Baby Steps
Una delle cose che ho imparato negli ormai tanti anni passati coltivando la passione per l'animazione giapponese, è che da un anime sportivo puoi aspettarti qualsiasi cosa. C'è il modello che definirei "estremo", di cui fa parte, ad esempio, "Captain Tsubasa", in cui l'attenzione sulla disciplina sportiva è predominante e spesso strabordante in quanto fatta di tiri e colpi "impossibili"; c'è il modello "Mitsuru Adachi" in cui componente sportiva e slice of life si bilanciano perfettamente tra loro; e c'è il modello in cui lo sport fa solo da contorno alle vicende dei protagonisti, cosa che accade, ad esempio, in "Suzuka".
Mi rendo conto, ovviamente, che si tratta di una semplificazione forse eccessiva ed assolutamente inadeguata per riassumere la marea di manga o anime sportivi in circolazione; però, seppur molto semplice, credo che renda bene l'idea e credo possa essere utilizzata come supporto nella stesura della presente recensione.
"Baby Steps" appartiene senza dubbio al primo modello: il protagonista, infatti, è quasi sempre diviso tra partite ed allenamenti. La parte slice of life occupa poco spazio nel corso dei venticinque episodi ma, a differenza del solito, non svolge assolutamente un ruolo secondario, ma si dimostra essere di ottimo livello. Questo è senz'altro un punto a favore di questo anime; e, fortunatamente, non sarà l'unico.
Maruo Eiitirou è un ragazzo che eccelle negli studi grazie alla sua grande meticolosità nel prendere appunti e per una predisposizione naturale a ripetere all'infinito gli stessi noiosi esercizi. Volendo trovare un'attività adatta a tenere in allenamento anche il fisico, finisce per avvicinarsi abbastanza casualmente al tennis; dopo poco, però, si lascerà coinvolgere completamente da questo sport, grazie anche alla presenza di Natsu, la ragazza più bella del suo anno. L'anime segue, passo dopo passo, la carriera tennistica di Eiitirou.
Comincio subito col dire che questo "Baby Steps" mi è piaciuto, e molto. A mio avviso, infatti, presenta una serie di elementi positivi che ne alzano molto il gradimento rispetto ad uno sportivo "base".
In primo luogo, il realismo. Ei-chan non è il fenomeno che dopo poche partite è già in lizza per vincere Wimbledon, ma è un principiante che, com'è normale che sia, deve faticare se vuole raggiungere gli obiettivi che si è prefissato. A differenza di quanto succede in altri anime, non si riesce a prevedere in anticipo come andrà a finire una partita; l'esperienza ci porta a pensare che l'andamento degli incontri debba seguire un certo canovaccio ma ciò raramente accade: in genere il risultato finale è sempre quello più realistico. Non so per quanto potrà durare ancora, prima o poi credo che Ei-chan dovrà cominciare a vincere senza troppe pause, ma il fatto che l'inizio sia stato questo è molto incoraggiante.
In secondo luogo, questo anime dà, finalmente, una corretta rappresentazione di questo sport: niente più fenomeni da baraccone capaci dei tiri più incredibili ma partite normali, con colpi belli per quelli che sono e non per la presenza di effetti speciali. A dire il vero, anche qui una piccola eccezione ci sarebbe; ma il fatto che si tratti solo di un'eccezione la rende più sopportabile.
In terzo luogo, la parte slice of life, di cui ho già detto prima. Non voglio spendere troppe parole in proposito, dirò solo che, nonostante questa parte sia stata ridotta ai minimi termini, essa risulta essere estremamente gradevole ed emozionante.
Infine, se da un lato viene riproposta la solita equazione lavoro uguale successo, da cui deriva quella successiva secondo cui più lavoro è uguale a più successo (e così via), dall'altro lato rappresentano quasi un momento di liberazione quelle parti in cui viene finalmente affermato che se ci si limita a lavorare come un mulo il risultato ottenuto sarà certamente inferiore alle aspettative. Quindi viene sottolineata l'importanza del lavoro ma anche del riposo e dello svago; ed è giusto così.
