Kung Fu Panda 4
"Kung Fu Panda 4" è un film animato in CGI della DreamWorks, che ho visto al cinema due giorni fa.
La storia di "Kung Fu Panda 4", senza entrare nei dettagli, ha una struttura narrativa poco originale. I nuovi personaggi, come la villain Camaleonte, mancano del giusto approfondimento, risultando con poco spessore, e quello che ci viene mostrato su di loro a me è scivolato via senza che mi interessasse davvero.
Graficamente è un film che non aggiunge nulla di nuovo, è la solita grafica identica che la DreamWorks si porta dietro ormai da quattro film, senza nessuna novità.
Le scene di combattimento, seppur tecnicamente ben realizzate, infatti sono fluide e ben animate, mi risultano però poco coinvolgenti. Spesso la spettacolarità non riesce a compensare la mancanza di tensione, che in questo film è carente.
Poi, in questo "Kung Fu Panda 4", le gag e i siparietti comici sono spesso forzati e fuori luogo, con una comicità che non riesce a colpire nel segno e spesso è invadente.
Infine, la conclusione del film non lascia spazio a sorprese o colpi di scena. Anche l'epilogo a me non ha regalato la soddisfazione sperata.
In definitiva, "Kung Fu Panda 4" è un film che non riesce minimamente a eguagliare i primi due buoni film di "Kung Fu Panda", e questo quarto film lo pongo al di sotto anche al film di "Kung Fu Panda 3", che a me era piaciuto poco.
Voto: 4. I primi due film di "Kung Fu Panda" rimangono i migliori, il terzo e questo quarto film sono inferiori ai primi due, e per questi ultimi due film il mio giudizio è tendente al negativo.
Forse è tempo per la DreamWorks di accantonare il franchising di "Kung Fu Panda".
La storia di "Kung Fu Panda 4", senza entrare nei dettagli, ha una struttura narrativa poco originale. I nuovi personaggi, come la villain Camaleonte, mancano del giusto approfondimento, risultando con poco spessore, e quello che ci viene mostrato su di loro a me è scivolato via senza che mi interessasse davvero.
Graficamente è un film che non aggiunge nulla di nuovo, è la solita grafica identica che la DreamWorks si porta dietro ormai da quattro film, senza nessuna novità.
Le scene di combattimento, seppur tecnicamente ben realizzate, infatti sono fluide e ben animate, mi risultano però poco coinvolgenti. Spesso la spettacolarità non riesce a compensare la mancanza di tensione, che in questo film è carente.
Poi, in questo "Kung Fu Panda 4", le gag e i siparietti comici sono spesso forzati e fuori luogo, con una comicità che non riesce a colpire nel segno e spesso è invadente.
Infine, la conclusione del film non lascia spazio a sorprese o colpi di scena. Anche l'epilogo a me non ha regalato la soddisfazione sperata.
In definitiva, "Kung Fu Panda 4" è un film che non riesce minimamente a eguagliare i primi due buoni film di "Kung Fu Panda", e questo quarto film lo pongo al di sotto anche al film di "Kung Fu Panda 3", che a me era piaciuto poco.
Voto: 4. I primi due film di "Kung Fu Panda" rimangono i migliori, il terzo e questo quarto film sono inferiori ai primi due, e per questi ultimi due film il mio giudizio è tendente al negativo.
Forse è tempo per la DreamWorks di accantonare il franchising di "Kung Fu Panda".
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Introduzione e trama
Il quarto capitolo della saga stile arti marziali o wuxia (eroe marziale) targata Dreamworks fa il suo debutto con il suo protagonista Po intento a proteggere e salvare la Valle della Pace ancora. Ma questa volta è diverso: il nostro amico Panda si trova ad affrontare un avversario imprevedibile, e non ci sono i Cinque Cicloni ad affiancarlo nell'impresa. Ma niente panico, il nostro amico non è solo; insieme a lui c'è la più improbabile delle alleate: furtiva, astuta e altrettanto imprevedibile, la volpe ladra Zhen. I due giungono a Juniper City, dove sperano di trovare la nuova nemica, la Camaleonte, e di sconfiggerla. Si introducono di nascosto nel palazzo della Camaleonte, ma qui Zhen tradisce Po, rubandogli il Bastone della Saggezza e donandolo a quest'ultima, la quale rivela il suo piano di conquista del mondo degli spiriti. Po non ci sta e si crea una via di fuga, ma viene imbrogliato di nuovo e fatto precipitare nel vuoto, venendo fortunatamente salvato dai suoi due padri. A questo punto la Camaleonte utilizza il Bastone della Saggezza per aprire il portale del Regno degli Spiriti