Nobunaga the Fool
"Nobunaga the Fool" è un anime uscito nel 2014 e compost da 24 episodi. In essi possiamo trovare un numero incredibile di generi, tra cui azione, avventura, fantascienza, mecha, soprannaturale, magia, mistero, guerra e tamarro (manca solo il genere sentimentale, anche se, a mio avviso, potremmo benissimo trovare anche quello). Insomma, un opera che cerca di mettere assieme molteplici generi senza riuscire sempre a trovare la giusta armonia tra questi.
La trama parte subito forte, raccontando l'esordio di due differenti storie, destinate a incrociarsi: quella di Jeanne Kagura d'Arc (nonché Giovanna d'Arco) del pianeta occidentale e quella di Oda Nobunaga, figlio di un importante signore del pianeta orientale. Due corpi celesti che vivono vicini tra loro e contenenti differenti culture, ideologie e modi di pensare.
Eppure, come già detto, questi due personaggi incroceranno le loro strade, alla ricerca di un futuro migliore.
Jeanne si dirigerà su pianeta orientale insieme a Leonardo Da Vinci (i nomi sono presi da personaggi storici, senza però tener conto del periodo in cui questi vissero) alla ricerca del Re Salvatore, colui che porterà alla salvezza entrambi i pianeti. Una volta giunti nel corpo celeste limitrofo incontrarono subito Nobunaga che, al fine di difendersi da alcuni nemici, prende possesso del robot gigante, contenuto nella navicella di Jeanne e Leonardo, sconfiggendo in men che non si dica tutti i nemici che gli erano andati incontro.
Sarà lui il Re Salvatore? Jeanne crede che sia così e, spinta dal suo istinto, decide di seguirlo e accompagnarlo in ogni sua azione e impresa. Nobunaga, dotato di uno spirito ribelle, prende al volo quest'occasione, impadronendosi così di due potenti alleati: il robot gigante, chiamato successivamente The Fool, e i due occidentali.
Eppure la battaglia è solo all'inizio perché, non solo il Giappone è alle prese con una serie di lotte intestine tra i vari Daimyo (signori locali), ma, come ben presto apparirà evidente, l'occidente cercherà di influenzare il destino delle terre del sol levante, inviando inizialmente rifornimenti militari ai nemici di Nobunaga e, successivamente, intervenendo direttamente con i propri generali.
Re Artù, colui che ha riunificato tutto l'occidente, si proclama il vero Re Salvatore e, al fine di ottenere la pace totale, cercherà in tutti i modi di ostacolare le imprese di Nobunaga. Un uomo, quest'ultimo, che ha tra le mani il destino di due interi pianeti: un futuro che, in base alle azioni del nostro eroe, potrà risultare fiorente oppure catastrofico.
Parto dal presupposto che, in quanto studente di storia, il povero cuore è rimasto in costante tormento per i continui stravolgimenti storici e alle pretese di rappresentare alcuni personaggi del passato con caratteri del tutto errati. È vero che si tratta di un semplice anime e, in fin dei conti, chissenefrega dell'attinenza alle fonti precise, ma, in alcuni casi, sarebbe stato molto più interessante donare ai vari protagonisti almeno un carattere consono a quello dei loro omonimi reali.
Insomma, un Giulio Cesare donnaiolo, un re Artù malvagio (blasfemia per chiunque apprezza la storia occidentale) e, soprattutto, un Annibale donna (eh…ora si esagera un pochino). Ma, al di là di questo, penso che non siano questi i motivi per i quali non sono stato in grado di apprezzare quest'opera fino in fondo.
Innanzi tutto i protagonisti appaiono molto melodrammatici, quasi fosse un opera teatrale, in cui le varie scene vengono esasperate e portate alle loro estreme conseguenze. Ciò è un bene in alcune occasioni, ma, in altre, non permettono all'osservatore di immedesimarsi completamente nei vari eroi.
