Black Bullet
Attenzione, presenza di lievi spoiler
Premetto che ho appena terminato la visione di questo scempio chiamato "Black Bullet" e sebbene sia contrario a recensire una qualsiasi opera subito dopo averla completata questa volta mi concedo un eccezione per dissuadere il lettore a intraprenderne la visione il prima possibile.
La mia colpa è stata quella di essermi lasciato assoggettare sia dalla sinossi che dalla popolarità di questo anime. Inoltre numerose erano le aspettative che mi ero creato anche per via delle più che discrete recensioni lette. Tuttavia, è anche bene sottolineare che non mi sono dovuto ricredere sin da subito: i primi episodi sono infatti coinvolgenti, interessanti e gli spunti per creare un buon "plot development" non mancano.
Rentarō Satomi, protagonista della nostra storia, si troverà a fronteggiare la minaccia dei Gastrea, virus che, oltre ad aver decimato la popolazione mondiale, ha costretto gli esseri umani a vivere vicino a dei monoliti costituiti da un materiale particolare in grado di repellere questi enormi parassiti. Rentarō non combatte da solo ma lo fiancheggia una ragazzina, Enju, facente parte di quella calunniata fetta di popolazione, ormai non più tanto numerosa, di Tokyo: i "bambini maledetti" (e già dal nome si può intuire quanto bene gli voglia la società). Questi non sono altro che bambini affetti dal Gastrea sin dalla nascita e dotati di poteri sovrumani, tutti di genere femminile (guarda caso) a causa degli effetti del virus.
I primi episodi non mi sono affatto dispiaciuti, certamente il ritmo narrativo procede assai velocemente: nell'arco di un episodio le vicende si susseguiranno come un treno in corsa per cui lo spettatore potrà faticare anche un minimo a collegare logicamente tutti i fatti, dall'altro lato però abbiamo degli episodi ricchi di azione e combattimenti che certamente contribuiscono a mantenere viva l'attenzione. E questa atmosfera si mantiene tale circa fino a metà della serie.
A questo punto, si avevano a disposizione una miriade di possibili scenari di una storia fin qua, tutto sommato, interessante. Chi sono i Gastrea? Da dove sono venuti? Quali impicci ci sono nei piani alti del governo? Quale relazione c’è tra Gastrea e umani? Cosa avrà voluto intendere la dottoressa quando rivolgendosi a Rentarō disse di scalare le classifiche di Promoter per sapere la verità che si cela dietro tutto questo? Numerose erano le questioni che, a mio parere, si sarebbero potute approfondire per creare una serie completa, avvincente.
Chiaramente tutto questo non si è verificato nemmeno lontanamente, figurarsi, la serie degenera malamente. E dunque l'assurdità incomincerà a regnare sovrana, alla sua destra siederà la banalità, mentre alla sua sinistra la frivolezza con cui vengono trattate certe situazioni.
Mi son dovuto sorbire serie di infanticidi, violenze, atti di terrorismo psicologico nei confronti di quelle povere bambine tanto disprezzate per cosa? Perchè, come più volte ripetuto da diversi personaggi, sono "l'ultima ancora di salvezza per l'umanità"? Ma allora perché caspita non le proteggono? Certo, posso condividere il fatto che queste abbiano, a livello genetico, un qualcosa in comune con i Gastrea, ma per me un tale astio non ha senso di esistere se poi le ragioni non vengono trattate o fatto in maniera tanto superficiale. Sulla stessa scia, più volte queste bambine vengono considerate puramente come oggetti da usare e buttare via (se il loro corpo viene infettato più del 50% si trasformano a loro volta in Gastrea), ma nessuno reagisce decentemente né prende sul serio questo argomento anche se alla fine tutto pare risolversi quasi fosse una cosa di poco conto.
Ma attenzione, la sagra delle assurdità non si ferma solo a livello tematico ma persiste pure per tutta la successiva narrazione. Ecco così comparire Gastrea di 4 stadio dal nome più insulso possibile: ‘lancia di luce’, battuti in 4 secondi di numero; nemici che diventano amici, amici che diventano nemici e tutto questo negli episodi finali, così, senza una cavolo di spiegazione. Nel mentre il protagonista, docile e gentile fino ad un minuta fa, pare prima voler incarnare una brutta copia di Lelouch Lamperouge cercando di attirare su di sé tutto l’odio e con la solita tipa che gli promette che qualunque cosa accada sarà dalla sua parte per sempre bla bla bla..., ma poi neanche 10 minuti dopo si lascia intimorire e poi basta, letteralmente. C’è la tanto “agognata e eroica battaglia” con il mostro “invincibile” (ahahahah) e fine. Tutto e bene ciò che finisce male.
Alla fine lo sviluppo della trama è stato talmente banale che non era per nulla banale immaginarselo.
Consigliato? Sì, se vi piacciono protagonisti deus ex machina circondati da lolite discriminate.
Premetto che ho appena terminato la visione di questo scempio chiamato "Black Bullet" e sebbene sia contrario a recensire una qualsiasi opera subito dopo averla completata questa volta mi concedo un eccezione per dissuadere il lettore a intraprenderne la visione il prima possibile.
La mia colpa è stata quella di essermi lasciato assoggettare sia dalla sinossi che dalla popolarità di questo anime. Inoltre numerose erano le aspettative che mi ero creato anche per via delle più che discrete recensioni lette. Tuttavia, è anche bene sottolineare che non mi sono dovuto ricredere sin da subito: i primi episodi sono infatti coinvolgenti, interessanti e gli spunti per creare un buon "plot development" non mancano.
Rentarō Satomi, protagonista della nostra storia, si troverà a fronteggiare la minaccia dei Gastrea, virus che, oltre ad aver decimato la popolazione mondiale, ha costretto gli esseri umani a vivere vicino a dei monoliti costituiti da un materiale particolare in grado di repellere questi enormi parassiti. Rentarō non combatte da solo ma lo fiancheggia una ragazzina, Enju, facente parte di quella calunniata fetta di popolazione, ormai non più tanto numerosa, di Tokyo: i "bambini maledetti" (e già dal nome si può intuire quanto bene gli voglia la società). Questi non sono altro che bambini affetti dal Gastrea sin dalla nascita e dotati di poteri sovrumani, tutti di genere femminile (guarda caso) a causa degli effetti del virus.
I primi episodi non mi sono affatto dispiaciuti, certamente il ritmo narrativo procede assai velocemente: nell'arco di un episodio le vicende si susseguiranno come un treno in corsa per cui lo spettatore potrà faticare anche un minimo a collegare logicamente tutti i fatti, dall'altro lato però abbiamo degli episodi ricchi di azione e combattimenti che certamente contribuiscono a mantenere viva l'attenzione. E questa atmosfera si mantiene tale circa fino a metà della serie.
A questo punto, si avevano a disposizione una miriade di possibili scenari di una storia fin qua, tutto sommato, interessante. Chi sono i Gastrea? Da dove sono venuti? Quali impicci ci sono nei piani alti del governo? Quale relazione c’è tra Gastrea e umani? Cosa avrà voluto intendere la dottoressa quando rivolgendosi a Rentarō disse di scalare le classifiche di Promoter per sapere la verità che si cela dietro tutto questo? Numerose erano le questioni che, a mio parere, si sarebbero potute approfondire per creare una serie completa, avvincente.
Chiaramente tutto questo non si è verificato nemmeno lontanamente, figurarsi, la serie degenera malamente. E dunque l'assurdità incomincerà a regnare sovrana, alla sua destra siederà la banalità, mentre alla sua sinistra la frivolezza con cui vengono trattate certe situazioni.
Mi son dovuto sorbire serie di infanticidi, violenze, atti di terrorismo psicologico nei confronti di quelle povere bambine tanto disprezzate per cosa? Perchè, come più volte ripetuto da diversi personaggi, sono "l'ultima ancora di salvezza per l'umanità"? Ma allora perché caspita non le proteggono? Certo, posso condividere il fatto che queste abbiano, a livello genetico, un qualcosa in comune con i Gastrea, ma per me un tale astio non ha senso di esistere se poi le ragioni non vengono trattate o fatto in maniera tanto superficiale. Sulla stessa scia, più volte queste bambine vengono considerate puramente come oggetti da usare e buttare via (se il loro corpo viene infettato più del 50% si trasformano a loro volta in Gastrea), ma nessuno reagisce decentemente né prende sul serio questo argomento anche se alla fine tutto pare risolversi quasi fosse una cosa di poco conto.
Ma attenzione, la sagra delle assurdità non si ferma solo a livello tematico ma persiste pure per tutta la successiva narrazione. Ecco così comparire Gastrea di 4 stadio dal nome più insulso possibile: ‘lancia di luce’, battuti in 4 secondi di numero; nemici che diventano amici, amici che diventano nemici e tutto questo negli episodi finali, così, senza una cavolo di spiegazione. Nel mentre il protagonista, docile e gentile fino ad un minuta fa, pare prima voler incarnare una brutta copia di Lelouch Lamperouge cercando di attirare su di sé tutto l’odio e con la solita tipa che gli promette che qualunque cosa accada sarà dalla sua parte per sempre bla bla bla..., ma poi neanche 10 minuti dopo si lascia intimorire e poi basta, letteralmente. C’è la tanto “agognata e eroica battaglia” con il mostro “invincibile” (ahahahah) e fine. Tutto e bene ciò che finisce male.
Alla fine lo sviluppo della trama è stato talmente banale che non era per nulla banale immaginarselo.
Consigliato? Sì, se vi piacciono protagonisti deus ex machina circondati da lolite discriminate.
"Black Bullet" (ブラック・ブレット), nato come serie di light novel nel 2011 (autore: Shiden Kanzaki; disegnatore: Saki Ukai) e poi divenuto manga nel 2012 (disegnatore: Morinohon), è stato trasposto in anime nel 2014, grazie alla collaborazione fra gli studi Kinema Citrus e Orange e alla regia di di Masayuki Kojima.
L’adattamento animato è stato accolto tiepidamente dalla critica, in quanto gran parte dei recensori concordava sul fatto di un buon concept danneggiato da elementi piuttosto stereotipati e perciò non molto originali; nonostante questo, "Black Bullet" ha ricevuto davvero poche bocciature senza possibilità di appello, ma ciò non sembrerebbe essere servito a convincere l’autore a procedere con la light novel, tristemente ferma dal 2014.
Nel 2021, un’epidemia dovuta al virus Gastrea decima la popolazione mondiale, costringendo i sopravvissuti a stanziarsi vicino a monoliti di un particolare tipo di metallo, il varanium, in quanto punto debole dei parassiti.
Il virus, però, non ha provocato soltanto la decimazione della razza umana, ma anche la comparsa delle cosiddette “bambine maledette”, affette dalla malattia fin dalla nascita. Queste hanno per lo più un aspetto normale, ma anche particolari abilità e, soprattutto, un corpo che è destinato a soccombere alla malattia – una sorta di ricettacolo dei parassiti Gastrea, tanto per capirci.
Per monitorare il virus, il governo ha creato delle coppie composte da una bambina maledetta (Initiator) e da un umano (Promoter), che costituiscono una sorta di forza speciale.
La trama sembrerà sicuramente una scopiazzatura di più opere di azione e soprannaturali (ma cosa si può definire davvero originale al giorno d’oggi?), ma l’idea delle bambine maledette apre uno spiraglio piuttosto interessante che non dovrebbe essere sottovalutato o considerato esclusivamente un pretesto per attirare otaku (come lo ha definito Hope Chapman, di Anime News Network).
Il concept di bambine estremamente forti, ognuna delle quali caratterizzata da particolari abilità ispirate ai più disparati animali, e destinate a soccombere perché portatrici del virus, non è affatto male e getta le basi per una trama che non si riduce solo all’azione, ma propone anche scene piuttosto simpatiche o commoventi.
Purtroppo "Black Bullet" non è esente da difetti, anzi non è proprio all’altezza di ciò che, con tale trama e con un po’ più di profondità e accorgimenti, avrebbe potuto essere.
Il comparto audio è generalmente buono e le soundtrack sono molto carine, ma già qui si pone il primo problema: per affermare che esistono più OST ho dovuto ascoltarle una per una su YouTube, in quanto l’unica che resta effettivamente impressa è quella che viene propinata in ogni singola scena di azione. Anche il comparto grafico è buono, ma niente di eclatante e di solito con difetti anche piuttosto evidenti nella resa anatomica e soprattutto fisionomica.
La trama resta coerente, ma troppo spesso vi sono siparietti la cui utilità è soltanto quella di permettere di fare l’inventario dell’harem femminile del protagonista (a essere sincera è stato proprio questo l’aspetto che mi ha infastidito maggiormente, infatti avrei preferito un po’ più di profondità e meno dialoghi sui seni dei personaggi femminili). Inoltre sul finale diviene tutto un po’ troppo frettoloso.
Detto questo, nonostante i difetti, "Black Bullet" è un anime piuttosto godibile, che alterna momenti di leggerezza a scene molto meno superficiali. Forse è proprio questo il suo punto forte: non è frivolo come appare, non è stato concepito soltanto per soddisfare quella fetta di pubblico maschile con il debole per le loli.
Vengono affrontati temi delicati, in primis la morte, ma anche il delicato ruolo sociale delle bambine maledette, spesso discriminate e maltrattate dalle persone perché ritenute portatrici di disgrazie e, ancora, in alcuni casi ridotte a burattini dai loro Promoter, risvolto da cui si può estrapolare inoltre il concetto dell’importanza dello status, in quanto i ricchi – al contrario degli altri – riescono quasi sempre a fare i loro interessi.
Ovviamente vi sono anche casi contrari, in cui fra Initiator e Promoter si creano forti legami affettivi e di fiducia (è ovviamente il caso di Rentarou e Enju, i due protagonisti).
Quello di "Black Bullet" è quindi un mondo vario e contraddittorio in cui la discriminazione e l’affetto per le bambine maledette convivono e si scontrano. È un mondo che molto spesso apparirà ingiusto agli occhi di chi guarda, e tale caratteristica lo rende tristemente realistico.
Vorrei, infine, spendere due parole sul protagonista maschile: al contrario di molti, ho gradito il personaggio di Rentarou, un ragazzo semplice e di buon cuore che cerca di proteggere come meglio crede – anche commettendo errori – coloro che ama. Ma il suo buon cuore si rivela in parte fragile, vacilla, avvelenato da un’inaspettata personalità autoritaria che trapela spesso nei momenti meno opportuni (un po’ come Ouma Shu di "Guilty Crown"). Non è un personaggio a tutto tondo, perciò avrei preferito una caratterizzazione più approfondita, ma ha comunque una personalità in cui pregi e difetti si bilanciano piuttosto bene. Enju, la protagonista femminile, è sicuramente meno carismatica e più marginale, godibile ma con il ruolo quasi esclusivo di colpire il pubblico nei feels.
In conclusione, "Black Bullet" non è un capolavoro, ma è comunque un anime che si lascia guardare con piacere, per cui vi consiglio di concedergli una possibilità.
L’adattamento animato è stato accolto tiepidamente dalla critica, in quanto gran parte dei recensori concordava sul fatto di un buon concept danneggiato da elementi piuttosto stereotipati e perciò non molto originali; nonostante questo, "Black Bullet" ha ricevuto davvero poche bocciature senza possibilità di appello, ma ciò non sembrerebbe essere servito a convincere l’autore a procedere con la light novel, tristemente ferma dal 2014.
Nel 2021, un’epidemia dovuta al virus Gastrea decima la popolazione mondiale, costringendo i sopravvissuti a stanziarsi vicino a monoliti di un particolare tipo di metallo, il varanium, in quanto punto debole dei parassiti.
Il virus, però, non ha provocato soltanto la decimazione della razza umana, ma anche la comparsa delle cosiddette “bambine maledette”, affette dalla malattia fin dalla nascita. Queste hanno per lo più un aspetto normale, ma anche particolari abilità e, soprattutto, un corpo che è destinato a soccombere alla malattia – una sorta di ricettacolo dei parassiti Gastrea, tanto per capirci.