Concluderò la recensione indicando forse l'unica pecca di questo anime: la chiamerò "all'improvviso il talento". Ma è mai possibile che, quando un avversario di Ei-chan, già in vantaggio 6-0/5-0, subisce un misero punto (manco un game, dico proprio un punto), comincia a preoccuparsi seriamente e a pensare "Cavolo, questo è un vero talento"? Certo, è poca roba, ma volevo segnalarlo lo stesso.
Mi rendo conto, ovviamente, che si tratta di una semplificazione forse eccessiva ed assolutamente inadeguata per riassumere la marea di manga o anime sportivi in circolazione; però, seppur molto semplice, credo che renda bene l'idea e credo possa essere utilizzata come supporto nella stesura della presente recensione.
"Baby Steps" appartiene senza dubbio al primo modello: il protagonista, infatti, è quasi sempre diviso tra partite ed allenamenti. La parte slice of life occupa poco spazio nel corso dei venticinque episodi ma, a differenza del solito, non svolge assolutamente un ruolo secondario, ma si dimostra essere di ottimo livello. Questo è senz'altro un punto a favore di questo anime; e, fortunatamente, non sarà l'unico.
Maruo Eiitirou è un ragazzo che eccelle negli studi grazie alla sua grande meticolosità nel prendere appunti e per una predisposizione naturale a ripetere all'infinito gli stessi noiosi esercizi. Volendo trovare un'attività adatta a tenere in allenamento anche il fisico, finisce per avvicinarsi abbastanza casualmente al tennis; dopo poco, però, si lascerà coinvolgere completamente da questo sport, grazie anche alla presenza di Natsu, la ragazza più bella del suo anno. L'anime segue, passo dopo passo, la carriera tennistica di Eiitirou.
Comincio subito col dire che questo "Baby Steps" mi è piaciuto, e molto. A mio avviso, infatti, presenta una serie di elementi positivi che ne alzano molto il gradimento rispetto ad uno sportivo "base".
In primo luogo, il realismo. Ei-chan non è il fenomeno che dopo poche partite è già in lizza per vincere Wimbledon, ma è un principiante che, com'è normale che sia, deve faticare se vuole raggiungere gli obiettivi che si è prefissato. A differenza di quanto succede in altri anime, non si riesce a prevedere in anticipo come andrà a finire una partita; l'esperienza ci porta a pensare che l'andamento degli incontri debba seguire un certo canovaccio ma ciò raramente accade: in genere il risultato finale è sempre quello più realistico. Non so per quanto potrà durare ancora, prima o poi credo che Ei-chan dovrà cominciare a vincere senza troppe pause, ma il fatto che l'inizio sia stato questo è molto incoraggiante.
In secondo luogo, questo anime dà, finalmente, una corretta rappresentazione di questo sport: niente più fenomeni da baraccone capaci dei tiri più incredibili ma partite normali, con colpi belli per quelli che sono e non per la presenza di effetti speciali. A dire il vero, anche qui una piccola eccezione ci sarebbe; ma il fatto che si tratti solo di un'eccezione la rende più sopportabile.
In terzo luogo, la parte slice of life, di cui ho già detto prima. Non voglio spendere troppe parole in proposito, dirò solo che, nonostante questa parte sia stata ridotta ai minimi termini, essa risulta essere estremamente gradevole ed emozionante.
Infine, se da un lato viene riproposta la solita equazione lavoro uguale successo, da cui deriva quella successiva secondo cui più lavoro è uguale a più successo (e così via), dall'altro lato rappresentano quasi un momento di liberazione quelle parti in cui viene finalmente affermato che se ci si limita a lavorare come un mulo il risultato ottenuto sarà certamente inferiore alle aspettative. Quindi viene sottolineata l'importanza del lavoro ma anche del riposo e dello svago; ed è giusto così.