e assorbire gli stili di kung-fu dei grandi maestri, inclusi i vecchi nemici di Po. Questi giunge nella sala centrale e si prepara a combattere. Ma la Camaleonte combatte al di fuori degli schemi e ricorre alle trasformazioni più efficaci per mettere Po fuori gioco. Quindi Po deve inventarsi qualcosa di nuovo o cedere il passo a Zhen, la quale riesce a sconfiggere la Camaleonte. Po restituisce ai grandi maestri i loro rispettivi stili di combattimento e tutte le tecniche. Infine, la nomina nuovo Guerriero Dragone e inizia ad addestrarla insieme ai Cinque Cicloni. Non si può fare a meno di notare che rispetto ai capitoli precedenti mancano dei flashback sui nuovi personaggi e antagonisti. Inoltre, le battute sono messe a caso e mancano di efficacia. Ci sono quindi dei vuoti di trama decisamente inopportuni e pericolosi che la impoveriscono. In più, molti dei nuovi personaggi introdotti non godono di molta visibilità, si intendono gli scagnozzi dell'antagonista e anche i vecchi antagonisti Tai-Lung, Lord Sheng e Kai, così come i Cinque Cicloni, Oogway, il Maestro Shifu, Ping Li Shan, gli storici coprotagonisti, sono del tutto assenti; diciamo che la storia non decolla assolutamente. Ci si sarebbe aspettati la loro presenza, e che quindi conoscessero qualcosa riguardo l'antagonista e i suoi tirapiedi, invece tutto precipita nel nulla e viene lasciato senza sviluppo, approfondimento, rielaborazione; non si hanno collegamenti di alcun tipo. Inoltre, la scelta del nome per l'ambientazione principale, Juniper City, nonché per alcuni personaggi primari e secondari (Città del Ginepro e Larry), dà come l'idea che ormai anche questo brand si sta distaccando troppo dalla sua essenza e sta adottando troppo l'anglicizzazione (se la trama è ambientata nell'antica Cina, bisogna mettere nomi cinesi e non conformarsi troppo, perché si rischia di commettere uno scivolone che lascia intendere che ormai la trama si sta allontanando dall'elemento principale che l'ha resa celebre, l'originalità. E questo quarto capitolo risulta carente da questo punto di vista.
Grafica
La grafica non ha subito enormi variazioni; è rimasta in 3D, con colori luminosi e molto brillanti per le scene ambientate all'aperto e colori scuri per quelle ambientate negli ambienti più scuri. I movimenti sono sempre fluidi e dinamici. Purtroppo bisogna dire che in alcune scene è stato usato un contrasto luminoso che verte troppo sullo schiarimento, e quindi fornisce un'illuminazione non ben impostata.
Colonna sonora
La colonna sonora risulta fortemente ridimensionata, non svolge tanto quel ruolo predominante che ha svolto nei capitoli precedenti della saga, e neanche questo aiuta la storia a compiere un salto di qualità. Inoltre, la scelta della hit principale di Britney Spears "Baby One More Time" come pezzo di chiusura è decisamente fuori luogo; mi sarei aspettato il pezzo del primo e terzo film della trilogia, "Kung-Fu Fighting" di Carl Douglas.
Messaggio
Il messaggio principale che viene trasmesso è la necessità del cambiamento, poiché la vita e il destino pongono sempre sfide nuove e imprevedibili. Ma il messaggio più importante è senz'ombra di dubbio che le persone di valore sono lì dove meno ce lo si aspetta, e che quindi bisogna avere pazienza, calma, e mostrare dedizione e costanza oltre che coscienza e consapevolezza nel cambiamento e nella maturità. Sfortunatamente, bisogna dire che i messaggi non sono stati resi in modo appropriato: ci sono troppe distorsioni cognitive che distaccano il messaggio dalla trama e non si lasciano cogliere immediatamente.
Giudizio finale
Essendo fresco di uscita, trovo difficile esprimere un'opinione obiettiva e lucida. Ma posso dire che questo capitolo dimostra un potenziale non realizzato che pone delle pessime premesse anche per "eventuali" sequel della saga. La ricetta non regge. Si sa che il cinema è finzione, ma se si desidera che una storia venga apprezzata, deve avere contatti con la realtà e possibilmente affondare le proprie radici in qualcosa di concreto, per avere dei punti di riferimento chiari e precisi. Qui questi sono del tutto assenti o vengono minimizzati. Quando una formula regge non bisogna cambiarla. Mi torna in mente la battuta del Signor Ping del precedente capitolo: "A volte facciamo le scelte sbagliate per le giuste cause". Beh, qui sono state fatte solo scelte sbagliate e basta.
