Yoru no Yatterman
Penso siano passati quasi trent'anni dall'ultima volta che ho visto una serie di "Yattaman" ("Yatterman"); non mi aspettavo una grande opera, in quanto le altre serie del glorioso passato che sono state rifatte, tipo "Jeeg", "Mazinga Z" e tante altre, sono state delle opere che secondo me hanno rovinato i vecchi capolavori per vari motivi.
Con mia incredibile sorpresa questa serie è, secondo me, un piccolo capolavoro, in quanto riesce a dare allo spettatore tutto quello che nelle varie serie passate non ha avuto, ed è rimasto lì, per tutto questo tempo, in attesa di quel qualcosa che solo questa serie è riuscita a dare, riempiendone il cuore di gioia.
Non posso andare nello specifico, altrimenti dovrei fare dello spoiler, ma vi assicuro che è così.
I disegni sono molto buoni, la storia veramente ottima, direi quasi al pari di "Zetsuen no Tempest" e la prima serie di "Madoka Magika". Purtroppo questa serie la può apprezzare pienamente in tutte le sue sfaccettature solamente chi ha visto le serie passate, perché spesso in questo anime si fa riferimento a tutti i dettagli delle vecchie serie, tipo il maialino che sale la palma e come sempre dice una frase senza senso, il canticchiare della vecchia opening di "Yattaman", i riferimenti ad altre serie animate del passato come "Hurricane Polymar", "Speed Racer", che non tutti probabilmente potranno conoscere; in qualunque caso, che tu sia un vecchio spettatore, oppure uno nuovo, questa serie ti lascerà il segno in maniera positiva.
Le musiche sono ottime, come pure i ricordi della madre e la caratterizzazione dei personaggi principali sono ottime.
Unico difetto della serie, per me, è la presenza di alcuni cyborg che personalmente non sopporto, ma è comunque una serie unica da vedere.
Questa serie la vedo un po' come la serie "Turn a Gundam" per i "Gundam", che significa "per tutti i Gundam", e questa è la bellissima storia "per tutti" gli Yattaman presenti, passati e futuri.
Voto: 9
Con mia incredibile sorpresa questa serie è, secondo me, un piccolo capolavoro, in quanto riesce a dare allo spettatore tutto quello che nelle varie serie passate non ha avuto, ed è rimasto lì, per tutto questo tempo, in attesa di quel qualcosa che solo questa serie è riuscita a dare, riempiendone il cuore di gioia.
Non posso andare nello specifico, altrimenti dovrei fare dello spoiler, ma vi assicuro che è così.
I disegni sono molto buoni, la storia veramente ottima, direi quasi al pari di "Zetsuen no Tempest" e la prima serie di "Madoka Magika". Purtroppo questa serie la può apprezzare pienamente in tutte le sue sfaccettature solamente chi ha visto le serie passate, perché spesso in questo anime si fa riferimento a tutti i dettagli delle vecchie serie, tipo il maialino che sale la palma e come sempre dice una frase senza senso, il canticchiare della vecchia opening di "Yattaman", i riferimenti ad altre serie animate del passato come "Hurricane Polymar", "Speed Racer", che non tutti probabilmente potranno conoscere; in qualunque caso, che tu sia un vecchio spettatore, oppure uno nuovo, questa serie ti lascerà il segno in maniera positiva.
Le musiche sono ottime, come pure i ricordi della madre e la caratterizzazione dei personaggi principali sono ottime.
Unico difetto della serie, per me, è la presenza di alcuni cyborg che personalmente non sopporto, ma è comunque una serie unica da vedere.
Questa serie la vedo un po' come la serie "Turn a Gundam" per i "Gundam", che significa "per tutti i Gundam", e questa è la bellissima storia "per tutti" gli Yattaman presenti, passati e futuri.