Concluderò la recensione indicando forse l'unica pecca di questo anime: la chiamerò "all'improvviso il talento". Ma è mai possibile che, quando un avversario di Ei-chan, già in vantaggio 6-0/5-0, subisce un misero punto (manco un game, dico proprio un punto), comincia a preoccuparsi seriamente e a pensare "Cavolo, questo è un vero talento"? Certo, è poca roba, ma volevo segnalarlo lo stesso.
Nella mia esperienza, gli anime sportivi si dividono in due categorie:
1. I nati imparati. I protagonisti hanno doti atletiche fuori dal comune, tutto gli riesce facilissimo, sono liceali che usano colpi speciali che nemmeno gli Avengers e i cui unici avversari sono persone altrettanto dotate a cui nulla bisogna spiegare perché tanto sono eccezionali di loro.
2. I nati per migliorasi. Hanno anche loro qualche dote fisica importante per fare quel determinato sport, ma nulla che anche noi comuni mortali non potremmo possedere. Si allenano come matti dalla mattina alla sera e pian piano migliorano.
Se la prima categoria è bella a vedersi per tutta una serie di effetti speciali che ti esaltano, questi sono, naturalmente, poco credibili. Non fraintendetemi, a me sono sempre piaciuti moltissimo ma, allo stesso tempo, è difficile identificarsi con questi sedicenni a cui poco manca per avere dei veri e propri superpoteri. Quando ho visto "Baby Steps" ho subito capito che mi trovavo di fronte a qualcosa di completamente diverso.
Ei-chan è un ragazzo molto studioso e molto posato, di quelli che sono simpatici a tutti, ma senza una vera passione nella vita. Un giorno, decide che, in fondo, fare un po' di sport gli farebbe bene, inizia a giocare a tennis e gli si apre un nuovo mondo. Il ragazzo diventerà un grandissimo appassionato fino a decidere di partecipare a competizioni dove incontrerà tantissimi giocatori dalle capacità diverse che lo sproneranno a migliorarsi sempre di più. Non manca il fattore romance con la bella compagna di scuola con cui condivide la passione per questo sport, determinata a diventare una giocatrice professionista di tennis.
L'elemento che più di tutti contraddistingue questo anime e che lo eleva una spanna sopra gli altri è l'umanità di questo personaggio. Per fare un esempio, il giorno dopo essersi allenato, per la prima volta gli fanno male le gambe. Sembra una sciocchezza ma, pensateci, è una cosa perfettamente normale. Se non ti sei mai allenato in vita tua e passi la giornata a fare i compiti seduto ad una scrivania e non sei dotato di superpoteri è normale che il giorno dopo ti facciano male tutti i muscoli! Questo particolare mi ha davvero colpita, avevo paura che si trattasse solo di un episodio sporadico e invece non sono rimasta delusa. Tutti i miglioramenti del protagonista sono molto lenti, molto normali. Per ogni volta che Ei-chan vince, perderà due, anche tre volte ma non importa. L'anime non ha mai momenti noiosi, anzi, ti ritrovi a tifare per lui con tutto te stesso e, proprio grazie ai suoi sforzi, a gioire ancora di più per i suoi successi. Non sai mai cosa aspettarti, se vincerà o se perderà, perché, essendo un principiante, è normale non conquistare la vittoria immediatamente. Le partite tengono lo spettatore con il fiato sospeso perché questo ragazzo non è un prodigio pronto per il grande slam già al liceo, è perfettamente ordinario, ma, allo stesso tempo, è contraddistinto da una grande forza di volontà, che lo sprona ad allenarsi ogni giorno per conquistare, un millimetro alla volta, la vetta che vuole a tutti i costi raggiungere, senza mai arrendersi.
Riassumendolo in una frase o meno: "Ho provato, ho fallito. Non importa, riproverò. Fallirò meglio."
