Rikujou Bouei-tai Mao-chan
"Rikujou Bouei-tai Mao-chan" è una serie anime di ventisei episodi del 2002, il cui concept iniziale è stato realizzato da Ken Akamatsu, mangaka noto per aver creato "Love Hina" e "Magister Negi Magi", che oltre all'idea alla base della storia ha realizzato anche il chara design dei personaggi.
La serie inizia quando il Giappone, come al solito, viene attaccato da alcuni alieni. Ma attenzione, non si tratta dei soliti alieni mostruosi pronti a distruggere tutto e sterminare la razza umana, proprio no. Si tratta invece di "alieni carini", che suscitano grande tenerezza negli occhi di chi li guarda. Per questo motivo, l'esercito non può usare i soliti mezzi per difendersi, sarebbe troppo crudele e l'opinione pubblica delle forze di difesa risulterebbe compromessa. Viene perciò creato uno speciale corpo di difesa composto da tre graziosissime bambine, che dotate di armi speciali dovranno difendere il Giappone dagli alieni in modo carino e politicamente corretto.
L'anime è ovviamente una serie di tipo comico/demenziale, dove anche se si parla di invasione aliena e di eserciti, non si vede mai nessuna scena minimamente violenta. La serie punta sulla comicità dei protagonisti: le tre bambine, la loro caposquadra, i loro nonni (tre generali dell'esercito) e gli strambi alieni che di volta in volta ad ogni episodio "attaccano" il Giappone.
Purtroppo questo è anche uno dei punti deboli della serie: la trama troppo leggera risulta fino alla fine un po' ripetitiva, dato che per ben ventisei episodi non succede nulla di davvero importante, non viene svelato chi o cosa siano gli alieni, né il loro obiettivo. I personaggi anche non hanno nessun tipo di crescita o maturazione e dopo un po' anche le gag più divertenti iniziano a dare noia. Per fortuna va detto che, grazie alla durata di ogni episodio, appena dodici minuti sigle incluse, la sensazione di "pesantezza" si sente meno rispetto al classico anime da venticinque minuti. Per il resto, però, la serie rimane comunque gradevole e simpatica, a patto di non aspettarsi chissà quale colpo di scena o rivelazioni, che come detto non arrivano mai.
Per quel che riguarda la parte tecnica, il tutto si attesta su un livello dignitoso, senza stupire o eccellere in nessun campo. La qualità delle animazioni è al minimo, ogni tanto c'è un po' di computer grafica usata sui veicoli militari. La regia è anche molto statica, ma va anche detto che tutto l'anime è sempre molto tranquillo.
La cosa più importante della parte visiva dell'anime è il già citato coinvolgimento di Ken Akamatsu nel chara design dei personaggi. Infatti il suo stile di disegno è molto riconoscibile su quasi tutte le figure femminili dell'anime, ma se non bastasse a renderlo evidente c'è il colonnello Kagome che è identica a Naru, la protagonista della sua opera più famosa "Love Hina", e altre soldatesse che sono identiche a Shinobu o a Motoko, e anche una delle tre bambine protagoniste, Silvia, è praticamente la versione in miniatura di Otohime. Tanto per non farci mancare nulla poi, è da segnalare che in un episodio i protagonisti decidono di andare in vacanza proprio all'Hinata Inn.
Per quel che riguarda la parte audio abbiamo invece una colonna sonora poco incisiva, che si fa notare molto poco, mentre le due sigle sono molto orecchiabili e cantate, guarda un po', da Yui Horie, la doppiatrice di Silvia ma soprattutto di Naru sempre da "Love Hina". Il doppiaggio è di ottima fattura, specialmente per le voci delle tre bambine protagoniste, ognuna con il suo modo di parlare e esclamazioni particolari che le caratterizzano in modo distintivo.
Per concludere, se devo esprimere un giudizio sulla serie, devo dire che a me è piaciuta. Mi aspettavo qualcosa in più dalla storia, quello sì, ma anche così mi ha comunque divertito. Sono stati proprio pochi gli episodi che non mi hanno fatto ridere almeno una volta e pertanto per me è abbastanza valida. In tutta onestà, comunque, se devo giudicare un po' più obiettivamente, la serie ha i suoi difetti e ventisei episodi, in cui la trama non va mai avanti e le gag finiscono per ripetersi, non sono facili da mandare giù.
