Groizer X
Avevo visto "Grozier X" sporadicamente quando ero bambino, all’alba degli anni Ottanta, e non so perché, da piccino, mi piaceva particolarmente come robot e infatti mi capitava di provare a disegnarlo.
Ho avuto modo di vederlo per intero oltre quarant’anni dopo e in definitiva non mi è sembrato tanto male, tutto considerato. Ovviamente, rispetto ai tanti altri robottoni della sua epoca, rientra probabilmente fra quelli di seconda fascia, sia per un livello di animazione inferiore a altri anime del genere, sia perché soprattutto i cattivi, gli alieni Gailariani, risultano piuttosto anonimi nel loro design.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Tuttavia la serie, strutturata secondo il canone dell’epoca degli episodi autoconclusivi che vedono protagonista il Groizer nelle sue battaglie con l’avversario di turno, si delinea dignitosamente spesso con elementi drammatici e toccanti: ricordo ad esempio il caso dell’ammiraglio nemico che non vuole uccidere la ragazza pilota di Groizer, Rita (che aveva conosciuto da bambina prima che ella fuggisse dai Gailariani), e nello stesso tempo si mostra fedele al suo grado militare, accettando di combattere, ma facendosi sconfiggere apposta. Ma vi sono anche altri episodi con elementi commoventi, penso ad esempio alla triste vicenda di Masato, un bambino amico di Joe, che è l’altro pilota del Groizer.
Fine parte contenente spoiler
I protagonisti piloti del Grozier Joe e Rita secondo lo standard degli anime di anni Settanta hanno uno stile esemplare e il loro robot, sebbene abbia letto che a molti esteticamente non piace, a me risulta simpatico e, nella sua conformazione di velivolo tipo bombardiere, mi è sempre sembrato piuttosto d’effetto. Caratteristica della serie è il fatto che in genere i combattimenti hanno luogo in cielo e solo di rado il Groizer assume la sua figura con gambe e braccia, per cui quando ciò avviene, maggiormente negli episodi finali, il momento ha una certa solennità. Nell’insieme è una serie robotica tipicamente anni Settanta ben composta nella sua semplicità e il mio voto, per il suo genere, è 8.
Ho avuto modo di vederlo per intero oltre quarant’anni dopo e in definitiva non mi è sembrato tanto male, tutto considerato. Ovviamente, rispetto ai tanti altri robottoni della sua epoca, rientra probabilmente fra quelli di seconda fascia, sia per un livello di animazione inferiore a altri anime del genere, sia perché soprattutto i cattivi, gli alieni Gailariani, risultano piuttosto anonimi nel loro design.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Tuttavia la serie, strutturata secondo il canone dell’epoca degli episodi autoconclusivi che vedono protagonista il Groizer nelle sue battaglie con l’avversario di turno, si delinea dignitosamente spesso con elementi drammatici e toccanti: ricordo ad esempio il caso dell’ammiraglio nemico che non vuole uccidere la ragazza pilota di Groizer, Rita (che aveva conosciuto da bambina prima che ella fuggisse dai Gailariani), e nello stesso tempo si mostra fedele al suo grado militare, accettando di combattere, ma facendosi sconfiggere apposta. Ma vi sono anche altri episodi con elementi commoventi, penso ad esempio alla triste vicenda di Masato, un bambino amico di Joe, che è l’altro pilota del Groizer.
Fine parte contenente spoiler
I protagonisti piloti del Grozier Joe e Rita secondo lo standard degli anime di anni Settanta hanno uno stile esemplare e il loro robot, sebbene abbia letto che a molti esteticamente non piace, a me risulta simpatico e, nella sua conformazione di velivolo tipo bombardiere, mi è sempre sembrato piuttosto d’effetto. Caratteristica della serie è il fatto che in genere i combattimenti hanno luogo in cielo e solo di rado il Groizer assume la sua figura con gambe e braccia, per cui quando ciò avviene, maggiormente negli episodi finali, il momento ha una certa solennità. Nell’insieme è una serie robotica tipicamente anni Settanta ben composta nella sua semplicità e il mio voto, per il suo genere, è 8.
