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Eversor

Episodi visti: 24/24+1 --- Voto 5,5
Alle volte la prima impressione è l'unica cosa che conta. L'istinto che ci porta a dire se un'opera ci piace o meno, al di là dell'effettiva bellezza. Che poi l'opinione iniziale venga confermata o meno, non è importante. L'impatto con un anime è tanto essenziale quanto l'intera serie, e, nel mio caso, "Garo: Honoo no Kokuin" non ha avuto l'accoglienza migliore.
La serie, datata 2014, è composta da 24 episodi e rientra nel genere di combattimento, azione, demoni. Insomma, le premesse erano anche buone, ma credo che non siano state affatto mantenute. Una storia intrigante realizzata in maniera quasi approssimativa, che lascia l'amaro in bocca. Una bella idea sprecata nel peggiore dei modi, ovvero creando personaggi deboli di spirito e con ragionamenti assolutamente irrealistici e utopistici.

I primi minuti li classificherei come "esaltanti". Un rogo, una strega, e un parto tra le fiamme, che esalta non poco gli animi. Senza contare la comparsa di un misterioso cavaliere in armatura argentata, che trae in salvo il neonato e fugge dal regno senza difficoltà.
I problemi sorgono dopo, quando il fantomatico bambino cresce e si trasforma in un ragazzo di 17 anni arrogante, presuntuoso e assolutamente privo di personalità. Insomma, è stata antipatia a prima vista.
Leon, appunto, che agogna la vendetta per la madre ingiustamente uccisa, e il padre, Herman, nonché il fantomatico cavaliere. I due viaggiano per il regno sotto mentite spoglie salvando via via le persone da strani demini, che nascono dai sentimenti negativi degli uomini. Entrambi posseggono un dono, un'armatura invincibile, che permette loro di affrontare tali mostri senza apparente difficoltà. Argentata per il padre e dorata per il figlio. Il nome di quest'ultima è appunto Garo; il suo possessore sarà destinato a salvare l'umanità dall'imminente pericolo.

Anche se non li ho citati nel riassunto precedente, ci sono altri personaggi di rilievo all'interno dell'opera: innanzitutto Alfonso, principe ereditario, costretto a fuggire in seguito alla congiura del ciambellano malefico, Mendoza. In seguito Ema, un'affascinante donna, nonché alchimista strabiliante, che aiuta a più riprese Leon ed Herman lungo la loro strada. Essenzialmente sono questi due i personaggi che più mi hanno colpito all'interno della serie, ma che, allo stesso tempo, non sono riusciti a emergere come avrei voluto.
Leon, come già detto, è assolutamente piatto dal punto di vista caratteriale. A un certo punto pare migliorare (soprattutto dopo la conoscenza di una bella e simpatica ragazzina, che lo ammalierà), ma tornerà caparbiamente al suo caratteraccio.
Herman è simpatico, ma forse un pochino troppo stereotipato. Discorso inverso per il fascino sensuale di Ema e per il suo oscuro passato. Peccato che verso la fine si rovinerà per… (ah, no. Questo ve lo lascio come sorpresa).
A dispetto delle apparenze, Alfonso è a mio avviso il migliore. Non tanto per il rilevo che all'interno dell'opera (mi sarei aspettato un maggior peso da lui), ma per i propri sentimenti e il mutamento progressivo che compie durante il racconto. Troppo poco, però, per far cambiar il mio giudizio sui vari personaggi in generale.
Per quanto riguardala trama: bella, ma, in alcuni casi, un po' forzata. Si va alla ricerca disperata del colpo di scena o dell'atto eroico e commovente, dimenticandosi però che, alle volte, è meglio assecondare il corso naturale degli eventi. Un esempio su tutti è quello di voler accoppiare quasi per forza Leon.

Tuttavia è la grafica, a mio avviso, il vero punto dolente di quest'opera. I personaggi sono piatti non solo dal punto di vista caratteriale, ma anche per i disegni. Frequenti errori e imperfezioni, che rendono il tutto un'opera di secondo piano (se non terzo). Il peggiore in assoluto è ancora una volta Leon, con quei capelli così strani e inguardabili.
I toni sono piuttosto cupi, se non fosse per il baluginare delle armature. L'unica cosa realizzata veramente bene. Anche i combattimenti, che in linea generale non sono male, esplodono in qualità, quando i vari cavalieri indossano le loro armature.
La musica c'è, ma si sente poco. Effetti scarsi e poco coinvolgenti, che partecipano per nulla allo svolgimento delle varie battaglie.

Insomma, "Garo: Honoo no Kokuin", che dalla trama poteva apparire anche bello e interessante, si dimostra una serie poco convincente. Debole e melensa da molti punti di vista e con un finale che riesce solo a metà a riportare la situazione a galla. Ovviamente non è un disastro totale, ma non credo che possa raggiungere la sufficienza piena. Forse sarebbe stato sufficiente un piccolo sforzo in più per rendere il tutto avvincente e degno di nota.
Un'occasione sprecata, dunque, che grida vendetta.

Voto finale: 5… e mezzo!