Voto: 4
Introduzione e trama
Il quarto capitolo della saga stile arti marziali o wuxia (eroe marziale) targata Dreamworks fa il suo debutto con il suo protagonista Po intento a proteggere e salvare la Valle della Pace ancora. Ma questa volta è diverso: il nostro amico Panda si trova ad affrontare un avversario imprevedibile, e non ci sono i Cinque Cicloni ad affiancarlo nell'impresa. Ma niente panico, il nostro amico non è solo; insieme a lui c'è la più improbabile delle alleate: furtiva, astuta e altrettanto imprevedibile, la volpe ladra Zhen. I due giungono a Juniper City, dove sperano di trovare la nuova nemica, la Camaleonte, e di sconfiggerla. Si introducono di nascosto nel palazzo della Camaleonte, ma qui Zhen tradisce Po, rubandogli il Bastone della Saggezza e donandolo a quest'ultima, la quale rivela il suo piano di conquista del mondo degli spiriti. Po non ci sta e si crea una via di fuga, ma viene imbrogliato di nuovo e fatto precipitare nel vuoto, venendo fortunatamente salvato dai suoi due padri. A questo punto la Camaleonte utilizza il Bastone della Saggezza per aprire il portale del Regno degli Spiriti e assorbire gli stili di kung-fu dei grandi maestri, inclusi i vecchi nemici di Po. Questi giunge nella sala centrale e si prepara a combattere. Ma la Camaleonte combatte al di fuori degli schemi e ricorre alle trasformazioni più efficaci per mettere Po fuori gioco. Quindi Po deve inventarsi qualcosa di nuovo o cedere il passo a Zhen, la quale riesce a sconfiggere la Camaleonte. Po restituisce ai grandi maestri i loro rispettivi stili di combattimento e tutte le tecniche. Infine, la nomina nuovo Guerriero Dragone e inizia ad addestrarla insieme ai Cinque Cicloni. Non si può fare a meno di notare che rispetto ai capitoli precedenti mancano dei flashback sui nuovi personaggi e antagonisti. Inoltre, le battute sono messe a caso e mancano di efficacia. Ci sono quindi dei vuoti di trama decisamente inopportuni e pericolosi che la impoveriscono. In più, molti dei nuovi personaggi introdotti non godono di molta visibilità, si intendono gli scagnozzi dell'antagonista e anche i vecchi antagonisti Tai-Lung, Lord Sheng e Kai, così come i Cinque Cicloni, Oogway, il Maestro Shifu, Ping Li Shan, gli storici coprotagonisti, sono del tutto assenti; diciamo che la storia non decolla assolutamente. Ci si sarebbe aspettati la loro presenza, e che quindi conoscessero qualcosa riguardo l'antagonista e i suoi tirapiedi, invece tutto precipita nel nulla e viene lasciato senza sviluppo, approfondimento, rielaborazione; non si hanno collegamenti di alcun tipo. Inoltre, la scelta del nome per l'ambientazione principale, Juniper City, nonché per alcuni personaggi primari e secondari (Città del Ginepro e Larry), dà come l'idea che ormai anche questo brand si sta distaccando troppo dalla sua essenza e sta adottando troppo l'anglicizzazione (se la trama è ambientata nell'antica Cina, bisogna mettere nomi cinesi e non conformarsi troppo, perché si rischia di commettere uno scivolone che lascia intendere che ormai la trama si sta allontanando dall'elemento principale che l'ha resa celebre, l'originalità. E questo quarto capitolo risulta carente da questo punto di vista.
Grafica
La grafica non ha subito enormi variazioni; è rimasta in 3D, con colori luminosi e molto brillanti per le scene ambientate all'aperto e colori scuri per quelle ambientate negli ambienti più scuri. I movimenti sono sempre fluidi e dinamici. Purtroppo bisogna dire che in alcune scene è stato usato un contrasto luminoso che verte troppo sullo schiarimento, e quindi fornisce un'illuminazione non ben impostata.
Colonna sonora
La colonna sonora risulta fortemente ridimensionata, non svolge tanto quel ruolo predominante che ha svolto nei capitoli precedenti della saga, e neanche questo aiuta la storia a compiere un salto di qualità. Inoltre, la scelta della hit principale di Britney Spears "Baby One More Time" come pezzo di chiusura è decisamente fuori luogo; mi sarei aspettato il pezzo del primo e terzo film della trilogia, "Kung-Fu Fighting" di Carl Douglas.
Messaggio
Il messaggio principale che viene trasmesso è la necessità del cambiamento, poiché la vita e il destino pongono sempre sfide nuove e imprevedibili. Ma il messaggio più importante è senz'ombra di dubbio che le persone di valore sono lì dove meno ce lo si aspetta, e che quindi bisogna avere pazienza, calma, e mostrare dedizione e costanza oltre che coscienza e consapevolezza nel cambiamento e nella maturità. Sfortunatamente, bisogna dire che i messaggi non sono stati resi in modo appropriato: ci sono troppe distorsioni cognitive che distaccano il messaggio dalla trama e non si lasciano cogliere immediatamente.
Giudizio finale
Essendo fresco di uscita, trovo difficile esprimere un'opinione obiettiva e lucida. Ma posso dire che questo capitolo dimostra un potenziale non realizzato che pone delle pessime premesse anche per "eventuali" sequel della saga. La ricetta non regge. Si sa che il cinema è finzione, ma se si desidera che una storia venga apprezzata, deve avere contatti con la realtà e possibilmente affondare le proprie radici in qualcosa di concreto, per avere dei punti di riferimento chiari e precisi. Qui questi sono del tutto assenti o vengono minimizzati. Quando una formula regge non bisogna cambiarla. Mi torna in mente la battuta del Signor Ping del precedente capitolo: "A volte facciamo le scelte sbagliate per le giuste cause". Beh, qui sono state fatte solo scelte sbagliate e basta.
Voto: 4