Due sono gli storici aiutanti di Go Nagai negli anni settanta: l'ottimo Ken Ishikawa, famoso per la Getter Saga, e il pessimo Gosaku Ota, famigerato per la trilogia manga di Mazinger/Great Mazinger/Grendizer. È a Gosaku Ota, l'uomo che non sa tenere una matita in mano, l'uomo incapace anche solo di copiare il suo maestro, che si deve Groizer X. E non sorprende che Groizer X sia uno degli anime robotici peggiori dei suoi anni. Peggio di Groizer ci sono probabilmente solo Balatak e Godam, Daiapolon, Astrorobot, Gingaiser e Mechander, che pure non sono buoni, gli stanno sopra. La realizzazione tecnica di Groizer è tremenda, molto al disotto degli standard di quegli anni, forse la peggiore fra tutti i robotici, sicuramente data in appalto a studi di quart'ordine. In certe puntate non si riesce neanche a capire chi sono i protagonisti da quanto sono disegnati male. Il chara design è da buttare, tranne che per i due protagonisti, Joe e Rita, che hanno un chara tradizionalissimo e per nulla originale, ma comunque piacevole. Gli altri personaggi invece sono caricature. Gli invasori alieni hanno un chara orrendo, lontano anni luce dall'inventiva del chara design nagaiano, e realizzato malissimo. Se lo confrontiamo con Goldrake, che lo precede di soli 9 mesi e di cui costituisce la brutta copia, Groizer risulta pietoso, e non solo per realizzazione tecnica, ma per tutto. Risulta quindi facile assegnare un votaccio a questa serie, e non biasimo chi lo fa. Tuttavia un fan hard-core del robotico anni settanta non può gettare alle ortiche tutto di Groizer. Qualcosa di interessante si trova sempre e infatti io mi sono visto tutti e 36 episodi senza saltarne nessuno e senza problemi di noia. Certo ci ho messo parecchi mesi perché non si può dire una serie proprio appassionante. Riposante sì, però. La consiglio come visione disimpegnata dopo pranzo, a stomaco pieno, da vedere straiati sul letto e magari sonnecchiando leggermente.
In queste circostanze Groizer può risultare perfino piacevole. In primis per l'ottima opening, che ha il tipico sound degli anni settanta e un testo scritto da Go Nagai in persona. Poi per lo stile tipico dell'epoca, e quindi i minuti spesi in trasformazioni, agganciamenti, piloti che attraversano tunnel, ponti che si sollevano, robot che escono dal mare, eccetera eccetera. Naturalmente non mancano gli orfani e le scene strappalacrime, anzi Groizer è anche più tragico della media. Anche qui c'è la solita puntata con la bambina sulla sedia a rotelle, ma qui la bambina alla fine muore in un bombardamento. C'è un bambino affetto da leucemia a causa delle bombe nemiche: e alla fine muore, non come Actarus che si salva miracolosamente dalla radiazioni Vegatron. C'è il solito vecchietto tappo, veterano della seconda guerra mondiale, e alla fine anche questo muore! Sono tutte morti che non fanno nessuna impressione visto il pessimo sviluppo della storia, ma contribuiscono all'atmosfera nostalgica della serie, assieme a tutto il campionario degli stereotipi dell'epoca: c'è quindi il solito lavaggio del cervello, la puntata con il falso Groizer, il generale nemico coraggioso che muore eroicamente, eccetera eccetera. Anche gli strafalcioni nei dialoghi (un esempio: la base nemica si trova nel punto "45 gradi di latitudine ovest") contribuiscono a rendere questa serie godibile, se non appassionante, nel senso di so bad so good. Dal punto di vista propriamente robotico invece c'è poco da dire: è forse la serie con i peggiori combattimenti della storia. Durano pochissimo e sono scontati e noiosi: il Groizer di solito distrugge l'aeromostro nemico con un colpo solo e di solito non si trasforma neppure in forma umanoide. Quindi sono carenti sia le trasformazioni che il colpo finale: il Groizer non ce l'ha, anche se spesso finisce il nemico con il missile killer, un missilozzo con nessun appeal. Insomma si tratta di un robotico davvero scarso, ma siccome non sono il tipo che spara sulla croce rossa gli assegno un bel 6. Non sarà meritato, ma mi ha intrattenuto per 36 puntate senza mai farmi soffire. Tra l'altro, ci sono solo 36 puntate e non le canoniche 52 perché l'anime fu un fiasco anche all'epoca e venne sospesa prima del tempo. Il finale è il linea con il resto dell'anime, privo della benché minima sorpresa. Buone le voci di Joe (Carlo Cosolo) e Rita (Gabriella Andreini), il resto del doppiaggio è sullo standard più basso dell'epoca. Consigliato solo ai veri fan degli anni settanta.