Voto: 9
L'universo è piombato nell'oscurità più totale. Come angeli caduti, a scandire il tempo di questo periodo buio sono quei supereroi che, in passato, avevano sconfitto il male e relegato il nemico in un angolino lontano dal mondo comune. Da quello stesso nemico nasce il seme di una nuova speranza, che, forte della sua innocenza e carico di aspettative verso il futuro, decide di impartire una lezione a quegli eroi regrediti. Essi sembrano venuti fuori da un incubo e non dalle leggende cavalleresche che la mamma raccontava come favola della buonanotte. Dalla serie storica del 1977 che in Italia conta moltissimi fan, nasce il progetto di Yoru no Yatterman, per celebrare il 40° anniversario delle Time Bokan Series, iniziate dallo studio Tatsunoko nel 1975, con l'omonimo anime diretto da Sasagawa Hiroshi. Filone parodistico, a tratti demenziale, che, nella decostruzione degli anime carichi d'onore e senso del dovere trasmessi all'epoca, punta l'obiettivo sulla faccia "simpatica" dell'umanità, mettendo in scena la battaglia fra protagonisti scanzonati e birichini vs cattivi goffi, ridicoli, per niente spaventosi bensì spiritosi. In un'ambientazione solitamente fantascientifica, i cattivi si ingegnano per creare potenti robot che finiranno con l'esplodere al termine di ogni episodio, mandando in fumo l'intera missione. Yoru no Yatterman mantiene parte di questa comicità e di questo canovaccio, ma se ne distacca leggermente affrontando temi più seri e drammatici. Con indosso un nuovo vestito intessuto di romanticismo, il trio Drombo diviene protagonista di quest'anime andato in onda nella stagione invernale 2015.
Discendente della bella e bionda Miss Dronio, Leopard è cresciuta con la favola degli eroici Yatterman sempre sul comodino. Quando sua madre, di cui la bambina è profondamente innamorata, si ammala, la piccola affronta il mondo esterno per chiedere aiuto ai suoi cari supereroi. Purtroppo ad aspettarla c'è una triste verità: gli Yatterman non sono così buoni come credeva, ma dei brutti egoisti che le rifiutano la medicina per salvare la sua adorata genitrice. Non è per niente facile convivere con un marchio che ti bolla l'esistenza e contro cui sembra non esserci soluzione, ma Leopard ritrova proprio nel suo sangue la forza di opporsi al regime dittatoriale che gli Yatterman hanno instaurato nel mondo, andando a rovinare l'immagine paradisiaca che la madre le aveva tanto decantata. Indossata la maschera di Miss Dronio, assieme agli eredi di Boyakki e Tonzula, parte alla volta dello Yatter Kingdom, per dare una bella lezione agli Yatterman impazziti. Durante la sua avanzata, incontrerà tanti pericoli e difficoltà, ma costruirà anche importanti legami, come quello con Galina e Alouette, che salva da una triste quotidianità.
Gli episodi non sono tutti riuscitissimi, alcuni peccano di eccessivo buonismo e risultano scontati. Quasi come se l'anime volesse essere una guida a diventare degli eroi, in linea di massima ci si mantiene nel genere dello slice of life, tendendo a porre in ogni puntata un piccolo input per la crescita dei protagonisti, che sono il fulcro della storia.
«Goodbye. Adios. Osaraba. Adios... Una donna forte non volge lo sguardo all'indietro.
Su, sorridi! Ricordi che hai promesso alla mamma che non avresti mai smesso di sorridere?
E allora, dai! Una donna forte non si volta all'indietro.»