Per monitorare il virus, il governo ha creato delle coppie composte da una bambina maledetta (Initiator) e da un umano (Promoter), che costituiscono una sorta di forza speciale.
La trama sembrerà sicuramente una scopiazzatura di più opere di azione e soprannaturali (ma cosa si può definire davvero originale al giorno d’oggi?), ma l’idea delle bambine maledette apre uno spiraglio piuttosto interessante che non dovrebbe essere sottovalutato o considerato esclusivamente un pretesto per attirare otaku (come lo ha definito Hope Chapman, di Anime News Network).
Il concept di bambine estremamente forti, ognuna delle quali caratterizzata da particolari abilità ispirate ai più disparati animali, e destinate a soccombere perché portatrici del virus, non è affatto male e getta le basi per una trama che non si riduce solo all’azione, ma propone anche scene piuttosto simpatiche o commoventi.
Purtroppo "Black Bullet" non è esente da difetti, anzi non è proprio all’altezza di ciò che, con tale trama e con un po’ più di profondità e accorgimenti, avrebbe potuto essere.
Il comparto audio è generalmente buono e le soundtrack sono molto carine, ma già qui si pone il primo problema: per affermare che esistono più OST ho dovuto ascoltarle una per una su YouTube, in quanto l’unica che resta effettivamente impressa è quella che viene propinata in ogni singola scena di azione. Anche il comparto grafico è buono, ma niente di eclatante e di solito con difetti anche piuttosto evidenti nella resa anatomica e soprattutto fisionomica.
La trama resta coerente, ma troppo spesso vi sono siparietti la cui utilità è soltanto quella di permettere di fare l’inventario dell’harem femminile del protagonista (a essere sincera è stato proprio questo l’aspetto che mi ha infastidito maggiormente, infatti avrei preferito un po’ più di profondità e meno dialoghi sui seni dei personaggi femminili). Inoltre sul finale diviene tutto un po’ troppo frettoloso.
Detto questo, nonostante i difetti, "Black Bullet" è un anime piuttosto godibile, che alterna momenti di leggerezza a scene molto meno superficiali. Forse è proprio questo il suo punto forte: non è frivolo come appare, non è stato concepito soltanto per soddisfare quella fetta di pubblico maschile con il debole per le loli.
Vengono affrontati temi delicati, in primis la morte, ma anche il delicato ruolo sociale delle bambine maledette, spesso discriminate e maltrattate dalle persone perché ritenute portatrici di disgrazie e, ancora, in alcuni casi ridotte a burattini dai loro Promoter, risvolto da cui si può estrapolare inoltre il concetto dell’importanza dello status, in quanto i ricchi – al contrario degli altri – riescono quasi sempre a fare i loro interessi.
Ovviamente vi sono anche casi contrari, in cui fra Initiator e Promoter si creano forti legami affettivi e di fiducia (è ovviamente il caso di Rentarou e Enju, i due protagonisti).
Quello di "Black Bullet" è quindi un mondo vario e contraddittorio in cui la discriminazione e l’affetto per le bambine maledette convivono e si scontrano. È un mondo che molto spesso apparirà ingiusto agli occhi di chi guarda, e tale caratteristica lo rende tristemente realistico.
Vorrei, infine, spendere due parole sul protagonista maschile: al contrario di molti, ho gradito il personaggio di Rentarou, un ragazzo semplice e di buon cuore che cerca di proteggere come meglio crede – anche commettendo errori – coloro che ama. Ma il suo buon cuore si rivela in parte fragile, vacilla, avvelenato da un’inaspettata personalità autoritaria che trapela spesso nei momenti meno opportuni (un po’ come Ouma Shu di "Guilty Crown"). Non è un personaggio a tutto tondo, perciò avrei preferito una caratterizzazione più approfondita, ma ha comunque una personalità in cui pregi e difetti si bilanciano piuttosto bene. Enju, la protagonista femminile, è sicuramente meno carismatica e più marginale, godibile ma con il ruolo quasi esclusivo di colpire il pubblico nei feels.
In conclusione, "Black Bullet" non è un capolavoro, ma è comunque un anime che si lascia guardare con piacere, per cui vi consiglio di concedergli una possibilità.
E' un anime molto carino da guardare, ma con notevoli pecche. Gli do sette solo perché l'ho guardato tutto, anche se ho trovato il finale non solo deludente, ma decisamente affrettato e che lascia moltissime lacune.
A mio modesto parere, si sono scoperte troppe cose e troppo in fretta, i primi episodi sono stati un susseguirsi rapido di eventi. Il personaggio dell'amica di infanzia è stereotipato all'ennesima potenza e anche incoerente, da un momento all'altro le parte la schizofrenia e diventa un'altra persona; una scelta che trovo piuttosto discutibile. Inoltre, tutti i personaggi principali sono molto, troppo simili a quelli di "Hidan no Aria" - posso ricollegare molto facilmente Satomi, Hinju, l'amica di infanzia e il cecchino ai quattro personaggi esistenti di "Hidan no Aria". Dall'aspetto fisico all'atteggiamento, alle armi prescelte, sono una copia praticamente identica.
Questo ovviamente penalizza molto l'anime, rendendolo ancora meno originale di quanto già non sia. Il protagonista che deve salvare la razza umana da una misteriosa infezione è già stato visto e rivisto. Nonostante questo, è un anime che si guarda abbastanza bene e che in certi momenti è addirittura in grado di farti commuovere. La cosa che ho trovato maggiormente caratterizzata è stata la sensibilità di Satomi nei confronti delle Bambine Maledette.
A mio modesto parere, si sono scoperte troppe cose e troppo in fretta, i primi episodi sono stati un susseguirsi rapido di eventi. Il personaggio dell'amica di infanzia è stereotipato all'ennesima potenza e anche incoerente, da un momento all'altro le parte la schizofrenia e diventa un'altra persona; una scelta che trovo piuttosto discutibile. Inoltre, tutti i personaggi principali sono molto, troppo simili a quelli di "Hidan no Aria" - posso ricollegare molto facilmente Satomi, Hinju, l'amica di infanzia e il cecchino ai quattro personaggi esistenti di "Hidan no Aria". Dall'aspetto fisico all'atteggiamento, alle armi prescelte, sono una copia praticamente identica.
Questo ovviamente penalizza molto l'anime, rendendolo ancora meno originale di quanto già non sia. Il protagonista che deve salvare la razza umana da una misteriosa infezione è già stato visto e rivisto. Nonostante questo, è un anime che si guarda abbastanza bene e che in certi momenti è addirittura in grado di farti commuovere. La cosa che ho trovato maggiormente caratterizzata è stata la sensibilità di Satomi nei confronti delle Bambine Maledette.
"Black Bullet" è un'opera abbastanza interessante: spesso, opere come questa hanno un grande potenziale ma non vengono sfruttate e tendono a venir sottovalutate a primo impatto. Questa recensione sarà esente da spoiler, quindi potete leggere tranquillamente senza problemi.
Lo scenario nel quale si presenta subito l'anime è uno scenario quasi post-apocalittico, dove l'umanità si trova ad affrontare dei parassiti chiamati Gastrea. Questa ambientazione potrebbe far pensare subito a delle similarità con altri anime (ne cito alcuni per rendere meglio l'idea: "Shingeki no Kyojin", "Guilty Crown", "God Eater", ecc.), quindi a primo impatto si potrebbe pensare ad un trita e ritrita di cose già viste; in parte è cosi, in parte no. La trama prosegue abbastanza bene, anche se a volte alterna molto velocemente momenti di tranquillità a momenti drammatici, frenetici e cosi via, disorientando chi guarda. Essa risulta essere abbastanza complessa se analizzata criticamente, ma anche un po' banale in certe situazioni. Alcuni degli elementi che sorprendono nella trama sono i temi trattati anche se marginalmente: si parla molto di razzismo, che rende molto l'idea della società in genere e del contesto in cui è ambientato l'anime, ma non è approfondito fino in fondo. Interessanti anche le situazioni nelle quali si trova il protagonista con la co-protagonista, anche se quest'ultima non convince completamente per svariati motivi, ma nel complesso non è molto penalizzante ed è godibile e divertente. In realtà, come già detto precedentemente, l'anime non è molto costante e ad alcuni questo potrebbe dar fastidio, ma, se analizzato, affronta situazioni molto drammatiche che lo rendono un'opera matura. E' anche vero però che molte di queste situazioni vengono affrontate con molta leggerezza, oppure vengono affrontate in un secondo momento, perdendo di criticità. Le animazioni non convincono subito anche se pian piano mi sono sembrate ben fatte, i disegni sono invece molto caratterizzanti sopratutto su alcuni personaggi. La colonna sonora non è male, anche se si poteva spingere un po' per renderla migliore.
Nel complesso, è un anime con grandi potenzialità, da non sottovalutare. Non è la classica storia semplice di azione/fantasy, ma un'opera che per certi versi può anche emozionare: ci sono alti e bassi, purtroppo, ma la consiglio a chiunque sia in cerca di qualcosa di diverso dal normale. La trama deve ancora prendere piede, dato che molto probabilmente ci potrebbe essere un seguito, ma le basi sembrano essere abbastanza interessanti da dargli una chance per il futuro.
Lo scenario nel quale si presenta subito l'anime è uno scenario quasi post-apocalittico, dove l'umanità si trova ad affrontare dei parassiti chiamati Gastrea. Questa ambientazione potrebbe far pensare subito a delle similarità con altri anime (ne cito alcuni per rendere meglio l'idea: "Shingeki no Kyojin", "Guilty Crown", "God Eater", ecc.), quindi a primo impatto si potrebbe pensare ad un trita e ritrita di cose già viste; in parte è cosi, in parte no. La trama prosegue abbastanza bene, anche se a volte alterna molto velocemente momenti di tranquillità a momenti drammatici, frenetici e cosi via, disorientando chi guarda. Essa risulta essere abbastanza complessa se analizzata criticamente, ma anche un po' banale in certe situazioni. Alcuni degli elementi che sorprendono nella trama sono i temi trattati anche se marginalmente: si parla molto di razzismo, che rende molto l'idea della società in genere e del contesto in cui è ambientato l'anime, ma non è approfondito fino in fondo. Interessanti anche le situazioni nelle quali si trova il protagonista con la co-protagonista, anche se quest'ultima non convince completamente per svariati motivi, ma nel complesso non è molto penalizzante ed è godibile e divertente. In realtà, come già detto precedentemente, l'anime non è molto costante e ad alcuni questo potrebbe dar fastidio, ma, se analizzato, affronta situazioni molto drammatiche che lo rendono un'opera matura. E' anche vero però che molte di queste situazioni vengono affrontate con molta leggerezza, oppure vengono affrontate in un secondo momento, perdendo di criticità. Le animazioni non convincono subito anche se pian piano mi sono sembrate ben fatte, i disegni sono invece molto caratterizzanti sopratutto su alcuni personaggi. La colonna sonora non è male, anche se si poteva spingere un po' per renderla migliore.
Nel complesso, è un anime con grandi potenzialità, da non sottovalutare. Non è la classica storia semplice di azione/fantasy, ma un'opera che per certi versi può anche emozionare: ci sono alti e bassi, purtroppo, ma la consiglio a chiunque sia in cerca di qualcosa di diverso dal normale. La trama deve ancora prendere piede, dato che molto probabilmente ci potrebbe essere un seguito, ma le basi sembrano essere abbastanza interessanti da dargli una chance per il futuro.
"Black Bullet" è una serie tratta dall'omonima light novel di Shiden Kanzaki, scritta a partire dal luglio 2011, che conta sette volumi ed è ancora in corso; la serie di tredici episodi è andata in onda nella stagione primaverile del 2014 e ne copre i primi tre.
Trama: i fatti della serie si svolgono nel 2021, con l'umanità che viene colpita da un virus chiamato Gastrea, che costringe la popolazione a vivere vicino a dei monoliti di Varianium, un metallo molto raro che è anche l'unico materiale in grado di danneggiare i mostri. Poco dopo l'arrivo di questa piaga compaiono le bambine maledette, che fin dalla nascita hanno acquisito dei poteri sovrumani a causa dell'effetto del virus. Per affrontate i Gastrea, vengono creati dei team composti da una bambina maledetta (Initiator) e da un umano incaricato di controllarla (Promoter).
Il protagonista della storia è Rentaro Satomi, uno studente del liceo, Promoter di Enju, che riceve la missione di salvare l'area di Tokyo.
L'atmosfera che si respira nell'anime è piuttosto pesante, con eventi abbastanza tragici, che vengono rappresentati abbastanza bene, anche se non mancano momenti piuttosto leggeri (la cotta di Enju per Rentaro fa da base a gag molto divertenti).
Uno dei temi che tratta è il razzismo. C'è un fortissimo ostracismo nei confronti delle bambine maledette, nonostante queste combattano in prima linea, rischiando le loro vite per proteggere le stesse persone che le disprezzano. Questa cosa mi ha colpito davvero molto.
Per quanto riguarda i dati tecnici, provo a dare la mia modestissima opinione: la grafica è abbastanza buona, le scene di combattimento sono abbastanza chiare e pulite. Le musiche sono molto belle, ho apprezzato molto la opening cantata dalle FripSide, con un intro cantata da un coro maschile che la rende epica.
Trama: i fatti della serie si svolgono nel 2021, con l'umanità che viene colpita da un virus chiamato Gastrea, che costringe la popolazione a vivere vicino a dei monoliti di Varianium, un metallo molto raro che è anche l'unico materiale in grado di danneggiare i mostri. Poco dopo l'arrivo di questa piaga compaiono le bambine maledette, che fin dalla nascita hanno acquisito dei poteri sovrumani a causa dell'effetto del virus. Per affrontate i Gastrea, vengono creati dei team composti da una bambina maledetta (Initiator) e da un umano incaricato di controllarla (Promoter).
Il protagonista della storia è Rentaro Satomi, uno studente del liceo, Promoter di Enju, che riceve la missione di salvare l'area di Tokyo.
L'atmosfera che si respira nell'anime è piuttosto pesante, con eventi abbastanza tragici, che vengono rappresentati abbastanza bene, anche se non mancano momenti piuttosto leggeri (la cotta di Enju per Rentaro fa da base a gag molto divertenti).
Uno dei temi che tratta è il razzismo. C'è un fortissimo ostracismo nei confronti delle bambine maledette, nonostante queste combattano in prima linea, rischiando le loro vite per proteggere le stesse persone che le disprezzano. Questa cosa mi ha colpito davvero molto.
Per quanto riguarda i dati tecnici, provo a dare la mia modestissima opinione: la grafica è abbastanza buona, le scene di combattimento sono abbastanza chiare e pulite. Le musiche sono molto belle, ho apprezzato molto la opening cantata dalle FripSide, con un intro cantata da un coro maschile che la rende epica.
Anime che si presenta bene, con puntate molto scorrevoli e divertenti e personaggi interessanti con una storia ben sviluppata, che però a tratti si 'perde' e non riesce a far decollare quest'anime. Il finale poteva essere sviluppato meglio, ma nel complesso la serie è godibile e divertente, La grafica è ben curata e i combattimenti sono avvincenti; la co-protagonista non convince fino in fono, ma nel complesso il prodotto finale è ben riuscito. Anche se le potenzialità di questo anime erano molto alte, per apprezzarlo e capirlo fino in fondo dovrebbe essere seguito da una seconda stagione.
Nonostante ciò, è una serie da vedere.
Nonostante ciò, è una serie da vedere.
Black Bullet è uno di quegli anime che sarebbe potuto essere qualcosa di molto figo, qualcosa che sarebbe rimasto negli annali, ma che poi si perde.
Partiamo dal principio, parliamo delle prime 5 puntate, a mio pare, fantastiche, la presentazione dei personaggi è gestita molto bene, entrambi i protagonisti si presentano bene, ma il migliore è senza dubbio Hiruko kagetane, il cattivo della serie. Personaggio deviato e geniale. I dialoghi sono anche essi gestiti molto molto bene ma poi.. Poi tutto si perde.