In queste circostanze Groizer può risultare perfino piacevole. In primis per l'ottima opening, che ha il tipico sound degli anni settanta e un testo scritto da Go Nagai in persona. Poi per lo stile tipico dell'epoca, e quindi i minuti spesi in trasformazioni, agganciamenti, piloti che attraversano tunnel, ponti che si sollevano, robot che escono dal mare, eccetera eccetera. Naturalmente non mancano gli orfani e le scene strappalacrime, anzi Groizer è anche più tragico della media. Anche qui c'è la solita puntata con la bambina sulla sedia a rotelle, ma qui la bambina alla fine muore in un bombardamento. C'è un bambino affetto da leucemia a causa delle bombe nemiche: e alla fine muore, non come Actarus che si salva miracolosamente dalla radiazioni Vegatron. C'è il solito vecchietto tappo, veterano della seconda guerra mondiale, e alla fine anche questo muore! Sono tutte morti che non fanno nessuna impressione visto il pessimo sviluppo della storia, ma contribuiscono all'atmosfera nostalgica della serie, assieme a tutto il campionario degli stereotipi dell'epoca: c'è quindi il solito lavaggio del cervello, la puntata con il falso Groizer, il generale nemico coraggioso che muore eroicamente, eccetera eccetera. Anche gli strafalcioni nei dialoghi (un esempio: la base nemica si trova nel punto "45 gradi di latitudine ovest") contribuiscono a rendere questa serie godibile, se non appassionante, nel senso di so bad so good. Dal punto di vista propriamente robotico invece c'è poco da dire: è forse la serie con i peggiori combattimenti della storia. Durano pochissimo e sono scontati e noiosi: il Groizer di solito distrugge l'aeromostro nemico con un colpo solo e di solito non si trasforma neppure in forma umanoide. Quindi sono carenti sia le trasformazioni che il colpo finale: il Groizer non ce l'ha, anche se spesso finisce il nemico con il missile killer, un missilozzo con nessun appeal. Insomma si tratta di un robotico davvero scarso, ma siccome non sono il tipo che spara sulla croce rossa gli assegno un bel 6. Non sarà meritato, ma mi ha intrattenuto per 36 puntate senza mai farmi soffire. Tra l'altro, ci sono solo 36 puntate e non le canoniche 52 perché l'anime fu un fiasco anche all'epoca e venne sospesa prima del tempo. Il finale è il linea con il resto dell'anime, privo della benché minima sorpresa. Buone le voci di Joe (Carlo Cosolo) e Rita (Gabriella Andreini), il resto del doppiaggio è sullo standard più basso dell'epoca. Consigliato solo ai veri fan degli anni settanta.
Questa serie, creata dallo stesso autore di Mazinga, mi ha incuriosito tantissimo, però è stata una delusione. Inoltre i personaggi, gli sfondi e sopratutto le animazioni erano scarsissime.
La trama molto banale non mi ha mai interessato. Parla di questo cattivo che vuole distruggere la Terra, ma uno scienziato fa scappare sua figlia con un robot e si allea con gli umani e il protagonista. E' una trama sentita e risentita.
Il robot ha uno stile più pietoso in confronto agli altri personaggi, bruttissima la faccia che mi ricorda una mosca. Ho dato tre solo perché ho avuto pietà, e perché mi piace Mazinga.