L'intera serie mette in evidenza la crescita di Leopard e Galina, riprendendo il genere del Bildungsroman. Ogni episodio sembra contenere una piccola lezione di vita. È come quando apri una matriosca e all'interno ce n'è un'altra più piccola, e poi ancora un'altra, e un'altra ancora, fino a che non raggiungi il centro della bambola russa; allo stesso modo, Yoru no Yatterman sembra sbucciare la mela lentamente, mettendo i personaggi dinanzi a difficoltà di varia natura, per arrivare al nocciolo della questione, al cuore delle cose, per raggiungere la propria essenza, che risiede lì, nascosta dentro di noi. Protagonisti dinamici e in continua evoluzione, Leopard e Galina - e con loro il resto del cast principale -, affrontano ogni sfida con le mani aperte, pronti ad afferrare tutto quello che la vita ha da insegnar loro. Il tempo di serrare i pugni è terminato, adesso ai due eroi è chiesto un lavoro differente, che li condurrà sempre più in alto. Oltre a questo, Yoru no Yatterman ribalta il classico canovaccio dei buoni che lottano contro i cattivi e affida alla discendenza di quest'ultimi il compito di ripristinare il bene. Il capovolgimento dei ruoli offre l'espediente per trasmettere un messaggio importante, e cioè che non è il sangue a fare l'uomo, ma nelle mani di ognuno si cela il potere di scrivere da sé il proprio destino. Basta solo trovare il modo di attivarlo.
Partito come omaggio alla serie del '77, ricco di citazioni a diversi episodi della stessa, credo sia sbagliato considerare Yoru no Yatterman una mera celebrazione dell'originale. Piuttosto vi sono presenti diversi spunti di riflessione e tutti gestiti in maniera semplice e immediata, mantenendo sempre quell'innocenza che caratterizza l'intera serie. Non molto velata è la critica al fanatismo religioso, che vede la figura del dottor Dokrobei assimilata a quella di Gesù Cristo attorniato dai dodici apostoli, rappresentati per l'appunto dai dodici supremi guardiani dello Yatter Kingdom. Spesso nel nome di una divinità si arriva a compiere scelleratezze verso i propri simili, quando la fraternità dovrebbe essere il primo degli insegnamenti che una religione deve assicurare ai propri fedeli. Quasi mai i residenti in cielo hanno da recriminare nei confronti di coloro che abitano la Terra, piuttosto sono quelli che strisciano sul suolo a credere di potersi ergere a sovrani dell'universo. Il fanatismo che si crea intorno alla figura di Yatterman-sama è un esempio terribile di questa realtà. Altro riferimento biblico è la rappresentazione di Leopard come un angelo che rischiara l'oscurità e riporta la luce: il suo personaggio, nonostante conservi sulla fronte l'etichetta di villain, perché discendente del trio di mascalzoni Drombo, si comporta come un annunciatore di pace. La piccola Leopard cerca di ricreare quella comunione di menti e cuori in risonanza, che scaturisce dall'unione di fronte a un'unica causa contro cui combattere. Regala coraggio agli afflitti, spinge l'uomo ad interrogare sé stesso sulle sue intenzioni per il futuro, e non ad autocommiserarsi per la condizione di povertà in cui è costretto a vivere. L'angelo della rivoluzione che cerca di illuminare con la luce della speranza. Il suo messaggio è forte e quindi non viene accolto subito con benevolenza. Ma quando si è portatori di verità, prima o poi si riesce a far breccia nel cuore di qualcuno. Basta solo pazientare e impegnarsi: vedere le persone dare il meglio di sé spinge i rimanenti a sforzarsi di fare lo stesso.
