Glasslip
<b>Attenzione: la seguente recensione contiene spoiler</b>
"Glasslip" è una serie del 2014 prodotta da P.A. Works e composta da tredici episodi.
La serie, che comprende diversi generi, aveva una trama piuttosto interessante che mi ha incuriosita e convinta a vedere di cosa si trattasse. Grazie a questa serie, ho potuto confermare una cosa fondamentale: MAI leggere la trama prima di visionare la serie, si rischia di sopravvalutare l'opera.
La storia narra le vicende di un gruppo di amici che trascorrono la maggior parte del tempo insieme quando, un giorno, un ragazzo trasferitosi da poco, chiamato Kakeru, afferma che, come la giovane protagonista femminile, Touko, riesce a vedere cose che nessun altro può vedere. Il ragazzo li definisce "frammenti del futuro" e, insieme a Touko, cercherà di scoprirne di più, mentre si cominciano a delineare i rapporti tra i vari membri del gruppo che non vedono di buon occhio il "misterioso" ragazzo.
Wow, abbiamo una trama e del potenziale qui. Ah, se solo fosse stato usato a dovere...!
La serie si concentra per lo più sulle interazioni tra i personaggi, dimenticando quasi totalmente la faccenda dei frammenti del futuro, riprendendola per poi concluderla negli ultimi quattro episodi. Oltre a concentrarsi ripetutamente su questioni già trattate, la serie presenta episodi in cui la sceneggiatura è fatta davvero coi piedi! Mi riferisco all'episodio otto ("Neve") in cui viene mostrata una scena di Yanagi che va a trovare Sacchan in ospedale e le due decidono di parlare sul tetto, la scena si interrompe e nella successiva è ormai tramontato il sole e Sacchan è rientrata nella sua stanza di ospedale, la scena si interrompe, segue una scena tra Touko e Kakeru, si interrompe anche questa ed ecco spuntare la scena di Sacchan e Yanagi che parlano sul tetto dell'ospedale. Non ha avuto senso staccare le due sequenze, non vi era alcun colpo di scena, dopotutto.
I personaggi di questa serie invece non sono stati affatto caratterizzati, agiscono tutti senza seguire criteri o logiche, dicendo cose all'improvviso, dal vuoto cosmico, senza alcun senso e lì mi sono chiesta chi si fosse occupato dei dialoghi, perché, davvero, dovrebbero licenziarlo!
Kakeru è il più assurdo, il più schizzato, quello che fa discorsi insensati o che dice cose emblematiche. Il fatto che sia il più "strano" si evince già dal fatto che la sua stanza sia una tenda accampata in giardino (e il padre possiede una casa a due piani) e che intrattenga dei discorsi con altre sue personalità immaginarie.
Touko è soltanto troppo stupida per poterla commentare e passa il suo tempo a lavorare il vetro e a fare in continuazione disegni di un pollo (?). Ha una sorella chiamata Hino, ancor più stupida di lei, se possibile, grazie alla sua frase "Non perdere il tuo fascino". Stendiamo un velo pietoso.
Yuki passa il tempo a correre per tutta la serie, mentre Yanagi si strugge per lui per tutta la serie.
Hiro invece è l'unico personaggio che si salva, l'unico sano di mente del gruppo. Nulla da dire!
Insieme a Kakeru, un personaggio che avrebbe davvero bisogno di aiuto psichiatrico è Sacchan, un personaggio troppo problematico. Mi riferisco a lei quando scrivo che i personaggi dicono e fanno cose insensate. Hiro è da sempre innamorato di Sacchan, ma quest'ultima guarda sempre Touko con sguardo innamorato. All'improvviso, mentre parla con sua madre, Sacchan afferma che Hiro è il suo fidanzato. Da quando? Non si sa, persino Hiro è sconvolto! E mi fermo qui con Sacchan, per evitare di sollevare il polverone causato dall'episodio "Luna".
Il finale della serie è qualcosa che di più sconvolgente non potevano trovare. Non solo viene appioppata allo spettatore una scusa alla "A volte senti prurito? Anche a me è capitato, tranquilla che poi passa!" per risolvere la faccenda dei frammenti del futuro che non sono frammenti del futuro ma frammenti del "Mah!", ma, dal punto di vista sentimentale, la situazione non cambia dall'inizio alla fine della serie, quindi a cosa è servito? Non si sa!
Al contrario, il comparto grafico è stupendo, meraviglioso, è stato fatto un lavoro esemplare per questa serie, che purtroppo non lo meritava. Il chara design è anch'esso piuttosto bello.
Per quanto riguarda la opening e la ending non sono riuscita ad apprezzarle nemmeno lontanamente.
Per una serie con del gran potenziale che è riuscita a buttar tutto nel cestino, c'è un solo voto che le compete: 3
"Glasslip" è una serie del 2014 prodotta da P.A. Works e composta da tredici episodi.
La serie, che comprende diversi generi, aveva una trama piuttosto interessante che mi ha incuriosita e convinta a vedere di cosa si trattasse. Grazie a questa serie, ho potuto confermare una cosa fondamentale: MAI leggere la trama prima di visionare la serie, si rischia di sopravvalutare l'opera.
La storia narra le vicende di un gruppo di amici che trascorrono la maggior parte del tempo insieme quando, un giorno, un ragazzo trasferitosi da poco, chiamato Kakeru, afferma che, come la giovane protagonista femminile, Touko, riesce a vedere cose che nessun altro può vedere. Il ragazzo li definisce "frammenti del futuro" e, insieme a Touko, cercherà di scoprirne di più, mentre si cominciano a delineare i rapporti tra i vari membri del gruppo che non vedono di buon occhio il "misterioso" ragazzo.
Wow, abbiamo una trama e del potenziale qui. Ah, se solo fosse stato usato a dovere...!
La serie si concentra per lo più sulle interazioni tra i personaggi, dimenticando quasi totalmente la faccenda dei frammenti del futuro, riprendendola per poi concluderla negli ultimi quattro episodi. Oltre a concentrarsi ripetutamente su questioni già trattate, la serie presenta episodi in cui la sceneggiatura è fatta davvero coi piedi! Mi riferisco all'episodio otto ("Neve") in cui viene mostrata una scena di Yanagi che va a trovare Sacchan in ospedale e le due decidono di parlare sul tetto, la scena si interrompe e nella successiva è ormai tramontato il sole e Sacchan è rientrata nella sua stanza di ospedale, la scena si interrompe, segue una scena tra Touko e Kakeru, si interrompe anche questa ed ecco spuntare la scena di Sacchan e Yanagi che parlano sul tetto dell'ospedale. Non ha avuto senso staccare le due sequenze, non vi era alcun colpo di scena, dopotutto.
I personaggi di questa serie invece non sono stati affatto caratterizzati, agiscono tutti senza seguire criteri o logiche, dicendo cose all'improvviso, dal vuoto cosmico, senza alcun senso e lì mi sono chiesta chi si fosse occupato dei dialoghi, perché, davvero, dovrebbero licenziarlo!
Kakeru è il più assurdo, il più schizzato, quello che fa discorsi insensati o che dice cose emblematiche. Il fatto che sia il più "strano" si evince già dal fatto che la sua stanza sia una tenda accampata in giardino (e il padre possiede una casa a due piani) e che intrattenga dei discorsi con altre sue personalità immaginarie.
Touko è soltanto troppo stupida per poterla commentare e passa il suo tempo a lavorare il vetro e a fare in continuazione disegni di un pollo (?). Ha una sorella chiamata Hino, ancor più stupida di lei, se possibile, grazie alla sua frase "Non perdere il tuo fascino". Stendiamo un velo pietoso.
Yuki passa il tempo a correre per tutta la serie, mentre Yanagi si strugge per lui per tutta la serie.
Hiro invece è l'unico personaggio che si salva, l'unico sano di mente del gruppo. Nulla da dire!
Insieme a Kakeru, un personaggio che avrebbe davvero bisogno di aiuto psichiatrico è Sacchan, un personaggio troppo problematico. Mi riferisco a lei quando scrivo che i personaggi dicono e fanno cose insensate. Hiro è da sempre innamorato di Sacchan, ma quest'ultima guarda sempre Touko con sguardo innamorato. All'improvviso, mentre parla con sua madre, Sacchan afferma che Hiro è il suo fidanzato. Da quando? Non si sa, persino Hiro è sconvolto! E mi fermo qui con Sacchan, per evitare di sollevare il polverone causato dall'episodio "Luna".
Il finale della serie è qualcosa che di più sconvolgente non potevano trovare. Non solo viene appioppata allo spettatore una scusa alla "A volte senti prurito? Anche a me è capitato, tranquilla che poi passa!" per risolvere la faccenda dei frammenti del futuro che non sono frammenti del futuro ma frammenti del "Mah!", ma, dal punto di vista sentimentale, la situazione non cambia dall'inizio alla fine della serie, quindi a cosa è servito? Non si sa!
Al contrario, il comparto grafico è stupendo, meraviglioso, è stato fatto un lavoro esemplare per questa serie, che purtroppo non lo meritava. Il chara design è anch'esso piuttosto bello.
Per quanto riguarda la opening e la ending non sono riuscita ad apprezzarle nemmeno lontanamente.
Per una serie con del gran potenziale che è riuscita a buttar tutto nel cestino, c'è un solo voto che le compete: 3
Dopo serie di tutto rispetto come "Hanasaku Iroha" e "Nagi no Asukara", nel 2014 lo studio P.A. Works sforna “Glasslip”, anime di tredici episodi diretto da Junji Nishimura.
Protagonista dell’opera è Touko Fukami, una liceale che sogna di diventare una vetraia come suo padre. Mentre trascorre serenamente le sue giornate in compagnia degli amici Yanagi, Yukinari, Sachi e Hiro, la ragazza incontra Kakeru Okikura, un suo coetaneo che afferma di avere le sue stesse “visioni”.
Arrivata a metà serie, ho pensato ad un aggettivo che potesse descrivere al meglio “Glasslip”, e subito mi è venuto in mente “vuoto”. Dopo averla terminata, mi sento di affiancargli anche l’espressione “una completa perdita di tempo”. Perché "Glasslip" è proprio questo: una serie noiosa che non vale la pena di guardare.
Innanzitutto, portare a termine ogni singolo episodio è stata davvero un’impresa: ogni puntata è lenta e piena di situazioni inutili messe lì apposta per raggiungere i canonici ventiquattro minuti. Per fare un esempio, vediamo la sorella di Hiro che va a trovare il fidanzato – di cui non vedremo mai il volto - in ospedale; Yanagi che si rompe una gamba; Yanagi che gira senza vestiti per casa con tanto di fermoimmagine usati per rendere la vicenda “poetica”; infine, meraviglia delle meraviglie, Touko che disegna i polli. Proprio l’aggiunta di questi simpatici volatili è quella di cui capisco meno il senso: a volte compaiono mentre beccano il loro squisito mangime, altre per fare da modelli alla protagonista, altre per fare da sfondo ad un serissimo scontro tra Yukinari e Kakeru, che ovviamente scade nel ridicolo a causa della loro presenza.
Tuttavia, la trama c’era eccome: anche se io mi ero erroneamente illusa che si trattasse di uno slice of life ambientato principalmente in una bottega artigiana, il “fulcro” dell’opera è rappresentato dall’elemento soprannaturale. Ovviamente ho utilizzato le virgolette perché tale aspetto, non proprio originale ma comunque con molto potenziale, non è stato sviluppato a dovere. Le visioni di Touko, infatti, compaiono sì e no due minuti per episodio, mentre sembra che i veri protagonisti dell’anime siano gli intrecci amorosi tra i vari personaggi. Di certo triangoli e quadrilateri sentimentali non sono una novità in casa P.A. Works, basti pensare a "Nagi no Asukara"; tuttavia, a differenza dell’ottima opera del 2013, quelli di “Glasslip”, oltre ad essere super triti e ritriti, sono retti da personaggi tediosi e insopportabili. L’aggettivo “vuoto”, infatti, calzerebbe a pennello su ognuno di essi: non presentano né un briciolo di originalità e/o personalità, né sono oggetto di un dovuto approfondimento psicologico. In pratica, non sono riuscita ad affezionarmi a nessuno dei sei ragazzi (cosa che mi capita raramente), tantomeno ho gioito per loro conquiste sentimentali o pianto per i loro insuccessi.
Ma non è finita qui. Perché, se per la maggior parte della serie l’elemento soprannaturale è stato trattato in maniera alquanto marginale, le ultime due o tre puntate sono completamente ad esso dedicate. Avremo dunque una spiegazione dettagliata sulle cause dello strano fenomeno che attanaglia i nostri due protagonisti? Ma anche no. Negli ultimi episodi, infatti, Touko avrà visioni di una lunghezza stratosferica, manco si fosse fatta una scorpacciata di funghi allucinogeni, e continuerà a scervellarsi appresso a Kakeru per capire cosa veda veramente e il motivo del suo strano potere. Tuttavia allo spettatore nulla di questo sarà mai chiaro, perché fino all’ultimo secondo tutte queste domande non avranno mai delle risposte. Insomma, le vicende di “Glasslip”, oltre ad essere noiose, sono pure senza il minimo senso logico e, dunque, una vera presa in giro.