1. I nati imparati. I protagonisti hanno doti atletiche fuori dal comune, tutto gli riesce facilissimo, sono liceali che usano colpi speciali che nemmeno gli Avengers e i cui unici avversari sono persone altrettanto dotate a cui nulla bisogna spiegare perché tanto sono eccezionali di loro.
2. I nati per migliorasi. Hanno anche loro qualche dote fisica importante per fare quel determinato sport, ma nulla che anche noi comuni mortali non potremmo possedere. Si allenano come matti dalla mattina alla sera e pian piano migliorano.
Se la prima categoria è bella a vedersi per tutta una serie di effetti speciali che ti esaltano, questi sono, naturalmente, poco credibili. Non fraintendetemi, a me sono sempre piaciuti moltissimo ma, allo stesso tempo, è difficile identificarsi con questi sedicenni a cui poco manca per avere dei veri e propri superpoteri. Quando ho visto "Baby Steps" ho subito capito che mi trovavo di fronte a qualcosa di completamente diverso.
Ei-chan è un ragazzo molto studioso e molto posato, di quelli che sono simpatici a tutti, ma senza una vera passione nella vita. Un giorno, decide che, in fondo, fare un po' di sport gli farebbe bene, inizia a giocare a tennis e gli si apre un nuovo mondo. Il ragazzo diventerà un grandissimo appassionato fino a decidere di partecipare a competizioni dove incontrerà tantissimi giocatori dalle capacità diverse che lo sproneranno a migliorarsi sempre di più. Non manca il fattore romance con la bella compagna di scuola con cui condivide la passione per questo sport, determinata a diventare una giocatrice professionista di tennis.
L'elemento che più di tutti contraddistingue questo anime e che lo eleva una spanna sopra gli altri è l'umanità di questo personaggio. Per fare un esempio, il giorno dopo essersi allenato, per la prima volta gli fanno male le gambe. Sembra una sciocchezza ma, pensateci, è una cosa perfettamente normale. Se non ti sei mai allenato in vita tua e passi la giornata a fare i compiti seduto ad una scrivania e non sei dotato di superpoteri è normale che il giorno dopo ti facciano male tutti i muscoli! Questo particolare mi ha davvero colpita, avevo paura che si trattasse solo di un episodio sporadico e invece non sono rimasta delusa. Tutti i miglioramenti del protagonista sono molto lenti, molto normali. Per ogni volta che Ei-chan vince, perderà due, anche tre volte ma non importa. L'anime non ha mai momenti noiosi, anzi, ti ritrovi a tifare per lui con tutto te stesso e, proprio grazie ai suoi sforzi, a gioire ancora di più per i suoi successi. Non sai mai cosa aspettarti, se vincerà o se perderà, perché, essendo un principiante, è normale non conquistare la vittoria immediatamente. Le partite tengono lo spettatore con il fiato sospeso perché questo ragazzo non è un prodigio pronto per il grande slam già al liceo, è perfettamente ordinario, ma, allo stesso tempo, è contraddistinto da una grande forza di volontà, che lo sprona ad allenarsi ogni giorno per conquistare, un millimetro alla volta, la vetta che vuole a tutti i costi raggiungere, senza mai arrendersi.
Riassumendolo in una frase o meno: "Ho provato, ho fallito. Non importa, riproverò. Fallirò meglio."
Faccio una piccola premessa prima di iniziare la recensione vera e propria: io non ho visto molti sportivi però "Baby Steps" finora mi sembra uno dei peggiori.
Partiamo dalla trama che è una noia già sentita e risentita, il solito ragazzo perfetto, secchione, bravo in tutto decide di provare qualcosa di nuovo e si appassiona a fare ciò. Capisco che alla fine negli sportivi una grande trama non è importante, però speravo in qualcosa di leggermente più complesso o comunque di diverso dal solito. A questa trama abbastanza misera darei un 4.5.