Un'altra critica viene mossa nei confronti dei totalitarismi e delle dittature, ma anche dei governi, come fu quello giapponese in passato, che hanno portato avanti con convinzione il nazionalismo militarista, tarpando le ali alla creatività del singolo per il benessere dello stato. Il Giappone affonda le sue radici in tanti anni di classismo, dove si è sviluppato un certo tipo di atteggiamento verso il prossimo, che porta ad evidenziare le differenze con ciò che è ritenuto conforme. Molto spesso i Giapponesi danno l'impressione di essere degli automi, assomigliano un po' a quei robot che, costruiti a immagine e somiglianza degli Yatterman, pronunciano sempre la stessa frase: Yatta! Yatta! Yatta!. Questa voce ha un'eco sinistra nelle urla di incitamento che, durante la Seconda Guerra Mondiale, al ritmo di Banzai! Banzai! Banzai!, inneggiavano all'imperatore e all'imperialismo, foriero di guerra e sventura. In verità, in Yoru no Yatterman i robot sembrano avere più vita degli stessi esseri umani. Incapaci di ribellarsi a un regime che li schiavizza e non offre le condizioni migliori per tirare avanti in maniera adeguata, quest'ultimi abbassano il capo davanti a un idolo terribile e vendicatore - proprio come i Giapponesi, che tante volte hanno assecondato le scelte di folli, latori di catastrofe. Essi non si accertano della realtà, smettono di credere nel progresso, prendono tutto quello che arriva come qualcosa che è già scritto nel destino e non può essere mutato. Ma niente è impossibile a questo mondo. Niente è impossibile, e Leopard lo sa bene. È una ragazzina a riscattare il popolo dello Yatter Kingdom dalla rassegnazione. Sembra quasi paradossale che il futuro dell'umanità sia affidato a una bambina che di eroico ha poco e niente; una bambina che sbraita, piange, è rumorosa, capricciosa, istintiva, ingenua. Leopard arde di passione, di quel fuoco che sembra aver abbandonato da tempo la terra governata dagli Yatterman.
Uno dei punti di forza di Yoru no Yatterman è l'ambientazione notturna. L'oscurità che cala la sera diviene simbolo dell'era buia dell'umanità. Ma come ricordava l'anziano preside di Hogwarts: La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi... basta solo ricordarsi di accendere la luce. È di notte, infatti, che spuntano le stelle, il segnale che anche nelle tetre ore notturne esiste un barlume di speranza. Poetiche sono le riprese del gruppetto di protagonisti che solca il cielo stellato con un tandem. Nell'opening theme gli SCREEN mode lanciano un bel messaggio al grido: Give your shooting star!. Non bisogna soltanto guardare in alto verso le stelle e sospirare qualcosa che ancora non si ha, ma è necessario lanciarsi come comete al di là di quella porta, che si apre su un mondo infinito in cui i sogni non hanno limite. In generale, l'OST sa essere davvero toccante. Nelle scene drammatiche partivano delle musiche dolci, che come una mamma ti cullavano. Le animazioni non sempre sono state all'altezza, soprattutto l'ultimo episodio ha risentito di un brutto calo tecnico, con ripetizioni continue di alcune scene durante la battaglia finale. Il chara design è invece molto bello, pulito, in stile moderno. Gli stessi Boyakki e Tonzula hanno un certo fascino in questa nuova veste grafica!
Senza avanzare troppe pretese, Yoru no Yatterman rispolvera uno dei miti dell'animazione giapponese e lo rivisita con umiltà. Sicuramente l'ambientazione distopica e quella malinconia, che in sottofondo accompagna tutto il corso della serie, aiutano di gran lunga a porre lo spettatore in tensione, in allerta al minimo cambiamento d'atmosfera. Non è mancato il coinvolgimento emotivo, soprattutto negli episodi iniziali e in quelli finali. La sceneggiatura sa esprimere teneramente l'amore materno; ed è per questo motivo che, aiutato dall'OST, quest'anime arriva dritto al cuore di chi guarda. Potranno tacciarlo di buonismo, o dire che il finale è fin troppo prevedibile, potranno sostenere che non riesce a imporsi sulla serie originale - e nemmeno vuole farlo! - oppure fare qualche commento negativo, ma ciò che è certo è che Yoru no Yatterman a modo suo ha qualcosa da dire. Foss'anche solo mostrare al mondo la luce di una nuova alba per l'umanità. La piccola Leopard spalanca la porta, abbastanza da far entrare uno spiraglio di luce nella stanza buia in cui si è rintanato l'uomo. Assieme a lei, vorrei poter dare una schicchera a tutti quelli che rovinano il pianeta Terra. A tutti quelli che vivono da parassiti sulle spalle degli onesti. A tutti quelli che caricano i cannoni con la polvere da sparo e non coi fiori. A tutti quelli che, abbandonata l'intelligenza, si lasciano guidare dall'egoismo. A tutti quelli che rendono il genere umano il peggiore abitante di questo pianeta. Dekopin shite yaru!.