Arriviamo al lato tecnico, e cominciamo dal character design. Quest’ultimo presenta i tratti distintivi che ormai caratterizzano quasi tutte le opere dello studio, solo un po’ meno riusciti. Occhi alquanto sproporzionati e bocche sbilenche sono all’ordine del giorno, tant’è che sono rimasta indignata quando Touko ha paragonato Kakeru al David di Michelangelo. Le animazioni sono un tantino meglio, mentre l’unica grande gioia regalataci da “Glasslip” sono i superbi sfondi, sempre meravigliosi in casa P.A. Works. OST orecchiabili ma nulla di più, così come le sigle. La regia non mi ha fatto proprio impazzire, a causa di quei continui, inadeguati e insopportabili fermoimmagine.
Ricapitolando, “Glasslip” è un anime noiosissimo, pieno di situazioni inutili, intrecci amorosi già visti, personaggi insignificanti e vicende paranormali illogiche. Si salvano solo gli splendidi fondali, i quali permettono all’opera di raggiungere almeno un 4 scarso.
Protagonista dell’opera è Touko Fukami, una liceale che sogna di diventare una vetraia come suo padre. Mentre trascorre serenamente le sue giornate in compagnia degli amici Yanagi, Yukinari, Sachi e Hiro, la ragazza incontra Kakeru Okikura, un suo coetaneo che afferma di avere le sue stesse “visioni”.
Arrivata a metà serie, ho pensato ad un aggettivo che potesse descrivere al meglio “Glasslip”, e subito mi è venuto in mente “vuoto”. Dopo averla terminata, mi sento di affiancargli anche l’espressione “una completa perdita di tempo”. Perché "Glasslip" è proprio questo: una serie noiosa che non vale la pena di guardare.
Innanzitutto, portare a termine ogni singolo episodio è stata davvero un’impresa: ogni puntata è lenta e piena di situazioni inutili messe lì apposta per raggiungere i canonici ventiquattro minuti. Per fare un esempio, vediamo la sorella di Hiro che va a trovare il fidanzato – di cui non vedremo mai il volto - in ospedale; Yanagi che si rompe una gamba; Yanagi che gira senza vestiti per casa con tanto di fermoimmagine usati per rendere la vicenda “poetica”; infine, meraviglia delle meraviglie, Touko che disegna i polli. Proprio l’aggiunta di questi simpatici volatili è quella di cui capisco meno il senso: a volte compaiono mentre beccano il loro squisito mangime, altre per fare da modelli alla protagonista, altre per fare da sfondo ad un serissimo scontro tra Yukinari e Kakeru, che ovviamente scade nel ridicolo a causa della loro presenza.
Tuttavia, la trama c’era eccome: anche se io mi ero erroneamente illusa che si trattasse di uno slice of life ambientato principalmente in una bottega artigiana, il “fulcro” dell’opera è rappresentato dall’elemento soprannaturale. Ovviamente ho utilizzato le virgolette perché tale aspetto, non proprio originale ma comunque con molto potenziale, non è stato sviluppato a dovere. Le visioni di Touko, infatti, compaiono sì e no due minuti per episodio, mentre sembra che i veri protagonisti dell’anime siano gli intrecci amorosi tra i vari personaggi. Di certo triangoli e quadrilateri sentimentali non sono una novità in casa P.A. Works, basti pensare a "Nagi no Asukara"; tuttavia, a differenza dell’ottima opera del 2013, quelli di “Glasslip”, oltre ad essere super triti e ritriti, sono retti da personaggi tediosi e insopportabili. L’aggettivo “vuoto”, infatti, calzerebbe a pennello su ognuno di essi: non presentano né un briciolo di originalità e/o personalità, né sono oggetto di un dovuto approfondimento psicologico. In pratica, non sono riuscita ad affezionarmi a nessuno dei sei ragazzi (cosa che mi capita raramente), tantomeno ho gioito per loro conquiste sentimentali o pianto per i loro insuccessi.
Ma non è finita qui. Perché, se per la maggior parte della serie l’elemento soprannaturale è stato trattato in maniera alquanto marginale, le ultime due o tre puntate sono completamente ad esso dedicate. Avremo dunque una spiegazione dettagliata sulle cause dello strano fenomeno che attanaglia i nostri due protagonisti? Ma anche no. Negli ultimi episodi, infatti, Touko avrà visioni di una lunghezza stratosferica, manco si fosse fatta una scorpacciata di funghi allucinogeni, e continuerà a scervellarsi appresso a Kakeru per capire cosa veda veramente e il motivo del suo strano potere. Tuttavia allo spettatore nulla di questo sarà mai chiaro, perché fino all’ultimo secondo tutte queste domande non avranno mai delle risposte. Insomma, le vicende di “Glasslip”, oltre ad essere noiose, sono pure senza il minimo senso logico e, dunque, una vera presa in giro.
Arriviamo al lato tecnico, e cominciamo dal character design. Quest’ultimo presenta i tratti distintivi che ormai caratterizzano quasi tutte le opere dello studio, solo un po’ meno riusciti. Occhi alquanto sproporzionati e bocche sbilenche sono all’ordine del giorno, tant’è che sono rimasta indignata quando Touko ha paragonato Kakeru al David di Michelangelo. Le animazioni sono un tantino meglio, mentre l’unica grande gioia regalataci da “Glasslip” sono i superbi sfondi, sempre meravigliosi in casa P.A. Works. OST orecchiabili ma nulla di più, così come le sigle. La regia non mi ha fatto proprio impazzire, a causa di quei continui, inadeguati e insopportabili fermoimmagine.
Ricapitolando, “Glasslip” è un anime noiosissimo, pieno di situazioni inutili, intrecci amorosi già visti, personaggi insignificanti e vicende paranormali illogiche. Si salvano solo gli splendidi fondali, i quali permettono all’opera di raggiungere almeno un 4 scarso.
Avere una trama molto interessante e non sfruttarla al meglio è davvero uno spreco. La P.A. Works delude con "Glasslip", prodotto nell'estate 2014 che si presenta come un slice of life soprannaturale, che però non riesce a dare uno sviluppo sufficiente alla trama, rendendola confusionaria e quindi scarsa.
La trama vede protagonisti un gruppo di liceali e le loro esperienze in amicizia e amore: in particolar modo, vediamo Tohko Funami, che vuole diventare un vetraio come il padre, e Kakeru Okikura, uno studente trasferitosi in paese da poco, dopo vari spostamenti per via dei genitori. Questi due ragazzi scopriranno di avere un potere particolare, ovvero quello di poter vedere il futuro.
Lo sviluppo della trama è come dicevo molto confusionario e scarso per via dei mancanti colpi di scena che fanno appassionare e per un andamento decrescente della storia, che inizia bene per poi finire in malo modo. La questione del soprannaturale è stata una buona mossa che poteva rendere davvero interessante quest'anime, ma sfortunatamente questo "potere" viene molte volte messo in mostra per poi non essere analizzato, rendendo così inafferrabili altri piccoli eventi collegati a quest'ultimo. Possiamo vedere un piccolo sviluppo dei personaggi che però non incide particolarmente sulla trama, rimanendo in secondo piano, senza far appassionare più di molto. Nel finale invece abbiamo il terribile flop, dove scopriamo la verità sul potere della protagonista, che purtroppo ha peggiorato le cose, mostrandoci qualcosa di veramente assurdo che però poteva essere interpretato in modo migliore se solo tutto lo sviluppo precedente fosse stato diversamente lavorato.
Infine, possiamo notare l'unico lato positivo dell'anime, ovvero il comparto visivo che ci offre dei buoni disegni e delle animazioni ben curate; il sonoro invece è accettabile, grazie ad una buona colonna sonora che almeno rende più squisita l'ambientazione.
Concludo qui la recensione, non consigliando questo titolo, se non volete perdere tempo con anime di poco conto.
La trama vede protagonisti un gruppo di liceali e le loro esperienze in amicizia e amore: in particolar modo, vediamo Tohko Funami, che vuole diventare un vetraio come il padre, e Kakeru Okikura, uno studente trasferitosi in paese da poco, dopo vari spostamenti per via dei genitori. Questi due ragazzi scopriranno di avere un potere particolare, ovvero quello di poter vedere il futuro.
Lo sviluppo della trama è come dicevo molto confusionario e scarso per via dei mancanti colpi di scena che fanno appassionare e per un andamento decrescente della storia, che inizia bene per poi finire in malo modo. La questione del soprannaturale è stata una buona mossa che poteva rendere davvero interessante quest'anime, ma sfortunatamente questo "potere" viene molte volte messo in mostra per poi non essere analizzato, rendendo così inafferrabili altri piccoli eventi collegati a quest'ultimo. Possiamo vedere un piccolo sviluppo dei personaggi che però non incide particolarmente sulla trama, rimanendo in secondo piano, senza far appassionare più di molto. Nel finale invece abbiamo il terribile flop, dove scopriamo la verità sul potere della protagonista, che purtroppo ha peggiorato le cose, mostrandoci qualcosa di veramente assurdo che però poteva essere interpretato in modo migliore se solo tutto lo sviluppo precedente fosse stato diversamente lavorato.
Infine, possiamo notare l'unico lato positivo dell'anime, ovvero il comparto visivo che ci offre dei buoni disegni e delle animazioni ben curate; il sonoro invece è accettabile, grazie ad una buona colonna sonora che almeno rende più squisita l'ambientazione.
Concludo qui la recensione, non consigliando questo titolo, se non volete perdere tempo con anime di poco conto.
Mi sono avvicinato a questo "Glasslip" dopo aver preso atto della scarsissima considerazione che questo anime aveva raccolto presso l'utenza di questo sito. Tanti voti così bassi tutti assieme credo di averli visti molto raramente e ciò, a seguito di un moto interiore che definirei perverso, più che spingermi ad evitarlo come la peste, mi ha incoraggiato a guardarlo per cercare di capire i motivi di una media voto così bassa. Dopo aver visto i primi episodi, seppur non mi avessero entusiasmato più di tanto, pensavo che il giudizio fosse stato obiettivamente troppo severo, in quanto l'anime, pur non eccellendo in nulla, si lasciava comunque guardare ed etichettarlo come una delle produzioni più brutte di sempre mi sembrava una cosa davvero ridicola. Il mio punto di vista si è quasi completamente ribaltato guardando la seconda parte: credo ancora che la valutazione media sia eccessivamente bassa ma ho sicuramente compreso i motivi che hanno spinto la maggior parte dei recensori a giudicarlo in questo modo; ed in effetti il voto che gli ho assegnato non è poi molto distante da quello prevalente.
La trama: "Glasslip" racconta le vicende di un gruppo di amici che cercano di godersi al meglio gli ultimi giorni dell'estate; i rapporti che regolano il gruppo, però, verranno sconvolti dall'arrivo di Kakeru Okikura, un ragazzo trasferitosi da poco in città. Quest'ultimo, in particolare, attirerà l'attenzione della dolce Tohko; i due, infatti, scoprono di condividere uno stesso strano fenomeno: a contatto con luci molto intense hanno delle strane visioni che loro interpretano come "frammenti del futuro". Comincerà, così, la ricerca sulla verità intorno a queste strane visioni ma la cosa si dimostrerà tutt'altro che semplice.
Per chi lo ha creato, quello di "Glasslip" doveva rappresentare senza dubbio un progetto molto ambizioso: intrecci amorosi, personalità complesse, preferenze sessuali controverse, magia, mistero, polli e fuochi d'artificio compongono un puzzle molto complicato e che doveva essere ricomposto con grande attenzione. Purtroppo, questa attenzione non c'è stata o comunque non è stata all'altezza del compito. Se si fosse evitato di complicarlo così tanto, probabilmente il risultato sarebbe stato un buon anime; invece si è preferito cercare di strafare e cercare di creare qualcosa di veramente memorabile. Così, però, si è finito per creare un minestrone indecifrabile e davvero indigesto, pieno di controsensi, argomenti lasciati a metà e di cose che non vengono adeguatamente spiegate. E' inutile cercare di difendere l'indifendibile: la sceneggiatura è completamente sballata e dopo un po' la visione dell'anime diviene un qualcosa di davvero insopportabile.
Se si esclude Kakeru, un ragazzo dotato di un carattere inutilmente irritante le cui azioni sono senza senso logico, il resto del cast dei personaggi è buono ed andava sfruttato diversamente. Qui, invece, devono adeguarsi ai "colpi di genio" dell'autore e vengono criminosamente sminuiti.