Partiamo con i personaggi. Nessuno, ma proprio nessuno, mi ha interessato minimamente. Non hanno nulla che li distingua particolarmente o che te li faccia ricordare in modo positivo dopo la visione dell'anime. Il protagonista l'unica cosa che gli riesce bene è prendere appunti e migliorarsi. La protagonista non sono riuscito ad apprezzarla più di tanto e i personaggi secondari non sono il massimo. Un 4.5 anche a questo aspetto.
Non riesce neanche a esaltare per l'aspetto tecnico e sonoro questo anime. Il character desing non lo sopporto, la ending non è il massimo, le OST non rimangono impresse nella mente, l'unica cosa che ho leggermente apprezzato è la opening. Do un 4.5 pure qui.
Non è neanche così scorrevole questo anime, spesso annoia e riesce ad intrattenere davvero poco. Che dire... questo anime ha dato via alla "giornata del 4.5" visto che non riesco a votare nulla più di tanto.
Il voto complessivo se non si fosse capito è 4.5 ma ho deciso di arrotondarlo a 4 perché non credo che questo anime possa valere veramente qualcosa e che vederlo, secondo me, è solo un'inutile perdita di tempo.
Partiamo dalla trama che è una noia già sentita e risentita, il solito ragazzo perfetto, secchione, bravo in tutto decide di provare qualcosa di nuovo e si appassiona a fare ciò. Capisco che alla fine negli sportivi una grande trama non è importante, però speravo in qualcosa di leggermente più complesso o comunque di diverso dal solito. A questa trama abbastanza misera darei un 4.5.
Partiamo con i personaggi. Nessuno, ma proprio nessuno, mi ha interessato minimamente. Non hanno nulla che li distingua particolarmente o che te li faccia ricordare in modo positivo dopo la visione dell'anime. Il protagonista l'unica cosa che gli riesce bene è prendere appunti e migliorarsi. La protagonista non sono riuscito ad apprezzarla più di tanto e i personaggi secondari non sono il massimo. Un 4.5 anche a questo aspetto.
Non riesce neanche a esaltare per l'aspetto tecnico e sonoro questo anime. Il character desing non lo sopporto, la ending non è il massimo, le OST non rimangono impresse nella mente, l'unica cosa che ho leggermente apprezzato è la opening. Do un 4.5 pure qui.
Non è neanche così scorrevole questo anime, spesso annoia e riesce ad intrattenere davvero poco. Che dire... questo anime ha dato via alla "giornata del 4.5" visto che non riesco a votare nulla più di tanto.
Il voto complessivo se non si fosse capito è 4.5 ma ho deciso di arrotondarlo a 4 perché non credo che questo anime possa valere veramente qualcosa e che vederlo, secondo me, è solo un'inutile perdita di tempo.
Non nego che la mia sarà una recensione estremamente di parte. Fin da bambino ho provato tutti gli sport possibile ed immaginabili: basket, calcio, karate, pallavolo e chi più ne ha più ne metta. Poi a 16 anni circa ho scoperto il tennis. Io sono un tipo a cui lo sport piace, forse più guardarlo che praticarlo. Ebbene seppur le mie doti fisiche siano alquanto discutibili il tennis è l'unico sport che mi abbia emozionato. Si tratta di uno sport individuale dove il nemico che affronti sta proprio di fronte a te. Non esistono trucchi nel tennis, chi si allena di più vince. Esistono molte varianti questo è ovvio che rendono una partita imprevedibile. La stanchezza, il nervosismo la carica agonistica, tutto entra in gioco e rende questa attività così unica e spettacolare.
Baby Steps è un anime del 2014 di 25 episodi. Il protagonista della nostra storia è Marou Eiichirou per gli amici Ei-Chan, il classico ragazzo diligente e bravo nello studio. Le sue giornate trascorrono tra andare a scuole ed apprendere le varie materie in maniera esemplare. Ma la sua vita è destinata a cambiare dopo aver incontrato Natsu, la ragazza più bella del loro anno che gli scroccherà gli appunti delle varie lezione. Ancor più stupito rimarrà il nostro Ei-Chan quando scoprirà che Natsu pratica proprio lo sport che lui vuole imparare, il tennis. Da qui in poi e tutto un susseguirsi di partite e allenamenti che lasceranno con fiato sospeso lo spettatore.
