Rakuen Tsuihou: Expelled from Paradise
Cominciato a guardarlo per curiosità, devo ammettere di averlo apprezzato più di quanto mi aspettassi.
Il film in questione non si propone come un'opera che cerca l'originalità, perché la tematica che tratta (futuro distopico dove il vero senso dell'umanità è contrapposto a una dipendenza disumanizzante dalla fredda tecnologia) è già stata vista molte volte, e non si può certo dire che nel film venga esposta con grande profondità. Pure la trama è in fondo molto semplice e lineare, anche prevedibile, mentre i personaggi hanno una introspezione ridotta al minimo e delle personalità non proprio originali: Angela Balzac è la classica tsundere destinata a riscoprire i pregi della vita reale, Dingo la solita simpatica canaglia tipo Han Solo. Insomma, c'è giusto quanto basta per renderceli simpatici e quindi farci parteggiare per loro (comunque, si fa volentieri il tifo per Frontier Setter).
Davanti a tutto questo materiale che non sembra esaltante, perché allora l'ho apprezzato? Per lo stile narrativo, che riesce a sfruttare molto bene la storia e i temi piuttosto ridotti: "Rakuen Tsuihou: Expelled from Paradise" ha un ritmo che non cala mai, e questo si può apprezzare specialmente nella prima parte, quasi priva di azione eppure non noiosa, in quanto il film sa evitare le lungaggini, fornisce gli elementi necessari per conoscere l'ambiente e i personaggi, evitando 'spiegoni' e mettendo le azioni giuste al posto giusto. Comunque, anche le poche volte in cui cede alla tentazione di fare discorsi, il film sa valorizzare la semplicità ed evita retorica e pesantezza.
Nella seconda parte abbiamo invece suspense e battaglie che, pur non discostandosi come sostanza dai vari "Gundam", "Macross" e relativi epigoni, sono realizzate veramente bene e hanno anche dei momenti di alta spettacolarità.
Detto questo, restano le animazioni che sono certamente molto curate, anche se il tipo di grafica utilizzato può dare una sensazione di freddezza e lentezza per i personaggi; c’è anche un eccesso di fanservice gratuito specialmente nel prologo e delle musiche che ho trovato ordinarie.
Insomma, "Rakuen Tsuihou: Expelled from Paradise" è un film non memorabile od originale ma comunque fatto molto bene, ed è quindi un piacevole modo di passare il tempo.
Il film in questione non si propone come un'opera che cerca l'originalità, perché la tematica che tratta (futuro distopico dove il vero senso dell'umanità è contrapposto a una dipendenza disumanizzante dalla fredda tecnologia) è già stata vista molte volte, e non si può certo dire che nel film venga esposta con grande profondità. Pure la trama è in fondo molto semplice e lineare, anche prevedibile, mentre i personaggi hanno una introspezione ridotta al minimo e delle personalità non proprio originali: Angela Balzac è la classica tsundere destinata a riscoprire i pregi della vita reale, Dingo la solita simpatica canaglia tipo Han Solo. Insomma, c'è giusto quanto basta per renderceli simpatici e quindi farci parteggiare per loro (comunque, si fa volentieri il tifo per Frontier Setter).
Davanti a tutto questo materiale che non sembra esaltante, perché allora l'ho apprezzato? Per lo stile narrativo, che riesce a sfruttare molto bene la storia e i temi piuttosto ridotti: "Rakuen Tsuihou: Expelled from Paradise" ha un ritmo che non cala mai, e questo si può apprezzare specialmente nella prima parte, quasi priva di azione eppure non noiosa, in quanto il film sa evitare le lungaggini, fornisce gli elementi necessari per conoscere l'ambiente e i personaggi, evitando 'spiegoni' e mettendo le azioni giuste al posto giusto. Comunque, anche le poche volte in cui cede alla tentazione di fare discorsi, il film sa valorizzare la semplicità ed evita retorica e pesantezza.
Nella seconda parte abbiamo invece suspense e battaglie che, pur non discostandosi come sostanza dai vari "Gundam", "Macross" e relativi epigoni, sono realizzate veramente bene e hanno anche dei momenti di alta spettacolarità.
Detto questo, restano le animazioni che sono certamente molto curate, anche se il tipo di grafica utilizzato può dare una sensazione di freddezza e lentezza per i personaggi; c’è anche un eccesso di fanservice gratuito specialmente nel prologo e delle musiche che ho trovato ordinarie.
Insomma, "Rakuen Tsuihou: Expelled from Paradise" è un film non memorabile od originale ma comunque fatto molto bene, ed è quindi un piacevole modo di passare il tempo.
Una piccola chicca risiede in questo vasto mondo dell'animazione: "Rakuen Tsuihou: Expelled from Paradise". Il mio compito sarà descriverlo nel modo più corretto possibile, senza però parlarne effettivamente, così da evitare qualsivoglia spoiler, ed è un grave limite, ne sono consapevole, ma necessario per l'interessato alla visione.
Scuserà il lettore quest'ulteriore preambolo? Ma trovo spoglia e povera l'attuale sinossi, quindi ne farò una più gradevole come introduzione, buona lettura.