Niente da segnalare dal punto di vista della colonna sonora; si salvano, invece, le animazioni che ho trovato abbastanza gradevoli.
Un anime capace di farmi venire il mal di testa ancora mi mancava; con "Glasslip" adesso posso dire di aver visto davvero tutti i generi di anime possibili. Non credo che sia l'anime più brutto di sempre; tuttavia è dannatamente vicino all'ultima posizione.
La trama: "Glasslip" racconta le vicende di un gruppo di amici che cercano di godersi al meglio gli ultimi giorni dell'estate; i rapporti che regolano il gruppo, però, verranno sconvolti dall'arrivo di Kakeru Okikura, un ragazzo trasferitosi da poco in città. Quest'ultimo, in particolare, attirerà l'attenzione della dolce Tohko; i due, infatti, scoprono di condividere uno stesso strano fenomeno: a contatto con luci molto intense hanno delle strane visioni che loro interpretano come "frammenti del futuro". Comincerà, così, la ricerca sulla verità intorno a queste strane visioni ma la cosa si dimostrerà tutt'altro che semplice.
Per chi lo ha creato, quello di "Glasslip" doveva rappresentare senza dubbio un progetto molto ambizioso: intrecci amorosi, personalità complesse, preferenze sessuali controverse, magia, mistero, polli e fuochi d'artificio compongono un puzzle molto complicato e che doveva essere ricomposto con grande attenzione. Purtroppo, questa attenzione non c'è stata o comunque non è stata all'altezza del compito. Se si fosse evitato di complicarlo così tanto, probabilmente il risultato sarebbe stato un buon anime; invece si è preferito cercare di strafare e cercare di creare qualcosa di veramente memorabile. Così, però, si è finito per creare un minestrone indecifrabile e davvero indigesto, pieno di controsensi, argomenti lasciati a metà e di cose che non vengono adeguatamente spiegate. E' inutile cercare di difendere l'indifendibile: la sceneggiatura è completamente sballata e dopo un po' la visione dell'anime diviene un qualcosa di davvero insopportabile.
Se si esclude Kakeru, un ragazzo dotato di un carattere inutilmente irritante le cui azioni sono senza senso logico, il resto del cast dei personaggi è buono ed andava sfruttato diversamente. Qui, invece, devono adeguarsi ai "colpi di genio" dell'autore e vengono criminosamente sminuiti.
Niente da segnalare dal punto di vista della colonna sonora; si salvano, invece, le animazioni che ho trovato abbastanza gradevoli.
Un anime capace di farmi venire il mal di testa ancora mi mancava; con "Glasslip" adesso posso dire di aver visto davvero tutti i generi di anime possibili. Non credo che sia l'anime più brutto di sempre; tuttavia è dannatamente vicino all'ultima posizione.
"Glasslip" è un anime dell'estate 2014 che è stato obbiettivamente un grande flop per i vari difetti e soprattutto, a mio parere per il finale. Premetto che a me quest'anime non è dispiaciuto anzi direi che l'ho trovato tutto sommato piacevole però i difetti sono innegabili ma mi ha catturata l'ambientazione estiva con il sole che è presente in ogni scena, insomma mi ha trasmesso molta serenità.
La trama in breve: un gruppo di ragazzi d'estate fa la sua vita quotidiana fin quando Kakeru, un giovane ragazzo, entra nella loro vita e si svolgono varie vicende amorose anche con colpi di scena non eclatanti ma comunque molto carini e che io, personalmente, non mi sarei mai aspettata. Il primo difetto è proprio qui perché in un concetto di normalità sarebbe stato meglio mostrare le vicende sentimentali dei personaggi ma invece si è preferito introdurre concetti astratti e "magici" che non vengano ben spiegati e lasciano a desiderare, quest'ultimi sono proprio insieme al finale, per modo di dire finale, hanno contribuito in gran parte all'insuccesso della serie che poteva essere non un grande anime ma potevano essere quanto meno bellina.
I personaggi non sono un nulla di che e spesso si comportano in modo strano ed illogico, non mi sento di dire che non siano per niente caratterizzati ma non sono neanche bene inquadrati e come già detto spesso si comportano in modo strano, cosa che contribuisce a qualche "effetto sorpresa". In particolare Kakeru poteva essere un personaggio migliore ma è stato "sfruttato" in malo modo.
Il comparto tecnico è molto bello, le animazioni sono spesso ben fatte con qualche sbavatura ogni tanto ma non mi sento di criticarlo. Per quanto riguarda il comparto sonoro, questo lascia un po' a desiderare perché le musiche sono poco orecchiabili e spesso non si sposano bene con la scena che accompagnano.
Il mio voto a quest'anime forse è un po' superiore a quello che meriterebbe ma mi sento di dargli un 6, quindi sufficiente, perché come già detto mi ha trasmesso molta serenità e non nego che se non fosse stato per il finale orribile avrei potuto dare anche qualcosa in più, naturalmente senza esagerare.
La trama in breve: un gruppo di ragazzi d'estate fa la sua vita quotidiana fin quando Kakeru, un giovane ragazzo, entra nella loro vita e si svolgono varie vicende amorose anche con colpi di scena non eclatanti ma comunque molto carini e che io, personalmente, non mi sarei mai aspettata. Il primo difetto è proprio qui perché in un concetto di normalità sarebbe stato meglio mostrare le vicende sentimentali dei personaggi ma invece si è preferito introdurre concetti astratti e "magici" che non vengano ben spiegati e lasciano a desiderare, quest'ultimi sono proprio insieme al finale, per modo di dire finale, hanno contribuito in gran parte all'insuccesso della serie che poteva essere non un grande anime ma potevano essere quanto meno bellina.
I personaggi non sono un nulla di che e spesso si comportano in modo strano ed illogico, non mi sento di dire che non siano per niente caratterizzati ma non sono neanche bene inquadrati e come già detto spesso si comportano in modo strano, cosa che contribuisce a qualche "effetto sorpresa". In particolare Kakeru poteva essere un personaggio migliore ma è stato "sfruttato" in malo modo.
Il comparto tecnico è molto bello, le animazioni sono spesso ben fatte con qualche sbavatura ogni tanto ma non mi sento di criticarlo. Per quanto riguarda il comparto sonoro, questo lascia un po' a desiderare perché le musiche sono poco orecchiabili e spesso non si sposano bene con la scena che accompagnano.
Il mio voto a quest'anime forse è un po' superiore a quello che meriterebbe ma mi sento di dargli un 6, quindi sufficiente, perché come già detto mi ha trasmesso molta serenità e non nego che se non fosse stato per il finale orribile avrei potuto dare anche qualcosa in più, naturalmente senza esagerare.
"Glasslip" è una serie della stagione estiva 2014 formata da 13 episodi di durata canonica, che probabilmente sarà ricordata dalla maggior parte di noi come una grande occasione sprecata; gli elementi per renderla un'opera di tutto rispetto c'erano tutti, ma purtroppo le scelte che state intraprese non hanno saputo minimamente valorizzarli.
La storia è ambientata in estate, in una piccola cittadina affacciata sul mare; protagonista principale è Tohko Funami, figlia di un artigiano vetraio, che da quanto incontra Kakeru Okikura, un ragazzo appena trasferitosi in città, inizia ad avere delle misteriose visioni.
La storia però, invece di concentrarsi su di esse, racconta principalmente del rapporto sentimentale che viene a crearsi fra i due protagonisti prima citati, e fra gli altri quattro ragazzi che fanno parte del loro gruppo.
Insomma uno slice of life con un po' di sentimentalismo in mezzo, e fino a qui niente di male, se non fosse per i difetti ( e non sono pochi ) che vengono disseminati lungo il percorso e che passerò ad elencare:
Primo su tutti all'elemento soprannaturale, queste tanto ricorrenti e misteriose visioni, non viene data alcuna spiegazione. Alla fine delle puntate la domanda che sorge spontanea è questa: cosa ho visto veramente? ha un senso tutto ciò? Mistero
Secondo ma non meno importante, i personaggi, che non riescono minimamente a coinvolgere lo spettatore; Kakeru, uno dei protagonisti principali riesce addirittura a risultare antipatico per gran parte della serie, e gli altri ragazzi non ci vanno molto lontano.
Molte altre perplessità sorgono spontanee riguardo lo svolgersi della trama; la maggior parte dei fatti avvengono senza un minimo di senso, o per lo meno io non sono riuscito a darmi una spiegazione valida; esempio: la persona che mi piace va in ritiro di atletica, allora per fargli un favore decido di mettermi a correre, seguendo il suo abituale percorso. domanda: Perchè? sarebbe forse stato irrispettoso non farlo? altro mistero.
Cosa si salva di Glasslip? sicuramente la grafica, belli gli sfondi e le ambientazioni sul mare, carino anche il character design, anche se i personaggi, in alcune occasioni, presentano tutti una lieve forma di strabismo.
Anche il comparto sonoro ha svolto un buon lavoro, a parte la eding che sinceramente ho trovato più fastidiosa che melodica, ma questi sono gusti personali.
Registicamente un discreto lavoro, e son fosse per qualche strana, ed ancora una volta insensata inquadratura sui polli, non avrei avuto nulla da ridire.
Quello che mi ha lasciato meravigliato e che bisogna riconoscere a questa serie è che, nonostante tutti gli aspetti negativi sopracitati, riesca a risultare abbastanza piacevole da visionare, senza mai annoiare particolarmente. Come questo sia possibile ancora devo spiegarmelo, ma in fondo meglio così.
In conclusione di "Glasslip" è un'opera dove regnano incontrastate le scelte ambigue e ingiustificate, pertanto non mi sento di consigliarne la visione.
P.s. il pollo Jonathan è, probabilmente, il personaggio meglio riuscito.
La storia è ambientata in estate, in una piccola cittadina affacciata sul mare; protagonista principale è Tohko Funami, figlia di un artigiano vetraio, che da quanto incontra Kakeru Okikura, un ragazzo appena trasferitosi in città, inizia ad avere delle misteriose visioni.
La storia però, invece di concentrarsi su di esse, racconta principalmente del rapporto sentimentale che viene a crearsi fra i due protagonisti prima citati, e fra gli altri quattro ragazzi che fanno parte del loro gruppo.
Insomma uno slice of life con un po' di sentimentalismo in mezzo, e fino a qui niente di male, se non fosse per i difetti ( e non sono pochi ) che vengono disseminati lungo il percorso e che passerò ad elencare:
Primo su tutti all'elemento soprannaturale, queste tanto ricorrenti e misteriose visioni, non viene data alcuna spiegazione. Alla fine delle puntate la domanda che sorge spontanea è questa: cosa ho visto veramente? ha un senso tutto ciò? Mistero
Secondo ma non meno importante, i personaggi, che non riescono minimamente a coinvolgere lo spettatore; Kakeru, uno dei protagonisti principali riesce addirittura a risultare antipatico per gran parte della serie, e gli altri ragazzi non ci vanno molto lontano.
Molte altre perplessità sorgono spontanee riguardo lo svolgersi della trama; la maggior parte dei fatti avvengono senza un minimo di senso, o per lo meno io non sono riuscito a darmi una spiegazione valida; esempio: la persona che mi piace va in ritiro di atletica, allora per fargli un favore decido di mettermi a correre, seguendo il suo abituale percorso. domanda: Perchè? sarebbe forse stato irrispettoso non farlo? altro mistero.
Cosa si salva di Glasslip? sicuramente la grafica, belli gli sfondi e le ambientazioni sul mare, carino anche il character design, anche se i personaggi, in alcune occasioni, presentano tutti una lieve forma di strabismo.
Anche il comparto sonoro ha svolto un buon lavoro, a parte la eding che sinceramente ho trovato più fastidiosa che melodica, ma questi sono gusti personali.
Registicamente un discreto lavoro, e son fosse per qualche strana, ed ancora una volta insensata inquadratura sui polli, non avrei avuto nulla da ridire.
Quello che mi ha lasciato meravigliato e che bisogna riconoscere a questa serie è che, nonostante tutti gli aspetti negativi sopracitati, riesca a risultare abbastanza piacevole da visionare, senza mai annoiare particolarmente. Come questo sia possibile ancora devo spiegarmelo, ma in fondo meglio così.
In conclusione di "Glasslip" è un'opera dove regnano incontrastate le scelte ambigue e ingiustificate, pertanto non mi sento di consigliarne la visione.
P.s. il pollo Jonathan è, probabilmente, il personaggio meglio riuscito.
Dove è finito il tempo delle mele? Il tempo dei primi batticuori, dei primi baci, della spensieratezza di vivere una età piena di sorprese e aspettative?