Siamo di fronte ad un prodotto davvero di qualità. Uno dei pochi anime sportivi a lasciare davvero invariato lo spirito dello sport su cui si basa. Infatti in questi anni siamo stati costretti a vedere cose assurde, ragazzini che realizzano tiri che sembrano cannonate a calcio, che si trasformano in super sayan mentre giocano a basket o vanno in bicicletta. Persino per il tennis, era avvenuta la stessa cosa con Il Principe del Tennis. Ebbene dimenticate tutto questo. Baby Steps è un anime vero e sincero. Le regole e i metodi di allenamento sono realistici dettagliati. La carica agonistica viene resa in maniera eccezionale così come le strategia attuate in partita. Le animazione e il character design sono semplice ma più che adeguate e rendono in maniera perfetta il dinamismo dei match.
In conclusione Baby Steps è sicuramente un anime da seguire. Il suo andamento piacevole si stupirà oltre ogni immaginazione. Particolarmente indicati per gli appassionati degli anime sportivi che cercano qualcosa che si avvicina alla realtà. Imperdibile per chi come me considera il tennis come una vera e propria filosofia di vita.
Baby Steps è un anime del 2014 di 25 episodi. Il protagonista della nostra storia è Marou Eiichirou per gli amici Ei-Chan, il classico ragazzo diligente e bravo nello studio. Le sue giornate trascorrono tra andare a scuole ed apprendere le varie materie in maniera esemplare. Ma la sua vita è destinata a cambiare dopo aver incontrato Natsu, la ragazza più bella del loro anno che gli scroccherà gli appunti delle varie lezione. Ancor più stupito rimarrà il nostro Ei-Chan quando scoprirà che Natsu pratica proprio lo sport che lui vuole imparare, il tennis. Da qui in poi e tutto un susseguirsi di partite e allenamenti che lasceranno con fiato sospeso lo spettatore.
Siamo di fronte ad un prodotto davvero di qualità. Uno dei pochi anime sportivi a lasciare davvero invariato lo spirito dello sport su cui si basa. Infatti in questi anni siamo stati costretti a vedere cose assurde, ragazzini che realizzano tiri che sembrano cannonate a calcio, che si trasformano in super sayan mentre giocano a basket o vanno in bicicletta. Persino per il tennis, era avvenuta la stessa cosa con Il Principe del Tennis. Ebbene dimenticate tutto questo. Baby Steps è un anime vero e sincero. Le regole e i metodi di allenamento sono realistici dettagliati. La carica agonistica viene resa in maniera eccezionale così come le strategia attuate in partita. Le animazione e il character design sono semplice ma più che adeguate e rendono in maniera perfetta il dinamismo dei match.
In conclusione Baby Steps è sicuramente un anime da seguire. Il suo andamento piacevole si stupirà oltre ogni immaginazione. Particolarmente indicati per gli appassionati degli anime sportivi che cercano qualcosa che si avvicina alla realtà. Imperdibile per chi come me considera il tennis come una vera e propria filosofia di vita.
Dopo decadi, decadi e decadi finalmente è arrivato uno shonen a trama sportiva, dove la presenza femminile non è relegata nei consueti (e ormai consunti) abiti della manager della squadra, ma brilla di luce propria. Difatti Natsu, oltre a far parte dei personaggi principali, ambisce a diventare una professionista della racchetta. Inoltre, nell'arco di venticinque puntate si sfata pure l'oscuro demone di questo genere: l'amore. Bandito per arcani (e aggiungerei inspiegabili) motivi o ridotto a relazioni one-side di povere fanciulle, che si struggono per omaccioni con i paraocchi solo per il basket, il pugilato, il nuoto, il baseball & co.