SPOILER ALERT
Perchè? Che senso ha avuto la falsa morte di Hiruko? Come è sopravvissuto? Perchè poi abbandona il suo obbiettivo per allearsi con i due protagonisti? Questa serie dopo la scomparsa di Hiruko perde veramente moltissimo e in alcune puntate riesce a non andare avanti con la trama, cosa che per un anime di 13 puntate è quasi impossibile. Si, Tina Sprout è un ottimo personaggio, ma la sua storia con Rentaro non regge bene. Il finale poi è qualcosa di strano a dir poco, certo è inaspettato, non è gestito male ma è strano, spero ci sarà una seconda stagione altrimenti non avrà alcun senso la scena.
FINE ZONA SPOILER
Black Bullet ha dalla sua parte un comparto grafico carino e dei combattimenti avvincenti e fatti bene. La Opening è carina, il ritornello mi è rimasto in testa per qualche giorno, la ending è un ni, ne troppo bella, ne troppo brutta, ma alla fine per la musica le opinioni sono oggettive
In conclusione Black Bullet si può dire un anime con grandissimo potenziale, ma che si è perso nel tempo.
Partiamo dal principio, parliamo delle prime 5 puntate, a mio pare, fantastiche, la presentazione dei personaggi è gestita molto bene, entrambi i protagonisti si presentano bene, ma il migliore è senza dubbio Hiruko kagetane, il cattivo della serie. Personaggio deviato e geniale. I dialoghi sono anche essi gestiti molto molto bene ma poi.. Poi tutto si perde.
SPOILER ALERT
Perchè? Che senso ha avuto la falsa morte di Hiruko? Come è sopravvissuto? Perchè poi abbandona il suo obbiettivo per allearsi con i due protagonisti? Questa serie dopo la scomparsa di Hiruko perde veramente moltissimo e in alcune puntate riesce a non andare avanti con la trama, cosa che per un anime di 13 puntate è quasi impossibile. Si, Tina Sprout è un ottimo personaggio, ma la sua storia con Rentaro non regge bene. Il finale poi è qualcosa di strano a dir poco, certo è inaspettato, non è gestito male ma è strano, spero ci sarà una seconda stagione altrimenti non avrà alcun senso la scena.
FINE ZONA SPOILER
Black Bullet ha dalla sua parte un comparto grafico carino e dei combattimenti avvincenti e fatti bene. La Opening è carina, il ritornello mi è rimasto in testa per qualche giorno, la ending è un ni, ne troppo bella, ne troppo brutta, ma alla fine per la musica le opinioni sono oggettive
In conclusione Black Bullet si può dire un anime con grandissimo potenziale, ma che si è perso nel tempo.
Lo confesso: dopo aver completato la visione di un anime ho l'abitudine di leggere le recensioni degli altri. Il mio intento, ovviamente, non è quello di scopiazzarne il contenuto ma quello di constatare come un determinato titolo è stato accolto dall'utenza, capire se ci sono degli aspetti che ho trascurato e magari trarre anche degli spunti per ulteriori riflessioni. In particolare, le recensioni che leggo con più attenzione sono proprio quelle che manifestano un punto di vista diverso se non proprio opposto rispetto al al mio; e non di rado queste mi hanno spinto a rivedere un po' certe mie posizioni, quando gli elogi o le critiche avevano una loro ragion d'essere.
Faccio questa lunga premessa perché stavolta proprio non riesco a capire come mai un titolo come "Black Bullet" possa essere stato oggetto di tutte queste critiche. E' pacifico che non vincerà mai il titolo di anime più bello dell'anno; ed è doveroso sottolineare il mio rispetto per le opinioni di tutti. Però è altrettanto lecito affermare che non concordo affatto su alcuni punti che sono stati posti alla base della demolizione di un titolo che, a mio avviso, è complessivamente più che discreto.
Partiamo con la trama. In un futuro più o meno lontano la Terra viene invasa dai "gastrea", dei parassiti giganteschi che attaccano gli uomini provocando in essi una mutazione che li trasforma a loro volta in gastrea. Così, per sopravvivere, il genere umano ha dovuto costruire attorno alle proprie città una serie di monoliti in "viridium", un minerale a cui i parassiti risultano essere piuttosto allergici; per quanto riguarda, invece, la difesa interna essa è affidata ad "ufficiali", facenti capo a delle peculiari agenzie, i quali vengono affiancati nella loro caccia ai gastrea dalle cosiddette "bambine maledette". Quando un gastrea attacca una donna incinta, infatti, finisce per infettare anche il feto e, solo in caso in cui il sesso del nascituro sia femminile, il neonato nascerà con un'altissima capacità di rigenerazione ed una forza fuori dal comune; queste bambine hanno dunque caratteristiche sia umane che parassitarie e, per questo, seppur vengono utilizzate stabilmente come strumento di difesa, sono disprezzate da molti e vengono definite "maledette". "Black Bullet" seguirà le gesta di un ufficiale, Rentarou Satomi, e della sua bambina maledetta, Enju Aihara.
Lo scenario su cui si basa questa storia non può certo dirsi originalissimo; i monoliti, ad esempio, mi hanno ricordato i muri che proteggono la città ne "L'attacco dei giganti". E anche la sceneggiatura non spicca certo per innovatività. Nonostante questo, però, entrambi riescono ad avere e a mantenere un loro fascino grazie ad una struttura narrativa che sa essere coinvolgente ed affascinante. I personaggi principali sono stati costruiti con un'estrema attenzione al lato psicologico che risalta soprattutto in occasione di alcune scene che io altrove ho definito come coraggiose, perché potrebbero far storcere il naso a chi non ama la rappresentazione di un certo tipo di violenza; tuttavia, queste mettono in evidenza in modo molto realistico alcuni degli aspetti più odiosi dell'animo umano, come la vigliaccheria, la tendenza a ghettizzare ciò che è diverso e la tendenza ad usare violenza verso chi è più debole per dar sfogo alle proprie frustrazioni. Tutto questo attraverso l'uso di un apparato grafico e di una colonna sonora di primissimo piano.
Detto questo, ricollegandomi a quanto detto inizialmente, vediamo invece cosa viene generalmente contestato a questo anime.
Per cominciare c'è senza dubbio una fortissima antipatia verso la componente "lolicon" presente in questo titolo. E' innegabile che suona strano sentirsi dire che i gastrea contagiano in quel modo solo i feti delle femminucce; ed è altrettanto innegabile che è stato creato un cast di bambine maledette che rispecchiano le varie figure canoniche delle loli (mettere le orecchie da gatto ad una bambina in un contesto del genere è il massimo del cattivo gusto). Quindi io non contesto la presenza di elementi lolicon; ciò che contesto è la sua rilevanza. Queste bambine sono davvero così fastidiose? O è solo la loro esistenza a far bocciare in toto l'intero anime? Secondo me è stata più la seconda ipotesi a spingere in molti a ritenere spazzatura questo titolo: pur esistendo, infatti, queste bambinette non sono poi così irritanti; chi sostiene il contrario farebbe bene a vedere altri titoli del genere per vedere fin dove può spingere l'irritazione per la presenza di bambine petulanti.
Lo stesso discorso vale per chi parla di "harem": non bastano un gruppo di ragazze che si dicono innamorate di una persona per fare un harem; in più, qui Rantarou è un eroe, è abbastanza normale che delle bambine ne rimangano affascinate, ancor di più se costui è anche l'unico che non le discrimina ma le difende. E, qualunque sia il motivo, non sono qui presenti rilevanti allusioni sessuali, altrimenti sarei io il primo a lamentarmene.
Sono d'accordo invece con chi rileva la presenza di alcuni "boss" francamente ridicoli, di alcuni azzardi narrativi e di un ritmo dell'azione poco costante, capace di passare da fasi a forte velocità ad altre molto lente.
Anche tenendo conto di questi difetti, tuttavia, resto dell'idea che "Black Bullet" si sia rivelato un buon titolo tanto da indurmi a vederlo (quasi) tutto d'un fiato. Il mio parere è dunque positivo, a cui si aggiunge la speranza di riuscire a vedere, in un prossimo futuro, una seconda serie basata sulle avventure di Raintarou e compagni.
Faccio questa lunga premessa perché stavolta proprio non riesco a capire come mai un titolo come "Black Bullet" possa essere stato oggetto di tutte queste critiche. E' pacifico che non vincerà mai il titolo di anime più bello dell'anno; ed è doveroso sottolineare il mio rispetto per le opinioni di tutti. Però è altrettanto lecito affermare che non concordo affatto su alcuni punti che sono stati posti alla base della demolizione di un titolo che, a mio avviso, è complessivamente più che discreto.
Partiamo con la trama. In un futuro più o meno lontano la Terra viene invasa dai "gastrea", dei parassiti giganteschi che attaccano gli uomini provocando in essi una mutazione che li trasforma a loro volta in gastrea. Così, per sopravvivere, il genere umano ha dovuto costruire attorno alle proprie città una serie di monoliti in "viridium", un minerale a cui i parassiti risultano essere piuttosto allergici; per quanto riguarda, invece, la difesa interna essa è affidata ad "ufficiali", facenti capo a delle peculiari agenzie, i quali vengono affiancati nella loro caccia ai gastrea dalle cosiddette "bambine maledette". Quando un gastrea attacca una donna incinta, infatti, finisce per infettare anche il feto e, solo in caso in cui il sesso del nascituro sia femminile, il neonato nascerà con un'altissima capacità di rigenerazione ed una forza fuori dal comune; queste bambine hanno dunque caratteristiche sia umane che parassitarie e, per questo, seppur vengono utilizzate stabilmente come strumento di difesa, sono disprezzate da molti e vengono definite "maledette". "Black Bullet" seguirà le gesta di un ufficiale, Rentarou Satomi, e della sua bambina maledetta, Enju Aihara.
Lo scenario su cui si basa questa storia non può certo dirsi originalissimo; i monoliti, ad esempio, mi hanno ricordato i muri che proteggono la città ne "L'attacco dei giganti". E anche la sceneggiatura non spicca certo per innovatività. Nonostante questo, però, entrambi riescono ad avere e a mantenere un loro fascino grazie ad una struttura narrativa che sa essere coinvolgente ed affascinante. I personaggi principali sono stati costruiti con un'estrema attenzione al lato psicologico che risalta soprattutto in occasione di alcune scene che io altrove ho definito come coraggiose, perché potrebbero far storcere il naso a chi non ama la rappresentazione di un certo tipo di violenza; tuttavia, queste mettono in evidenza in modo molto realistico alcuni degli aspetti più odiosi dell'animo umano, come la vigliaccheria, la tendenza a ghettizzare ciò che è diverso e la tendenza ad usare violenza verso chi è più debole per dar sfogo alle proprie frustrazioni. Tutto questo attraverso l'uso di un apparato grafico e di una colonna sonora di primissimo piano.
Detto questo, ricollegandomi a quanto detto inizialmente, vediamo invece cosa viene generalmente contestato a questo anime.
Per cominciare c'è senza dubbio una fortissima antipatia verso la componente "lolicon" presente in questo titolo. E' innegabile che suona strano sentirsi dire che i gastrea contagiano in quel modo solo i feti delle femminucce; ed è altrettanto innegabile che è stato creato un cast di bambine maledette che rispecchiano le varie figure canoniche delle loli (mettere le orecchie da gatto ad una bambina in un contesto del genere è il massimo del cattivo gusto). Quindi io non contesto la presenza di elementi lolicon; ciò che contesto è la sua rilevanza. Queste bambine sono davvero così fastidiose? O è solo la loro esistenza a far bocciare in toto l'intero anime? Secondo me è stata più la seconda ipotesi a spingere in molti a ritenere spazzatura questo titolo: pur esistendo, infatti, queste bambinette non sono poi così irritanti; chi sostiene il contrario farebbe bene a vedere altri titoli del genere per vedere fin dove può spingere l'irritazione per la presenza di bambine petulanti.
Lo stesso discorso vale per chi parla di "harem": non bastano un gruppo di ragazze che si dicono innamorate di una persona per fare un harem; in più, qui Rantarou è un eroe, è abbastanza normale che delle bambine ne rimangano affascinate, ancor di più se costui è anche l'unico che non le discrimina ma le difende. E, qualunque sia il motivo, non sono qui presenti rilevanti allusioni sessuali, altrimenti sarei io il primo a lamentarmene.
Sono d'accordo invece con chi rileva la presenza di alcuni "boss" francamente ridicoli, di alcuni azzardi narrativi e di un ritmo dell'azione poco costante, capace di passare da fasi a forte velocità ad altre molto lente.
Anche tenendo conto di questi difetti, tuttavia, resto dell'idea che "Black Bullet" si sia rivelato un buon titolo tanto da indurmi a vederlo (quasi) tutto d'un fiato. Il mio parere è dunque positivo, a cui si aggiunge la speranza di riuscire a vedere, in un prossimo futuro, una seconda serie basata sulle avventure di Raintarou e compagni.
Ho terminato la visione di questo Anime (stagione unica composta da 13 episodi) e non voglio mancare a comunicarvi il mio parere: la serie mi è piaciuta!
Ambientazione post-apocalittica, con elementi fantascientifici, protagonista principale un liceale, Rentarō Satomi, assistito da una ragazzina, Enju Aihara, diciamo mutante; entrambi - ovviamente - con forti poteri, impegnati a combattere dei mostri "Gastrea".
Rentarō ha un grande cuore, mostra compassione per i "bambini maledetti".
L'innocenza, l'ingenuità e le vicissitudini di quest'ultimi mi hanno fatto molta tenerezza, quasi fino alle lacrime.
Certi aspetti, come il fatto stesso di una città dai ritmi apparentemente normali, pur essendo circondata da ambiente ostile, oppure capovolgimenti come quello riguardante Kagetane Hiruko, possono lasciar un po' perplessi, ma secondo me la storia scorre abbastanza bene, ed è disegnata con cura.
Bella sia la sigla d'apertura sia quella di chiusura.
Insomma, sicuramente da vedere.
Ambientazione post-apocalittica, con elementi fantascientifici, protagonista principale un liceale, Rentarō Satomi, assistito da una ragazzina, Enju Aihara, diciamo mutante; entrambi - ovviamente - con forti poteri, impegnati a combattere dei mostri "Gastrea".
Rentarō ha un grande cuore, mostra compassione per i "bambini maledetti".
L'innocenza, l'ingenuità e le vicissitudini di quest'ultimi mi hanno fatto molta tenerezza, quasi fino alle lacrime.
Certi aspetti, come il fatto stesso di una città dai ritmi apparentemente normali, pur essendo circondata da ambiente ostile, oppure capovolgimenti come quello riguardante Kagetane Hiruko, possono lasciar un po' perplessi, ma secondo me la storia scorre abbastanza bene, ed è disegnata con cura.
Bella sia la sigla d'apertura sia quella di chiusura.
Insomma, sicuramente da vedere.
"Black Bullet" sotto certi aspetti si può definire un anime molto buono, per altri aspetti un disastro.
Partiamo dalla trama. Se all'inizio può intrigare o comunque essere abbastanza gradita, col tempo ha uno sviluppo veramente pessimo e presenta molti buchi. Senza contare il fatto che è piena zeppa di elementi scopiazzati in giro (se prima di vedere questo anime avete visto "Shingeki no Kyojin" potete capire meglio quello che ho detto in precedenza). Questa trama è piena di momenti in cui non capisci cosa stia succedendo, prima dicono una cosa poi viene automaticamente smentita, insomma l'autore non sembra essere molto portato per le novel. Darei un 4.
Passiamo ai personaggi. Ho apprezzato particolarmente la protagonista Enju, ma più in generale quasi tutte le loli di questo anime. Il protagonista è figo ma non ha nulla di originale che lo faccia distinguere dai soliti personaggi che si trovano in altre opere. Gli altri invece non sono il massimo e tendono ad essere dimenticati facilmente. Il mio voto è un 7.