Nobunaga è uno sbruffone, Jeanne sembra una santa discesa in terra, piena di spirito di carità (beh…in realtà viene santificata soltanto dopo essere stata bruciata dagli inglesi. Prima era una sorta di guerriera), mentre i vari cattivi mostrano le caratteristiche peculiari del "nemico malvagio" per eccellenza.
Tra i vari personaggi, quelli che mi hanno più entusiasmato sono Giulio Cesare e Ichihime, non tanto presi singolarmente, quanto piuttosto per la loro storia d'amore: breve, certo, ma comunque toccante e commovente. Partita come un'unione politica, i due si conosceranno meglio e impareranno ad amarsi, alla faccia del povero Mitsuhide che, nell'incapacità di dichiarare il proprio amore a Ichihime, si ritroverà così a crogiolarsi nella sua invidia.
La grafica è molto bella, con colori forti, ma non troppo brillanti. I paesaggio è estremamente curato e anche i vari personaggi sono definiti nei minimi dettagli (molto belli gli occhi: luminosi e profondi). Le musiche sono veramente interessanti, capaci di riempire alla perfezione le scene di battaglia, entusiasmando i cuori degli spettatori e gasando ancora di l'animo. Una piccola pecca va proprio ai combattimenti tra robot che, a mio avviso, potevano essere realizzati infinitamente meglio, limitandosi invece a scontri lenti e, anche in questo caso, molto plateali.
Nel complesso la parte tecnica è molto curata ed è in grado di valorizzare un opera comunque positiva.
Il finale è una vera e propria esplosione, visto che, non solo succede di tutto, ma stupisce profondamente per come si sviluppa. Non voglio spifferare nulla e, proprio per questo motivo, non mi azzarderò a raccontare nient'altro, ma, lasciatemelo dire, il finale ha causato un totale rivalutazione dell'opera da parte del sottoscritto che, non attratto particolarmente dai precedenti 24 episodi, ha dovuto ricredersi.
Un'opera davvero interessante che, nonostante i molteplici difetti, riesce comunque a stupire, divertire, appassionare ed entusiasmare, creando così un buona atmosfera generale. "Nobunaga the Fool" non sarà il migliore mecha da me visto, ma, certamente, non sfigura di fronte agli altri pretendenti.
Voto finale: 7… e mezzo!
La trama parte subito forte, raccontando l'esordio di due differenti storie, destinate a incrociarsi: quella di Jeanne Kagura d'Arc (nonché Giovanna d'Arco) del pianeta occidentale e quella di Oda Nobunaga, figlio di un importante signore del pianeta orientale. Due corpi celesti che vivono vicini tra loro e contenenti differenti culture, ideologie e modi di pensare.
Eppure, come già detto, questi due personaggi incroceranno le loro strade, alla ricerca di un futuro migliore.
Jeanne si dirigerà su pianeta orientale insieme a Leonardo Da Vinci (i nomi sono presi da personaggi storici, senza però tener conto del periodo in cui questi vissero) alla ricerca del Re Salvatore, colui che porterà alla salvezza entrambi i pianeti. Una volta giunti nel corpo celeste limitrofo incontrarono subito Nobunaga che, al fine di difendersi da alcuni nemici, prende possesso del robot gigante, contenuto nella navicella di Jeanne e Leonardo, sconfiggendo in men che non si dica tutti i nemici che gli erano andati incontro.
Sarà lui il Re Salvatore? Jeanne crede che sia così e, spinta dal suo istinto, decide di seguirlo e accompagnarlo in ogni sua azione e impresa. Nobunaga, dotato di uno spirito ribelle, prende al volo quest'occasione, impadronendosi così di due potenti alleati: il robot gigante, chiamato successivamente The Fool, e i due occidentali.
Eppure la battaglia è solo all'inizio perché, non solo il Giappone è alle prese con una serie di lotte intestine tra i vari Daimyo (signori locali), ma, come ben presto apparirà evidente, l'occidente cercherà di influenzare il destino delle terre del sol levante, inviando inizialmente rifornimenti militari ai nemici di Nobunaga e, successivamente, intervenendo direttamente con i propri generali.