Glasslip poteva tranquillamente ambire a tutto questo, anzi, il trailer aveva fatto presagire uno sviluppo interessante della storia, soprattutto per quanto riguarda le tematiche adolescenziali, ed invece, dopo due episodi, ci si ritrova a guardare un agglomerato privo di senso, condito da teorie fantascientifiche e una costruzione narrativa basata sul nulla cosmico, segno evidente che dopo il grande Karekano non ci sono stati più anime scolastici in grado di affrontare seriamente un periodo essenziale della propria crescita, meraviglioso, ma allo stesso tempo delicato.
In questo anime si va avanti a suon di teorie psichiche, governate dalla confusione assoluta di una sceneggiatura prodotta da una cena indigesta, con la tenue speranza di emulare i deliri onirici di Salvador Dalì per ricavarne un inaspettato successo. Il problema è che Dalì era Dalì. Questo assomiglia, senza il minimo dubbio, al festival delle assurdità.
I cinque personaggi (sinceramente ben assortiti) sentono ad un certo punto, che i loro legami instaurati nell'infanzia devono salire di livello e aprirsi a nuove prospettive. Direzione assolutamente sensata, che poteva veramente creare la differenza e proporre una trama interessante. Al contrario, ci si focalizza sui modi strampalati di Kakeru, il nuovo arrivato, e la sua relazione con la protagonista Touko, incentrata su enigmi e quesiti mai del tutto risolti in tredici episodi.
Solo questo aspetto vi provocherà un leggero nervosismo, anche perché le risposte quando arrivano non sfiorano nessuna logica, come del resto altre situazioni, tipo l'improvvisa apparizione (solo per movimentare il lento e pesante, pesante, ripeto pesante, svolgersi della vicenda) della sorellina di Touko, ignorata persino dai tombini, che ad un certo punto, verso la fine, decide con addosso solo un costume da bagno, di rincorrere in bici Yukinari per urlare la sua fighezza.
Alè!
Comunque, giusto per continuare a farci del male, l'altra pecca riguarda il sonoro, focalizzato solo su uno dei Notturni di Chopin, fantastico, ma ripetuto sino all'esasperazione. Se io fossi Chopin chiederei un risarcimento per danni morali, anche se sono morto da più di duecento anni.
L'unica nota positiva è la citazione di un quadro di Escher "Cielo ed acqua" presente in quella specie di faro. Invece, l'arte del vetro ha, purtroppo, il triste compito di incrementare le allucinanti visioni. E meno male che Edith Piaf scrisse la "Vie en Rose" perché sosteneva che quando siamo innamorati vediamo la vita in rosa. Non parlava sicuramente del ciondolo rosa di Glasslip.
Glasslip poteva tranquillamente ambire a tutto questo, anzi, il trailer aveva fatto presagire uno sviluppo interessante della storia, soprattutto per quanto riguarda le tematiche adolescenziali, ed invece, dopo due episodi, ci si ritrova a guardare un agglomerato privo di senso, condito da teorie fantascientifiche e una costruzione narrativa basata sul nulla cosmico, segno evidente che dopo il grande Karekano non ci sono stati più anime scolastici in grado di affrontare seriamente un periodo essenziale della propria crescita, meraviglioso, ma allo stesso tempo delicato.
In questo anime si va avanti a suon di teorie psichiche, governate dalla confusione assoluta di una sceneggiatura prodotta da una cena indigesta, con la tenue speranza di emulare i deliri onirici di Salvador Dalì per ricavarne un inaspettato successo. Il problema è che Dalì era Dalì. Questo assomiglia, senza il minimo dubbio, al festival delle assurdità.
I cinque personaggi (sinceramente ben assortiti) sentono ad un certo punto, che i loro legami instaurati nell'infanzia devono salire di livello e aprirsi a nuove prospettive. Direzione assolutamente sensata, che poteva veramente creare la differenza e proporre una trama interessante. Al contrario, ci si focalizza sui modi strampalati di Kakeru, il nuovo arrivato, e la sua relazione con la protagonista Touko, incentrata su enigmi e quesiti mai del tutto risolti in tredici episodi.
Solo questo aspetto vi provocherà un leggero nervosismo, anche perché le risposte quando arrivano non sfiorano nessuna logica, come del resto altre situazioni, tipo l'improvvisa apparizione (solo per movimentare il lento e pesante, pesante, ripeto pesante, svolgersi della vicenda) della sorellina di Touko, ignorata persino dai tombini, che ad un certo punto, verso la fine, decide con addosso solo un costume da bagno, di rincorrere in bici Yukinari per urlare la sua fighezza.
Alè!
Comunque, giusto per continuare a farci del male, l'altra pecca riguarda il sonoro, focalizzato solo su uno dei Notturni di Chopin, fantastico, ma ripetuto sino all'esasperazione. Se io fossi Chopin chiederei un risarcimento per danni morali, anche se sono morto da più di duecento anni.
L'unica nota positiva è la citazione di un quadro di Escher "Cielo ed acqua" presente in quella specie di faro. Invece, l'arte del vetro ha, purtroppo, il triste compito di incrementare le allucinanti visioni. E meno male che Edith Piaf scrisse la "Vie en Rose" perché sosteneva che quando siamo innamorati vediamo la vita in rosa. Non parlava sicuramente del ciondolo rosa di Glasslip.
Come trasformare un potenziale 10 in un ridicolo 1 ...
A volte è difficile trovare le giuste parole per esprimere in maniera impeccabile le sensazioni che un anime ti lascia dopo la sua visione. Vorresti aprire il tuo cuore agli altri e lasciare "scivolare" fuori ciò che pensi nei minimi dettagli, ma non ce la fai ... Ecco Glasslip mi provoca esattamente questa sensazione, per quanto io scriva non sarò mai in grado di farvi capire come la penso. Più che altro è il suo autore che, per quanto si sia impegnato, non è riuscito a comunicare la sua idea di base, sempre che ne avesse una si intende!
Non mi dilungherò al solito nel raccontarvi la trama, in troppi già l'hanno ormai fatto, ed un'ulteriore banale sinossi penso di potervela risparmiare. Le premesse erano da 10, e lo dico senza remore, ma la relatà è ben altra ... Cominciamo ad esaminare il genere di questa serie dell'estate 2014, "slice of life", "sentimentale" e fin qua ero già in estasi, "scolastico" possiamo accettarlo, "sovrannaturale" ... come?! Uno slice of life sovrannaturale? E' un controsenso totale ... come fai a narrare uno slice of life che è la trasposizione in maniera reale e credibile di eventi che potrebbero veramente capitare a delle persone normali, con la presenza di non ben precisati poteri psichici? Durante l'episodio 1 Kakeru Okikura, parlando all'eroina di turno Tohko Funami le dice più o meno: "Ho avuto le tue stesse visioni quel giorno ...". E che cosa ha visto esattamente? Pensate che si capisca durante 13 caotici episodi? Assolutamente no, regna la confusione. In tutta onestà ancora adesso non riesco a capire cosa fossero questi frammenti, cosa significhino le visioni che i due hanno e, soprattutto, qual'è il significato finale dell'anime? Mistero più assoluto, così come il suo ending. Alcune potenziali e bellissime storie d'amore sono state assolutamente e disgraziatamente rovinate da l'assurdità della trama, ma io dico si può?
Arrivati ad un'analisi di questo tipo, ogni altra valutazione sui personaggi e sulla loro caratterizzazione, sul disegno, sulla regia, sulle ambientazioni, l'OST, lasciano il tempo che trovano.
Voto Finale: 1
Giudizio Finale: è un vero peccato ...
A volte è difficile trovare le giuste parole per esprimere in maniera impeccabile le sensazioni che un anime ti lascia dopo la sua visione. Vorresti aprire il tuo cuore agli altri e lasciare "scivolare" fuori ciò che pensi nei minimi dettagli, ma non ce la fai ... Ecco Glasslip mi provoca esattamente questa sensazione, per quanto io scriva non sarò mai in grado di farvi capire come la penso. Più che altro è il suo autore che, per quanto si sia impegnato, non è riuscito a comunicare la sua idea di base, sempre che ne avesse una si intende!
Non mi dilungherò al solito nel raccontarvi la trama, in troppi già l'hanno ormai fatto, ed un'ulteriore banale sinossi penso di potervela risparmiare. Le premesse erano da 10, e lo dico senza remore, ma la relatà è ben altra ... Cominciamo ad esaminare il genere di questa serie dell'estate 2014, "slice of life", "sentimentale" e fin qua ero già in estasi, "scolastico" possiamo accettarlo, "sovrannaturale" ... come?! Uno slice of life sovrannaturale? E' un controsenso totale ... come fai a narrare uno slice of life che è la trasposizione in maniera reale e credibile di eventi che potrebbero veramente capitare a delle persone normali, con la presenza di non ben precisati poteri psichici? Durante l'episodio 1 Kakeru Okikura, parlando all'eroina di turno Tohko Funami le dice più o meno: "Ho avuto le tue stesse visioni quel giorno ...". E che cosa ha visto esattamente? Pensate che si capisca durante 13 caotici episodi? Assolutamente no, regna la confusione. In tutta onestà ancora adesso non riesco a capire cosa fossero questi frammenti, cosa significhino le visioni che i due hanno e, soprattutto, qual'è il significato finale dell'anime? Mistero più assoluto, così come il suo ending. Alcune potenziali e bellissime storie d'amore sono state assolutamente e disgraziatamente rovinate da l'assurdità della trama, ma io dico si può?
Arrivati ad un'analisi di questo tipo, ogni altra valutazione sui personaggi e sulla loro caratterizzazione, sul disegno, sulla regia, sulle ambientazioni, l'OST, lasciano il tempo che trovano.
Voto Finale: 1
Giudizio Finale: è un vero peccato ...
Esordisco dicendo che "Glassip", in quanto a stile mi ricorda moltissimo "Nagi no Asukara", un anime, quest'ultimo, che mi aveva entusiasmato in maniera estremamente positiva. Tale somiglianza, forse, è uno dei motivi per cui ho apprezzato, seppur in maniera minore, anche l'opera qui recensita.
"Glasslip" è costituito da 13 episodi ed essenzialmente si tratta di una commedia sentimentale, con un pizzico di sovrannaturale che, per certi versi, rende il tutto ancora più intrigante.
Uscito nella stagione estiva del 2014, non concorre certo al titolo di migliore anime dell'anno, ma, in maniera limitata, riesce comunque a non deludere, mantenendosi, secondo il mio parere, sulla sottile (in questo caso sottilissima) linea della sufficienza.
La storia parte, e di fatto si sviluppa per intero, nel corso della vacanze estive, narrando così le vicende di un gruppo di 5 amici, alle prese con spinose questioni di cuore e, soprattutto, l'avvento di un misterioso ragazzo: Kakeru Okikura.
Kakeru è appena arrivato ma, fin da subito, sembra nascondere un segreto, una sorta di capacità che lo porterà inevitabilmente a intrecciare il proprio destino con quello della bella e simpatica Touko Fukami. Quest'ultima, insieme ai suoi amici, cercherà di godersi l'estate, ma le giornate non saranno sempre così quiete e tranquille: Yukinari Imi, amico d'infanzia, sembra provare qualcosa per lei e, in un impeto di passione, le dichiarerà il proprio amore…forse impaurito del fascino che Kakeru sembra avere su Touko. Insomma, le cose di stanno facendo alquanto complicate per il tranquillo gruppetto di amici che, sino a qualche giorno prima, non sembrava che curarsi di nulla, se non vivere al meglio una quita e soleggiata estate.
Un paesaggio da sogno su cui, però, appaiono all'orizzonte nuvole temporalesche che, nel bene o nel male, sconvolgeranno la vita dei nostri "eroi". Touko, così come Okikura, mostra misteriose abilità soprannaturali: un potere che gli permette di vedere, così come li chiamano loro, dei "frammenti dal futuro". Strane immagini che raccontano avvenimenti non ancora successi, ma che, d'altra parte, non sembrano destinati ad accadere a tutti i costi. E allora cosa sono? Forse solo vivendo il corso degli eventi sarà possibile scoprirlo (o forse no).
Passando ora all'analisi dell'opera nelle sue molteplici componenti, terrei comunque a precisare che "Glasslip", in fin dei conti, non è affatto esente da critiche o difetti. Tuttavia, per quanto mi riguarda, sono riuscito comunque a riscontrare la presenza di molteplici pregi che, di fatto, rendono tale opera sufficiente nel suo complesso. È uno slice of life e, dunque, non ci dovremmo aspettare chissà che azione all'interno dell'opera, anche se, come già detto, vi è la presenza di un piccolo elemento sovrannaturale. La vera azione, in fin dei conti, non si svolge tanto sul piano esteriore degli eventi, quanto piuttosto su quello interiore, un livello più intimo che coincide con l'animo dei vari protagonisti,
Questi ultimi appunto, che, tutto sommato, sono ragazzi più o meno normali, dovranno combattere una vera e propria battaglia nel proprio cuore, al fine di poter superare le molteplici difficoltà e poter così raggiungere un amore agognato. I vari personaggi vengono scandagliati fin negli anfratti più reconditi del loto animo e, sebbene le dinamiche siano piuttosto classiche per un anime sentimentale, mostrano comunque spiccate caratteristiche interiori, tali da renderli più simili a persone, che non semplici disegni.