L'aspetto sonoro e grafico è uno dei punti forti di questo anime. Ho apprezzato davvero tanto sia la opening sia la ending, delle OST non ne ricordo nessuna in particolare però le animazioni sono ottime e il character desing è uno dei miei preferiti. Darei un 9 a questo aspetto.
Ho trovato anche particolarmente piacevole la visione di questo anime. E' davvero molto scorrevole e lo spettatore viene invogliato a vederlo. Il mio voto è 8.
Tirando le somme, il mio voto per questo anime è un 7 pieno. Lo consiglio vivamente a tutti i lolicon e a chi adora il character desing molto moe. Se adorate gli anime pieni di trama vi sconsiglio la visione perché sicuramente non riuscireste ad apprezzarlo appieno.
Partiamo dalla trama. Se all'inizio può intrigare o comunque essere abbastanza gradita, col tempo ha uno sviluppo veramente pessimo e presenta molti buchi. Senza contare il fatto che è piena zeppa di elementi scopiazzati in giro (se prima di vedere questo anime avete visto "Shingeki no Kyojin" potete capire meglio quello che ho detto in precedenza). Questa trama è piena di momenti in cui non capisci cosa stia succedendo, prima dicono una cosa poi viene automaticamente smentita, insomma l'autore non sembra essere molto portato per le novel. Darei un 4.
Passiamo ai personaggi. Ho apprezzato particolarmente la protagonista Enju, ma più in generale quasi tutte le loli di questo anime. Il protagonista è figo ma non ha nulla di originale che lo faccia distinguere dai soliti personaggi che si trovano in altre opere. Gli altri invece non sono il massimo e tendono ad essere dimenticati facilmente. Il mio voto è un 7.
L'aspetto sonoro e grafico è uno dei punti forti di questo anime. Ho apprezzato davvero tanto sia la opening sia la ending, delle OST non ne ricordo nessuna in particolare però le animazioni sono ottime e il character desing è uno dei miei preferiti. Darei un 9 a questo aspetto.
Ho trovato anche particolarmente piacevole la visione di questo anime. E' davvero molto scorrevole e lo spettatore viene invogliato a vederlo. Il mio voto è 8.
Tirando le somme, il mio voto per questo anime è un 7 pieno. Lo consiglio vivamente a tutti i lolicon e a chi adora il character desing molto moe. Se adorate gli anime pieni di trama vi sconsiglio la visione perché sicuramente non riuscireste ad apprezzarlo appieno.
La storia ambientata durante una guerra tra la popolazione terrestre e i Gastrea (insetti giganti che possono essere feriti unicamente da un metallo chiamato Vanarium) narra le vicende del "promoter" Rentarou e della sua "initiator" Enju, una bambina maledetta, nata da una donna contagiata dal virus gastrea durante la gravidanza. Come Enju ci saranno molte altre bambine, caso vuole che questo virus infatti faccia nascere solo neonati di sesso femminile. Questa mossa commerciale permette di dare sfogo a ogni tipo di perversione per le lolite (Midori, lolita-gatto ne è un esempio). Se proprio dovevano essere bambini almeno farli di entrambi i sessi...
da qui potreste incorrere in piccoli spoiler
Tralasciando il fattore lolicon per un attimo, il modo più semplice per descrivere questo anime si racchiude in un unico termine: frettoloso. Vengono affrontati un sacco di temi interessanti, ma in modo frettoloso, nemici compresi: è il caso del tizio mascherato e del livello 5, che dovrebbe essere fortissimo, sconfitti nello stesso episodio (a seguito di una missione per recuperare una valigetta importantissima che contiene.... un triciclo) oppure della "lancia di luce" battuto dopo un estenuante combat... no, dopo un solo pugno. Mentre gli spunti interessanti vengono ignorati o liquidati in pochi istanti: i giochi di poteri del governatore con il quale ha dei colloqui Lady Seitenshi, la discriminazione delle bambine maledette e di conseguenza il loro stato d'animo (in particolar modo poteva nascere uno spunto davvero interessante quando viene presentata la bambina che si versa il piombo fuso sugli occhi perchè alla mamma non piacevano) oppure si poteva approfondire anche solo il passato di Enju, della quale ci viene solo detto che era molto diffidente.
Al contrario verrà sprecato del tempo per delle scene di nulla nel 9° episodio e all'inizio del 10°, che potevano benissimo venire concentrate in meno minuti, dato che per la maggior parte saranno scene di lolite che circonderanno il protagonista dichiarandogli amore eterno e proponendosi in sposa.
A favore di "Black Bullet" si può senz'altro dire che è un anime ricco di colpi di scena: come il ritorno di Kagetane (che nonostante inizialmente volesse distruggere il mondo, ora lotta al fianco di Rentarou) oppure come il cambiamento nelle scene finali di Kisara; i colpi di scena ci stanno e sono ben accetti, ma non così poco approfonditi. La parte psicologica che spinge a questi colpi di scena è ignorata, semplicemente ci viene lanciato in faccia il fatto che è successo. Non si può, inoltre, certo dire che questo sia un anime perbuonista, dato che non mancheranno le morti di personaggi di una certa rilevanza.
Infine una parentesi su Rentarou... come protagonista non è mai riuscito a piacermi a causa delle sua arroganza e delle sue tendenze dittatoriali, che vediamo sia quando diventa comandante della resistenza quando pugnala un tizio che voleva scappare, quando ci si poteva chiarire a parole, sia quando precedentemente sale al 300° posto in graduatoria sparando alla guardia del corpo, la quale si vendicherà in modo stupido, dato che per un proprio capriccio rischia di condannare un'intera popolazione, lui compreso.
Per concludere un'ultima cosa... quasi all'inizio dell'anime viene mostrato il tasso di corrosione di Enju prossimo al 50%, ma per tutta la serie non risentirà di ciò e non ci sarà alcun rischio di trasformazione... deludente.
da qui potreste incorrere in piccoli spoiler
Tralasciando il fattore lolicon per un attimo, il modo più semplice per descrivere questo anime si racchiude in un unico termine: frettoloso. Vengono affrontati un sacco di temi interessanti, ma in modo frettoloso, nemici compresi: è il caso del tizio mascherato e del livello 5, che dovrebbe essere fortissimo, sconfitti nello stesso episodio (a seguito di una missione per recuperare una valigetta importantissima che contiene.... un triciclo) oppure della "lancia di luce" battuto dopo un estenuante combat... no, dopo un solo pugno. Mentre gli spunti interessanti vengono ignorati o liquidati in pochi istanti: i giochi di poteri del governatore con il quale ha dei colloqui Lady Seitenshi, la discriminazione delle bambine maledette e di conseguenza il loro stato d'animo (in particolar modo poteva nascere uno spunto davvero interessante quando viene presentata la bambina che si versa il piombo fuso sugli occhi perchè alla mamma non piacevano) oppure si poteva approfondire anche solo il passato di Enju, della quale ci viene solo detto che era molto diffidente.
Al contrario verrà sprecato del tempo per delle scene di nulla nel 9° episodio e all'inizio del 10°, che potevano benissimo venire concentrate in meno minuti, dato che per la maggior parte saranno scene di lolite che circonderanno il protagonista dichiarandogli amore eterno e proponendosi in sposa.
A favore di "Black Bullet" si può senz'altro dire che è un anime ricco di colpi di scena: come il ritorno di Kagetane (che nonostante inizialmente volesse distruggere il mondo, ora lotta al fianco di Rentarou) oppure come il cambiamento nelle scene finali di Kisara; i colpi di scena ci stanno e sono ben accetti, ma non così poco approfonditi. La parte psicologica che spinge a questi colpi di scena è ignorata, semplicemente ci viene lanciato in faccia il fatto che è successo. Non si può, inoltre, certo dire che questo sia un anime perbuonista, dato che non mancheranno le morti di personaggi di una certa rilevanza.
Infine una parentesi su Rentarou... come protagonista non è mai riuscito a piacermi a causa delle sua arroganza e delle sue tendenze dittatoriali, che vediamo sia quando diventa comandante della resistenza quando pugnala un tizio che voleva scappare, quando ci si poteva chiarire a parole, sia quando precedentemente sale al 300° posto in graduatoria sparando alla guardia del corpo, la quale si vendicherà in modo stupido, dato che per un proprio capriccio rischia di condannare un'intera popolazione, lui compreso.
Per concludere un'ultima cosa... quasi all'inizio dell'anime viene mostrato il tasso di corrosione di Enju prossimo al 50%, ma per tutta la serie non risentirà di ciò e non ci sarà alcun rischio di trasformazione... deludente.
"Black Bullet" è un anime del 2014, tratto da una serie di light novel scritte da Shiden Kanzaki e illustrate da Saki Ukai, tuttora in corso.
La trama è la seguente: nel 2031, l'umanità intera vive sotto la continua minaccia dei Gastrea, creature mostruose apparse 10 anni prima, che l'hanno quasi portata sull'orlo dell'estinzione. Questi esseri, quando non uccidono le persone, le infettano, trasformandole gradualmente in Gastrea a loro volta. Inoltre, a renderli ancora più pericolosi è il loro strabiliante tasso di rigenerazione, che li rende immuni alle comuni armi umane. Dopo ingenti perdite, il genere umano passa al contrattacco, grazie al Varanium, un minerale nero che repelle i Gastrea, bloccandone il processo di ricostituzione corporea. A protezione delle città, enormi monoliti in Varanium sono stati realizzati, allo scopo di respingere eventuali attacchi. In caso di penetrazione nemica negli insediamenti umani, ad intervenire sono degli ufficiali, detti Promoter, dotati di armamenti al Varanium, e le loro compagne Initiator, scelte tra quelle bambine nate da donne infettate dai mostri e che hanno, così, acquisito poteri particolari e capacità fisiche sovrumane. Tali bambine sono note soprattutto come l'appellativo di Bambine Maledette, a causa del loro stretto legame con i Gastrea, e sono spesso oggetto di discriminazione da parte della popolazione.
I protagonisti principali della vicenda sono Rentaro Satomi, un giovane Promoter, e Enju Aihara, la sua Initiator, i quali affronteranno una serie di pericoli mortali, provocati dai Gastrea e/o da esseri umani privi di scrupoli.
Poco tempo fa, "Black Bullet" era stato discretamente pubblicizzato e mentirei, se dicessi di non aver nutrito delle speranzose aspettative al riguardo. E mentirei, se dicessi di non essere rimasto, al contrario, piuttosto deluso.
L'idea di base (un attacco all'umanità da parte di creature mutanti, contrastate da individui speciali) è stata sfruttata più e più volte, in svariati anime, manga e romanzi, ma si tratta comunque di un concept che si presta bene al riutilizzo e che può sempre regalare qualche buon prodotto d'azione, unito a temi originali e personaggi ben caratterizzati. E, in effetti, "Black Bullet" propone una storia offuscata da un perenne alone di mistero, in cui sono oscuri diversi particolari, sia sull'origine dei Gastrea, sia sul passato dei personaggi principali, di cui ci vengono solo mostrati rapidi spezzoni o cui vengono fatti brevi riferimenti durante alcuni dialoghi. Si tratta di elementi che suscitano immediato interesse nello spettatore, soprattutto poiché sono fondamentali per comprendere appieno le motivazioni del protagonista e delle persone che lo circondano, nonché a spiegare l'improvvisa ed inspiegabile comparsa di creature tanto incredibili, quanto crudeli e assetate di sangue.
Purtroppo, questa serie fallisce nell'elaborare gli spunti a disposizione, presentando sviluppi scontati e personaggi banali, poco credibili e fin troppo legati ai cliché del genere. Raramente ci si sorprende per i vari colpi di scena, riguardanti l'identità di un nemico, o l'esito di uno scontro, e molti passaggi appaiono spesso come forzati. Molti dei personaggi secondari, più o meno importanti, hanno caratteristiche viste e riviste, così come le relazioni che intrattengono gli uni con gli altri. Ho trovato alquanto fuori posto quegli episodi in cui venivano presentate delle blande dinamiche da commedia harem, le quali, ovviamente, ruotano attorno al bel protagonista, che si rivela un inguaribile, nonché inconsapevole, playboy (soprattutto di Bambine Maledette, incapaci di resistere al suo fascino).
Le protagoniste femminili, tutte belle figliole, hanno atteggiamenti abbastanza abusati, come la pseudo-tsundere, o la riccona un po' superficiale. Solo Kisara Tendo, a capo dell'agenzia di sicurezza in cui lavorano Rentaro e Enju, riesce a tratti a sollevarsi al di sopra degli stereotipi, anche grazie ad una complessità di fondo che, però, non viene mai indagata più di tanto, per poi ricaderci a più riprese. Neanche le Bambine Maledette sono immuni ai luoghi comuni che infestano "Black Bullet", ma rimangono pur sempre personaggi molto più interessanti di tutti gli altri comprimari.
Gli stessi antagonisti umani, poi, non riescono ad essere accattivanti, nonostante Hiruko Kagetane, enigmatica e folle nemesi mascherata di Rentaro, faccia (da solo) del suo meglio per risultare interessante e carismatico, riuscendo solo in parte nel suo intento.
Rentaro è un personaggio altalenante: in alcuni momenti (la maggior parte), interpreta il classico protagonista complessato, segnato da un tragico passato, incline ad accessi di ira, talvolta eccessivamente timido, attaccato ad un rigoroso senso di giustizia e sempre pronto a motivarsi o deprimersi durante i combattimenti, così come prevede il copione. A volte, invece, riesce ad esprimere dubbi ben più umani e realistici, dando vita ad una caratterizzazione ben più affascinante, ma che passa in secondo piano, adombrata dai comportamenti imposti dal suo essere l'eroe di un anime commerciale.
Anche tecnicamente, questa serie non è niente di eccezionale: le animazioni sono abbastanza dinamiche, ma non sufficientemente fluide e spettacolari da far gridare al miracolo e permettere di ignorare i difetti di sceneggiatura; gli sfondi sono mediamente dettagliati e regalano, in alcune sequenze, qualche immagine suggestiva, soprattutto relativa alle ampie inquadrature aeree che mostrano la città di Tokyo circondata dagli imponenti monoliti in Varanium; la colonna sonora è abbastanza buona grazie ad un'ottima ending e, anche se l'opening non è del genere musicale che mi va più a genio, è comunque orecchiabile; ho apprezzato il design dei personaggi, molto curato e gradevole, anche se, alla lunga, vedere solo belle ragazze e bei ragazzi rende il tutto surreale; i Gastrea hanno a volte un aspetto banalissimo, simili a grossi insetti, a volte una struttura molto più complessa, ma tutto l'impegno nel trasporli è reso, a mio parere, vano da una pessima ed invasiva CG.
"Black Bullet", inoltre non riesce a centrare l'obiettivo di proporsi come un anime d'azione rispettabile, in quanto, nella maggior parte dei casi, i combattimenti sono brevissimi, poco incisivi, risolti quasi sempre grazie a miracolosi colpi di fortuna e caratterizzati da mosse banali, che vengono persino accompagnate da pittoreschi nomi di battaglia, con cui i protagonisti cercano di far capire che quei calci, pugni e stoccate, tutti uguali tra loro, sono in realtà straordinarie tecniche ben distinte.
A salvare "Black Bullet" dal''insufficienza è la questione delle Bambine Maledette e i rapporti che queste instaurano principalmente con Rentaro e con pochi altri Promoter: sempre profondi, intensi, teneri, dolorosi, legami più forti della paura della morte e dei Gastrea e che ignorano il fatto che le Initiator abbiano in loro lo stesso virus di quei mostri. Drammatica e commovente è il trattamento cui queste bambine sono sottoposte da parte della popolazione umana: discriminate, disprezzate, temute ed emarginate, considerate in tutto e per tutto uguali a quei Gastrea che hanno mietuto così tante vittime tra la gente e che, per questo, non sono degne di vivere né tantomeno avere gli stessi diritti degli essere umani non infetti. Vengono così abbandonate dalle proprie famiglie e tenute a distanza da tutti gli altri, costrette a vivere in miseria, bersaglio facile per chi ha sempre bisogno di un nemico da odiare e aiutati da pochi animi gentili. Ogni atto di crudeltà nei loro confronti mi ha letteralmente spezzato il cuore.