Discendente della bella e bionda Miss Dronio, Leopard è cresciuta con la favola degli eroici Yatterman sempre sul comodino. Quando sua madre, di cui la bambina è profondamente innamorata, si ammala, la piccola affronta il mondo esterno per chiedere aiuto ai suoi cari supereroi. Purtroppo ad aspettarla c'è una triste verità: gli Yatterman non sono così buoni come credeva, ma dei brutti egoisti che le rifiutano la medicina per salvare la sua adorata genitrice. Non è per niente facile convivere con un marchio che ti bolla l'esistenza e contro cui sembra non esserci soluzione, ma Leopard ritrova proprio nel suo sangue la forza di opporsi al regime dittatoriale che gli Yatterman hanno instaurato nel mondo, andando a rovinare l'immagine paradisiaca che la madre le aveva tanto decantata. Indossata la maschera di Miss Dronio, assieme agli eredi di Boyakki e Tonzula, parte alla volta dello Yatter Kingdom, per dare una bella lezione agli Yatterman impazziti. Durante la sua avanzata, incontrerà tanti pericoli e difficoltà, ma costruirà anche importanti legami, come quello con Galina e Alouette, che salva da una triste quotidianità.
Gli episodi non sono tutti riuscitissimi, alcuni peccano di eccessivo buonismo e risultano scontati. Quasi come se l'anime volesse essere una guida a diventare degli eroi, in linea di massima ci si mantiene nel genere dello slice of life, tendendo a porre in ogni puntata un piccolo input per la crescita dei protagonisti, che sono il fulcro della storia.
«Goodbye. Adios. Osaraba. Adios... Una donna forte non volge lo sguardo all'indietro.
Su, sorridi! Ricordi che hai promesso alla mamma che non avresti mai smesso di sorridere?
E allora, dai! Una donna forte non si volta all'indietro.»
L'intera serie mette in evidenza la crescita di Leopard e Galina, riprendendo il genere del Bildungsroman. Ogni episodio sembra contenere una piccola lezione di vita. È come quando apri una matriosca e all'interno ce n'è un'altra più piccola, e poi ancora un'altra, e un'altra ancora, fino a che non raggiungi il centro della bambola russa; allo stesso modo, Yoru no Yatterman sembra sbucciare la mela lentamente, mettendo i personaggi dinanzi a difficoltà di varia natura, per arrivare al nocciolo della questione, al cuore delle cose, per raggiungere la propria essenza, che risiede lì, nascosta dentro di noi. Protagonisti dinamici e in continua evoluzione, Leopard e Galina - e con loro il resto del cast principale -, affrontano ogni sfida con le mani aperte, pronti ad afferrare tutto quello che la vita ha da insegnar loro. Il tempo di serrare i pugni è terminato, adesso ai due eroi è chiesto un lavoro differente, che li condurrà sempre più in alto. Oltre a questo, Yoru no Yatterman ribalta il classico canovaccio dei buoni che lottano contro i cattivi e affida alla discendenza di quest'ultimi il compito di ripristinare il bene. Il capovolgimento dei ruoli offre l'espediente per trasmettere un messaggio importante, e cioè che non è il sangue a fare l'uomo, ma nelle mani di ognuno si cela il potere di scrivere da sé il proprio destino. Basta solo trovare il modo di attivarlo.