Touko è bella, simpatica e un po' sempliciotta, ma, a differenza di molti altri anime, non è poi così stupida da risultare quasi antipatica: comprende bene la situazione ed è in grado di affrontare decisioni difficili. Per quanto riguarda Kakeru invece, non saprei bene come esprimermi, visto che il mio giudizio muta sensibilmente nel corso della serie, in base anche agli strani comportamenti del personaggio.
Molto bene anche la cura e il tempo dedicato agli altri personaggi, tra cui spiccano Yanagi e Yukinari, una coppia tutta particolare, in quanto la prima prova sentimenti verso il giovane che, a sua volta, è attratto da Touko. Sinceramente devo ammettere di aver trovato la loro storia, seppur interessante, un pochino scontata e prevedibile, con l'unica eccezione che, fino a metà, non si capiva nemmeno che relazione avessero. Vivono assieme…quindi sono fratelli? Non sembra, visto che hanno cognomi diversi. Sembrerebbe (così ho potuto dedurre) che siano fratellastri, costretti a vivere insieme in seguito a qualche vicenda familiare (genitori risposati…boh!).
L'altra coppia invece, Hiro e Sachi, è l'immagine stessa della banalità, se non fosse per una strana attrazione di Sachi, la ragazza, nei confronti di Touko (e ti pareva), uno strano sentimento che, purtroppo, rimarrà in sospeso e, di fatto, irrisolto.
La grafica sarebbe anche carina, se non fosse per lo strano effetto delle luci che, in qualche occasione, potrebbero anche risultare appropriata…peccato che viene usato un pochino troppo come effetto. Stesso discorso vale per i "fermo immagine" con effetto disegno a pastello: belli e romantici, ma, forse, scelti con un po' troppa frequenza e per scene prive di una così rilevante importanza.
Buono il doppiaggio, ma, ahimè, pessima la regia, visto che i flashback si susseguono in maniera piuttosto disordinata e alla fine della serie non si è stati in grado di vedere un vero e proprio finale. Le premesse erano buono ma, forse, si è cercato di mettere insieme troppe cose, finendo così per non concludere nulla…neanche le questioni di cuore.
Ed eccoci qui, alla fine di questa recensione, con l'animo in bilico tra la sufficienza e l'insufficienza. Personalmente l'ho trovato comunque carino come anime: interessante e piuttosto bello in quanto a vicende amorose. Eppure i difetti sono molti, forse troppi, e il colpo di grazia ci viene inferto proprio dall'ultimo episodio. Solitamente sono incerto su come parlare del finale, preoccupato di parlare troppo e rivelare particolari interessanti che, magari, sarebbero piaciuti molto di più d osservare personalmente. Ebbene, in questo caso, non c'è alcun pericolo, visto che, di fatto, non succede nulla. Kakeru sembra andar via, ma…. "ma" cosa? Non si riesce a capire se ne vada o meno e, sebbene sia un sostenitore dei finali emblematici, in questo caso ci si è spinti un pochino oltre.
Riguardo ai poteri non si è chiarito poi molto e, in pratica, siamo ancora al punto di partenza. Le coppie sono formate o quasi, visto che, anch'esse, rimangono sospese a metà, in un limbo piuttosto emblematico.
E dunque… (interrompo anche io la recensione senza un vero e proprio finale, così da poter coi introdurre ancora meglio il lettore alla visione di "Glassip")
Voto finale: 6
"Glasslip" è costituito da 13 episodi ed essenzialmente si tratta di una commedia sentimentale, con un pizzico di sovrannaturale che, per certi versi, rende il tutto ancora più intrigante.
Uscito nella stagione estiva del 2014, non concorre certo al titolo di migliore anime dell'anno, ma, in maniera limitata, riesce comunque a non deludere, mantenendosi, secondo il mio parere, sulla sottile (in questo caso sottilissima) linea della sufficienza.
La storia parte, e di fatto si sviluppa per intero, nel corso della vacanze estive, narrando così le vicende di un gruppo di 5 amici, alle prese con spinose questioni di cuore e, soprattutto, l'avvento di un misterioso ragazzo: Kakeru Okikura.
Kakeru è appena arrivato ma, fin da subito, sembra nascondere un segreto, una sorta di capacità che lo porterà inevitabilmente a intrecciare il proprio destino con quello della bella e simpatica Touko Fukami. Quest'ultima, insieme ai suoi amici, cercherà di godersi l'estate, ma le giornate non saranno sempre così quiete e tranquille: Yukinari Imi, amico d'infanzia, sembra provare qualcosa per lei e, in un impeto di passione, le dichiarerà il proprio amore…forse impaurito del fascino che Kakeru sembra avere su Touko. Insomma, le cose di stanno facendo alquanto complicate per il tranquillo gruppetto di amici che, sino a qualche giorno prima, non sembrava che curarsi di nulla, se non vivere al meglio una quita e soleggiata estate.
Un paesaggio da sogno su cui, però, appaiono all'orizzonte nuvole temporalesche che, nel bene o nel male, sconvolgeranno la vita dei nostri "eroi". Touko, così come Okikura, mostra misteriose abilità soprannaturali: un potere che gli permette di vedere, così come li chiamano loro, dei "frammenti dal futuro". Strane immagini che raccontano avvenimenti non ancora successi, ma che, d'altra parte, non sembrano destinati ad accadere a tutti i costi. E allora cosa sono? Forse solo vivendo il corso degli eventi sarà possibile scoprirlo (o forse no).
Passando ora all'analisi dell'opera nelle sue molteplici componenti, terrei comunque a precisare che "Glasslip", in fin dei conti, non è affatto esente da critiche o difetti. Tuttavia, per quanto mi riguarda, sono riuscito comunque a riscontrare la presenza di molteplici pregi che, di fatto, rendono tale opera sufficiente nel suo complesso. È uno slice of life e, dunque, non ci dovremmo aspettare chissà che azione all'interno dell'opera, anche se, come già detto, vi è la presenza di un piccolo elemento sovrannaturale. La vera azione, in fin dei conti, non si svolge tanto sul piano esteriore degli eventi, quanto piuttosto su quello interiore, un livello più intimo che coincide con l'animo dei vari protagonisti,
Questi ultimi appunto, che, tutto sommato, sono ragazzi più o meno normali, dovranno combattere una vera e propria battaglia nel proprio cuore, al fine di poter superare le molteplici difficoltà e poter così raggiungere un amore agognato. I vari personaggi vengono scandagliati fin negli anfratti più reconditi del loto animo e, sebbene le dinamiche siano piuttosto classiche per un anime sentimentale, mostrano comunque spiccate caratteristiche interiori, tali da renderli più simili a persone, che non semplici disegni.
Touko è bella, simpatica e un po' sempliciotta, ma, a differenza di molti altri anime, non è poi così stupida da risultare quasi antipatica: comprende bene la situazione ed è in grado di affrontare decisioni difficili. Per quanto riguarda Kakeru invece, non saprei bene come esprimermi, visto che il mio giudizio muta sensibilmente nel corso della serie, in base anche agli strani comportamenti del personaggio.
Molto bene anche la cura e il tempo dedicato agli altri personaggi, tra cui spiccano Yanagi e Yukinari, una coppia tutta particolare, in quanto la prima prova sentimenti verso il giovane che, a sua volta, è attratto da Touko. Sinceramente devo ammettere di aver trovato la loro storia, seppur interessante, un pochino scontata e prevedibile, con l'unica eccezione che, fino a metà, non si capiva nemmeno che relazione avessero. Vivono assieme…quindi sono fratelli? Non sembra, visto che hanno cognomi diversi. Sembrerebbe (così ho potuto dedurre) che siano fratellastri, costretti a vivere insieme in seguito a qualche vicenda familiare (genitori risposati…boh!).
L'altra coppia invece, Hiro e Sachi, è l'immagine stessa della banalità, se non fosse per una strana attrazione di Sachi, la ragazza, nei confronti di Touko (e ti pareva), uno strano sentimento che, purtroppo, rimarrà in sospeso e, di fatto, irrisolto.
La grafica sarebbe anche carina, se non fosse per lo strano effetto delle luci che, in qualche occasione, potrebbero anche risultare appropriata…peccato che viene usato un pochino troppo come effetto. Stesso discorso vale per i "fermo immagine" con effetto disegno a pastello: belli e romantici, ma, forse, scelti con un po' troppa frequenza e per scene prive di una così rilevante importanza.
Buono il doppiaggio, ma, ahimè, pessima la regia, visto che i flashback si susseguono in maniera piuttosto disordinata e alla fine della serie non si è stati in grado di vedere un vero e proprio finale. Le premesse erano buono ma, forse, si è cercato di mettere insieme troppe cose, finendo così per non concludere nulla…neanche le questioni di cuore.
Ed eccoci qui, alla fine di questa recensione, con l'animo in bilico tra la sufficienza e l'insufficienza. Personalmente l'ho trovato comunque carino come anime: interessante e piuttosto bello in quanto a vicende amorose. Eppure i difetti sono molti, forse troppi, e il colpo di grazia ci viene inferto proprio dall'ultimo episodio. Solitamente sono incerto su come parlare del finale, preoccupato di parlare troppo e rivelare particolari interessanti che, magari, sarebbero piaciuti molto di più d osservare personalmente. Ebbene, in questo caso, non c'è alcun pericolo, visto che, di fatto, non succede nulla. Kakeru sembra andar via, ma…. "ma" cosa? Non si riesce a capire se ne vada o meno e, sebbene sia un sostenitore dei finali emblematici, in questo caso ci si è spinti un pochino oltre.
Riguardo ai poteri non si è chiarito poi molto e, in pratica, siamo ancora al punto di partenza. Le coppie sono formate o quasi, visto che, anch'esse, rimangono sospese a metà, in un limbo piuttosto emblematico.
E dunque… (interrompo anche io la recensione senza un vero e proprio finale, così da poter coi introdurre ancora meglio il lettore alla visione di "Glassip")
Voto finale: 6
Esistono storie che non dovrebbero esistere. Alcuni misteri sono destinati a rimanere tali e certe porte non andrebbero mai aperte. Tragiche e nefaste sarebbero le conseguenze se tali divieti fossero infranti. E poi c'è Glasslip. Su quello bisognerebbe scrivere un capitolo a parte.
Nel caso in cui il lettore del suddetto scritto non sia riuscito a comprendere il significato di tali parole, non si rattristi, poiché non vi è alcun significato intenzionale. È semplicemente un flusso di parole accostate a caso che racchiude l'essenza dell'opera, ossia il vuoto siderale contornato da un pollaio.
Glasslip è una serie della stagione estiva 2014 formata da 13 episodi di durata canonica. L'opera nasce come prodotto d'animazione e ha inspiegabilmente dato origine ad un manga e ad una light novel omonimi.
Trama: Esplodono fuochi d'artificio durante una festività a caso. C'è una ragazza dotata di poteri magici la cui origine, utilità e capacità di modificare la percezione del reale sono del tutto ignote. C'è un ragazzo di nome Davide di Lernia che si trasferisce in un posto la cui scuola è invasa da polli e che dice cose a caso facendo inviperire i coetanei indigeni tanto per atteggiarsi a figo, e come se non bastasse, ha rubato la tecnica della moltiplicazione del corpo a Naruto. C'è un tizio che corre ma si fa male al ginocchio ed è costretto a stare fermo suscitando il disappunto di alcune nuotatrici vogliose. C'è una tizia che fila dietro al tizio di prima e corre al suo posto raddoppiando il disappunto delle sopracitate nuotatrici vogliose. C'è un tizio che si mette a fare escursioni in montagna mentre la sua presunta fidanzata è all'ospedale e pensa che sia bello essere innamorata di un maschio e di una femmina contemporaneamente. C'è la sorella del tizio delle escursioni che, mendicando la presenza di un fidanzato invisibile e innominabile, tartassa suo fratello. Ci sono dei polli che si fanno le passeggiatine all'interno di un edificio scolastico e che fanno innamorare due tizi che parlano a caso di cose a caso. E c'è un anzianotto che bada al bar e ogni tanto fa lavorare gente a caso e quando si stanca li molla dicendo che sono clienti. Signore e signori, questo è Glasslip.
Se qualcuno si fosse illuso di trovare un'opera dedicata all'artigianato del vetro, magari alla vita quotidiana di giovani e talentuosi artigiani che tentano di offrire prodotti di qualità e affermarsi come professionisti del settore, farà prima a visitare Murano.