In Baby Step, i sentimenti crescono con la stessa intensità con cui cresce la voglia di allenarsi, di migliorare se stessi, di intraprendere nuove sfide. A piccoli passi si prova a raggiungere una meta, rompendo il grigiore pallido della vita quotidiana, proprio come fa il protagonista Ei-chan, un secchione di prima categoria, pieno di A in pagella, che comincia a domandarsi cosa rimane delle sue giornate aldilà dello studio, provando a distaccarsi dalla scrivania per andare incontro a qualcosa di diverso, in questo frangente il tennis, affrontato dal punto di vista di un principiante non intenzionato inizialmente ad ambire alla top ten mondiale. Ed è a questo elemento innovativo, che si ricollega senz'altro l'assenza (per fortuna) di palle deformate dalle traiettorie improbabili, a cui ben più celebri spokon ci hanno abituati. Persino i personaggi con l'abilità di tirare sonore sleppe spacca testa si esentano dalle meteore impazzite, mostrando uno sport vicino alla realtà, alla fatica degli esercizi (a volte con relativo vomito da sforzo), alla difficoltà di attuare un rovescio potente.
L'unico aspetto che mi lascia perplessa rimane l'eccessiva schematizzazione degli incontri.
So perfettamente che la parola block notes sta ad Ei-chan, come la parola uovo sta a Pasqua, ma, secondo il mio parere, bisognava limitare le tabelle e gli appunti ai soli allenamenti o accennarne vagamente qualcosa negli incontri. La strategia indubbiamente serve, eppure a volte dobbiamo lasciarci andare. Più cuore, o meglio stomaco, e meno cervello.
Infine, non dimentichiamoci della grafica, da considerare nella norma, e la canzone della sigla iniziale, con quel "Belive in yourself" che i miei vicini di casa conoscono molto bene visto che lo hanno sentito ripetutamente dalla voce della sottoscritta.
Alla prossima stagione!
In Baby Step, i sentimenti crescono con la stessa intensità con cui cresce la voglia di allenarsi, di migliorare se stessi, di intraprendere nuove sfide. A piccoli passi si prova a raggiungere una meta, rompendo il grigiore pallido della vita quotidiana, proprio come fa il protagonista Ei-chan, un secchione di prima categoria, pieno di A in pagella, che comincia a domandarsi cosa rimane delle sue giornate aldilà dello studio, provando a distaccarsi dalla scrivania per andare incontro a qualcosa di diverso, in questo frangente il tennis, affrontato dal punto di vista di un principiante non intenzionato inizialmente ad ambire alla top ten mondiale. Ed è a questo elemento innovativo, che si ricollega senz'altro l'assenza (per fortuna) di palle deformate dalle traiettorie improbabili, a cui ben più celebri spokon ci hanno abituati. Persino i personaggi con l'abilità di tirare sonore sleppe spacca testa si esentano dalle meteore impazzite, mostrando uno sport vicino alla realtà, alla fatica degli esercizi (a volte con relativo vomito da sforzo), alla difficoltà di attuare un rovescio potente.
L'unico aspetto che mi lascia perplessa rimane l'eccessiva schematizzazione degli incontri.
So perfettamente che la parola block notes sta ad Ei-chan, come la parola uovo sta a Pasqua, ma, secondo il mio parere, bisognava limitare le tabelle e gli appunti ai soli allenamenti o accennarne vagamente qualcosa negli incontri. La strategia indubbiamente serve, eppure a volte dobbiamo lasciarci andare. Più cuore, o meglio stomaco, e meno cervello.
Infine, non dimentichiamoci della grafica, da considerare nella norma, e la canzone della sigla iniziale, con quel "Belive in yourself" che i miei vicini di casa conoscono molto bene visto che lo hanno sentito ripetutamente dalla voce della sottoscritta.
Alla prossima stagione!