Partito come omaggio alla serie del '77, ricco di citazioni a diversi episodi della stessa, credo sia sbagliato considerare Yoru no Yatterman una mera celebrazione dell'originale. Piuttosto vi sono presenti diversi spunti di riflessione e tutti gestiti in maniera semplice e immediata, mantenendo sempre quell'innocenza che caratterizza l'intera serie. Non molto velata è la critica al fanatismo religioso, che vede la figura del dottor Dokrobei assimilata a quella di Gesù Cristo attorniato dai dodici apostoli, rappresentati per l'appunto dai dodici supremi guardiani dello Yatter Kingdom. Spesso nel nome di una divinità si arriva a compiere scelleratezze verso i propri simili, quando la fraternità dovrebbe essere il primo degli insegnamenti che una religione deve assicurare ai propri fedeli. Quasi mai i residenti in cielo hanno da recriminare nei confronti di coloro che abitano la Terra, piuttosto sono quelli che strisciano sul suolo a credere di potersi ergere a sovrani dell'universo. Il fanatismo che si crea intorno alla figura di Yatterman-sama è un esempio terribile di questa realtà. Altro riferimento biblico è la rappresentazione di Leopard come un angelo che rischiara l'oscurità e riporta la luce: il suo personaggio, nonostante conservi sulla fronte l'etichetta di villain, perché discendente del trio di mascalzoni Drombo, si comporta come un annunciatore di pace. La piccola Leopard cerca di ricreare quella comunione di menti e cuori in risonanza, che scaturisce dall'unione di fronte a un'unica causa contro cui combattere. Regala coraggio agli afflitti, spinge l'uomo ad interrogare sé stesso sulle sue intenzioni per il futuro, e non ad autocommiserarsi per la condizione di povertà in cui è costretto a vivere. L'angelo della rivoluzione che cerca di illuminare con la luce della speranza. Il suo messaggio è forte e quindi non viene accolto subito con benevolenza. Ma quando si è portatori di verità, prima o poi si riesce a far breccia nel cuore di qualcuno. Basta solo pazientare e impegnarsi: vedere le persone dare il meglio di sé spinge i rimanenti a sforzarsi di fare lo stesso.
Un'altra critica viene mossa nei confronti dei totalitarismi e delle dittature, ma anche dei governi, come fu quello giapponese in passato, che hanno portato avanti con convinzione il nazionalismo militarista, tarpando le ali alla creatività del singolo per il benessere dello stato. Il Giappone affonda le sue radici in tanti anni di classismo, dove si è sviluppato un certo tipo di atteggiamento verso il prossimo, che porta ad evidenziare le differenze con ciò che è ritenuto conforme. Molto spesso i Giapponesi danno l'impressione di essere degli automi, assomigliano un po' a quei robot che, costruiti a immagine e somiglianza degli Yatterman, pronunciano sempre la stessa frase: Yatta! Yatta! Yatta!. Questa voce ha un'eco sinistra nelle urla di incitamento che, durante la Seconda Guerra Mondiale, al ritmo di Banzai! Banzai! Banzai!, inneggiavano all'imperatore e all'imperialismo, foriero di guerra e sventura. In verità, in Yoru no Yatterman i robot sembrano avere più vita degli stessi esseri umani. Incapaci di ribellarsi a un regime che li schiavizza e non offre le condizioni migliori per tirare avanti in maniera adeguata, quest'ultimi abbassano il capo davanti a un idolo terribile e vendicatore - proprio come i Giapponesi, che tante volte hanno assecondato le scelte di folli, latori di catastrofe. Essi non si accertano della realtà, smettono di credere nel progresso, prendono tutto quello che arriva come qualcosa che è già scritto nel destino e non può essere mutato. Ma niente è impossibile a questo mondo. Niente è impossibile, e Leopard lo sa bene. È una ragazzina a riscattare il popolo dello Yatter Kingdom dalla rassegnazione. Sembra quasi paradossale che il futuro dell'umanità sia affidato a una bambina che di eroico ha poco e niente; una bambina che sbraita, piange, è rumorosa, capricciosa, istintiva, ingenua. Leopard arde di passione, di quel fuoco che sembra aver abbandonato da tempo la terra governata dagli Yatterman.