Grafica: il prodotto non sarebbe malvagio in sé, ma si fa di tutto per renderlo "particolare". Le ambientazioni sarebbero gradevoli, però le estremità delle immagini sono sbiancate con la candeggina. I boschi presentano delle strane strisce diagonali e di tanto in tanto tutto si congela in fermi immagine inspiegabili (assolutamente impareggiabile quello sul pollo). Le animazioni ci sono e non ci sono, bisognerebbe ricordare agli animatori di lavorare per tutta la durata dell'episodio. Il character design sarebbe anche carino, peccato che lo strabismo sia una componente genetica di ciascun personaggio. Pollo design onnipresente.
Sonoro: c'è qualcosa che si salva. L'opening è un branetto senza infamia e senza lode. L'ending è una parata di pupazzetti saltellanti vestiti come danzatrici hawaiane. OST piuttosto carini, da menzionare le parti col piano. Doppiaggio triste.
Personaggi: per la descrizione dei personaggi si rimanda alla voce "trama".
Sceneggiatura: l'opera è una supercazzola apocalittica la cui gestione temporale è frammentaria, sconclusionata, incomprensibile, con alcuni flashback che ricostruiscono da zero la storia. Il ritmo s'attesta tra lo statico e il passo azzoppato. Sono presenti delle inspiegabili scene d'azione con scazzottate a caso, tanto per volersi bene. Il pollo fanservice è ben presente. I dialoghi sono tra sordi.
Finale: c'è qualcosa che è iniziato e che si è concluso? L'inspiegabile regna sovrano.
In sintesi: Glasslip è un capolavoro (in una dimensione parallela), un'opera criptica, mefistofelica, l'apoteosi del nonsense privo d'intenzioni comiche (anche se è assai probabile che susciti delle grasse risate) e dimostra quanto l'assunzione di sostanze stupefacenti sia pericolosa per l'organismo. L'opera è consigliata ai grandi estimatori di Rosario Muniz.
Nel caso in cui il lettore del suddetto scritto non sia riuscito a comprendere il significato di tali parole, non si rattristi, poiché non vi è alcun significato intenzionale. È semplicemente un flusso di parole accostate a caso che racchiude l'essenza dell'opera, ossia il vuoto siderale contornato da un pollaio.
Glasslip è una serie della stagione estiva 2014 formata da 13 episodi di durata canonica. L'opera nasce come prodotto d'animazione e ha inspiegabilmente dato origine ad un manga e ad una light novel omonimi.
Trama: Esplodono fuochi d'artificio durante una festività a caso. C'è una ragazza dotata di poteri magici la cui origine, utilità e capacità di modificare la percezione del reale sono del tutto ignote. C'è un ragazzo di nome Davide di Lernia che si trasferisce in un posto la cui scuola è invasa da polli e che dice cose a caso facendo inviperire i coetanei indigeni tanto per atteggiarsi a figo, e come se non bastasse, ha rubato la tecnica della moltiplicazione del corpo a Naruto. C'è un tizio che corre ma si fa male al ginocchio ed è costretto a stare fermo suscitando il disappunto di alcune nuotatrici vogliose. C'è una tizia che fila dietro al tizio di prima e corre al suo posto raddoppiando il disappunto delle sopracitate nuotatrici vogliose. C'è un tizio che si mette a fare escursioni in montagna mentre la sua presunta fidanzata è all'ospedale e pensa che sia bello essere innamorata di un maschio e di una femmina contemporaneamente. C'è la sorella del tizio delle escursioni che, mendicando la presenza di un fidanzato invisibile e innominabile, tartassa suo fratello. Ci sono dei polli che si fanno le passeggiatine all'interno di un edificio scolastico e che fanno innamorare due tizi che parlano a caso di cose a caso. E c'è un anzianotto che bada al bar e ogni tanto fa lavorare gente a caso e quando si stanca li molla dicendo che sono clienti. Signore e signori, questo è Glasslip.
Se qualcuno si fosse illuso di trovare un'opera dedicata all'artigianato del vetro, magari alla vita quotidiana di giovani e talentuosi artigiani che tentano di offrire prodotti di qualità e affermarsi come professionisti del settore, farà prima a visitare Murano.
Grafica: il prodotto non sarebbe malvagio in sé, ma si fa di tutto per renderlo "particolare". Le ambientazioni sarebbero gradevoli, però le estremità delle immagini sono sbiancate con la candeggina. I boschi presentano delle strane strisce diagonali e di tanto in tanto tutto si congela in fermi immagine inspiegabili (assolutamente impareggiabile quello sul pollo). Le animazioni ci sono e non ci sono, bisognerebbe ricordare agli animatori di lavorare per tutta la durata dell'episodio. Il character design sarebbe anche carino, peccato che lo strabismo sia una componente genetica di ciascun personaggio. Pollo design onnipresente.
Sonoro: c'è qualcosa che si salva. L'opening è un branetto senza infamia e senza lode. L'ending è una parata di pupazzetti saltellanti vestiti come danzatrici hawaiane. OST piuttosto carini, da menzionare le parti col piano. Doppiaggio triste.
Personaggi: per la descrizione dei personaggi si rimanda alla voce "trama".
Sceneggiatura: l'opera è una supercazzola apocalittica la cui gestione temporale è frammentaria, sconclusionata, incomprensibile, con alcuni flashback che ricostruiscono da zero la storia. Il ritmo s'attesta tra lo statico e il passo azzoppato. Sono presenti delle inspiegabili scene d'azione con scazzottate a caso, tanto per volersi bene. Il pollo fanservice è ben presente. I dialoghi sono tra sordi.
Finale: c'è qualcosa che è iniziato e che si è concluso? L'inspiegabile regna sovrano.
In sintesi: Glasslip è un capolavoro (in una dimensione parallela), un'opera criptica, mefistofelica, l'apoteosi del nonsense privo d'intenzioni comiche (anche se è assai probabile che susciti delle grasse risate) e dimostra quanto l'assunzione di sostanze stupefacenti sia pericolosa per l'organismo. L'opera è consigliata ai grandi estimatori di Rosario Muniz.
Durante un festival estivo, condito di fuochi d'artificio e bancarelle, con indosso un paio di occhialini per i film in 3D, Fukami Touko si intrattiene con i suoi preziosi amici a rimirare lo spettacolo pirotecnico da una terrazza, per costruire ulteriori ricordi di quell'estate precedente l'ultimo anno di liceo. Mentre osserva meravigliata quella visione del cielo trapunto di soffioni di fuoco, sente una voce che la chiama e le sussurra: "Finalmente ti ho trovata..." Presagio di un incontro con una persona speciale, che ha la stessa capacità di vedere e sentire le cose che vede e sente lei da sempre. Davanti all'ingresso della scuola, nel frattempo che Touko si diletta a ritrarre polli in cattività, il nuovo studente trasferito Okikura Kakeru, altrimenti conosciuto come DaBide, spiega all'attonita ragazza le sue ipotesi su quelle visioni fantasmagoriche che hanno: sono "mirai no kakera", ossia frammenti di futuro. Kakeru e Touko iniziano così a frequentarsi, convinti che il loro futuro sia probabilmente collegato, dal momento che ne percepiscono uno solo per entrambi. Tuttavia, l'intrusione di un estraneo nel microcosmo d'amicizie di Touko crea non poche fratture, incomprensioni, separazioni, e una raffica di prevedibili dichiarazioni. Ma finché ci sarà Jonathan il pollo a guidarli verso il domani e a prendere coscienza di chi sono, andrà tutto bene.
Da un chara design abbastanza curato e una bella ambientazione in un villagio portuale, con una protagonista figlia di un insolito vetraio, Glasslip sembrava avere tutte le carte in regola per divenire una piacevole storia d'amore con la quale condividere l'estate 2014. Ma mi dev'essere entrato un pezzo di vetro nell'occhio, perché ancora non riesco a rendermi conto di cos'è che ho visto. Mi sono pulita gli occhiali più e più volte durante la visione di questa perla dell'incomprensibile by P. A. Works, sospettando di avere le lenti appannate da un pregiudizio personale o da un mio comprendonio limitato. Non afferravo infatti se il problema ero io, o se gli autori si sono dati all'oppio prima di mettere mano alla sceneggiatura. Sta di fatto che il risultato è stato un prodotto schizoide, senza un nesso, con protagonisti affetti da disturbi psichiatrici seri e personaggi secondari che agiscono senza una logica. L'espediente del realismo magico non è nuovo ai giapponesi, ma utilizzarlo in questo modo, senza fornire di una minima base l'elemento sovrannaturale inserito nella quotidianità, anzi facendolo apparire come una sorta di caratteristica peculiare di personaggi psicologicamente instabili, è davvero infelice. Ogni volta che Touko vedeva la neve cadere in estate, le vetrate del laboratorio dietro casa sua frantumarsi, i corvi volarle addosso, gente che cade dai tetti o altra che viene ricoverata e crepa, dentro di me pensavo che la ragazza andasse seriamente aiutata, da uno specialista però, non da una persona che dorme in una tenda nel giardino del suo villone e che si sdoppia in altri sé e ci intrattiene discussioni, una persona che sente voci e che non ha amici, e che parla di divinazione nemmeno fosse figlio di Sibilla Cooman! Kakeru è forse il personaggio peggiore, perché non solo avvicina Touko sulla base di una predestinazione alla Brooke & Ridge che per quanto mi riguarda potrebbe essersi inventato di sana pianta, ma trascina la ragazza in una spirale di cavolate, la allontana dai suoi amici, la porta a mentire alla sua famiglia, le mostra il posto in cui parla da solo e dove si rilassa a chiacchierare con Kakeru 2 e Kakeru 3 del fatto che si sta innamorando di una persona che ha del "kira kira" negli occhi, tutto questo come se fosse la cosa più normale del mondo. E elemento assolutamente da non trascurare: lui sente le voci! Volendo rimanere nell'ambito di un libro già citato, anche in un fantasy alla "Harry Potter" la Rowling metteva in bocca a una Hermione preoccupata: "Perfino nel mondo dei maghi sentire voci non è un buon segno." Quindi di cosa stiamo parlando? Avrei accettato tutto se mi avessero fornito adeguate spiegazioni e non avessero presentato l'insieme come qualcosa di normale. Perché nemmeno i personaggi fuori dal duo di aruspici si sono scomposti più di tanto una volta venuto a sapere che l'amica vedeva le luci, sentiva le voci... "Il Sesto Senso" docet: anche Bruce Willis aveva la faccia dell'alienazione al "Vedo la gente morta", invece loro non hanno battuto ciglio quando Touko ha detto "ho il kira kira negli occhi"! Sorella, ascolta me, il kira kira ce l'hai in testa! Infine parliamo del pollo. Dell'onnipresente, intelligentissimo pollo. Lui, il deus ex machina degli eventi, la spalla sulla quale appoggiarsi, la spinta verso la porta del cuore dell'altro. Jonathan il pollo, insieme ai suoi ruspanti colleghi di beccate, è il vero protagonista della serie e ha più spessore di tutti i personaggi di Glasslip messi assieme! Se c'è una cosa che lo spettatore non dimenticherà mai di quest'anime, quella è il pollo.
In conclusione, Glasslip è un anime senza senso, una presa per i fondelli nascosta dietro un chara design decente e un'ambientazione passabile, con personaggi dalla caratterizzazione sclerotica e mattoide. Per non parlare dell'utilizzo spropositato e inutile dei fermo immagine, che hanno finito con l'enfatizzare il vuoto di quest'anime. Tutto è sottotono: la realizzazione tecnica, il doppiaggio, l'OST, siamo alla fiera dell'anonimato, in un anime che spero resti il più anonimo possibile! Fatevi questo piacere, non guardatelo! Ma volendo fidarmi dei frammenti del vostro futuro, so già che non lo farete.