In conclusione, "Black Bullet" riesce a salvarsi per il rotto della cuffia, pur rivelandosi un lavoro piuttosto mediocre ma che, in ogni caso, è riuscito a catturare la mia attenzione e che mi spingerà a vedere, eventualmente, una seconda serie. Sei e mezzo.
La trama è la seguente: nel 2031, l'umanità intera vive sotto la continua minaccia dei Gastrea, creature mostruose apparse 10 anni prima, che l'hanno quasi portata sull'orlo dell'estinzione. Questi esseri, quando non uccidono le persone, le infettano, trasformandole gradualmente in Gastrea a loro volta. Inoltre, a renderli ancora più pericolosi è il loro strabiliante tasso di rigenerazione, che li rende immuni alle comuni armi umane. Dopo ingenti perdite, il genere umano passa al contrattacco, grazie al Varanium, un minerale nero che repelle i Gastrea, bloccandone il processo di ricostituzione corporea. A protezione delle città, enormi monoliti in Varanium sono stati realizzati, allo scopo di respingere eventuali attacchi. In caso di penetrazione nemica negli insediamenti umani, ad intervenire sono degli ufficiali, detti Promoter, dotati di armamenti al Varanium, e le loro compagne Initiator, scelte tra quelle bambine nate da donne infettate dai mostri e che hanno, così, acquisito poteri particolari e capacità fisiche sovrumane. Tali bambine sono note soprattutto come l'appellativo di Bambine Maledette, a causa del loro stretto legame con i Gastrea, e sono spesso oggetto di discriminazione da parte della popolazione.
I protagonisti principali della vicenda sono Rentaro Satomi, un giovane Promoter, e Enju Aihara, la sua Initiator, i quali affronteranno una serie di pericoli mortali, provocati dai Gastrea e/o da esseri umani privi di scrupoli.
Poco tempo fa, "Black Bullet" era stato discretamente pubblicizzato e mentirei, se dicessi di non aver nutrito delle speranzose aspettative al riguardo. E mentirei, se dicessi di non essere rimasto, al contrario, piuttosto deluso.
L'idea di base (un attacco all'umanità da parte di creature mutanti, contrastate da individui speciali) è stata sfruttata più e più volte, in svariati anime, manga e romanzi, ma si tratta comunque di un concept che si presta bene al riutilizzo e che può sempre regalare qualche buon prodotto d'azione, unito a temi originali e personaggi ben caratterizzati. E, in effetti, "Black Bullet" propone una storia offuscata da un perenne alone di mistero, in cui sono oscuri diversi particolari, sia sull'origine dei Gastrea, sia sul passato dei personaggi principali, di cui ci vengono solo mostrati rapidi spezzoni o cui vengono fatti brevi riferimenti durante alcuni dialoghi. Si tratta di elementi che suscitano immediato interesse nello spettatore, soprattutto poiché sono fondamentali per comprendere appieno le motivazioni del protagonista e delle persone che lo circondano, nonché a spiegare l'improvvisa ed inspiegabile comparsa di creature tanto incredibili, quanto crudeli e assetate di sangue.
Purtroppo, questa serie fallisce nell'elaborare gli spunti a disposizione, presentando sviluppi scontati e personaggi banali, poco credibili e fin troppo legati ai cliché del genere. Raramente ci si sorprende per i vari colpi di scena, riguardanti l'identità di un nemico, o l'esito di uno scontro, e molti passaggi appaiono spesso come forzati. Molti dei personaggi secondari, più o meno importanti, hanno caratteristiche viste e riviste, così come le relazioni che intrattengono gli uni con gli altri. Ho trovato alquanto fuori posto quegli episodi in cui venivano presentate delle blande dinamiche da commedia harem, le quali, ovviamente, ruotano attorno al bel protagonista, che si rivela un inguaribile, nonché inconsapevole, playboy (soprattutto di Bambine Maledette, incapaci di resistere al suo fascino).
Le protagoniste femminili, tutte belle figliole, hanno atteggiamenti abbastanza abusati, come la pseudo-tsundere, o la riccona un po' superficiale. Solo Kisara Tendo, a capo dell'agenzia di sicurezza in cui lavorano Rentaro e Enju, riesce a tratti a sollevarsi al di sopra degli stereotipi, anche grazie ad una complessità di fondo che, però, non viene mai indagata più di tanto, per poi ricaderci a più riprese. Neanche le Bambine Maledette sono immuni ai luoghi comuni che infestano "Black Bullet", ma rimangono pur sempre personaggi molto più interessanti di tutti gli altri comprimari.
Gli stessi antagonisti umani, poi, non riescono ad essere accattivanti, nonostante Hiruko Kagetane, enigmatica e folle nemesi mascherata di Rentaro, faccia (da solo) del suo meglio per risultare interessante e carismatico, riuscendo solo in parte nel suo intento.
Rentaro è un personaggio altalenante: in alcuni momenti (la maggior parte), interpreta il classico protagonista complessato, segnato da un tragico passato, incline ad accessi di ira, talvolta eccessivamente timido, attaccato ad un rigoroso senso di giustizia e sempre pronto a motivarsi o deprimersi durante i combattimenti, così come prevede il copione. A volte, invece, riesce ad esprimere dubbi ben più umani e realistici, dando vita ad una caratterizzazione ben più affascinante, ma che passa in secondo piano, adombrata dai comportamenti imposti dal suo essere l'eroe di un anime commerciale.
Anche tecnicamente, questa serie non è niente di eccezionale: le animazioni sono abbastanza dinamiche, ma non sufficientemente fluide e spettacolari da far gridare al miracolo e permettere di ignorare i difetti di sceneggiatura; gli sfondi sono mediamente dettagliati e regalano, in alcune sequenze, qualche immagine suggestiva, soprattutto relativa alle ampie inquadrature aeree che mostrano la città di Tokyo circondata dagli imponenti monoliti in Varanium; la colonna sonora è abbastanza buona grazie ad un'ottima ending e, anche se l'opening non è del genere musicale che mi va più a genio, è comunque orecchiabile; ho apprezzato il design dei personaggi, molto curato e gradevole, anche se, alla lunga, vedere solo belle ragazze e bei ragazzi rende il tutto surreale; i Gastrea hanno a volte un aspetto banalissimo, simili a grossi insetti, a volte una struttura molto più complessa, ma tutto l'impegno nel trasporli è reso, a mio parere, vano da una pessima ed invasiva CG.
"Black Bullet", inoltre non riesce a centrare l'obiettivo di proporsi come un anime d'azione rispettabile, in quanto, nella maggior parte dei casi, i combattimenti sono brevissimi, poco incisivi, risolti quasi sempre grazie a miracolosi colpi di fortuna e caratterizzati da mosse banali, che vengono persino accompagnate da pittoreschi nomi di battaglia, con cui i protagonisti cercano di far capire che quei calci, pugni e stoccate, tutti uguali tra loro, sono in realtà straordinarie tecniche ben distinte.
A salvare "Black Bullet" dal''insufficienza è la questione delle Bambine Maledette e i rapporti che queste instaurano principalmente con Rentaro e con pochi altri Promoter: sempre profondi, intensi, teneri, dolorosi, legami più forti della paura della morte e dei Gastrea e che ignorano il fatto che le Initiator abbiano in loro lo stesso virus di quei mostri. Drammatica e commovente è il trattamento cui queste bambine sono sottoposte da parte della popolazione umana: discriminate, disprezzate, temute ed emarginate, considerate in tutto e per tutto uguali a quei Gastrea che hanno mietuto così tante vittime tra la gente e che, per questo, non sono degne di vivere né tantomeno avere gli stessi diritti degli essere umani non infetti. Vengono così abbandonate dalle proprie famiglie e tenute a distanza da tutti gli altri, costrette a vivere in miseria, bersaglio facile per chi ha sempre bisogno di un nemico da odiare e aiutati da pochi animi gentili. Ogni atto di crudeltà nei loro confronti mi ha letteralmente spezzato il cuore.
In conclusione, "Black Bullet" riesce a salvarsi per il rotto della cuffia, pur rivelandosi un lavoro piuttosto mediocre ma che, in ogni caso, è riuscito a catturare la mia attenzione e che mi spingerà a vedere, eventualmente, una seconda serie. Sei e mezzo.
Se c'è una cosa che odio dal profondo del cuore sono quelle opere che iniziano col botto e che poi si perdono da lì a poco. A tale categoria appartiene l'inglorioso Black Bullet, anime del 2014 tratto dalla serie di light novel di Shiden Kanzati, iniziata tre anni prima e tutt'ora in corso in patria.
La storia è così riassumibile: Rentarō Satomi è un promoter, umani incaricati di occuparsi degli initiator, bambine maledette nate da genitori infetti dal virus dei Gastrea, enormi parassiti che nel 2021 hanno portato il genere umano sull'orlo dell'estinzione. Tra impegni personali e lavoro, Rentarō dovrà insieme ad Enju, la sua initiator, combattere la sempre impellente minaccia dei Gastrea al fine di preservare il genere umano, oramai ridotto ad un esiguo numero rispetto al passato.
Fatto questo dovuto preambolo, l'unico termine capace di descrivere la sensazione che ho provato guardando questa serie è delusione. Non che mi aspettassi chissà che cosa da questo prodotto, devo ammetterlo, ma è inevitabile finire la visione di tutti e 13 gli episodi senza avere il cosiddetto amaro in bocca, nonostante l'inizio fosse dei più promettenti: brioso, ben ritmato, con una regia degna di nota e sagace; insomma, tutti gli ingredienti per una serie che poteva convincere ed avvincere. Cos'è che non ha funzionato, dunque? La risposta sommariamente riassumibile in una sola parola: approssimazione. Black Bullet soffre purtroppo di quello che è un male comune a molti anime tratti da light novel, ovvero la mancanza di una solida sceneggiatura pensata appositamente per una trasposizione animata. Da questo enorme neo nascono una serie di mancanze che si faranno sentire, sempre più pesantemente, con il passare degli episodi. A partire dalle caratterizzazioni dei personaggi: se Rentarō ed Enju sono più o meno caratterizzati bene e restano nei loro ruoli durante tutto l'arco della narrazione, personaggi come Kisara - la boss di Rentarō che da buona diventa cattiva con una scusa barbina - e Hiruko - il cattivo della prima parte dell'anime che senza un vero motivo passa in secondo piano ed anzi, aiuta il protagonista nella sua battaglia finale - non godono della stessa felice sorte. Ad alimentare tale sensazione ci pensano poi una serie di personaggi secondari decisamente anonimi ed inutili (praticamente tutti, governatrice di Tokyo compresa) che conferiscono all'anime un alone di incompiuto ed arronzato. Per non parlare del finale poi, un vero scempio che corre sulle note dell'approssimazione e dell'inconcludenza. Un vero inno alla mancanza di idee.
Sul piano realizzativo Black Bullet è alquanto contraddittorio: le prime puntate sono realizzate ottimamente e godono di una regia più che buona - probabilmente grazie al manga realizzato nel 2012 da cui traggono spunto - mentre tutta la seconda parte è realizzata molto male, con animazioni imprecise, un uso inappropriato della CG e tante, forse troppe, incoerenze narrative rappresentate a ritmi sballati e poco coinvolgenti. Stesso dicasi per il commento sonoro, abbastanza commerciale ed incapace di sottolineare a dovere i momenti topici della serie.
Ma il vero male di Black Bullet si annidia altrove, ed è qualcosa di talmente fastidioso da risultare quasi molesto nel suo essere: il fattore lolicon. Se in un primo momento le initiator vengono tollerate e contestualizzate, con il passare degli episodi la soglia di sopportazione si riduce drasticamente fino a svanire del tutto, rendendo così la loro presenza spesso inopportuna e fastidiosa. Senza contare poi che quasi tutte, e non sto scherzando, finiscono con l'innamorarsi del nostro Rentarō! Ah, diavolo di uno sciupafemmine, cosa gli fai tu alle donne io non lo so!
Ogni forma di sarcasmo è voluta, ovviamente.
Ricapitolando, Black Bullet è una serie dalle profonde incoerenze e contraddizioni, che inizia bene, ma si conclude nel peggiore dei modi: con approssimazione e mancanza di idee.
In tutta onestà la consiglierei solo a chi mi odia, così, per puro sadismo.
Da evitare con estrema cautela.
La storia è così riassumibile: Rentarō Satomi è un promoter, umani incaricati di occuparsi degli initiator, bambine maledette nate da genitori infetti dal virus dei Gastrea, enormi parassiti che nel 2021 hanno portato il genere umano sull'orlo dell'estinzione. Tra impegni personali e lavoro, Rentarō dovrà insieme ad Enju, la sua initiator, combattere la sempre impellente minaccia dei Gastrea al fine di preservare il genere umano, oramai ridotto ad un esiguo numero rispetto al passato.
Fatto questo dovuto preambolo, l'unico termine capace di descrivere la sensazione che ho provato guardando questa serie è delusione. Non che mi aspettassi chissà che cosa da questo prodotto, devo ammetterlo, ma è inevitabile finire la visione di tutti e 13 gli episodi senza avere il cosiddetto amaro in bocca, nonostante l'inizio fosse dei più promettenti: brioso, ben ritmato, con una regia degna di nota e sagace; insomma, tutti gli ingredienti per una serie che poteva convincere ed avvincere. Cos'è che non ha funzionato, dunque? La risposta sommariamente riassumibile in una sola parola: approssimazione. Black Bullet soffre purtroppo di quello che è un male comune a molti anime tratti da light novel, ovvero la mancanza di una solida sceneggiatura pensata appositamente per una trasposizione animata. Da questo enorme neo nascono una serie di mancanze che si faranno sentire, sempre più pesantemente, con il passare degli episodi. A partire dalle caratterizzazioni dei personaggi: se Rentarō ed Enju sono più o meno caratterizzati bene e restano nei loro ruoli durante tutto l'arco della narrazione, personaggi come Kisara - la boss di Rentarō che da buona diventa cattiva con una scusa barbina - e Hiruko - il cattivo della prima parte dell'anime che senza un vero motivo passa in secondo piano ed anzi, aiuta il protagonista nella sua battaglia finale - non godono della stessa felice sorte. Ad alimentare tale sensazione ci pensano poi una serie di personaggi secondari decisamente anonimi ed inutili (praticamente tutti, governatrice di Tokyo compresa) che conferiscono all'anime un alone di incompiuto ed arronzato. Per non parlare del finale poi, un vero scempio che corre sulle note dell'approssimazione e dell'inconcludenza. Un vero inno alla mancanza di idee.
Sul piano realizzativo Black Bullet è alquanto contraddittorio: le prime puntate sono realizzate ottimamente e godono di una regia più che buona - probabilmente grazie al manga realizzato nel 2012 da cui traggono spunto - mentre tutta la seconda parte è realizzata molto male, con animazioni imprecise, un uso inappropriato della CG e tante, forse troppe, incoerenze narrative rappresentate a ritmi sballati e poco coinvolgenti. Stesso dicasi per il commento sonoro, abbastanza commerciale ed incapace di sottolineare a dovere i momenti topici della serie.
Ma il vero male di Black Bullet si annidia altrove, ed è qualcosa di talmente fastidioso da risultare quasi molesto nel suo essere: il fattore lolicon. Se in un primo momento le initiator vengono tollerate e contestualizzate, con il passare degli episodi la soglia di sopportazione si riduce drasticamente fino a svanire del tutto, rendendo così la loro presenza spesso inopportuna e fastidiosa. Senza contare poi che quasi tutte, e non sto scherzando, finiscono con l'innamorarsi del nostro Rentarō! Ah, diavolo di uno sciupafemmine, cosa gli fai tu alle donne io non lo so!
Ogni forma di sarcasmo è voluta, ovviamente.
Ricapitolando, Black Bullet è una serie dalle profonde incoerenze e contraddizioni, che inizia bene, ma si conclude nel peggiore dei modi: con approssimazione e mancanza di idee.