Re Artù, colui che ha riunificato tutto l'occidente, si proclama il vero Re Salvatore e, al fine di ottenere la pace totale, cercherà in tutti i modi di ostacolare le imprese di Nobunaga. Un uomo, quest'ultimo, che ha tra le mani il destino di due interi pianeti: un futuro che, in base alle azioni del nostro eroe, potrà risultare fiorente oppure catastrofico.
Parto dal presupposto che, in quanto studente di storia, il povero cuore è rimasto in costante tormento per i continui stravolgimenti storici e alle pretese di rappresentare alcuni personaggi del passato con caratteri del tutto errati. È vero che si tratta di un semplice anime e, in fin dei conti, chissenefrega dell'attinenza alle fonti precise, ma, in alcuni casi, sarebbe stato molto più interessante donare ai vari protagonisti almeno un carattere consono a quello dei loro omonimi reali.
Insomma, un Giulio Cesare donnaiolo, un re Artù malvagio (blasfemia per chiunque apprezza la storia occidentale) e, soprattutto, un Annibale donna (eh…ora si esagera un pochino). Ma, al di là di questo, penso che non siano questi i motivi per i quali non sono stato in grado di apprezzare quest'opera fino in fondo.
Innanzi tutto i protagonisti appaiono molto melodrammatici, quasi fosse un opera teatrale, in cui le varie scene vengono esasperate e portate alle loro estreme conseguenze. Ciò è un bene in alcune occasioni, ma, in altre, non permettono all'osservatore di immedesimarsi completamente nei vari eroi.
Nobunaga è uno sbruffone, Jeanne sembra una santa discesa in terra, piena di spirito di carità (beh…in realtà viene santificata soltanto dopo essere stata bruciata dagli inglesi. Prima era una sorta di guerriera), mentre i vari cattivi mostrano le caratteristiche peculiari del "nemico malvagio" per eccellenza.
Tra i vari personaggi, quelli che mi hanno più entusiasmato sono Giulio Cesare e Ichihime, non tanto presi singolarmente, quanto piuttosto per la loro storia d'amore: breve, certo, ma comunque toccante e commovente. Partita come un'unione politica, i due si conosceranno meglio e impareranno ad amarsi, alla faccia del povero Mitsuhide che, nell'incapacità di dichiarare il proprio amore a Ichihime, si ritroverà così a crogiolarsi nella sua invidia.
La grafica è molto bella, con colori forti, ma non troppo brillanti. I paesaggio è estremamente curato e anche i vari personaggi sono definiti nei minimi dettagli (molto belli gli occhi: luminosi e profondi). Le musiche sono veramente interessanti, capaci di riempire alla perfezione le scene di battaglia, entusiasmando i cuori degli spettatori e gasando ancora di l'animo. Una piccola pecca va proprio ai combattimenti tra robot che, a mio avviso, potevano essere realizzati infinitamente meglio, limitandosi invece a scontri lenti e, anche in questo caso, molto plateali.
Nel complesso la parte tecnica è molto curata ed è in grado di valorizzare un opera comunque positiva.
Il finale è una vera e propria esplosione, visto che, non solo succede di tutto, ma stupisce profondamente per come si sviluppa. Non voglio spifferare nulla e, proprio per questo motivo, non mi azzarderò a raccontare nient'altro, ma, lasciatemelo dire, il finale ha causato un totale rivalutazione dell'opera da parte del sottoscritto che, non attratto particolarmente dai precedenti 24 episodi, ha dovuto ricredersi.
Un'opera davvero interessante che, nonostante i molteplici difetti, riesce comunque a stupire, divertire, appassionare ed entusiasmare, creando così un buona atmosfera generale. "Nobunaga the Fool" non sarà il migliore mecha da me visto, ma, certamente, non sfigura di fronte agli altri pretendenti.
Voto finale: 7… e mezzo!
Con l'uscita del ventiquattresimo e ultimo episodio si conclude la modesta stagione invernale 2014, caratterizzata dall'abbondanza di corti, di seconde serie e di opere che sfruttano il nome dell'eroe storico Oda Nobunaga. "Nobunaga the Fool" è una di queste ed è uno dei pochi prodotti degni di nota di questa stagione.