Da un chara design abbastanza curato e una bella ambientazione in un villagio portuale, con una protagonista figlia di un insolito vetraio, Glasslip sembrava avere tutte le carte in regola per divenire una piacevole storia d'amore con la quale condividere l'estate 2014. Ma mi dev'essere entrato un pezzo di vetro nell'occhio, perché ancora non riesco a rendermi conto di cos'è che ho visto. Mi sono pulita gli occhiali più e più volte durante la visione di questa perla dell'incomprensibile by P. A. Works, sospettando di avere le lenti appannate da un pregiudizio personale o da un mio comprendonio limitato. Non afferravo infatti se il problema ero io, o se gli autori si sono dati all'oppio prima di mettere mano alla sceneggiatura. Sta di fatto che il risultato è stato un prodotto schizoide, senza un nesso, con protagonisti affetti da disturbi psichiatrici seri e personaggi secondari che agiscono senza una logica. L'espediente del realismo magico non è nuovo ai giapponesi, ma utilizzarlo in questo modo, senza fornire di una minima base l'elemento sovrannaturale inserito nella quotidianità, anzi facendolo apparire come una sorta di caratteristica peculiare di personaggi psicologicamente instabili, è davvero infelice. Ogni volta che Touko vedeva la neve cadere in estate, le vetrate del laboratorio dietro casa sua frantumarsi, i corvi volarle addosso, gente che cade dai tetti o altra che viene ricoverata e crepa, dentro di me pensavo che la ragazza andasse seriamente aiutata, da uno specialista però, non da una persona che dorme in una tenda nel giardino del suo villone e che si sdoppia in altri sé e ci intrattiene discussioni, una persona che sente voci e che non ha amici, e che parla di divinazione nemmeno fosse figlio di Sibilla Cooman! Kakeru è forse il personaggio peggiore, perché non solo avvicina Touko sulla base di una predestinazione alla Brooke & Ridge che per quanto mi riguarda potrebbe essersi inventato di sana pianta, ma trascina la ragazza in una spirale di cavolate, la allontana dai suoi amici, la porta a mentire alla sua famiglia, le mostra il posto in cui parla da solo e dove si rilassa a chiacchierare con Kakeru 2 e Kakeru 3 del fatto che si sta innamorando di una persona che ha del "kira kira" negli occhi, tutto questo come se fosse la cosa più normale del mondo. E elemento assolutamente da non trascurare: lui sente le voci! Volendo rimanere nell'ambito di un libro già citato, anche in un fantasy alla "Harry Potter" la Rowling metteva in bocca a una Hermione preoccupata: "Perfino nel mondo dei maghi sentire voci non è un buon segno." Quindi di cosa stiamo parlando? Avrei accettato tutto se mi avessero fornito adeguate spiegazioni e non avessero presentato l'insieme come qualcosa di normale. Perché nemmeno i personaggi fuori dal duo di aruspici si sono scomposti più di tanto una volta venuto a sapere che l'amica vedeva le luci, sentiva le voci... "Il Sesto Senso" docet: anche Bruce Willis aveva la faccia dell'alienazione al "Vedo la gente morta", invece loro non hanno battuto ciglio quando Touko ha detto "ho il kira kira negli occhi"! Sorella, ascolta me, il kira kira ce l'hai in testa! Infine parliamo del pollo. Dell'onnipresente, intelligentissimo pollo. Lui, il deus ex machina degli eventi, la spalla sulla quale appoggiarsi, la spinta verso la porta del cuore dell'altro. Jonathan il pollo, insieme ai suoi ruspanti colleghi di beccate, è il vero protagonista della serie e ha più spessore di tutti i personaggi di Glasslip messi assieme! Se c'è una cosa che lo spettatore non dimenticherà mai di quest'anime, quella è il pollo.
In conclusione, Glasslip è un anime senza senso, una presa per i fondelli nascosta dietro un chara design decente e un'ambientazione passabile, con personaggi dalla caratterizzazione sclerotica e mattoide. Per non parlare dell'utilizzo spropositato e inutile dei fermo immagine, che hanno finito con l'enfatizzare il vuoto di quest'anime. Tutto è sottotono: la realizzazione tecnica, il doppiaggio, l'OST, siamo alla fiera dell'anonimato, in un anime che spero resti il più anonimo possibile! Fatevi questo piacere, non guardatelo! Ma volendo fidarmi dei frammenti del vostro futuro, so già che non lo farete.
In un primo momento avevo pensato di assegnare a questo Glasslip un voto anche più basso, ma visto che rispetto ad altri anime veramente leggendari (in negativo) questa serie ha offerto anche qualcosa di buono, ho deciso di essere un po' più largo nel voto.
Visivamente e dal punto di vista del comparto sonoro, Glasslip si presenta bene e pare davvero avere moltissime carte in mano da giocare. I disegni sono dettagliati, vivi, con colori ben dosati che danno davvero una sensazione di fotorealismo all'ambiente in cui si muovono i protagonisti della storia. I personaggi stessi godono anch'essi di un'ottima realizzazione, risultando sicuramente gradevoli alla vista, nel loro chara design.
Ottima cura ha ricevuto, come detto, anche la componente sonora con due bellissime sigle (anche se, a dirla tutta, la sigla finale mi è sembrata poco appropriata al ritmo della serie, visto che è abbastanza pimpante, al contrario dell'anime) e dei bellissimi intermezzi quasi tutti di matrice classica, vera gioia per le orecchie per chi ami un minimo il genere. Questi pezzi tra l'altro, oltre ad essere molto gradevoli a prescindere, si sposano davvero bene con i ritmi e gli ambienti ovattati in cui la storia di Glasslip si svolge. Da questi due punti di vista davvero un lavoro ineccepibile. Ma qui, a mio parere, finiscono le virtù di questo Glasslip ed iniziano le dolenti note. Veniamo subito ai personaggi. A differenza della loro resa grafica, dal punto di vista dell'introspezione psicologica assistiamo a un lavoro superficiale, approssimativo, se non addirittura volutamente contraddittorio. Arrivo ad affermare una cosa del genere, poichè i comportamenti dei ragazzi sono letteralmente incomprensibili, con, per fare un esempio, improvvise e inspiegate arrabbiature di alcuni verso altri e, successive, altrettanto rapide e misteriose riappacificazioni. Ma dove davvero la sensazione di aver buttato via il proprio tempo visionando questo anime, diventa concreta è quando si cerca, tirando le somme alla fine dei tredici episodi, di dare un senso a quello che gli autori pongono all'attenzione dello spettatore, e ci si rende conto che non è stato dato uno straccio di spiegazione.
Non è che non apprezzi gli anime che invitino ad una riflessione, che spingano lo spettatore a scervellarsi su come interpretare la storia che hanno visionato. Ma qui, amici di Animeclick, lo spettatore è letteralmente abbandonato a se stesso, nel (vano) tentativo di orientarsi tra i cosiddetti "frammenti di futuro", viaggi in mondi alternativi (esempio di ciò è l'incomprensibile dodicesimo episodio) e rapporti sentimentali e di amicizia che non trovano un modello similare nel mondo reale. E non aiuta, in questa improba impresa, la pessima regia, che, presumo in un tentativo di compiere un raffinato esercizio di stile, talvolta salta da una coppia di ragazzi ad un'altra, sovrapponendo i dialoghi, senza che ce ne sia una reale necessità, visto che gli argomenti trattati nei dialoghi che vanno ad accavallarsi, sono tutti diversi gli uni dagli altri.
Concludendo, un anime davvero deludente, una serie che aveva delle ottime potenzialità (la storia sarebbe stata intrigantissima, se ben gestita) visto anche l'ottimo supporto dei comparti audio e grafico. Peccato per la scelta eccessivamente "particolare" che gli autori hanno compiuto nel voler sviluppare il canovaccio, scelta che ha condannato l'anime ad una pesantezza, un'incomprensibilità e una pedanteria letteralmente insopportabili.
Visivamente e dal punto di vista del comparto sonoro, Glasslip si presenta bene e pare davvero avere moltissime carte in mano da giocare. I disegni sono dettagliati, vivi, con colori ben dosati che danno davvero una sensazione di fotorealismo all'ambiente in cui si muovono i protagonisti della storia. I personaggi stessi godono anch'essi di un'ottima realizzazione, risultando sicuramente gradevoli alla vista, nel loro chara design.
Ottima cura ha ricevuto, come detto, anche la componente sonora con due bellissime sigle (anche se, a dirla tutta, la sigla finale mi è sembrata poco appropriata al ritmo della serie, visto che è abbastanza pimpante, al contrario dell'anime) e dei bellissimi intermezzi quasi tutti di matrice classica, vera gioia per le orecchie per chi ami un minimo il genere. Questi pezzi tra l'altro, oltre ad essere molto gradevoli a prescindere, si sposano davvero bene con i ritmi e gli ambienti ovattati in cui la storia di Glasslip si svolge. Da questi due punti di vista davvero un lavoro ineccepibile. Ma qui, a mio parere, finiscono le virtù di questo Glasslip ed iniziano le dolenti note. Veniamo subito ai personaggi. A differenza della loro resa grafica, dal punto di vista dell'introspezione psicologica assistiamo a un lavoro superficiale, approssimativo, se non addirittura volutamente contraddittorio. Arrivo ad affermare una cosa del genere, poichè i comportamenti dei ragazzi sono letteralmente incomprensibili, con, per fare un esempio, improvvise e inspiegate arrabbiature di alcuni verso altri e, successive, altrettanto rapide e misteriose riappacificazioni. Ma dove davvero la sensazione di aver buttato via il proprio tempo visionando questo anime, diventa concreta è quando si cerca, tirando le somme alla fine dei tredici episodi, di dare un senso a quello che gli autori pongono all'attenzione dello spettatore, e ci si rende conto che non è stato dato uno straccio di spiegazione.
Non è che non apprezzi gli anime che invitino ad una riflessione, che spingano lo spettatore a scervellarsi su come interpretare la storia che hanno visionato. Ma qui, amici di Animeclick, lo spettatore è letteralmente abbandonato a se stesso, nel (vano) tentativo di orientarsi tra i cosiddetti "frammenti di futuro", viaggi in mondi alternativi (esempio di ciò è l'incomprensibile dodicesimo episodio) e rapporti sentimentali e di amicizia che non trovano un modello similare nel mondo reale. E non aiuta, in questa improba impresa, la pessima regia, che, presumo in un tentativo di compiere un raffinato esercizio di stile, talvolta salta da una coppia di ragazzi ad un'altra, sovrapponendo i dialoghi, senza che ce ne sia una reale necessità, visto che gli argomenti trattati nei dialoghi che vanno ad accavallarsi, sono tutti diversi gli uni dagli altri.
Concludendo, un anime davvero deludente, una serie che aveva delle ottime potenzialità (la storia sarebbe stata intrigantissima, se ben gestita) visto anche l'ottimo supporto dei comparti audio e grafico. Peccato per la scelta eccessivamente "particolare" che gli autori hanno compiuto nel voler sviluppare il canovaccio, scelta che ha condannato l'anime ad una pesantezza, un'incomprensibilità e una pedanteria letteralmente insopportabili.
L'anime racconta le ordinarie vicende di un gruppo di 5 ragazzi di una ridente città di mare nell periodo estivo, durante il quale si trasferirà Okikura Kakeru, un ragazzo silenzioso, freddo e inespressivo per il quale la protagonista nutrirà fin da subito un certo interesse. Interesse che aumenterà quando verrà a conoscenza del fatto che i due condividono uno strano potere.
Musiche belle e paesaggi disegnati veramente bene... e qui ho finito con i pregi.
I protagonisti dovrebbero essere 5 amici (amici che durante tutto l'anime usciranno tutti assieme pochissime volte), ma basterà l'arrivo in città di Kakeru a venare gli equilibri del gruppo. I dialoghi sono noiosi, inutili e ripetitivi. La trama è priva di consistenza e ricca di confusione: questi "frammenti del futuro" non scopriremo mai cosa siano, né quello che fanno vedere, sapremo solo che nulla di quanto mostrato di avvererà, semplicemente perchè non sono premonizioni, ma a quanto pare visioni di un mondo parallelo. Il senso? non è dato saperlo. Non sapremo mai nemmeno perchè ci sono 3 Kakeru. L'anime sarà ricco di inquadrature statiche su cose inutili che serviranno unicamente per inserire un po' di nulla cosmico alla trama.
Molte volte gli autori creeranno della suspance a fine episodio, per poi risolverla nei pochi istanti iniziali dell'episodio successivo, così da potersi finalmente riconcentrare sulle inquadrature dei polli, i quali sono molto meglio caratterizzati dei personaggi stessi.
I protagonisti continueranno ad agire senza alcuna logica: come quando senza alcun ragionamento apparente decidono che troveranno risposte ai loro poteri entrando nell'aula d'arte, nonostante le visioni fin'ora le abbiano avute anche senza entrare lì dentro, inoltre Touko sarà spaventata di rientrare in quell'aula perchè ha visto la neve... e dunque? fa così paura? Dimostrano stupidità anche verso il finale, quando Kakeru non trova un senso alle visioni di Touko, ma esattamente un secondo dopo nello stesso dialogo è lo stesso Kakeru a spiegare ciò che poco prima dichiara di non comprendere. Infine il motivo per cui Kakeru decida di seguire la madre nonostante sia innamorato sfugge, dato che aveva libera scelta.
Concludendo non lo consiglio minimamente. Magari avrà anche un significato nascosto, ma è decisamente troppo nascosto.
Musiche belle e paesaggi disegnati veramente bene... e qui ho finito con i pregi.