In tutta onestà la consiglierei solo a chi mi odia, così, per puro sadismo.
Da evitare con estrema cautela.
Anche questo Black Bullet, titolo su cui riponevo diverse aspettative, si chiude, purtroppo, con un accesso privilegiato verso il dimenticatoio.
Nonostante momenti positivi, infatti, spesso riconducibili alle fasi di combattimento, alcune volte ben fatte, questo titolo si rivela zoppicante in più aspetti, rivelando un'anima dannatamente fragile, fino al caotico e deludente finale.
I combattimenti in linea di massima sono per lo più spettacolari, o comunque gradevoli da vedere, con le combo create dai colpi degli ufficiali e delle loro piccole aiutanti.
E qui però, emerge una delle prime lacune del titolo. I super poteri delle ragazzine, appaiono spesso poco bilanciati, e non si capisce in base a quale criterio la coppia dei protagonisti sia giudicata inferiore o superiore (perchè esiste un vero e proprio ranking, a riguardo) ad altre coppie analoghe che combattono contro i temibili Gastrea. Insomma per fare un paragone, il meccanismo dei super poteri in Gokukoku no Brynhildr funziona decisamente meglio, con una struttura ed un meccanismo oliati alla perfezione, mentre qui si ha sempre l'impressione che la coppia Rintaro - Enju sia più forte o più debole di altre perchè così fa comodo che sia per il proseguo della storia.
Un ulteriore problema che emerge e si rivela sempre più evidente man mano che gli episodi vengono snocciolati è la scarsa introspezione psicologica dei personaggi. Talvolta gli iter che i nostri eroi compiono, sono letteralmente incomprensibili e contrastanti con quanto fatto in precedenza, quando invece questo non avviene, ci troviamo davanti a personaggi dalla pochezza desolante, più o meno tutti stereotipi visti e rivisti.
Forse unica eccezione la rappresenta Rintaro, il protagonista, che soffre in prima persona per l'emarginazione vissuta dalle bambine contaminate dal virus dei Gastrea, che hanno ottenuto quindi parte dei loro poteri, ma vengono ostracizzate senza pietà dal resto della popolazione.
Questa sua sofferenza, insieme al tentativo di alleviare la condizione delle ragazzine, eleva il protagonista dal piattume generale dei personaggi dell'anime, rendendolo sicuramente il personaggio più riuscito.
Il chara design non è malvagio, forse un'altra cosa che insieme alle fasi di combattimento non mi è dispiaciuta. Quello dei personaggi umani si rivela gradevole e ben variegato, quello dei mostri, dei Gastrea, invece, è decisamente più abbozzato, visto che spesso o quasi sempre i mostri sono in CG, e francamente non ho memoria di uno dei mostri che mi abbia colpito in particolare. Scordatevi mostri che lasciano il segno tipo una Silen di Devilman, per intendersi.
La trama si barcamena faticosamente con momenti più vivi ed altri più noiosi, fino al finale, che non mi è davvero piaciuto, con cambi repentini dei modi di agire di due personaggi, tra i principali, che ho trovato decisamente fuori luogo. Un tentativo di effettuare un colpo di scena, che si è rivelato un vero e proprio boomerang per questo anime, che invece di venirne valorizzato, termina lasciando una pessima impressione sullo spettatore.
In linea con la mediocrità dell'intero prodotto anche la OST, con la sola opening a spiccare sul resto del comparto sonoro.
Per chiudere, questo Black Bullet non è decisamente un anime che rimarrà nei vostri ricordi come uno dei più belli che avete visto, è un prodotto mediocre, con alcuni punti a favore, e molti altri decisamente da rivedere.
Se apprezzate prodotti similari, con lotte tra umani e mostruosità varie, con qualche loli (tristezza) ad allietare il tutto, allora potete dargli una chance, altrimenti c'è sicuramente di meglio, in questo settore.
Nonostante momenti positivi, infatti, spesso riconducibili alle fasi di combattimento, alcune volte ben fatte, questo titolo si rivela zoppicante in più aspetti, rivelando un'anima dannatamente fragile, fino al caotico e deludente finale.
I combattimenti in linea di massima sono per lo più spettacolari, o comunque gradevoli da vedere, con le combo create dai colpi degli ufficiali e delle loro piccole aiutanti.
E qui però, emerge una delle prime lacune del titolo. I super poteri delle ragazzine, appaiono spesso poco bilanciati, e non si capisce in base a quale criterio la coppia dei protagonisti sia giudicata inferiore o superiore (perchè esiste un vero e proprio ranking, a riguardo) ad altre coppie analoghe che combattono contro i temibili Gastrea. Insomma per fare un paragone, il meccanismo dei super poteri in Gokukoku no Brynhildr funziona decisamente meglio, con una struttura ed un meccanismo oliati alla perfezione, mentre qui si ha sempre l'impressione che la coppia Rintaro - Enju sia più forte o più debole di altre perchè così fa comodo che sia per il proseguo della storia.
Un ulteriore problema che emerge e si rivela sempre più evidente man mano che gli episodi vengono snocciolati è la scarsa introspezione psicologica dei personaggi. Talvolta gli iter che i nostri eroi compiono, sono letteralmente incomprensibili e contrastanti con quanto fatto in precedenza, quando invece questo non avviene, ci troviamo davanti a personaggi dalla pochezza desolante, più o meno tutti stereotipi visti e rivisti.
Forse unica eccezione la rappresenta Rintaro, il protagonista, che soffre in prima persona per l'emarginazione vissuta dalle bambine contaminate dal virus dei Gastrea, che hanno ottenuto quindi parte dei loro poteri, ma vengono ostracizzate senza pietà dal resto della popolazione.
Questa sua sofferenza, insieme al tentativo di alleviare la condizione delle ragazzine, eleva il protagonista dal piattume generale dei personaggi dell'anime, rendendolo sicuramente il personaggio più riuscito.
Il chara design non è malvagio, forse un'altra cosa che insieme alle fasi di combattimento non mi è dispiaciuta. Quello dei personaggi umani si rivela gradevole e ben variegato, quello dei mostri, dei Gastrea, invece, è decisamente più abbozzato, visto che spesso o quasi sempre i mostri sono in CG, e francamente non ho memoria di uno dei mostri che mi abbia colpito in particolare. Scordatevi mostri che lasciano il segno tipo una Silen di Devilman, per intendersi.
La trama si barcamena faticosamente con momenti più vivi ed altri più noiosi, fino al finale, che non mi è davvero piaciuto, con cambi repentini dei modi di agire di due personaggi, tra i principali, che ho trovato decisamente fuori luogo. Un tentativo di effettuare un colpo di scena, che si è rivelato un vero e proprio boomerang per questo anime, che invece di venirne valorizzato, termina lasciando una pessima impressione sullo spettatore.
In linea con la mediocrità dell'intero prodotto anche la OST, con la sola opening a spiccare sul resto del comparto sonoro.
Per chiudere, questo Black Bullet non è decisamente un anime che rimarrà nei vostri ricordi come uno dei più belli che avete visto, è un prodotto mediocre, con alcuni punti a favore, e molti altri decisamente da rivedere.
Se apprezzate prodotti similari, con lotte tra umani e mostruosità varie, con qualche loli (tristezza) ad allietare il tutto, allora potete dargli una chance, altrimenti c'è sicuramente di meglio, in questo settore.
Tante erano le aspettative nei confronti di questo titolo, doveva essere un concentrato d'azione e combattimenti, e invece molte delle aspettative sono risultate disattese, relegando il prodotto a mero shōnen esaltato.
Black Bullet è una serie della stagione primaverile 2014 composta da 13 episodi di durata canonica. L'opera deriva dall'omonima light novel del 2011, la quale ha dato origine ad un manga nel 2014.
Trama: nell'anno 2021 l'umanità è stata decimata dall'epidemia del Gastrea, un virus di origine aliena che ha costretto gli esseri umani a vivere vicino a dei monoliti realizzati col metallo "varanium" I Gastrea sono anche dei mostri dalle dimensioni mutevoli, e se il grado d'infezione di un essere umano oltrepassa determinati livelli, muta in mostro. Tale metallo è noto per la capacità contenere il fenomeno dei Gastrea. A causa del virus compaiono le "bambine maledette", poiché affette dal virus fin dalla nascita e dotate di poteri sovrumani. Per fronteggiare il pericolo del Gastrea, vengono create apposta delle agenzie di sicurezza che agiscono in coppie formate da un Initiator (una bambina maledetta) e un Promoter (un umano incaricato di controllare il proprio Initiator).
Dieci anni dopo l'epidemia, Rentarō Satomi, uno studente di scuola superiore nonché Promoter dell'agenzia di sicurezza della sua amica d'infanzia Kisara Tendō, ed Enju Aihara, la sua Initiator, ricevono una missione segreta per prevenire la distruzione dell'area di Tokyo, ormai accerchiata dall'invasione dei mostruosi Gastrea.
Grafica: buona nonostante alcune imperfezioni. Le ambientazioni sono realizzate piuttosto bene, con una gradevolezza estetica notevole e una cura dei dettagli piuttosto buona. Da segnalare un discreto numero di errori di proporzione e cali grafici. Il character design è piuttosto bello. Monster design altalenante.
Sonoro: con ogni probabilità è l'aspetto più curato dell'intera serie. L'opening risulta piuttosto ben fatta, a tratti ricorda la seconda serie dell'attacco dei giganti. L'ending è molto più suggestiva ed evocativa, la gradevolezza sonora è superiore. Ottimi OST, molto gradevoli durante le scene d'azione. Effetti sonori piuttosto buono. Doppiaggio nella media.
Personaggi: alcuni personaggi di Black Bullet appaiono gradevoli e piuttosto ben realizzati, altri appaiono come triste macchiette di contorno, altri ancora, come soggetti inutili e fastidiosi. La caratterizzazione risulta non sempre riuscita, il fattore introspettivo e psicologico non appare ben strutturato. Il fattore di crescita evolutiva è presente. L'interazione è discreta.
Sceneggiatura: l'opera pare piuttosto semplice, la gestione temporale è complessivamente semplice, fluida e lineare, priva di fastidiosi salti temporali. La presenza di qualche flashback non infastidisce più di tanto. Il ritmo s'attesta su livelli medi, sebbene siano presenti diverse scene piene di forzature e assurdità, in perfetto stile shōnen iper pompato), in particolar modo nelle scene d'azione, ove impera la violenza. La gestione della morte non è ottimale, spesso è presente unicamente allo scopo di suscitare tristezza nello spettatore. I dialoghi sono passabili.
Finale: altalenante. Qualche combattimento si salva per l'impatto che crea, però è la fiera delle forzature e dei piagnistei. Gente che cambia carattere da un momento all'altro, gente che accoppa e glielo lasciano fare senza avvertire le forze dell'ordine. L'arco narrativo s'è concluso, ma è palese che l'intera storia andrà avanti, anche se l'ipotesi di una seconda serie pare quanto mai poco probabile, viste le scarse vendite.
In sintesi: Black Bullet aveva il potenziale per essere una grande serie, ma alla fine, con tutte quelle forzature, cali grafici e cadute di stile, si è rivelato essere una shonenata fatta e finita. Tanto potenziale sprecato, e tante occasioni mancate. Ciononostante l'opera risulta ancora guardabile, strappando una sufficienza risicata. Consigliato agli amanti dell'azione e delle loli.
Black Bullet è una serie della stagione primaverile 2014 composta da 13 episodi di durata canonica. L'opera deriva dall'omonima light novel del 2011, la quale ha dato origine ad un manga nel 2014.
Trama: nell'anno 2021 l'umanità è stata decimata dall'epidemia del Gastrea, un virus di origine aliena che ha costretto gli esseri umani a vivere vicino a dei monoliti realizzati col metallo "varanium" I Gastrea sono anche dei mostri dalle dimensioni mutevoli, e se il grado d'infezione di un essere umano oltrepassa determinati livelli, muta in mostro. Tale metallo è noto per la capacità contenere il fenomeno dei Gastrea. A causa del virus compaiono le "bambine maledette", poiché affette dal virus fin dalla nascita e dotate di poteri sovrumani. Per fronteggiare il pericolo del Gastrea, vengono create apposta delle agenzie di sicurezza che agiscono in coppie formate da un Initiator (una bambina maledetta) e un Promoter (un umano incaricato di controllare il proprio Initiator).
Dieci anni dopo l'epidemia, Rentarō Satomi, uno studente di scuola superiore nonché Promoter dell'agenzia di sicurezza della sua amica d'infanzia Kisara Tendō, ed Enju Aihara, la sua Initiator, ricevono una missione segreta per prevenire la distruzione dell'area di Tokyo, ormai accerchiata dall'invasione dei mostruosi Gastrea.
Grafica: buona nonostante alcune imperfezioni. Le ambientazioni sono realizzate piuttosto bene, con una gradevolezza estetica notevole e una cura dei dettagli piuttosto buona. Da segnalare un discreto numero di errori di proporzione e cali grafici. Il character design è piuttosto bello. Monster design altalenante.
Sonoro: con ogni probabilità è l'aspetto più curato dell'intera serie. L'opening risulta piuttosto ben fatta, a tratti ricorda la seconda serie dell'attacco dei giganti. L'ending è molto più suggestiva ed evocativa, la gradevolezza sonora è superiore. Ottimi OST, molto gradevoli durante le scene d'azione. Effetti sonori piuttosto buono. Doppiaggio nella media.
Personaggi: alcuni personaggi di Black Bullet appaiono gradevoli e piuttosto ben realizzati, altri appaiono come triste macchiette di contorno, altri ancora, come soggetti inutili e fastidiosi. La caratterizzazione risulta non sempre riuscita, il fattore introspettivo e psicologico non appare ben strutturato. Il fattore di crescita evolutiva è presente. L'interazione è discreta.
Sceneggiatura: l'opera pare piuttosto semplice, la gestione temporale è complessivamente semplice, fluida e lineare, priva di fastidiosi salti temporali. La presenza di qualche flashback non infastidisce più di tanto. Il ritmo s'attesta su livelli medi, sebbene siano presenti diverse scene piene di forzature e assurdità, in perfetto stile shōnen iper pompato), in particolar modo nelle scene d'azione, ove impera la violenza. La gestione della morte non è ottimale, spesso è presente unicamente allo scopo di suscitare tristezza nello spettatore. I dialoghi sono passabili.
Finale: altalenante. Qualche combattimento si salva per l'impatto che crea, però è la fiera delle forzature e dei piagnistei. Gente che cambia carattere da un momento all'altro, gente che accoppa e glielo lasciano fare senza avvertire le forze dell'ordine. L'arco narrativo s'è concluso, ma è palese che l'intera storia andrà avanti, anche se l'ipotesi di una seconda serie pare quanto mai poco probabile, viste le scarse vendite.
In sintesi: Black Bullet aveva il potenziale per essere una grande serie, ma alla fine, con tutte quelle forzature, cali grafici e cadute di stile, si è rivelato essere una shonenata fatta e finita. Tanto potenziale sprecato, e tante occasioni mancate. Ciononostante l'opera risulta ancora guardabile, strappando una sufficienza risicata. Consigliato agli amanti dell'azione e delle loli.
La similitudine con il più famoso Shingeki no Kyojin è impossibile evitarla. L'umanità è sull'orlo dell'estinzione per colpa dei gastrea, una una razza aliena(?) insettiforme che divora gli esseri umani. Rentarou, il nostro protagonista, vive in una città circondata da mura, in realtà enormi pilastri di una sostanza "repellente" questi mostri. Al suo interno vivono anche le cosiddette bambine maledette che nate dopo l'arrivo dei gastrea sono dotate di poteri sovraumani per il mix genetico che le accomuna a questi ultimi.
Anche l'opening ricorda indubbiamente la colonna sonora dell'anime 'l'attacco dei giganti', purtroppo però non ne regge il confronto.