"Nobunaga the Fool" è un'opera della stagione invernale 2014, composta da ventiquattro episodi di durata canonica. L'opera nasce come anime.
Trama: in un universo alternativo, l'Oriente e l'Occidente sono due mondi indipendenti chiamati "Stella dell'Est" e "Stella dell'ovest". Questi mondi sono una bizzarra mescolanza tra elementi di passato medievale e tecnologie futuristiche. I mondi sono attraversati da delle linee energetiche denominate "Ley line". Questi mondi subiscono un conflitto la cui origine si perde nella notte dei tempi e l'oggetto della contesa sono le "Regalie", ossia delle gemme dotate di straordinari poteri che hanno la facoltà di donare nuovi armamenti e caratteristiche peculiari a degli automi giganti chiamati "Grandarmature da battaglia". Protagonisti della storia sono vari eroi del passato che si trovano nello stesso periodo temporale. Una ragazza, Jeanne Kaguya d'Arc, denominata "Figlia del demonio", fugge dalla stella natale d'Occidente (assieme al genio Leonardo Da Vinci) per trovare rifugio in Oriente, alla ricerca del Messia delle Stelle, ossia colui che sarà capace di unificare cielo e terra e riporterà la pace. Lì incontrano Oda Nobunaga, soprannominato "Il Folle". Sarà lui l'unificatore del cielo e della terra, oppure sarà il terrificante Distruttore delle stelle?
Grafica: il prodotto si presenta piuttosto bene. Le ambientazioni esagerano con le tinte acquerellate, le quali divorano ampie fette di dettaglio, ciononostante sono piuttosto gradevoli e molto variegate. Ottime animazioni, elaborate e fluide. Character design bellissimo. Mecha design spettacolare.
Sonoro: ottimo, nonostante qualche caduta di stile. Molto belle le opening, le quali appaiono gradevoli e orecchiabili; lo stesso può dirsi delle ending. OST bellissime. Perfetti gli effetti speciali. Doppiaggio un po' altalenante: se da un lato certe pronunce sono piuttosto curate ("Natura" pronunciata con la sillaba "tu" corretta o Leonardo Da Vinci che non sembra uno sciamano animista sono una bella cosa), dall'altra si può incappare in certe 'supercazzole' di latinorum o di francese maccheronico che possono suscitare ilarità.
Personaggi: donare nuova linfa vitale in chiave "alternativa" a personaggi storici del calibro di Nobunaga, Mitsuhide o Hideyoshi non è cosa facile. Ecco che la rivisitazione li ha quasi completamente stravolti, creando delle figure particolari, sebbene il familiarizzare con questi personaggi avvenga pressoché subito. La caratterizzazione è ottima, con discreti approfondimenti psicologici e maturazione in corso d'opera. Ottima interazione.
Sceneggiature: l'opera è ben realizzata e strutturata. La gestione temporale è discretamente fluida, priva di salti temporali. Sono presenti dei flashback dedicati al passato dei vari protagonisti. Il ritmo è bello sostenuto, perfettamente adatto alla natura della serie. Le scene d'azione con annessi combattimenti, violenza e morte non mancano e sono ben realizzati. È presente un assai modesto quantitativo di fanservice. I dialoghi sono mediamente buoni.
Finale: questo finale non ha avuto una grande condivisione, probabilmente perché rompe gli schemi classici e propone delle "novità" che sembrano campate un po' per aria. La storia di questo Giappone alternativo è profondamente riscritta e questo ha suscitato l'ilarità di molti. Ciononostante il finale è completo, esaustivo e non lascia adito a eventuali seconde serie.
In sintesi, "Nobunaga the Fool" è, al netto dei difetti, un buon prodotto. La serie è molto particolare e presenta le sue lacune, ciononostante risulta appassionante e godibile, uno dei pochi prodotti della stagione invernale 2014 veramente degni di nota. Consigliata agli appassionati delle 'tamarrate' e dei robotici alternativi, che non disdegnano delle ambientazioni in stile feudale.
