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esseci

Episodi visti: 13/13 --- Voto 5,5
E sono giunto a recensire la terza serie di "Classroom of the Elite". Premessa doverosa: le precedenti non le ho valutate positivamente, attribuendo rispettivamente un 5,5 e un 5. Leggendo le recensioni di altri membri di AnimeClick.it, la serie non ha ottenuto valutazioni molto lusinghiere, al netto delle consuete oscillazioni agli estremi.
Giustamente, il lettore della recensione si chiederà: "Perché hai continuato nella visione?" In genere, date un paio di possibilità (che si poi si sono concretizzate nella visione di ventiquattro episodi), la visione viene interrotta, per dedicare il tempo (la risorsa più preziosa che abbiamo a disposizione come la salute) a qualcos'altro...

E non potrei che confermare tale dubbio, cui rispondo che ho visionato anche la terza per mera curiosità di verificare come va a finire la saga degli studenti di "elite" e i loro intrighi cervellotici simil-soap opera, sebbene avessi terminato la recensione della serie precedente sostenendo che mi sarei fermato.
E invece, in preda all'incoerenza (siamo umani in fondo, no?), mi sono concesso la cosiddetta terza occasione, senza aspettative e illusioni sulla possibilità che in questa terza occasione la serie possa introdurre ciò che è sempre mancato nelle prime due, ossia quell'aspetto che, in contrapposizione invece ai caratteri distintivi degli animali, accentua il senso di una più alta capacità di comprensione, che si potrebbe riassumere in un parola: l'umanità, quella vera.

Al termine della visione posso sostenere di aver visto qualcosa che possa contenere una storia di interazioni tra persone "umane"? Per umane intendo relazioni di conoscenza, amicizia o amore tra persone che nutrono dei sentimenti positivi o negativi, passioni, ecc. ossia tutte quelle logiche di persone che vivono in modo realistico le interazioni con altri esseri "umani".

Al netto delle forzature di trama e dei personaggi, francamente no.
"Classroom of the Elite" va in quel filone di animazioni alla "Kakegurui", in cui si crea un'ambientazione "elitaria" e ristretta in cui presunti "geni" e "figli di papà" si affrontano senza esclusione di colpi in una lotta per la supremazia e la prevalenza sia in forma individuale sia di gruppo, per prepararsi alla "scuola della vita" e al successo senza se e senza ma in una scuola lager (nel senso che non si possono avere contatti con l'esterno fino al termine dei tre anni di studio), che fomenta senza mezzi termini con sfide e giochi l'istinto di sopravvivenza individuale e la sopraffazione del prossimo a qualunque costo. In certe occasioni, i giochi insegnano anche a pensare al bene "comune", sempre e comunque al prezzo di scelte dolorose e difficili, che includono il sacrificio di qualcosa o qualcuno, come, ad esempio, l'espulsione dei propri compagni. Pertanto, nulla di nuovo sotto il sole: soliti sottili e perfide torture psicologiche impartite da "insegnanti" inflessibili come il sergente di "Full Metal Jacket".

La terza serie introduce, tra le solite facezie dei giochi, delle sfide e degli intrighi, due elementi che a mio avviso avrebbero dovuto ricevere maggior evidenza: il passato dell'ineffabile protagonista Kiyotaka Ayanokōji e la componente romance sentimentale che è sempre rimasta molto abbozzata (per l'atarassia del protagonista e non delle sue possibili pretendenti) nelle serie precedenti.

