commente sulle musiche:io sono cresciuta con la sigla cantata da cristina d'avena, ma non ho potuto fare a meno di notare che le sigle giapponesi (le originali) sono davvero bellissime, e che già in esse è contenuta l'anima del cartoon.
Una serie vecchia come il cucu, ma che regala ancor'oggi intense passioni.
Ecco la mia misera opinione su questo Anime che ha rivoluzionato il punto di vista dei cartoni. Per qunto la mediaset alle prime trasmissioni abbia fatto un ignobile taglia e cuci su questo meraviglioso anime, alla fine piano piano l'ha lasciato andare.
I disegni non sono "meravigliosi" ma hanno un carattere loro, un carattere antico che ci riporta realmente ai tempi di dame e re.
é triste, tutti finiscono male, ma come il sole che tramonta per poi risorgere anche la storia migliora, per arrivare ad oggi.
Da piccola non mi piaceva, forse perchè non ne capivo i concetti. Ero più su sailor Moon o roba del genere.
Un piccolo appunto sulle musiche: non avendo sentito quelle originali in giapponese ma avendo a memoria quelle italiane, devo dire che preferisco quella cantata dai cavalieri del re (l'originale per intenderci...) che quella di Cristina D'avena, per quanto io sia favorevole alla stessa.
Vostra Chise_chan
Ecco la mia misera opinione su questo Anime che ha rivoluzionato il punto di vista dei cartoni. Per qunto la mediaset alle prime trasmissioni abbia fatto un ignobile taglia e cuci su questo meraviglioso anime, alla fine piano piano l'ha lasciato andare.
I disegni non sono "meravigliosi" ma hanno un carattere loro, un carattere antico che ci riporta realmente ai tempi di dame e re.
é triste, tutti finiscono male, ma come il sole che tramonta per poi risorgere anche la storia migliora, per arrivare ad oggi.
Da piccola non mi piaceva, forse perchè non ne capivo i concetti. Ero più su sailor Moon o roba del genere.
Un piccolo appunto sulle musiche: non avendo sentito quelle originali in giapponese ma avendo a memoria quelle italiane, devo dire che preferisco quella cantata dai cavalieri del re (l'originale per intenderci...) che quella di Cristina D'avena, per quanto io sia favorevole alla stessa.
Vostra Chise_chan
Giù il cappello: passa Lady Oscar!
Forse non ci sono parole adeguate per descrivere quest'opera, questo romanzo storico, quest'affresco impareggiabile. Non è possibile misurare l'emozione, la commozione, la trepidazione di coloro che seguirono Lady Oscar sin dalla sua prima, oramai remota, messa in onda nel 1982.
Un plauso su tutta la linea: per la meravigliosa colonna sonora, le ardite (quantomeno per allora) innovazioni tecniche e grafiche, per gli effetti di luce, per la trama e la sceneggiatura eccezionali, per i curatissimi dialoghi e per gli indimenticabili personaggi: per ciò che fecero, che dissero e che non dissero (si: in Lady Oscar anche i silenzi giocano un ruolo fondamentale), per come seppero amare, odiare, vivere e morire.
Due anime in uno, oltretutto, visto che per la prima metà la regia dà un taglio più leggero e convenzionale, mentre nella seconda metà, il cambio di regia mette davvero le ali all'opera, consegnandola all'eternità.
Lady Oscar è davvero un anime maturo, tutt'altro che adolescenziale. I protagonisti crescono, invecchiano (quando mai si è visto in un anime i personaggi invecchaire nel corso degli anni?), combattono battaglie al di là delle loro forze e, infine, dopo lotte e battagle comunque destinate all'ineluttabile sconfitta finale, Oscar, André, Alain, Rosalie, Maria Antonietta, Fersen, Girodel, Bernard, Jeanne, Nannie, il Generale e tanti altri si spogliano delel vesti dei XVIII secolo per indossare le toghe e calzare i coturni delle Tragedie di Sofocle ed Euripide.
Che meraviglia....
Forse non ci sono parole adeguate per descrivere quest'opera, questo romanzo storico, quest'affresco impareggiabile. Non è possibile misurare l'emozione, la commozione, la trepidazione di coloro che seguirono Lady Oscar sin dalla sua prima, oramai remota, messa in onda nel 1982.
Un plauso su tutta la linea: per la meravigliosa colonna sonora, le ardite (quantomeno per allora) innovazioni tecniche e grafiche, per gli effetti di luce, per la trama e la sceneggiatura eccezionali, per i curatissimi dialoghi e per gli indimenticabili personaggi: per ciò che fecero, che dissero e che non dissero (si: in Lady Oscar anche i silenzi giocano un ruolo fondamentale), per come seppero amare, odiare, vivere e morire.
Due anime in uno, oltretutto, visto che per la prima metà la regia dà un taglio più leggero e convenzionale, mentre nella seconda metà, il cambio di regia mette davvero le ali all'opera, consegnandola all'eternità.
Lady Oscar è davvero un anime maturo, tutt'altro che adolescenziale. I protagonisti crescono, invecchiano (quando mai si è visto in un anime i personaggi invecchaire nel corso degli anni?), combattono battaglie al di là delle loro forze e, infine, dopo lotte e battagle comunque destinate all'ineluttabile sconfitta finale, Oscar, André, Alain, Rosalie, Maria Antonietta, Fersen, Girodel, Bernard, Jeanne, Nannie, il Generale e tanti altri si spogliano delel vesti dei XVIII secolo per indossare le toghe e calzare i coturni delle Tragedie di Sofocle ed Euripide.
Che meraviglia....
Un capolavoro malinconico e forte , intriso di passionalità : il primo vero anime con temi adulti trasmesso dalla televisione italiana (assieme ad Harlock). I disegni rimangono tra i migliori scolpiti nella storia dell'animazione , la lucentezza dei smeraldi della fastosa corte di Versiles , le lucenti finestre delle cattedrali che fanno presagire sempre a qualcosa di effimero e troppo breve per essere gustato, il montaggio è serrato , accompagnato da un'animazione che riesce a fissare i momenti cruenti e passionali della storia .
Un anime che ha contribuito in modo sostanziale all'inizio del processo di "sdoganamento" (ancora non completato) nel cervello di quasi tutti gli italiani sull'animazione giapponese. "I cartoni animati sono per bambini" questo pensavano TUTTI in italia prima dell'arrivo di Lady Oscar. Da quel momento le cose sono cambiate (solo un pochino purtroppo!). Meraviglioso anime di ambientazione storica che tocca fedelemente tutti gli eventi che portarono allo scoppio della rivoluzione francese. La trama stessa, molto bella ed appassionante peraltro, passa assolutamente in secondo piano lasciando come protagonisti assoluti la Francia, Parigi e i terribili contrasti sociali che sfociarono nel tragico bagno di sangue della Bastiglia. Con quell'evento termina la storia di questo magnifico anime.