"Nobunaga the Fool" è un'opera della stagione invernale 2014, composta da ventiquattro episodi di durata canonica. L'opera nasce come anime.
Trama: in un universo alternativo, l'Oriente e l'Occidente sono due mondi indipendenti chiamati "Stella dell'Est" e "Stella dell'ovest". Questi mondi sono una bizzarra mescolanza tra elementi di passato medievale e tecnologie futuristiche. I mondi sono attraversati da delle linee energetiche denominate "Ley line". Questi mondi subiscono un conflitto la cui origine si perde nella notte dei tempi e l'oggetto della contesa sono le "Regalie", ossia delle gemme dotate di straordinari poteri che hanno la facoltà di donare nuovi armamenti e caratteristiche peculiari a degli automi giganti chiamati "Grandarmature da battaglia". Protagonisti della storia sono vari eroi del passato che si trovano nello stesso periodo temporale. Una ragazza, Jeanne Kaguya d'Arc, denominata "Figlia del demonio", fugge dalla stella natale d'Occidente (assieme al genio Leonardo Da Vinci) per trovare rifugio in Oriente, alla ricerca del Messia delle Stelle, ossia colui che sarà capace di unificare cielo e terra e riporterà la pace. Lì incontrano Oda Nobunaga, soprannominato "Il Folle". Sarà lui l'unificatore del cielo e della terra, oppure sarà il terrificante Distruttore delle stelle?
Grafica: il prodotto si presenta piuttosto bene. Le ambientazioni esagerano con le tinte acquerellate, le quali divorano ampie fette di dettaglio, ciononostante sono piuttosto gradevoli e molto variegate. Ottime animazioni, elaborate e fluide. Character design bellissimo. Mecha design spettacolare.
Sonoro: ottimo, nonostante qualche caduta di stile. Molto belle le opening, le quali appaiono gradevoli e orecchiabili; lo stesso può dirsi delle ending. OST bellissime. Perfetti gli effetti speciali. Doppiaggio un po' altalenante: se da un lato certe pronunce sono piuttosto curate ("Natura" pronunciata con la sillaba "tu" corretta o Leonardo Da Vinci che non sembra uno sciamano animista sono una bella cosa), dall'altra si può incappare in certe 'supercazzole' di latinorum o di francese maccheronico che possono suscitare ilarità.
Personaggi: donare nuova linfa vitale in chiave "alternativa" a personaggi storici del calibro di Nobunaga, Mitsuhide o Hideyoshi non è cosa facile. Ecco che la rivisitazione li ha quasi completamente stravolti, creando delle figure particolari, sebbene il familiarizzare con questi personaggi avvenga pressoché subito. La caratterizzazione è ottima, con discreti approfondimenti psicologici e maturazione in corso d'opera. Ottima interazione.
Sceneggiature: l'opera è ben realizzata e strutturata. La gestione temporale è discretamente fluida, priva di salti temporali. Sono presenti dei flashback dedicati al passato dei vari protagonisti. Il ritmo è bello sostenuto, perfettamente adatto alla natura della serie. Le scene d'azione con annessi combattimenti, violenza e morte non mancano e sono ben realizzati. È presente un assai modesto quantitativo di fanservice. I dialoghi sono mediamente buoni.
Finale: questo finale non ha avuto una grande condivisione, probabilmente perché rompe gli schemi classici e propone delle "novità" che sembrano campate un po' per aria. La storia di questo Giappone alternativo è profondamente riscritta e questo ha suscitato l'ilarità di molti. Ciononostante il finale è completo, esaustivo e non lascia adito a eventuali seconde serie.
In sintesi, "Nobunaga the Fool" è, al netto dei difetti, un buon prodotto. La serie è molto particolare e presenta le sue lacune, ciononostante risulta appassionante e godibile, uno dei pochi prodotti della stagione invernale 2014 veramente degni di nota. Consigliata agli appassionati delle 'tamarrate' e dei robotici alternativi, che non disdegnano delle ambientazioni in stile feudale.