Uno dei punti di forza di Yoru no Yatterman è l'ambientazione notturna. L'oscurità che cala la sera diviene simbolo dell'era buia dell'umanità. Ma come ricordava l'anziano preside di Hogwarts: La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi... basta solo ricordarsi di accendere la luce. È di notte, infatti, che spuntano le stelle, il segnale che anche nelle tetre ore notturne esiste un barlume di speranza. Poetiche sono le riprese del gruppetto di protagonisti che solca il cielo stellato con un tandem. Nell'opening theme gli SCREEN mode lanciano un bel messaggio al grido: Give your shooting star!. Non bisogna soltanto guardare in alto verso le stelle e sospirare qualcosa che ancora non si ha, ma è necessario lanciarsi come comete al di là di quella porta, che si apre su un mondo infinito in cui i sogni non hanno limite. In generale, l'OST sa essere davvero toccante. Nelle scene drammatiche partivano delle musiche dolci, che come una mamma ti cullavano. Le animazioni non sempre sono state all'altezza, soprattutto l'ultimo episodio ha risentito di un brutto calo tecnico, con ripetizioni continue di alcune scene durante la battaglia finale. Il chara design è invece molto bello, pulito, in stile moderno. Gli stessi Boyakki e Tonzula hanno un certo fascino in questa nuova veste grafica!
Senza avanzare troppe pretese, Yoru no Yatterman rispolvera uno dei miti dell'animazione giapponese e lo rivisita con umiltà. Sicuramente l'ambientazione distopica e quella malinconia, che in sottofondo accompagna tutto il corso della serie, aiutano di gran lunga a porre lo spettatore in tensione, in allerta al minimo cambiamento d'atmosfera. Non è mancato il coinvolgimento emotivo, soprattutto negli episodi iniziali e in quelli finali. La sceneggiatura sa esprimere teneramente l'amore materno; ed è per questo motivo che, aiutato dall'OST, quest'anime arriva dritto al cuore di chi guarda. Potranno tacciarlo di buonismo, o dire che il finale è fin troppo prevedibile, potranno sostenere che non riesce a imporsi sulla serie originale - e nemmeno vuole farlo! - oppure fare qualche commento negativo, ma ciò che è certo è che Yoru no Yatterman a modo suo ha qualcosa da dire. Foss'anche solo mostrare al mondo la luce di una nuova alba per l'umanità. La piccola Leopard spalanca la porta, abbastanza da far entrare uno spiraglio di luce nella stanza buia in cui si è rintanato l'uomo. Assieme a lei, vorrei poter dare una schicchera a tutti quelli che rovinano il pianeta Terra. A tutti quelli che vivono da parassiti sulle spalle degli onesti. A tutti quelli che caricano i cannoni con la polvere da sparo e non coi fiori. A tutti quelli che, abbandonata l'intelligenza, si lasciano guidare dall'egoismo. A tutti quelli che rendono il genere umano il peggiore abitante di questo pianeta. Dekopin shite yaru!.
"Yoru no Yatterman" è una serie della stagione invernale 2015 composta da dodici episodi di durata canonica.
Il regno di Yatterman appare come un paradiso agli occhi della piccola Leopard, un paradiso che non potrà mai raggiungere a causa delle sue origini; essa è infatti la diretta discendente di Miss Doronjo, leader del famigerato trio Dorombo, un gruppo di ladri esiliati dal regno di Yatterman. Quando la madre di Leopard si ammala, la piccola si appresta a chiedere aiuto al potente e prospero regno, ricevendo in cambio null'altro che un rifiuto. Rimasta orfana, la piccola decide di vendicarsi contro il regno di Yatterman e riforma la gang dei Dorombo, insieme ai diretti discendenti di Tonzutara e Boyacky.
Premetto che non ho mai visto la serie originale e quindi non ho potuto cogliere e apprezzare alcun richiamo ad essa. La serie parte alla grande, con un primo episodio intenso, intrigante, e che invoglia a continuare la visione, ma poi purtroppo si perde in un susseguirsi di puntate banali e piuttosto noiose da seguire. Una trama vera e propria non esiste, se non in linea generale; in ogni episodio, ad esclusione degli ultimi due, inizia e si conclude un'avventura dello scapestrato trio, completamente scollegata dalle altre. I personaggi sono molto banali e, ad esclusione di Galina e Leopard, non godono di una sufficiente caratterizzazione, anche se bisogna riconoscere che in un'opera di questo tipo non è un fattore determinante. Il finale è sicuramente la parte più interessante e riesce a risollevare una serie altrimenti insufficiente.