Evito di accennare per non incorrere nello spoiler. D'altro canto, se dovessi inserire qualche cenno sul tema in senso concreto di anticipazione, temo che la recensione potrebbe togliere l'effetto "wow" a chi volesse visionare la terza serie.
Mi limito ad osservare che l'espediente romance nell'episodio finale, sebbene coerente con lo spirito dell'opera, è quanto di più assurdo e nichilista mi sia capitato di assistere. E scrivo da maschio: sentire le disquisizioni interiori di Kiyotaka Ayanokōji sull'iniziare una relazione amorosa, per scoprire le sue "motivazioni", fanno scompisciare dalle risate. Per una mente superiore come la sua il sesso (etero, vista la scelta del personaggio) in fondo è un accessorio eventuale non degno di particolare attenzione. Per lui è fondamentale sperimentare le dinamiche, per capire come sfruttare a suo favore i punti deboli della persona con cui instaura una relazione affettiva, che di affettivo nel senso "classico" da parte sua avrebbe ben poco... Solo una quarta serie potrà rivelarci quanto Kiyotaka proseguirà nel suo percorso nietzschiano verso il superomismo.

Un po' meglio del due di picche rifilato al termine della seconda serie e i relativi 'pipponi' cerebrali, pertanto sarei portato a pensare che in fondo in fondo il personaggio stia "crescendo" verso una consapevolezza un po' più umana e adulta delle relazioni interpersonali. Ma credo che sia solo una pia illusione per una serie che ormai è solo vittima, come ha giustamente scritto chi mi ha preceduto, di sé stessa e della sua idea di fondo.


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Just.Clay_the_robot

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
"Classroom of the Elite 3" è l'adattamento animato dei volumi 8, 9, 10, 11 e 11.5 della light novel.

Partirò immediatamente col dire che la stagione non è pessima. Non è un disastro totale, e sicuramente ha meno problemi rispetto alla stagione 2, per quanto riguarda le animazioni. I personaggi sono interessanti, specialmente il protagonista, le regole degli esami sono valide (specialmente quelle relative all'esame del voto di classe).
Nonostante questo, è un bell'anime?
Come ho accennato prima, non potrei definirlo uno scarto totale, ma non può nemmeno essere considerato un capolavoro. Se qualcuno dovesse chiedermi: "Cosa ne pensi della terza stagione di «Classroom of the Elite»?" Io risponderei semplicemente: "È ok".

In ogni caso, bisogna spiegare cosa ha che non va questo anime, e perché non è ottimo: l'adattamento.
Lo studio Lerche ha fatto un disastro nel rappresentare le vicende della novel, e ha rimosso innumerevoli scene che potevano comunque risultare interessanti.
Per quanto riguarda il volume 8, sappiamo che è stato adattato in due singoli episodi e, come si potrebbe intuire, sono state eliminate almeno il 60% delle scene. Molti fan avrebbero adorato l'adattamento del capitolo 3 relativo al "t-rex", ma, per ovvi motivi, quest'ultimo è stato completamente tolto. Per quanto riguarda l'esame, le regole non sono state spiegate molto bene e sono state saltate tutte le prove dell'esame. La scena finale è interessante, tuttavia risulta difficile capire, per chi non conosce la novel, i legami trai vari personaggi, e sembra tutto molto random.
L'adattamento del volume 9 è sicuramente meglio di quello del volume 8. È carino come finalmente abbiano deciso di dare un ruolo importante al personaggio di Ichinose, e il piano del protagonista è molto interessante. Nonostante questo, rispetto alla novel, sembra quasi un riassunto. Sono state tagliate molte scene, e le situazioni sono state ricreate in maniera più banale.
L'adattamento del volume 10 è stato quello che ho apprezzato di più, tuttavia è naturale che sia stata tolta fin troppa roba molto importante. Questa volta, le azioni del protagonista non sono state nemmeno rivelate tutte, e altre rimangono difficili da capire. Nonostante questo, è rimasto interessante.
Il disastro più totale lo ritroviamo nell'adattamento del volume 11. È bello che abbiano adattato una scena fantastica in maniera, più o meno, buona... tuttavia, durante l'esame, sono state tolte tutte le prove, sostituite da brevi scenette.
L'adattamento del volume 11.5 è buono. Nonostante molte scene belle siano state tolte, quelle più interessanti sono state messe. Non mi è piaciuto che il personaggio Matsushita Chiaki sia stato presentato semplicemente come "quella del gruppetto di Kei", perché nella novel viene fatta un'introduzione lunga su di lei che permette di apprezzarla di più.