 4
GianniGreed

Episodi visti: 24/24+1 --- Voto 8
"Garo: Honoo no Kokuin" (Garo - Il sigillo di fiamme) è una serie anime del 2014, facente parte del popolare franchise di "Garo", serie tokusatsu giapponese molto famosa in patria, iniziata nel 2005, e che da allora ha generato diversi sequel e spin-off.
A differenza delle varie serie tv che sono girate con attori dal vivo in costume, questa volta è stato realizzato un anime di 24 episodi.
Oltre al formato, rispetto all'originale cambia anche l'ambientazione: dal presente dei film si passa al medioevo, il periodo storico con i cavalieri e castelli per intenderci.
Non cambia però la trama di fondo: ci sono alcune entità malvagie chiamate Horror (Orrori) che attirate dal male nel cuore degli uomini arrivano nella nostra dimensione per cibarsene. A combatterli ci sono i Cavalieri Makai. Dei potenti guerrieri in armatura che hanno il compito di distruggerli e proteggere gli umani.

La storia dell'anime vede per protagonista Leon, un giovane che ha ereditato dalla madre bruciata al rogo con l'accusa di essere una strega, la potente armatura del leone d'oro, Garo.
Suo padre, Herman, è invece il cavaliere del lupo d'argento, Zoro.
I due viaggiano di città in città affrontando i diversi Horror in cui si imbattono, ma lo scopo di Leon è vendicarsi dell'uomo che ha mandato al rogo la madre.

È una trama tutto sommato semplice ma non per questo priva di colpi di scena. Va detto che ci mette un po' ad ingranare ma una volta partita, "Garo" rivela pian piano tutte le sue potenzialità, regalando allo spettatore una bella storia, avventurosa, avvincente, ed emozionante.
La serie di 24 episodi è divisa in due parti ben distinte: la prima va dal primo episodio al dodicesimo. La seconda parte è invece l'altra metà. Oltre ai cambi di sigle, c'è un importante evento che divide di fatto la storia in due parti. Per questo nella seconda parte ci sono alcuni episodi decisamente sottotono. Dopo il climax del finale della prima parte, la serie ci mette un po' per ritrovare il ritmo giusto, ma l'attesa ripaga perché gli episodi finali, e in particolare il finale vero e proprio valgono decisamente la visione.

Anche se la storia è come detto, abbastanza semplice, la serie non annoia, questo anche grazie ai personaggi, primo su tutti Herman. Il padre del protagonista viene mostrato quasi sempre mezzo nudo, a letto con diverse donne, intenzionato più a divertirsi che a svolgere i suoi doveri di cavaliere. La sua però è solo una facciata dietro la quale si cela un uomo con gran senso del dovere.
Leon, il protagonista è invece un personaggio che necessita di molti episodi prima di riuscire a farsi apprezzare: all'inizio è scontroso, quasi antipatico, ma pian piano che la sua personalità viene fuori e si scopre cosa ha passato, e quello che ancora passa mentre la serie prosegue, si finisce per comprenderlo e tifare per lui.
Altro importante personaggio è Alfonso, il principe del regno in cui si svolge la vicenda, che si scoprirà avere un importante legame con Leon e i Cavalieri Makai, ma è meglio non svelare troppo.
Non mancano poi altri personaggi di supporto e comprimari vari, come ad esempio l'alchimista Ema, e il cattivo finale da sconfiggere, a cui sono dedicati vari episodi che ne approfondiscono storie e personalità.

Sul versante tecnico la serie si guadagna una più che ampia sufficienza. Il livello di disegni e animazioni è quasi sempre buono, ma ci sono alcuni episodi dove si notano dei cali evidenti di qualità.
Anche allo stile di disegno ci vuole un po' per abituarsi, specialmente alle capigliature dei personaggi, in particolare a quella di Leon. Sfondi e ambientazioni sono di buona fattura ma non spiccano ne in positivo ne in negativo.
La serie fa anche parecchio uso di CG e animazioni in 3D: infatti tutte le armature dei Cavalieri Makai e le loro animazioni durante gli scontri sono realizzate in CG.
L'effetto è un po' legnoso nei primi episodi, ma man mano che si prosegue anche questo aspetto migliora, fino agli ultimi episodi dove si nota una gran differenza e maggiore fluidità dei movimenti.

A completare il quadro abbiamo una bella colonna sonora, sia per quel che riguarda i brani usati come sottofondo nelle varie scene, che per le sigle. In particolare le due energiche opening realizzate dai Jam Project, band il cui cantante è il noto Hironobu Kageyama, storico autore delle sigle di "Dragon Ball Z" che qui doppia anche un personaggio (Zaruba, lo stesso che doppiava anche nei film).
Il doppiaggio è davvero di buona fattura, e oltre al citato Kageyama il cast include tra gli altri Romi Park, Daisuke Namikawa e Ken'yuu Horiuchi.

Questa serie anime di "Garo", pur facendo parte di un franchise molto più grande è perfettamente comprensibile anche da sola, senza aver visto nulla dei film precedenti in quanto la storia è nuova e completamente scollegata dalle altre opere. Certo, ci sono alcuni rimandi, piccole citazioni o alcune scene che richiamano alla serie di film, ma non coglierle non inficia affatto la comprensione dell'anime la cui storia è completamente autoconclusiva.
Nel complesso dunque, "Garo: Honoo no Kokuin" è una bella e valida serie fantasy con cavalieri, armature, mostri e demoni vari adatta a tutti quelli che apprezzano il genere. Non giudicatela solo dai primi episodi, dategli tempo e sarete ripagati.