Tecnicamente nella media, niente di eccezionale, soprattutto se si fa il paragone con le altre produzioni di questo inizio 2015. Graficamente, delle ambientazioni varie e sufficientemente dettagliate si scontrano con un fin troppo semplicistico design dei personaggi. Buono anche il comparto sonoro, adeguati il doppiaggio e le OST, carine opening ed ending. La regia fa tutto sommato un buon lavoro, anche se in alcuni episodi le scene riciclate sono veramente troppe.
In conclusione, un'opera che si salva grazie a un inizio intrigante e a un buon finale, ma che nel mezzo non riesce a proporre nulla di interessante. Un prodotto che punta tutto sulla comicità, proponendo in continuazione delle situazioni assurde e prive di logica che strapperanno sicuramente qualche risata, ma che rischieranno di annoiare già dopo i primi episodi. Probabilmente se avete seguito e apprezzato la serie originale vedrete tutto sotto un'ottica diversa, ma se come me siete nuovi al mondo di Yatterman non mi sento di consigliarvi la visione.
Il regno di Yatterman appare come un paradiso agli occhi della piccola Leopard, un paradiso che non potrà mai raggiungere a causa delle sue origini; essa è infatti la diretta discendente di Miss Doronjo, leader del famigerato trio Dorombo, un gruppo di ladri esiliati dal regno di Yatterman. Quando la madre di Leopard si ammala, la piccola si appresta a chiedere aiuto al potente e prospero regno, ricevendo in cambio null'altro che un rifiuto. Rimasta orfana, la piccola decide di vendicarsi contro il regno di Yatterman e riforma la gang dei Dorombo, insieme ai diretti discendenti di Tonzutara e Boyacky.
Premetto che non ho mai visto la serie originale e quindi non ho potuto cogliere e apprezzare alcun richiamo ad essa. La serie parte alla grande, con un primo episodio intenso, intrigante, e che invoglia a continuare la visione, ma poi purtroppo si perde in un susseguirsi di puntate banali e piuttosto noiose da seguire. Una trama vera e propria non esiste, se non in linea generale; in ogni episodio, ad esclusione degli ultimi due, inizia e si conclude un'avventura dello scapestrato trio, completamente scollegata dalle altre. I personaggi sono molto banali e, ad esclusione di Galina e Leopard, non godono di una sufficiente caratterizzazione, anche se bisogna riconoscere che in un'opera di questo tipo non è un fattore determinante. Il finale è sicuramente la parte più interessante e riesce a risollevare una serie altrimenti insufficiente.
Tecnicamente nella media, niente di eccezionale, soprattutto se si fa il paragone con le altre produzioni di questo inizio 2015. Graficamente, delle ambientazioni varie e sufficientemente dettagliate si scontrano con un fin troppo semplicistico design dei personaggi. Buono anche il comparto sonoro, adeguati il doppiaggio e le OST, carine opening ed ending. La regia fa tutto sommato un buon lavoro, anche se in alcuni episodi le scene riciclate sono veramente troppe.
In conclusione, un'opera che si salva grazie a un inizio intrigante e a un buon finale, ma che nel mezzo non riesce a proporre nulla di interessante. Un prodotto che punta tutto sulla comicità, proponendo in continuazione delle situazioni assurde e prive di logica che strapperanno sicuramente qualche risata, ma che rischieranno di annoiare già dopo i primi episodi. Probabilmente se avete seguito e apprezzato la serie originale vedrete tutto sotto un'ottica diversa, ma se come me siete nuovi al mondo di Yatterman non mi sento di consigliarvi la visione.