In conclusione, la stagione è stata apprezzabile, ma, a seguito dei problemi di adattamento, non ottima.


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Ceccamagic

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6,5
Mi accingo a valutare la stagione 3 di “Classroom of the Elite”, perché, salvo inattesi annunci, avendo visto con essa la conclusione del primo dei tre anni scolastici del protagonista, presumibilmente ci vorrà del tempo prima del rilascio della stagione successiva.

Non mi spendo in riassunti di trama né riguardo a questa né alle stagioni precedenti, tuttavia provvederò nelle righe sottostanti a fornire un giudizio che, nonostante dia maggior focus a questi ultimi dodici episodi, racchiuda in sé una riflessione riguardante l’intera serie (dato che non ho recensito le precedenti).

“Classroom of the Elite”, se si dovesse fare semplice riferimento alla notorietà che ha acquisito, o ciò che dice la fanbase clamorosamente grande ma asfissiante e nociva presente sui social, o all’idea di fondo su cui poggia l’intera trama, sarebbe un capolavoro nel suo genere.
La realtà tuttavia è un’altra. Questo perché la trasposizione animata pecca sia di animazione (intesa come grafica ma non solo) che di coerenza.
Ma procediamo con ordine.

L’animazione: una serie di questo tipo fonda il proprio successo sull’aspetto psicologico e i colpi di scena. Tuttavia, senza nemmeno menzionare i combattimenti (pochi e nonostante questo scadenti), la trasposizione dei momenti in cui la suspense dovrebbe raggiungere il proprio picco prima del cosiddetto plot twist non viene ben seguita a livello grafico, tanto che, quando accade, la reazione dello spettatore risulta un semplice: “Ah, ok”. Questo problema deriva sia dall'aspetto prettamente estetico delle scene, ma anche da un’altra svista, che ormai più che svista si può definire caratteristica peculiare dell’intero anime, che è la tendenza a voler riassumere troppo in troppo poco tempo. Adesso, io non so se esistono questioni e discordanze in quanto a budget, numero di episodi, prospettive future, ecc., ma se si deve rilasciare un prodotto, che venga fatto bene e gli venga lasciato il giusto tempo per lo sviluppo della trama, perché l’idea che lascia se no è che, pur di mettere un poco di tutto, vengano tagliate troppe scene (es.: sfida sull’isola in questa ultima stagione... la sfida non è nemmeno stata mostrata!).

La coerenza: più il tempo passa, più ci si rende conto che la grande idea alla base dell’opera è anche la causa della sua rovina. Non si può esordire dicendo che gli esami sono difficilissimi, la scuola è in grado di formare le migliori menti del Giappone, certi individui rasentano la genialità, quando la realtà è un’altra...
Kushida è una semplice ragazzina con la doppia personalità in fase adolescenziale, Horikita deve essere perennemente imboccata dal protagonista, se no capisce meno di un menomato mentale, i due/tre bulletti ne combinano di cotte e di crude, Yamauchi è meno sveglio di Alan in “Una notte da leoni”, la stragrande maggioranza degli studenti ricopre ruoli di nulla rilevanza e ragionano come degli NPC (Non-Player Character). Se si vuol veramente elevare il protagonista al genio che è, proporzionalmente deve essere incrementato anche il livello dei dialoghi, e un minimo l’intelletto di tutti gli studenti.
Il copione è lo stesso ogni volta: Ayanokoji prevede determinate situazioni e le risolve, attribuendo i meriti a un’Horikita della quale a fine stagione ci si complimenta della crescita, quando l’unica cosa che è riuscita a superare è il complesso per il fratello, semplicemente per il fatto che non lo può più vedere... Qui non si parla della miglior scuola, ma di quella con più figli di papà.

Se c’è da tirare le somme, per ora l’unica cosa che posso dire è che l’opera possiede un gran bel concept di base e una grande ambientazione, ma viene però ad essere affossata dalla coerenza della trama (che aggiungo, a sua discolpa, non essere facile adattare) e un’animazione che può migliorare.