Io sono un fan di Shoji Kawamori di lunga data, fin dai tempi di "Macross". Sono passato per "Escaflowne" e per i due "Aquarion", e mai sono stato deluso da questo autore. Ma "Nobunaga the Fool" è indifendibile. Un vero disastro. Nato come brutta copia di "Fate/Zero" (serie che già non mi era piaciuta un granché) è un suo peggioramento in tutto.
La serie si presenta come un pot-pourri, in cui una quantità di elementi già visti mille volte si mescola insieme a casaccio, insieme a un gran numero di personaggi insulsi e del tutto inutili. L'eroe eponimo Oda Nobugana non è un folle, ma semplicemente un cretino; la bionda maggiorata Jeanne Kaguya d'Arc mi è risultata odiosa a pelle in tutto, a cominciare dal nome; Julius Caesar è un damerino donnaiolo e vezzoso, con la mascherina che gli copre mezza faccia; gli altri sono anche peggio. L'unico personaggio che raggiunge la sufficienza è quello della sorella di Nobunaga, ma solo perché per la maggioranza del tempo canta (bene) e sta zitta, in più ha un bel kimono multicolore. Quando si mette a parlare è in linea con gli altri. La serie è un orrendo coacervo di luoghi comuni, kitch, morti inutili, drammaticità sprecata e una totale mancanza di senso dell'umorismo. Siamo anni luce lontani sia dall'ironia dissacrante degli "Aquarion" che dal romanticismo di "Macross"; di "Escaflowne" ricicla solo l'idea dei tarocchi, che si poteva anche risparmiare. La visione della serie è stata una sofferenza: per ventiquattro puntate sono andato avanti a dirmi: "Forza, non può andare avanti così, deve migliorare". Invece peggiora progressivamente e il finale è davvero pessimo, uno dei peggiori che si potessero immaginare, con un colpo di scena davvero ridicolo e insensato.
Va ammesso che la realizzazione tecnica è davvero spettacolare. Sono ottime le opening, le animazioni, i colori, il chara design, tutto il contorno insomma. Ma si tratta di una splendida confezione completamente vuota. "Nobunaga the Fool", ovvero come gettare nel WC una valanga di denaro. Da evitare.
La serie si presenta come un pot-pourri, in cui una quantità di elementi già visti mille volte si mescola insieme a casaccio, insieme a un gran numero di personaggi insulsi e del tutto inutili. L'eroe eponimo Oda Nobugana non è un folle, ma semplicemente un cretino; la bionda maggiorata Jeanne Kaguya d'Arc mi è risultata odiosa a pelle in tutto, a cominciare dal nome; Julius Caesar è un damerino donnaiolo e vezzoso, con la mascherina che gli copre mezza faccia; gli altri sono anche peggio. L'unico personaggio che raggiunge la sufficienza è quello della sorella di Nobunaga, ma solo perché per la maggioranza del tempo canta (bene) e sta zitta, in più ha un bel kimono multicolore. Quando si mette a parlare è in linea con gli altri. La serie è un orrendo coacervo di luoghi comuni, kitch, morti inutili, drammaticità sprecata e una totale mancanza di senso dell'umorismo. Siamo anni luce lontani sia dall'ironia dissacrante degli "Aquarion" che dal romanticismo di "Macross"; di "Escaflowne" ricicla solo l'idea dei tarocchi, che si poteva anche risparmiare. La visione della serie è stata una sofferenza: per ventiquattro puntate sono andato avanti a dirmi: "Forza, non può andare avanti così, deve migliorare". Invece peggiora progressivamente e il finale è davvero pessimo, uno dei peggiori che si potessero immaginare, con un colpo di scena davvero ridicolo e insensato.
Va ammesso che la realizzazione tecnica è davvero spettacolare. Sono ottime le opening, le animazioni, i colori, il chara design, tutto il contorno insomma. Ma si tratta di una splendida confezione completamente vuota. "Nobunaga the Fool", ovvero come gettare nel WC una valanga di denaro. Da evitare.