I protagonisti dovrebbero essere 5 amici (amici che durante tutto l'anime usciranno tutti assieme pochissime volte), ma basterà l'arrivo in città di Kakeru a venare gli equilibri del gruppo. I dialoghi sono noiosi, inutili e ripetitivi. La trama è priva di consistenza e ricca di confusione: questi "frammenti del futuro" non scopriremo mai cosa siano, né quello che fanno vedere, sapremo solo che nulla di quanto mostrato di avvererà, semplicemente perchè non sono premonizioni, ma a quanto pare visioni di un mondo parallelo. Il senso? non è dato saperlo. Non sapremo mai nemmeno perchè ci sono 3 Kakeru. L'anime sarà ricco di inquadrature statiche su cose inutili che serviranno unicamente per inserire un po' di nulla cosmico alla trama.
Molte volte gli autori creeranno della suspance a fine episodio, per poi risolverla nei pochi istanti iniziali dell'episodio successivo, così da potersi finalmente riconcentrare sulle inquadrature dei polli, i quali sono molto meglio caratterizzati dei personaggi stessi.
I protagonisti continueranno ad agire senza alcuna logica: come quando senza alcun ragionamento apparente decidono che troveranno risposte ai loro poteri entrando nell'aula d'arte, nonostante le visioni fin'ora le abbiano avute anche senza entrare lì dentro, inoltre Touko sarà spaventata di rientrare in quell'aula perchè ha visto la neve... e dunque? fa così paura? Dimostrano stupidità anche verso il finale, quando Kakeru non trova un senso alle visioni di Touko, ma esattamente un secondo dopo nello stesso dialogo è lo stesso Kakeru a spiegare ciò che poco prima dichiara di non comprendere. Infine il motivo per cui Kakeru decida di seguire la madre nonostante sia innamorato sfugge, dato che aveva libera scelta.
Concludendo non lo consiglio minimamente. Magari avrà anche un significato nascosto, ma è decisamente troppo nascosto.
Se sono arrivata alla fine di questo anime i motivi sono due: vedere quanto potesse peggiorare e potergli dare un bel 4. E dire che quel "P.A. Works" unito al tema del vetro (che poi non c'entra praticamente niente) mi aveva dato tante speranze...
Dunque, la storia si apre con cinque amici, o presunti tali, e con l'arrivo di un sesto ragazzo, che rompe l'equilibrio del gruppo. Già da subito è chiaro a chi piace chi e la serie prosegue raccontando l'evolvere degli intrecci amorosi.
A questa trama si aggiunge la componente soprannaturale, infatti la protagonista Touko ha delle visioni e il nuovo arrivato Kakeru sente delle voci. Su cosa siano queste visioni e che significato abbiano queste voci non si sa. I due cercheranno di scoprirlo, ma non aspettatevi tanto, visto quanto sono svegli...
Partiamo proprio dai personaggi. Nessuno e ripeto nessuno dei personaggi mi è piaciuto, anzi li definirei tutti irritanti. In tredici episodi non ho mai provato empatia per loro e alcuni li ho sinceramente odiati. La caratterizzazione è pessima, sono tutti smorti e sempre malinconici, sono adolescenti ma assomigliano più a dei vecchietti. E poi, sono un gruppo di amici, si presume che si comportino da amici... Macché, qui ognuno pensa agli affari suoi! Avranno parlato tutti insieme sì e no tre volte.
Ancora, ho trovato i dialoghi terribilmente monotoni, ripetitivi e noiosi, persino le dichiarazioni mi hanno messo tristezza. Che poi definirli dialoghi è un complimento, qualche frase e via...
Arrivare alla fine dell'episodio è stata spesso un'agonia, soprattutto per quegli episodi in cui c'erano cinque minuti di inquadrature ai polli (polli in realtà anche più intelligenti dei protagonisti), dieci minuti per mostrare cosa stavano facendo i personaggi (ognuno per conto suo, immaginatevi che divertimento) e cinque minuti di fermi immagine, quegli odiosi fermi immagine che mi hanno innervosito dal primo all'ultimo.
Vi capiterà di domandarvi il significato di tante cose, ma non crediate che vi arriveranno molte risposte, quelle poche non saranno neanche sensate. Ho cercato più volte di capire il perché di certi comportamenti, ma non ho trovato altra spiegazione che la stupidità dei personaggi.
Se devo trovare un qualcosa di positivo, sicuramente dico la grafica, mentre la colonna sonora non dimostra grande inventiva. Per quanto io adori il Notturno di Chopin, sentirlo così spesso è stato snervante, soprattutto quando il contesto non lo richiedeva.
Nonostante tutti questi lati negativi bisogna riconoscere che se dovete sfogare il vostro nervosismo ma non sapete su chi riversarlo, Glasslip potrebbe essere una buona scelta.
Se poi vi accontentate di un'accozzaglia di lagne senza senso e banalità presentate come drammi esistenziali, allora potrebbe anche piacervi.
Per quanto mi riguarda il titolo "Glasslip" lo ricorderò vicino alla voce "masochismo", perché sì lo ammetto, è stato piacevole rendersi così antipatici i personaggi.
Dunque, la storia si apre con cinque amici, o presunti tali, e con l'arrivo di un sesto ragazzo, che rompe l'equilibrio del gruppo. Già da subito è chiaro a chi piace chi e la serie prosegue raccontando l'evolvere degli intrecci amorosi.
A questa trama si aggiunge la componente soprannaturale, infatti la protagonista Touko ha delle visioni e il nuovo arrivato Kakeru sente delle voci. Su cosa siano queste visioni e che significato abbiano queste voci non si sa. I due cercheranno di scoprirlo, ma non aspettatevi tanto, visto quanto sono svegli...
Partiamo proprio dai personaggi. Nessuno e ripeto nessuno dei personaggi mi è piaciuto, anzi li definirei tutti irritanti. In tredici episodi non ho mai provato empatia per loro e alcuni li ho sinceramente odiati. La caratterizzazione è pessima, sono tutti smorti e sempre malinconici, sono adolescenti ma assomigliano più a dei vecchietti. E poi, sono un gruppo di amici, si presume che si comportino da amici... Macché, qui ognuno pensa agli affari suoi! Avranno parlato tutti insieme sì e no tre volte.
Ancora, ho trovato i dialoghi terribilmente monotoni, ripetitivi e noiosi, persino le dichiarazioni mi hanno messo tristezza. Che poi definirli dialoghi è un complimento, qualche frase e via...
Arrivare alla fine dell'episodio è stata spesso un'agonia, soprattutto per quegli episodi in cui c'erano cinque minuti di inquadrature ai polli (polli in realtà anche più intelligenti dei protagonisti), dieci minuti per mostrare cosa stavano facendo i personaggi (ognuno per conto suo, immaginatevi che divertimento) e cinque minuti di fermi immagine, quegli odiosi fermi immagine che mi hanno innervosito dal primo all'ultimo.
Vi capiterà di domandarvi il significato di tante cose, ma non crediate che vi arriveranno molte risposte, quelle poche non saranno neanche sensate. Ho cercato più volte di capire il perché di certi comportamenti, ma non ho trovato altra spiegazione che la stupidità dei personaggi.
Se devo trovare un qualcosa di positivo, sicuramente dico la grafica, mentre la colonna sonora non dimostra grande inventiva. Per quanto io adori il Notturno di Chopin, sentirlo così spesso è stato snervante, soprattutto quando il contesto non lo richiedeva.
Nonostante tutti questi lati negativi bisogna riconoscere che se dovete sfogare il vostro nervosismo ma non sapete su chi riversarlo, Glasslip potrebbe essere una buona scelta.
Se poi vi accontentate di un'accozzaglia di lagne senza senso e banalità presentate come drammi esistenziali, allora potrebbe anche piacervi.
Per quanto mi riguarda il titolo "Glasslip" lo ricorderò vicino alla voce "masochismo", perché sì lo ammetto, è stato piacevole rendersi così antipatici i personaggi.
Glasslip è una serie di 13 episodi prodotta dallo studio d'animazione P.A. works.
Sono stato attirato inizialmente da quest'anime oltre che per il genere slice of life anche dal character design di mio gradimento -realizzato nelle stesse fattezze del precedente Hanasaku Iroha, prodotto sempre dalla P.A. works- e dalle ambientazioni rilassate e piacevoli.
Lo svolgimento avviene in una ridente cittadina tra il mare e le montagne,dove muovono i loro passi durante le vacanze estive 5 ragazzi legati fin dall'infanzia; a destare degli squilibri nel gruppo consolidato l'arrivo di uno studente trasferito...
Tendenzialmente quando un anime non è di mio gradimento non arrivo fino alla conclusione dello stesso nè tantomeno alla valutazione, perchè credo proprio che non meriti la mia attenzione, in questo caso però ho avuto delle sensazioni contrastanti, perchè nonostante alcuni episodi fossero manifesto del nulla cosmico certi altri invece si lasciavano vedere e tutto sommato stavano insieme.
L'aggiunta agli intrecci sentimentali tra gli attori della componente soprannaturale di certo è stata una svolta che non ha giovato allo svolgimento complessivo della trama; oltre tutto il fatto di dover ricorrere nei momenti di stanca alla componente soprannaturale per far marciare un anime che invece dovrebbe avere come motore propulsore le vicende amorose di ragazzi liceali non fa che mostrare ancor di più le carenze dell'anime. Certe volte non c'è nemmeno una chiara sequenzialità negli eventi o nelle azioni dei personaggi, il che fa rimanere perplessi. Nell'episodio tipo ogni personaggio fa il suo senza un collegamento di trama unitario, secondo uno schema di totali pensieri e azioni in libertà ma purtroppo anche non-sense.
I fondali monto ben realizzati, le atmosfere distese e luminose di un centro cittadino dalle dimensioni contenute che gode delle bellezze del mare e della montagna però non bastano a far apprezzare l'opera. Le animazioni sono un po troppo statiche. Si è persa anche l'occasione di realizzare dei discreti momenti introspettivi dei personaggi, poco valorizzati da un contesto complessivamente scadente, e non servono a un cavolo i fotogrammi colorati a pastello dei momenti da incorniciare, dato che ce ne sono ben pochi.
L'anime si conclude come è iniziato, cioè senza che ci venga spiegato nulla riguardo alla componente soprannaturale e lasciando parecchio all'immaginazione. Per quello che si è visto non è possibile promuoverlo anche se si riesce a guardarlo fino alla fine, rimpiangendo le potenzialità di un buon intreccio di base, sfruttato molto male.
Ah dimenticavo, viva l'amore tra i polli.
Sono stato attirato inizialmente da quest'anime oltre che per il genere slice of life anche dal character design di mio gradimento -realizzato nelle stesse fattezze del precedente Hanasaku Iroha, prodotto sempre dalla P.A. works- e dalle ambientazioni rilassate e piacevoli.
Lo svolgimento avviene in una ridente cittadina tra il mare e le montagne,dove muovono i loro passi durante le vacanze estive 5 ragazzi legati fin dall'infanzia; a destare degli squilibri nel gruppo consolidato l'arrivo di uno studente trasferito...
Tendenzialmente quando un anime non è di mio gradimento non arrivo fino alla conclusione dello stesso nè tantomeno alla valutazione, perchè credo proprio che non meriti la mia attenzione, in questo caso però ho avuto delle sensazioni contrastanti, perchè nonostante alcuni episodi fossero manifesto del nulla cosmico certi altri invece si lasciavano vedere e tutto sommato stavano insieme.
L'aggiunta agli intrecci sentimentali tra gli attori della componente soprannaturale di certo è stata una svolta che non ha giovato allo svolgimento complessivo della trama; oltre tutto il fatto di dover ricorrere nei momenti di stanca alla componente soprannaturale per far marciare un anime che invece dovrebbe avere come motore propulsore le vicende amorose di ragazzi liceali non fa che mostrare ancor di più le carenze dell'anime. Certe volte non c'è nemmeno una chiara sequenzialità negli eventi o nelle azioni dei personaggi, il che fa rimanere perplessi. Nell'episodio tipo ogni personaggio fa il suo senza un collegamento di trama unitario, secondo uno schema di totali pensieri e azioni in libertà ma purtroppo anche non-sense.
I fondali monto ben realizzati, le atmosfere distese e luminose di un centro cittadino dalle dimensioni contenute che gode delle bellezze del mare e della montagna però non bastano a far apprezzare l'opera. Le animazioni sono un po troppo statiche. Si è persa anche l'occasione di realizzare dei discreti momenti introspettivi dei personaggi, poco valorizzati da un contesto complessivamente scadente, e non servono a un cavolo i fotogrammi colorati a pastello dei momenti da incorniciare, dato che ce ne sono ben pochi.
L'anime si conclude come è iniziato, cioè senza che ci venga spiegato nulla riguardo alla componente soprannaturale e lasciando parecchio all'immaginazione. Per quello che si è visto non è possibile promuoverlo anche se si riesce a guardarlo fino alla fine, rimpiangendo le potenzialità di un buon intreccio di base, sfruttato molto male.
Ah dimenticavo, viva l'amore tra i polli.