La trama molto banale non mi ha mai interessato. Parla di questo cattivo che vuole distruggere la Terra, ma uno scienziato fa scappare sua figlia con un robot e si allea con gli umani e il protagonista. E' una trama sentita e risentita.
Il robot ha uno stile più pietoso in confronto agli altri personaggi, bruttissima la faccia che mi ricorda una mosca. Ho dato tre solo perché ho avuto pietà, e perché mi piace Mazinga.
Non mi piaceva per niente questa serie! Le puntate da quel che ricordo si svolgono secondo il solito schema che prevede un iniziale piano malvagio e il successivo intervento dei protagonisti atto a sventarlo. L'animazione appare al di sotto degli standard del periodo e durante tutti i primi sei episodi si avverte una certa trascuratezza sia nei disegni, sia nella successione degli eventi. In definitiva groizer è un anime robotico decisamente inferiore ai classici del genere, consigliato più che ai fans di go nagai, ai fans del genere robotico.
Senza dubbio uno degli anime robotici più modesti e meno divertenti, forse il più di tutti in assoluto, e può semmai dividere questo titolo solo con "Gackeen", almeno fra le serie che ho visto io. Firmato nel 1976 (ma sembra ancora più vecchio..) da un Gosaku Ota forse in periodo di scarsa ispirazione, segue fedelmente lo schema classico di quasi tutti gli anime del genere, ma in confronto a tanti altri é di una piattezza e di una povertà sorprendenti. La tecnologia che prevale infatti non é spaziale ma aeronautica, compreso il robottone protagonista, un mecha-design per molti al limite del ridicolo, che vediamo per la maggior parte della serie in versione aereo e più raramente in forma umanoide, e decolla inoltre da una base-aeroporto. I nemici sono extraterrestri come al solito, ma anche le loro truppe d’assalto assomigliano a una qualunque squadriglia aerea dei nostri giorni. Anche la rumoristica é spesso decisamente aerea, con una netta prevalenza del rombo del motore. Più che di un cartone a base di robot e astronavi spaziali come sempre, sembra un cartone di aeroplani. I personaggi non hanno particolare spessore, nè d’altra parte risultano affatto antipatici; tuttavia, come punto a favore, va detto che, a sorpresa, i dialoghi sono ben scritti, senza tutti quei nonsense di adattamento che caratterizzano molte serie ben più blasonate e che costituiscono una vera e propria anomalia tutta italiana che ha sempre sciupato l’animazione giapponese nel nostro paese. Quello che comunque lascia più spiazzati, in un prodotto come questo, é l’inattesa svolta drammatica nella seconda metà della serie con la perdita di alcuni personaggi, che in un caso (che non rivelo per non fare spoiler) pare addirittura rifarsi al filone dei lacrima movies italiani di allora! A parte questo, che fra l’altro suona anche abbastanza fuori posto, non c’é nessun episodio nè alcuna battaglia che si ricordi in particolare, neppure il finale. Insignificanti anche le sigle e le background music; una però, la migliore, é stata riutilizzata direttamente da "Astroganga", e gli appassionati la riconosceranno subito. Un anime palesemente scarno e di poche pretese, dal taglio decisamente pionieristico rispetto agli altri per la povertà di mezzi sbandierata non tanto dagli autori, quanto soprattutto dagli stessi personaggi! Nonostante ciò rimane una serie da non disprezzare, realizzata pur sempre con onestà e la giusta dose di professionalità. Consigliabile comunque solo ai veri cultori di cartoons giapponesi e di anime robotici in particolare, magari a titolo di pura curiosità. Per quanto mi riguarda la sufficienza gliela do.
Groizer X e' un anime robotico realizzato dall'autore del manga di Mazinga Z,Ota. E'una serie del 1977 credo che rispetta i canoni di quella epoca con alcune variazioni. Il robot viene da una stella dove un tiranno ha preso il potere e vuole conquistare la Terra. Ma uno scenziato alieno riesce a far fuggire la figlia Rita con il Groizer. Sulla Terra si allea con gli uomini e per respingere l'invasione alla guida del robot si mette Joe, il protagonista maschile della serie. I due formano una coppia tipo Gakeen.