La comicità c'è, ma dipende tutto da chi guarda, perciò è tutto molto relativo; se però vi piacciono le opere demenziali, "Rikujou Bouei-tai Mao-chan" ha tutte le carte in regola.
La serie inizia quando il Giappone, come al solito, viene attaccato da alcuni alieni. Ma attenzione, non si tratta dei soliti alieni mostruosi pronti a distruggere tutto e sterminare la razza umana, proprio no. Si tratta invece di "alieni carini", che suscitano grande tenerezza negli occhi di chi li guarda. Per questo motivo, l'esercito non può usare i soliti mezzi per difendersi, sarebbe troppo crudele e l'opinione pubblica delle forze di difesa risulterebbe compromessa. Viene perciò creato uno speciale corpo di difesa composto da tre graziosissime bambine, che dotate di armi speciali dovranno difendere il Giappone dagli alieni in modo carino e politicamente corretto.
L'anime è ovviamente una serie di tipo comico/demenziale, dove anche se si parla di invasione aliena e di eserciti, non si vede mai nessuna scena minimamente violenta. La serie punta sulla comicità dei protagonisti: le tre bambine, la loro caposquadra, i loro nonni (tre generali dell'esercito) e gli strambi alieni che di volta in volta ad ogni episodio "attaccano" il Giappone.
Purtroppo questo è anche uno dei punti deboli della serie: la trama troppo leggera risulta fino alla fine un po' ripetitiva, dato che per ben ventisei episodi non succede nulla di davvero importante, non viene svelato chi o cosa siano gli alieni, né il loro obiettivo. I personaggi anche non hanno nessun tipo di crescita o maturazione e dopo un po' anche le gag più divertenti iniziano a dare noia. Per fortuna va detto che, grazie alla durata di ogni episodio, appena dodici minuti sigle incluse, la sensazione di "pesantezza" si sente meno rispetto al classico anime da venticinque minuti. Per il resto, però, la serie rimane comunque gradevole e simpatica, a patto di non aspettarsi chissà quale colpo di scena o rivelazioni, che come detto non arrivano mai.
Per quel che riguarda la parte tecnica, il tutto si attesta su un livello dignitoso, senza stupire o eccellere in nessun campo. La qualità delle animazioni è al minimo, ogni tanto c'è un po' di computer grafica usata sui veicoli militari. La regia è anche molto statica, ma va anche detto che tutto l'anime è sempre molto tranquillo.
La cosa più importante della parte visiva dell'anime è il già citato coinvolgimento di Ken Akamatsu nel chara design dei personaggi. Infatti il suo stile di disegno è molto riconoscibile su quasi tutte le figure femminili dell'anime, ma se non bastasse a renderlo evidente c'è il colonnello Kagome che è identica a Naru, la protagonista della sua opera più famosa "Love Hina", e altre soldatesse che sono identiche a Shinobu o a Motoko, e anche una delle tre bambine protagoniste, Silvia, è praticamente la versione in miniatura di Otohime. Tanto per non farci mancare nulla poi, è da segnalare che in un episodio i protagonisti decidono di andare in vacanza proprio all'Hinata Inn.
Per quel che riguarda la parte audio abbiamo invece una colonna sonora poco incisiva, che si fa notare molto poco, mentre le due sigle sono molto orecchiabili e cantate, guarda un po', da Yui Horie, la doppiatrice di Silvia ma soprattutto di Naru sempre da "Love Hina". Il doppiaggio è di ottima fattura, specialmente per le voci delle tre bambine protagoniste, ognuna con il suo modo di parlare e esclamazioni particolari che le caratterizzano in modo distintivo.
Per concludere, se devo esprimere un giudizio sulla serie, devo dire che a me è piaciuta. Mi aspettavo qualcosa in più dalla storia, quello sì, ma anche così mi ha comunque divertito. Sono stati proprio pochi gli episodi che non mi hanno fatto ridere almeno una volta e pertanto per me è abbastanza valida. In tutta onestà, comunque, se devo giudicare un po' più obiettivamente, la serie ha i suoi difetti e ventisei episodi, in cui la trama non va mai avanti e le gag finiscono per ripetersi, non sono facili da mandare giù.
La comicità c'è, ma dipende tutto da chi guarda, perciò è tutto molto relativo; se però vi piacciono le opere demenziali, "Rikujou Bouei-tai Mao-chan" ha tutte le carte in regola.