Sebbeme sia infatti un anime con un grande potenziale, che traspare già nel primo episodio, finisce poi per crollare irrimediabilmente nella seconda metà dell'opera.
Se da un lato abbiamo un reparto tecnico davvero ben costruito dalla prima all'ultima puntata, nel finale invece la trama, ma specialmente la sceneggiatura sfiorano il grottesco.
Nel corso dell'opera traspaiono riflessioni interessanti come la paura e l'emarginazione del diverso, il finto perbenismo della società, il rapporto con la vendetta e il significato di sopravvivenza. In realtà poi nessuno di questi temi viene realmente affrontato o perlomeno non seriamente. Il finale ne è un esempio lampante dove vi è un completo rovesciamento di uno dei personaggi principali che non risulta per niente credibile.
Collegandomi a quest' aspetto emerge un altra nota decisamente negativa di quest'anime: la coerenza dei personaggi. Ci sono comportamenti di alcuni di essi e colpi di scena che risultano forzati e a cui è difficile credere, proprio per il modo in cui erano stati costruiti e caratterizzati.
Il tredicesimo episodio si conclude con ancora molte domande e questioni irrisolte che presagiscono ad una seconda stagione. La paura è che si faranno altri salti mortali per sciogliere i nodi che la prima stagione è venuta a creare, continuando la serie di stravolgimenti no-sense.
Nonostante queste mie considerazioni negative, dovute alla trama fallace, nel complesso risulta un anime godibile. Scene di combattimento vengono sapientemente alternate ad altre più comiche o riflessive in un bel mix che intrattiene lo spettatore.
Voto: un 7 risicato.
Anche l'opening ricorda indubbiamente la colonna sonora dell'anime 'l'attacco dei giganti', purtroppo però non ne regge il confronto.
Sebbeme sia infatti un anime con un grande potenziale, che traspare già nel primo episodio, finisce poi per crollare irrimediabilmente nella seconda metà dell'opera.
Se da un lato abbiamo un reparto tecnico davvero ben costruito dalla prima all'ultima puntata, nel finale invece la trama, ma specialmente la sceneggiatura sfiorano il grottesco.
Nel corso dell'opera traspaiono riflessioni interessanti come la paura e l'emarginazione del diverso, il finto perbenismo della società, il rapporto con la vendetta e il significato di sopravvivenza. In realtà poi nessuno di questi temi viene realmente affrontato o perlomeno non seriamente. Il finale ne è un esempio lampante dove vi è un completo rovesciamento di uno dei personaggi principali che non risulta per niente credibile.
Collegandomi a quest' aspetto emerge un altra nota decisamente negativa di quest'anime: la coerenza dei personaggi. Ci sono comportamenti di alcuni di essi e colpi di scena che risultano forzati e a cui è difficile credere, proprio per il modo in cui erano stati costruiti e caratterizzati.
Il tredicesimo episodio si conclude con ancora molte domande e questioni irrisolte che presagiscono ad una seconda stagione. La paura è che si faranno altri salti mortali per sciogliere i nodi che la prima stagione è venuta a creare, continuando la serie di stravolgimenti no-sense.
Nonostante queste mie considerazioni negative, dovute alla trama fallace, nel complesso risulta un anime godibile. Scene di combattimento vengono sapientemente alternate ad altre più comiche o riflessive in un bel mix che intrattiene lo spettatore.
Voto: un 7 risicato.
In questa recensione ho la grandissima tentazione di partire non dall'analisi della trama ma direttamente dal finale, e il motivo è molto semplice: se tutta la serie poteva essere decisamente discreta con un voto sicuramente sufficiente nonostante qualche imperfezione, il finale ribalta questo giudizio e mi vedo costretto a dare la mediocrità a questa serie, e vedere una serie rovinarsi in gran parte proprio nell'ultimo episodio non è certo una bella cosa. Naturalmente la serie in questione è "Black Bullet", serie della stagione primaverile composta da 13 episodi. Bene, bando alle ciance iniziamo subito analizzando la trama così da arrivare velocemente alla parte incriminata.
La trama presenta una struttura già vista in altre serie dello stesso genere ma comunque risulta essere originale e piacevole (fino a un certo punto). In un futuro chissà quanto lontano il mondo e l'umanità si vede minacciata da delle specie di parassiti giganti, i Gastrea, e naturalmente ci sono dei "guerrieri" che cercano di contenere questa minaccia, e tra questi ci sono i due protagonisti: Rentarou, un ragazzo dotato di poteri sopranaturali che gli sono dati da alcune parti del corpo costruite con una materia molto resistente, il varanium. Inoltre questo ragazzo è accompagnato da una bambina, Enju, che fa parte di un gruppo di altre bambine denominate "maledette" che possiedono dei poteri sopranaturali e per questo vengono cacciate dai centri abitati. La storia dunque si struttura in diverse parti nella quale i protagonisti dovranno affrontare degli avversare (Gastrea e non solo) che si faranno sempre più forti fino ad arrivare all'avversario finale. Nonostante questo schema sia tra i più originali possibili, lo sviluppo della trama risulta comunque essere avvincente e i colpi di scena non mancheranno...sopratutto alla fine...
Analizzando i personaggi possiamo iniziare col descrivere i due protagonisti: Rentarou è un ragazzo dal carattere molto sicuro e orgoglioso, che di fronte al pericolo non esita a sfoderare tutte le sue capacità pur di vincere, anche se alla fine ci sarà un risvolto che poi descriverò. Enju invece è una ragazzina molto vivace che vede Rentarou quasi come suo marito, anche se prima di conoscerlo aveva un carattere molto diffidente e scontroso sia con lui che con tutti gli esseri umani per via del disprezzo che gli umani hanno avuto verso di loro. Oltre a loro sono presenti altri personaggi come Kisara, invadita di Rentarou e abilenell'uso della spada, Tina, un'altra bambina maledetta abile nell'uso delle armi da fuoco e delle bombe, e altri personaggi che non sto a elencare perché si farebbe notte ma che comunque formeranno insieme a Rentarou e Enju un gruppo con il quale sconfiggeranno i Gastrea di alto livello.
Apro una piccolissima parentesi dicendo che il fatto che ci siano queste bambine maledette comporta anche il fattore "loli a palate" e ciò ho visto che da molti è accettato mentre da altri no poiché la trovano una cosa superflua per attira audience, io personalmente non vedo cosa ci sia di male in una presenza di loli che non danneggia per niente la storia e che anzi a un certo punto la rende più ricca, comunque sta a voi gradirlo o pure no
Il reparto tecnico e grafico è decisamente buono, le animazioni sono rese come si deve per un anime pieno di azione e il reparto sonoro è anche questo gradevole, in particolare la opening mi è piaciuta assai, senza nulla togliere all'ending che è assolutamente orecchiabile.
Eccoci qua, il finale...prendiamo un bel respiro e cerchiamo di spiegare con calma ciò che non va...ovvero tutto. L'ultimo episodio si apre con quello che dovrebbe essere il combattimento finale, dunque il più avvincente con chissà quali colpi di scena, bene, questo "entusiasmante" combattimento dura dieci minuti! Neppure il tempo di emozionarti e già è finito...ma fosse solo questo il problema. Una volta finito il combattimento, ci sarà un personaggio che dall'essere buono diventerà cattivo, ed è una cosa che ci può stare assolutamente e che anzi può essere uno dei colpi di scena più belli in un anime, il problema è che questo cambiamento avviene completamente a random! In pochissimi minuti questo/a qui divide in due per l'altezza un tizio che nessuno si aveva considerato durante tutta la serie e poi fa questo discorso su quanto sia bello e importante essere malvagi...ma stiamo scherzando?! Adesso sicuramente questo sarà un risvolto tale per una seconda stagione, ciò non toglie che questo cambiamento poteva, anzi, doveva essere fatto in una maniera diversa. Dunque l'anime si va a rovinare proprio per questi due fattori che francamente mi hanno lasciato di sasso davanti allo schermo e mi hanno fatto parecchio arrabbiare. Inoltre nell'ultimissima scena vediamo il pianto di Rentarou che scopre di avere dei sentimenti che durante tutta la serie non aveva mai mostrato e questa scena si può essere commovente ma di sicuro non salva questo disastro, al massimo attutisce questo brutto impatto.
Che dire, una serie dalle grandi potenzialità che non riesce a trovare la mia sufficienza per colpa di un finale che ha completamente ribaltato il corso dei 12 episodi precedenti. Io non dico che questa sia una serie da evitare, ma voglio invitarvi a stare molto attenti perché questo finale vi potrebbe dare una mazzata non indifferenze.
La trama presenta una struttura già vista in altre serie dello stesso genere ma comunque risulta essere originale e piacevole (fino a un certo punto). In un futuro chissà quanto lontano il mondo e l'umanità si vede minacciata da delle specie di parassiti giganti, i Gastrea, e naturalmente ci sono dei "guerrieri" che cercano di contenere questa minaccia, e tra questi ci sono i due protagonisti: Rentarou, un ragazzo dotato di poteri sopranaturali che gli sono dati da alcune parti del corpo costruite con una materia molto resistente, il varanium. Inoltre questo ragazzo è accompagnato da una bambina, Enju, che fa parte di un gruppo di altre bambine denominate "maledette" che possiedono dei poteri sopranaturali e per questo vengono cacciate dai centri abitati. La storia dunque si struttura in diverse parti nella quale i protagonisti dovranno affrontare degli avversare (Gastrea e non solo) che si faranno sempre più forti fino ad arrivare all'avversario finale. Nonostante questo schema sia tra i più originali possibili, lo sviluppo della trama risulta comunque essere avvincente e i colpi di scena non mancheranno...sopratutto alla fine...
Analizzando i personaggi possiamo iniziare col descrivere i due protagonisti: Rentarou è un ragazzo dal carattere molto sicuro e orgoglioso, che di fronte al pericolo non esita a sfoderare tutte le sue capacità pur di vincere, anche se alla fine ci sarà un risvolto che poi descriverò. Enju invece è una ragazzina molto vivace che vede Rentarou quasi come suo marito, anche se prima di conoscerlo aveva un carattere molto diffidente e scontroso sia con lui che con tutti gli esseri umani per via del disprezzo che gli umani hanno avuto verso di loro. Oltre a loro sono presenti altri personaggi come Kisara, invadita di Rentarou e abilenell'uso della spada, Tina, un'altra bambina maledetta abile nell'uso delle armi da fuoco e delle bombe, e altri personaggi che non sto a elencare perché si farebbe notte ma che comunque formeranno insieme a Rentarou e Enju un gruppo con il quale sconfiggeranno i Gastrea di alto livello.
Apro una piccolissima parentesi dicendo che il fatto che ci siano queste bambine maledette comporta anche il fattore "loli a palate" e ciò ho visto che da molti è accettato mentre da altri no poiché la trovano una cosa superflua per attira audience, io personalmente non vedo cosa ci sia di male in una presenza di loli che non danneggia per niente la storia e che anzi a un certo punto la rende più ricca, comunque sta a voi gradirlo o pure no
Il reparto tecnico e grafico è decisamente buono, le animazioni sono rese come si deve per un anime pieno di azione e il reparto sonoro è anche questo gradevole, in particolare la opening mi è piaciuta assai, senza nulla togliere all'ending che è assolutamente orecchiabile.
Eccoci qua, il finale...prendiamo un bel respiro e cerchiamo di spiegare con calma ciò che non va...ovvero tutto. L'ultimo episodio si apre con quello che dovrebbe essere il combattimento finale, dunque il più avvincente con chissà quali colpi di scena, bene, questo "entusiasmante" combattimento dura dieci minuti! Neppure il tempo di emozionarti e già è finito...ma fosse solo questo il problema. Una volta finito il combattimento, ci sarà un personaggio che dall'essere buono diventerà cattivo, ed è una cosa che ci può stare assolutamente e che anzi può essere uno dei colpi di scena più belli in un anime, il problema è che questo cambiamento avviene completamente a random! In pochissimi minuti questo/a qui divide in due per l'altezza un tizio che nessuno si aveva considerato durante tutta la serie e poi fa questo discorso su quanto sia bello e importante essere malvagi...ma stiamo scherzando?! Adesso sicuramente questo sarà un risvolto tale per una seconda stagione, ciò non toglie che questo cambiamento poteva, anzi, doveva essere fatto in una maniera diversa. Dunque l'anime si va a rovinare proprio per questi due fattori che francamente mi hanno lasciato di sasso davanti allo schermo e mi hanno fatto parecchio arrabbiare. Inoltre nell'ultimissima scena vediamo il pianto di Rentarou che scopre di avere dei sentimenti che durante tutta la serie non aveva mai mostrato e questa scena si può essere commovente ma di sicuro non salva questo disastro, al massimo attutisce questo brutto impatto.
Che dire, una serie dalle grandi potenzialità che non riesce a trovare la mia sufficienza per colpa di un finale che ha completamente ribaltato il corso dei 12 episodi precedenti. Io non dico che questa sia una serie da evitare, ma voglio invitarvi a stare molto attenti perché questo finale vi potrebbe dare una mazzata non indifferenze.
Un anime tutto da piangere, ma non per la bruttezza o altro, al contrario, un anime che fa piangere per l'epicità di alcune scene, per i forti contenuti espressi al suo interno e…sì, anche per alcune scene toccanti. "Black Bullet" è uscito nella stagione primaverile del 2014 e, a mio avviso, è un anime tutto da gustare, non solo per l'azione, (certamente presente), ma anche per i messaggi che vengono mandati e che, d'altro canto, tocca a noi recepire.
Una recensione è qualcosa di personale e un voto può dipendere da molti fattori: esperienze, gusti, istinto…
Così è normale che un voto cambi da persona a persona ed anche normale che, a volte, recensioni diverse appaiano completamente contrastanti. Ho letto altri pareri e, per certi aspetti, sono concorde con loro, tuttavia non sono riuscito a non amare questa serie (mi scuso per la doppia negazione).
"Black Bullet" è un anime d'azione/fantascientifico che riesce a fondere il gusto dell'apocalittico con quello più moderato di una "classica" sparatoria per le strade. Ma, prima di aggiungere altro, passiamo alla trama…
Rentaro è un giovane ufficiale, ma, come ben presto si capirà, tale definizione è totalmente differente da quella dei nostri tempi. Un ufficiale è una sorta di agente speciale, incaricato di proteggere la città da strani mostri alieni (Gastrea). Che dieci anni prima avevano praticamente devastato la terra. I Gastrea hanno la capacità di infettare gli umani, trasformandoli a loro volta in mostri, costituendo così un grave pericolo per la nostra razza. Rentaro è uno dei tanti eroi che, sfruttando speciali proiettili di un lega dal colore nero, proteggono i civili, uccidendo gli alieni che si presentano in città.
La serie inizia subito con una bella scazzottata tra umani e alieni, ma il giovane eroe sembra in svantaggio. Già finito? No (ci mancherebbe), perché improvvisamente irrompe una piccola ragazzina dagli occhi rossi che, con un semplice pugno, fa letteralmente a pezzi il Gatrea nemico. Enju, questo è il suo nome, lavora in coppia con Rentaro ed è una "bambina maledetta". Cioè? Beh, essenzialmente una bambina maledetta è una sorta di fusione tra geni umani e geni alieni. Questo mix si forma quando un Gastrea entra in una donna in cinta senza ucciderla, infettandone però il feto. Il nascituro sarà sempre di sesso femminile e, come ben presto si capisce, si troverà in una situazione davvero complicata: da una parte la società li guarda con disprezzo, dall'altro lato però sono l'unica speranza che gli uomini hanno per sconfiggere gli oppressori alieni. I loro poteri sono eccezionali e, in alcuni casi, riescono a tenere testa anche ai mostri più forti, costituendo così un valido aiuto per gli ufficiali, tanto che lavorano sempre in coppia.
Le disavventure dei due giovani eroi però non sono finite perché, come ben presto si scopre, il pericolo è sempre dietro l'angolo e, se i Gatrea sono il fronte di combattimento certo, nessuno sa che un altro fronte, invisibile, si sta formando all'interno della società umana. Tradimenti, gelosia, paura, rabbia… dove porteranno tutti questi sentimenti?