Gran parte dell'umanità abbandonò la Terra per risiedere in un'artificiale stazione spaziale; l'evoluzione secondo questo punto di vista ha trovato ingombrante e inutile l'attuale corpo, difatti vive sotto forma digitale, di soli dati, riproducendo un mondo e una società il più simile alla precedente, ovviamente adattandosi all'evenienza, tutto ciò automatizzato e regolato da tre entità portanti. In contrapposizione, il nostro pianeta diviene sempre meno ospitale, rappresentato come un'ampia desertica distesa, ripiena di grottesche e pericolose creature, e abitata dai restanti uomini, collocati in piccoli villaggi in regressione, ma proprio da queste aride terre parte un ridondante e prolisso attacco hacker, che con facilità sorpassa ogni difesa di DEVA (nome della stazione spaziale poc'anzi citata), per potare un messaggio ai suoi cittadini: "L'arca della Genesi è pronta, il futuro dell'umanità risiede in essa, seguitemi per esplorare nuovi orizzonti, habitat sconosciuti, tale è la speranza e garanzia". (Ho parafrasato)
Oh, mio lettore, con tali informazioni potrai ben intuire i temi tratti e narrati: "un confronto tra futuri ipotetici, la natura umana, l'anima, il corpo, la cultura" saranno il fulcro dell'intero film, i medesimi personaggi sono rappresentativi, non hanno caratterizzazioni particolari o profondi approfondimenti, servono al ragionamento del fruitore tramite discussioni o riflessioni, la conseguenza sarà un'azione rara e di poca rilevanza.
L'opera è realizzata prettamente in CGI (non sono un esperto), tecnicamente altalenante e bruttina: nelle fasi più statiche rigida e poligonale nelle movenze, un'animazione innaturale ne è il risultato, celata a volte tramite regia e illuminazione; nelle fasi più dinamiche l'opposto, frenetica, veloce, curata e adrenalinica, enfatizzata tramite una regia ampia e precisa, così da non risultare confusionaria o non intellegibile.
Poco da dire ho sulle soundtrack, poiché rare, blande.
Presenza non trascurabile di fanservice, in vari modi proposto, ma solo inerente alla protagonista.
(Postilla sulla valutazione: il voto è prettamente simbolico, rappresenta il raggiungimento dell'obiettivo; certo ha dei difetti, ma trovo fuorviante e inutile il metodo di valutazione, quindi ho optato per questo)
Scuserà il lettore quest'ulteriore preambolo? Ma trovo spoglia e povera l'attuale sinossi, quindi ne farò una più gradevole come introduzione, buona lettura.
Gran parte dell'umanità abbandonò la Terra per risiedere in un'artificiale stazione spaziale; l'evoluzione secondo questo punto di vista ha trovato ingombrante e inutile l'attuale corpo, difatti vive sotto forma digitale, di soli dati, riproducendo un mondo e una società il più simile alla precedente, ovviamente adattandosi all'evenienza, tutto ciò automatizzato e regolato da tre entità portanti. In contrapposizione, il nostro pianeta diviene sempre meno ospitale, rappresentato come un'ampia desertica distesa, ripiena di grottesche e pericolose creature, e abitata dai restanti uomini, collocati in piccoli villaggi in regressione, ma proprio da queste aride terre parte un ridondante e prolisso attacco hacker, che con facilità sorpassa ogni difesa di DEVA (nome della stazione spaziale poc'anzi citata), per potare un messaggio ai suoi cittadini: "L'arca della Genesi è pronta, il futuro dell'umanità risiede in essa, seguitemi per esplorare nuovi orizzonti, habitat sconosciuti, tale è la speranza e garanzia". (Ho parafrasato)
Oh, mio lettore, con tali informazioni potrai ben intuire i temi tratti e narrati: "un confronto tra futuri ipotetici, la natura umana, l'anima, il corpo, la cultura" saranno il fulcro dell'intero film, i medesimi personaggi sono rappresentativi, non hanno caratterizzazioni particolari o profondi approfondimenti, servono al ragionamento del fruitore tramite discussioni o riflessioni, la conseguenza sarà un'azione rara e di poca rilevanza.
L'opera è realizzata prettamente in CGI (non sono un esperto), tecnicamente altalenante e bruttina: nelle fasi più statiche rigida e poligonale nelle movenze, un'animazione innaturale ne è il risultato, celata a volte tramite regia e illuminazione; nelle fasi più dinamiche l'opposto, frenetica, veloce, curata e adrenalinica, enfatizzata tramite una regia ampia e precisa, così da non risultare confusionaria o non intellegibile.
Poco da dire ho sulle soundtrack, poiché rare, blande.
Presenza non trascurabile di fanservice, in vari modi proposto, ma solo inerente alla protagonista.
(Postilla sulla valutazione: il voto è prettamente simbolico, rappresenta il raggiungimento dell'obiettivo; certo ha dei difetti, ma trovo fuorviante e inutile il metodo di valutazione, quindi ho optato per questo)