Analizziamo ora l'anime con maggior dettaglio: certamente la grafica è eccezionale. Ultimamente (parlo degli anime usciti nel 2013/2014) si tende a sfruttare grafiche e disegni molto particolari, che, se da un lato riescono comunque a stupire a piacere, dall'altro si discostano un poco dalla tradizione. "Black Bullet" invece mantiene una grafica più "classica", nonostante l'utilizzo delle tecniche più moderne. I colori non sono né troppo vivaci e brillanti né cupi o tetri…insomma, una buona via di mezzo che mostra tutte le qualità di un tramonto rosso fuoco e il mistero che risiede in notti scure, senza luna.
Capitolo audio…wow. L'opening e l'ending sono strabilianti e, soprattutto la prima colpisce nell'anima (mi ricorda molto quella di shingeki no kyojin), creando un'anticamera perfetta e preparando l'anima dello spettatore per la puntata che si presta a vedere. Anche la colonna sonora e da brividi e, basta ascoltarla, per entrare insieme a Rentaro nel cuore della battaglia.
In pratica, ricapitolando, si può affermare che tutto l'impianto tecnico sia stato in grado, eccellentemente, di aggiungere un tocco di pepe in più alla serie, risultando allo stesso tempo armonico e per nulla invasivo.
E i personaggi? Anch'essi sono stati realizzati con molta attenzione, non fermandosi alla mera rappresentazione figurativa, ma andando a creare un vero e proprio "personaggio interno", dove si possono vedere tutti i sentimenti, le passioni e gli impulsi. Un caso eccellente è quello di Kisara Tendo, amica d'infanzia di Rentaro e capo dell'associazione in cui lavora. La ragazza prova un sentimento profondo nei confronti del giovane (tra l'altro ricambiato), ma, come si potrà vedere nel corso dell'anime, il suo cuore nasconde altre emozioni, come un odio profondo verso coloro che hanno causato la morte dei suoi genitori. Non voglio assolutamente fare spoiler (e non li farò), ma nel corso della serie si vede un cambiamento profondo nell'animo della fanciulla, culminando nelle ultime puntate.
Non voglio ora descrivere il carattere di tutti i protagonisti, lavoro troppo duro e che, tra l'altro, potrete fare voi gustandovi l'opera, ma, certamente, appare evidente l'intento dell'autore di non fermarsi alle apparenze, creando così un mondo più profondo, dove si muovono le emozioni vere. Le zioni e le vicende della serie sono dettate proprio da queste ultime e, in maniera eccellente, i monologhi interni riescono a portarle alla luce.
Una critica possibile è nella figura di Rentaro, non tanto per il carattere o altre cose, quanto nella sua capacità di cavarsela sempre, mostrando abilità fuori dalla norma. Questo potrebbe essere vero, ma…suvvia, un Rentaro impacciato e incapace avrebbe rovinato il fascino di tale personaggio.
Consigliato assolutamente! Le 13 puntate sono ben organizzate e non si vedono accelerazioni eccessive o salti di tempo. Il finale è carino, anche se, ovviamente, lascia aperti molti punti di domanda, che, speriamo, vengano colmati con una seconda serie. insomma, "Black Bullet" rappresenta certamente una buona scelta , capace di unire, come già detto all'inizio, il gusto dell'apocalittico e la bellezza di una buona vicenda d'azione. Alieni, complotti, sparatorie e amore…c'è tutto l'occorrente per realizzare una pietanza coi fiocchi.
Voto finale: 9
Una recensione è qualcosa di personale e un voto può dipendere da molti fattori: esperienze, gusti, istinto…
Così è normale che un voto cambi da persona a persona ed anche normale che, a volte, recensioni diverse appaiano completamente contrastanti. Ho letto altri pareri e, per certi aspetti, sono concorde con loro, tuttavia non sono riuscito a non amare questa serie (mi scuso per la doppia negazione).
"Black Bullet" è un anime d'azione/fantascientifico che riesce a fondere il gusto dell'apocalittico con quello più moderato di una "classica" sparatoria per le strade. Ma, prima di aggiungere altro, passiamo alla trama…
Rentaro è un giovane ufficiale, ma, come ben presto si capirà, tale definizione è totalmente differente da quella dei nostri tempi. Un ufficiale è una sorta di agente speciale, incaricato di proteggere la città da strani mostri alieni (Gastrea). Che dieci anni prima avevano praticamente devastato la terra. I Gastrea hanno la capacità di infettare gli umani, trasformandoli a loro volta in mostri, costituendo così un grave pericolo per la nostra razza. Rentaro è uno dei tanti eroi che, sfruttando speciali proiettili di un lega dal colore nero, proteggono i civili, uccidendo gli alieni che si presentano in città.
La serie inizia subito con una bella scazzottata tra umani e alieni, ma il giovane eroe sembra in svantaggio. Già finito? No (ci mancherebbe), perché improvvisamente irrompe una piccola ragazzina dagli occhi rossi che, con un semplice pugno, fa letteralmente a pezzi il Gatrea nemico. Enju, questo è il suo nome, lavora in coppia con Rentaro ed è una "bambina maledetta". Cioè? Beh, essenzialmente una bambina maledetta è una sorta di fusione tra geni umani e geni alieni. Questo mix si forma quando un Gastrea entra in una donna in cinta senza ucciderla, infettandone però il feto. Il nascituro sarà sempre di sesso femminile e, come ben presto si capisce, si troverà in una situazione davvero complicata: da una parte la società li guarda con disprezzo, dall'altro lato però sono l'unica speranza che gli uomini hanno per sconfiggere gli oppressori alieni. I loro poteri sono eccezionali e, in alcuni casi, riescono a tenere testa anche ai mostri più forti, costituendo così un valido aiuto per gli ufficiali, tanto che lavorano sempre in coppia.
Le disavventure dei due giovani eroi però non sono finite perché, come ben presto si scopre, il pericolo è sempre dietro l'angolo e, se i Gatrea sono il fronte di combattimento certo, nessuno sa che un altro fronte, invisibile, si sta formando all'interno della società umana. Tradimenti, gelosia, paura, rabbia… dove porteranno tutti questi sentimenti?
Analizziamo ora l'anime con maggior dettaglio: certamente la grafica è eccezionale. Ultimamente (parlo degli anime usciti nel 2013/2014) si tende a sfruttare grafiche e disegni molto particolari, che, se da un lato riescono comunque a stupire a piacere, dall'altro si discostano un poco dalla tradizione. "Black Bullet" invece mantiene una grafica più "classica", nonostante l'utilizzo delle tecniche più moderne. I colori non sono né troppo vivaci e brillanti né cupi o tetri…insomma, una buona via di mezzo che mostra tutte le qualità di un tramonto rosso fuoco e il mistero che risiede in notti scure, senza luna.
Capitolo audio…wow. L'opening e l'ending sono strabilianti e, soprattutto la prima colpisce nell'anima (mi ricorda molto quella di shingeki no kyojin), creando un'anticamera perfetta e preparando l'anima dello spettatore per la puntata che si presta a vedere. Anche la colonna sonora e da brividi e, basta ascoltarla, per entrare insieme a Rentaro nel cuore della battaglia.
In pratica, ricapitolando, si può affermare che tutto l'impianto tecnico sia stato in grado, eccellentemente, di aggiungere un tocco di pepe in più alla serie, risultando allo stesso tempo armonico e per nulla invasivo.
E i personaggi? Anch'essi sono stati realizzati con molta attenzione, non fermandosi alla mera rappresentazione figurativa, ma andando a creare un vero e proprio "personaggio interno", dove si possono vedere tutti i sentimenti, le passioni e gli impulsi. Un caso eccellente è quello di Kisara Tendo, amica d'infanzia di Rentaro e capo dell'associazione in cui lavora. La ragazza prova un sentimento profondo nei confronti del giovane (tra l'altro ricambiato), ma, come si potrà vedere nel corso dell'anime, il suo cuore nasconde altre emozioni, come un odio profondo verso coloro che hanno causato la morte dei suoi genitori. Non voglio assolutamente fare spoiler (e non li farò), ma nel corso della serie si vede un cambiamento profondo nell'animo della fanciulla, culminando nelle ultime puntate.
Non voglio ora descrivere il carattere di tutti i protagonisti, lavoro troppo duro e che, tra l'altro, potrete fare voi gustandovi l'opera, ma, certamente, appare evidente l'intento dell'autore di non fermarsi alle apparenze, creando così un mondo più profondo, dove si muovono le emozioni vere. Le zioni e le vicende della serie sono dettate proprio da queste ultime e, in maniera eccellente, i monologhi interni riescono a portarle alla luce.
Una critica possibile è nella figura di Rentaro, non tanto per il carattere o altre cose, quanto nella sua capacità di cavarsela sempre, mostrando abilità fuori dalla norma. Questo potrebbe essere vero, ma…suvvia, un Rentaro impacciato e incapace avrebbe rovinato il fascino di tale personaggio.
Consigliato assolutamente! Le 13 puntate sono ben organizzate e non si vedono accelerazioni eccessive o salti di tempo. Il finale è carino, anche se, ovviamente, lascia aperti molti punti di domanda, che, speriamo, vengano colmati con una seconda serie. insomma, "Black Bullet" rappresenta certamente una buona scelta , capace di unire, come già detto all'inizio, il gusto dell'apocalittico e la bellezza di una buona vicenda d'azione. Alieni, complotti, sparatorie e amore…c'è tutto l'occorrente per realizzare una pietanza coi fiocchi.
Voto finale: 9
ATTENZIONE SPOILER
Non so da dove cominciare.
Mi sono avvicinato a Black Bullet dopo aver letto la trama, e devo dire che mi era piaciuta molto. I primi 3 episodi sono stati veramente stupendi, credevo sarebbe stato l' anime della stagione. Mi sbagliavo. Dall'episodio 4 in poi, l'anime ha raggiunto un livello di non-sense oltre i 9000.
Attenzione, contiene spoiler:
Ho visto Rentaro iniettarsi 6 siringhe contemporaneamente per curarsi, quando ognuna delle siringhe aveva il 20% delle possibilità di trasformarlo in un Gastrea. Ovviamente non è successo nulla. Ho visto un esercito di lolicon innamorarsi di Rentaro, tanto per avere del fanservice. Ho visto Gastrea livello 5, mostri paragonati a divinità, venire uccisi con una facilità imbarazzante da un braccio volante. Ho visto il nemico principale della serie essere sconfitto in due petosecondi (ovviamente grazie ad una botta di culo immensa), per poi ricomparire verso la fine della serie, mentre diventa totalmente a caso (!) alleato del protagonista senza che nessuno tenti di arrestarlo. Ho visto un nemico immortale essere ucciso da una bomba, senza che nessuno spieghi come mai. Ho visto fortuna a livelli talmente elevati da far impallidire Gastone, dato che il protagonista non ha vinto una battaglia senza colpi di fortuna galattici. Per esempio, il combattimento contro Tina: Rentaro tira una flashbang, che fa cilecca; poi Rentaro è a terra con Tina che sta per farlo fuori e la flashbang, che era esattamente tra loro due, esplode proprio al momento giusto e guarda caso Tina è di tipo Gufo e quindi sensibile alla luce. Poi Tina viene assunta da Kisara, che nel frattempo si era dimenticata che Tina ha ferito Rentaro, quasi ucciso Enju, attentato alla vita del Governatore ed attaccato Kisara con una minigun. Ovviamente senza alcuna condanna.
Come se questo non bastasse, Rentaro si è strappato il braccio di varanium con una mano sola, manco fosse fatto di burro.
Poi, l'episodio 8 è stato l'apice dello schifo: i Gastrea stanno per invadere Tokyo (che ricordiamo, è in mezzo al nulla e quindi nessuno può fuggire) e Rentaro, incaricato dal governatore, va in giro a raccattare Ufficiali per combattere. NESSUNO accetta. Le opzioni sono: o rischi la vita e vai a combattere i Gastrea, oppure stai a Tokyo e vieni al 100% ucciso dai Gastrea. Loro scelgono la seconda.
Nell'ultimo episodio, Kisara con una spada CON UN COLPO SOLO ha tagliato la gamba a suo fratello e lo ha diviso a metà per l'altezza. La gamba è caduta subito, ma lui si è aperto come una cozza dopo aver fatto un lunghissimo discorso e dopo che Kisara ha fatto un'uscita trionfale dicendo: "Il mio colpo non gli ha tagliato solo la gamba". Poi Kisara diventa malvagia a caso. Così, tanto per.
E questo non è tutto, ma se dovessi raccontare ogni cosa non-sense farei notte.
In definitiva, il voto che darei è 1, però metto 3 perché la opening e la ending mi sono piaciute tantissimo.
Evitate questo anime come la peste.
Non so da dove cominciare.
Mi sono avvicinato a Black Bullet dopo aver letto la trama, e devo dire che mi era piaciuta molto. I primi 3 episodi sono stati veramente stupendi, credevo sarebbe stato l' anime della stagione. Mi sbagliavo. Dall'episodio 4 in poi, l'anime ha raggiunto un livello di non-sense oltre i 9000.
Attenzione, contiene spoiler:
Ho visto Rentaro iniettarsi 6 siringhe contemporaneamente per curarsi, quando ognuna delle siringhe aveva il 20% delle possibilità di trasformarlo in un Gastrea. Ovviamente non è successo nulla. Ho visto un esercito di lolicon innamorarsi di Rentaro, tanto per avere del fanservice. Ho visto Gastrea livello 5, mostri paragonati a divinità, venire uccisi con una facilità imbarazzante da un braccio volante. Ho visto il nemico principale della serie essere sconfitto in due petosecondi (ovviamente grazie ad una botta di culo immensa), per poi ricomparire verso la fine della serie, mentre diventa totalmente a caso (!) alleato del protagonista senza che nessuno tenti di arrestarlo. Ho visto un nemico immortale essere ucciso da una bomba, senza che nessuno spieghi come mai. Ho visto fortuna a livelli talmente elevati da far impallidire Gastone, dato che il protagonista non ha vinto una battaglia senza colpi di fortuna galattici. Per esempio, il combattimento contro Tina: Rentaro tira una flashbang, che fa cilecca; poi Rentaro è a terra con Tina che sta per farlo fuori e la flashbang, che era esattamente tra loro due, esplode proprio al momento giusto e guarda caso Tina è di tipo Gufo e quindi sensibile alla luce. Poi Tina viene assunta da Kisara, che nel frattempo si era dimenticata che Tina ha ferito Rentaro, quasi ucciso Enju, attentato alla vita del Governatore ed attaccato Kisara con una minigun. Ovviamente senza alcuna condanna.
Come se questo non bastasse, Rentaro si è strappato il braccio di varanium con una mano sola, manco fosse fatto di burro.
Poi, l'episodio 8 è stato l'apice dello schifo: i Gastrea stanno per invadere Tokyo (che ricordiamo, è in mezzo al nulla e quindi nessuno può fuggire) e Rentaro, incaricato dal governatore, va in giro a raccattare Ufficiali per combattere. NESSUNO accetta. Le opzioni sono: o rischi la vita e vai a combattere i Gastrea, oppure stai a Tokyo e vieni al 100% ucciso dai Gastrea. Loro scelgono la seconda.
Nell'ultimo episodio, Kisara con una spada CON UN COLPO SOLO ha tagliato la gamba a suo fratello e lo ha diviso a metà per l'altezza. La gamba è caduta subito, ma lui si è aperto come una cozza dopo aver fatto un lunghissimo discorso e dopo che Kisara ha fatto un'uscita trionfale dicendo: "Il mio colpo non gli ha tagliato solo la gamba". Poi Kisara diventa malvagia a caso. Così, tanto per.
E questo non è tutto, ma se dovessi raccontare ogni cosa non-sense farei notte.
In definitiva, il voto che darei è 1, però metto 3 perché la opening e la ending mi sono piaciute tantissimo.
Evitate questo anime come la peste.